Cimitero di Cypress Hill.
Uno squarcio si aprì nell'aria e una creatura ne scivolò fuori emettendo un vagito.
La creatura scivolò tra l'erba e subito si nascose all'ombra di un cripta.
Mefisto lo osservò aldilà dello squarcio "Non aver paura, piccolo Adam. Oggi stai venendo al mondo per la seconda volta..."
La creatura gemette nell'ombra.
"Non puoi rifiutarti, piccolo..." agitò una mano ed apparve nell'aria l'immagine di Threnody legata ad una lastra e ghermita dagli artigli di un folto gruppo di demoni "Oppure sarò costretto a fare del male a tua madre..."
Un altro gemito.
"Bravo... sai cosa fare vero? Ti ho dato il potere per farlo... ricordati di fortificare il tuo corpo, perché incontrerai di sicuro qualcuno che cercherà di fermarti..."
Adam scivolò davanti a una tomba, mentre la luna illuminava le sue grottesche forme: sembrava un enorme bruco, come un bozzolo di carni di diverso colore avvolte tra di loro, con un estremità penzolanti che difficilmente si sarebbero potute chiamare braccia.
Alzò una di quelle estremità e la ficcò con violenza nella terra, iniziando a scavare, finché non trovò la bara.
La scoperchiò, trovandosi davanti a un cadavere fresco.
Le carni del cadavere iniziarono a sussultare.
Si strapparono dalle ossa e avvolsero il deforme bruco.
"Bravo... così... fortifica il tuo corpo... Rendi la carne dei morti la tua carne..."
Bloccata sulla lastra, Threnody lacrimò silenziosamente.


14
Benvenuto nel mio sogno

"Penso che stiano per arrivare i primi ospiti." Annunciò Dan.
"Dici? Non vedo nessuno in strada..." Michael si allontanò dal forno, puntando lo sguardo verso la finestra.
"Gli ospiti che dico io vengono da un'altra strada..." disse Dan indicando la porta che era d'improvviso apparsa nel muro della cucina.
La porta si aprì e ne vennero fuori Seer e John, carichi di pacchi e valige.
"Dovrei aprire un'agenzia di traslochi!" esclamò Seer gettando il carico a terra.
"Questo è tutto quello che sono riuscito a recuperare dalla vecchia casa...." spiegò John "Mi riposo un attimo e poi porto tutto in camera..."
"Non è carino? I tre spiriti della vendetta che iniziano a vivere sotto lo stesso tetto!" Seer si sedette sul tavolo della cucina "Manca Miss Kitty e sareste uguali alle tre sorelle Halliwell..."
"Molto divertente..." commentò Dan tirando una bottiglia di birra fuori dal frigorifero "Comunque ti ricordo che stasera ci saranno alcuni amici che non conoscono il nostro lato, come dire... mistico. Quindi occhio a non farti scappare niente..."
"Sarò muta come una tomba!" Seer prese un pezzo di formaggio da una scodella e saltò giù dal tavolo mordendolo "Hey, Michael, vieni a darmi una mano con questi bagagli.. John ha faticato abbastanza, per oggi!"
Michael sollevò i bagagli da solo e si incamminarono per le scale.
"E' vero che verrà anche Paula?" chiese John a Dan una volta rimasti soli.
Dan stappò la bottiglia di birra "Si... ancora non l'ho incontrata da quando siamo tornati, ma non mi sembrava giusto escluderla da questa serata tra amici...".
"Ouch... Stacy e Paula la stessa sera nella stessa casa... come hai intenzione di comportarti?"
"Non lo so..." Dan bevve un sorso, poi passò la bottiglia a John "Sono rimasto senza parole quando Adrienne mi ha detto di averla incontrata... pensavo che non l'avrei più rivista..."
John svuotò la bottiglia e la gettò nella pattumiera "Non si sentirà più a disagio di quanto ci sentiremo io e Michael in una cena di ragazzi universitari."
"Beh, secondo Seer una cena era il modo migliore per festeggiare il vostro insediamento in questa casa e..." il campanello lo interruppe "Vado ad aprire..."
Mentre Dan si dirigeva alla porta, Michael poggiava valigie e scatole sul pavimento al piano di sopra.
"Ecco fatto.." disse sbattendo le mani sui pantaloni.
"Spero che mi farai veder presto la tua stanza... sono curiosa di vedere come l'hai arredata..." disse Seer.
"Arredata è un parolone, c'è un letto, un armadio e una scrivania... tutto quello che mi serve..." spiegò Michael sgranchiendosi le braccia.
"Io proprio sul letto riponevo tutta la mia fiducia..." sorrise maliziosa la ragazza.
Michael deglutì "Io.. ecco..."
"Ah, ah, ah.. un omone come te, che si imbarazza per così poco..." Seer lo abbracciò "Hai detto niente ai tuoi amici di noi?"
"No... e poi...Amici.. è una parola così grossa... c'è un legame tra di noi, ma è più profondo dell'amicizia e al tempo stesso più impersonale..." Michael la strinse a se.
"Però hai deciso di venire a vivere con loro?" gli fece notare Seer.
"Si... forse perché mi sentivo solo... forse perché tutti ci sentivamo soli... è questo forse che ci accomuna.. la solitudine, a cui ci hanno portato le disgrazie che abbiamo vissuto... Penso per Dan sia doloroso vivere da solo in questa casa... senza sua madre... e poi, l'altro giorno abbiamo dovuto ripulire il sangue di Stacy dal muro... non immagino come si sia sentito..."
"Tu non sei solo..." gli sussurrò Seer.
Nella penombra della camera, si baciarono dolcemente.
"Non indovinerai mai chi ha portato con se Stacy..." annunciò Dan imbarazzato entrando in cucina.
John alzò lo sguardo e vide entrare, dietro Stacy, Suicidio e una ragazza di colore che non conosceva. "Suici..."
"Ehm, puoi chiamarmi Chris..." mormorò imbarazzato lui.
"Io sono Akene, piacere!" la ragazza si fece avanti tendendo la mano "Sono una sua amica: Chris era così imbarazzato.. non voleva venire, diceva di essere fuori luogo... sa, è il tipo di persona che ama piangersi addosso, passare il tempo a casa, da solo a lamentarsi di tutti quello che gli succede, ma io gli ho detto che uscire ogni tanto per divertirsi fa sempre bene. Non siete d'accordo?"
Rimasero tutti un attimo in silenzio: Akene aveva una parlantina rapidissima, le parole le erano uscita una dietro l'altro come proiettili da una pistola.
"Siete i benvenuti... volete qualcosa da bere?" Dan si avvicinò al frigo.
"Come va la ricerca del lavoro, John?" chiese Stacy, avvicinandosi al fratello di Dan.
"Ho un paio di colloqui domani... Anche se non è nulla di interessante..."
"Michael mi ha detto che non ha intenzione di rientrare in polizia... perché non fai un pensierino sulla divisa?" sorrise Stacy.
"Io? Poliziotto?" John agitò le mani "Non penso proprio!"
"E' quello che le ho detto anche io..." aggiunse Michael entrando in cucina con Seer "Preferisco il lavoro di guardia giurata piuttosto che rifarmi tutta la gavetta in polizia..."
Il campanello suonò di nuovo.
"Vado io!" annunciò Seer.
"Piuttosto Dan, com'è andata in quel bar?" chiese Michael sedendosi al tavolo.
"Bene.. mi hanno preso come barman... inizio da domani." Dan passò un boccale di birra Chris "o forse dovrei dire che comincio da ora..."
"E con l'università?" fece Stacy prendendo una cola dal frigo.
"Mi sono riiscritto per l'ennesima volta... spero che questa sia l'ultimo anno..."
"Per uno che entra..." Adrienne entrò sorridendo nella stanza "Una che esce... io mi laureo a fine mese." Si diresse verso Chris e Akene "Io sono Adrienne, non mi sembra di conoscervi."
"Beh, sono felice che tu abbia deciso di tornare all'università." Paula entrò in cucina con Jack e Seer "Alla fine hai seguito il consiglio che ti ho dato quando uscivamo insieme."
Calò per un attimo il silenzio.
Chris tossì un attimo e poi si rivolse a Adrienne "Dimmi Adrienne, dopo la laurea cosa farai?"
"Per ora lavoro part time da un fotografo... poi ho intenzione di iniziare uno stage presso la CNN... e mi piacerebbe girare qualche cortometraggio.."
Mentre gli altri parlavano, Stacy e Paula si guardavano in cagnesco, Dan invece teneva gli occhi fissi verso il forno, senza voltarsi perché non se la sentiva di reggere lo sguardo di nessuna delle due.
Jack annusò l'aria "Che profumino..."
"La pizza è pronta ragazzi..." Dan aprì il forno e tirò fuori le due teglie.
"Prima di iniziare, un bel brindisi!" Seer recuperò rapidamente una lattina di birra per ognuno dei presenti "Alla nuova convivenza dei tre fusti!"
Le lattine cozzarono tra di loro e non appena le aprirono spruzzarono schiuma da tutte le parti.
"Oh cielo!" esclamò Paula mentre la sua birra finiva addosso ad Akene.
"Hey sorella! Però, è divertente!" Akene sbatté la sua lattina e schizzò Seer e Michael.
Iniziò una battaglia a suon di birra che durò finché tutta la cucina non fu inzuppata.
Quando addentarono la pizza, era già fredda, ma per quasi tutto quello fu uno dei pasti più buoni consumati negli ultimi tempi, un pasto in un ambiente amichevole e sereno.
Ripensando a quel giorno, Dan probabilmente avrebbe ricordato che in quei momenti, tutta l'inquietudine e la preoccupazione erano momentaneamente spariti e probabilmente avrebbe rimpianto quegli attimi di serenità...

Cina.
Una luce verde si accese e tra le montagne comparve il custode.
L'uomo poggiò la mano su un muro e si formò un'apertura.
Entrò dentro e dopo aver camminato per qualche minuto, tre figure gli si pararono di fronte.
Indossavano lunghe tuniche e i loro volti erano teschi fiammeggianti.
"Salve, Tribù degli uomini teschio... era da tanto che non ci si vedeva, vero?"

"Sapevo di trovarti qui..." esclamò Jack entrando nella stanza.
Dan era seduto accanto al letto della madre, salutò l'amico e si alzò.
Uscirono insieme nel corridoio e si avvicinarono alla finestra.
"Stasera lavori?" chiese Jack.
"No, avevo il turno pomeridiano... Starò un po' qui e poi torno a casa..."
"Cosa dicono i medici?"
"Continuano a non sapere dove sbattere la testa..."
"Mi spiace."
"Anche a me..." Dan si poggiò una mano sulla fronte e tacque un attimo, poi prese una boccata d'aria e riprese a parlare "Non so come comportarmi Jack... Non ho mai conosciuto i miei veri genitori, ho perso il mio patrigno, mia sorella e se adesso perdessi anche..."
Jack gli poggiò un dito sulle labbra "Non lo dire... non ci pensare... affronterai quell'evento se ti si presenterà davanti... ma adesso non ci devi pensare..."
Dan sorrise "Sono felice di avere qui a fianco un amico come te, Jack... mi spiace per come mi sono comportato l'ultima volta che ci siamo visti... sono stato sgarbato con te..."
"Fa niente... ah, la sai l'ultima su Adrienne?"
"No, cosa?"
"L'altro ieri, durante la cena a casa tua, mi tira in un angolo e mi dice: Non sapevo che Dan avesse un fratello così carino!"
Dan assunse un espressione incredula "Davvero?"
"Si.. e io le ho chiesto che fine avesse fatto la sua cotta per te, e lei mi ha risposto che sei già terreno di caccia per troppe donne e quindi è meglio che si cerchi un'altra preda."
Dan fece una smorfia.
"E, a proposito di terreno di Caccia, come va con Paula e Stacy?"
Dan fece spallucce "Non ti saprei dire, finora ho parlato con Paula soltanto durante la cena... E' dispiaciuta del fatto che ci siamo persi di vista. Lei si considerava ancora la mia ragazza, ma io... Cioè, è un sacco che non la vedevo e... in tutto questo periodo i sono riavvicinato a Stacy anche se... lei è così distante negli ultimi tempi, parliamo poco da quando sono tornato mentre con Paula... c'è stato nonostante tutto più feeling.
Jack lo guardò dubbioso "Forse Stacy è preoccupata per l'attacco di Hellgate."
"Di chi?"
Jack si morse il labbro "Ehm, non ti ha detto che Hellgate è venuto a casa sua a cercare suo padre?"
"Cosa? Ma.. quando!?"
"Forse non voleva farti preoccupare... Siamo riuscito a tenergli testa, anche grazie a Suicidio, ma alla fine è scappato con Snowblind."
Dan rimase un attimo in silenzio: Hellgate era pericoloso quando lo conosceva come semplice mortale, figuriamoci ora che sapeva che era una sorte di Demone.
"Mi sa che prima di andare a casa passerò a fare due chiacchiere con Stacy..."
"io la vedrò tra poco... devo accompagnare Adrienne alla stazione di polizia dove hanno appuntamento... Deve restituirle un libro che le aveva prestato per la tesi... Vuoi che le dica qualcosa?"
"No, no.. grazie... Ci penserò io."
I due ragazzi si salutarono; mentre Jack si dirigeva verso l'ascensore e Dan rientrava nella stanza, un uomo dall'impermeabile verde faceva capolino nel corridoio, fissando la stanza di Francis Ketch.

"Grazie per il passaggio, John!" Stacy, strette alla vita dell'uomo seduta sulla sua moto, gridò per farsi sentire.
"Di Niente! Tanto avevo il pomeriggio libero!" rispose John.
"Com'è andato il colloquio?"
"Non mi ci fare pensare... Lavapiatti, Cameriere... non sono proprio i lavori che fanno per me..."
"Quali sono i lavori che fanno per te?"
"Quelli che riguardano l'andare in moto! Ma non sono tanti gli annunci che ricercano stunt men professionisti!"
"Siamo arrivati!" esclamò Stacy indicando il 75° distretto di polizia.
John posteggiò la moto, scesero e si tolsero i caschi.
"Devo vedere un attimo mio padre ed incontrare Jack e Adrienne... devi andare via o vuoi rimanere con noi?"
John ci pensò su "Beh, non ho niente da fare..." anche se in realtà si sentiva un po' a disagio: negli ultimi tempi stava frequentando quasi esclusivamente persone più giovani di lui e la cosa lo faceva sentire quasi sempre fuori luogo.
Entrarono nella stazione e raggiunse il padre di Stacy.
L'uomo salutò la figlia con un bacio e John con una stretta di mano.
"Scusa John, dovrei chiedere a mio padre delle cose, ti spiace se ti lascio da solo per un attimo?" chiese Stacy.
"No, figurati..." i due si allontanarono mentre John passeggiò un po', finché una voce non richiamò la sua attenzione.
"Hei! Mr Blaze!" era Adrienne, che stava entrando in quel momento con Jack.
"Salve ragazzi."
"Ha visto mica Stacy?" chiese Jack.
"Si, l'ho accompagnata qui... Ora sta parlando con suo padre..."
"Beh, aspetteremo un po'..." Adrienne si poggiò al braccio di John "In fondo siamo in buona compagnia..."
John la guardò frastornato.

Nel seminterrato della stazione.
Lo spaventapasseri era adagiato nell'ombra.
Aveva seguito fino a lì la mamma.
Sapeva che era al piano di sopra... ma c'era troppa gente e la gente gli avrebbe fatto male... lui voleva la mamma... perché la mamma l'avrebbe guarito da quel dolore che lo faceva impazzire...
Si avvicinò alla centralina elettrica

"Hai fatto un ottimo lavoro con queste moto!" esclamò Michael mentre entravano nel cimitero di Forrest Hills "Non pensavo che te la cavassi così bene come meccanico".
"Te l'ho detto che sono una donna piene di sorprese!" ridacchiò la ragazza saltando giù dalla moto.
"Adesso mi rispieghi cosa siamo venuti a fare qui?" chiese Michael.
"Negli ultimi giorni parecchie tombe sono state aperte e i cadaveri violati..." spiegò Seer "Il custode non c'è quindi il compito di tenere d'occhio il cimitero è mio.. e visto che il novanta per cento degli eventi che succedono qui riguardano mostri e demoni e roba simile ho ritenuto più saggio farmi accompagnare da te."
"Hai qualche idea su cosa possa essere?"
"Avevo pensato ad un necrofago... ma i cadaveri non sembrano essere stati presi a morsi, più che altro sembra che la carne gli fosse stata strappata di dosso tirandola via..." Seer si avvicinò ad una bara tirata fuori da un tomba e la scoperchiò.
Michael ne guardò il contenuto con una mano davanti la bocca.
"E' successo tutto circa due giorni fa... e da due giorni si stanno avvicendando strane morti in tutti il quartiere... malati, gente dalle condizioni gravi, che muoiono d'improvviso, senza però alcune crisi, semplicemente si spengono, anche quando magari i dottori avevano detto che avevano davanti a loro giorni o mesi di vita..."
"e pensi che le cose siano collegate?"
"Penso le coincidenze non esistono..."
Le parole della ragazza vennero coperte da uno scroscio di legna in pezzi.
Si voltarono verso il punto del cimitero da cui veniva "Qualcuno sta aprendo una bara... andiamo a vedere!"
Saltarono sulla moto e lo raggiunsero in pochi secondi.
Trovarono qualcosa che non avevano mai visto prima.
Dalla bara aperta si stava allungando una striscia di carne andando ad avvolgere il braccio una bizzarra creatura.
Questa creatura era alto circa due metri, la sua testa era tonda e piatta, con un unico occhio brillante di rosso sul lato sinistro del volto, mentre dove doveva esserci l'occhio destro calavano strati di carne, la sua bocca era una lunga fessura dove pezzi scomposti di ossa si affacciavano a mo' di denti.
Il suo corpo era stranamente sproporzionato, aveva le gambe piccole ed un busto enorme, quasi tre quarti della figura totale, le braccia poi erano lunghe ma sottile e terminavano in un grosse mani a tre dita.
Ma la cosa più bizzarra, era la costituzione di quel corpo: sembrava formato con pezzi di pelle e brandelli di carne avvolti intorno ad una base.
Ci volle poco per Seer e Michael per capire che quella creatura era composta da pezzi di cadaveri.
"Fermati immediatamente essere immondo!" gridò Michael saltando giù dalla modo e correndogli incontro.
Adam si voltò ed emise un mugolio.
Nelle mani di Michael si accese una fiamma rossastra e una sfera di fuoco infernale volò a colpire il colosso.
La sfera si infranse sul corpo di Adam, senza procuragli alcun danno apparente.
Adam si mosse in avanti, calando il pugno.
Michael si scostò e il pugno finì per colpire il terrendo.
"vediamo come te la cavi contro il fuoco che brucia la carne!" gridò Michael lanciando una fiammata di colore scuro contro Adam.
Le carni di Adam presero fuoco, ma la creatura non emise alcun suono nonostante brandelli del suo corpo si scurissero e carbonizzassero; si limitò ad estinguere le fiamme con sbattendosi le mani sul corpo.
Adam si gettò di nuovo all'attacco, stavolta Michael non riuscì a scostarsi e l'enorme pugno della creatura lo colpì in pieno petto.
Michael sentì alcune costole andare in pezzi, mentre il corpo veniva sbalzato in aria e atterrava ad una decina di metri di distanza.
"Cazzo se è.. forte..." biascicò mentre cercava di rialzarsi.
Adam corse verso di lui, ma venne d'improvviso investito dalla moto di Michael che lo spinse a terra.
Seer, alla guida della moto, raggiunse rapidamente Michael e lo fece salire su.
"Forse è meglio tirare un attimo il fiato!" esclamò la ragazza alzando le mani: una luce verde avvolse la moto e dopo pochi secondi si trovarono nel night club del Sangue.

"Papà, hai ancora del materiale su Hellgate?" chiese Stacy sedendosi su una poltroncina nello studio dell'uomo.
"Perché questa domanda?" chiese l'uomo.
"Perché una settima fa è venuto a cercarti a casa..." rispose laconica la ragazza.
Arthur Dolan sbiancò "Ma... Anton Hellgate... è morto..."
"Papà, non è questo il punto... se lui ti sta cercando, vuol dire che sei in pericolo... e l'unico motivo per cui potrebbe cercarti è il materiale che hai raccolto quando facevi indagini su di lui..."
Stacy aveva appena terminato la frase quando in tutto il palazzo saltò la luce.
"Cosa è stato?" chiese la ragazza muovendosi a tentoni nel buio.
Il padre la prese per mano e la condusse fuori dall'ufficio: l'intera centrale era sprofondata nelle tenebre, la gente si chiamava da un lato all'altro delle stanze e nel buio si vedevano brillare candele e torce.
"Calmatevi tutti." Gridò Arthur tenendo le mani ai lati della bocca per amplificare la voce "Ci sarà qualche problema alla centralina nel seminterrato. Robertson, Miller, andate a dare un'occhiata!"
"Agli ordini capitano!" i due agenti si mossero illuminando la stanza con una torcia.
"Vado a cercare i miei amici" Stacy si allontanò dal padre e trovò qualche minuto dopo John, jack e Adrienne che si muovevano per la centrale facendosi luce con l'accendino di John.
Intanto, Arthur era rientrato nel suo ufficio, si era avvicinato alla libreria e aveva tirato fuori un libro, tra le cui pagine era nascosto un cd.
Mentre lo guardava, sentì uno scatto alle sue spalle.
La porta era stata chiusa da Snowblind "La disturbo commissario?"
"Ci perdoni per la visita inattesa..." dall'altro lato della stanza era comparso Hellgate e al suo fianco Astaroth e Astarte, che illuminavano l'ufficio brillando fiocamente "Ma lei ha qualcosa che mi interessa..."
Gli agenti Robertson e Miller erano nel frattempo scesi nel seminterrato.
"La centralina è da quella parte..." fece Robertson.
"Aspetta... mi si è slacciata la scarpa." Miller si chinò, ma Robertson continuò a camminare.
D'un tratto sentì il tonfo della torcia che teneva il collega e vide la luce proiettarsi verso il soffitto.
"Ma che..." Miller si rialzò di scatto "Robertson.. dove sei?"
Si fece avanti, con la pistola stretta in una mano, mentre l'altra agguantava la torcia da terra.
Un puzzo pestilenziale gli penetrò nel naso.
Un mugolio provenne dalle sue spalle.
"Chi diavolo..." si voltò di scatto.
Il successivo urlo e i colpi di pistola giunsero forti e chiari al piano di sopra.
"Cosa è stato?" gridò Adrienne, tappandosi le orecchie con le mani.
"Rimanete qui!" gli intimò John correndo verso il seminterrato.
"Andiamo nell'ufficio di mio padre..." disse Stacy ad Adrienne.
Jack si era intanto nascosto dietro una scrivania e sta indossando il nero costume di Shriker

Dan era solo nella stanza della madre.
Quante ore aveva passato da solo in quell'ospedale? Sperando che da un momento all'altro la madre si svegliasse e gli dicesse che ora andava tutto bene, era tutto a posto...
Ma non era accaduto.
E lui continuava a rimanere in attesa, da solo...
E negli ultimi tempi la sua vita era sempre stata così: solitudine.
Nessuno con cui parlare, nessuno con cui confidarsi, oramai si stava abituando alla sola compagnia del suo respiro.
La porta della stanza cigolò e l'uomo con l'impermeabile verde entrò dentro.
Aveva capelli neri arruffati e la pelle pallida "Preoccupato per sua madre, mr Ketch?"
"Non so chi sia lei..." Dan parlò senza scostare gli occhi dal corpo della madre "La prego di lasciarmi da solo..."
"Vuole che io me ne vada?" sorrise l'uomo "Anche se sono l'unico che aiutarla a salvare sua madre?"
Dan si voltò lentamente e guardò torvo l'uomo "Di che sta parlando?"
"Parlo di un sonno indotto misticamente... ecco perché i medici non posso fare niente per lei..."
"Sonno.. Mistico.." Dan si alzò, ma poi si sentì cedere le gambe e fu costretto a sedersi di nuovo: per l'ennesima volta un suo nemico, o meglio, un nemico di Ghost stava minacciando un suo caro? Quanto sarebbe durato quell'assurdo gioco?
"Io la posso aiutare Mr Ketch.. se lei me lo permette..." l'uomo tese una mano "Posso aiutarla ad entrare nella mente di sua madre e liberarla dall'influsso che la stava tenendo prigioniera..."
Dan lo guardò in silenzio.
"La avverto che il tempo che rimane a sua madre è molto poco..."
"D'accordo..." rispose Dan.
L'uomo gli poggiò una mano sulla fronte e il ragazzo sentì il proprio corpo gelare.
Tutto si fece scuro ed ebbe la sensazione di venire trasportato via dal vento.
Quando riaprì gli occhi, era nella sua casa.
Le finestre erano aperte e la luce del sole illuminava la stanza con il suo chiarore.
Tutto era pulito e in ordine.
Sentì dei passi per le scale.
Due bambini corsero giù, gli passarono di fronte ridendo a squarciagola e giunsero in cucina.
Dan rimase con gli occhi sbarrati, aveva riconosciuto i bambini che gli erano corsi davanti, una era Barbara e l'altro... era proprio lui, il piccolo Daniel Ketch.
Si avvicinò confuso alla porta della cucina e guardò dentro.
I due bambini si erano seduti al tavolo e Francis Ketch serviva loro abbondanti porzioni di polpettone, con un radioso sorriso sul volto.
"Mamma!" esclamò Dan entrando di scatto.
Francis lo guardò impaurita, la teglia con il polpettone le cadde di mano andando in frantumi.
Dan cercò di fare un passo in avanti ma non ci riuscì.
Intanto la teglia era ricomparsa, integra nelle mani di sua madre, che aveva ripreso a servire i suoi piccoli figli.
Dan cercò di divincolarsi, ma era invischiato in una ragnatela che bloccava ogni suo movimento, cercava di gridare ma la sua bocca era tappata.
Nessuno, nella stanza, sembrava vederlo.
"Non puoi intervenire... lei non vuole.. questo è il suo sogno e tu non sei contemplato all'interno..." fece una suadente voce femminile.
Dan inclinò il capo e vide la figura femminile, nuda, dalle carni bianche e dai lunghi capelli del medesimo colore.
"Succubus..." biascicò.
"Proprio io Dan Ketch... sono felice di vedere che ti ricordi di me... e sono felice che la mia trappola sia al fine riuscita... sei intrappolato nel sogno che ho creato per tua madre... e resterai qui per l'eternità!"

 

Prossimamente:
Spiriti della Vendetta 15
Le Menzogne dei Genitori
Dan deve lottare con Succubus per salvare la mente di sua madre, mentre Michael sperimenta sulla sua pelle la forze di Adam e John affronta la follia dello spaventapasseri. E come se non bastasse, ritorna la minaccia di Hellgate!

Note:
poco da dire su questo episodio, se non che inizia qui il nuovo corso di spiriti. La parte iniziale della storia mi piace molto, adoro le storie dove si pone l'accento sulla vita "borghese" dei personaggi, per questo vedrete accanto a lotti con demoni e compagni bella, anche storie in cui i personaggi studiano, cercano lavoro ed escono con gli amici... nei prossimi tre numeri, ve ne sarete resi conto, ci saranno tre storyline che si incastreranno l'una nell'altra... E finalmente si risolverà la degenza ospedaliera della signora Ketch che dura sin dal numero 5.
Visto che ci sono vi chiarisco un paio di punti che forse son un po' scuri:
1) gli uomini teschio li ho già citati nel numero 12. Il loro legame con il custode e gli spiriti della vende2tta verrà presto chiarito.
2) succubus è una nemica di ghost apparsa in un solo numero della sua serie (in italia Ghost Rider 3), di lei si sapeva solo che lavorava per Incubo... ma poi è sparita per anni..

Ps. Questi episodi stanno cominciando a diventare dannatamente lunghi...O_____O ventimila caratteri contro i diecimila del primo episodio...