Dan uscì dalla camera di Francis asciugandosi gli occhi.
Adrienne era seduta sul divanetto di fronte la porta e sfogliava distrattamente
una rivista di moda, mentre Jack era in piedi, con la schiena poggiata sul muro
e sorseggiava un bicchiere di caffè.
Dan si lasciò cadere accanto ad Adrienne "Sembra.. che stia solo dormendo...
se non fosse per quel colorito cosi pallido, sembrerebbe anche felice... ha
un'espressione così beata, come se stesse facendo un bel sogno..."
Adrienne lasciò scivolare a terra la rivista ed abbracciò Dan "Sono sicura
che si risolverà tutto per il meglio..."
"No... non si risolve mai per il meglio..." Dan strinse i pugni fino
a farsi diventare le nocche bianche "Non nella mia vita..." si guardò
intorno "Dov'è Stacy?"
Adrienne si scostò con aria sconsolata *Ha bisogno di Stacy... non di me...*
"E' andata a casa tua, a prendere il libretto sanitario di tua
madre..." Jack guardò il suo orologio da polso "Però... è strano..
dovrebbe essere già tornata..." si diresse verso l'ascensore
"Nell'ingresso c'è un telefono a gettoni, le faccio uno squillo al
cellulare per vedere dov'è..."
Jack, giunto al piano terra, afferrò la cornetta e compose il numero.
Si aspettava di sentirsi rispondere dalla voce femminile di Stacy, invece dopo
un paio di squilli dall'altro capo del telefono parlò un uomo.
Jack chiese di Stacy e ascoltò in silenzio, mentre le dita stringevano sempre
di più il bicchiere di plastica che teneva in mano, riversando a terra tutto il
caffè.
"Perché..." si chiese riagganciando la cornetta "Perché le cose
non si risolvono mai per il meglio?"
Sentì alle sue spalle la campanella dell'ascensore e ne vennero fuori Dan e
Adrienne.
"Che ti ha detto Stacy? Dov'è finita?" chiese la ragazza.
Jack li osservò in silenzio per qualche secondo, mentre il suono della sirena
di un'ambulanza si faceva sempre più vicino.
Sangue Chiama Sangue
"Avete una presa telefonica in questa bettola?" esclamò Badilino
"Non smetti mai di sorprendermi..."
Seer terminò di tendere il cavo e lo collegò al computer, poi si voltò
sorridendo verso Michael, ed esclamò facendo l'occhiolino "E non mi sono
ancora tolta i vestiti di dosso!"
Badilino arrossì visibilmente, e si andò a sedere accanto alla ragazza, davanti
lo schermo del portatile.
"La porta si riparerà automaticamente tra qualche ora... non possiamo fare
niente per accelerare il processo..." Seer iniziò a digitare rapidamente
sulla tastiera "Piuttosto che restare con le mani in mano, meglio fare
qualcosa di costruttivo...Tipo ricrearti un'identità!"
"Cosa?!" esclamò confuso l'uomo.
"Certo.. basterà entrare nel computer della banca... e fare un salto sul
database del governo..." spiegò senza staccare lo sguardo dallo schermo.
"Ma... ne sei davvero in grado?" Michael era basito.
"Certo! Come credi che abbia fatto ad andare avanti finora? Sai, le
creature mistiche non sono molto incline al lavoro vero e proprio..."
ridacchiò Seer.
"Ma è legale?" chiese Badilino.
"Quando fai parte di una razza segreta semi immortale ti assicuro che la
legalità diventa un concetto vago..." sospirò la ragazza..
Dan era in piedi, immobile, davanti alla porta della sala operatoria.
I suoi occhi puntavano verso la luce rossa che vi brillava sopra, ma erano
vacui, come se in realtà non vedessero ciò che aveva di fronte.
"Dan.. vieni a sederti..." Adrienne gli poggiò una mano sulla
schiena, ma lui si limitò ad allontanarla, scrollando la spalla.
Jack attraversò il corridoio e si avvicinò ai due.
"Sembra... in trance.. non vuole parlare, né muoversi..." mormorò
Adrienne.
"Puoi biasimarlo?" Jack si avvicinò all'amico "Dan... ho parlato
con un poliziotto.. mi hanno detto che hanno trovato qualcosa a casa tua... un
messaggio..."
Dan si voltò e lo guardò aggrottando le sopracciglia "Un messaggio?"
"Si.. su uno specchio scritto con..." Jack deglutì " Il
sangue..."
Dan digrignò i denti "Cosa... cosa c'era scritto?"
"Barbara K. e Linda W. Dormono sotto l'acqua..." rispose Jack.
Dan sentì le gambe cedere e si inginocchiò a terra "Barbara... Linda Wei(1)... non è.. possibile... Blackout... è stato lui.. ha fatto questo a
Stacy..."
"Dan, ora devi solo pensare a stare vicino a Stacy e a tua madre, lascia
stare Blackout e tutto il resto, e..." Jack fu spinto contro il muro da Dan.
Il ragazzo si alzò , corse verso l'ascensore e premette con un pugno i
pulsanti.
Jack si infilò dentro prima che le porte si chiudessero "Cosa hai
intenzione di fare Dan? Trasformarti in ghost, saltare in groppa alla tua bella
motocicletta e correre alla ricerca di quel pazzo?"
"Non sono più Ghost..." rispose Dan con voce ferma e decisa "Ma
mai come ora, ho desiderato la vendetta!"
"Lo vuoi capire che ora devi stare accanto alle persone che ami? Rischi
solo di farti ammazzare!" l'ascensore si aprì e i due uscirono nella Hall.
Un'infermiera guardava preoccupata la televisione "Che massacro..."
Dan e Jack osservarono lo schermo dalle spalle della donna.
Un giornalista parlava di fronte ad una palazzina "Questo è il quinto
omicidio multiplo in poche ore... quattro persone sono state dissanguate e i
loro corpi smembrati... Il modus operandi lascia intendere l'azione di un
serial killer, ma la polizia brancola del buio..." apparve una cartina
della città, in cui dei punti rossi indicavano i luoghi degli omicidi "Si
contano in totale quindici vittime, di età, razza ed estrazione sociale diversa
l'una dall'altra..."
"Blackout..." Dan si morse il labbro "Si sta muovendo... e mi
sta lasciando una traccia da seguire..."
Jack guardò la mappa "Proseguendo di questo passo, arriverà dritto al
porto..."
Si voltò e vide Dan correre fuori dall'ospedale.
Interludio
Miranda sbadigliò rigirandosi tra le lenzuola.
Aprì gli occhi e si mise lentamente a sedere, lasciando penzolare le gambe sul
lato dell'ampio letto matrimoniale sui cui era sdraiata.
Si guardò confusa intorno.
*Dove sono? Come sono finita qui? Ricordo... che qualcuno ci aveva attaccato,
John è scomparso, e sono arrivate quelle due pazze(2).. ma poi nient'altro...*
poggiò il piede a terra e il lenzuolo le scivolò di dosso. Si accorse in quel
momento di essere nuda.
"Sei sveglia.. mia compagna..." fece una voce alle sue spalle.
Si voltò e vide all'ingresso della camera un uomo dai lunghi capelli castani
"Chi sei tu?"
"Il mio vecchio nome... non lo uso da tempo, non è importante.. sulla
terra mi chiamano tutti Deathwatch..." l'uomo le si avvicinò.
"Dethwatch? John.. ci ha parlato di te! Ci ha detto che sei
malvagio!" Miranda fece un passo indietro e cadde con il sedere sul letto.
"Malvagio? Ti ricordo che io ti salvato..." Deathwatch si chinò sul
di lei passandole una mano sulle labbra.
"Cosa... vuoi da me?" balbettò la ragazza.
"Insieme... renderemo possibile un miracolo..." le bisbigliò
all'orecchio
fine interludio
Dan premette la frizione e scalò di marcia, mettendosi in coda davanti a un
semaforo rosso.
Era stata una bella fortuna trovare l'auto di servizio di Stacy davanti
l'ospedale, evidentemente portata li da qualche zelante agente di polizia:
poteva muoversi rapidamente e inoltre la radio lo teneva informato.
Durante il tragitto era giunta comunicazione di altri due omicidi, entrambi,
come aveva sospettato, sulla strada per giungere al porto.
Avrebbe trovato Blackout e gliel'avrebbe fatta pagare una volta per tutte... la
sua mente pensava solo a questo, non al fatto che ora era un semplice umano,
che anche se aveva la catena e il fuoco infernale, gli mancava la forza e la
resistenza di Ghost, ma d'altra parte se come Ghost sarebbe stato vincolato a
non uccidere il vampiro, stavolta l'avrebbe ammazzato con le sue stesse mani...
anche a costo di morire...
"Ecco fatto!" Seer premette il tasto invio e si alzò soddisfatta,
sgranchendosi le braccia "Da ora Michael Badilino esiste di nuovo! Hai un
conto in banca non esattamente cospicuo, ma che comunque ti permetterà di
tirare avanti finché non trovi un lavoro..."
Michael la guardò stupito "Sei davvero riuscita fare tutto questo.. in
cosi poco tempo?" poi lanciò un sospiro "Beh... adesso ho di nuovo
un'identità... mi chiedo solo se riuscirò a iniziare una vita normale..."
"La risposta la sai già... non potrai..." fece Seer andando dietro il
bancone e versandosi da bere "Perché non sei una persona normale... Tu,
Dan e Blaze siete legati a trame più grandi di voi che non potete
ignorare..."
"Bella fortuna... veniamo coinvolti sempre in storie in cui spesso neanche
c’entriamo, rimaniamo feriti, perdiamo le persone a cui siamo
affezionati..." borbottò Badilino.
"Almeno voi esistete anche al di fuori di questi eventi... io.. il Sangue...
esistiamo solo in funzione degli spiriti della vendetta..." Seer mandò giù
il martini tutto in un sorso.
"Cosa intendi dire?" chiese Badilino.
"Lascia perdere..." Seer si avvicinò alla parete dove prima c'era la
porta e vi poggiò l'orecchio "Sembra che qualcosa si stia muovendo... tra
poco il passaggio sarà di nuovo integro..."
Dan era sceso dall'auto pochi metri dal porto, proseguendo poi a piedi, per
non farsi notare.
L'ultimo comunicato alla radio era stato di un altro omicidio a qualche
chilometro da li...
Si mosse tra i capannoni con fare ramingo, guardandosi intorno, pronto a
scattare appena non avesse intravisto qualcuno muoversi.
Fece un passo e sentì qualcosa di molle sotto il piede: calò lo sguardo e vide
quello che gli ricordava un intestino umano.
Scostò lo sguardo disgustato.
Da li , partiva una scia di sangue che arrivava fino ad una saracinesca mezza
aperta.
Dan vi si infilò sotto ed entrò nel capannone.
Dentro era tutto buio, illuminato fiocamente solo da alcune lampade al neon
sparse qua e là, che lasciavano intravedere le sagome delle enormi casse
riposte lì dentro.
L'aria era intrisa dell'odore del sangue e tra le casse risuonava un suono,
simile ad un rubinetto che perdeva.
Dan seguì il rumore e finì per trovarsi davanti ad uno spettacolo
agghiacciante: un uomo completamente squartato, legato con le sue stesse
budella ad una trave del soffitto, il sangue colava lungo le sue gambe,
gocciolando poi sui piedi ed andando a raggrumarsi in un pozza nel pavimento
sotto di lui.
Il ragazzo era cosi preso da quella visione, che non si accorse della cataste
di casse alle sue spalle che gli stava crollando addosso.
Blackout premette un interruttore accendendo tutte le luci del magazzino, che
venne cosi illuminato a giorno.
"Non ti facevo cosi avventato Ketch..." il Lilin infilò il braccio
tra le casse e ne tirò fuori lo stordito Dan "avventurarti qui nella tua
forma umana.. avresti dovuto avere la furbizia di diventare Ghost..."
"Io.. non.. sono... più Ghost..." ringhiò il ragazzo allungando un
braccio verso il viso del vampiro.
Blackout lo gettò contro un pilastro prima che potesse toccarlo.
"Non sei più Ghost? Davvero un peccato..." Blackout sfoderò la spada
"Avrei voluto squartarlo con questa... mi accontenterò di trafiggere il
tuo cuore..."
Dan si alzò a fatica, guardando Blackout con occhi colmi d'ira "La.. spada
di Foundry?"
"Oh si... Sono venuto qui per questo..." Blackout leccò la lama della
spada "Però ho deciso di approfittare di questa mia nuova visita a new
york per passare a farti un salutino... Ma purtroppo non eri in casa..."
iniziò a ridere "Dan, Dan, Dan! Che modo di comportarsi con gli ospiti è
questo? Per fortuna c'era la tua dolce fidanzatina ad accogliermi..." si leccò
il mignolo "Era davvero dolce... e poi, una vergine! Avresti dovuto darti
da fare prima bello mio... Però ora è tardi, ormai me la sono presa io..."
Cogliendo alla sprovvista il vampiro Dan vi si lanciò contro facendo roteare la
catena che era improvvisamente apparsa nelle sue mani.
Gli anelli si strinsero intorno al viso di Blackout, che sentì le carni
bruciare al tocco del fuoco infernale che avvolgeva il metallo.
Lanciando un urlo di dolore, il lilin ghermì l'aria con la spada, ferendo alla
spalla Dan, che mollò la presa sulla catena la quale svanì dopo qualche
secondo.
"Tu... hai.. violato.. il mio viso... di nuovo(3)!" gridò Blackout
con occhi spiritati, allungò un braccio e afferrò la testa di Dan con una mano.
Sollevò il ragazzo in aria e lo lanciò contro una vetrata.
Dan fini sulla banchina, con parecchie schegge di vetro che gli trafiggevano il
corpo e le ossa che gli dolevano per l'impatto.
Blackout sfondo la saracinesca con una spallata e fu subito fuori anche lui:
sul suo volto erano impressi i segni degli anelli della catena.
Avanzò verso Dan con la spada alzata.
La calò, ma Dan rotolò rapidamente sul legno allontanandosi da qualche metro,
tra le sue mani ricomparve la catena infernale e la fece schioccare contro la
mano del vampiro che perse la presa sulla spada.
Blackout gli fu di nuovo addosso e lo afferrò per il collo "Volevo farti
soffrire lentamente... volevo distruggere la tua esistenza un passo alla
volta...ma ora come ora, meriti solo di morire subito!"
Le fauci del vampiro calarono sul collo di Dan.
Il sangue del ragazzo iniziò a scorrere, mentre il corpo di Blackout si
poggiava sul suo.
Dan sentiva le forze venirgli meno, alzò a fatica le braccia, sollevando la
catena sotto il collo del vampiro.
Con un gesto rapidissimo le fece fare un giro intorno e fece un passo indietro,
buttandosi in acqua e trascinando Blackout in acqua con se.
Confuso, il vampiro staccò le zanne dal collo di Dan, che al contrario strinse la
presa della catena sul collo.
Blackout agitò gli artigli, ferendo il corpo del ragazzo nella speranza che
mollasse la presa.
Dan sentì le ferite bruciare per l'acqua salata, ma non desisté.
Il vampiro iniziò ad agitare il piedi per nuotare fuori dall'acqua, sentiva il
fiato venirgli meno, si faceva tutto scuro davanti ai suoi occhi.
Cimitero di Cypress Hill.
In tutto il mondo, stava accadendo qualcosa (4).
Un'energia negativa si stava diffondendo...
E in quel luogo sacro, la forza oscura si stava risvegliando...
Un vento iniziò a soffiare, spazzando via la terra e rivelando uno scheletro
sepolto sotto la terra.
Le ossa brillarono e d'improvviso gli organi si riformarono all'interno della
cassa toracica, mentre anche i muscoli e la pelle si andava rigenerando.
Quando il corpo fu di nuovo integro, un liquame rosso e nero fuori uscì dal suo
petto e lo avvolse.
La figura si alzò e si guardò le mani "IO.. vivo.. ancora... io.. sono
immortale."
Carnage esplose in una risata.
Dan trascinò il corpo di Blackout fuori dall'acqua e lo adagiò sulla banchina.
Lo guardò e sentì la rabbia bruciare dentro, pensando a cosa quell'individuo
aveva fatto a Stacy.
Era privo di sensi... ma non lo sarebbe rimasto per molto...
Dan si avvicinò alla spada che era stata lasciata cadere dal vampiro, la
raccolse e poi tornò al fianco di Blackout.
Sollevò la spada in aria.
La lama brillò mentre il fuoco infernale l'avvolgeva.
La calò al centro del petto del vampiro.
Schizzi di sangue si alzarono in aria, macchiando le mani e i vestiti di Dan,
mentre la spada si faceva largo nella cassa toracica.
Blackout spalancò la bocca in una smorfia di dolore, lanciando un sibilo
acutissimo e dimenandosi come in preda ad un raptus, ma non parve riuscire a
muoversi.
"Toglila! Togli la spada!" urlò con voce alterata dal dolore.
Dan lo guardò con occhi freddi e si allontanò da qualche passo.
Lanciò un'ultima occhiata al nemico immobilizzato a terra e poi sollevò in aria
la mano.
La catena comparve di nuovo.
La calò con un colpo poderoso sulle assi di legno, che iniziarono a tremare e
vacillare.
Infine le assi si spezzarono.
"No! No!" gridò Blackout mentre sprofondava nelle acque.
Dan si voltò, fece qualche passo e poi cadde in ginocchio.
Poggiò le mani a terra e scoppiò in lacrime
Cimitero di Cypress Hill.
Un suono attirò l'attenzione di Carnage, appena rinato.
Davanti ad una cripta era appena comparsa una porta.
Il serial killer cominciò ad espandere sotto terra i tentacoli del suo
simbionte demoniaco.
La porta si aprì e ne fuori uscì Seer.
Era voltata, stava dicendo qualcosa a Badilino che era dietro di lei.
Non appena si accorse di Kasady, Badilino spinse via Seer.
Intanto i tentacoli del simbionte si era insinuati nelle fondamenta della
cripta.
Prima che Badilino potesse muoversi, la costruzione gli crollò addosso e si
trovò travolto dal cemento.
"Michael!" gridò Seer, correndo per cercare di liberarlo dalla
macerie.
"Oh.. non cosi facilmente signorina!" ridacchiò Carnage giungendole
di fronte "Ha idea da quando tempo non ammazzo qualcuno?"
La ragazza gli lanciò un'occhiata minacciosa, giunse le mani e gli lanciò
contro un raggio, che però il demone evitò facilmente con un rapido salto
finendo alle spalle della ragazza.
Il simbionte demoniaco afferrò la ragazza, stringendola al corpo di Carnage.
"Che pelle morbida che abbiamo..." Kasady ritirò il simbionte dal
viso mostrando il suo volto e leccò la guancia di Seer.
La ragazza cercò di protestare ma un lembo del simbionte demoniaco le tappò la
bocca.
Avvolta dalla sostanza rossastra, Seer fu sollevata in aria.
Il simbionte si allargò prendendo la forma di una ragnatela, al cui centro era
imprigionata la ragazza.
Carnage la guardò sorridendo "Entra nella mia tela... disse il ragno alla
mosca...", lame partirono dal corpo dal simbionte ferendo il corpo di Seer.
La ragazza sputò in faccia al serial Killer "Divertiti quanto vuoi... ma
quando gli spiriti della vendetta ti troveranno ti rispediranno all'inferno da
cui provieni!"
"Cara mia... Forse non te ne sei resa conto.. ma l'inferno adesso è su
questa terra!" così dicendo trasformò la sua mano in una lama e la
conficcò nel ventre di Seer.
La ragazza scivolò a terra, boccheggiando sangue.
Carnage riassorbì il simbionte "Bah... non è stato divertente..." si
guardò intorno "Sento.. l'odore del sangue.. e della follia..." sulle
spalle dell'uomo il simbionte prese la forma di due grosse ali da pipistrello
"Questo è il mio mondo! E' giunto il momento di una bella riunione di
famiglia!"
E si alzò in volo, allontanandosi dal cimitero.
Il cumulo di macerie sotto cui era stato sepolto Badilino tremò.
L'uomo si sollevò, scrollandosi di dosso la polvere, si guardò intorno e notò
il corpo di Seer steso a terra.
Le corse subito accanto e la sollevò.
Respirava a fatica e aveva perso molto sangue.
Si tolse la maglia e gliela legò intorno alla vita, poi la sollevò da terra e
corse verso la strada, intenzionato a portarla all'ospedale più vicino.
"Non morire piccola.. non morire..." mormorava l'uomo "Vedrai
che andrà tutto bene... poi troverò quel mostro.. e sarà VENDETTA!"
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