PROLOGO: Revelation, Texas,
2004
“Tu stai scherzando, vero?”
Domanda apparentemente
legittima, soprattutto se posta da una creatura a dir poco non umana. Una
specie di drago antropomorfo, alto tre metri, dalla pelle grigia e dura e come
roccia. La creatura possedeva una bocca piena di zanne, e le sue mani tridigite
crepitavano di energia.
Considerando che i suoi
avversari erano due semplici esseri umani, cioè lo Sceriffo ed il Vicesceriffo
di Revelation, la domanda del rettiliano era ancora più giustificata. Le sole
armi sfoderate dai due tutori della legge erano, per lo sceriffo Derek Trainor,
una specie di fucile -come lo avrebbero immaginato in un futuro prossimo,
almeno- e una pistola -a dir poco futuristica anche quella- per il Vicesceriffo
Beauregard Feiffer.
E nessuno dei due sembrava
preoccupato dal possibile confronto con un avversario nettamente superiore.
“Non scherzo dal 1832, Mr. Reptyl Prime,” rispose freddo Traynor.
“Ti chiediamo di seguirci con le buone alla Centrale, dove faremo una bella chiacchierata
sulle tue intenzioni su questo mondo. In alternativa, potrai seguirci
ugualmente, ma in manette.”
Reptyl sorrise, minaccioso.
“Non mi era ancora capitato di incontrare un paio di mammiferi così coraggiosi…o
così stupidi. Via dalla mia strada, insetti!” dicendo ciò, puntò la mano e da
essa partì un colpo di energia!
La macchina, investita in
pieno, esplose.
Salem, Massachusetts. 1693
Questa piccola città, nei
secoli a venire, sarebbe diventata sinonimo di intolleranza, un simbolo delle
bassezze che un uomo può raggiungere quando è l’irrazionale a guidare le sue
azioni.
La Caccia alle Streghe non era stato certo un fenomeno nuovo per
Salem: dai tempi dell’Inquisizione, le frange più oltranziste del clero avevano
tormentato senza tregua le donne, i diversi, i rappresentanti di altre etnie,
ed incitato lo sterminio di animali ‘colpevoli’ di appartenere ad un’iconologia
popolare distorta.
Salem, parte della colonia
originariamente ‘privata’ del Massachusetts, era
stata a lungo governata da un vero e proprio regime teocratico, che in tempi
moderni sarebbe stato equiparabile a quello degli Ayatollah iraniani. Prima che
la persecuzione terminasse, però, quel governo autonomo fu rovesciato in favore
di un’amministrazione sotto la Corona Reale inglese. I Puritani vollero dire la
loro fino all’ultimo, come testimoniarono i processi ispirati da Cotton Mather… Ma da quei giorni, però,
non si sarebbero più ripresi. La loro popolarità sarebbe calata fino a
relegarli a poco più di un partito di nostalgici.
Salvo sviluppi imprevisti,
naturalmente.
Come la scoperta della presenza
in città di un gruppo di demoni.
MARVELIT presenta
Episodio 4 - Giustizia per un Fantasma (II Parte)
Nella
sua lunga carriera militare prima, e di cacciatore di taglie poi, O.Z. Chase aveva imparato ad evitare
accuratamente di muoversi in un qualunque possibile focolaio di attività
nemica. E per quanto Salem non fosse certo una metropoli, era una polveriera
pronta ad esplodere.
Almeno,
c’era un vantaggio in tutto questo:
col calare del Sole, in giro c’erano solo le guardie e al massimo due o tre
tiratardi. Passare inosservati era più semplice.
L’uomo
non si preoccupava tanto per sé, o per il suo fedele compagno Cerbero. Lui aveva un lungo
addestramento militare alle spalle, Cerb era un wolfdog che dal padre aveva
preso sia l’aspetto che la capacità di muoversi come un felino.
Dietro
di loro, si muoveva il resto della squadra:
Ø
un rettiliano raptoroide, un maschio dalle
scaglie verdi e due coppia di corna tronche, con indosso un giubbotto corazzato
coperto di strumenti ad alta tecnologia. Solomon
Quinn.
Ø
Una figura femminile umanoide inguainata in un
costume nero dal lato destro metallico, la testa coperta da un casco lucido
come uno specchio e senza la minima apertura. Mirando Quinn.
Ø
Un meticcio rettile/mammifero alto tre metri,
dalla pelle a scaglie centralmente e pelliccia nocciola sul resto del corpo
nudo, con due temibili paia di corna aguzze e una lunga coda. Zed.
Ø
Un mostro un po’ meno alto di Zed, dalla pelle a
scaglie blu, il muso piatto, e una corazza-arsenale su un corpo abbastanza
robusto da fare invidia ad Hulk, con un mantello scarlatto. Bob.
Insieme,
rappresentavano la SIS di Revelation. E il loro obiettivo era una
particolare abitante di Salem.
O.Z.
sperò solo che il dispositivo di occultamento di Solomon non li piantasse in
asso proprio sul più bello -lavorare con dei super riusciva ad attirarsi
addosso una sfiga niente male, il più delle volte…
Improvvisamente,
Cerbero si fermò, le orecchie erette e la coda leggermente scodinzolante.
Il
gruppo si separò, dirigendosi ognuno ad un lato della strada: Chase, Cerbero e
Solomon da una parte, e gli altri dal lato opposto.
“Cerb
ha fiutato guai, doc,” disse O.Z. a Quinn. “Puoi farmi una scansione in
direzione della casa?”
Il
rettiliano ticchettò con gli artigli sulla tastiera da polso, puntando il
braccio verso l’edificio a due piani alla fine della strada. Qualche istante
dopo, disse, “Rilevo sette tracce vitali all’interno. Sei di esse appartengono
ad umani maschi; molto eccitati, direi. Una appartiene ad una femmina…molto
calma, invece, considerando i valori medi della vostra specie…” inarcò un sopracciglio.
“Interessante: almeno uno dei maschi è impegnato in attività di accoppiamento.
Se i valori sono corretti, si trova proprio addosso alla femmina.”
“La
stanno stuprando?” Chase serrò la
presa sul proprio fucile.
“Non
direi. La femmina è molto calma, ma indubbiamente vigile. Non rilevo stati
associati allo choc…”
Chase
ci pensò su: per quanto ne sapeva, la Sterling non era neppure in casa, e
quella che Quinn stava rilevando era solo una prostituta impegnata a
guadagnarsi la pagnotta… Del resto, i quattro Puritani che aveva interrogato
quella mattina erano stati molto prodighi di particolari. La Sterling era una
possidente terriera, una donna di ottima famiglia, e il suo peccato più grave
era di essere indipendente in un’epoca maschilista e lealista della Corona. E non c’era ragione perché quei bigotti mentissero,
non dopo avere visto molto da vicino le zanne di Zed[i].
Forse
la donna in casa era solo una cameriera…
Chase spostò lo sguardo su Cerbero: il
mezzo-lupo stava fissando in direzione della casa. Il suo istinto era
infallibile, e non aveva mai trattato una sveltina come un ‘guaio’... “Ora di
muoversi, gente. Mi raccomando: niente morti.”
La
camera da letto puzzava di sudore e del sesso appena consumato.
L’uomo
che aveva appena consumato il suo atto faticò a mettersi seduto. Ansimava, il
suo fiato era imbevuto di alcool. “Devo ammetterlo, milady: la tua offerta…è
stata davvero apprezzata.” Ridacchiò, e con lui ridacchiarono gli altri uomini
presenti. Dove lui era nudo, gli altri indossavano la loro uniforme e
l’armatura dei tutori dell’ordine. Assistere allo spettacolo era stato per loro
quasi eccitante come possedere la donna che giaceva sul letto, indifferente.
La
donna era bella, dalla carnagione appena pallida, dai lunghi capelli corvini. I
suoi occhi grigi come il ferro erano ancora fieri, la sua espressione quella di
un affarista che avesse appena concluso una transazione.
La
donna fece per mettersi seduta…ma fu trattenuta da uno dei miliziani.
“No,
milady: abbiamo detto di avere apprezzato la sua offerta…non di avere cambiato
idea. Se questo potrà consolarla, quando troveranno il suo cadavere, lei non
sarà accusata di stregoneria, ma solo di prostituzione. Almeno, si guadagnerà
la sepoltura in suolo consacrato. Non è contenta?”
La
donna afferrò di scatto il polso dell’uomo…e lo torse con facilità. L’uomo
urlò, lasciando la presa. “Strega maledetta! Mi hai fatto male!”
La
donna si mise seduta. Senza dire una parola, fra lo stupore dei presenti, andò
verso la sua toilette. Prese la sua vestaglia, appoggiata allo schienale della
sedia e la indossò con gesti lenti. Si sedette davanti allo specchio, ed iniziò
a pettinarsi i capelli. Adesso, la sua immagine riflessa sorrideva.
Gli
uomini si scambiarono occhiate dubbiose, indecisi. Il tempo sembrò fermarsi…
Poi,
uno di loro andò ad afferrare la propria arma, una spingarda appoggiata al
muro…o, almeno, ci provò.
Una
mano guantata di nero apparve dal nulla, ben ferma sulla sua spalla! L’uomo
spalancò la bocca per gridare, ma poté solo serrare le mascelle, mentre il suo
corpo si contorceva sotto gli effetti della scarica neurale!
Fu
il panico! Questi soldati non erano minimamente abituati a combattere contro
dei super-esseri: per loro, la creatura appena apparsa era un demone venuto a reclamare
le loro anime di peccatori. Reagirono in modo scomposto, senza sapere cosa
fare, gridando o invocando il nome di Dio.
La
nera intrusa saltò come un’ombra da un soldato all’altro, dispensando dolorosi
tocchi nei punti più sensibili del sistema nervoso. I soldati crollarono come
birilli. All’ultimo di loro, quello nudo sul letto, Mirando riservò un
trattamento speciale: serrò la sua mano crepitante sul sacchetto scrotale.
L’uomo
rotolò giù dal letto, paonazzo, gemendo e reggendosi, mentre l’inconfondibile
odore dell’urina iniziava a riempire l’aria.
La
donna alla toilette finì di spazzolarsi i capelli. Posò la spazzola sul
comodino e si alzò in piedi. Voltandosi verso Miranda, disse, “Ti ringrazio,
creatura. Per quanto avrei potuto risolvere questa cosa da sola, grazie a te ho
risparmiato preziose energie.”
“Tu
sai cosa sono?”
Joan
Antoniette Sterling annuì. Indicò brevemente uno dei suoi ‘aguzzini’ con un
cenno della testa. “Questi poveri sciocchi hanno detto bene, quando mi hanno
chiamato strega.” Tornò a guardare Miranda. “Fra i miei talenti, vi è l’Oculum
Purum, la capacità di vedere oltre il velo dell’illusione.” Infatti, ai suoi
occhi, la figura femminile umanoide appariva come una rettiliana della stessa
specie di Quinn. E non a caso, Miranda era
figlia di Solomon.
In
quel momento, dalla porta entrarono Chase, Cerbero e Quinn. “Nel qual caso,”
disse l’uomo, “è inutile giocare a prenderci in giro, madame. Sta bene?”
La
donna andò verso il guardaroba. Con gli stessi gesti precisi, scelse un capo
d’abbigliamento, un abito nero orlato, lungo, molto vttoriano. “Se si riferisce
a quanto accaduto poco fa, sì. Non sono mai stata in pericolo, glielo posso assicurare.”
Chase
la fissò con prudente curiosità.
Joan
si nascose dietro al paravento. Poco dopo, la vestaglia fu appoggiata al bordo
di questo. “Quello che è stato consumato in questa stanza era…un tributo, se
così volete metterla. Essere ingravidata da questa feccia era un atto dovuto.
Piuttosto, cosa vi porta qui, stranieri?”
Chase
lanciò un’occhiata al portagioie, una scatolina circolare di fine porcellana
bianca, decorata sul coperchio dal dipinto di un dragone rampante, e sui lati
da un branco di lupi in corsa.
Adesso,
si trattava solo di porre la domanda nei termini giusti, pensò lui.
Non
ce ne fu il tempo: Cerbero ringhiò di nuovo, questa volta all’indirizzo della
finestra.
Mentre
Chase corse verso la finestra, un cicalio venne dal comunicatore alla gola di
Quinn. “Parla, Zed,” disse il sauro.
“Lascia
stare,” disse Chase, guardando fuori. “Credo di averlo già capito.”
Sulla
strada, una folla si stava radunando: uomini e donne, un corteo fitto ma
silenzioso. Molti di loro brandivano torce, e tutti avevano quello stesso
sguardo da invasati che Chase aveva visto, nel suo tempo, sui volti delle folle
anti-mutanti.
“Morirete…tutti…”
disse uno dei soldati da terra. Gli costava un certo sforzo il solo parlare, ma
la soddisfazione nella sua voce era evidente. “Dovevamo…catturare la strega.
Portarla alle autorità…o ci avrebbero pensato…gli abitanti…”
Chase
annuì, tetro. “Il che ci porta al piano ‘B’, con tanti saluti alla segretezza.
Le regole di ingaggio restano valide, signori: niente cadaveri.”
La
folla aveva circondato l’edificio. Le prime voci cominciarono a levarsi dalla
massa. Voci che presto divennero un sinistro coro, una melodia di morte. La
paura del soprannaturale fomentava quella gente, che in fondo chiedeva solo di
potere vivere una vita tranquilla, senza sorprese.
Questa
gente non aveva avuto paura di condannare intere famiglie di innocenti
all’impiccagione, e non avrebbe esitato a mandare al rogo una sospetta strega.
La
porta della mansione Sterling si aprì. La folla si zittì, aspettando l’uscita
della donna in catene…
Invece,
con passi pesanti, implacabile come il Golem, arrivò Bob.
Tutti
coloro che si trovavano in prossimità della porta fecero alcuni passi indietro.
Questa volta, furono stupore e paura a tenere a freno le lingue.
Bob
sollevò le braccia, i pugni serrati…e le calò a terra come magli!
L’onda
d’urto che fu generata da quel colpo riverberò come quella di un terremoto. La
folla fu dispersa, gettata nel panico in un istante.
La
SIS corse via dalla casa, con Zed a fare da apripista. Al meticcio alieno bastò
semplicemente ruggire per spingere la gente a farsi da parte. Bob chiudeva il
gruppo, levitando su dischi di energia ai piedi.
Il gruppo si diresse verso la periferia del
paese. Prima che qualcuno potesse organizzarsi, i ’demoni’ erano già belli che
lontani.
Si
fermarono solo dopo essere giunti in prossimità della fattoria da cui la
missione era partita.
Quinn,
che reggeva la Sterling fra le braccia, depositò gentilmente la donna a terra.
“Un’esperienza…interessante,”
disse lei, riassettandosi l’abito. “Apprezzo i vostri sforzi, signori.”
Chase
diede un’occhiata a Quinn. Il sauro controllò di nuovo il suo bioscansore. Poco
dopo, disse, “I prigionieri sono ancora dove li abbiamo lasciati,” guardò verso
il granario. “Del resto, non mi aspettavo diversamente, dato il tipo dei loro legacci.”
Chase
tornò a rivolgersi alla Sterling. “Madame, non so come dirglielo…”
“Ha
a che fare col fatto che venite dal futuro?”
“Più
o meno,” fu la risposta. “Come fa a saperlo?”
“Percepisco
l’aura prodotta dalla distorsione cronale. Voi non siete di questo tempo, e
nella mia famiglia non si tramanda di creature col vostro grado di tecnologia.
Anche se ammetto che ho solo dedotto che venivate dal futuro.”
Chase
annuì. “Volevo farle una domanda. In merito al suo cammeo.”
La
donna si toccò l’oggetto finemente inciso che portava al collo: il simbolo
della famiglia, un drago ed un lupo rampanti, incrociati e ognuno a guardare in
una direzione opposta. I margini delle ali del drago e le code degli animali si
univano a formare il cerchio che delimitava il cammeo.
“Lei
morirà,” disse Chase.
“Tutti
moriamo, uomo del futuro.”
“Lei
morirà a Revelation, per mano di un cacciatore di taglie. Lei non sarà vecchia,
quando ciò succederà.”
“Allora
che così sia: nessuno dovrebbe vivere per evitare la morte. Dobbiamo solo essere
pronti ad accettarla quando il momento giunge. E cosa ha a che fare la sua
osservazione con il cammeo, Mr...?”
“Chase.
Il suo assassino le toglierà il cammeo e lo nasconderà da qualche parte,
finendo vittima di una maledizione che lo costringerà a rivivere il suo gesto
omicida all’infinito. Noi dovremo recuperare il cammeo, capire fin da ora dove
potrà finire. E per quanto mi sembri assurdo, so che il nostro incontro non è
casuale. Ci deve essere una ragione dietro.”
La
donna si voltò a guardare verso Salem. Improvvisamente, la sua espressione si
fece cupa. “Questo è fuori di dubbio, Mr. Chase.
“Se
lo scopo della vostra missione era di trovare il cammeo, rassicuratevi: nessuno
tranne una Sterling o chi designato da lei potrebbe mai solo toccarlo, meno che
mai rubarlo. Tornerò a Revelation, la città di mia madre, per partorire la figlia
mia e dei soldati che ho usato per lo scopo. Dopo, il cacciatore di taglie
potrà uccidermi come meglio lo aggrada.
“Credo
che la maledizione su di lui sarà lanciata da mia figlia o da una sua
discendente. E saranno loro a custodire il cammeo. Trovate la mia discendente,
e saprete.
“Ma
credo che ci sia un’altra ragione per
la vostra presenza qui. Forze oscure sono all’opera, da qualche giorno: le stesse
forze che un anno fa videro coinvolti altri campioni della vostra epoca[ii].”
Chase
aveva un brutto presentimento…
“Un
anno fa,” proseguì la Sterling, “quando il nome di Cotton Mather era ancora temuto, giunsero cinque guerrieri a contrastarlo.
E quei valorosi scoprirono che l’ispiratore di Mather e della sua caccia alle
streghe era un demone a sua volta, una creatura giunta da un passato lontano,
tenebroso e dimenticato. Era il Cavaliere
Oscuro.
“Dopo
una strenua battaglia, i cinque valorosi riuscirono a prevalere. Il Cavaliere fu
sconfitto, il suo corpo ridotto in cenere…ma era stata una vittoria vuota,
perché l’essenza di quel mostro ancora pervade le foreste in prossimità di
Salem.
“Quando
Mather uccideva per suo conto, il Cavaliere traeva nuova forza da quei
sacrifici. La sconfitta del suo padrone precipitò Mather in una crisi di fede,
e con quella crisi anche la caccia, lentamente, scemò.
“Credo
che la mia eliminazione, il mio sacrificio, avrebbe dovuto servire alla
rinascita fisica del Cavaliere.” Sterling si voltò verso il gruppo. “Ho un
sospetto sul responsabile, ma sono stata ‘catturata’ prima che potessi farci
qualcosa. I soldati sono serviti allo scopo, ma prima che me ne vada, è
indispensabile fermare il servo del Cavaliere. I sacrifici debbono cessare definitivamente.”
I membri del SIS si scambiarono un’occhiata.
Chase, alla fine, disse, “Allora lasci a noi questo incarico. In fondo, lei ha
risolto il caso per noi, glielo dobbiamo.”
“Le
creature del male sono di nuovo fra noi! Mostri orribili preparano l’avvento
delle legioni delle tenebre! Dobbiamo fermarle, loro ed i loro infidi
complici!”
Dalla
folla radunata nella chiesa si levò un ruggito di approvazione.
Dal
pulpito, il predicatore gesticolava, urlava con il volto sudato e paonazzo, gli
occhi spiritati da folle. “Si nascondono fra noi! Sono coloro che non sono qui
presenti, adesso, perché grande è il loro timore nei confronti della Luce del Signore!
Dobbiamo stanarli, e ucciderli perché
mai più i loro osceni padroni possano tornare a perseguitarci!”
In
quel momento, la porta della chiesa si chiuse da sola, con una tale forza che
il suono ammutolì i presenti.
Un
attimo dopo, con un breve bagliore, un oggetto apparve a mezz’aria sopra le
teste della folla. Tutti gli occhi si puntarono istintivamente su di esso.
L’oggetto,
una sfera argentea scanalata, brillò e
si aprì. Contemporaneamente rilasciò, in una muta esplosione, un’onda bioelettrica
regolata su una specifica frequenza dell’attività neurale umana.
Gli
abitanti di Salem svennero en masse.
“Ammirevole,”
disse Chase. “Avrei dovuto assumerti come assistente, quando ho iniziato a
cacciare taglie: adesso sarei miliardario.”
Quinn
digitò qualche comando sul polso. “Adesso abbiamo circa sei ore prima di
doverci preoccupare di nuovo di questa gente. Speriamo che Miss Sterling avesse
ragione.”
“Credimi, ne ha: se a casa è rimasto qualche
uomo, è solo perché non può materialmente muoversi. Ora, cerchiamo questa
cospiratri*” non poté aggiungere altro: una specie di glifo luminoso apparve
sotto i piedi dell’intera squadra…poi, tutti loro caddero a terra, privi di sensi…
Quanto
tempo passò, da quel momento?
Chase
seppe solo che riaprire gli occhi gli costò una fatica tremenda. Si sentiva
tutti i muscoli, palpebre incluse, di piombo. Non aveva un briciolo di forza.
Il mondo era ridotto a un guazzabuglio di immagini nebulose…
Chase
si concentrò. Riuscì a riacquistare la consapevolezza del proprio corpo…
E
sì, come temeva, era prigioniero.
E
non era il solo, purtroppo.
“Bene
svegliato, uomo del domani,” disse una donna. Una donna che sembrava vecchia
come il tempo, dalla pelle nera incartapecorita, ma dagli occhietti accesi e
saturi di una luce sinistra, inumana. La sua figura era leggermente ingobbita,
ma i suoi movimenti erano ancora sciolti. Se Chase ricordava bene, quello che
lei indossava era l’abito dei servi domestici.
Chase
guardò il resto della squadra: come lui, erano tutti appesi per i polsi e le
caviglie a ceppi di energia, sospesi a mezz’aria. E ognuno di loro occupava il
vertice di un pentacolo scarlatto, tracciato a terra.
Chase
non ebbe bisogno di annusare l’aria e cogliere l’odore ramato, per sapere cosa fosse stato usato per tracciare
quel simbolo…
La
donna ridacchiò -un verso sgradevole, cattivo. Con un dito, era intenta a
rimestare un denso liquido scuro, di un colore indefinito, in una ciotola
metallica su un falò. “Sangue di innocenti corrotti e la vostra forza di
guerrieri. Il vostro arrivo è stato una vera benedizione. La strega pitta non
potrà fermare il Cavaliere Oscuro, una volta completato il rito.”
“E
cosa ti fa pensare che aspetterà che tu lo completi, mammifera?” sbottò
Miranda, tendendosi inutilmente per spezzare i ceppi eterei.
La
donna fissò lo sguardo su di lei, lo fissò fino a quando Miranda,
rabbrividendo, non dovette abbassare il proprio. “Oh, pensi che la vecchia Tituba sia una sciocca? Bella giovane, Tituba
sa che Lady Sterling deve proteggere il suo prezioso seme. Io lo so, e posso
finalmente accelerare i tempi di un piano ordito molti anni addietro.
“Puoi
chiamarmi ‘strega’, se preferisci, ma ci sono nomi più adatti per coloro che,
come me, praticano il potente voodoo. Purtroppo, devo ammettere di avere sottovalutato
un mio…particolare nemico. Un errore che mi è costato caro. Un errore a cui
intendo rimediare, richiamando il Cavaliere a nuova vita corporea.
“Fu
Cotton Mather il primo a cadere sotto il mio influsso. Attraverso di lui,
deviando l’attenzione sulle vittime innocenti e sui bambini che io stessa avevo
corrotto[iii], il
Cavaliere ha guadagnato abbastanza forza da sopravvivere alla sua morte fisica.
“Quando
sarà tornato, riavrò la mia giovinezza, e con essa la forza necessaria a
schiacciare il mio nemico una volta per tutte.” Sollevò il dito dal denso
sciroppo. Il liquido le restò appiccicato alla carne senza gocciolare, come uno
strato di vernice.
Tituba
si avvicinò al pentacolo. “Magia ibrida. Se bene usata può essere molto più
potente delle sue singole parti…” avvicinò il dito al ventre di Chase. Con
un’unghia come un artiglio, tracciò un simbolo sullo stomaco. Dalle sue labbra
uscì una sinistra melodia, dai toni cupi e ripetitivi, ipnotici ed intensi.
Il
cerimoniale si ripeté per ogni membro della SIS, coinvolgendo zone diverse, ma
sempre la pelle scoperta. A poco valsero i tentativi di resistere.
Quando
ebbe finito, Tituba tornò alla ciotola. Afferrò l’oggetto rovente -che avrebbe
potuto essere benissimo fredda, per quello che non fece alle mani.
La
donna si portò la ciotola alle labbra, e bevve.
Quando
ebbe finito, gettò la ciotola a terra. Recitò ancora una volta il suo canto
oscuro, mentre i suoi prigionieri osservavano in silenzio…
I
glifi brillarono! Si accesero di una luce tremolante, fredda come il vuoto
cosmico, ustionante nell’intensità del suo gelo. Chase e gli altri serrarono i
denti, ma non un gemito sfuggì dalle loro labbra.
Il
canto si fece più intenso, sempre più intenso, fino a raggiungere un’intensità
parossistica, come se gli stessi polmoni di Tituba volessero staccarsi dal suo
petto…
Finalmente,
la donna spalancò la bocca! La sua mascella si abbassò in modo innaturale, rivelando
un’apertura ribollente di un ectoplasma smeraldino. Tituba urlò!
E
vomitò quello che aveva bevuto, in un getto fiammeggiante.
I
glifi sui corpi dei prigionieri divennero ancora più luminosi. Il pentacolo
divenne nero come la notte…poi, sembrò liquefarsi.
I
cappi eterei si dissolsero, ma la libertà era ben magra consolazione, a questo
punto: Chase per primo si sentiva come un gattino neonato, senza forze; gli
sembrava che il cuore stesso avesse smesso di battere. E gli altri non
sembravano stare certo meglio…
Il
pentacolo si disfece definitivamente, mentre le fiamme eruttate dalla bocca di
Tituba si univano al sangue degli innocenti corrotti. Da quella comunione,
nacque un’informe bolla ectoplasmatica.
La
bolla tremò, mentre assumeva una forma più precisa, nera…antropoide…vestita di
un ampio mantello…dagli occhi gialli e malevoli…
“IL
CAVALIERE OSCURO È TORNATO, MORTALI!” gridò l’essere tenebroso al cielo
coperto di nuvole.
Dalla
fattoria, Joan Antoniette Sterling osservò le linee del Mana e del tempo impazzire
intorno al punto focale nella foresta.
Tituba
aveva visto giusto: la sua futura figlia doveva essere protetta ad ogni costo.
Pertanto,
era ora di coinvolgere un altro giocatore…