PROLOGO: Folta criniera leonina,
bionda, con un ciuffo castano-scuro. Un collare di pelliccia bianca non
dissimile da quello del famigerato mutante Sabretooth. Folta pelliccia
rossiccia. Un corpo che era un’esplosione di muscoli.
Si muoveva tra la neve, in quel
silenzio capace di trasformare i suoi passi altrimenti rumorosi in un felpato
movimento felino.
Il suo aspetto era bestiale,
anche più grottesco del solito, la sua massa si era accresciuta del doppio, le
sue fauci sporgevano dalla bocca come schegge di vetro, i suoi occhi erano
rossi, camminava ansimando. Era furioso, e proprio preda di quella furia si
stava muovendo.
Furioso per l'attacco delle
bestie dello Stige, furioso per la sparizione di Blaze, furioso per l'arrivo di
Steel Wind e Steel Vengeange, che aveva risvegliato i ricordi più dolorosi. E
più il suo animo era preda della rabbia, più il suo aspetto diventava mostruoso
e sentiva nel suo cuore crescere la voglia di sangue e distruzione...
L'aveva sempre saputo, fin da
quando era un bambino, che dentro di se covava un mostro e aveva sempre fatto
di tutto per cercare di tenerlo nascosto, ma così non aveva fatto altro che
accrescere la rabbia repressa rendendo più arrabbiato la bestia...E in quel
momento, si muoveva in preda alla furia cieca, deciso a massacrare qualsiasi
cosa fosse apparsa davanti ai suoi occhi...
Una voce giunse alle sue spalle,
"Sei tu Cody?"[i]
Si voltò, ringhiando.
I
FUOCHI DEL MALE (I Parte)
[un INFERNO2
tie-in]
Il ringhio si trasformò in un
uggiolio. La furia assassina non svanì, ma venne relegata in un angolino remoto
dei suoi pensieri.
Quello che vide gli sarebbe
sembrato impossibile, se non fosse stato che ogni altro suo acutissimo
senso ne confermava la veridicità.
Dal nulla, erano apparsi altri
quattro lupi mannari. Suoi simili!
Due maschi e due femmine. Uno dei
maschi, quello in testa, dalla pelliccia bianca, indossava una veste porpora e
rosa di foggia antica. Era un esemplare anziano, ma in qualche modo ciò
sembrava aumentare la solennità della sua presenza. L’altro maschio, vestito
degli stessi colori, ma con un berretto
sulla testa dalla pelliccia del color dell’acciaio, sembrava
l’incarnazione vivente della furia guerriera.
Una delle femmine era rossa come
il sangue, e la sua veste terminava in un ampio cappuccio. L’altra era nuda, e nera,
nera come la sua stessa ombra, come se non possedesse un corpo solido a parte
le tremende zanne bianchissime contro il nero.
Cody non li conosceva, ed allo stesso
tempo sapeva di trovarsi di fronte a quattro figure la cui autorità era
totale, indiscussa. Gli Alfa di tutti i lupi mannari. Non importa quante
domande avesse in mente di fare, non avrebbe mosso un muscolo senza il loro
permesso!
D’istinto, Cody si mise in
ginocchio, prostrandosi. Con un angolo dell’occhio, li vide annuire,
soddisfatti, prima che il maschio bianco si facesse avanti per primo. “Salute a
te, mezzosangue: noi siamo il Consiglio del Popolo.”
Cody sollevò la testa. La voce
del bianco era come un solido scoglio in mezzo al mare in tempesta, un punto
fermo, ed ascoltandola, fu riempito da una rara felicità...
“Sappi che il Popolo ha seguito
le vicende della tua esistenza fin dal giorno del tuo concepimento,” proseguì
il bianco, “figlio di Kara e di Radius.”
Cody non credette alle sue
orecchie. Si trattenne a stento dal saltare addosso all’Anziano. “Conoscete
i miei genitori?”
“Li conosciamo,” disse la femmina
cremisi. “Fui io stessa a convincere i miei fratelli ad esiliare Radius, per
avere mescolato il suo seme a quello di un’umana straniera agli affari del
Popolo.”
Rispetto istintivo o no, Cody
sentì la furia tornare a dominare i suoi pensieri. Il ringhio che gli scappò fu
qualcosa da fare tremare la neve sugli alberi. “Tu...”
“Esiliare, non uccidere,”
intervenne il maschio grigio. “Ad uccidere tuo padre sono stati dei bracconieri.
Ad uccidere tua madre, le sue stesse ‘sorelle’ streghe.”
“Sei sempre stato un cucciolo interessante, Cody,” disse la femmina nera,
con una voce simile al sussurrare di uno spirito. “Non lo hai mai saputo, ma il
Popolo ti ha protetto in molte fasi della tua crescita, in modo che tu potessi
essere libero di esercitare il tuo arbitrio.”
Cody si passò la lingua fra le
zanne, in segno di sfida. “Bella ‘protezione’! Molti miei amici del Circo
Quentin sono morti sotto le orde di Centurios. E...il
mio...patrigno...”
“Sappiamo tutto,” disse il bianco
anziano. “Tuttavia, quegli eventi sono stati a loro modo necessari,
nella storia della tua formazione. Non puoi saperlo, ma i traumi della tua
esistenza ti hanno protetto.”
“...”
“Una parte di te lo sa, Cody. Un
grande potenziale mistico scorre in te. Potenziale rimasto tale a causa
della tua ignoranza nelle arti arcane.
“E’ nostra intenzione aiutarti a
raggiungere quel potenziale, ad affrontare i tuoi traumi. Intendiamo darti la
vita che ti è finora stata negata, Cody.”
Se fosse stato umano, il giovane
licantropo avrebbe sputato per terra. “Naturalmente non si tratta di un’offerta
disinteressata, vero? Cosa volete, in cambio? Guardate che il Medaglione del
Potere non lo porto io.”
“A parte il fatto che non hai
bisogno di alcun medaglione,” disse la lupa rossa, lasciando che fosse
il bianco a continuare il
discorso, “in un certo senso, è in gioco la tua stessa sopravvivenza.” Uno dei
suoi occhi brillò di energia.
Improvvisamente, fra Cody ed il
Consiglio, apparve una figura: una figura umana, vestita di un abito blu e oro,
con simboli arcani dorati dipinti dal petto alla cintura. Coronava l’abito un
mantello scarlatto ed orli di pelliccia bianca –ma poteva essere nudo, per
quello che riguardava Cody, morbosamente affascinato dalla vista del nudo
teschio dalle orbite infuocate. Un teschio la cui espressione era di
un’ostilità tale da fare rabbrividire il giovane mannaro...
“Si chiama Thulsa Doom,” disse la lupa nera. “Un negromante, un
sacerdote del dio-Serpente Set. Un nemico giurato del Popolo, votato
alla sua distruzione. È morto una volta, ma la sua furia arde ancora con forza
ineguagliata. Persino il potente Dormammu avrebbe difficoltà a
combatterlo.”
Il bianco avanzò verso Cody,
senza nemmeno un frusciare della neve. “La scelta è semplice, Cody: combattere
come membro di un branco di guerrieri, difendere la tua gente, che a sua volta
difenderà te, o perire sotto il tallone di Thulsa Doom. Il sacerdote oscuro è
stato troppo occupato per badare a te...finora. Ma non durerà.
“Sarà una vita dura, non lo
neghiamo, ma avrai nel frattempo modo di costruire qualcosa per te, di ottenere
un po’ della felicità che hai vanamente perseguito. Questo, ti possiamo
offrire, fino a quando Set non sarà annientato dall’esistenza.”
E cosa poteva rispondere, lui,
che fino a pochi istanti prima era convinto di essere destinato alla solitudine
ed al tormento, vagabondo della propria vita? “Io...Cody esalò un lungo
sospiro, non osando guardare il Consiglio. “Io non posso decidere subito, su
due piedi. Ho delle...questioni irrisolte, devo ancora...”
“Sappiamo quali sono i tuoi
fantasmi personali, Cody figlio di Kara e di Radius,” disse il lupo grigio.
“Siamo disposti a concederti il tempo di esorcizzarli. In fondo, sarà come un test:
riesci, e sarai un degno membro dei protettori del Popolo. Fallisci, ed almeno
Thulsa Doom non potrà averti.”
Spirali di fumo di giada giunsero
dal nulla, avvolgendo in turbini le quattro figure ammantate...
E quando il fumo si diradò, Cody
era di nuovo solo. Solo con la proiezione di Thulsa Doom, che scomparve
lentamente, come a volere ricordare a Cody la realtà di quello strano incontro...
Perché
non un’orma sulla neve, non una particella di odore nell’aria, erano rimasti a
testimonianza della presenza del Consiglio...
“Accetterà,” disse Slajshe, il
maschio grigio, mentre il Consiglio riappariva nel mezzo di un salone
interamente costruito in pietra, dalle arcate gotiche perse in un soffitto
altissimo. Figure di lupi mannari facevano da cariatidi, con fuochi ardenti a
bruciare fra le fauci aperte. L’aria era fredda, ma fresca, non stantia. “E’
confuso, ma motivato. L’istinto lo spinge verso i suoi simili, deve solo
imparare ad avvicinarsi al lupo che ha in sé.”
“Avremmo dovuto rimuovere
quell’inutile blocco mentale imposto dalla madre,” ringhiò Ku’rrja, la
femmina sanguigna. “Se anche accettasse, dobbiamo assicurarci di disporre del
suo pieno potere. Nelle sue condizioni attuali, è come uno storpio per
quanto concerne combattere il negromante.”
“Sarà pronto...se supererà la
prova che ha davanti adesso,” ribadì il bianco, con tono conclusivo. Ancora una
volta, fece brillare l’occhio destro.
Cinque immagini a grandezza
naturale apparvero nel mezzo della stanza. Cinque lupi mannari, ognuno diverso
dall’altro.
Cody era il primo. Accanto a lui
stava una femmina, il pelo grigio-rosso, digitigrada, la testa e la mascella
contornata da ciuffi di pelo grigio-scuro, gli stessi ciuffi presenti sulle
spalle come intorno ai polsi ed alle caviglie.
“Anche costei ha un grande
potenziale inespresso,” disse il bianco, l’unico dei Consiglieri a non usare un
nome proprio. “Una dolce ironia, che proprio un essere umano abbia deciso di
trasformarla da Naturale a Guerriera.”
“Un’amara ironia, che Ferocia
si sia lasciata sedurre dalle folli promesse di Superia,[ii]”
disse Ku’rrja. “E’ forte nel corpo, ma debole nello spirito.”
“Una condizione correggibile, sorella, non appena avremo ottenuto
l’armonia dell’umana e della lupa,” disse la nera Darika. “Come Cody, questa
guerriera deve ancora trovare la sua identità.”
“Il nostro Power Pack sarà uno
stimolo sufficiente,” disse il bianco, passando al terzo mannaro. Questi aveva
una pelliccia azzurrina, con un ciuffo dello stesso colore sulla testa ed occhi
rossi. A torso nudo, indossava calzoni di cuoio bruno e una mantella di un
azzurro più scuro. Al collo portava un sottile collare metallico, identico ai
bracciali. “Volk accetterà volentieri la protezione del branco, pur
essendo un umano modificato geneticamente[iii].
Ha abbracciato il Lupo con una prontezza ed una spontaneità decisamente rara
nell’Uomo moderno. Sarà un guerriero formidabile.”
Il quarto mannaro sembrava
tutt’altro che indifeso. Era un esemplare grande quanto lo stesso Predatore
nel Buio. Ma al contrario dell’alieno semicieco, l’immagine mostrava una
pelliccia nero/bluastra, con malevoli occhi verdi. Indossava solo delle fasce
sulle braccia, cosce e petto, fasce di pelle nera piene di tasche.
“Questo è un raro caso in cui la
morte si sia dimostrata davvero utile,” disse Slajshe. “Il suo indomito
spirito è pronto a tornare ad un corpo vivo. Si tratta solo di terminare gli
ultimi canti di rinascita.”
“Una mera questione di tempo,”
disse il bianco, tristemente –per quanto fosse difficile immaginare tristezza
associata ad un muso di simili zanne. “Ed il tempo, proprio adesso, è quello
che ci manca. Anche Starwolf,” aggiunse, indicando la quinta figura, un
licantropo il cui corpo sembrava essere stato ritagliato da un frammento del
firmamento, “dovrà attendere il suo momento, alla fine dell’imminente crisi.”
Come se quelle parole fossero
state un segnale, l’etere fu scosso! All’occhio nudo, inesperto, non era
successo proprio nulla. Al massimo, una persona più ‘sensibile’ avrebbe
avvertito come un senso di forte disagio.
Ma i Consiglieri erano gli ultimi
rappresentanti viventi dei primi a fregiarsi del titolo di Figli degli Dei.
La loro sensitività raggiungeva sfere, che anche un mannaro moderno versato
nelle arti arcane avrebbe stentato a raggiungere. Per i Consiglieri, fu come
avvertire un’improvvisa scossa del più violento terremoto! I quattro mannari
ringhiarono all’unisono.
A un loro comando, le sagome dei
candidati al Pack scomparvero. Al loro posto, apparve una scena allucinante
persino per questi lupi, che avevano visto i mostri percorrere la Terra oltre
centomila anni prima.
La scena mostrava tre figure in
cima ad un edificio di New York City, sotto un cielo che si stava riempiendo di
orde di demoni. Una, una donna interamente vestita di nero, il cui volto
incappucciato era una maschera pure nera: Darklady. La seconda, un’altra
donna, con indosso un costume più succinto ed i capelli corti, a spazzola, la
cui sorridente espressione, e lo sguardo freddo, calcolatore ed allo stesso
tempo acceso di oscura passione, era inconfondibilmente legata al male. La
terza, un demone alato dal muso prolungato, quasi una parodia di quello equino.
Un demone che, per quanto sembrasse fatto di metallo, era inconfondibile.
“Così,” disse Darika, con la
calma di chi stesse enunciando le previsioni del tempo, “Anche N’Astirh
è tornato a nuova vita...E la sua esperienza potrà solo giovare ai suoi
alleati, purtroppo.”
“Un fattore irrilevante, al
momento,” disse il bianco, cambiando l’immagine, passando ad una panoramica
della strada. Con orrenda chiarezza, il caos fu pienamente visibile: le strade
erano diventate un campo di battaglia! In mezzo ad un delirio di oggetti
improvvisamente animatisi di vita diabolica, fra automobili rovesciate o
aggrovigliate fra loro, uomini e donne erano impegnati in feroci corpo-a-corpo,
in scontri armati, o più semplicemente stavano prostrati in ginocchio, chi a
ridere maniacalmente, chi a piangere senza freni...
E in mezzo a quella follia,
intenti a lacerare e mordere senza più alcun freno inibitorio, c’erano dei lupi
mannari!
“Questo nuovo Inferno sta
corrompendo le menti umane,” disse il bianco. “I mannari coinvolti sono i discendenti
di coloro che vennero creati dai Custodi facendo ricorso al Darkhold.
L’uomo dentro di loro è sensibile al richiamo dell’oscurità.
“Tuttavia, questa follia ci è di
aiuto, perché nessuno penserà al Popolo, bensì a degli altri demoni. È tempo
prezioso, che dobbiamo sapere sfruttare al meglio.” Altro gesto. L’immagine
svanì. “Se Darklady e la sconosciuta hanno fatto ricorso ad un demone del limbo
quale N’Astirh, dobbiamo presumere che S’ym
non sia lontano.”
“Una sorta di piano di emergenza,” disse Darika, fliccando le orecchie in
assenso. “Possibile. Nel qual caso...”
“Nel qual caso è indispensabile
trovare S’ym,” continuò Ku’rrja, “per assicurarsi che gli eroi si liberino il
più facilmente possibile dei cospiratori su questo piano.”
“E per
farlo,” riprese il bianco, “non possiamo che rivolgerci all’unica entità dotata
del potere e dell’esperienza necessari. È un rischio per la nostra segretezza,
ma è inevitabile. Intanto, raduniamo il Pack.”
Muir Island, Scozia. Ore 17:50
[iv]
In quella stagione, la vita
diventava molto difficile, per i pescatori. Prima ancora della sera, sull’isola
calava un gelido vento, un vento forte, capace in un solo momento di ridurre
una felice famiglia ad una vedova ed un bambino piangenti. In quella stagione,
erano davvero pochi, i rudi uomini di mare costretti a pescare nelle condizioni
più difficili. I più avveduti, o i più fortunati, avevano messo da parte a
sufficienza per trascorrere l’inverno in condizioni dignitose.
Presto, avrebbero avuto ben altro
di cui preoccuparsi!
La ragazza sedeva sul ciglio di
una scogliera.. Indossava una felpa generosa e, in un curioso contrasto, un
paio di bianchi shorts. Il vento scompigliava i suoi lunghi capelli biondi, ma
i suoi effetti finivano lì.
La ragazza contemplava l’oceano,
verso Ovest, con uno sguardo penetrante, attento, come fosse una sentinella in
attesa.
In attesa di cosa? Una
vita trascorsa in situazioni ed ambienti che avrebbero fatto vacillare molti
altri l’aveva resa alquanto...sensibile. L’etere era calmo, ma era la quiete
prima della tempesta. Già, ai suoi occhi capaci di scandagliare i piani più reconditi,
il mana, lo spirito del mondo, era percorso da ondate di colori malati,
alieni.
Colori familiari. Purtroppo.
Era successo una volta, ed allora
dovette ‘sacrificarsi’ per il bene del mondo; le sembrava solo ironico, che
dovesse succedere proprio ora che era rinata.
Era destino: la felicità, per
lei, non era un’opzione...
Ma ciò che la faceva arrabbiare
di più era che non sapeva come stesse per succedere. Sì, le barriere fra
questo piano ed il Limbo si erano progressivamente indebolite, ma...
No, inutile pensarci, adesso. Non
poteva impedirlo, lo sapeva.
La ragazza si voltò a guardare
verso l’edificio del Centro di Ricerche della Dott.ssa McTaggart.
Povera donna, non aveva certo avuto un esempio di vita facile, ed ora questo...
Ore 18:00
Scomparvero i suoi abiti, per
essere sostituiti da un’ampia veste semitrasparente. Il braccio destro venne
coperto da un’armatura d’argento. Nella mano, le apparve una spada dalla lama
fiammeggiante.
La ragazza si alzò in piedi. Allo
stesso tempo, il vento cominciò a girare in ogni possibile direzione. Nuvole
iniziarono ad apparire dal nulla...
<Mancano pochi istanti, e lo
sappiamo entrambi, Illyana Rasputin. Poi, le orde saranno anche qui,
come nel resto del globo.>
Lei voltò la testa,
istintivamente. Una voce mentale! Appartenente ad un essere antico, saggio...Ma
chi..? <Identificati, amico o nemico che tu sia!>
<Sono un membro del Consiglio
del Popolo. Dovresti sapere chi siamo, discepola di Ororo e di Belasco.>
<I lupi mannari? Cosa volete
da me?> Intanto, il gelo si faceva più intenso, il vento una corrente
sferzante.
<Non sei nelle condizioni di
affrontare da sola questo nuovo Inferno. Non sai neanche da che parte
cominciare. Ti proponiamo una strategia che riteniamo efficace...se accetterai
un nostro aiuto a tua volta.>
<Un aiuto? Di che tipo? Cosa
intendete guadagnarci?>
<La sopravvivenza. I demoni
non faranno distinzioni fra umani ed il Popolo, e non guadagneremmo nulla,
nascondendoci in un momento in cui occorre combattere. Nella tua precedente
vita, sei cresciuta nel Limbo, lo conosci abbastanza da supplire alla nostra
ignoranza. La cooperazione è una via obbligata.> E le spiegò i sospetti del
Consiglio riguardo S’ym.
S’ym. Ex-servitore di Belasco.
Assassino degli X-Men nel Limbo. Ex-servitore di Illyana. Cospiratore al fianco
di Madelyne Prior contro gli X-men durante Inferno.
Yllyana
lo metteva al secondo posto nella propria lista nera, dopo Belasco. E non a
torto: il bruto aveva imparato ad essere pericoloso come i suoi padroni!
<Ditemi dove siete.>
E
scomparve in una spirale di nebbia verde, mentre il cielo iniziava a riempirsi
di orde demoniache.
Riapparve nella stanza in pietra
del Consiglio. Nel vederli per la prima volta, come Cody Illyana avvertì forte
l’impulso di rendere loro omaggio -questi esseri erano, in fondo, ben più
antichi di Belasco e persino di diversi Dei...
Ma la situazione era critica, e
fra le priorità della ragazza c’era ben altro, anche se comunque fece svanire
la spada. “Dunque?”
Il bianco espose la situazione,
partendo da Darklady ed i suoi alleati, ponendo l’accento sulla corruzione
delle menti, mostrando immagini di caos e distruzione che si allargava nel
mondo come una tempesta di fuoco in un campo di sterpaglie secche. “Purtroppo,
già una volta cedesti al fascino del male, e ti occorse uno sforzo eccezionale
per vincere il tuo lato oscuro. E in quell’occasione, le forze del Limbo non
erano concentrate contro i tuoi stessi pensieri.
“Nonostante tu sia ora qualcosa
di più di un essere umano, la scelta della tua forma tradisce la tua debolezza.
Con l’aiuto di un lupo, saprai mantenere l’equilibrio nella lotta che ti
aspetta.”
Illyana non disse nulla, mentre
un suono di artigli sulla pietra annunciava l’arrivo dell’’animale’ in
questione.
Il nuovo arrivato era un maschio
grigio e bianco, che indossava le parti minime di un’armatura blu e rossa –i
bracciali, i gambali, il torso e le spalle, e una cintura. Un mantello purpureo
scuro con un ampio spacco, e un frontale dorato che andava dalla base delle
orecchie alle sopracciglia completava l’abbigliamento. Di fatto, quel
rivestimento era insieme protezione e perfetto accomodamento anatomico.
“Ti presentiamo Sir Lupus,
alfa del nostro Power Pack. Nonostante il suo aspetto, si tratta di un lupo
vero e proprio, e quindi assolutamente incorruttibile. Nessun demone o forza
oscura potrà trovare accesso nel suo cuore come nel suo spirito. Sarà la tua
salvezza, se dovessi cedere alle tentazioni oscure.”
Prima che Illyana potesse dire o
far qualcosa, un cenno del maschio bianco fece apparire un medaglione.
L’oggetto era d’oro puro, venato di argento e... “Legno?” Illyana toccò le
delicate rune in rilievo, indubbiamente fatte con quel materiale, che alla sua
pelle trasmetteva un piacevole senso di tepore. Poi, vide che lo stesso,
identico medaglione era apposto al petto di Sir Lupus.
“Sir Lupus non ha poteri propri,”
spiego Slajshe. “L’amuleto sarà il tramite del vostro legame. Da questo
momento, la sua purezza è parte di te. Allo stesso modo, se fossi fisicamente
incapacitata ad effettuare magie, Sir Lupus potrà fungere da ricettacolo alla
tua volontà. Per ora, di più non possiamo fare.”
Illyana annuì. “E se non
trovassimo S’ym? Se lui non c’entrasse per niente? Se stessimo perdendo tempo,
mentre i leader del mondo, impazziti, fanno saltare tutto? Non sarei più utile
esorcizzando loro, che...”
“Ci rimettiamo alla tua volontà e
buona fede, Illyana Rasputin,” disse Darika. “Il primo attacco portato da
N’Astirh non era lontanamente paragonabile a questo, per portata ed effetti. Se
le ragioni per ciò fossero a tuttora nel Limbo, devi trovarle, S’ym o no. Se ci
sbagliassimo, ne saremmo lieti, perché la crisi sarà allora risolvibile dalle
forze di questo mondo.”
“Quanto ai ‘leader’,” disse
Ku’rrja, con disprezzo, “loro sono più al sicuro dei loro simili. I nostri
fratelli infiltrati hanno apposto dei sigilli nei maggiori centri di
potere militare e politico, proprio per una simile eventualità. I sigilli, come
il medaglione, proteggono dall’influenza delle forze oscure...O credi che
troveremmo godimento abitare in un mondo contaminato dalle radiazioni?”
Illyana non commentò –era
ammirata da questa capillarità di una specie che credeva ancora composta di
assassini sanguinari con poco cervello...Lo stesso Consiglio era lontano anni
luce da quello che aveva imparato dai tomi di Belasco...
Senza perdere altro tempo,
Illyana evocò un disco luminescente, che apparve ai piedi suoi e di
Lupus. In pochi istanti, il disco si sollevò,
inglobando gradatamente i due
eroi,
fino a
che essi non furono del tutto scomparsi.
Allo stesso, nella stessa
identica sequenza, essi erano apparsi all’interno del più grande crocevia
dimensionale. Il non-luogo per eccellenza, inferno, purgatorio e paradiso uniti
in una sola cosa.
Anche se, di Paradiso, nel punto
in cui erano finiti, c’era ben poco.
Magik e Sir Lupus si trovavano
all’imboccatura di una grotta. E fuori da quella grotta, lo spettacolo era a
dir poco fantastico, a suo modo.
Il ‘cielo’ era fatto di sfumature
sanguigne, dominato da un immenso vortice che terminava in un buco nero, un
vortice così grande che lo si vedeva ovunque venisse voltato lo sguardo. E in
quel cielo che era anche un infinito abisso, stavano montagne volanti, connesse
ad altre montagne da sottili lingue di roccia frastagliata; alcune delle
montagne avevano come cima coni vulcanici spillanti lava abbagliante come il
fuoco solare stesso, lava i cui rivoli si perdevano nell’abisso.
“C’è qualcosa che non va,” disse
finalmente Illyana, gli occhi ancora rapiti da quell’infernale bellezza
–l’anziano bianco aveva avuto ragione: una parte di lei chiamava ancora questo
posto ‘casa’... “Non percepisco il dolore. E questo posto dovrebbe esserne pieno.
Dove sono le anime agonizzanti le cui grida eterne mi hanno quasi portato alla
pazzia?”
Lupus non poté che essere
d’accordo. Il silenzio era pressoché totale, un’assenza di rumori da
fare male alle orecchie. Lo zolfo era una puzza onnipresente, ma istintivamente
si era aspettato il sangue, l’odore delle carni arrostite...
“Questo posto è vuoto,”
disse il leader del Pack. Non importava quanto ne sapesse o no del Limbo, i
suoi sensi non si sbagliavano, e la sua conclusione un dato di fatto. “Non c’è
nessuno.”
“E’...impossibile...” Ma lei
stessa non poteva che, un po’ alla volta, giungere alla stessa conclusione. E
ne fu spaventata oltre la sua stessa immaginazione.
Questa volta, i demoni avevano
avuto successo. In un certo senso.
Non il Limbo, era stato portato
sulla Terra, come la prima volta N’Astirh e S’ym si proponevano di fare, ma
ogni possibile, singolo abitante dei suoi recessi infernali!
Il Consiglio aveva detto che
Darklady aveva usato la Cappa delle Ombre e il Cerchio dei Cinque come
una chiave per aprire la porta...E quell’onnipresente vortice dal cuore nero
doveva essere la ‘porta’...
E quali speranze avevano gli eroi,
di fronte ad un simile, brutale numero di forze a loro ostili?
“Andiamo,” disse lei, ricomponendosi, mentre
evocava un altro disco.
Riapparvero, questa volta, in un vasto salone. I pavimenti e le pareti
erano costellate da ossa fuse nella pietra, e rivoli di vecchio
sangue rappreso facevano mostra di sé come tentacoli di muffa.
La sola, pallida luce, veniva da una sorta di colonna di quarzi,
frastagliata, posta accanto a un trono vuoto e coperto di polvere e ragnatele.
“La sala del trono di Belasco,” disse. “Dove la mia innocenza di
bambina finì per sempre, dove vidi i miei cari morire...Vedi quella tibia fusa
nel pavimento? Il piede di Nightcrawler. Uno solo dei tanti che...” scosse la
testa. Improvvisamente, quei ricordi non facevano male, non quanto aveva
temuto. Influenza del lupo, o una ritrovata maturità? “Speriamo di trovare delle
risposte in questo palazzo. Come potrai immaginare, il Limbo non è un posto
dove trovare delle biblioteche...”
A sorpresa, lui le mise una mano sulla spalla...e strofinò il muso
contro la guancia di lei! “Non avere timore,” disse, allo sguardo stupito di
lei. “Volevo solo tirarti su. Sembri averne bisogno...La tua amica Rahne mi ha
detto di quanto...” questa volta fu lui a fare 2 occhi come piattini, quando
lei gli si mise naso-a-tartufo. “Conosci Rahne? Come...”
“E’ un membro del Pack. Se lo vorrai, alla fine di questa storia, credo
proprio che il Consiglio non obietterà a farvi incontrare. Potrai farle tutte
le domande che vuoi.”
Rahne...Rahne con un branco di suoi simili. Al solo nome, Illyana si
sentì travolta dalla nostalgia. Roberto, Sam, Warlock, Amara, Dani, Shan...I Nuovi Mutanti.
Per la prima volta in molto tempo, Illyana sorrise. Era sopravvissuta a
prove terribili, aveva condotto una vita da guerriera, dentro e fuori dal Limbo,
ma aveva anche avuto una vita con degli amici meravigliosi. Una vita che
rivoleva indietro! Col cavolo, che avrebbe ceduto alla disperazione
proprio ora... “Lupus?”
Il lupo aveva quasi smesso di respirare. Era immobile, le orecchie
fliccanti e le narici spalancate. Una porzione della sua criniera si era
drizzata, la folta coda semiabbassata. La ragazza non ebbe bisogno
dell’alfabeto lupino per sapere che lui percepiva qualcuno! E il suo sguardo
andava alla porta.
Magik fece riapparire la spada. Lupus estrasse una sorta di scettro
dalla cintura. Un tocco di pulsante, e da quella che era un’elsa spuntò una
lama di luce nera. O, meglio, di Forza Oscura. Invisibile a
distanza. Efficace.
Lupus le fece un cenno di attendere. Era un capobranco, ed avrebbe rischiato
per primo senza esitare...Senza contare che, comunque, i suoi sensi gli stavano
dando una posizione più precisa degli intrusi...
Illyana lo vide scattare talmente in fretta che sembrò teleportarsi
fino alla porta. La colpì con la spalla corazzata, e la buttò giù come fosse
stata di cartone! Allo stesso tempo, si udirono un paio di esclamazioni
femminili strozzate, e una voce maschile che disse, “Ach du lieber Gott! Ein
Werwolf!”
Illyana riconobbe tanto quella voce in tedesco che almeno una di quelle
femminili. “Lupus! Aspetta! Non sono nemici, sono..!” ma quasi
non osava pronunciare i nomi, mentre si precipitava alla porta...
E quando ebbe oltrepassato la
soglia, ebbe voglia di piangere dalla gioia, alla vista di Katherine ‘Kitty’
Pride, Nightcrawler, e... “E tu chi sei, strega?” fece, a spada
tratta, perché la giovane donna era una perfetta sconosciuta. E in quelle
circostanze, in quel posto, uno sconosciuto poteva essere tanto amico quanto
nemico mortale!
Senza contare che i suoi amici,
tenuti a distanza da un ringhiante Sir Lupus, erano, ai suoi sensi, contaminati
spiritualmente! E poteva benissimo essere opera di quella donna!