Nota: questa storia avviene prima di Inferno2.
Se volete saperne di più sul protagonista (ma non è obbligatorio) leggete
Roma: Chiesa di Santa Maria Ausiliatrice.
E' in corso la messa domenicale.
L'odore d'incenso si spande dall'altare per tutto l'edificio.
I fedeli ascoltano in raccolto silenzio le parole del prete.
Giunge il momento della comunione.
Nella lunga fila per ricevere l'ostia, c'è anche la piccola Lucia Renzotti, una bambina di sei anni, portatrice della sindrome di Down.
Ha difficoltà a camminare e per questo viene sostenuta dalla zia.
Un uomo di mezza età apre la bocca, lascia che il prete poggia l'ostia sulla lingua e poi la spinge contro il palato; fa il segno della croce e lascia il posto a Lucia.
La bambina apre la bocca.
Il prete allunga le dita che stringono l'ostia.
Lucia serra d'improvviso i denti.
Il prete ritira subito la mano mentre uno schizzo di sangue gli macchia la tonaca.
Il primo pensiero dei presenti è che la bambina abbia ferito il prete.
Ma, mentre si riunisce attorno all'altare, la sconcertante evidenza dei fatti la fa rabbrividire.
Lucia rimane in piede con un sorriso sul volto, tra i denti stretta metà dell'ostia, l'altra metà a terra, dal punto in cui è stata tagliata sgorga incessante il flusso di sangue.
presenta
Un appartamento in un'antica palazzina dell'East End newyorkese.
Gabriel Rosetti è stravaccato su una poltrona lercia e sporca, con gli occhi fissi su una tv spenta (non potrebbe essere che tale visto che due giorni fa gli hanno tagliato la corrente elettrica).
Ha una mano poggiata sul grembo, che stringe il calcio di una pistola, mentre l'altra ricade sul fianco, tra le dita ha il collo di una bottiglia semi vuota.
La stanza è ricolma di un forte tanfo di chiuso, ci sarebbe bisogno di aprire le finestra, dare una lavata a tende e lenzuola, buttare la spazzatura, ma Gabriel non sembra molto propenso a tali azioni.
Si alza lentamente e, schivando i cartoni di pizza e le buste dei fast food sparsi per terra, raggiunge il bagno.
Fa solo qualche passo nella stanza e poi si china ficcando la testa nel water, vomitando violentemente.
Quando rialza la testa da un'occhiata fugace ai resti di salame che galleggiano tra il whisky e i fluidi gastrici, e poi tira lo sciacquone.
Di nuovo in piedi, Gabriel fissa per qualche momento il proprio riflesso nello specchio.
Quand'è che è diventato così vecchio? Non ricordava tutte quelle rughe sulla fronte, né tantomeno attorno agli occhi (o è più coretto dire attorno all'occhio, visto che quello destro è ormai da tempo coperto da un benda nera)?. E tutti quei capelli bianchi? Da dove spuntano? Si allarga la camicia con un gesto della mano, osserva i pettorali che hanno perso di tonicità, i peli che cominciano a ingrigire.
E soprattutto osserva quella sagoma vaga di una croce al centro del petto.
Pensa al tempo in cui quella croce era una vivida cicatrice di una ferita che si era inferto da solo, ma non era un semplice solco sulla carne.
No.
Aveva un preciso significato.
Ma adesso, giorno dopo giorno, la cicatrice diventa sempre più sfumata...
Città del Vaticano.
In una stanza sotterranea, un gruppo di uomini è riuniti in consiglio, si tratta di alcune delle personalità più importanti del clero.
Stanno discutendo degli eventi delle ultime ventiquattro ore.
La riunione è presieduta da padre Vittorio Montesi.
"Siamo riusciti a insabbiare gli eventi." La prima voce che si alza, maschile, ha un accento inglese.
"Non è stato facile, ma media sono stati tenuti all'oscuro della vicenda." Stavolta è una donna a parlare, la sua voce tradisce un'origine francese.
"Quanti sono in totale i casi accertati?" chiede Vittorio.
"Sette." La voce che gli risponde è di un uomo russo "Ma miss Carter ha con se tutta la documentazione."
"La ragazza è in ritardo." Nota Vittorio Montesi.
"Sa come sono gli americani, probabilmente non è ancora abituata al fuso..."
Londra, sette ore dopo.
In un pub dalle parte di Picadilly Circus, Sarah Angelmore sta parlando con uomo che l'ha avvicinata quella mattina, dicendogli di venire dalla Città del Vaticano e di aver qualcosa di importante da dirgli.
Sono presi in una fitta discussione, ma non sanno che non la porteranno a termine, perché da lì a dieci minuti il veleno nel loro caffè farà effetto e moriranno in preda a lancinanti dolori.
Angelica Angelmore defungerà poco dopo, quando una mano spingerà un cuscino sulla sua faccia fino a lasciarla senza fiato.
Qualche ora dopo, in un motel fuori città, Hellen dorme abbracciata a Mr Leone al centro di un letto matrimoniale.
"Spiegami se ho capito bene..." Gabriel si versa in un bicchiere il Whisky trovato nel frigo bar "Ti manda il Vaticano giusto? Giulia, giusto?"
"Si.. dovevo incontrare l'altro incaricato alla sorveglianza della bambina, ma l'ho trovato morto nella sua macchina.."
"E voi stareste sorvegliando questa bambina perché..."
"Sono avvenuti dei fenomeni paranormali inspiegabili. Che non riguardano solo lei, ma anche altri bambini in tutto il mondo..."
"Possessione demoniaca?"
"Era quello che pensavamo... però suppongo che lei sappia come preferisca agire il Vaticano in questi casi..."
"Insabbiando tutto?"
"Intendo facendo delle ricerche. Abbiamo preferito evitare che le notizie giungessero alla stampa prima di aver verificato come stessero realmente le cose."
"E questa Nuova Luce?"
"Sono una setta... E' stata fondata qualche anno fa da un prete scomunicato, e, a poco a poco, ha raccolto adepti in tutto il mondo. Sono dei fanatici, accecati da una fede insensata che li porta a considerare la loro religione l'unica valida e qualunque dottrina diversa come legata al diavolo."
"E quindi hanno ritenuto una soluzione rapida e indolore al problema: eliminare fisicamente i bambini?"
"In un certo senso si."
"Bene. La piccola è salva." Poggia il bicchiere vuoto e recupera la sua giacca poggiata su una sedia "La lascio a te. Ora vado a cercarmi un posto dove stare nei prossimi giorni..."
"Veramente..." Giulia afferra Gabriel per il polso "Speravo potesse aiutarci..."
Gabriel scrolla il braccio e si libera della stretta "Aiutarvi? Perché?"
"Sapevamo fin dall'inizio che lei abitava nel palazzo di Hellen. Sa, abbiamo sempre tenuto d'occhio i suoi spostamenti. Il Vaticano non può perdere di vista un esorcista talmente capace da avere meritato il soprannome di Cacciatore di Demoni...
"Quello è il passato, ragazza. Ho smesso di fare l'esorcista... non sono neanche più un prete, non te l'hanno detto i tuoi capi in Italia? Ho sciolto i voti..."
Rimangono per qualche minuto a fissarsi, immersi in un silenzio spezzato solo dal respiro di Hellen.
"So della sua scelta... Ma quello che noi tutti ignoriamo, sono le motivazioni."
"Perché ho perso la fede." Si apre la camicia e le mostra il petto "Cosa vedi, sorella? Cosa c'è sul mio petto? Te lo dico io: niente, se non la pallida ombra di una cicatrice a forma di croce. Una cicatrice che è rimasta dopo che io, con le mie mani, ho ferito il mio petto in un gesto di fede. E la croce rappresentava proprio questo" si batte la mano sul petto "La mia fede! Che è svanita come è svanita la croce! Io non credo più, per questo non sono più un esorcista, perché non c'è più un Dio a cui possa fare appello!"
"Perché ha perso la fede?"
Gabriel si siede sul letto "Guardi il mondo. Guardi la guerra, la morte, guardi i delitti, guardi le ineguaglianze, guardi i soprusi e le violenze... Io le ho sempre guardate, sicuro che una giustizia divina avrebbe dato conforto alle anime in pena. Ma poi.. io l'ho visto." I suoi occhi divennero spiritati, le pupille si dilatarono "Ho visto il diavolo, quello vero, una visione che mi ha fatto perdere il senno. Perché mi sono reso conto di quanto fosse perverso... ma anche di quanto fosse potente. Ecco, non sarebbe esatto dire che io non credo in Dio. Ci credo, eccome... semplicemente non ho più fiducia in lui e nella sua forza..."
Giulia stringe il crocifisso che portava al collo "La forza di nostro signore è la forza dell'amore. Non vi è forza più grande dell'amore a questo mondo.
Gabriel sorride malinconicamente "Sei così idealista.. mi ricordi me, da giovane..."
"Resta il fatto che fede o non fede, è in gioco la vita di una bambina.." Giulia indica Hellen "La prego di aiutarmi a salvarla.. tra sette ore la porterò su un aereo che la condurrà direttamente a Roma... solo sette ore del suo tempo..."
Gabriel guarda la bambina, sembra un angelo che dorme "D'accordo... sette ore, non un minuto di più..."
"Bene." Giulia si alza sorridendo "Vado a prendere qualcosa da mangiare nel distributore che c'è di sotto..." si dirige verso la porta "Torno subito.."
Gabriel rimane solo nella stanza per alcuni minuti, che gli sembrano lunghi come un'eternità.
Sente la testa che gira. Ha mala pena smaltito la sbornia e sente il desiderio di bere un altro sorso di whisky... Ma se, come ha promesso, deve proteggere Hellen, deve essere lucido...
Si accorge allora del portafoglio di Giulia, poggiato sul tavolo.
Deve averlo dimenticato.
Decide di portarglielo.
Esce dalla stanza, percorre il corridoio, inizia a scendere le scale, ma si ferma quando sente delle voci del piano di sotto.
"E' quella che cercavate, giusto?"
"Proprio lei."
Gabriel si porge, cercando di restare nell'ombra, per vedere chi stia parlando, poi si ritira di scatto.
Ha visto per un solo attimo, ma la visione gli è rimasta fermamente impressa nella retina, difficilmente lo dimenticherà: tre uomini in nero che parlano con il proprietario del motel, ai loro piedi Giulia, con la gola tagliata.
"Quando mi darete i soldi?"
"Ora cerchiamo di stanare i topi."
"Ehi, parlo con voi! Quando mi darete i soldi?"
Un colpo di pistola.
"Torniamo a noi... Facciamoli uscire allo scoperto."
Gabriel torna suoi passi, corre verso la camera e si chiude la porta alle spalle.
Hellen dorme ancora tranquilla.
"Piccola... sveglia..." Gabriel poggia una mano sul volto della bambina.
Ellen apre gli occhi e si lascia andare ad un lungo sbadiglio "Devo già andare a scuola?"
"No piccola.. oggi facciamo vacanza." Gabriel la prende in braccio, si avvicina alla porta e vi poggia un orecchio sopra.
Nessun rumore sospetto, solo un suono distante, come di carta che viene stracciata.
Apre la porta e vede le fiamme.
"Hanno dato.. fuoco a tutto.." Gabriel digrigna i denti, sente urla venire da tutte le stanze intorno. La gente si getta fuori dalla stanze e corre lungo le scale, dove probabilmente attendono gli uomini in nero con le pistole puntate.
Non può scendere, non può rimanere dov'è.
A Gabriel non rimane altra scelta che andare verso l'alto.
Corre per le scale, mentre la gente che scende dal piano di sotto lo urta e lo spinge, Hellen si stringe al petto dell'uomo.
"Stai calma, è tutto a posto." Cerca di consolarla Gabriel mentre apre la porta che lo condurrà sul tetto.
Mentre esce all'aperto, sente chiaro il rumore delle pale di un elicottero.
Non ha fatto che qualche passo, che una pistola gli viene puntata alla nuca.
Non si muove, neanche volta alla testa, per vedere chi ci sia alle sue spalle a tenere il dito sul grilletto.
"Certo che ce ne ha creati di problemi. Ci ha fatto perdere due dei nostri uomini e ci ha costretti a mettere su una caccia all'uomo che ci è costata tempo, fatica e denaro."
"Chi è lei?"
"Mi delude Mr Rosetti. Sarò sincero: speravamo di poterla coinvolgere nella nostra organizzazione. Siamo ovviamente a conoscenza dei suoi successi nella lotta al Maligno, ma il suo comportamento di oggi..."
"Chi è lei?"
"Vedo che è caparbio. Un'ottima qualità. Io sono il leader della sezione newyorkese della Nuova Luce. E mi è stato dato il compito di uccidere Hellen Kasper"
A sentire quelle parole, la bambina scoppia a piangere.
"Perché? Questa bambina va aiutata... lasciate che arrivi a Roma, la troveranno degli esorcisti capaci di.."
"Ah! Quindi lei non sa la verità? Pensa davvero che sia solo..."
E' un gesto rapidissimo.
Gabriel lascia scivolare Hellen a terra e si volta di scatto.
Mentre l'uomo preme il grilletto, Gabriel stringe con tutta la forza che ha il tamburo della pistola con la mano.
I due lottano spingendo l'arma e alla fine il colpo parte verso l'alto.
Gabriel colpisce l'uomo con un ginocchiata allo stomaco e gli storce un dito, spezzandoglielo e costringendolo a lasciare cadere la pistola.
L'uomo è in ginocchio a terra e guarda Gabriel con occhi carichi d'astio "Tu... sei un nemico di nostro Signore... Sei un mostro..."
"Come puoi darmi del mostro.. dopo che hai cercato di uccidere una bambina innocente."
"Una bambina.. innocente..." l'uomo mette una mano in tasca e tira fuori qualcosa.
Gabriel pensa sia un'arma e lo colpisce con un calcio,.
Un piccolo crocifisso d'oro vola fino a giungere ai piedi di Hellen.
La bambina lo guarda con gli occhi sbarrati, poi porta le mani ai capelli e lancia un acutissimo grido.
Si piega su stessa e dalla bocca fuoriesce una mistura di sangue e vomito, mentre ferite si aprono sulla sua pelle iniziando a sanguinare copiosamente.
Gabriel sbarra l'unico occhio sano: è la prima volta che vede una reazione così violenta in un corpo posseduto.
"Credi ancora alle fandonie che ti hanno raccontato? Una bambina posseduta dal Maligno... questa bambina e' il Maligno!"
"Non dire cazzate!" Gabriel lo prende per il collo.
"In effetti...non è esatto. Questa bambina è la figlia del Maligno!"
Gabriel lo lascia andare, le sue dita ghermiscono l'aria "Non ha.. senso.. non ha senso..."
"Lei.. come gli altri bambini.. sono tutti l'anticristo..." tossisce l'uomo a terra.
Gabriel sposta lo sguardo su Hellen.
Il corpo della bambina è ancora ricoperto di ferite, ma non sanguina più.
Li fissa con sguardo assente.
Le labbra scoprono i denti, chiazzati di rosso e verde, stretti in un ringhio.
La bambina si incammina verso i due, trascinando Mr Leone per la coda.
"Ego te absolvo!" grida Gabriel mentre fa il segno della croce.
Hellen sussulta, come dopo aver sbattuto contro uno scudo invisibile ma poi riprende a camminare.
"E' inutile.. non puoi liberare dal diavolo...un corpo che è del diavolo stesso!" sibila l'uomo della Nuova Luce.
"Ego te absolvo!" continua a gridare Gabriel, ma la bambina prosegue la sua marcia incurante.
Dall'elicottero, un uomo con un fucile tra le braccia centra nel mirino il volto di Hellen.
La bambina alza lo sguardo e l'elica va in pezzi.
L'elicottero precipita peso morto, esplodendo contro il lato opposto del tetto rispetto a dove si trova Gabriel, che viene sbalzato a terra per lo spostamento d'aria.
L'esplosione incrementa le fiamme che stavano salendo e dopo pochi secondi l'intero tetto è avvolto dal fuoco.
Gabriel sente un dolore intenso alla nuca, ma vi lotta contro per riuscire ad alzarsi.
Si è sollevato tra le braccia quando vede un'ombra uscire dalle fiamme.
E' Hellen.
Sorride.
Con una mano stringe la coda del suo peluche.
Nell'altra la testa del leader della nuova luce.
"Piccola... mi senti... ti tirerò fuori.." mormora Gabriel.
La bambina ride, è una risata che suona come unghie che stridono sulla lavagna "Ancora non l'hai capito? Non devi tirare fuori niente! Questa è la vera me stessa."
La bambina toglie all'uomo la benda che gli copre l'occhio "Noi tutti... siamo figli del Maligno. La parola esatta per definirci sarebbe Anticristo. Nostro padre ha deciso che il momento di mandare un suo figlio sulla terra è giunto. Ma ha deciso che un figlio solo era... come dire.. qualcosa di già visto... E allora nostro padre ha deciso di unirsi con più donne. Noi siamo i primi sette a nascere. Presto ne nasceranno altri."
"Non puoi essere.. il figlio del demonio.. io l'ho già incontrato..."
Hellen passa il palmo della mano sull'occhio "Il demonio ha molte facce... ed ogni faccia è una sua diversa essenza.." sotto la palpebra il bulbo oculare si rigenera e l'occhio torna a vedere "Siamo nati e cresciuti in famiglie di fedeli e questo ha rallentato il nostro risveglio. Incontrarti è stata una fortuna... la tua fede perduta... è stata come un nutrimento per me... Ha accelerato un processo che probabilmente avrebbe richiesto anni e anni."
"Tu... hai sfruttato il mio ricordo di Desadia..."
"Sfruttato? Oh, ti sbagli... è stato proprio mio padre a mandarla in mio soccorso..."
Gabriel spalanca gli occhi (per la prima volta da molti anni, aprendoli insieme).
"Si... lei è stata punita per i suoi peccati... e per questo è al servizio di mio padre!"
Gabriel si getta sulla bambina, stringe le mani sul collo e inizia a strangolarla, mentre grida "In nominae patris, filiis et spiritus sancti!"
"Sono parole senza senso! Se tu avessi anche solo un briciolo di fede, potresti ferirmi, ma quello che stai dicendo non significa niente per te!" La bambina ride sguaiatamente, finché il fiato non smette di arrivare ai suoi polmoni.
Anche quando le manca l'aria, l'espressione divertita non sparisce dal suo volto.
Alza una mano e poggia il piccolo indice sull'occhio che ha appena guarito.
"Sei stato divertente Gabriel Rosetti..." la voce risuona nella mente dell'uomo "Giocheremo ancora noi due."
Il corpo della bambina prende fuoco.
Una fiammata che penetra nell'occhio di Gabriel procurandogli un dolore così intenso che lo fa svenire.
Per saperne di più sul Destino di Gabriel, Desadia ed Hellen, continuate a seguire le testate del MidnightSonUniverse!