caccia di mezzanotte

            Molti sono i libri maledetti, ma nessuno è come il Darkhold. Tra le sue pagine vi sono i segreti di un grande potere, ma anche i semi della rovina. Stia attento colui che legge una pagina del libro proibito scritto dal demone Chton, perché la sua sola ricompensa sarà la dannazione eterna.

           

 

 

#23

 

LA CACCIA DI MEZZANOTTE

 

 

1.

 

 

            È da quando è uscito dall’ospedale che Blade si sente strano. Prova una sensazione che non sa spiegare, ma che trova inquietantemente familiare. Ha cercato di ignorarla, ma è stato inutile, perché è tornata più forte che mai. Ora riesce a definirla meglio: è come se una voce gli parlasse all’orecchio ed i suoi sussurri diventano sempre più chiari e per la prima volta nella sua vita da adulto, Blade prova qualcosa che può solo definire paura.

 

            Frank Drake guarda fuori dalla finestra del suo appartamento a Kensington ed assapora la nuova giornata, un’altra da che Dracula è morto, finalmente. Nonostante qualche dubbio permanga, si sta sempre più convincendo che il suo antenato sia davvero morto stavolta. Katherine Fraser ha ragione: nemmeno per fingere la propria morte Dracula avrebbe abbandonato il cammeo di sua moglie Maria; forse l’anello del drago che ora Frank porta al dito, ma non il cammeo, significava troppo per lui. Frank prende l’oggetto nelle sue mani ed osserva il volto sorridente della sua antenata. Non ha dubbi sulla somiglianza, in caso contrario il pittore sarebbe morto tra atroci torture. Anche da vivo Dracula era del tutto privo di pietà…tranne che per questa donna, la sola fra tante che seppe toccare il suo cuore. Che avrebbe mai pensato se avesse saputo a quali sofferenze sarebbero andati incontro i suoi discendenti?

Pensieri oziosi, riflette Frank, mentre ripone il prezioso cammeo e s’infila la giacca. Dracula può essere morto, ma gli effetti della sua malvagità permangono. Solo il cielo sa quali traumi può aver riportato il piccolo Quincy per aver visto uccidere sua madre sotto i suoi occhi e durante la prigionia per mano di Dracula; e poi c’è la scomparsa di Rachel Van Helsing, un’altra pericolosa avversaria. Tanti problemi e lui deve decidere cosa fare, adesso. Si chiude la porta alle spalle e si dirige verso l’ospedale. Victoria

 

            L’ispettore Capo Chelm chiude il fascicolo rosso dinanzi a lui e si prepara a rimetterlo nell’armadietto. La pratica Dracula sembra definitivamente chiusa, ma quante volte l’ha pensato in passato? Quante volte quell’essere la cui esistenza è il motivo principale della creazione della Squadra Antivampiro di Scotland Yard è tornato dalla morte? Se lo farà ancora, lui dovrà affrontarlo di nuovo. Qualcuno deve proteggere i cittadini ignari dagli orrori che si annidano nella sua amata città ed il compito è toccato a lui. Non ha certo il fisico dell’eroe, lui: più che a James Bond, somiglia a Hercule Poirot, piuttosto, ma è tenace ed intelligente e questo basta per un poliziotto, anche se i suoi avversari sono esseri soprannaturali della cui esistenza molti dubitano. Sospira. Ci sono altri vampiri in liberta, essere malvagi come Deacon Frost e Rachel Van Helsing e tocca a lui scovarli. È ora di rimettersi al lavoro.

 

 

2.

 

 

            Il cimitero di Highgate divenne famoso negli anni sessanta proprio per storie di vampiri. Nessuno ha mai scoperto se ci fosse un fondo di verità dietro le leggende, ma quale posto migliore di un cimitero “maledetto” come luogo di riposo diurno di una vampira?

Alice Hastings è uno dei pochi membri della corte di Dracula ad essere sfuggita alla caccia degli uomini di Chelm ed ora, mentre i primi raggi lunari illuminano la piccola bara in cui giace, i suoi occhi si aprono e lei torna all’oscena parodia di vita che è il suo stato notturno. Lascia la bara in cui si trova una manciata di terra transilvana, una bara sottratta senza troppi riguardi al suo giusto occupante, che ora giace scomposto in un angolo della cripta, e si trasforma in nebbia, scivolando oltre la porta, per poi assumere la forma di pipistrello e volare oltre i cancelli del cimitero. Il suo non è un volo erratico, ha un obiettivo ben preciso in mente e stanotte raggiungerà il suo scopo.

 

            La ragazza cammina con passo svelto. Il sole è appena tramontato e lei sa bene quali orrori cela la notte, ma non è pronta ad un attacco di natura più fisica e quando il coltello le è puntato alla gola, non può che farsi trascinare nel vicolo. Maledizione, pensa, come poteva essere così ingenua da credere che cose simili accadessero solo a New York? Ora, se si accontentano solo della borsetta, si tratterà solo di stare calma finche non se ne saranno andati, ma se vogliono anche altro, allora…

-Un bel bocconcino, non trovi Jack?- chiede uno –Quasi quasi approfitterei del momento, che ne dici?-

-Non fa per me George, prendiamo la borsetta ed andiamo.-

-Sei un fifone! Io credo proprio che mi occuperò di questo bell’angioletto. Coraggio Baby, non farà molto male, vedrai.-

-Dovevi dare ascolto al tuo amico, maiale.-

            La voce è femminile, ma sembra provenire dall’oltretomba. George Brown si sente percorrere da un brivido, mentre si volta e vede… una donna giovane dai lunghi capelli corvini trattenuti da una tiara posta sulla fronte. Indossa una calzamaglia con una scollatura che arriva sin quasi all’inguine ed un mantello. Con una mano regge il suo amico Jack, che sembra una bambola rotta, svenuto o peggio, e lo fissa con due occhi nerissimi e magnetici.

-Chi… chi sei?- balbetta George. Senza capire perché, nonostante sia preda di una paura irrazionale, al tempo stesso non possa distogliere lo sguardo da quegli occhi ammalianti e da quel corpo. Sente una tipica reazione in mezzo alle gambe. È assurdo, pensa, ne ho paura, eppure non posso fare a meno di…

La donna, se vogliamo chiamarla così, risponde alla sua domanda:

-Sono la tua morte, piccolo verme, ed il tuo incubo peggiore. Ed ora vieni da me.-

-Si!- risponde George avanzando verso di lei. Ora sente la sua mano sfiorargli il collo, per la prima volta nota il suo sorriso maligno ed i canini lunghi ed appuntiti ancora sporchi del sangue del suo amico Jack. Non urla mentre quei canini affondano nella sua giugulare e gli sottraggono tutto il suo sangue, scivola nell’oblio della morte, inconsapevole che si risveglierà fra tre notti per essere eterno schiavo dell’essere che l’ha ucciso, quella stessa donna che ora si volta verso la ragazza che ha salvato, ancora attonita ed appoggiata al muro.

-Mi riconosci Angel O’Hara?- le chiede.

-Tu sei Lilith, la figlia di Dracula, come potrei dimenticarti?- risponde la giovane donna.

            La vampira le si avvicina e le sfiora il viso con la mano affusolata e le unghie lunghe ed affilate come artigli.

-Io non ho dimenticato il tempo in cui eravamo due anime in un corpo solo, quando io rinacqui, sospinta dall’odio che provavi per tuo padre, così simile a quello che io provavo per il mio.

Finché vivrete, tu ed il tuo bambino sarete sotto la mia protezione e chiunque oserà anche solo tentare di farvi del male, proverà la mia collera come questa feccia dell’umanità ai nostri piedi. Hai la mia parola.- con una delle sue unghie, Lilith procura un graffio alla guancia di Angel e ne raccoglie il sangue col dito, passandoselo, quindi, sulle labbra ed assaporandone il gusto, poi ripete il gesto e passa il dito sulle labbra di un’ancor paralizzata Angel –Ora torna a casa da tuo figlio, donna, ma quando sarà il momento, c’incontreremo di nuovo, lo sai.-

            Finalmente Angel si riscuote dal suo torpore e corre senza guardarsi indietro, inseguita dall’eco della sinistra risata della figlia di Dracula.

 

            Ha viaggiato molto ha lungo, ha superato gli enormi spazi tra i continenti, come attratto dal canto di una sirena ed ora ha finalmente trovato colui che cercava, qualcuno che ha già conosciuto in passato, con cui ha una sorta di affinità elettiva. È perfetto per il suo scopo e lo avrà: l’uomo chiamato Blade sarà di nuovo preda della maledizione del Demogorge.

 

 

3.

 

 

            Charles Seward prova una leggera inquietudine stanotte. A quanto pare, pensa, non puoi sopravvivere ad un’avventura con una vampira senza conseguenze. Ogni tanto si tocca ancora il collo sorprendendosi che non ci siano più i segni rossi del morso fattogli da Rachel Van Helsing tempo prima.[1] Sono scomparsi non appena il cuore della vampira è stato spaccato dal paletto di frassino nelle mani di Frank Drake[2] e non sono più riapparsi.

Questo vuol dire che è libero dalla maledizione; quando morirà, non rinascerà come vampiro e, forse, solo forse, ciò vuol dire che Rachel è ancora morta…ma non riesce a convincersene del tutto, non dopo la misteriosa scomparsa del corpo della vampira durante il trasporto.[3]

È stata una specie di presentimento a portarlo stasera al Victoria Hospital, dopo essere uscito dal lavoro, o solo il semplice desiderio di visitare la sua amica Penelope Clayborne? Irrazionalmente, propende per la prima ipotesi. Penelope ha pagato un prezzo molto alto per il dubbio privilegio di far parte della squadra di cacciatori di vampiri messa in piedi dal giovane Arthur Holmwood: morsa dalla sua ex amica Alice Hastings, mutata in vampira da Dracula stesso, ha rischiato più volte di morire dissanguata e Charles sa bene cosa sarebbe accaduto in tal caso e spera che le precauzioni che sono state prese bastino ad evitare il peggio.

Lo spera, ma continua ad aver paura del contrario.

 

            Nella sua stanza Penelope Clayborne sogna e nel sogno il suo corpo è integro e lei e sana e vitale com’era prima di quella fatale note a Godalming Manor e si trova in una specie di brughiera in una notte senza stelle.

“Sei arrivata finalmente.”

            Una voce, chiamiamola così, la chiama da dietro le sue spalle. Penelope si volta e vede una figura stagliarsi nell’oscurità, la vede come se per lei vedere nel buio più fondo fosse une cosa naturale e la riconosce: è Alice Hastings.

“Il momento è arrivato.” “dice” la vampira.

“No!” replica Penelope “Non voglio!”

“Si che vuoi o non saresti giunta sin qui. Tu mi appartieni, Penelope, e sei ormai pronta per diventare una di noi. Guarda!”

            Penelope sa che è uno scherzo della sua immaginazione, ma le sembra davvero di sentire le mani di Alice sulle sue spalle, mani che la costringono a voltarsi. Poco importa, perché ora lo scenario è cambiato e lei si ritrova nella sua camera d’ospedale e vede se stessa nel letto con i tubi delle flebo che le escono dalle braccia e quelli dell’ossigeno dalle narici.

È pallida, emaciata. Le piccole ferite sul collo pulsano ritmicamente. Manca poco ormai, ne è consapevole adesso. Alice ha ragione, manca poco al passaggio ed ora sa di volerlo anche lei.

Non vuole più lottare, desidera solo cedere a quell’oscura seduzione. Il suo io immateriale fa un passo verso il letto e si fonde col suo corpo. I suoi occhi si spalancano.

 

            Nelle occasioni formali il suo appellativo è Onorevole Arthur Holmwood, erede al titolo di Lord Godalming e discendente diretto, come Charles Seward, di uno dei membri del gruppo di uomini, che osò affrontare Dracula quando decise di stabilirsi a Londra nel 1888.

All’inizio, quella della caccia al vampiro era come un’avventura ed il pericolo uno stuzzicante condimento. Poi sua madre era morta in un assalto di vampiri, lo stesso assalto in cui la sua amica Penelope è stata ridotta in fin di vita. Nulla è sembrato più così divertente per questo ventiduenne rampollo della nobiltà britannica dopo questi fatti.

Ora il giovane veglia sul riposo della sua amica, ma il destino gli riserva altre amare esperienze. Sente, improvviso, il rumore di qualcosa che cade all’interno della stanza e tenta di aprire la porta, tenta, perché è come se una forza dall’altra parte la tenesse chiusa. Ma non dovrebbe esserci nessuno nella stanza, solo Penelope… a meno che… Arthur si decide a chiamare aiuto ed accorre Charles Seward. È chiaro che sta accadendo qualcosa di brutto ed entrambi gli uomini fanno forza sulla porta, che finalmente, cede.

All’interno si presenta i loro occhi uno spettacolo agghiacciante: la finestra è aperta e le trecce d’aglio che vi erano appese sono lontane sul pavimento, il crocefisso che stava al collo di Penelope giace ai piedi del letto e Penelope… Penelope è stretta tra le braccia di Alice Hastings, i cui lunghi canini affondano nel collo scoperto della ragazza, che ormai non da segni di vita, succhiandone tutto il sangue che le rimane.

            Infine la vampira solleva la testa e sul suo volto si dipinge un sorriso di maligna soddisfazione.

-Troppo tardi sciocchi! Lei è mia ormai e fra tre notti rinascerà come mia compagna ed insieme torneremo per uccidervi tutti!-

            I due uomini avanzano nella stanza, ma ormai la vampira si è mutata in pipistrello ed in maniera che si direbbe impossibile, vola via reggendo il cadavere dell’altra ragazza.

-Possiamo ancora fermarla!- esclama Arthur.

-E come?- replica Charles -Inseguendola sino a che non atterra? Sarà già scomparsa prima che raggiungiamo l’auto. No, non posiamo fare più niente ormai. Abbiamo perso, stavolta.

-L’ha uccisa!- prorompe Arthur –ha ucciso Penelope ed io… io non sono mai riuscito a dirle…-

            Seward scuote il capo. Vorrebbe poter dire qualcosa per consolare il ragazzo, ma sa che sarebbe inutile. Possono solo sperare di vendicarsi un altro giorno ed è una ben grama consolazione.

 

 

4.

 

            Le prime luci dell’alba illuminano la forma di un pipistrello che arriva all’altezza della finestra dell’ultimo piano del più prestigioso Hotel di Londra. È un filo di nebbia quello che passa negli interstizi della finestra e poi si condensa nella forma di Lilith. Anche una vampira speciale come lo è la figlia di Dracula ogni tanto ha bisogno di riposare e niente di meglio di una lussuosa suite. Mentre si lascia cadere sul morbido letto Lilith ripensa al suo incontro con Angel O’Hara. Forse avrebbe potuto evitarlo, ma la verità è che quella sceneggiata con Angel l’ha divertita. Il gusto della teatralità dev’essere un tratto ereditario dei Dracula, pensa.

La morte di suo padre ha aperto nuovi scenari per lei. Per la prima volta nella sua esistenza è padrona del suo destino, ha uno scopo veramente suo e sa cosa fare per ottenerlo. Certo, è ancora legata a quei Supernaturals dal maledetto incantesimo del Caduceo,[4] ma prima o poi troverà un sistema per liberarsene o, magari, riuscirà a trovare il modo di sfruttarlo a suo vantaggio. Con alleati come quelli avrebbe pochi limiti. Il difficile sta nel riuscire a controllarli, eppure… Ma ci penserà in seguito, per ora ha altre partite da giocare ed è un gioco che intende vincere.

 

            Frank Drake sta pranzando con Katherine Fraser. Il loro è stato un incontro casuale alla sede di Scotland Yard, dopo una riunione con l’Ispettore capo Chelm sui fatti del Victoria Hospital.

I due non hanno riparlato della notte che hanno passato insieme subito dopo l’ultimo scontro con Dracula e Frank non sa cosa fare. Il ricordo della sua defunta moglie Marlene e di Rachel Van Helsing, due donne che ha amato e la cui vita è stata distrutta da Dracula, è ancora troppo fresco per spingerlo a desiderare di impegnarsi con un’altra donna che gliele ricorda così tanto. Eppure non può negare di sentirsi attratto da lei.

È Katherine a rompere il silenzio. -Vedo che porti ancora al dito l’anello di Dracula.-

            Frank si guarda la mano destra. All’indice spicca l’anello con il simbolo dell’Ordine del Drago a cui, si dice, i Dracula debbono il nome di famiglia. È vero, lo porta ancora da quel mattino in cui Katherine glielo dette, dopo averlo trovato tra i resti di Dracula, assieme al cammeo con il ritratto di Maria, la seconda, amatissima, moglie dell’allora Voivoda[5] della Valacchia e futuro vampiro. Quello stesso cammeo che ora si trova riposto nel taschino interno della giacca di Frank.

Che strano momento per rivendicare il retaggio di famiglia, pensa il giovane.

-Sai che non ci avevo più pensato?- risponde –Penso che lo terrò…. Mi sembra… giusto.-

-Se lo credi davvero, va bene.- commenta, non troppo convinta, Kate.. –Cosa intendi fare adesso?- gli chiede.

-In che senso?

-Voglio dire: ora che Dracula è morto, che intenzioni hai? Tornerai negli Stati Uniti?-

            Frank si morde le labbra.

-Non ci ho realmente pensato, finora.- risponde –Dovevo occuparmi di mio figlio e... beh non c’è più niente per me a Boston, solo brutti ricordi e non so se voglio tornarci. E poi c’è la scomparsa di Rachel. Lei era molto importante per me una volta e sento una specie di debito morale nei suoi confronti. Ti pare sciocco?-

-No, affatto: lo trovo molto bello, anzi.- risponde Kate.

-Quindi pensi che dovrei rimanere qui?-

            La domanda rimane sospesa nell’aria per un tempo che pare lunghissimo, poi Katherine posa la sua mano su quella di Frank. Un contatto lieve, ma in quell’attimo lei sente il suo dolore e la sua ansia di riscatto, come se fossero suoi.

-Io vorrei che tu restassi.- si affretta a dire

            Frank abbozza un sorriso.

-Ci penserò. Del resto, come ho detto, ho il problema di Rachel a trattenermi, per adesso.  Secondo quel che mi ha detto Chelm potrebbe esserci di mezzo Deacon Frost e questo interesserebbe sicuramente un paio di miei amici che.. –

            Non fa a tempo a terminare la frase, che la porta del ristorante si spalanca ed una figura avanza barcollando verso il loro tavolo.

-Dra… Drake!- esclama balbettando, poi crolla sul tavolo.

-Santo cielo!- esclama Kate –Ma è…-

Blade!- è Frank a dirlo –E sembra febbricitante. Chiama un ambulanza, presto!-

            Cosa può essergli successo, si chiede Frank, Blade ha la costituzione di un toro. Qui c’è qualcosa di molto poco chiaro.

            Blade apre gli occhi e sono iniettati di sangue.

-Drake!- esclama, afferrandolo per il bavero della giacca –Tu…. Tu…- poi la sua testa ricade e sviene.

 

            Westminster. Deacon Frost mescola due sostanze tra loro e poi ne versa nella provetta una terza ed alla fine osserva il composto diventare di un bel rosso acceso ed esclama soddisfatto:

-Wunderbar! Proprio la reazione che speravo, il composto funziona.  Dovresti essere soddisfatta mia cara, sei stata proprio tu, con il tuo sangue, a fornirmi l’elemento mancante per la riuscita del mio esperimento.-

            Ma Rachel Van Helsing, inchiodata alla parete e con un robusto paletto di frassino ancora infilato nel cuore, non è in grado di rispondergli.

 

 

5.

 

 

            Lo stanno caricando sull’ambulanza quando Blade apre gli occhi, il suo sguardo è fisso e la sua voce fredda come la morte.

-Il soprannaturale è qui, lo sento!-

            Salta in piedi ed afferra uno degli infermieri e lo fissa:

-No, non tu!- mormora, poi si volge verso Frank Drake.

-Ah Frank Drake! Tu appartieni alla stirpe del demonio Dracula. Hai il segno del soprannaturale su di te, ma io lo estirperò una volta per tutte… con la tua vita!-

            Così dicendo, cerca di colpire Frank con uno dei suoi coltelli di legno, ma il suo amico riesce a scostarsi.

-Non ci tengo a morire Blade.- ribatte –Che ti prende?-

-Non chiamarmi Blade, io sono il Demogorge ed esorcizzerò il soprannaturale dalla Terra.-

-Oh no!- esclama Drake –Non un’altra volta. Blade ascoltami!-

-Non c’è più Blade, c’è solo il Demogorge e posso anche fare a meno di ucciderti, Drake. Sento il puzzo del soprannaturale, molto forte qui vicino ed io esisto per distruggerlo!-

            Così dicendo, l’entità nel corpo di Blade si allontana correndo verso un nuovo obiettivo.

-Presto, seguiamolo!- esclama Drake.

-Ma che sta succedendo?- chiede Kate Fraser.

-Guai molto grossi ed in grande quantità.- si limita a rispondere Frank.

 

            Colui che un tempo era Blade ha raggiunto una piccola cappella sconsacrata

-Li sento, sono qui!- esclama e senza perdere tempo butta giù la porta della cappella. In preda ad una furia incontrollabile scoperchia tombe apparentemente intoccate da anni ed all’interno…

-Vampiri! La vostra ora è giunta.-

            Le creature non morte giacciono immote nella loro catalessi. Una di loro apre gli occhi e non può far altro che osservare impotente, incapace di agire mentre all’esterno c’è ancora la luce del giorno. Osserva il coltello in legno di frassino calare verso il suo cuore e sa che la sua fine è giunta. Il suo urlo si ode distintamente anche all’esterno.

 

            Quando Lilith si sveglia, il sole ha già iniziato la sua corsa finale verso il tramonto. Potrebbe essere una giornata fruttuosa e non solo per la caccia, dopotutto ha dei piani da portare a termine ed un trono da conquistare. Certo, perché negarsi un po’ di divertimento? Dopotutto una grande metropoli ha molto da offrire ad una ragazza, specie se quella ragazza è una vampira.

Ah padre, se potessi vedere la tua figlia ripudiata adesso. Lilith sorride compiaciuta di se stessa.

 

 

6.

 

 

            Quando Frank e Kate giungono sul luogo, tutto è ormai finito e quel che vedono è un Blade diverso. Il suo aspetto è cambiato: gli occhi sono rossi ora e i canini superiori ed inferiori si sono allungati.

-Troppo tardi, ha assorbito i poteri dei vampiri.- esclama Frank.

-Ma cos’è? Che gli è successo?- chiede Kate, sconcertata.

-Qualche anno fa, Blade fu infettato da una pagina del libro proibito di Darkhold e divenne il Demogorge, il distruttore di demoni. Quando uccideva un essere soprannaturale ne assumeva i poteri e caratteristiche fisiche, ma ad ogni uccisione diveniva sempre più corrotto egli stesso. Ci vollero gli sforzi combinati miei di alcuni amici miei[6] per fermarlo e guarirlo, ma ora la maledizione è ritornata e non capisco perché.-[7]

-Basta con le chiacchiere. Tu e la donna fatevi da parte Drake, non voglio farvi del male.- interviene il Demogorge.

-Chi ti dice che ce ne farai?- replica Drake. -È ancora giorno ed i poteri di vampiro che hai assorbito dalle tue vittime sono del tutto inutili ora.-

-Una situazione di stallo…- ribatte il Demogorge -… che presto finirà.-

            Il tempo trascorre con il Demogorge immobile e tenuto a bada dalla pistola con i proiettili d’argento di Kate Fraser. La giovane detective ha nel frattempo allertato Scotland Yard.

-Tutto inutile Drake.- proclama il Demogorge –Mi serviva solo il tempo per metabolizzare le debolezze dei vampiri ed eliminarle ed è proprio ciò che è accaduto. Ora me ne andrò: ho un lungo compito da svolgere aldilà dell’oceano, ma tornerò, siatene sicuri, dopo aver lasciato il mio morso alla Grande Mela.-

            Così dicendo, il Demogorge diventa nebbia e scompare

-Andato.- commenta Kate –E adesso?-

-Oltreoceano.- borbotta Frank –Sembra che dovrò tornare negli Stati Uniti, dopotutto, ma prima devo avvertire un vecchio amico.-

 

            Il telefono, il più antico tra i moderni strumenti che consentono di annullare le distanze nelle comunicazioni. Nel caso in specie, consentono a Frank Drake di chiamare un vecchio amico in una Los Angeles dove il sole è appena calato.

            Hannibal King è un detective privato e tra i suoi indumenti preferiti c’è un impermeabile stazzonato che lui spera lo faccia assomigliare a Humphrey Bogart, ma che teme lo renda troppo simile al Tenente Colombo.

King però non è un comune detective: esce al calar del sole ed i casi di cui si occupa sono spesso di tipo alquanto insolito…ma c’è un altro motivo per cui lui non è un normale detective.

Infatti, Hannibal King è un vampiro, ma un vampiro un po’ particolare: la sua sete di sangue è sotto controllo ed è soddisfatta senza procurare alcun danno a nessuno. Un impegno gravoso, ma lui è riuscito a mantenerlo, finora. Quando risponde alla telefonata di Frank Drake, sa già che sono in arrivo guai e non è sorpreso quando scopre di avere ragione.

-Salve Frank da quanto tempo? Cosa il Demogorge? A New York? Beh immagino che dovrò recarmici per avvertire il vecchio Doc Strange. Ci vediamo laggiù? Ok.

            Guai, per l’appunto, e grossi anche.

 

            Il vampiro dai capelli bianchi la vede. Potrà sembrare una mite ragazza dell’alta borghesia, una bibliotecaria al massimo, capelli a coda di cavallo ed occhiali, ma per i suoi sensi non c’è possibilità d’errore: è lei, la figlia di Dracula, un giorno dovranno battersi… ma non oggi, non stanotte.

 

La ragazza sente il ringhio sommesso alle sue spalle e si volta in tempo per vedere l’enorme lupo nero dalla criniera bianca scomparire dietro un angolo. Lilith sorride scoprendo i candidi canini appuntiti. Presto Deacon Frost, pensa, molto presto, vedrai.

 

 

FINE VENTITREESIMO EPISODIO

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Termina, così un nuovo episodio di questa serie ed ancora non abbiamo deciso se rinominarla “Lilith la figlia di Dracula” “Nightstalkers” o “Deacon Frost signore dei vampiri”, forse lanceremo un referendum al riguardo.-_^ Per adesso, le note.

1)       Quest’episodio si inserisce nel crossover “Caccia di Mezzanotte”, per il cui seguito, vi invito a seguire, nel prossimo futuro, “Ghost Rider” #11 dell’ottimo Xel

2)       Chi sia il Demogorge lo ha spiegato abbastanza bene Frank Drake nella storia e non mi ripeterò. Vi invito solo a seguire questo crossover che si preannuncia interessante

3)       Quali sono i piani di Lilith e cos’ha in mente Deacon Frost? Portate pazienza e saprete tutto, fidatevi

Nel prossimo episodio: inizia lo scontro per la successione a Dracula sul trono di Signore dei Vampiri ed i pretenderti sono già ai loro angoli

            A presto ed attenti alle innocue ragazze.

 

 

Carlo



[1] Vedi episodio #2

[2] Vedi episodio #21

[3] Nell’ultimo episodio

[4] Non sapete di cosa parla? Allora non leggete Supernaturals, Vergogna! -_^

[5] Governatore

[6] Come mostrato nel crossover “Massacro di Mezzanotte” in Nightstalkers #10, Ghost Rider #40, Darkhold #11, Morbius #12 e Spirits of Vengeance #13 (Ghost, Marvel Italia, #8/9)

[7] Ma voi lettori si, se seguite la nostra serie Darkhold