PROLOGO

 

 

 

Primo lunedì dopo capodanno, Sacramento, Capitale della California. La ragazza dai capelli biondi ascolta senza sentirle veramente le parole del giuramento pronunciate dal neo Governatore della California Lucille Abadon.

I suoi occhi azzurri si stringono mentre le pupille cambiano colore. Il momento che attendeva da tempo è arrivato.

 

 

Ora è nella notte il momento delle streghe,

Quando i cimiteri sbadigliano e l’inferno stesso alita il contagio su questo mondo.

(William Shakespeare)

 

 

  

 

#89

 

SABBA

 

1.

 

 

            Topanga, Canyon, Los Angeles, California, mezzanotte. Ci sono notti particolari in cui, sia pure per breve tempo, i confini tra il mondo soprannaturale ed il nostro si allentano ed è possibile varcarli.     

In queste notti creature che esistono solo nei miti, nelle leggende e nelle favole più cupe che un tempo si raccontavano ai bambini per spaventarli e farli stare buoni prendono vita.

In queste notti gli adepti del male, coloro che praticano la magia nera e l’arte della negromanzia, si radunano e si dedicano a riti innominabili con demoni ed creature abominevoli.

La gente comune parla di questi raduni da tempo immemorabile e da pochi secoli ha trovato un nome per definirli.

Paula Harper li vede arrivare e convergere nel luogo prescelto: streghe e stregoni provenienti da ogni parte del mondo per cui il tempo e le distanze non hanno importanza. Stringe i denti sopportando uno spasmo improvviso e poi parla con voce stentorea:

-Benvenuti, fratelli e sorelle, che si dia inizio al sabba.-

 

            Londra, Inghilterra, Ore 8 del mattino UTC.[1] Il Professor Noah van Helsing sta consumando la colazione nella sala da pranzo del suo hotel quando vede venire verso di lui una donna bionda che indossa un tailleur verde ed un impermeabile marrone.

            La donna si ferma davanti a lui e chiede:

-Il Professor Noah van Helsing dell’Università di Amsterdam?-

-Professore Emerito in realtà.- precisa l’anziano signore in un Inglese impeccabile appena venato da un accento olandese -Sono felicemente in pensione ormai. Con chi ho l’onore di parlare?-

-Sono l’Ispettore Constance Johanssen del Met.-[2] si presenta la donna sfoderando un distintivo.

-E cosa vuole da me la famosa Scotland Yard?-

-Una cosa alla volta. Intanto, posso sedermi?-

-La prego, si consideri mia ospite.-

-Grazie. Vedo che è solo. Dove sono le sue giovani amiche?-

-Abigail Whistler è uscita molto presto stamani perché doveva allenarsi per una gara di Pentathlon a cui deve partecipare il prossimo weekend. Michiyo Watanabe, invece, si sta occupando dell’esposizione in uno dei vostri musei di una katana forgiata dal famoso artigiano Muramasa per un suo antenato samurai… ma queste cose lei le sa già, non è vero Ispettore Johanssen? Quindi perché non viene subito al motivo della sua visita?-

            Constance sospira e replica con una domanda:

-Cosa sa dei vampiri scozzesi?-

 

            Everglades, Florida ore 3 del mattino.  L’essere conosciuto come Uomo Cosa si avvicina alla costruzione nota come Torre delle Ombre ed esita dinanzi al suo portone.

            Una volta era un uomo, uno scienziato di nome Ted Sallis che lavorava ad una replica del famigerato Siero del Super Soldato. Per impedire che la sua formula cadesse nelle mani dell’organizzazione terroristica nota come A.I.M.[3] Sallis si iniettò l’unico esemplare del siero e questo, interagendo con le acque della palude e con incomprensibili energie arcane, lo trasformò nel mostro che è adesso.

            Un mostro che sente confusamente che qualcosa di terribile sta accadendo entro quelle mura ed attende, semplicemente attende.

 

 

2.

 

Londra, Inghilterra, ore 8 e 05 del mattino. Noah van Helsing, si passa delicatamente il tovagliolo sulle labbra poi lo posa sul tavolo e risponde:

-Non esistono vampiri scozzesi, non nel senso che intende lei almeno. In effetti c’è una creatura del folklore delle Highlands che ha qualche tratto in comune con i vampiri. È la Baobhan Sith che ha l’aspetto di una bellissima ragazza che indossa una lunga veste verde che nasconde gli zoccoli che ha al posto dei piedi. Appare ai viandanti di notte, li seduce poi beve il loro sangue ed alle prime luci dell’alba scompare.-

-Quindi, dopotutto, è una vampira.- replica Constance Johanssen.

-Non proprio: è piuttosto una fata nera. Le è familiare il concetto di Faerie?-

-Più o meno come a tutti: sono esseri fatati che vivono in una sorta di reame parallelo e che in certi particolari casi possono interagire con gli umani.-

-Definizione semplificata e semplicistica ma non siamo in uno dei miei corsi, quindi l’accetterò per il momento La Baobhan Sith è un’appartenente alla Corte Oscura o, se preferisce, un demone del genere succubo, non un vampiro di tipo tradizionale, è solo femmina, non teme i simboli religiosi ed è vulnerabile solo al ferro come ogni creatura magica del folklore celtico. Ora vuol dirmi il perché di questa domanda?-

-La Polizia delle Highlands è alle prese proprio con delle Baobhan Sith ed ha chiesto l’aiuto della nostra Divisione Casi Insoliti. Purtroppo la nostra esperta di folklore scozzese è in congedo per maternità ed io non ne so abbastanza. Le va un viaggio pagato nelle Highlands, Professore?-

 

Torre delle Ombre, un luogo senza tempo. Frank Drake fissa la donna che è appena uscita dall’ombra, i lunghi capelli castani che dalle spalle scendono sulla schiena, i seni pieni e sodi che sembrano voler fuoriuscire dall’abito rosso, rosso come quegli occhi magnetici e le labbra da cui spuntano canini aguzzi e parole mielate;

-Vieni da me, Frankie. Dimentichiamo il passato. Stringimi tra le tue braccia come una volta.-

            Per un attimo Frank è tentato e sta per fare un passo verso la ragazza ed accettare l’abbraccio promesso dalle sue braccia spalancate, poi si ferma e grida:

-No! Tu non sei Jean. Lei è morta, io le ho dato la pace.-

-Peccato, Frankie.- sibila la vampira -Sarebbe stato tutto più facile se tu avessi ceduto… ma forse meno divertente.-

            Il viso della presunta Jean Ovington si deforma diventando un ibrido tra un volto umano ed il muso di un pipistrello mentre dita artigliate si allungano minacciose verso Frank.

 

            Topanga, Canyon, Los Angeles, California, mezzanotte e 20. Le chiamano streghe e sono arrivate da ogni parte del mondo. Molte hanno l’aspetto di belle ragazze, altre sembrano rugose ed avvizzite, vecchie come l’universo stesso, alcune sono nude o succintamente vestite, altre indossano ampie tuniche. Ci sono anche uomini e tutti indossano tuniche con disegnati strani simboli.

            Jazz Jade, la Cacciatrice delle Ombre, si muove in mezzo a loro con disinvoltura. In quell’ambiente ed in quel momento nessuno bada a com’è vestita, danno per scontato che lei sia una di loro ed in fondo non hanno del tutto torto.

            Jazz si fa largo in mezzo alla folla e mentre cammina il suo io interiore emerge lentamente in superficie: le sue iridi diventano rosse, dalle sue labbra piegate in un sorriso crudele spuntano canini appuntiti.

Ancora prima di vederlo lei sa che lui è lì, poi, finalmente lo vede: assiso su un trono di legno c’è un caprone antropomorfo con ampie ali nere da pipistrello.

 

 

3.

 

 

Topanga, Canyon, Los Angeles, California, mezzanotte e 22. È proprio lui, il Capro Nero, il demone che ama apparire nella forma che certa iconografia popolare attribuisce al Diavolo, il demone a cui dà la caccia da tempo e che una volta ha cercato di convertirla al suo malefico culto.[4]

Inganna i suoi discepoli affermando di essere il Diavolo, ma non lo è. Non è Satana, Lucifero o qualsiasi altro nome usi, ma solo uno dei principi dell’Inferno.

Non è suo padre, pensa Jazz Jade, o lo è? Quando le è apparso poche ore prima.[5] Non ha forse insinuato che forse ha sempre mentito, che forse il Capro Nero è solo uno dei suoi travestimenti? Ma ci si può fidare di uno che è chiamato Principe delle Bugie?

Jazz avanza verso di lui mentre nell’aria si diffonde la musica di un flauto di pan, una musica arcana che la sua parte demoniaca riconosce. Curioso, pensa sogghignando, non è l’heavy metal che certa gente pensa che sia la musica del diavolo?

La musica cresce di intensità e la gente intorno a lei comincia ad agitarsi seguendone il ritmo. Lei resiste all’impulso di farlo. Una parte di lei vorrebbe abbandonarsi alle sensazioni che prova ma un’altra oppone una feroce resistenza. Daimon Hellstrom l’ha istruita bene e lei sa che chi danza con il diavolo ne diventa schiavo.

 Qualcuno comincia a liberarsi dei vestiti e di tutte le inibizioni con essi. Quello che Jazz vede va oltre l’immaginazione più spinta dei produttori e registi dei suoi film pornografici.

Mani maschili, femminili ed anche non umane si allungano su di lei, la toccano, la palpano, le strappano i pur ridotti abiti che indossa, la spingono in avanti fino a farla cadere in ginocchio proprio davanti al trono del Capro Nero che la guarda con un’espressione indecifrabile e dice:

-Benvenuta tra noi, figlia.-

 

Torre delle Ombre, un luogo senza tempo. La bionda Jennifer Kale guarda l’uomo sotto di lei cercando di non pensare al dolore che sente ai polsi stretti in ceppi di ferro ed alle braccia innaturalmente tese mentre lei è tenuta sospesa al di sopra del pavimento.

L’uomo dice di essere Cotton Mather, il predicatore puritano che nella Salem del 1692 fu uno dei più accaniti sostenitori della caccia alle streghe che ha reso tristemente famosa quella cittadina del Massachusetts.

Ovviamente quello non è il vero Cotton Mather, morto da più di 300 anni ma una sua ombra, uno spettro, un’immagine del Cotton Mather della cultura popolare più che di quello vero e del resto, quella in cui si trovano sembra la sala delle torture dell’Inquisizione medievale, roba di secoli prima che Mather nascesse. C’è perfino un classico boia a petto nudo e cappuccio sul volto..

-Che tu sia una strega, è fuor di dubbio, donna.- le si rivolge lo spettro di Cotton Mather -Basta solo vedere il tuo vestiario. Sei praticamente nuda. Quei panni metallici che indossi coprono a malapena le tue pudenda.-

-Pudenda? Vuoi dimostrarmi di essere antiquato anche nel linguaggio?- ribatte Jennifer con un sorrisetto.

-Non ti conviene essere insolente, ragazza. Pentiti, piuttosto ed ammetti la tua colpa. Confessa di essere una strega e ti verrà concessa una morte veloce e misericordiosa, persisti nei tuoi errori e perirai tra atroci tormenti.-

-Oh, io sono una strega, in questo hai ragione, ma non ho nulla di cui pentirmi. Meno di te, comunque che ti proclami servo di Dio mentre fai il lavoro del Diavolo con molta solerzia.-

-Hai segnato il tuo destino.-

            Cotton Mather si rivolge al boia:

-Procedi.-

            Jennifer viene calata all’altezza del boia che impugna dei ferri dalla punta arroventata e li spinge verso il suo petto.

 

U.C.L.A. Santa Monica Hospital, Santa Monica, Contea di Los Angeles, mezzanotte e 39. Katherine Fraser si agita nel letto in preda ad una strana febbre.

            Nella sua mente non è in ospedale ma all’aperto in uno scenario che non può che definire infernale, uno scenario che conosce. Tanto tempo fa l’ha sognato per colpa del demone Y’Garon,[6] e adesso è di nuovo lì, ma come? Perché?

Come nel suo sogno di allora, è legata ad una croce ma adesso ci sono anche creature mostruose che sembrano partorite dalla fantasia del pittore rinascimentale Hyeronimus Bosch e si protendono verso di lei mentre le loro voci le sussurrano oscenità.

            Dita artigliate sfiorano il suo ventre gravido e lei urla.

 

 

4.

 

 

Topanga, Canyon, Los Angeles, California, mezzanotte e 40. Nuda ed in ginocchio, circondata da demoni e dai partecipanti umani al sabba, Jazz Jade alza lo sguardo sul Capro Nero e replica:

-Non sono tua figlia.-

-Oh sì che lo sei.- replica il demone -Per quanto tu ti sforzi di negarlo, sei una di noi. Non combattere la tua vera natura.-

-Ti faccio vedere io la mia vera natura.-

            Un’improvvisa fiammata avvolge completamente Jazz e quando cessa lei è di nuovo vestita del suo costume da battaglia: un giubbotto di pelle nera con una profonda scollatura che le lascia l’addome scoperto, un perizoma rosso e stivaletti neri. Nella mano destra impugna una corta spada rilucente.

            Con un gesto deciso la ragazza affonda la lama nel petto del Capro Nero solo per vedere la sua figura sparire lasciando dietro di sé l’eco di una sinistra risata.

 

            Torre delle Ombre, un luogo senza tempo. Da quanto tempo stia cadendo Hannibal King non saprebbe dirlo, il tempo non ha alcun significato in questo luogo.

            Prova ad usare i suoi poteri di vampiro, gli stessi che aveva giurato di non usare mai, giuramento rinnegato di recente[7] ma è del tutto inutile.

Improvvisamente una mano lo afferra ed una voce dice:

-Ha bisogno di aiuto, signore?-

            King si rende conto di non stare più cadendo. Sotto i suoi piedi ora c’è un pavimento di solida pietra e davanti a lui c’è un buffo ometto con un abito ottocentesco, occhiali a pince-nez ed una tuba sulla testa.

-E tu chi saresti?- gli chiede.

-Solo il suo umile anfitrione Headstone P. Gravely.- risponde l’altro con un lieve sorriso.

 

            Topanga, Canyon, Los Angeles, California, mezzanotte e 42. Jazz Jade rimane per un istante bloccata mentre l’eco della risata del Capro Nero si spegne lentamente e qualcosa si materializza alle sue spalle.

            Ampie ali da pipistrello si avvolgono intorno a lei.

-Non negare la tua natura, figlia dell’Inferno, unisciti a noi.- sussurra una voce suadente.

            Per un momento Jazz desidera davvero farlo e perché non dovrebbe? Lei è davvero una figlia dell’Inferno dopotutto, perché dovrebbe combattere i suoi simili?

            Dura un momento, poi grida:

-No!

-Peccato.- dice una voce di donna.

            Dalla folla avanza una ragazza bionda con i capelli corti. È nuda e mentre cammina sulle sue spalle crescono grandi ali come quelle attribuite agli angeli nell’iconografia classica, ali che rapidamente mutano e diventano grandi ali da pipistrello.

La pelle della ragazza si scurisce, il suo volto si deforma assumendo tratti demoniaci mentre le dita si fanno artigliate.

Con voce irridente aggiunge:

-Ma in fondo ne sono felice perché posso strapparti il cuore dal petto.-

 

 

5.

 

 

            Topanga, Canyon, Los Angeles, California, mezzanotte e 42.  La creatura avanza verso Jazz Jade.

-Abbiamo un conto in sospeso io e te, zietta.- dice

            Le dita di Penny Abadon, ora conosciuta come l’Empia, sfiorano il viso di Jazz e gli artigli le graffiano il volto.

-Forse mi divertirò con te prima di divorarti il cuore.- aggiunge.

            Nella mano di Jazz appare di nuovo la sua spada di netheranium e con un movimento rapido gliela infila nell’addome fino all’elsa..

-Avresti dovuto parlare di meno ed agire di più.- le dice.

-A quanto pare, non ti manca la risolutezza, Cacciatrice proprio come immaginavo.- afferma in tono compiaciuto il Capro Nero.

-Tu avresti potuto impedirmelo, ma non lo hai fatto.- replica Jazz -Perché?-

-Un piccolo test … e tu l’hai superato. Guarda!-

            La donna a terra non è più l’Empia. Ha una forma umana ma non è quella di Penny Abadon ma di un’altra donna pure lei bionda, una che lei conosce. Giace su un pentacolo disegnato sul terreno e dal suo ventre si allarga una pozza di sangue.

-Hai compiuto il sacrificio rituale. Ora e per sempre sei una di noi.-

-No!- urla la ragazza

 

            U.C.L.A. Santa Monica Hospital, Santa Monica, Contea di Los Angeles, mezzanotte e 40. Le grida di Katherine Fraser richiamano gli infermieri nella sua stanza ma quando vi entrano la trovano…

-Vuota?- esclama uno di loro -Com’è possibile?-.

-La finestra è chiusa e poi una donna nelle sue condizioni non avrebbe mai potuto calarsi giù.- replica un altro.

-E davanti a me non è certo passata. Dov’è finita, allora?-

            La risposta sarebbe difficile da credere per loro.

 

            Topanga, Canyon, Los Angeles, California, mezzanotte e 43. Una donna che indossa una lunga tunica rossa su cui è disegnato un pentacolo rovesciato ed il cui volto è coperto da un cappuccio dello stesso colore si avvicina alla donna bionda a terra ed affonda le mani nel suo ventre estraendone una neonata piangente che solleva sopra la sua testa dicendo:

-Il nostro sacrificio per la gloria di Satana!-

 

 

FINE OTTANTANOVESIMO EPISODIO

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Poche ma essenziali note:

1)     Headstone P. Gravely è uno dei narratori di storie horror nelle serie antologiche della Marvel degli anni 60 e 70 ed è stato creato da Stan Lee & John Buscema su Chamber of Darkness #1 datato ottobre 1969.

2)     Jen Ovington era la fidanzata di Frank Drake e fu la prima vittima di Dracula dopo che Clifton Graves lo ebbe risvegliato. È stata creata da Gerry Conway (su input di Roy Thomas) & Gene Colan su Tomb of Dracula Vol. 1° #1 datato aprile 1972 ed è morta su Tomb of Dracula Vol. 1° #2 datato giugno 1972. Ma i vampiri possono davvero morire definitivamente?

Nel prossimo episodio: Kate Fraser è morta? e che ne sarà di sua figlia? Seguiteci e lo saprete.

 

 

Carlo



[1] Acronimo di Coordinated Universal Time, ovvero l’ora del meridiano di Greenwich che è il fuso orario di riferimento a partire dal quale sono calcolati tutti gli altri fusi orari del mondo.

[2] Acronimo di Metropolitan Police Service, la polizia della Grande Londra esclusa la City.

[3] Advanced Idea Mechanics.

[4] Come visto su Hellstrom MIT #3

[5] Ovvero nell’ultimo episodio.

[6] Su Giant Size Dracula #2 (In Italia su La Tomba di Dracula, Corno, #12).

[7] Ovvero due episodi fa.