PROLOGO
Primo lunedì dopo capodanno, Sacramento, Capitale della California. La donna dai capelli rossi e corti, che indossa
un abito rosso senza maniche che le arriva sino al ginocchio, si ferma davanti
al Giudice Capo della California, alza la mano destra ed abbozza un sorriso
prima di dire con voce stentorea:
-Io, Lucille Abadon, giuro solennemente…-
Tra il pubblico alcuni volti
soddisfatti, qualcuno cupo e due occhi di un rosso brillante che la fissano con
odio.
Ognuno
di noi è il suo proprio diavolo, e noi facciamo di questo mondo il nostro
inferno.
(Oscar Wilde)
#88
CUORE DI TENEBRA
1.
Burbank, Contea di Los Angeles, una notte di
pochi mesi prima.
Il posto è il garage di una villetta a due piani. La ragazza bionda
dimostra poco più di vent’anni ed indossa un giubbotto di pelle nera con una profonda scollatura che le
lascia l’addome scoperto, un perizoma rosso e stivaletti neri.
Gli occhi che fino a pochi attimi prima erano di un
azzurro profondo ora sono rossi e dalle sue labbra piegate in una smorfia
crudele spuntano canini appuntiti. Nella sua mano si materializza una corta
spada che punta alla gola dell’uomo davanti a lei dicendogli:
-Non abbiamo nulla da dirci io e te.-
-È così che accogli tuo padre, bambina?- ribatte l’altro per nulla
spaventato.
È alto, ha il volto affilato su cui spiccano un paio di baffetti ricurvi ed un
pizzetto caprino e veste un impeccabile completo nero gessato tre pezzi.
-Non sei mai stato un padre per me ed io non sono più una bambina.-
ribatte lei.
Lui
si limita a sorridere e con la mano sinistra allontana la spada. Nella mano
destra ha una mela che allunga verso di lei.
-Prendila pure, è buona.- le dice
-Eva l’ha apprezzata molto. Ma forse quella non era una mela. È passato tanto
di quel tempo che non è facile ricordarselo.-
-Piantale di dire scemenze e dimmi
perché sei qui?-
-Diciamo che mi piacerebbe
conoscerti meglio, Veronica... o preferisci che ti chiami Jazz? Certo Jazz Jade
suona meglio di Veronica Vitali per una carriera nel porno.-
-Ti interessa quello che faccio per
vivere?-
-Puoi anche non crederci ma io mi
sono sempre interessato alla vita dei miei figli e sono rimasto deluso quando
molti di loro mi hanno respinto.-
-Chissà mai perché?-
Jazz Jade
tace per qualche istante poi la curiosità ha il sopravvento e chiede:
-Quanti figli hai?-
-Ne ho avuti tanti. La ricerca del
perfetto Anticristo è stata lunga e laboriosa. Ho fatto diversi tentativi prima
di trovare quella giusta.- risponde l’altro.
-Lucille Abadon.-
-Tua sorella non ha avuto problemi
ad accettare la sua natura e la sua eredità. Non si è fatta fuorviare da
scrupoli morali, religiosi o di altra natura. L’unico dio che adora sono io.-
-Tu non sei Dio, sei il Demonio!-
sbotta Jazz.
Suo
padre sogghigna e ribatte:
-Ecco la brava ragazza cattolica
che salta fuori, ma tu non sei una brava ragazza, non è vero Jazz? Non lo sei
mai stata. Non lo eri da bambina e non lo sei da adulta. Il peccato e la
trasgressione ti affascinano, non negarlo. Unisciti a me e ne avrai quanto ne
vuoi e senza gli stupidi lacci della cosiddetta Morale.-
Ancora
silenzio, poi la ragazza esclama:
-Mai! Vade
retro Satana, io ti respingo!-
Lui
scoppia a ridere poi le rivolge un sorriso lascivo e replica:
-Il libero arbitrio è una
seccatura. Puoi respingermi adesso ma in futuro potresti non essere così ferma.
Ci rivedremo ancora, figlia.-
Dà
un morso alla mela aprendo la bocca in modo innaturale poi scompare
semplicemente lasciando cadere il torsolo sul pavimento del garage.
Los Angeles, California,
Hollywood Hills. Il luogo è un club molto riservato, sede di un circolo, qualcuno lo
definirebbe una setta, di aderenti al cosiddetto stile di vita vampirico. Non sono veri vampiri ovviamente ma al momento
ospitano una donna che lo è sul serio.
Lilith Dracula è la
figlia di quello che è forse il più famoso vampiro del Mondo. Suo padre è morto
e lei ne ha ereditato il ruolo di leader supremo di tutti i vampiri o almeno di
quelli appartenenti alle tradizioni europee, una sovranità che esercita con il classico
pugno di ferro nel guanto di velluto.
Il motivo che l’ha
spinta ad attraversare l’Oceano Atlantico è molto serio: sono in gioco la
libertà e la sopravvivenza stessa della sua stirpe e lei è determinata a non
cedere senza combattere.
In questo momento è
impegnata in un contatto telepatico con tre suoi luogotenenti: arcivampiri che non rispondono a nessun altro vampiro che a
lei: Lord Ruthven nelle isole britanniche, la
Contessa Carmilla von Karnstein
nell’Europa Centrale e Sir Francis Varney in quella
meridionale. I rapporti che riceve sono tutti soddisfacenti: ognuno di loro ha
allargato il proprio branco ma con discrezione, senza suscitare allarmi come
deve essere.
Solo Hannibal King,
il vampiro che Lilith ha di recente scelto come suo consorte[1]
non dà segno di sé e questo è preoccupante alla luce della missione che lei gli
ha affidato. Cosa può essergli accaduto?
Da qualche parte. Forse nelle
paludi delle Everglades, Florida. La prima cosa che colpisce Hannibal
King quando riapre gli occhi è che è ancora vivo. Non solo gli esseri che hanno
assalito lui, Frank Drake e Jennifer Kale non li
hanno uccisi,[2] ma a
quanto pare hanno fatto in modo di preservare il suo corpo al sicuro durante il
giorno. La domanda gli sale alle labbra spontanea:
-Perché?-
-Me lo stavo chiedendo anch’io.-
La donna che ha
parlato è naturalmente Jennifer Kale, sempre nel suo
succinto costume azzurro acciaio, accanto a lei Frank Drake.
-Non ci hanno uccisi.- aggiunge quest’ultimo -Mi pare evidente che ci
vogliono vivi per qualche motivo, ma quale?-
-Credo che stiamo per scoprirlo.- replica King.
La porta della stanza
in cui si trovano si apre e sulla soglia si staglia un uomo con abiti a
brandelli. I tre capiscono immediatamente che cosa sia.
-Uno zombie!- esclamano quasi all’unisono.
L’essere fa loro cenno di seguirlo e dopo
essersi scambiati un’occhiata i tre decidono di farlo, non foss’altro che per
soddisfare la loro curiosità.
Il vampiro, la strega ed il discendente di
Dracula seguono lo zombie, a cui se ne aggiungono altri a far loro da scorta,
lungo un corridoio immerso nella penombra.
-Io conosco questo posto.- mormora King.
-Davvero?- chiede Drake -E che sarebbe?-
-Questa è…- comincia a dire Jennifer.
Prima che possa aggiungere qualcosa in più,
però, gli zombie si fermano, una porta si apre e lei e gli altri due sono
spinti in una stanza buia.
C’è un ‘unica fonte di luce che arriva
dall’alto ed illumina fiocamente una specie di trono su cui sta seduta una
figura massiccia, un uomo presumibilmente.
È una voce maschile, infatti, quella che si
rivolge loro:
-Benvenuti, miei graditi ospiti, nella… Torre delle Ombre.-
2.
Da qualche parte, nelle tenebre.
I vampiri esistono dall’alba dei tempi. Si raccontano molte leggende su come e
quando sono nati ma nessuna è pienamente soddisfacente.
Una di queste leggende, che è diventata
popolare negli ultimi tempi, vuole che un consorzio di stregoni dell’antica
Atlantide abbia mutato in vampiro un uomo di nome Varnae
e che questi, dopo averli uccisi tutti, abbia sparso il virus del vampirismo in
tutto il mondo, teoria che sembra contraddetta da storie di vampiri che
risalgono a millenni prima, all’epoca del leggendario Kull
il Conquistatore.
Secondo un’altra versione, elaborata da alcuni
studiosi ebrei, la prima vampira sarebbe nientemeno che Lilith, la prima moglie
di Adamo, scacciata dall’Eden e che unitasi al demone Asmodeo
sarebbe diventata la madre di molti demoni.
Anche su come si diventa vampiri non c’è
consenso. È sicuro che lo si diventa dopo essere stati morsi ed uccisi da un
altro vampiro, ma lo si può diventare perché maledetti o perché morti troppo
presto per così dire. Questa è la tradizione più famosa, quella che arriva dai
Balcani ma ogni popolo ha le sue tradizioni sui vampiri e non sono tutte
uguali.
Lilith Dracula entra
in un ampio salone dove siedono a semicerchio varie figure maschili e
femminili, alcune dalle sembianze umane altre decisamente meno.
-Benvenuta tra noi.- la saluta un nero imponente avvolto in una tunica
scura -Prendi il tuo posto tra noi.-
. Lilith si siede su un
seggio di pietra e si guarda intorno. Sa bene chi sono quelli che ha davanti:
rappresentanti delle varie specie di vampiri che esistono sulla Terra. Possono
essere differenti nell’aspetto, avere anche poteri e debolezze diverse da
quelli dei vampiri europei che lei rappresenta, ma tutti hanno in comune il
nutrirsi dei fluidi vitali degli esseri umani.
-Ora che siamo tutti.- continua il nero -Possiamo cominciare.-
Il Parlamento dei
Vampiri è in sessione.
La Torre delle Ombre.
Questa costruzione è forse antica quanto il tempo stesso ed esiste
contemporaneamente in tutti i luoghi ed in nessuno.
C’è chi dice che è una delle entrare
dell’Inferno e chi che sia una manifestazione dell’Inferno stesso. Una cosa è
certa: pochi esseri umani vi sono entrati e ne sono usciti vivi o sani di
mente. Hannibal King è uno di loro.
-Tu chi sei?- chiede all’uomo assiso sulla specie di trono davanti a
lui.
-Diciamo che sono il nuovo padrone di casa e che è un ruolo in cui mi
trovo molto a mio agio. Se vi serve un nome, chiamatemi pure Cross.-
Ora che è in piena
luce, è evidente che l’uomo è un nero, alto, dal fisico scolpito che indossa
una specie di tunica nera bordata di rosso.
Frank Drake riflette
rapidamente: il suo accento sembra afrocaraibico con qualche traccia di
cockney.[3]
Questo tizio viene da Londra come Blade forse? E a
proposito del suo vecchio partner nei Nightstalkers…
-Dov’è Blade?- chiede.
L’uomo sorride e
replica:
-Il caro Eric e la sua amichetta Dominique sono miei graditi ospiti…
non molto volontari, lo ammetto.-
Schiocca le dita ed
ecco che un angolo della stanza si illumina mostrando Blade
a torso nudo ed una ragazza dalla pelle color caffelatte anche lei seminuda,
entrambi legati ai lati opposti dello strumento di tortura medievale noto come
ruota.
-Una sistemazione non degna di loro ma non mi hanno dato scelta.-
-Chi sei?- ripete Jennifer Kale -Chi sei
veramente?-
-Una volta ero un uomo come tanti, poi sono… rinato ed ora sono molto
di più: un angelo caduto, un diavolo. Ribelle e presto il Signore
dell’Inferno.-
Ed anche un pazzo,
pensa Frank
Beverly Hills, Contea di Los Angeles. Katherine Fraser esce dal Beverly Wilshire Hotel e si incammina verso Rodeo Drive, forse il
più famoso viale di tutta la California dopo Sunset
Boulevard con cui, peraltro, si incrocia.
Kate non è
particolarmente interessata ai negozi dei grandi marchi internazionali del
lusso e della moda, anche se, ovviamente, non manca di dare qualche occhiata
alle vetrine di tanto in tanto.
Oltre dalla figlia che nascerà tra non molto,
i suoi pensieri sono occupati da varie preoccupazioni: una vacanza si è
trasformata in una lotta per la sopravvivenza in cui sono coinvolte anche
entità soprannaturali, non esattamente una novità per lei a pensarci bene, ma
non vuol dire che debba piacerle.
Qualcuno le passa accanto e le sfiora una
manica. È un attimo e Kate non è più a Los Angeles ma sulla cima di un monte
dove assiste a qualcosa di sconvolgente.
La sensazione dura un attimo ma basta perché
lei gridi e poi crolli al suolo svenuta.
3.
Hollywood Hills, Contea di Los Angeles. Credete nelle streghe? Probabilmente no, se
non credete nei vampiri, nei licantropi e nelle altre creature soprannaturali
che sono tramandate nel folklore di tutto il mondo.
Come esistono loro,
esistono anche le streghe ovviamente. Ma di quali streghe stiamo parlando? Ce
ne sono di tutti i tipi, sapete? Nei tempi antichi erano rispettate e perfino
riverite, poi divennero temute e odiate. Si diceva che fossero serve del
Demonio, che si ritrovassero periodicamente in certi luoghi alla presenza del
Diavolo per danzare alla luce della luna piena ed abbandonarsi a pratiche
oscene.
È abbastanza ovvio
capire come queste credenze fossero legate ad una atavica paura della donna e
del sesso, ma in tutte le leggende c’è un fondo di verità e Paula Harper lo sa
molto bene.
Era il 1954 e lei era
una ricca ereditiera egoista e senza cuore che aveva coscientemente portato
alla rovina tutti gli uomini che si erano innamorati di lei.
Un giorno il destino si era preso la sua
rivincita: un cancro inoperabile l’avrebbe uccisa in meno di un anno; poteva
solo imbottirsi di antidolorifici per sopportare un dolore senza crescente con
la consapevolezza che un giorno non sarebbero bastati.
Fu allora che incontrò un uomo. Il suo nome
era Walter Mead, era misterioso ed affascinante e Paula se ne innamorò.
Purtroppo per lei, lui la respinse e l’accusò di essere corrotta e malvagia, in
parole povere: una strega. Lei respinse con sdegno le accuse e lui la sfidò a
recarsi da sola, sulla Montagna Nera, in Europa, nella notte in cui si sarebbe
celebrato un sabba. Paula accettò.
Giunse sul posto e da sola raggiunse una valle
e scopri che davvero si stava svolgendo un sabba in uno scenario che sembrava
uscito da un quadro di Hyeronimus Bosch o da una
stampa di Gustav Dorè.
Spinta da una forza irresistibile, Paula si
unì ai partecipanti al sabba: danzò fino allo sfinimento, fece, vide ed udì
cose che non aveva immaginato nemmeno nei suoi sogni più folli. Alla fine
dovette ammettere con se stessa di essere diventata una strega, quel tipo di strega
devota al Diavolo. Fu a quel punto che le apparve Walter Mead che si rivelò di
essere Satana e le rivelò anche altre due cose: la prima era che era diventata
immortale, il cancro non l’avrebbe uccisa; la seconda che il dolore sarebbe
continuato per tutta l’eternità che le restava da vivere, un’eternità che
avrebbe passato servendolo.
Sono passati
più di 75 anni da allora e lei non è invecchiata di un giorno mentre il dolore
la divora ancora dall’interno al punto che vorrebbe solo morire, ma non può,
questa è la sua condanna.
Ora è di nuovo ad un sabba ma se allora era
una semplice discepola, oggi è molto di più, adesso è lei a dirigere le danze.
-Brava, Paula.- le sussurra una voce all’orecchio -Ancora una volta
non mi hai deluso.-
-Come sempre, mio Signore e Padrone.- risponde lei.
Nonostante tutto
sulle sue labbra si forma un sorriso mentre si prepara ad accogliere i
partecipanti, umani e non, al sabba.
La Torre delle Ombre. L’uomo in tunica
fa un sorriso divertito mentre si rivolge a Frank Drake:
-No, Mr. Drake, non sono pazzo, so esattamente cosa sto facendo.-
Frank Drake rimane
sorpreso e balbetta:
-Tu… tu mi hai...?-
-Letto nel pensiero? Ovviamente sì. È solo uno dei molti talenti che
ho acquisito al prezzo della mia anima immortale, acquisendo conoscenze
proibite insopportabili per i più, conoscenze che mi hanno conferito un potere
che rivaleggia con quello del Diavolo stesso… che infatti non ha osato
affrontarmi direttamente ed ha mandato Blade, l’unico
che avrebbe potuto uccidermi ma anche lui non è stato alla mia altezza: è
caduto quasi subito.-
-Come ci sei riuscito?- interviene Hannibal King -Blade
non è certo uno sprovveduto.-
-Vorresti il classico riassunto del cattivo? Beh, perché no?-
E l’uomo che ha detto
di chiamarsi Cross comincia a raccontare.
Da qualche parte nelle paludi
delle Everglades, Florida. Qualche giorno prima. Blade
non sa dire da quanto tempo sta camminando ma sa con certezza che la sua meta è
vicina.
-Siamo arrivati.- afferma la ragazza di nome Dominique.
Improvvisamente
appare davanti a lui: una costruzione alta e completamente nera.
-La Torre delle Ombre.- spiega la ragazza -Esiste contemporaneamente
in molti piani di realtà.-
-Ne ho sentito parlare.- replica Blade -Se
lui è all’interno, allora entrerò anch’io.-
-Immagino che sia inutile avvertirti di quanto sia pericoloso, vero?-
ribatte Dominique.
Blade
non l’ascolta nemmeno. Si avvicina al pesante portone… che si apre da solo.
-Non mi piace.- sussurra la ragazza.
Scrolla le spalle e
lo segue. La porta si chiude alle loro spalle. Un minuto dopo l’urlo di una
donna lacera l’aria seguito solo dal silenzio.
La creatura fatta di
fango e vegetazione nota come Uomo Cosa si avvicina alla sinistra costruzione e
per un attimo sembra che voglia spingere il portone, poi, semplicemente, si
gira e se ne va.
4.
Contea di Los Angeles, Santa Monica
Mountains nei pressi di Topanga Canyon, oggi. In sella alla sua moto, con il vento che le
scompiglia i capelli, Jazz Jade, la Cacciatrice delle Ombre, è ancora scossa
dall’incontro con l’essere che dice di essere suo padre, il Diavolo in persona,
e si chiede il perché della sua visita. Cosa voleva veramente da lei?
Scaccia quei pensieri
ed arresta la moto davanti alla sua meta: Il Tempio Nero della Chiesa di Satana, una costruzione in muratura in
stile coloniale ispanico.
In piedi davanti al
portone principale, la sta aspettando un ometto dall’aria insignificante che
sembra molte cose ma certo non il numero 2 della Chiesa di Satana a Los
Angeles.
Jade gli si avvicina e
gli dice:
-Ciao, Seth. Potresti, per cortesia, smettere di sbavare, farti
rientrare gli occhi nelle orbite e dirmi che novità ci sono?-
Seth Lieber deglutisce. Da quando ha conosciuto Jazz[4] gli è
sempre stato difficile mantenersi lucido in sua presenza specie quando è
vestita così, il che può sembrare strano visto che nei suoi film lei è
praticamente sempre nuda.
-Ehm…- esordisce -… ci sarà un grande raduno di tutti i satanisti
proprio qui a Los Angeles, organizzato dalla Chiesa dei Dannati e siamo stati
invitati anche noi.-
Se la Chiesa di Satana
e le altre organizzazioni similari non sono sostanzialmente che dei circoli di
edonisti, la Chiesa dei Dannati è realmente dedita al culto di Satana ed è
sospettata di praticare sacrifici umani. Jazz sa che è vero perché lei stessa
ha rischiato di essere sacrificata su un altare di pietra.[5]
-E dove sarà questo raduno?- chiede.
-Nelle Hollywood Hills. Lo… lo hanno chiamato
un sabba e dicono che interverrà la Grande Sacerdotessa della Chiesa dei
Dannati in persona.-
La sfuggente Grande
Sacerdotessa la cui identità è ignota ma sulla quale Jazz ha più di un
sospetto.
-Interessante.- commenta -Credo che ci farò una capatina e…. Seth… i
miei occhi stanno più in alto.-
Il viso dell’ometto
avvampa e Jazz scoppia in una risata.
La Torre delle Ombre.
Cross fa un sorrisetto compiaciuto e prosegue il suo racconto:
- Blade si è battuto fino alla fine ma né
lui né la piccola Dominique hanno mai avuto speranze. Lui avrebbe dovuto
saperlo?-
-Lui?- chiede Frank Drake
-Quando l’ho conosciuto io preferiva farsi chiamare Satana ma ha usato
altri nomi come: Lucifero, Mefisto, Satannish e tanti
altri. A dire il vero non sono mai stato sicuro che fosse sempre lui o un
diverso Signore degli Inferi, ma non ha importanza: uno o tanti che siano, mi
sono elevato oltre la loro portata.-
-Bel discorsetto,- lo interrompe Hannibal King -Ora, però, vorrei
sapere perché non hai ucciso Blade e la sua amica… e
perché hai risparmiato anche noi?-
-La vita è noiosa qui nella Torre delle Ombre, sapete?- è la risposta
-Confido che saprete ravvivarla.-
Il pavimento sotto i
tre prigionieri scompare inghiottendoli per poi richiudersi sopra le loro teste.
Da qualche parte, nelle tenebre.
Lilith si rimette a sedere sul suo scranno. Ha detto quello che aveva da dire
ed ora sta agli altri decidere. La loro decisione, qualunque sarà, influenzerà
un mondo ignaro.
Il primo a prendere
la parola è lo Xhosa[6] che
presiede questo speciale meeting di vampiri:
-Ho ascoltato il tuo discorso, figlia di Dracula e l’ho trovato
interessante. Desideri che ci esprimiamo adesso sulla tua proposta?-
-Sono qui per questo, Potente Vane.- replica Lilith -Quello che vi
chiedo sarà a beneficio di tutti noi.-
-Ed io ti credo, per questo, anche nel nome degli Impundulu,
ti offro il mio appoggio ed esorto gli altri a fare altrettanto.-
-Purché tu non pretenda di guidarci, donna: gli Asambosam
di cui sono il Signore non si sottomettono a nessuno e men che meno ad una
bianca, al cui popolo il mio ha resistito con fierezza.- afferma un altro nero
ma dalla pelle molto più chiara, alto, segaligno, il volto attraversato da
tatuaggi, e con denti di metallo che scintillano alla luce della luna che
filtra nell’anfiteatro
-Non il mio popolo, Groza.- replica Lilith
-Né il fiero popolo valacco né quello magiaro hanno mai avuto animosità verso i
prodi Ashanti ed io non desidero dominarne i vampiri.[7]
Mio padre ha combattuto per l’indipendenza del suo paese fino alla morte ed
oltre. Io non attenterò alla vostra. Hai la mia parola.-
-Hai l’appoggio anche degli Adze.- dice un
altro nero.
Uno dopo l’altro
rappresentanti delle varie specie di vampiri di ogni parte del mondo esprimono
il loro voto e sono quasi tutti a favore. Finalmente Lilith si rilassa.
5.
Da qualche parte nella Torre delle Ombre. Frank Drake cade per quella che gli sembra un’eternità
poi finalmente la caduta termina senza un graffio.
I suoi occhi ci
mettono poco tempo ad adattarsi alla semioscurità e gli permettono di
distinguere dove si trova.
-Non è possibile!- esclama.
Sono i sotterranei
del Castello Dracula in Transilvania. È davvero lì o è solo un’illusione?
-Fraaank!-
La voce di una donna
che riporta alla mente ricordi che pensava di aver rimosso.
-Vieni da me, Frank.-
Esce dall’ombra e la
vede: i lunghi capelli castani, gli occhi azzurri, i lunghi canini che escono
dalle labbra atteggiate ad un osceno sorriso, le braccia aperte mentre avanza
verso di lui.
-Jeanie?- esclama Frank -Tu sei morta: ti ho
ucciso io.-[8]
-Non te lo avevo detto, Frank?- replica Jean Ovington
-Un vampiro non muore mai… mai.-
Da un’altra parte nello stesso
edificio. Anche la caduta di Jennifer Kale si
è arrestata. Prima che possa rendersi conto di dove si trova, forti mani la
afferrano e la legano ad un palo. Delle fascine sono accumulate ai suoi piedi
mentre una voce stentorea dice:
-Jennifer Kale, sei stata accusata di essere
una strega e giudicata colpevole.-
Davanti a lei un uomo
dai lunghi capelli bianchi che indossa la sobria veste nera dei Puritani del
tardo XVII Secolo.
-In quanto tuo giudice, spetta a me, Cotton Mather, emettere la sentenza
e questa sentenza è il rogo.-
Una mano getta una
torcia sulle fascine e le fiamme si levano a lambire le gambe di Jennifer.
Da un’altra parte ancora.
L’uomo chiamato Cross si avvicina a Blade incatenato
e schiocca le dita.
-Non è più il momento di dormire, Eric.- dice.
Blade
si sveglia di colpo e gli ci vogliono pochi secondi per rendersi conto di dove
si trova e della sua situazione. Guarda l’uomo davanti a lui ed esclama:
-Tu, schifoso bastardo, figlio di…-
-Modera il linguaggio, Eric.- replica l’altro con ironia -Ti pare
questo il modo di rivolgerti a… tuo padre?-
FINE OTTANTOTTESIMO EPISODIO
NOTE DELL’AUTORE
Sorpresi dal finale? Beh,
non sarà la sola sorpresa che vi aspetta. Altre ancora nel prossimo episodio.
Anche stavolta poche ed essenziali note:
1) La Torre delle Ombre compare per la prima
volta in Tower of Shadows (e dove sennò?) #1 datato
settembre 1969 ad opera di Johnny Craig.
2) Vane è stato creato da Robert Rodi & Bruce
Jones su Tomb of Dracula Vol. 4° #2 datato gennaio
2005. Io l’ho un po’ modificato per i miei scopi.
3) Groza è stato creato da Robert Rodi & Bruce
Jones su Tomb of Dracula Vol. 4° #4 datato marzo
2005. Vale per lui quanto detto per Vane.
4) Seth Lieber è stato
creato da Fabio Chiocchia su Hellstrom
MIT #1.
5) Gli Impundulu sono i
vampiri dell’Africa del Sud la cui origine non è chiara. Possono trasformarsi
in un uccello detto Uccello Fulmine e sono immuni a tutto tranne che al fuoco.
6) Gli Asambosam sono i
vampiri del Popolo Ashanti, hanno denti di ferro, piedi uncinati e vivono sugli
alberi.
7) Gli Adze
appartengono, invece, al folklore degli Ewe che
vivono in Ghana e Togo. Possono trasformarsi in lucciole e non sembrano avere
debolezze particolari.
Nel prossimo episodio: demoni, streghe, sabba
e naturalmente vampiri.
Carlo
Carlo
[1] Due episodi fa.
[2] Visto nell’ultimo episodio.
[3] Accento popolare londinese.
[4] Sul nostro Hellstrom #3.
[5] Sempre su Hellstrom #3.
[6] Etnia Bantu che vive prevalentemente in Sud Africa ed a cui apparteneva anche Nelson Mandela.
[7] Etnia dell’attuale Ghana meridionale.
[8] Su Tomb of Dracula Vol. 1° #2 (Prima edizione italiana Albi dei Super Eroi, Corno, #3).