Chi ha intelligenza calcoli il numero della Bestia, infatti è numero d'uomo, e il suo numero è seicentosessantasei

(Apocalisse 13, 16-18)

 

 

PROLOGO

 

 

New Orleans, ultima settimana di maggio. L’uomo è quello che da queste parti definiscono afroamericano, il che è ironico se si pensa che è nato in Inghilterra e che i suoi avi vi erano probabilmente immigrati da una delle isole caraibiche non molto distanti da lì dove erano giunti come schiavi.

            Anche in una città abituata alla diversità come New Orleans, lui non rimane inosservato, alto, ben piazzato, aria di chi fa regolarmente esercizio fisico ma senza esagerazioni o aiuti farmacologici. Veste un giubbotto di pelle nera su una maglietta rossa, jeans e stivaletti; gli occhi sono coperti da occhiali scuri che non toglie nemmeno di notte. Il suo passaggio ispira sensazioni contrastanti in chi lo incontra: un misto di ammirazione e timore. È un uomo pericoloso, lo si capisce istintivamente, ma per chi o cosa? Questo si chiedono alcuni dei passanti mentre entra in una palazzina del Vieux Carré, il Quartiere Francese, gli altri, gli abitanti della zona, lo sanno benissimo.

Il nome con cui si fa chiamare abitualmente è Blade, il suo vero nome non lo usa da così tanto tempo che forse non lo ricorda nemmeno più. È un investigatore privato ma di un tipo molto particolare: se avete problemi con vampiri, licantropi, zombie, fantasmi ed altri esseri o entità soprannaturali e vi trovate nella zona del Golfo del Messico, lui è l’uomo giusto per aiutarvi a risolverli.

Quelli come lui li chiamano Detective dell’Occulto o anche Indagatori dell’Incubo, ma lui preferisce la definizione che ha quanto ha sentito dire fu inventata per un giornalista degli anni 70 e che lui ed un paio di suoi amici adottarono per loro stessi, la stessa che è scritta sul vetro smerigliato della porta del piccolo ufficio che ancora mantiene nella Città della Mezzaluna ed in cui si appresta ad entrare: Nightstalker.

Quando apre la porta Blade ha la sorpresa di trovare, seduto su una delle poltroncine davanti alla scrivania, un uomo vestito con un impeccabile completo nero gessato con gilet. Sul volto affiliato dal profilo aquilino fanno bella mostra un paio di baffetti ricurvi ed un pizzetto caprino.

-Chi è lei e come è entrato qui?- esclama Blade avanzando minacciosamente.

-Le porte chiuse non sono mai state un problema per me quando voglio davvero andare da qualche parte, Mr. Brooks.- risponde lui ostentando tranquillità.

            Blade si blocca nell’udire che l’intruso conosce il suo vero nome.

-Chi sei?- chiede ancora con tono più brusco ed al tempo stesso guardingo.

-Se proprio vuole un nome, può chiamarmi Louis Cypher.- replica l’altro con un sorrisetto ironico.

-Mi stai prendendo in giro?-

--Forse mi sto divertendo un pochino, lo ammetto, ma in fondo è nella mia natura. Nella tua, invece, è essere più cupo di Wesley Snipes nei suoi film.-

-Assumerti, naturalmente. Devi trovare una persona per me.-

-Non sono quel genere di detective.-

-Ed io non sono quel genere di cliente.-

-Quello o quella che stai cercando… tu puoi trovarlo quando vuoi, quindi perché rivolgerti a me? Dov’è il trucco?-

-Non c’è trucco e non c’è inganno. Come avrai capito, quella di cui ti sto parlando, non è una normale persona scomparsa. Tanto per cominciare, dovrebbe essere morta ma ha trovato il modo di sfuggire al suo fato sottraendomi così la sua anima immortale, che è mia di diritto, e ciò è decisamente seccante.-

-Se lo dici tu. Da quel che ne so, però, dovresti esserci abituato.-

-Oh, sì, il pentimento dell’ultimo minuto e sciocchezze simili. Ordinaria amministrazione, ma questo caso è diverso.-

            Louis Cypher tace, estrae da una tasca del panciotto un uovo sodo e lo inghiotte intero, poi torna a rivolgersi a Blade:

-L’ho visto in un film. L’attore, interpretava me, naturalmente. Era molto bravo e riusciva a renderlo inquietante, molto inquietante. Ma sto divagando, torniamo al nostro caso. Normalmente se ne occuperebbe una mia… agente, diciamo, ma l’ho… distaccata ad altri servizi per il momento e così devo rivolgermi a te.-

-E perché dovrei aiutarti? Di solito siamo nemici giurati.-

-Perché mi devi un favore: senza di me saresti ancora posseduto dalla versione del Demogorgo creata da Chthon e saresti il suo scodinzolante cagnolino.-

            Blade lo fissa con odio mentre l’altro continua a sorridere. Infine sospira e dice:

-Ti è convenuto o altrimenti Chthon e sua figlia avrebbero reso questa dimensione un inferno vero e proprio e tu saresti diventato il re del nulla.-[1]

-Forse hai ragione e forse non mi devi nulla… o forse no, tu che dici?-

            Blade rimane silenzioso per qualche istante, poi replica:

-Chi dovrei trovare?-

            L’altro sorride sornione e dice un nome. Dopo averlo sentito Blade risponde:

-Va bene.-

Louis Cypher si alza in piedi sorridendo e dice:

-Ne ero certo. Ci risentiremo quando avrai portato a termine il tuo compito. Ti contatterò io.-

            Attraversa la soglia. Dopo un istante Blade esce nel corridoio ma non c’è già più nessuno, solo un vago odore di zolfo.

 

 

FINE DEL PROLOGO

 

 

 

  

 

#85

 

ASCENSORE PER L’INFERNO

 

1.

 

 

Beverly Hills, Contea di Los Angeles, prima settimana di giugno. Di una cosa Katherine Fraser è certa: sua figlia ci sa fare coi calci. Evidentemente è impaziente di venire al mondo.

-Pazienta, piccola.- le dice con la mano sul pancione -Mancano ancora due mesi, non avere fretta di nascere.-

            Frank Drake sorride ed aggiunge:

-È una Drake. L’impazienza è una dote di famiglia.-

-E è anche per metà scozzese e noi non siamo famosi per il buon carattere.-

-Me ne sono accorto.-

-E con questo cosa vorresti dire?-

-Solo che non è saggio farti arrabbiare. Dopotutto quante donne incinte si sarebbero fatte tremila miglia da una costa all’altra degli Stati Uniti solo per incontrare una vampira di quasi 600 anni che aveva venduto l’anima ad un antico demone?-

-Era necessario. Non mi è mai piaciuto fare la parte della preda. Doveva essere chiaro che sono la cacciatrice. L’ho fatto anche per lei.-

            Kate si tocca ancora il ventre e Frank si incupisce. Mentre lo assale la consapevolezza che la figlia che presto nascerà ed il suo primogenito che è rimasto in Inghilterra sono destinati a vivere in mondo in cui saranno costantemente sotto la minaccia di creature che la gente comune confina a miti e leggende.

Il piccolo Quincy a volte si sveglia di notte piangendo. Che il suo subconscio ricordi quando sua madre è stata uccisa da Dracula sotto i suoi occhi di neonato? Quincy stato troppo a lungo lontano da lui, pensa ancora Frank. Deve finire questa faccenda al più presto e tornare a casa.

-Incredibile!-

            Il flusso dei suoi pensieri è interrotto dall’esclamazione di Kate.

-Cosa c’è adesso?- le chiede.

-Ricordi quei due candidati in cui onore è stato dato il party dell’altra sera? Hanno vinto le elezioni primarie.- risponde lei.

-Beh, i sondaggi lo avevano predetto, cosa c’è di strano?-

Lei, la candidata Governatore.- Kate indica lo schermo in cui una donna bionda sta tenendo una conferenza stampa -Non ha solo vinto, ha stravinto e c’è qualcosa in lei, qualcosa che percepisco anche solo a vederla, senza esserle vicina o toccarla… qualcosa di inquietante.-

            Frank annuisce, ha imparato a rispettare i poteri della sua compagna. Kate è una mutante dai poteri psicometrici ma invece di infilarsi un costume colorato, scegliersi un buffo nome in codice e magari unirsi a qualche supergruppo con la X nel nome ha scelto di fare la poliziotta ed usare il suo talento per le indagini. Se dice che in Lucille Abadon c’è qualcosa di strano, Frank le crede senza riserve. Non è solo lei ad attirare la sua attenzione ma anche le due persone al suo fianco durante la conferenza: una donna bionda che indossa un tailleur nero ed ha occhi azzurri che sembrano incavati a causa del trucco… o almeno Frank spera sia quello il motivo… che le danno un’aria quasi spettrale ed un uomo dai capelli tra il biondo ed il rosso sulla quarantina che ha una sorprendente rassomiglianza con un uomo che Frank conosce bene: Johnny Blaze che è stato, e forse lo è ancora, Ghost Rider. Chi sei davvero? Si chiede. In qualche modo che non sa spiegarsi, Frank sente che la risposta è importante.

            In quel momento davanti a loro appare una figura evanescente, la forma astrale del…

-Dottor Strange!- esclamano all’unisono Frank e Kate.

-Dobbiamo parlare.- dice lo Stregone Supremo.

 

            New Orleans. La stessa sera. L’uomo chiamato Blade percorre il Vieux Carrè a passo sostenuto. Il suo viso mostra una cupezza insolita perfino per lui.

            Si ferma davanti ad un palazzo molto antico ed esita solo poco più di un istante prima di appoggiare la mano al pesante portone e trovarlo aperto. Evidentemente la proprietaria è già al corrente della sua visita e gli sta dicendo a modo suo che è il benvenuto.

            Blade sale uno scalone, poi percorre un corridoio ed arriva in un salone illuminato solo dalla luce della luna che entra da una porta finestra spalancata. Fa un paio di passi nella stanza ed ecco che alla sua destra echeggia una voce;

-Benvenuto nella mia umile dimora, Blade.-

            Lui si volta nella direzione della voce ed in angolo vede un tavolino illuminato da una candela posta sul suo ripiano ed a cui siede una donna intenta a voltare le carte di un mazzo di tarocchi. Il suo volto è in ombra, i lunghi capelli neri scendono sulle spalle nude.

            Blade non perde tempo a riflettere sul fatto che fino ad un istante prima quell’angolo sembrava vuoto e buio, sa bene di cosa è capace la padrona di casa. Si dirige verso di lei e dice:

-Marie Laveau, sapevo che non eri morta.-

            La donna alza lo sguardo verso di lui mostrando un viso di notevole bellezza del color dell’ambra e splendidi occhi neri che sembrano guardare direttamente nell’anima di chi le sta davanti. Un sorriso ironico le increspa le labbra mentre replica:

-Sono sempre stata difficile da uccidere, lo sai. Mi fa piacere rivederti Blade, anche se l’ultima volta mi hai squarciato il petto con uno dei tuoi coltelli.-[2]

-E non è bastato ad eliminarti per sempre.-

-Lo sai: l’erba cattiva non muore mai ed io sono molto, molto cattiva. Ma lasciamo perdere me. Cosa ti porta qui? La tua amante dalla pelle bianca non ti soddisfa più e sei venuto in cerca di una vera donna?-

-Preferirei accoppiarmi con un demone piuttosto che con te, strega.-

-Un giorno non molto lontano conoscerai qualcuno che l’ha fatto e quel giorno potresti rimpiangere le tue parole di oggi.-

-Che intendi dire?-

-Lo saprai al momento giusto.-

-Bah… non so perché sono venuto qui. È inutile che resti.-

            Blade fa per girarsi e Marie Laveau dice:

-Avrai il mio aiuto se me lo chiederai.-

-Non ho detto di averne bisogno.-

-Brucia troppo al tuo orgoglio ammettere che è per questo che sei qui? Non ne sono sorpresa, conoscendoti, tuttavia mi piacerebbe sentirtelo dire.-

            Blade serra i pugni e stringe le labbra. Dopo qualche secondo dice:

-Mi serve il tuo aiuto.-

            La Regina Voodoo di New Orleans scoppia in una risata divertita.

-Così mi piace, Blade. Come ti ho già detto avrai il mio aiuto. Comincerò col dirti che colui che cerchi è un bokor[3] molto potente. Si dice che sia immortale e che lo sia perché ha fatto un patto con uno spirito malvagio, uno spirito che è arrivato qui con i primi schiavi dall’Africa oltre tre secoli fa.-

-Sembra una favola per spaventare i bambini.-

-Non dirlo mai, non tu, Blade, tu che conosci i recessi più oscuri del soprannaturale ed hai guardato negli occhi i demoni. Io ho conosciuto colui che cerchi e ho provato timore.-

-Tu sai come trovarlo?-

-Sarà lui a trovare te e quando accadrà avrai bisogno di tutti i tuoi amici per sopravvivere. Chiamali, Blade, chiama i Nightstalkers.-

            Un’improvvisa folata di vento spegne la candela e quando cessa la sedia dietro il tavolino è vuota.

 

            Pacific Palisades, Los Angeles, la notte precedente. Il Tenente Eva Torres della Squadra Speciale Omicidi del Dipartimento di Polizia della Città di Los Angeles vede venire verso di lei una giovane donna bionda, apparentemente nuda dalle cui scapole si allungano due ali da pipistrello.

            Eva le ha sparato almeno tre volte ma senza successo. La ragazza, ha barcollato senza cadere portandosi una mano al petto ed estraendone uno scintillante oggetto metallico: un proiettile.

-Devi fare di meglio, Eva.- le dice ridendo -Molto meglio.-

            Ora che la vede più da vicino, Eva ne distingue i lineamenti ed esclama:

-Tu… sei Penny Abadon!-

-Quello era il guscio da cui sono uscita.- ribatte l’altra afferrando la detective per il collo -Ora, te l’ho detto: Sono l’Empia, principessa dell’Inferno, e sono la tua morte.-

-Sei soprattutto una che parla troppo.-

            Una lama dorata si infila nel fianco della ragazza demoniaca che urla piegandosi in due poi alza gli occhi verso chi ha parlato: una bella ragazza bionda di una ventina d’anni circa che indossa un giubbotto di pelle nera con una profonda scollatura e l’addome scoperto, un perizoma rosso e stivaletti neri. Nella mano destra impugna la spada rilucente che ha ferito la creatura che una volta era Penny Abadon… che non sembra aver subito danni a parte una specie di ustione nel punto in cui la lama è penetrata.

-Tu!- sibila -La figlia ribelle.-

-Anche tu lo eri mi dicono.- replica la giovane donna che si fa chiamare Jazz Jade -Adesso fai il lavoro sporco di mammina? Bel cambiamento.-

-Morirai per prima. Anche con la tua spada non sei alla mia altezza da sola.-

-E chi ha mai detto che è sola?-

            Dalle tenebre, esce improvvisamente la figura di un uomo di circa quarant’anni, alto, magro, che indossa un impermeabile ed i cui occhi rossi brillano alla luce della luna.

-Tu!- esclama Penny -Tu sei un…-

            Il nuovo venuto stira le labbra da cui emergono dei canini appuntiti e con voce calma replica:

-La parola giusta è… vampiro.-

 

 

2.

 

 

            Cimitero Monumentale di Highgate, Grande Londra, Inghilterra, una notte di giugno. Abigail Whistler si sofferma a guardare il busto in bronzo di un filosofo e teorico politico nato a Treviri in Germania nel 1818 e morto proprio a Londra nel 1883[4] e pensa che ci sono molti tipi di immortalità. Lei ha a che fare con il tipo peggiore.

            Se c’è un motivo per cui nell’ultimo mezzo secolo questo cimitero, che ospita molta gente famosa nel campo delle arti, della letteratura, della filosofia, della politica e perfino l’autore della prima grande rapina ad un treno, esercita una strana attrazione per i vampiri che vivono a Londra, Abigail non lo conosce ed in fondo nemmeno le importa di saperlo. Se le informazioni del Professor van Helsing sono corrette, nel cimitero vivrebbe, si fa per dire, una vera e propria colonia di vampiri, un branco secondo la definizione del Professore, guidato da sua nipote Rachel, divenuta da cacciatrice che era, un’arcivampira, una non-morta più potente degli altri e non soggetta alla volontà di nessuno. Il professore è assolutamente deciso a darle la pace eterna, come la chiama lui ed Abigail e la giovane giapponese di nome Michiyo Watanabe l’hanno seguito senza discutere. Entrambe hanno i loro personali motivi per odiare i vampiri.

-Ma chi abbiamo qui? Una pecorella smarrita?-

            La voce sembra venire dal nulla mentre una nebbia si condensa davanti ad Abigail diventando una donna dai capelli neri il cui volto è deturpato da una cicatrice a forma di croce e dalle cui labbra spuntano canini appuntiti.

-Non lo sai che è pericoloso aggirarsi per i cimiteri di notte?- dice ancora.

-Pericoloso per te.- ribatte Abigail mentre dalla balestra che impugna lascia partire un dardo.

           

            Downtown Los Angeles. La ragazza dai lunghi capelli biondi indossa solo un ridotto bikini azzurro e siede sul pavimento della sua stanza nella posizione del loto con gli occhi chiusi e l’espressione concentrata.

Improvvisamente spalanca gli occhi azzurri e dice una sola parola:

-Arrivo.-

            Allunga la mano destra ed un paio di stivaletti azzurri fluttuano verso di lei che se li infila con disinvoltura poi si alza in piedi con scioltezza e si sistema in testa una tiara argentea quindi schiocca le dita ed un mantello pure azzurro si drappeggia da solo sulle sue spalle. Lascia la stanza e quando esce all’aperto indossa un abitino azzurro corto ed aderente senza maniche con una scollatura non troppo vistosa, in testa ha un cappellino Fedora azzurro con un nastro argentato ed ai piedi sandali di marca.

            Con un sorriso di compiacimento Jennifer Kale ferma un taxi.

 

            Westside Los Angeles, California, Stati Uniti, la notte precedente. Mi chiamo Hannibal King e sono un investigatore privato. Se avete una certa cultura, probabilmente il termine vi evocherà alla mente un tipo alla Sam Spade, apparentemente cinico e disincantato ma con un forte senso morale ed un po’ di malinconia. Se siete appassionati di telefilm potrebbe venirvi in mente un tizio che viaggia in Ferrari ed è sempre circondato da belle donne. Io sono un po’ del primo tipo: mi piacciono gli impermeabili e mi muovo meglio di notte, anzi ci sono costretto.

                Per buona parte della mia vita professionale mi sono occupato delle solite cose: adulteri, persone scomparse ed altre amenità del genere, poi una notte mi imbattei in quello che sembrava solo un uomo anziano dalla chioma candida e quella fu l’ultima notte della mia vita. Cosa c’è che non vi persuade? Ok, sono morto e allora?

                C’è un lato buono nell’abitare in una grande città: può capitare che non trovino il tuo cadavere per più di tre giorni e che tu ti risvegli perplesso ma ben presto consapevole di ciò che sei diventato: un vampiro. Da allora ho cercato di tenere sotto controllo la mia sete di sangue, che placo sottraendo qualche flacone di plasma dagli ospedali o grazie a qualche animale. Non ho mai ucciso nessun essere umano se non per autodifesa e non uso i miei poteri di vampiro se non in casi estremi, non dormo in una bara ma su un comune letto in una stanza buia e continuo a pretendere che tutto sia normale. Troppo bello per essere vero? In effetti devo ammettere che ogni tanto sento il desiderio di affondare i miei canini nel collo di una preda viva ma finora sono riuscito a resistere e spero di continuare così.

Curiosamente, da quando sono diventato un vampiro mi sono capitati molti casi legati all’Occulto ed al Soprannaturale, cose che capitano suppongo… e non sono nemmeno mancate le belle ragazze se devo essere onesto.

Mi trovavo a Los Angeles sulle tracce di un demone e dei suoi seguaci che erano collegati al tentato omicidio di una mia giovane amica, che incidentalmente era anche una strega. Anche questo mi capita con una certa frequenza.

Qualche tempo prima, Bunny Brennan, una lap dancer dal seno abbondante, evidentemente rifatto, mi aveva assunto per sbarazzarla da uno stalker decisamente insistente. Il tipo era stato sistemato a dovere e lei ne era rimasta così soddisfatta da accettare senza troppi problemi il fatto che fossi un vampiro. Quando ero tornato nella Città degli Angeli mi aveva ospitato senza discutere nel suo appartamento.

Mi ero appena risvegliato che si udì suonare il campanello. Bunny, perplessa perché non si aspettava visite a quell’ora, aprì la porta e si trovò di fronte una bella ragazza bionda di una ventina d’anni circa che indossava un giubbotto di pelle nera con una profonda scollatura e l’addome scoperto, un perizoma rosso e stivaletti neri.[5]

-Che mi venga un colpo!- esclamò Bunny -Jazz Jade!-

-Vedo che mi conosci.- replicò lei.

-Scherzi? Sei famosissima, una vera star del porno.-

-E non ho avuto bisogno di portarmi a letto un Presidente.- scherzò Jazz poi mi fissò ed aggiunse -Cercavo te, King.-

                Avevo conosciuto Jazz qualche notte prima e l’avevo aiutata contro una schiera di demoni apprendendo che se il suo lavoro era quello di attrice di film porno nella San Fernando Valley, il suo hobby era quello di dare la caccia ai mostri. Avevo anche appreso che era figlia del Diavolo, già, proprio quello con le corna, i piedi caprini ed il forcone e tutto questo bastava a farmi capire che non era venuta ad invitarmi ad una passeggiata al chiaro di luna.

-Cosa vuoi?- le chiesi immaginando già la risposta.

-Il tuo aiuto.- rispose.

                Come volevasi dimostrare.

 

 

3.

 

 

                Pacific Palisades, Los Angeles, la stessa notte poche ore più tardi. L’essere in forma di donna che si fa chiamare l’Empia rimane per un attimo interdetta: quello che ha di fronte è davvero un vampiro.

-Un vampiro ed una mezza demone.- dice infine -Hai delle strane guardie del corpo Tenente Torres.-

            Eva Torres non risponde e l’Empia continua:

-Sembra che siamo in stallo: voi non potete uccidere me ed io non posso uccidere lui…- indica Hannibal King poi si rivolge a Jazz Jade -… e forse nemmeno te… zietta.-

-Ma io posso farti molto male e King non avrebbe molte remore ad assaggiare il tuo sangue: non sei umana… non più.- ribatte Jazz brandendo la sua spada forgiata nel netheranium, un metallo che esiste solo all’Inferno.

            L’altra non replica ma muta ancora d’aspetto. Il suo volto assume connotati serpentini, la pelle diventa verdastra e scagliosa, la lingua biforcuta schiocca contro il palato, le ampie ali membranose si dispiegano e lei si solleva verso l’alto sibilando un’ultima minaccia:

-Tornerò… per tutti voi.-

            Si alza sempre di più fino a stagliarsi brevemente contro la luna e poi, semplicemente, scomparire.

-Fine della caccia.- mormora Jazz.

-Per stanotte, forse.- replica il detective vampiro -Ma l’hai sentita: tornerà e non lo diceva per dire.-

-Non dirmi che hai paura, King.-

-Solo gli sciocchi non ne hanno.-

-Voi mi avete usato come esca!- sbotta Eva Torres.

-Non è esatto.- replica la bionda -Daimon mi ha chiesto di tenerti d’occhio durante la sua assenza. Temeva qualcosa di simile ed aveva ragione.-

-Daimon dovrebbe imparare a non impicciarsi dei miei affari… e a non sparire senza preavviso.-

-Ad ogni modo, io e King siamo arrivati appena in tempo.-

-Mmff. Suppongo che dovrei ringraziare te ed il tuo nuovo amichetto.- Eva squadra King -E così tu saresti un vampiro?-

-Teme che voglia morderla sul collo, Tenente?- replica King con un lieve sorriso -Stia tranquilla, so tenere a bada i miei istinti sanguinari.-

            La detective fa una smorfia e si rivolge di nuovo a Jazz:

-Che altre sorprese mi riservi? Un amico licantropo magari?-

-In effetti,- risponde lei ridacchiando-… c’è n’è uno che abita proprio qui a Los Angeles, se vuole, potrei provare a contattarlo.-[6]

-Devo decisamente procurarmi dei proiettili d’argento.- ribatte Eva.

 

            Cimitero Monumentale di Highgate, Grande Londra, Inghilterra, sempre la stessa notte.  La freccia parte dalla balestra ma prima di raggiungere il suo bersaglio, questo è già svanito, mutato in impalpabile nebbia.

-Maledizione!- esclama Abigail Whistler.

-Attenta!-

            La voce del suo mentore Noah van Helsing la fa voltare di scatto un attimo prima che la vampira sfigurata, che si è materializzata alle sue spalle, affondi i suoi canini nel suo collo. Abigail perde l’equilibrio finendo a terra quasi sbattendo la schiena contro il monumento al filosofo tedesco.

            La sua avversaria le è addosso e lei sente l’odore nauseabondo del suo fiato. Un attimo dopo una lama d’argento trapassa la schiena della vampira che urla cadendo al suolo.

-Grazie Michiyo.- dice Abigail rialzandosi.

            La piccola giapponese si limita ad accennare un sorriso poi alza di scatto la testa.

-Non è finita.- dice.

            Attorno a loro si stanno materializzando altri vampiri.

-Sono tanti.- commenta Abigail.

            Michiyo Watanabe recupera la sua katana ma come la sfila dalla vampira dai capelli neri, quest’ultima torna in vita e comincia a rialzarsi.

            Siamo nei guai, pensa Abigail. Dove diavolo è finito il Professor van Helsing?

 

            Beverly Hills, Contea di Los Angeles, la sera seguente. Il portiere di turno del Beverly Wilshire Hotel fa del suo meglio per mantenere un contegno quando vede entrare una bella ragazza bionda che indossa un corto abitino azzurro e che punta diritto verso di lui.

-Posso esserle utile, Miss?- le chiede con voce impersonale -Se desidera una stanza…-

-Sono qui per vedere Frank Drake.- replica la ragazza.

-Oh, sì, Mr. Drake aveva preannunciato il suo arrivo, Miss Jennifer Kale, giusto?-

-Assolutamente corretto.-

            L’uomo dà alla ragazza le necessarie indicazioni per raggiungere la suite di Frank Drake e la segue con lo sguardo mentre entra in ascensore. Un attimo prima che le porte si chiudano gli sembra che il vestito della ragazza sia sostituito da un bikini metallizzato ed un mantello mentre al posto del cappellino c’è una tiara. Sbatte gli occhi e si convince di aver avuto un’allucinazione. Cambierebbe sicuramente idea se vedesse Jennifer Kale mentre fa il suo ingresso nel salottino della suite di Frank Drake dove la attendono oltre a Drake stesso e Kate Fraser anche il Dottor Strange, un’altra ragazza bionda vestita di nero ed una donna dai corti capelli neri, lo sguardo duro ed evidenti origini latinoamericane, che veste un tailleur verde sotto la cui giacca si individua il rigonfiamento di una pistola.

-Ho la sensazione che mi abbiate invitata ad un consiglio di guerra.- commenta Jennifer.

-Una definizione azzeccata.- replica Strange -Perché ci attende una guerra spietata contro un nemico la cui anima è votata al male.-

-Non mi dica, Dottore, che crede a quella stupidaggine dell’anticristo di cui ci ha parlato Destin Kale, quell’uomo ha sempre mentito in vita sua.-

-Ma stavolta ha detto la verità e lo ha fatto perché pensa che non possiamo farci niente.-

-In realtà un modo ci sarebbe.- interviene la bionda in nero -Uccidere Lucille Abadon.

 

 

4.

 

 

            Cimitero Monumentale di Highgate, Grande Londra, Inghilterra, la notte precedente. Abigail Whistler guarda la morte in faccia nella forma dei canini affilati di un gruppo di vampiri. Sapeva che sarebbe successo prima o poi, com’era già accaduto a suo padre. Può solo sperare che chi troverà il suo cadavere sappia cosa deve fare per impedire che risorga come non-morta.

            La vampira dal volto sfigurato incombe su di lei e sorride maligna.

-Preparati a dire addio alla vita che conosci.- le dice.

            Il suono di uno sparo echeggia nella notte e la vampira lancia un grido e si porta una mano ad una spalla. Si volta di scatto e vede un uomo alto e magro dai capelli grigi come la barba alla Abraham Lincoln.

-Tu!-  sibila

-Sì, io.- risponde lui, tranquillo -Puoi ringraziare la fretta se la mia pallottola d’argento non ti ha spaccato il cuore ma la prossima lo farà se tenterai un gesto ostile.-

-Credi di spaventarmi? Non puoi ucciderci tutti prima che noi uccidiamo te.-

-Può darsi.- replica il Professor Noah van Helsing -Ma tu saresti la prima a morire e una pallottola d’argento non è come un paletto di frassino. Nessuno dei tuoi amici vampiri potrebbe rimuoverla. Vuoi correre il rischio?-

            Un lugubre silenzio è la sola risposta. Van Helsing parla ancora:

-Abigail, Michiyo, venite accanto a me, presto.-

            Le due donne si affrettano verso di lui e solo quando gli è quasi accanto Abigail si rende conto che van Helsing è in piedi al centro di un cerchio formato da materiale biancastro.

-Non toccatelo!- le avverte van Helsing.

            Le due donne balzano all’interno del cerchio ponendosi al fianco del professore.

-Tenetevi pronte.- sussurra lui.

            I vampiri li hanno circondati e stanno per balzare loro addosso quando si fermano di colpo come bloccati da una barriera invisibile.

-Ostie consacrate.- spiega van Helsing, indicando il materiale che compone il cerchio -Un vecchio trucco del mio bisnonno Abraham -Non è stato facile procurarmele.-

-Ma non possiamo muoverci da qui.- borbotta Abigail -Anche se posso fare il tiro al bersaglio finché mi durano le frecce.-

            Quanto a Michiyo Watanabe, tace e rotea la sua spada verso i vampiri che fanno cerchio intorno a loro.

-Bel trucco, zio.-

            La voce viene da una figura che si condensa dalla nebbia: quella di una donna bionda che indossa giubbotto e pantaloni in jeans e un maglione rosso, la guancia sinistra attraversata da una cicatrice.

-Rachel!- esclama Noah.

 

            Beverly Hills, Contea di Los Angeles, la sera seguente. La luna è sorta da poco, è piena e rossa. Annuncia una notte di prodigi in cui i confini tra la Terra e l’Inferno si fanno più labili. Frank Drake non sa dire perché gli è venuto in mente un pensiero simile ma si volge verso la terrazza mentre Eva Torres reagisce alle parole di Jazz Jade:

-Non posso credere che tu parli con tanta facilità di omicidio.-

-Quanto siete ipocriti!- replica Jazz Jade mentre il suo corpo è avvolto da una fiammata e lei assume il suo look “satanico” -Il vostro stupido senso morale vi impedisce di prendere in considerazione un’ipotesi che sapete benissimo essere l’unica praticabile.-

-Mentre tu non hai di questi scrupoli, sgualdrina?- ribatte Eva.

-Ho semplicemente la giusta visione delle cose e sì: non mi farebbe né caldo né freddo uccidere la mia sorellastra anche se temo che lei non mi lascerebbe mai arrivare tanto vicino a lei da poterlo fare.

“Hai ragione.”

            La voce echeggia dal nulla, poi, lentamente, si fa più distinta una figura maschile.

-Destin Kale!- esclama il Dottor Strange.

“Vengo ad annunciarvi la vostra morte” dice ancora il fantasma poi scompare.

 

Beverly Hills, Contea di Los Angeles, pochi minuti prima. Il portiere alza gli occhi verso la donna che entra nel Beverly Wilshire Hotel. Sembra uscita da un documentario degli anni 40, pensa. Abito nero lungo fino al ginocchio, calze a rete, foulard nero attorno ai capelli biondi, occhiali scuri a coprire occhi presumibilmente azzurri. Il rumore dei suoi tacchi risuona sul parquet mentre si dirige con passo sicuro verso gli ascensori.

È a quel punto che il portiere si scuote e la chiama:

-Mi scusi, Miss… dove sta…?-

            La donna si ferma e si volta verso di lui con espressione corrucciata, poi si toglie gli occhiali. L’uomo si porta le mani al petto, emette un gemito e scivola a terra dietro il bancone.

-Un’altra anima per Satana.- sussurra la donna.

            Se qualcuno fosse presente vedrebbe che nei suoi occhi al posto delle pupille ci sono due teschi che mutano in due iridi azzurre appena prima di essere di nuovo coperti dagli occhiali scuri mentre la donna prende un ascensore diretto verso l’attico.

 

 

5.

 

 

            New Orleans. La stessa notte. Il Tipitina Club è un locale unico nel suo genere come unici sono coloro che ci lavorano e spesso anche i clienti. Dopotutto, in quale altro locale notturno il buttafuori è un autentico zombie: un gigante nero dalla testa rasata che veste uno smoking le cui cuciture sembrano star per saltare da un momento all’altro?

            Quando Blade fa il suo ingresso nel club gli viene incontro una ragazza dalla pelle color caffè che dimostra non più di 18 anni ed indossa una veste tipica africana che le lascia le spalle nude ed ha spacchi laterali sin quasi alle cosce. Sul capo un turbante.

-Spero che tu non sia qui per procurare guai Blade.- gli dice -Ricorda le regole: questo è terreno neutrale per le creature dell’Occulto ed i loro avversari. Mio zio non mi perdonerebbe mai una rottura della tregua.-

-Dov’è tuo zio, Collette?- le chiede Blade.

-In vacanza con la sua ragazza, ci crederesti?- risponde Collette Drumm -Ogni tanto anche Fratello Voodoo sente il bisogno di una pausa… diversamente da te.-

            Blade non replica e guarda verso il palcoscenico dove una ragazza di colore sta ballando nuda una danza sensuale al ritmo di tamburi mentre tiene in mano due serpenti corallo.

-Sono qui per lei.- dice.

-Dominique? Credevo ti piacessero le bianche.- commenta ammiccando, Collette.

            Blade le rifila un’occhiataccia. La ragazza si stringe nelle spalle e replica:

-Scherzavo. Sai chi è, vero?- chiede alludendo alla ragazza sul palco.

-Se non lo sapessi, non sarei qui.- ribatte, cupo, Blade.

 

            Beverly Hills, Contea di Los Angeles, sempre la stessa notte. La ragazza dai capelli biondi se ne sta accucciata su un cornicione come un moderno gargoyle. Dalle sue scapole parte un paio di ali bianche ripiegate a ricoprire il suo corpo nudo. Potrebbe sembrare la tradizionale raffigurazione di un angelo se non fosse per un sorriso che non ha nulla di angelico ma evoca sensazioni di insondabili abissi di depravazione e pura malvagità.

            Si alza in piedi e mentre lo fa, il suo corpo muta. Le ali bianche sono sostituite da grandi ali simili a quelle dei pipistrelli, la pelle lattea diventa rossa come il fuoco, i lineamenti si confondono mentre gli occhi brillano di una luce giallastra.

            Spicca il volo verso il Beverly Wilshire Hotel ed il vento porta lontano l’eco della sua risata.

 

            Cimitero Monumentale di Highgate, Grande Londra, Inghilterra, la notte precedente. I vampiri si fanno da parte lasciando passare la loro capobranco: Rachel van Helsing, nipote di Noah. La donna si ferma davanti a lui e lo guarda mentre lui distoglie gli occhi.

-Un bel trucco sì, ma che non ti servirà a molto: siete prigionieri del vostro rifugio.-

-Solo fino all’alba, quando tu ed i tuoi non-morti dovrete far ritorno alle vostre tane mentre noi saremo liberi di cercarvi e stanarvi mentre siete in catalessi.- replica van Helsing sempre senza guardarla.

-Non sarebbe facile. Questo posto è troppo grande. Per frugarlo tutto occorrerebbero anni anche in forze e voi siete solo in tre. Per questo è il rifugio perfetto: l’Ispettore Chelm non avrà mai tutti gli uomini che gli servono per scovare le nostre tombe.-

-Ma val la pena provare.-

-Perché ti ostini così tanto?-

-E me lo chiedi proprio tu? Hai dimenticato che Dracula ha praticamente sterminato la nostra famiglia? Ha ucciso tuo padre e tua madre sotto i tuoi occhi che eri solo una bambina. Solo l’intervento di Quincy Harker ti ha salvato.-

-Per quel che è servito, ha posposto il mio fato di venticinque anni ma alla fine Dracula ha vinto. E non ha ucciso tutti i van Helsing. Ci sei ancora tu e…-

-Non ho figli e l’unico figlio del mio altro fratello… pare che si sia innamorato di una vampira che dice di venire da un pianeta dove tutti sono vampiri ed i fiumi sono di sangue. Che idiozia! Non mi illudo: la stirpe dei van Helsing è finita ma prima di andarmene ti darò la pace eterna, te lo prometto.-

-Vorrei che tu ci riuscissi, zio, veramente. Ma ti combatterò con tutte le mie forze per impedirtelo. Sopravvivere è un istinto insopprimibile in noi vampiri, dovresti saperlo. Tuttavia non voglio doverti uccidere.-

-È il solo modo che hai per impedirmi di essere io ad uccidere te.-

-Sapevo che l’avresti detto. Bene, sarà quello che deve essere ma non stanotte.- Rachel si rivolge ai suoi vampiri ed ordina -Andiamo!-

-Vuoi lasciarli andare dopo che mi hanno quasi uccisa?- esclama la vampira dai capelli neri -È intollerabile.-

-Vuoi sfidare la mia autorità Alice?- replica, gelida, Rachel -Se è così, sai cosa fare.-

            Per un istante le due vampire si fissano in silenzio poi quella il cui nome è Alice Hastings abbassa lo sguardo e mormora:

-Obbedisco, mia signora.-

            Uno dopo l’altro i vampiri si allontanano finché rimane solo Rachel van Helsing che si rivolge a Noah:

-La prossima volta, zio, sarò io la cacciatrice.-

            Pronunciato il suo avvertimento la vampira muta in nebbia e sparisce lasciando dietro di sé tre cacciatori di vampiri ed un busto di bronzo illuminato dalla luna.

 

 

FINE OTTANTACINQUESIMO EPISODIO

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Non molto da dire per la verità.

1)     La scena iniziale, come del resto il titolo stesso della storia, sono un chiaro omaggio al film” Angel heart: ascensore per l’inferno” con Mickey Rourke e Robert De Niro alle cui atmosfere ho voluto rifarmi per le atmosfere delle sequenze dedicate a Blade in questo e nei prossimi episodi.

2)     Il giornalista degli anni 70 citato nel prologo altri non è che Carl Kolchak, interpretato da Darren McGavin in due film TV: “The Night Stalker” del 1972 e “the Night Strangler” del 1972 e nella serie TV ormai di culto “Kolchak the Night Stalker” che durò dal 1974 al 1975. Film e serie che vantano autori del calibro di Richard Matheson e che hanno ispirato serie come “X-Files”.

3)     Anche la frase di Noah van Helsing sul nipote che si sarebbe innamorato di una vampira che dice di venire da un altro pianeta è un altro divertito omaggio e precisamente ad un famoso personaggio horror generalmente poco vestito che è apparso per la prima volta nel settembre 1969. Suppongo che abbiate capito a chi sto alludendo.

4)     Se invece non avete capito chi è il filosofo tedesco davanti alla cui tomba si svolge la sequenza nel cimitero di Highgate non so cosa pensare di voi, specie se siete in mio supervisore. -_^

Nel prossimo episodio: chi è la misteriosa Dominique e perché Blade è interessato a lei? Quale segreto si cela nel profondo del Bayou? Potranno i nostri riluttanti eroi sopravvivere all’attacco delle assassine venute dall’Inferno?

Se volete qualche risposta, tornate qui, vi aspetto.

 

 

Carlo

Carlo



[1]Vedi Midnight Sons MIT #11.

[2] Nell’episodio #59.

[3] Sacerdote delle arti oscure del Voodoo.

[4] Chi sarà mai? -_^

[5] Ok, ok: è la stessa descrizione della pagina precedente ma quanti modi credete che ci siano per descrivere quell’abbigliamento? -_^

[6] Avete capito di chi parla? -_^