Io non credo
nel Diavolo. Peccato, perché lui crede in te.
(Anonimo)
#84
IL FASCINO DEL DIAVOLO
1.
Il Tenente Eva Torres
aspetta nel corridoio del palazzo sede dell’Ufficio del Medico Legale della
Contea di Los Angeles battendo nervosamente i tacchi sul pavimento. Quando
Daimon Hellstrom oltrepassa la soglia esclama:
-Era ora!- poi si rivolge alla guardia di sicurezza con un secco -È
con me.-
Mentre Daimon si
appunta al bavero della giacca il passi da visitatore Eva gli dice in tono
brusco:
-Sei in ritardo.-
-Mi sono svegliato tardi.- si giustifica lui con un sorriso -La notte
è stata alquanto movimentata.-
-Ti sei dato da fare con la tua troietta bionda, La cosiddetta
attrice?-
-Sempre delicata eh? Sicura di non essere gelosa? Comunque, nel caso
non te lo avessi già detto, Jazz Jade è mia sorella, una sorellastra per essere
esatti. Mio padre ed i demoni maggiori della sua corte amano divertirsi con le
femmine umane. Non sono sicuro di quanti fratelli o sorelle ho.-
Fino a circa un anno prima Eva Torres avrebbe
riso di questa affermazione. Non era una Cattolica praticante ma nemmeno
un’atea. Il Diavolo per lei era una favola per spaventare i bambini o gli
sciocchi, poi aveva visto cose che le avevano fatto riconsiderare le sue
convinzioni.
-E così c’è stato un altro omicidio?- le chiese Daimon interrompendo
il flusso dei suoi pensieri.
Eva assentì.
-Stessa modalità degli altri: ragazza giovane, squartata e lasciata
nuda su un pentacolo disegnato con il suo sangue. Il cuore è stato asportato. Il
Medico Legale dovrebbe avere appena finito di esaminarla ma non è solo per lei
che ti ho fatto venire. Ci sono degli altri cadaveri che vorrei farti vedere e
su cui vorrei un tuo parere professionale.-
-Tu sì che sai come solleticare la vanità di un uomo, Piccola Eva.-
-Non chiamarmi mai così in pubblico o ti sparo.-
Ne sarebbe anche
stata capace, pensa con un sogghigno Daimon. Finalmente i due giungono al
locale delle celle frigorifere ed Eva si rivolge all’inserviente di turno:
-I numeri 680 e 681.
L’uomo fa scorrere i
due carrelli e davanti a Hellstrom appaiono due cadaveri avvizziti, quasi
mummificati.
-Due delle vittime del massacro della Clinica Herbert.[i]
Ce ne sono altri ridotti molto peggio.- spiega la Detective -Il Procuratore
Distrettuale ha assegnato a me il caso anche se è avvenuto nella giurisdizione
dello Sceriffo, l’ho convinto della connessione con i nostri omicidi e la
Detective Winston era ben felice di lasciarmi questa grana visto che ne ha già
abbastanza.-[ii]
-Era la clinica di riabilitazione dalle dipendenze in cui era
ricoverata la figlia ribelle di Lucille Abadon, giusto? L’unica a mancare
all’appello, che è scomparsa senza lasciare tracce. Lucille Abadon è
segretamente la Gran Sacerdotessa della Chiesa dei Dannati che è responsabile degli
omicidi rituali su cui stai indagando. Non può essere una coincidenza.-
-Che Lucille Abadon sia a capo della setta satanica responsabile dei
delitti lo affermi tu ed io ci credo ma non abbiamo prove e dobbiamo muoverci
con cautela. Lei è uno dei Cinque Piccoli Re[iii]
che governano la Contea e presto potrebbe essere il nuovo Governatore. Se
vogliamo accusarla, dobbiamo avere prove inconfutabili contro di lei.-
-Non sarà facile: è troppo furba per lasciare tracce compromettenti.
Fammi vedere gli altri cadaveri.-
Ci vuole un po’ ma
alla fine Daimon raggiunge una conclusione:
-Non è stato uno solo ad uccidere e chi lo ha fatto non era umano, non
completamente almeno. Vuoi sapere come la penso?-
-Ti ho chiamato per questo, quindi spara.- risponde Eva.
-I primi omicidi sono stati una dimostrazione, per insegnare a qualcun
altro come fare e poi l’allievo ha messo in pratica gli insegnamenti. Io credo
che le prime uccisioni siano opera di una creatura demoniaca e che tutte le
altre siano invece opera di Penelope Abadon.-
-Temevo che lo avresti detto.-
L’aeroporto
internazionale di Los Angeles è uno dei più affollati degli Stati Uniti e
l’arrivo di un uomo ed una donna che non sembrano diversi dagli altri passa del
tutto inosservato. Lei potrebbe avere vent’anni o poco più, è bionda con
luminosi occhi azzurri, indossa un abitino azzurro senza maniche ed un
cappellino alla Jackie Kennedy. Lui ha un età indefinita, presumibilmente tra i
quarantacinque ed i cinquantacinque anni, capelli neri con le tempie bianche e baffi
ben curati. Indossa un completo marrone, camicia celeste e cravatta della
Columbia University.
-Davvero, Dottore…- sta dicendo la ragazza -… non pensavo che per
arrivare qui avremmo preso un normale volo di linea. Mi aspettavo qualcosa di
più…- magico.-
-Tipo un incantesimo di teletrasporto o magari una scopa, Jennifer? Si
addirebbe ad una strega no?- replica l’altro con un sorriso sornione.
-Non mi prenda in giro Dottore.-
-La verità, Jennifer, è che da un lato mi piace ricordarmi che in
fondo sono ancora un essere umano come gli altri e dall’altro non volevo
lasciare che il nostro sfuggente avversario potesse rintracciare l’impiego di
energie magiche riconducibili a me, e soprattutto a te, e mettersi in guardia.-
-Ma come faremo noi a trovare lui?-
-Oh, credo che il problema si sia appena risolto da solo.-
Su uno schermo
panoramico scorrono le immagini di un’intervista alla candidata a Governatore
Lucille Abadon. Al suo fianco un uomo il cui volto è familiare ad entrambi.
-Dea Madre!- esclama la ragazza.
L’Angelo Nero guarda
in basso verso la folla che si muove nelle strade sottostanti. Una volta
credeva di essere una di loro finché suo padre non le ha rivelato la sua vera
natura e l’ha liberata dalle stupide convenzioni morali che avviluppano le patetiche
creature sotto di lei.
Uomini e donne intenti a vivere vite convulse
e senza scopo. No, non è esatto: lei ha trovato uno scopo per loro: sono le sue
prede.
-Cibo.- sussurra divertita la creatura che un tempo era Penny Abadon.
Dispiega le sue ali e
comincia la sua caccia.
2.
Sia gli agenti che i detective della Divisione
Casi Insoliti del Servizio di Polizia Metropolitana della Grande Londra sono
ormai abituati alle cose più strane e non badano più di tanto al terzetto
costituito da un distinto e segaligno signore anziano che sfoggia una barba
bianca alla Abraham Lincoln e che impugna nella mano destra nientemeno che un
bastone da passeggio col pomo in argento; un’attraente donna bionda che indossa
una calzamaglia rossa e violetta ed una piccola giapponese che veste un kimono
nero e porta i capelli a coda di cavallo.
I tre sono scortati
nell’ufficio dell’Ispettore Capo George Chelm, al comando della Squadra
Antivampiro.
Alla loro entrata
Chelm li fissa gelidamente e dice:
-Prego, accomodatevi.-
Una volta che i tre
si sono seduti, l’Ispettore Capo scandisce i loro nomi:
-Noah van Helsing, Professore Emerito di Storia del Folklore Europeo
all’Università di Amsterdam, Paesi Bassi; Abigail Whistler di Chicago, Stati
Uniti campionessa di pentathlon moderno; Michiyo Watanabe di Osaka, Giappone,
studentessa. Ufficialmente siete nel Regno Unito per un viaggio di studio…
ufficiosamente siete cacciatori di vampiri.-
-E se anche fosse?- replica quietamente van Helsing Non credo sia un
reato uccidere chi è già morto.-
-Ma lo è penetrare di notte in un cimitero forzandone i cancelli e non
provi a negarlo.-
-Se sa questo, allora sa anche perché lo abbiamo… l’ho fatto.-
-Uccidere definitivamente sua nipote Rachel, è ovvio.-
-Io preferisco dire: donarle la pace che quel mostro di Dracula le ha
crudelmente negato.-[iv]
La replica di Chelm è
un borbottio e van Helsing prosegue:
-In ogni caso, suppongo che la pena per questa infrazione sia solo una
multa. Sarò ben lieto di pagarla per me e le mie amiche e chiudere questa
spiacevole faccenda.-
-Non c’è solo questo.- ribatte Chelm.
La porta dell’ufficio
si apre e due agenti in uniforme entrano depositando sulla scrivania
dell’Ispettore Capo degli oggetti.
-Vediamo un po’ cosa abbiamo qui: una pistola con una scatola di proiettili
rivestiti d’argento, piuttosto costosi direi. Una balestra ed una faretra colma
di frecce con la punta di legno di frassino ed infine una katana con la lama in
argento, anch’essa molto costosa. Armi molto letali direi.-
Mentre Chelm estrae la katana dal suo fodero
intarsiato la giovane giapponese si mostra visibilmente agitata.
-Calmati, Michiyo.- interviene van Helsing -Sono certo che l’Ispettore
Capo non intende danneggiare il tuo prezioso cimelio di famiglia. Vede,
Ispettore… sia la pistola che i proiettili sono stati da me denunciati al mio
arrivo nel vostro paese ed io ho un regolare porto d’armi valido anche in
questa nazione, ma sono certo che ne è già stato informato. Quanto alla
balestra e le frecce, appartengono a Miss Whistler che, come ha già detto, è
campionessa americana di pentathlon ed è qui per partecipare ad una
competizione.-
-Posso confermarlo: ho le carte.- dice la bionda.
Van Helsing prosegue:
-La katana di Miss Watanabe è stata realizzata dal famoso artigiano
Muramasa per un suo antenato samurai ed è qui per essere esposta per breve
tempo in un museo della vostra capitale. Tutto legale e tutto documentato.-
-Lei ha una risposta per tutto a quanto pare.- ribatte Chelm.
-Cerco di essere preparato ad ogni evenienza.-
-Bene, potete andare adesso ma vi avverto: non prendete iniziative
avventate, lasciate fare ai professionisti.-
-Le ricordo, Ispettore, che la mia famiglia dà la caccia ai vampiri da
generazioni.-
-Ed io le ricordo che il solo risultato concreto che avete ottenuto è
stato di farvi sterminare quasi tutti, ci pensi, Professore.-
Dopo che sono usciti,
Abigail Whistler chiede a van Helsing:
-E adesso che facciamo?-
-Innanzitutto aspettiamo che ci restituiscano la nostra roba… -
risponde il Professore -… poi faremo proprio quello che siamo venuti a fare
qui: uccidere mia nipote una volta per tutte.-
La ragazza che si fa
chiamare Jazz Jade lascia gli studi di produzione nella San Fernando Valley a
metà pomeriggio dopo una giornata di riprese di quello che il suo produttore spera
che sia l’ennesimo successo nella folgorante carriera della più bollente
pornostar del momento.
A Jazz non importa
molto. I suoi pensieri vanno ad una doccia, una cena veloce ed a quello che
farà una volta arrivato il buio.
Una volta entrata in
casa si rende subito conto di non essere sola. Guarda nel soggiorno e vede,
seduto in una poltrona con il volto in ombra, un uomo dall’aria familiare.
-Daimon?- esclama.
-Non proprio.- risponde lui -Ma io e lui abbiamo un legame speciale…
lo stesso che ho con te.-
Il fuoco infernale
avvolge Jazz e quando svanisce gli abiti della ragazza sono stati sostituiti da
un giubbotto di pelle nera con
una profonda scollatura e l’addome scoperto, un perizoma rosso e stivaletti
neri, I suoi occhi ora sono rossi e dalle labbra spuntano canini appuntiti.
Dalla sua mano destra si materializza una spada scintillante che punta verso
l’intruso.
-Chi sei?- chiede con voce dura.
-Sono certo che lo hai già capito, mia cara.- risponde, tranquillo,
l’uomo -Sono qui per parlare con te, figlia.-
In una villa nelle
Santa Monica Hills il proprietario esce dalla piscina e si dirige verso l’ampio
soggiorno. Si ferma al mobile bar e si versa un whisky. Beve e nel momento in
cui appoggia il bicchiere sul bancone si accorge di non essere solo: davanti a
lui c’è una donna bionda che indossa un’attillata calzamaglia scura sgambata su
cui è disegnato un ragno bianco le cui zampe anteriori poggiano all’altezza dei
seni e quelle posteriori all’altezza dell’inguine, sulle spalle una corta
mantellina.
-Harold Wasserman, sono la Vedova Nera e sono venuta per te.- dice.
L’uomo resta
immobile. Vorrebbe dire qualcosa ma le sue labbra si muovono a vuoto. Non
riesce a distogliere gli occhi da quelli della donna le cui pupille sono ora
due teschi bianchi.
Lei tende la mano e lui sente il suo cuore
battere sempre più forte… troppo forte. Contro ogni logica e legge fisica il
petto gli si squarcia ed il cuore è spinto verso colei che ha detto di
chiamarsi Vedova Nera che lo accoglie nel suo palmo e poi lo schiaccia come
fosse un’arancia.
Ad Harold Wasserman questo non importa più, è
già morto ormai.
3.
Jazz Jade guarda l’uomo davanti a lei, se uomo
si può chiamare, e deve ammettere che ha qualcosa di inquietantemente
familiare.
-E così tu saresti mio padre… il Diavolo.- dice.
-Non mi credi?- ribatte l’altro con un sorriso -Non ti soddisfa questo
aspetto da comune mortale che ho assunto? Preferisci questo?-
Davanti a Jazz ora
c’è un essere che sembra fatto di fuoco con i lineamenti indistinti e corna
ricurve.
-O questo?-
Adesso è un uomo sui
quarant’anni dai baffi e pizzo rossicci sulla cui testa spuntano piccole corna,
nudo a parte un ampio mantello in cui si avvolge.
-O questo?-
Ora è un uomo di età
indefinibile dalla lunga chioma corvina, la pelle rossa e vestito con un ampio
mantello che tiene aperto come a formare delle inquietanti ali.
-O magari questo?-
L’ultima
trasformazione è nella raffigurazione tradizionale del Diavolo: corpo umano
zampe e corna caprine, pizzetto al termine di un volto affilato e grandi ali da
pipistrello.
Jazz fa un balzo
indietro mormorando:
-Tu…. Tu sei…-
L’altro
ride e replica:
-Io sono chi sono: Lucifero, Satana, Belzebù, Mefisto. Sono solo
alcuni dei nomi che mi hanno dato.-
Muta ancora aspetto ritornando alla forma del
Satana nudo con il mantello.
-La mia assassina preferita, la Vedova Nera, mi conosce in questa
forma, forse anche tu ti ci trovi più a tuo agio.-
-Puoi assumere l’aspetto che ti pare, non m’importa.- replica lei -Sei
il maligno ed io ti rinnego.-
-Disse la brava ragazza cattolica che per vivere fa film
pornografici.-
-Quel che faccio della mia vita non è affar tuo, non lo è mai stato.-
-Puoi non crederci, ma io mi preoccupo dei miei figli ed è per questo
che sono venuto a farti un’offerta: unisciti a tua sorella Lucille ed avrai
potere oltre ogni immaginazione. I potenti si inchineranno ai tuoi piedi.-
-Alcuni già lo fanno e non servono poteri infernali per costringerli,
puoi credermi… papà.- replica Jazz con ironia.
-Quindi la tua risposta è no.-
-Quindi la mia risposta è: vai all’Inferno, paparino!-
-Ne sono il Re, piccola.-
Con una risata Satana
scompare lasciandosi dietro una nuvola di zolfo.
-Che io sia dannata!- esclama la ragazza.
Forse lo sei le
sussurra una vocina ma lei sceglie di ignorarla.
L’uomo in un elegante
completo marrone dai capelli neri e le tempie bianche e la ragazza bionda
stretta in un abitino azzurro entrano nel quartier generale della campagna
elettorale di Lucille Abadon.
La ragazza sembra
improvvisamente a disagio.
-Non lo sente anche lei, Dottore?- chiede al suo accompagnatore
-Un’atmosfera malsana.-
-Mia cara Jennifer…- replica l’altro in tono amabile -Siamo nel
quartier generale di una campagna elettorale. Molti trovano naturale che sia un
covo di malvagità e nequizie.-
-C’è ancora qualcuno che nel ventunesimo secolo usa la parola
“nequizie” a parte lei e Thor, Dottore?-
-Toccato. Tornando seri, anch’io sento la stessa atmosfera e forse lui
ne è almeno in parte responsabile.-
Un uomo sta venendo
verso di loro. Entrambi lo trovano, sia pure per motivi diversi,
inquietantemente familiare anche se non l’hanno mai incontrato prima.
-Buonasera.- li saluta l’uomo con cordialità troppo ostentata per
essere vera -Siete qui per contribuire alla campagna elettorale di Miss
Abadon?-
-Ahimè, temo di no.- risponde il Dottore -Purtroppo per lei non siamo
elettori. Io vivo a New York ed anche se ha studiato da queste parti, Miss Kale
è cittadina della Florida.-
Al sentire quel nome
l’uomo volge il suo sguardo indagatore sulla ragazza.
-Kale.- borbotta -Dei Kale di Citrusville forse?-
-Esattamente. Ma lasci che mi presenti: io sono il Dottor Stephen
Strange e lei…-
-Desmond Kiley, manager della campagna…-
-Oh, basta!- esclama spazientita Jennifer Kale -Io so chi sei
veramente, Pastore Kale… o preferiresti che ti chiamassi nonno?-
La notte è appena
scesa su Londra e la giovane donna bionda decisamente poco vestita scende le
scale che portano ai sotterranei della villa che è la dimora della sua famiglia
da generazioni. Indugia per qualche istante davanti all’altare dove sino a poco
tempo prima compiva sacrifici umani in nome dell’antico dio serpente Set, poi
passa oltre. Apre la porta di una cella dove su tavolaccio di pietra giace un
uomo.
-Charles.- sussurra.
L’uomo apre gli occhi
e si mette a sedere, poi guarda la donna:
-Danielle, come ti sei conciata?- esclama.
Danielle Seward
scoppia a ridere e risponde:
-Noi streghe amiamo fare un po’ di scena. Io, poi, sono sempre stata
un po’ esibizionista -
-Me lo ricordo bene.- commenta suo fratello -Dunque ci siamo?-
-Ti avverto, Charles: quel che vedrai potrebbe far impazzire
chiunque.-
-Sono un vampiro, ho già perso la mia anima, di cos’altro dovrei aver
paura?-
L’espressione di
Danielle diventa cupa mentre risponde:
-Non chiederlo mai, Charles, la risposta potrebbe non piacerti.-
4.
L’uomo a cui Jennifer Kale si è rivolta
chiamandolo “nonno” abbozza un sorriso e replica:
-Temo di non capire Miss. Le sembro forse abbastanza vecchio da essere
suo nonno?.-
-Basta con le prese in giro- ribatte con durezza la giovane strega -
Puoi anche farti chiamare Desmond Kiley ma io so chi sei davvero: Destin Kale,
il padre di Noble Kale, il primo Ghost Rider e mio antenato.-
L’uomo tace e sembra
riflettere sulle parole di Jennifer poi dice:
-Seguitemi.-
Li guida in un
piccolo ufficio e si chiude la porta alle spalle
-Qui staremo più tranquilli e potremo giocare a carte scoperte.- dice
Schiocca le dita e
davanti a lui i suoi due interlocutori mutano aspetto: l’uomo ora indossa una
calzamaglia azzurra con una fusciacca gialla alla vita; sulle spalle ha un
mantello rosso bordato d’oro, al collo un medaglione rotondo. La ragazza veste
una sorta di bikini
azzurro con le coppe del reggiseno in metallo e stivali dello stesso colore,
sulle spalle un ampio e lungo mantello blu, sui capelli una tiara metallica.
-Vi sentite più a vostro agio così?- chiede il
loro interlocutore con un sorrisetto divertito sulle labbra.
-Un interessante sfoggio di magia, Pastore
Kale.- replica quieto il Dottor Strange -Se mai avessi avuto dubbi sulle
affermazioni di Jennifer, e non ne avevo, ora sarebbero definitivamente
fugati.-
-Pastore Kale… è passato davvero un sacco di
tempo dall’ultima volta che qualcuno mi ha chiamato così, forse più di 300
anni.-
-Quindi ammetti di essere tu?- lo incalza
Jennifer.
-Che senso avrebbe negarlo quando un mago
potente come il Dottor Strange potrebbe facilmente smascherare le mie menzogne?
Cosa posso fare per te, mia piccola Jenny? Vedo che lo spirito di mio figlio ha
lasciato il tuo corpo… un corpo, se permetti, che sta meglio abbigliato com’è
ora che nella forma di uno scheletro fiammeggiante.-
-Sei un porco… ed hai tentato di uccidermi!-
-Se ti avessi davvero voluta morta, ora lo
saresti. Chi pensi che abbia guidato Noble verso di te in tempo utile per
salvarti?-
-E allora perché?- chiede Strange.
-Il solito vecchio gioco del potere, che altro?
Lo stesso che dopo tanto vagabondare mi ha portato sin qui nei panni di un
anonimo manager elettorale.-
-Chi è Lucille Abadon?- chiede ancora lo
Stregone Supremo colto da un improvviso pensiero.
Destin
Kale fa un sorriso maligno, reso ancor più inquietante dalla sua somiglianza
con Johnny Blaze, e risponde:
-Credo che la migliore definizione per lei sia: l’Anticristo.-
Il
Tenente Eva Torres ne ha viste parecchie di cose brutte da quando è entrata in
polizia ma quello che si trova davanti ai suoi occhi è tale da spingerla a
voltare la testa e reprimere un conato di vomito.
-Che sta succedendo a questa città?- mormora.
-Sta
bene, Tenente?- le chiede un giovane agente.
Eva fulmina il giovane con lo
sguardo e ribatte:
-Sto
benissimo. Piuttosto, quando arriva il Medico Legale? Senza la sua fottuta
autorizzazione non possiamo rimuovere i corpi.-
-Eccomi.-
dice un trafelato giovanotto -Scusate ma il traffico era impazzito. Cosa
abbiamo qui?-
-Guardi
lei stesso, Dottore.- risponde Eva.
Davanti a loro, accatastati
sull’erba, almeno una decina di cadaveri, di uomini e donne, alcuni rinsecchiti
come mummie, un paio pressoché intatti, il resto smembrato ed i pezzi messi
alla rinfusa come tasselli di un orrendo puzzle.
Il giovane medico si piega e vomita.
-Proprio
sulle mie scarpe nuove.- borbotta, disgustata, la Detective -Decisamente una
giornata di…-
La California è la patria delle
cosiddette controculture e sottoculture, questo è vero fin dai tempi della
famosa “Estate dell’amore” del lontano 1969 ed anche se non raggiunge la
varietà e la tolleranza di San Francisco, Los Angeles ne ospita una discreta
quota. Una di queste è la sottocultura vampirica: uomini e donne, quasi sempre
molto giovani, che si radunano in circoli privati e poco pubblicizzati imitando
i vampiri delle fiction e bevendo sangue umano, o almeno così dicono.
Il Club dei Vampiri di Los Angeles,
situato in una casa in pietra del primo Ottocento nel quartiere di Downtown. Al
suo interno, seduta su un divanetto, una giovane donna dalla pelle candida e lunghi capelli neri che indossa un top
aderente, attillatissimi pantaloni di pelle e stivaletti coi tacchi a spillo,
tutto rigorosamente nero, sorride ad un'altra donna appena entrata che veste un
classico abito da cavallerizza con tanto di frustino, gli occhi sono celati da
occhiali scuri, i capelli da un foulard annodato alla gola.
-Vedo, Lilith Dracula, che hai cambiato il tuo look.- dice la nuova
arrivata.
-Mi sono adeguata al luogo, diversamente da te.- replica la ragazza
-In ogni caso, benvenuta, Elianne… o preferisci che ti chiami col tuo nuovo
nome: Elaine Turow?-
-Preferirei che non mi avessi chiamato del tutto, Lilith.- replica
seccamente l’altra accomodandosi su una vicina poltrona -Non sarei dovuta
venire.-
-Sarebbe stato scortese per una vampira,
perfino per un’arcivampira, rifiutare un invito della sua Regina.- ribatte
Lilith Dracula.
-Ti ho già detto che non riconosco la tua
autorità.-
-E allora contestala: sfidami come è tuo
diritto e se vincerai, sarai tu la nuova Signora dei Vampiri. Fino ad allora mi
ascolterai.-
Elianne
Turac, figlia di un generale turco, vissuta per oltre cinquecento anni grazie al
patto con un demone a cui ha sacrificato la vista ed infine resa vampira dal
Conte Dracula, tace. Ci vuole un po’ perché parli di nuovo e chieda:
-Cosa vuoi?-
-Un’alleanza. Io posso aiutarti con il mio
ostinato pronipote Frank Drake e la sua sgualdrina scozzese e tu mi darai il
tuo aiuto per un mio certo progetto.-
-Parliamone.-
-Non adesso, prima concediamoci una pausa. Sai
qual è il bello di questo posto? Qui sono tutti più che felici di farsi mordere
da quelli come noi, basta stare attenti a non prender loro troppo sangue, ma
del resto qui ce n’è in abbondanza. Scegli pure l’uomo o la donna che
preferisci.-
Elianne
Turac scopre i suoi candidi canini.
5.
È Jennifer Kale la prima a parlare dopo la
rivelazione di Destin Kale:
-Ci stai prendendo in giro?-
Il suo antenato si
concede un sorriso prima di replicare:
-Cosa c’è che non va, Jennifer cara? Eppure sia tu che lo Stregone
Supremo avete conosciuto due figli del Diavolo, è così difficile credere che ne
esistano altri? Lucille ha semplicemente accettato il suo destino e lavora in
accordo con suo padre per far avverare le profezie.-
-E ce lo dici così tranquillamente?- replica il Dottor Strange.
-Perché non dovrei? Daimon Hellstrom vi direbbe comunque tutto ed in
ogni caso cosa potreste fare?-
-Potremmo ucciderla.- ribatte Jennifer.
-E sei sicura che basterebbe? Anche Satana Hellstrom è morta una volta
e sono sicuro che il Dottor Strange se lo ricorda bene,[v]
poi è semplicemente uscita dall’Inferno. Rassegnatevi: non potete impedire
l’inevitabile.-
Il Dottor Strange serra le labbra pensieroso.
Eva Torres torna a casa dopo una lunga e
faticosa giornata di lavoro. Non tutte le vittime dell’ultimo massacro sono
state identificate purtroppo. Sarà un lungo lavoro.
Eva vorrebbe capire qual è il senso di quella
mattanza. Gli omicidi satanici su cui sta indagando hanno una logica per quanto
perversa e seguono un rituale, ma questi? L’unica cosa che hanno in comune è
che non sono state usate armi, non armi umane perlomeno, ma la forza bruta o
qualche tipo di energia non identificata e identificabile con i normali mezzi.
Sembra il lavoro di qualcuno che abbia appena scoperto di avere il potere di
uccidere e stia sperimentando in quanti modi può farlo. Lucille Abadon come
sostiene Daimon Hellstrom?
Forse lui avrebbe potuto capirci qualcosa se
non fosse sparito improvvisamente per una delle sue missioni personali.[vi]
Dovrà arrangiarsi da sola. Magari quando arriverà il responso dei laboratori
del F.B.S.A. avrà le idee più chiare. Al momento l’istinto le dice che in qualche
modo contorto tutto è davvero collegato a Lucille Abadon ma non sa come
dimostrarlo.
È sulla soglia di casa sua ed ha appena tirato
le chiavi fuori dalla borsetta quando alle sue spalle una voce la chiama:
-Tenente Torres… Eva.-
Eva si volta di scatto e si trova davanti una
ragazza dai capelli biondi. Il suo volto è in ombra ma i suoi occhi risplendono
nel buio come quelli dei gatti.
Da dove arriva? Si chiede la Detective. Non ci
sono auto o posti in cui nasconderne una nei dintorni. È nuda, che sia venuta
dall’Oceano? Ma non ci sono orme sulla sabbia e lei non è bagnata.
-Sei stata cattiva, Eva ed io sono qui per punirti.- dice la ragazza
con voce che sembra venire dall’oltretomba.
Eva Torres ha
estratto la sua pistola e la punta verso la ragazza chiedendo:
-Chi diavolo sei?-
Teme di sapere la risposta.
-Un diavolo appunto.- risponde l’altra continuando ad avanzare -Sono
l’Empia, l’Angelo Nero, la mano sinistra del Diavolo…- sulle sue spalle
spuntano un paio d’ali da pipistrello che diventano sempre più grandi mentre
lei continua a parlare -… sono la tua morte.-
Eva le spara. Una,
due, tre volte. La ragazza, barcolla senza cadere poi si porta una mano al
petto e quando la ritrae nelle sue dita scintilla qualcosa di metallico: un
proiettile.
-Devi fare di meglio, Eva.- dice ridendo -Molto meglio.-
E riprende ad
avanzare.
Lucille Abadon esce dalla doccia e mentre
rientra in camera da letto, scioglie l’asciugamano che ha intorno ai fianchi e
lo lascia cadere con noncuranza su una sedia. Se qualcuno la vedesse adesso non
potrebbe non notare il marchio a forma di pentacolo rovesciato impresso sulla
sua natica sinistra, un marchio che ora sembra pulsare e brillare.
Lucille accende la TV sintonizzandola sul
notiziario locale.
<<… con una percentuale che secondo le proiezioni è vicina al
70%, con un incredibile distacco di 50 punti dal suo piu diretto rivale. Questo
rende l’elezione di novembre virtualmente superflua. Possiamo dire che, salvo
incredibili sorprese dell’ultim’ora, Lucille Abadon è già il Governatore-Eletto
della California.>>
Lucille ride e dice:
-Un piccolo passo per la figlia del Diavolo, un grande passo verso
l’apocalisse.-
FINE OTTANTAQUATTRESIMO EPISODIO
NOTE DELL’AUTORE
Che dire? Poco, quindi diciamolo subito:
1) Destin Kale è stato creato da Ivan Velez Jr.
&Salvador Larroca su Ghost Rider Vol. 3° #77 datato settembre 1996. Mi
chiedo se qualcuno aveva capito che era lui Desmond Kiley? Giusto un fan di
Danny Ketch ci sarebbe riuscito. -_^
2) Daimon Hellstrom lascia queste pagine almeno
per un po’ ma non mancate di seguirlo sulla sua serie personale o altrove.
3) Nota “politica” per spiegare un passaggio che
altrimenti potrebbe sembrare confuso: la legge elettorale californiana impone
che tutte le elezioni che si tengono in quello Stato siano “nonpartisan” ovvero
ogni candidato si presenta ufficialmente a titolo personale e non sotto
l’etichetta di un partito. Le cosiddette elezioni primarie sono in realtà un
primo turno che serve a selezionare i due candidati più forti che si sfideranno
alle elezioni generali di novembre. Normalmente i due sfidanti appartengono a
partiti contrapposti ma talvolta è accaduto che entrambi i candidati più votati
fossero dello stesso partito, di solito il Democratico. È accaduto, ad esempio,
alle elezioni senatoriali del 2016.
Nel prossimo episodio: Lucille Abadon sta
vincendo? Per fermarla i nostri eroi dovranno fare un viaggio nel cuore di
tenebra degli Stati Uniti e non sarà un viaggio facile.
Carlo
Carlo
[i] Avvenuto due episodi fa.
[ii] Come sa chi legge Marvel Knights.
[iii] Nomignolo del Consiglio dei Supervisori della Contea
[iv] Addirittura nel primo episodio di questa serie.
[v] È accaduto su Marvel Team Up Vol. 1° #80 (prima edizione italiana: Il Settimanale dell’Uomo Ragno #14).
[vi] A proposito della quale, vi invito a seguire Moon Knight ed i prossimi episodi della nostra serie di Hellstrom.