Che tu possa
arrivare in paradiso mezz'ora prima che il diavolo si accorga che sei morto.
(Proverbio irlandese)
#83
IL DIAVOLO È FEMMINA
1.
Ieri questo posto ha
vissuto una delle notti più strane della sua esistenza che pure agli occhi della
gente comune non rientra certo nella normalità. È un club privato, un ritrovo
di adepti del cosiddetto stile di vita vampirico che si ritrovano per bere
sangue come se fosse vino.
Alcuni li chiamano depravati, altri li
definiscono svitati, altri ancora pensano che hanno il diritto di vivere come
vogliono finché non fanno male a nessuno. Siamo in California dopotutto e
questa è Los Angeles, una delle città più liberali e libertarie che esistano.
Quanto alla ragazza dai lunghi capelli neri
che indossa un top aderente, attillatissimi pantaloni di pelle e stivaletti coi
tacchi a spillo, tutto rigorosamente nero, al momento è solo curiosa di sapere
cos’è successo la notte precedente.
-Per dire la verità, non lo ricordo molto bene.- afferma il ragazzo
seduto accanto a lei su un divanetto -C’era quell’uomo… avrà avuto
quarant’anni. Si è unito a noi qualche mese fa ed ha affascinato subito tutti.
Ci ha detto di chiamarsi Woland.-
-Woland eh?- lo interrompe la ragazza -Interessante. Continua.-
-Non c’è molto altro da dire: è entrata una ragazza bionda poco
vestita. Era la prima volta che veniva qui, ma lui la conosceva e le si è
avvicinato. Dalla reazione di lei era ovvio che non fossero molto amici. Hanno
parlato poi lei ha tirato fuori dal nulla una spada ed ha tentato di colpirlo
ma lui l’ha disarmata. A questo punto è entrato un altro tizio dai capelli
rossi ed a petto nudo che impugnava un tridente da cui sono scaturite delle
fiamme che hanno avvolto Woland.-
La ragazza passa le
sue dita sul petto del giovanotto e risale fino a sfiorargli il collo
-Poi cos’è successo?- chiede.
-Io… non lo so. -risponde lui -La cosa che ricordo subito dopo è che
ero disteso sul pavimento coi vestiti a brandelli e così tutti gli altri.
Woland, la bionda, il tizio dai capelli rossi ed un paio d’altri erano spariti.
Nell’aria ristagnava un odore come di… di…-
-Zolfo?-
-Sì, esatto, era proprio zolfo.-[1]
-Bene. Ne abbiamo parlato abbastanza. Ora è il momento di divertirci
un po’, che ne dici?-
La donna sorride
scoprendo due file di candidi canini.
-Wow!- esclama il ragazzo -Sono bellissimi.-
-Mi permetti di servirmi del tuo sangue direttamente alla fonte?-
-Ma certo.- risponde lui scoprendo il collo -Come hai detto che ti
chiami?-
-Puoi chiamarmi Lily.- risponde lei poi affonda i denti nella sua
giugulare.
Da un’altra parte di
Los Angeles, nel salone di un prestigioso hotel si sta svolgendo un party il
cui scopo è la raccolta di fondi per la campagna elettorale di alcuni candidati
a cariche pubbliche, gli sguardi di due donne si incrociano.
Una è bionda, ha
occhi azzurri ed è visibilmente incinta, veste un elegante abito verde. L’altra
ha lunghi capelli neri e veste un lungo abito rosso bordato di giallo ed ha
qualcosa di orientale. I suoi occhi sono coperti da occhiali con lenti a
specchio eppure si indovinano freddi e penetranti.
Restano a guardarsi
per qualche istante poi la bionda si muove verso l’altra seguita dal suo
compagno.
Le massicce guardie
del corpo della donna dai capelli neri fanno per muoversi ma lei li ferma con
un gesto. Finalmente le due donne sono faccia a faccia ed è la bionda a parlare
per prima:
-Elianne Turac, sei proprio tu! Ero convinta di averti uccisa.-
-E lo avevi fatto, Ispettore Fraser.- replica l’altra con calma
Si toglie gli occhiali rivelando delle pupille
vuote. È cieca ma sembra vederci meglio di chiunque altro. Con freddezza
prosegue a parlare:
-Hai conficcato un paletto nel mio cuore poi hai semplicemente
richiuso la mia bara e questo è stato il tuo grave errore.[2]
Un giorno mi sono risvegliata, il paletto che avevo nel cuore era caduto ed io
potevo lasciare la mia bara. Più tardi appresi che una specie di incantesimo
aveva riportato in vita tutti i vampiri mai esistiti che non fossero stati
uccisi in modo definitivo: tagliando loro la testa riempiendo la bocca d’aglio
e bruciando testa e corpo separatamente. Tu non l’avevi fatto.-
-Non me la sono sentita ed ho sbagliato.- ammette Kate Fraser.
-Sì lo hai fatto. A pagare per questo tuo errore è stato un pescatore
che ho incrociato appena uscita all’aperto. Ero assetata e l’ho assalito. L’ho
prosciugato di quasi tutto il suo sangue poi l’ho portato nella mia cripta ed
ho atteso. Tre giorni dopo si è risvegliato ed è stato il primo del mio
branco.-
-Hai un branco, complimenti!- esclama, sarcastico, Frank Drake.
-Non avrei mai voluto essere una vampira ma è quello che sono
diventata ed ho dovuto adattarmi.- replica la donna chiamata Elianne Turac.
-Sei riuscita a tenere un basso profilo.- commenta Kate.
-Non è stato difficile specie qui in America. Avete idea di quanti
derelitti scompaiono ogni giorno senza dare più notizia di sé solo in questa
città? E quanti nelle zone di guerra in tutto il mondo? È tra loro che vado in
cerca di preda. Alcuni diventano parte del mio branco, altri obbedienti servi,
altri sono solo cibo.-
-Hai una bella faccia tosta a dircelo così.-
-Chi ci ha sentito? E che potreste farmi? Piantarmi un paletto nel
cuore davanti a tutti, ammesso che ne aveste uno? Vi arresterebbero per
l’omicidio della ricca ed influente Elaine Turow. Crederebbero alle vostre
storie di vampiri?-
-Un punto per te, Turac.- ammette a malincuore Kate.
-Non finisce qui.- afferma Frank.
-Ne sono consapevole.- replica Elianne
- Hai cercato di farci uccidere.- dice Kate con voce dura -Perché?-
-Ti ho vista a New York ed ho pensato che fossi sulle mie tracce, che
mi avessi rintracciata. In seguito ho capito che eri solo in vacanza con il tuo
uomo e non avevi idea che io fossi ancora viva, ma ormai il danno era fatto. È
stato il primo anello della catena di eventi che ci ha portato qui oggi. Mi
dispiace. Non è mio desiderio farvi del male, tuttavia farò tutto ciò che è in
mio potere per continuare questa specie di vita anche se dovesse voler dire la
vostra morte.-
Semplice e diretta,
pensa Kate.
Nella terrazza
panoramica dell’hotel il Supervisore della Contea di Los Angeles e candidata a
Governatore della California, Lucille Abadon si confronta con una ragazza
bionda completamente nuda dalla pelle color della tenebra con lunghe ali nere
da pipistrello ripiegate davanti a lei.
Qualunque altra donna
al suo posto sarebbe spaventata o almeno turbata dalla vista che le si è
presentata, ma Lucille non è come chiunque altra e sorride.
-Quindi, Penny, cara, ora sai.- si limita a dire.
-Che mio padre è un demone che regna in quell’Inferno a cui fino a
ieri non credevo? Sì, ora lo so. È venuto da me la notte scorsa e mi ha detto
tutto di lui e delle mie origini. Mi ha detto e mostrato cose che mi hanno
aperto gli occhi… e mi ha anche rivelato chi sei veramente tu…. Mamma.-
-Che sono figlia di Satana, il Signore degli Inferi? Mi avresti
creduto se te lo avessi detto? Ne dubito. Ad ogni modo, ora sai e da quel che
vedo, hai accettato ciò che sei come ho fatto io a suo tempo.-
C’è un sorriso sul
viso della ragazza mentre replica:
-Mio padre mi ha mostrato il mio vero potenziale e poi, dopo la mia
trasformazione, è rimasto a guardare mentre uccidevo tutti coloro che si
trovavano in quella clinica dove mi avevi spedito.-
-Quindi sei stata tu, come immaginavo… e speravo.- dice Lucille con
tranquillità.
-È stato... divertente.-
-Posso immaginarlo. Mi sarebbe piaciuto esserci. -
La ragazza ride e
ribatte:
-Sei unica, mamma. Sapevo che eri crudele ma non avevo capito quanto.
Del resto sei la figlia del Demonio e con un demonio ti sei unita per generare
me che sono…-
-L’oscuro angelo della Morte.- completa Lucille -Il mio, caro piccolo
angelo della morte che mi aiuterà a compiere il mio… il nostro destino.-
-E sarebbe?
-Regnare su questo mondo o distruggerlo. Devo ancora decidere.-
-Un bel programmino. Mi piace.-.
2.
Daimon Hellstrom
guarda la donna bionda in abito da sera nero davanti a lui e dice con voce
dura;
-E così hai cambiato bandiera.-
Il bel volto della
donna di nome Claire Voyant si incupisce mentre lei abbassa lo sguardo e
replica:
-No, io servo Satana come sempre, sei tu che sei nel campo avverso
stavolta.-
-La brava, ubbidiente, cagnolina di mio padre eh? Avrei dovuto
aspettarmelo.-
-Tuo padre vuole che Lucille Abadon vinca le elezioni ed è ciò che
accadrà.-
-Non se io potrò impedirlo.-
-Non puoi. Nessuno può opporsi alla volontà di Satana.-
Daimon ride e
ribatte:
-Io l’ho fatto molte volte e con successo. Satana non è onnipotente e
può essere sconfitto. Ricordalo quando questa storia sarà finita.-
Claire rimane
silenziosa e Daimon le volta le spalle avvicinandosi ad un’altra ragazza bionda
sui vent’anni anche lei vestita di nero ma con la schiena nuda.
-Problemi di coppia?- gli chiede sorridendo e sorseggiando una coppa
di champagne.
-Lei è la Vedova Nera, l’assassina personale di mio… di nostro padre.-
-Credevo che la Vedova Nera avesse i capelli rossi, fosse russa e
facesse la spia.-
-Lei era in giro da molto prima di Natasha Romanoff. Il suo vero nome,
per quanto strano possa sembrare, è Claire Voyant.-
-Io mi faccio chiamare Jazz Jade. Ho poco da criticare i nomi altrui.
Dimmi di più di lei.-
-Non c’è molto da dire: era il 1940, credo. Fu uccisa da un tizio per
non ricordo più quale motivo e poi nostro padre la resuscitò dotandola di tutto
il potere necessario ad uccidere chi lui le indicava e mandare la sua anima
all’Inferno. Credimi: per farlo usa metodi spesso molto creativi e molto
macabri.-
-Mi vengono ancora i brividi quando dici: “nostro padre” anche se mi
abituando all’idea che Satana sia il mio vero padre ed ai poteri che ne
derivano.-
-Anche Lucille Abadon è una delle sue figlie e non ha scrupoli ad
usare i suoi poteri per i suoi scopi malvagi.-
-Ma quanti figli ha fatto Satana?-
-Quanti bastano per assicurarsi che almeno uno segua i suoi piani. Ha
fallito molte volte ma non gli importa: ha l’eternità a disposizione.-
Danielle Seward si
sveglia improvvisamente nel cuore della notte londinese in preda ad una strana
sensazione. Badando a non svegliare la nera Safron Caulder che le dorme al
fianco si alza dal letto. Afferra una vestaglietta posata su una sedia e la
infila rapidamente mentre esce dalla stanza.
Raggiunge il salotto
dove, nella penombra distingue appena la figura di un uomo alto e biondo che le
dice:
-Ciao sorellina.-
-Charlie?- esclama lei appena un po’ sorpresa -Sei davvero tu?
-Sì, Dani, sono proprio io.- risponde Charles Seward -Ho bisogno del
tuo aiuto.-
A Los Angeles la
notte è ancora giovane ed al party elettorale non tutti si stanno divertendo.
Eva Torres, ad esempio, una tipica bellezza latinoamericana, capelli corti e
neri, carnagione appena olivastra, è qui per lavoro. È Tenente del Dipartimento
di Polizia della Città di Los Angeles, capo della cosiddetta Squadra Speciale
Omicidi a cui toccano i casi più complicati e controversi, come una serie di
omicidi di giovani donne che hanno tutte le caratteristiche dei sacrifici
satanici. Se fosse stato un altro a dirle che tutto fa parte di un rituale che
darà potere a Lucille Abadon e che la stessa Abadon è figlia del Diavolo,
avrebbe liquidato la cosa come farneticazioni di una mente malata, ma ormai ha
imparato che Daimon Hellstrom sa quel che dice e se dice che la candidata
Governatrice gliel’ha confessato senza problemi, lei non può che credergli… non
che le serva a molto senza uno straccio di prova.
-Il tuo amico Hellstrom sembra aver litigato con quella bionda ed ora
sembra consolarsi con quell’altra bionda.-
A parlare è stata una donna attraente sui
quarant’anni dai corti capelli biondo cenere e gli occhi chiari.
-Dovrebbe importarmene, Jaye?- ribatte Eva.
Jaye
Winston, Detective del Dipartimento dello Sceriffo della Contea di Los Angeles,
si stringe nelle spalle e replica:
-Avevo avuto la sensazione che tra voi ci fosse
qualcosa. Sai: linguaggio del corpo e scemenze simili. Lo hai detto tu che sono
una brava detective.-
-Siamo… buoni amici.-
-Quindi non ti importerebbe se mi facessi
avanti con lui? Non so dirti perché ma ho quest’idea che ci sappia fare a
letto.-
-Jaye ti ricordo che sei qui per indagare su
degli omicidi e non per dare sfogo ai tuoi ormoni… esattamente come me.-
-Sei davvero convinta che il massacro della
Clinica Herbert su cui sto indagando sia collegato agli omicidi rituali su cui
indaghi tu?-
-Il collegamento è Lucille Abadon, non ho
dubbi.-
-A proposito, dov’è la candidata? È un pezzo che non la vedo.-
3.
La ragazza bionda che
indossa una specie di bikini azzurro con le coppe del reggiseno in metallo e
stivali dello stesso colore, le spalle drappeggiate da un ampio e lungo
mantello blu e sui capelli una tiara metallica, allunga la mano destra ma prima
ancora che possa suonare il campanello, il portone si apre e sulla soglia
appare un orientale calvo dall’età indefinibile.
-Prego, Miss Kale…- le dice -… il Dottore la
sta aspettando.-
Jennifer
Kale non è affatto sorpresa che il Dottor Strange sapesse del suo arrivo:
ordinaria amministrazione per il Mago Supremo. Abbozza un sorriso e replica:
-Grazie Wong,-
L’uomo
di nome Wong la precede lungo un corridoio sino ad uno studio dove il Dottor
Stephen Strange sembra intento a scrutare una specie di mappamondo su cui
risplendono alcuni puntini.
Al
suo ingresso solleva il capo e sorride dicendo:
-Benvenuta Jennifer, è un piacere rivederti di
nuovo in forma. Vedo che non hai mutato gusto nel vestire.-
-Sono una ragazza semplice del Vecchio Sud.-
replica lei.
-Immagino di sapere perché sei venuta.-
-Non è difficile da indovinare: voglio che tu mi aiuti a scovare il mio assassino.-
Lucille Abadon indugia sulla terrazza
panoramica guardando verso l’orizzonte. Senza voltarsi si rivolge all’uomo
appena arrivato alle sue spalle:
-Che ne pensi del panorama Des?-
-Apprezzavo di più Los Angeles quando era solo un piccolo villaggio se
devo essere onesto, Lucy.- risponde l’uomo che si fa chiamare Desmond
Kiley ed è il suo manager elettorale, affiancandosi a lei.
-E quante volte ti è capitato di essere onesto negli ultimi 400 anni,
Des?- ribatte Lucille con un sorrisetto divertito.
-Molto poche, lo ammetto. Del resto i patti col Diavolo non sono roba
per gente senza pelo sullo stomaco.-
-Che lo chiamino Lucifero, Mefisto, Satana, Belzebù o con uno dei
tanti altri nomi che gli hanno dato, il Diavolo è sempre molto esigente.
Generoso nel ricompensare ma anche spietato nel punire.-
-Se non lo sai tu che sei sua figlia…-
-Una figlia ubbidiente e rispettosa aggiungerei, il docile strumento
della sua volontà.-
-Docile è un aggettivo che proprio non ti si addice.
Lucille Abadon fa un
sorriso crudele mentre le sue pupille diventano rosse come il fuoco.
-Diciamo che quel che vuole mio padre è quello che voglio anch’io e
con il suo aiuto nulla mi impedirà di ottenerlo. Presto la California sarà mia,
poi toccherà a tutti gli Stati Uniti ed infine al resto del Mondo.-
E l’uomo chiamato Des
non dubita che la donna che ha davanti sia in grado di raggiungere i suoi
ambiziosi obiettivi.
Frank Drake sta
pensando a qualcosa di tagliente da replicare alla vampira turca di nome
Elianne Turac quando le parole gli muoiono in gola.
-Che succede, Frank?- gli chiede Kate Fraser preoccupata.
-Indovina chi è appena entrata?-
Gli sguardi di
Elianne si volgono verso una giovane donna dalla carnagione pallida, lunghi
capelli corvini ed un abito da sera nero dall’ampia scollatura e che le lascia
scoperte le spalle.
-Lilith.- mormora Kate.
-La figlia di Dracula.- aggiunge la vampira.
4.
A Londra è mattino presto ormai. Quando l’uomo
alto e segaligno con la barba alla Abraham Lincoln apre la porta della suite
che occupa in un noto hotel della capitale britannica si trova davanti un uomo
alto e massiccio dai capelli castani con al fianco un poliziotto in uniforme.
-Il Professor Noah van Helsing?- chiede l’uomo in borghese mostrando
un tesserino da Detective della Polizia Metropolitana della Grande Londra.
-Ja.- risponde l’uomo nella
sua lingua nativa per poi passare all’Inglese con una traccia di accento che un
esperto riconoscerebbe come Olandese -Cosa posso fare per la famosa Scotland
Yard?-
-Sono il Sergente Henderson della Polizia Metropolitana.- si presenta
l’uomo -La prego di seguirmi assieme alle sue compagne. Il mio superiore,
l’Ispettore Capo Chelm, desidera parlarvi.-
All’apparenza un
invito cortese ma è evidente che un rifiuto non è contemplato. Noah van
Helsing, professore dell’università di Amsterdam, sfodera un sorriso di
circostanza e replica:
-Io e le mie amiche verremo volentieri, Sergente. Ci dia solo un
attimo per prepararci.-
Lilith Dracula avanza
senza curarsi degli sguardi dei presenti e si ferma davanti al gruppetto
formato da Frank Drake, Kate Fraser ed Elianne Turac. Rivolge lo sguardo verso
quest’ultima e dice:
-La tua presenza non è richiesta, vattene.-
Gli occhi ciechi
della vampira turca scintillano mentre ribatte:
-Io non ti devo obbedienza, Dracula. Sono padrona di me te stessa.-
-Davvero, Turac?- replica Lilith con un sogghigno -E gli N’Garai o la
Triade[3]
la pensano allo stesso modo? Non è a loro che hai venduto la tua anima e la tua
vista in cambio di una vita eterna spesa a cercare un’inutile vendetta contro
mio padre o ricordo male?-
-Lo stesso incantesimo che ha fatto sì che non debba obbedienza a chi
mi ha resa vampira o alla sua erede.-
-Quindi sei ancora il loro burattino. Attenta perché un giorno
tireranno i tuoi fili e scoprirai quanto illusoria sia la libertà di cui ti
vanti.-
Detto questo Lilith
si rivolge a Frank:
-Come sta il mio pronipote preferito?-
-Non sei affatto divertente, “zietta”.- replica, secco, Frank -Perché
sei qui?-
-Sono a caccia del Diavolo.- è l’inquietante risposta.
Daimon Hellstrom
sorseggia una coppa di champagne guardandosi intorno.
-Ti ha colpito quella brunetta?- gli chiede Jazz Jade ammiccante.
-Ti consiglio di non irritarla: è la figlia di Dracula, la Regina dei
Vampiri.- risponde lui.
-Dracula? Quel Dracula?-
-Ce ne sono altri?-
-Certo che hai delle conoscenze interessanti.-
-È qui per il nostro stesso motivo: lei.-
Lucille Abadon è
appena rientrata nel salone in compagnia dell’uomo che somiglia in modo
impressionante a Johnny Blaze. Daimon sta cominciando a farsi un’idea di chi si
sia veramente e la cosa lo inquieta. Suo padre non sta lasciando nulla al caso.
5.
In una stanza di un vecchio palazzo del Vieux Carré, il famoso Quartiere Francese di New
Orleans una donna dalla pelle ambrata e lunghi capelli neri che le ricadono
sulle spalle nude sta facendo i tarocchi.
Volta una carta e nel
vederla sussulta ed esclama:
-Il Diavolo sta arrivando da Nord e presto sarà qui!-
Per la prima volta da
tanto tempo Marie Laveau è spaventata.
Lucille Abadon si lascia sfuggire
un’esclamazione di sorpresa:
-Ma guarda un po’!-
-Cosa c’è?- le chiede Desmond Kiley.
-La vedi quella
donna?- replica lei -È Lilith Dracula l’attuale Signora dei Vampiri.-
-Pensi che anche lei
sia qui per te come i tuoi fratellastri e quella poliziotta?-
-Non lo so. Dovrò
accertarmene. Un’avversaria del suo calibro non è da sottovalutare.-
-Vuoi che ci pensi
io?-
Prima
che Lucille possa rispondere qualcuno grida:
-Hanno cercato di
uccidere il Supervisore Carpenter!-[4]
Lucille si lascia sfuggire un
sogghignò e commenta.
-Decisamente una
serata movimentata.-
Il party finisce bruscamente ed è
solo alcune ore più tardi, dopo una sommaria dichiarazione alla Polizia, che
Lucille rientra nel suo appartamento assieme a Desmond Kiley e Claire Voyant.
-Ho bisogno di
rilassarmi.- dice -Hai provveduto che tutto sia pronto per la Messa Nera di
stanotte, Des?-
-Al tempio aspettano
solo te.- risponde Kiley.
-E la vittima
sacrificale?-
-Già predisposta per
il rito. Ti piacerà.-
Lucille fa un sorriso maligno e
dice:
-Ottimo! Nulla mi
mette più di buon umore dell’uccidere qualcuno.-
Emily Wexler aveva molti sogni. Era partita da
un paesino dell’Iowa decisa a diventare un’attrice, ma era diventata cameriera
in un fast food. Non aveva rinunciato ai suoi sogni però, era convinta che
avrebbe sfondato un giorno o l’altro.
I suoi sogni sono
diventati incubi quando un affilato coltello le ha squarciato il ventre ed il
cuore ancora pulsante le è stato estratto dal petto. L’ultima visione della sua
vita sono stati due occhi rossi come il fuoco e poi è calato il buio.
Ora Emily Wexler
giace nuda su un pentacolo tracciato col suo stesso sangue. Avrà la celebrità
che cercava, ma non ne gioirebbe se lo sapesse.
FINE OTTANTATREESIMO EPISODIO
NOTE DELL’AUTORE
Che dire? Molto poco
per la verità. Si tratta sostanzialmente di un episodio di passaggio che
prepara la scena ad una serie di eventi che si sperano scoppiettanti ed
incalzanti.
I personaggi sono sul
palco, lo scenario è stato allestito ed il sipario sta per alzarsi. Per seguire
lo spettacolo tornate qui, vi aspetto.
Carlo
Carlo