Il crimine e il vizio sono le due corna del Diavolo.
(Victor Hugo)
#82
IL DIAVOLO NEI DETTAGLI
1.
Un cimitero non è
esattamente il luogo più adatto per una gita notturna, perfino il Cimitero
Monumentale di Highgate che si trova nei Borghi di Camden, Haringey e Islington
nella zona Nord della Grande Londra ed è una sorta di riserva naturale di
fatto.
Nei primi anni Settanta del
Ventesimo Secolo si diffuse la leggenda che un vampiro avesse scelto Highgate
come sua dimora ma dopo un breve periodo di isteria di massa la cosa si sgonfiò
e nessuno ne parlò più, tuttavia le leggende spesso hanno un fondo di verità.
Forse nel 1970 non c’era alcun vampiro a Highgate ma oggi?
L’uomo dai capelli grigi e la barba alla
Abraham Lincoln che indossa un
giaccone da caccia con varie tasche ed una cintura multiuso non ha dubbi al
riguardo mentre con una torcia elettrica illumina una cappella in marmo bianco
sulla cui arcata è inciso il cognome Harker.
-Sì, questo è il posto.- dice in un ottimo Inglese con accento del Nord
Europa, un orecchio allenato lo identificherebbe come olandese.
-Mi auguro che lei abbia ragione, Professore.- gli si rivolge
un’attraente ragazza bionda che indossa una tuta in pelle che ricorda quella
indossata da Uma Thurman in “Kill Bill” solo che invece di essere gialla è nera
con il corpetto ed i bordi rossi -Sono abbastanza sicura che la pena per chi
dissacra una tomba sia piuttosto severa da queste parti.-
-Stai tranquilla Abigail, è proprio qui che si nasconde la vampira che
cerchiamo.-
La bionda stringe
nervosamente tra le mani una balestra con una freccia già incoccata, poi
aggiunge:
-Questa cosa è personale per lei, non è vero, Professor van Helsing?
Perché non ci ha detto nulla della vampira che stiamo andando a stanare? Io e Michiyo
stiamo rischiando la nostra vita e la nostra anima, abbiamo il diritto di
sapere perché.-
-Hai ragione,
Abigail. La ragione per cui ero riluttante a parlarvene è che lei è…-
Prima che il Professor Noah van
Helsing possa terminare la sua frase, il terzo membro del gruppetto, una
ragazza giapponese che indossa un
judogi[i] nero
invece che bianco, porta i capelli acconciati a coda di cavallo ed impugna una
lunga katana, dice:
-Non siamo soli.
Ha appena finito di
parlare che dalla nebbia si materializzano lentamente delle spettrali figure.
L’atmosfera è ben
diversa a migliaia di miglia più ad ovest, nella città di Los Angeles, dove il
sole è tramontato solo da poco ma anche lì il male si nasconde nell’ombra. La ragazza
bionda che dimostra poco più di vent’anni e che indossa: un giubbotto di pelle nera con una profonda
scollatura e l’addome scoperto, un perizoma rosso e stivaletti neri ne è
pienamente consapevole mentre un pesante portone di quercia si apre davanti a
lei.
Per un attimo quasi le sembra di vedere stagliarsi
sulla soglia la figura del sinistro Zio Tibia[ii] ma
l’impressione svanisce quasi subito: sulla soglia c’è soltanto un ragazzo
appena più vecchio di lei vestito di nero come si usa nella subcultura goth e
dalla carnagione pallida.
-Benvenuta al Club dei Vampiri, sorella.- l’accoglie dando una rapida
occhiata al cartoncino che lei gli porge.
Dà un ‘occhiata più approfondita a lei squadrandola senza ritegno poi
chiede:
-Non ti ho già visto da qualche parte?-
Lei scoppia a ridere e
replica:
-È possibile se frequenti abitualmente youporn di nascosto dalla tua
mammina.-
L’altro rimane
silenzioso per qualche istante poi le dice:
-Seguimi.-
Il cosiddetto Club dei
Vampiri non ha nulla a che fare con le omonime creature della notte ma è
piuttosto il ritrovo di giovani e meno giovani dediti ad una forma di
divertimento estrema e bizzarra, una forma di controcultura che la nuova venuta
non è certa di capire.
Si aggira in mezzo a
loro guardandosi intorno. Forse si è sbagliata, forse quel che cerca non è qui.
Improvvisamente si irrigidisce e dalle sue labbra sfuggono delle strane parole:
-Sento puzza di zolfo.-
A Londra l’Ispettrice
Constance Johanssen si avvia verso la sede del Servizio di Polizia
Metropolitana della Grande Londra meglio conosciuto col nomignolo di Scotland
Yard. Da quando è stata aggregata alla Squadra Antivampiro i turni di notte
sono diventati la regola.
È quasi arrivata
quando sente una voce arrivare praticamente dal nulla:
-Constance..
Lei si volta di
scatto. La sola cosa che vede all’inizio sono due pupille rosse che brillano
nel buio poi, piano piano intravede una figura umana sempre più nitida: un uomo
dai capelli biondi e lo sguardo triste.
-Dottor Seward, che piacere rivederla!- esclama in tono sarcastico Non
mi era ancora capitato dalla sua più recente resurrezione.-
-Le ragazze che ho… aiutato ieri… come stanno?- chiede l’altro.
-Bell’aiuto! Le ha salvate da un branco di stupratori, certo, poi,
però, si è divertito a dissanguarle.-[iii]
-Non le ho uccise.- replica Charles Seward -Mi sono limitato a prendere
loro solo il sangue che mi era necessario. Non hanno provato dolore e saranno
un po’ deboli per un po’, tutto qui.-
-Poteva lasciar stare le due ragazze e prendere il sangue che le
serviva da quei balordi che ha steso.-
-Il loro sangue era … impuro. Non era adatto. Non mi chieda come
facessi a saperlo. Lo sapevo e basta.-
-E questo basta a scusarla? Non per me.-
-Creda a ciò che vuole. Volevo solo che sapesse. Ci sono un sacco di
cattivi soggetti a Londra, intendo occuparmi di loro.-
-Un vampiro giustiziere. Ora le ho sentite tutte!-
Charles Seward non
replica. In un attimo è scomparso e tutto quello che Constance può vedere è un
pipistrello che si allontana volando.
2.
Quale miglior posto
per nascondere un vero vampiro se non in mezzo a dei vampiri finti? Questo
almeno è quel che mi ha detto la mia amica Bunny Brennan portandomi in questo
posto.
-Pensaci, King: gente
che ama i vampiri e si diverte a bere sangue. Nessuno baderà a te e troverai
senza problemi dei volontari… e volontarie specialmente… che non avranno
problemi a donarti spontaneamente un po’ di quel scorre nelle loro vene.
-E tu da quando li
frequenti?- le ho chiesto -Non ti facevo una goth.-
-Conosci la
sottocultura goth. Mi sorprendi davvero, King. In realtà non sono una goth ma
ho qualche amica che lo è e così… -
-Va bene, ho capito.
Ci verrò se ci tieni tanto ma non ci starò molto: ho un seguace del Diavolo da
scovare.-
-Chissà… magari
potresti trovarlo proprio lì. Intanto dovremo agire sul tuo look. Non hai un
vestito da vampiro con te, vero? Qualcosa alla Lord Byron?-
-Ora sei tu a
sorprendermi, Bunny: non immaginavo che conoscessi Byron.-
-Mi sottovaluti,
King.-
E così eccomi qui, vestito come un
pagliaccio, in mezzo ad un branco di ragazzi che non hanno la minima idea di
cosa sia davvero essere un vampiro ed auguro loro di non scoprirlo mai.
-Ma guarda un po’!-
esclama Bunny.
-Cosa c’è?- chiedo.
Lei mi indica una bella ragazza
bionda decisamente poco vestita.
-Chi è?-
-Quella è Jazz Jade,
una delle più famose pornostar emergenti della nazione.- risponde Bunny -Lo
sapresti se avessi la TV nel tuo loculo.-
-Molto divertente.-
-Non sapevo che le
piacesse questo genere di cose ma perché dovrei esserne sorpresa? Siamo a Los
Angeles dopotutto.-
Non la sto ascoltando. Un uomo si è
alzato da un divanetto ed ora sta andando verso la bionda. C’è qualcosa in lui
che attira la mia attenzione, qualcosa di malvagio mi sento di dire. È vestito
di nero come gli altri ma è più vecchio e sfoggia un pizzetto caprino.
Si volta verso di me come se avesse
percepito che lo stavo guardando. Fa un sorriso crudele ed improvvisamente sono
certo che in qualche modo sa chi e cosa sono come io so che lui non è quello
che sembra.
Mi ignora e continua l’avvicinamento
alla ragazza. Grosso errore da parte sua.
Nel cimitero di
Highgate a Londra figure umane, uomini e donne, si materializzano dalla nebbia
circondando i tre intrusi. I loro occhi rossi brillano nel buio ed i loro
canini affilati scintillano alla luce della Luna.
-Sono cominciati i guai.- mormora la ragazza bionda di nome Abigail.
Con un movimento
fluido, evidentemente provato molte volte, lascia partire dalla sua balestra
una freccia che colpisce dritta al cuore una vampira. Contemporaneamente la sua
amica giapponese balza in avanti lanciando un grido di battaglia e roteando la
sua katana. Ha appena completato il suo balzo che le teste di due avversari
rotolano a terra staccate con un solo fendente. Gli altri vampiri esitano
comprendendo che la lama è fatta un metallo per loro letale: l’argento.
Il Professor van
Helsing intanto tiene a bada altri aggressori agitando davanti a loro un
crocefisso.
-Indietro progenie del male, indietro nel nome di Nostro Signore.-
grida.
I vampiri
indietreggiano lentamente.
-Ma quanti sono?- esclama la bionda incoccando l’ennesima freccia.
-Troppi per voi.- dice una voce stentorea.
I vampiri si fanno da
parte lasciando passare una donna bionda che indossa un maglione rosso, jeans e
stivali. La sua guancia sinistra è attraversata da una lunga cicatrice.
Vedendola, van Helsing esclama:
-Rachel!-
Un’espressione di stupore si disegna sul volto
della nuova arrivata mentre a sua volta esclama:
-Zio Noah?-
Daimon Hellstrom suona
insistentemente il campanello della casa in cui poco prima è entrata Jazz Jade.
Finalmente il portone si apre e sulla soglia appare lo stesso ragazzo di poco
prima che dice:
-Mi dispiace, amico ma qui si entra solo su invito.-
-Non mi serve nessuno stupido invito.- replica Daimon spingendolo
brutalmente da parte e varcando la soglia.
-Ehi…- comincia a protestare il giovane ma si blocca quando vede cosa
sta accadendo all’intruso.
Il corpo di Daimon
Hellstrom sembra avvolto dalle fiamme i suoi vestiti si fondono letteralmente
lasciandolo a petto nudo e con indosso solo un paio di pantaloni attillati di
colore rosso e stivali dorati. Nella sua mano destra si materializza un
tridente di metallo rilucente.
Entra nel salone
proprio nel momento in cui un uomo alto e segaligno con il pizzetto caprino
pone una mano sulla spalla destra di Jazz Jade.
La ragazza si volta. I
suoi splendenti occhi azzurri sono diventati rossi e quando apre le labbra
mostra una coppia di candidi canini.
-E così sei qui.- dice con calma -Ne ero certa. Sentivo la tua puzza
fin dalla San Fernando Valley.-
-Hai avuto fegato a venire qui da sola, ragazza.- replica l’uomo
stringendole con forza la spalla.
-Sola ma non disarmata.- ribatte lei.
Dalla sua mano destra
si materializza una spada lucente che però non riesce ad usare. Il suo
avversario le afferra il polso e glielo piega verso il basso finché lei lascia
cadere la sua arma..
-Non sei alla mia altezza stupida ragazzina.- afferma.
-Ma io sì!- esclama una voce d’uomo.
Una fiammata
proveniente dal tridente di Daimon Hellstrom avvolge l’uomo facendolo urlare
mentre il suo corpo muta in quello di un demone dalla testa e zampe di capra ed
ali di pipistrello.
-Maledetto! -sibila -Avrei dovuto immaginare che dovevi
esserci anche tu.-
-Avresti dovuto, infatti, Capro Nero.- ribatte Daimon -Abbiamo degli
affari in sospeso io e te dopotutto.-[iv]
-E li risolveremo a
modo mio.-
Il demone noto come Capro Nero schiocca le dita e
tutti i presenti urlano mentre mutano in orribili demoni.
-Uccideteli, figli
miei!- ordina il Capro
Nero -Uccidete i figli degeneri di Satana!-
-Dovranno uccidere anche me… se ne saranno capaci.- dice l’unico che
non è stato mutato: Hannibal King
-Ah, un vampiro e non
uno qualunque. Ho sentito parlare di te, Hannibal King: un rinnegato per la sua
stessa razza.-
-Dovrei esserne lusingato?- ribatte King. -Immagino di sì.-
Si pone accanto a
Daimon e Jazz che ha recuperato la sua spada.
-A quanto pare, Hellstrom…- dice -… hai ancora il vizio di cacciarti in
mezzo ai guai.-
-Potrei dire lo stesso di te, King.- ribatte l’altro.
-Se avete finito di scambiarvi convenevoli, vi faccio notare che c’è un
bel mucchio di goth demoniaci che ci vuole fare a brandelli.- dice Jazz.
-La tua amica ha la lingua tagliente.- commenta King.
-In realtà è mia sorella.- replica Hellstrom.
-Credevo che tua sorella avesse i capelli rossi.-
-Questa è un’altra. Mio padre si è dato parecchio da fare.-
-Lo immagino. Comunque hanno lo stesso gusto per i vestiti.-
-Molto spiritoso.- ribatte Jazz affondando nell’addome di uno dei
demoni la sua spada fatta di un metallo che esiste solo all’Inferno ed è letale
per le creature soprannaturali.
-Intendi ucciderli?- le chiede Hannibal -Erano esseri umani prima che
il tuo demoniaco amico li mutasse ed una di loro è una mia amica.-
-Intendo sopravvivere e lo farò con qualunque mezzo. In ogni caso, non
mi faccio dare lezioni di morale da un vampiro.-
-Ho afferrato il concetto.-
King respinge
l’attacco di un demone, lo afferra, lo solleva sopra la testa e lo scaglia
contro una parete.
Il Fuoco Infernale
esce dalle punte del tridente di Daimon Hellstrom ed avvolge un gruppo di
demoni che cadono uno dopo l’altro. Jazz Jade manovra la sua spada con maestria
come se fosse nata per usarla ed in effetti è così. Hannibal King si sbarazza
di ogni avversario che tenti di aggredirlo.
-Ahimè, siete più
difficili da eliminare di quanto sperassi. Concluderemo il nostro confronto un
altro giorno.-
Il Capro Nero spicca
il volo e scompare oltre una finestra passandoci attraverso. I pochi demoni
rimasti i piedi crollano al suolo e tutti ridiventano istantaneamente umani.
King si china sulla sua amica Bunny Brennan.
-Sta bene.- dice.-
-Ne sono contento.- replica Daimon.
-Certo che sei uno strano tipo di vampiro:.- commenta Jazz -Non ti
trasformi in pipistrello, non ammazzi nessuno e ti preoccupi per gli altri.-
-Lo hai detto: sono un tipo strano.-
-Come tutti noi direi.-
-Decisamente vero. Quel tipo che sembrava il Diavolo delle vecchie
illustrazioni, chi era?-
-Uno di famiglia.- risponde Daimon -E presto o tardi lo rivedremo.-
3.
Il
nome della ragazza bionda è Penelope Abadon ed è ricoverata in questo istituito
della Contea di Los Angeles per la cura e la riabilitazione dalla dipendenza da
droghe ed alcool. È stata sua madre, Supervisore della Contea e candidata alla
carica di Governatore, a farla ricoverare qui per l’ennesima volta. La madre
premurosa che si preoccupa per la figlia ribelle. Se la gente sapesse chi è
veramente Lucille Abadon chissà cosa direbbe?
Sdraiata
sul suo letto Penny ripensa a quel che le ha detto sua madre una delle ultime
volte che è venuta a trovarla:
-Tuo padre è molto
deluso dal tuo comportamento. Aveva grandi progetti per te.-
Lei
aveva ribattuto:
-Mio
padre? Mi ha ignorato da quando sono nata e si fa vivo adesso per farmi la
morale? Che si fotta anche lui.-
Sua madre l’aveva presa per le spalle e
le aveva detto con voce dura:
-Guardami
bene, Penny, ed ascoltami: tu non conosci tuo padre, se lo conoscessi avresti
paura di deluderlo e intendo veramente paura.-
Penny Abadon aveva fissato la madre negli occhi ed
aveva capito che era sincera. Per la prima volta da tanto tempo aveva provato
paura, una sensazione che l’aveva accompagnata per lungo tempo anche dopo che
Lucille Abadon se n’era andata, una sensazione che ora, sorprendentemente, è
ritornata. Improvvisamente Penny
sa di non essere più sola nella stanza, è impossibile, eppure… allunga la mano
verso l’interruttore della lampada sul comodino quando una corrente gelida le
attraversa la faccia ed una voce che le viene da definire sepolcrale dice:
-Ciao Penny, sono felice di rivederti.-
Nel buio la ragazza
vede brillare due occhi rossi come braci.
-Chi… chi sei?- chiede.
-Tuo padre, ma lo avevi già capito non è
vero?-
Sì, l’aveva capito e
sta cominciando a capire anche altro.
-Come hai fatto ad entrare? Le porte…. I guardiani…-
-Le barriere fatte dagli uomini non possono
fermarmi se io non lo voglio, così come non fermeranno te quando deciderai di
andartene da qui. Tu non sei come le altre ragazze, sei molto di più e stanotte
io ti insegnerò quanto.-
E Penny lo ascolta.
Il Professor Noah van
Helsing fissa la figlia di suo fratello e dice:
-Perché sei così sorpresa, Rachel? Avresti dovuto prevedere che sarei
venuto a cercarti una volta saputo che eri diventata una vampira.-
-Se non ricordo male, avevi detto che volevi farla finita con quella
che chiamavi l’ossessione di famiglia.- replica Rachel van Helsing.
-Questo era prima che sapessi che Dracula aveva fatto di te una vampira
e che eri diventata la sua consorte.-
-Dracula è morto… definitivamente.-
-Così dicono, ma tu sei ancora una non morta e se fossi ancora te
stessa, saresti la prima a chiedermi di porre fine a questa tua macabra parodia
di vita.-
Rachel non risponde.
Il suo sguardo si sofferma sulle due donne che accompagnano suo zio, in
particolare sulla bionda con la balestra.-
-Vedo che hai delle nuove allieve ed hai insegnato loro gli stessi
trucchi che hai insegnato a me.-
-Parli di me?- replica la bionda -Mi chiamo Abigail Whistler e se
volessi, ti spaccherei il cuore in un secondo con una delle mie frecce di
frassino.-
Rachel si lascia
andare ad un sorriso e replica:
-Ti credo sulla parola ma che ci guadagneresti a farlo? Un attimo dopo
i miei vampiri sarebbero addosso a te e gli altri e poi mi toglierebbero il paletto
dal cuore. Io sarei di nuovo viva e tu invece… tu, nel migliore dei casi,
saresti una vampira del mio branco.-
Il silenzio cala di
nuovo sul cimitero poi Noah van Helsing lo rompe dicendo:
-Immagino che tu abbia qualcosa da proporci.-
-Una cosa molto semplice.- ribatte Rachel -Stanotte ve ne andrete da
qui sani e salvi ma se doveste provare a ritornare, allora non ci sarà più
alcuna tregua.-
Van Helsing riflette
solo un istante poi replica:
-Mi sta bene.-
-Io dico che invece dovremmo banchettare col loro sangue.- interviene
una vampira dai capelli neri.
-Vuoi discutere i miei ordini Alice?- le chiede Rachel con voce dura.
Alice Hastings china
il capo e risponde:
-No, scusami.-
I tre cacciatori di
vampiri si avviano verso l’uscita. Noah van Helsing si volta e si rivolge alla
nipote:
-Tu sai che tornerò, non è vero Rachel?-
Sul volto di Rachel
van Helsing si dipinge un’espressione triste mentre risponde:
-Sì, lo so, lo so molto bene.-
Regna
una quiete assoluta nella Clinica Herbert per la riabilitazione dalla
dipendenza da droghe ed altre sostanze, la quiete della morte.
Nessuno
degli ospiti e del personale è più vivo ormai, nessuno a parte la ragazza
bionda senza vestiti che sfoggia un paio di grandi ali nere e percorre a piedi
nudi i corridoi del complesso ospedaliero dirigendosi verso l’uscita.
Sul
suo viso si disegna un sorriso maligno mentre oltrepassa gli ultimi cadaveri.
-Divertente.- dice
-E questo è solo
l’inizio.- le
sussurra una voce immateriale.
La
ragazza esce all’aperto, sfoggia ancora un sorriso di divertita crudeltà e poi
spicca il volo.
4.
Il telefono cellulare
di Daimon Hellstrom squilla svegliandolo di colpo. Mentre allunga la mano verso
il comodino per afferrarlo, anche quello di Eva Torres dall’altra parte del
letto comincia a squillare. Brutto segno, pensa Daimon mentre risponde.
<<Daimon? Sono Seth.>> dice l’uomo
dall’altra parte.
Seth
Lieber, membro della Chiesa di Satana ufficiale. Quando chiama non è mai per
dare buone notizie.
-Spero che tu abbia una valida ragione per
chiamarmi alle sei del mattino, Seth.-
<<La migliore Daimon, credimi. Non ti
pentirai di ascoltarmi.>>
-L’ultima volta che me l’hai detto, una torma
di demoni ha cercato di ammazzarmi ed un pazzoide voleva usarmi come sacrificio
umano,[v] spero che stavolta
vada meglio.-
Detto
questo, Daimon ascolta quello che Seth ha da dirgli e man mano che l’altro
parla il suo interesse cresce sempre di più.
Quando
ripone il telefono Eva si sta rivestendo.
-Guai.- gli dice -Hanno trovato…-
-Un’altra vittima dei sacrifici satanici a
Griffith Park.-
La
detective della Squadra Omicidi della Polizia di Los Angeles fa una faccia
sorpresa.
-Tu come…- poi comprende -Il tuo amico
satanista come l’altra volta, ho ragione?-
-Certo e mi ha detto anche altre cose che forse
non sai.-
Gliele
dice e di nuovo il Tenente Eva Torres spalanca la bocca per la sorpresa e lo
sgomento poi dice in tono secco:
-Muoviamoci. -
L’Howard Anthony Stark Memorial Hospital sorge in Henry Street nel Lower
East Side a Manhattan, New York, ed è di proprietà della Fondazione Maria
Stark, la stessa che finanzia i Vendicatori, che, grazie a questo, godono di
una convenzione per le cure mediche. Col tempo lo Stark Hospital ha avuto altri
pazienti che si potrebbero definire particolari. Uno di questi è una giovane
donna bionda che si sta rivestendo in una delle sue stanze quando entra un
corpulento medico afroamericano quasi calvo con baffi ed occhiali accompagnato
da un’infermiera dai capelli rossi che vedendola le chiede.
-Cosa sta facendo Miss Kale?-
-Mi sembra evidente, Dottor Jeffries.- risponde
la ragazza, il cui nome è Jennifer Kale, allacciandosi un paio di jeans -Mi
preparo per andarmene.-
-Non l’ho ancora dimessa.- ribatte il Dottor
Lionel Jeffries -Le ricordo che quando è arrivata da noi era praticamente in
punto di morte.-[vi]
-Ma lei ed il Dottor Strange mi avete salvata e
ve ne sono grata davvero, ma ora mi sento molto meglio.-
-Dopo solo pochi giorni? Lo faccia decidere a
me. Si sdrai sulla pancia.-
Jennifer
sospira ma ubbidisce. Jeffries le esamina attentamente la schiena ed alla fine
dice:
-Le ferite si sono già completamente
rimarginate. Rimangono solo un po’ di cicatrici. Lei è una superumana, Miss
Kale?-
-Sono una strega.- replica la ragazza
sorridendo -Vale lo stesso?-
Jeffries
borbotta qualcosa di inintellegibile poi aggiunge:
-Suppongo di non poterla trattenere. Vorrei,
però, che tornasse qui per un controllo, diciamo la prossima settimana.-
-Beh, penso di potercela fare, Dottore. Affare
fatto.-
Pochi
minuti dopo Jennifer Kale esce dall’ospedale e si dirige alla metropolitana.
Poche fermate dopo scende al Greenwich Village e cammina lungo Bleecker Street.
Passo dopo passo i suoi
abiti mutano ed al posto di una comune maglietta aderente, Jeans a vita bassa e
stivaletti ora c’è una specie di bikini azzurro con le coppe del reggiseno in
metallo e stivali dello stesso colore, sulle spalle un ampio e lungo mantello
blu, sui capelli una tiara metallica. In qualunque altro posto il suo
abbigliamento avrebbe probabilmente suscitato scalpore, ma i residenti della
zona hanno visto cose molto più fuori dall’ordinario e le dedicano solo
un’occhiata distratta.
Jennifer si ferma
davanti al numero 177B e dice:
-Speriamo che il Dottore sia in casa.-
La
Clinica Herbert si trova appena fuori dai confini della Città di Los Angeles e
quando l’auto con a bordo Eva Torres e Daimon Hellstrom la raggiunge trova
parcheggiate fuori di essa varie auto ed un furgoncino della Scientifica del
Dipartimento dello Sceriffo della Contea, oltre ad un paio di furgoni mortuari
ed un’auto con il logo dell’Ufficio del Medico Legale.
-Troppa gente.- borbotta Eva -Gran brutto
segno.-
Daimon
annuisce pensieroso. Quando ha detto ad Eva quel che Seth Lieber gli aveva
raccontato sul massacro alla clinica, lei è stata subito d’accordo con l’idea
di andare a dare un’occhiata dopo aver esaminato il luogo del ritrovamento
dell’ultimo omicidio rituale, il terzo di una serie che ne prevede almeno
cinque se i sospetti di Daimon sono corretti.
Il
viaggio a Griffith Park non ha fornito molti indizi: un omicidio simile agli
altri, compreso il pentacolo tracciato col sangue e così, subito dopo che il
Medico Legale è ripartito con il suo triste carico, Eva si è subito diretta
alla clinica.
Scende
dall’auto mostrando il tesserino della Polizia di Los Angeles ed assieme a
Daimon oltrepassa il nastro giallo che delimita la scena del crimine. Una donna
sui quarant’anni dai corti capelli biondo cenere si fa loro incontro
esclamando:
-Eva, che ci fai qui? Questa non è la tua
giurisdizione.-
-Rilassati, Jaye.- replica lei -Non sono qui
per portarti via il caso, ma ho il sospetto che sia collegato ad uno che sto
seguendo e voglio verificarlo.-
-Gli omicidi satanici eh? È per questo che ti
sei portato dietro il famoso Daimon Hellstrom.-
-La ringrazio di non aver detto il famigerato o
il ciarlatano, Vice Sceriffo.- dice Daimon affabilmente.
-I Vendicatori dicono che lei è a posto e per
il mio ufficio è sufficiente.-
-E per lei, Vice Sceriffo?-
Prima
che la donna possa rispondere Eva Torres interviene:
-Daimon, lei è Jaye Winston, forse la migliore
detective della Squadra Omicidi dello Sceriffo. Se a questo mondo esistesse una
giustizia sarebbe già Capitano.-
-Ho un carattere troppo spigoloso per essere
apprezzata dai miei superiori… proprio come te, Eva.- si schermisce l’altra -Ma
ora parliamo di quello per cui siete venuti: volevi sapere cos’è accaduto qui?
Te lo dico in due parole: un massacro. Qui dentro non c’è rimasto nessuno vivo.
Quando sono entrati i primi agenti hanno vomitato anche l’anima. Chiunque abbia
fatto questo è stato molto creativo. Chissà quanti erano per fare in poco tempo
tutto questo macello?-
-Uno solo o forse due.- risponde Daimon. Sento
un’aura demoniaca ma ha qualcosa di strano che non riesco ad identificare
pienamente anche se mi è familiare. Le forze dell’Inferno sono state all’opera
qui.-
-Ma parla sul serio?- chiede Jaye Winston.
-Non chiedermelo.- risponde Eva poi aggiunge
-Hai detto che sono stati uccisi tutti: medici, personale e pazienti?-
-Forse non tutti. A quanto pare, manca una
paziente. Non è tra i cadaveri.-
-E chi è?- chiede Daimon.
-Una con un cognome importante: la figlia del Supervisore
della Contea e candidata Governatore Lucille Abadon.-
Daimon ha una sinistra premonizione ma preferisce tacere.
5.
Il giorno lascia il
posto alla sera ed nel salone delle feste di un famoso hotel di Los Angeles
cominciano ad arrivare gli ospiti al ricevimento dato in onore della candidata
Lucille Abadon. Tra i primi ad arrivare c’è Daimon Hellstrom che fa il suo
ingresso assieme a Jazz Jade.
-Ti ringrazio di avermi portata con te. Sei
sicuro che questa gente apprezzerà la mia presenza?- dice lei.
-Un po’ di pepe farà solo bene a questa manica
di ipocriti.- ribatte lui.
-La tua amica poliziotta approva? Quando ci
siamo conosciute aveva l’aria di essere gelosa.-
-Lei non ha il diritto di essere gelosa, io
sono libero di fare ciò che voglio con chi voglio. In ogni caso è già qui in
veste ufficiale e quando mi è arrivato l’invito con la facoltà di portare un
accompagnatrice, ho avuto la sensazione che Lucille Abadon preferisse che
portassi te.-
-Me? E perché?-
-Potrai chiederglielo tu stessa, se vuoi,
eccola.-
Lucille
Abadon, inguainata in un abito da sera rosso con le spalle scoperte, sta
parlando con un uomo sui quarant’anni dal sorriso affascinante. Quando vede
Daimon gli si fa incontro.
-Daimon, caro, sono lieta che sei venuto ed in
compagnia di questa deliziosa signorina come speravo.- dice sorridendo.
-Non potevo mancare.- replica lui -Per un po’
mi sono chiesto se saresti venuta dopo quel che è successo alla clinica dov’era
ricoverata tua figlia ma sapevo bene la risposta.-
-La vita deve andare avanti e sono convinta che
lo Sceriffo farà tutto ciò che è in suo potere per ritrovare Penny e chiarire
questa brutta faccenda, ma non parliamo di questo: voglio presentarvi Rex
Carpenter, candidato Senatore e probabilmente un giorno anche Presidente.
-Probabilmente ce la farai prima tu, Lucille.-
si schermisce l’uomo -Chi sono i tuoi amici?-
-Lui è Daimon Hellstrom, demonologo, esorcista
ed altre cose. La sua accompagnatrice presumo tu l’abbia sentita nominare anche
se immagino che i tuoi elettori preferirebbero che tu non avessi mai visto uno
dei suoi film prodotti nella San Fernando Valley. Rex questa è Veronica Vitali,
in arte Jazz Jade.-
-Incantato Miss Vitali o preferisce Jade?-
Jade
stringe meccanicamente la mano a Rex Carpenter poi si rivolge a Lucille Abadon:
-Come fa a conoscere il mio vero nome?-
-Mia cara, io so molte cose di te.- replica
Lucille -Io e te abbiamo in comune più cose di quanto credi, ma questo non è il
momento di parlartene. È appena arrivata un’altra persona che voglio
presentarvi.-
Tutti gli sguardi si
volgono verso una donna bionda vestita di nero. Lucille prosegue:
-L’ultimo acquisto del mio staff: la mia nuova
assistente personale Claire Voyant.-
È
difficile stupire Daimon Hellstrom ma dalla sua espressione si capisce bene che
stavolta è davvero stato colto di sorpresa.
Frank Drake e la sua
compagna Kate Fraser, Ispettore di Scotland Yard, ufficialmente in vacanza, si
guardano intorno nel grande salone. Non è stato difficile per Frank ottenere
l’invito: è bastato sottoscrivere una generosa donazione ai Comitati di Azione
Politica di Lucille Abadon e Rex Carpenter. La loro speranza è che al party
venga anche la donna che stanno cercando
-La vedi?- chiede Frank.
-Non ancora.- risponde Kate -Speriamo che venga
davvero e non stiamo sprecando tempo.-
-Mal che vada ci saremo gustati delle buone
tartine ed un ottimo vino della California e… oh, oh!-
-Cosa c’è?-
-Daimon Hellstrom è qui e dubito che sia venuto
a divertirsi vista la sua faccia.-
-Quello che dice di essere il figlio di Satana?
-Non lo dice solamente, lo è. Io gli credo.
-Frank..- lo interrompe Kate.
Nella
sala è appena entrata una bella donna dai lunghi capelli neri scortata da due
uomini imponenti di origine non europea.
-È lei!- esclama Kate.
La
donna la fissa sua volta con un’espressione che passa in un lampo dallo stupore
all’ostilità.
-Quella, dunque è Elaine Turow, la leader della
Othman Investments?- chiede Frank.
-Chiunque sia è anche Elianne Turac ed è una vampira. Lo so: l’ho uccisa io.-
Lucille
Abadon esce sulla terrazza a prendere un po’ d’aria. È stato divertente, pensa,
vedere l’espressione sulla faccia di Daimon quando è arrivata Claire Voyant. Il
suo fratellastro dovrà adattarsi al fatto che lei è la favorita del loro comune
padre e che lui non è assolutamente in grado di fermare la sua avanzata verso
il completo successo.
La
figlia del Diavolo guarda verso l’orizzonte e sussurra:
-Tutto questo è mio di diritto e me lo
prenderò.-
Una
voce di donna sopra di lei dice:
-Mamma, dobbiamo parlare.-
Sul
cornicione che sovrasta la terrazza è appollaiata come un sinistro uccello da
preda una figura femminile dai lunghi capelli biondi ed ampie ali nere.
Lucille sorride.
FINE OTTANTADUESIMO EPISODIO
NOTE DELL’AUTORE
Sostanzialmente poco da
dire, quindi sbrighiamoci:
1) La detective del
Dipartimento dello Sceriffo della Contea di Los Angeles Jaye Winston è una
citazione dei romanzi di Michael Connelly.
2) Se non sapete chi è Rex
Carpenter, e vi interessa saperne di più su di lui, vi consiglio (del tutto
disinteressatamente s’intende -_^) di seguire i prossimi episodi di Marvel
Knights.
3) Per saperne di più su
Elianne Turac dovrete, invece, aspettare il prossimo episodio.
4) Il demone chiamato
Capro Nero è una creazione di Fabio Chiocchia, per quanto basata su folklore e
tradizioni varie.
Nel prossimo episodio:
i figli del Diavolo. Basta così.
Carlo
Carlo
[i]Tenuta dei praticanti del judo.
[ii] Ovvero Uncle Creepy, personaggio che introduceva e chiudeva i fumetti horror della rivista in bianco e nero intitolata, appunto, “Creepy”, della Casa Editrice Warren.
[iii] Nell’ultimo episodio.
[iv] Sin da Hellstrom #3.
[v] Su Hellstrom #1/3.
[vi] Nell’episodio #76.