Ora ucciderai in mio nome per la mia causa ed io ti darò la libertà più
grande data all'uomo:
io ti dico che è giusto uccidere tuo fratello.
(La Regina dei Dannati , Anne Rice)
#79
ONORE ALLA REGINA
1.
Quando è rientrato a
New York dopo un lungo soggiorno a Londra, Simon Stroud, ex agente della
C.I.A., investigatore privato ed esperto di occulto suo malgrado, contava di
prendersela comoda per un po’ poi nel suo ufficio è entrata una bellissima
donna bionda e tutto è cambiato.[1]
La bellissima donna
bionda ha detto di chiamarsi Claire Voyant ed ha chiesto il suo aiuto per
catturare una vampira, un compito a cui Stroud non è esattamente nuovo, ma non
si aspettava certe complicazioni.
Claire Voyant si è rivelata essere una donna
assassinata nel 1940 e rispedita sulla Terra direttamente dall’Inferno per
opera di Satana in persona per raccogliere le anime dei malvagi, un tipino da
prendere con le molle insomma, specie se si considera che può davvero uccidere
con uno sguardo o con un bacio se lo desidera. È saltato fuori che è l’amante
di un uomo che dice di essere il figlio del Diavolo e c’è da credergli. Ora
Simon ed i suoi estemporanei alleati si stanno confrontando fuori da un tempio
Maya nella jungla dello Yucatan con il più spaventoso vampiro che lui abbia mai
incontrato.
Varnae dice di essere il primo dei vampiri e
di essere diventato tale quando Atlantide non era ancora affondata. Forse è
vero e forse no, quel che è certo è che ormai non ha più nulla di umano, è una
sorta di pipistrello antropomorfo alto tre metri e dal colorito verdastro.
-Ho dormito così a lungo che ora ho molta sete.- dice -Voi piccoli
mortali basterete appena a soddisfarla.-
Allunga una mano
artigliata verso Stroud che istintivamente indietreggia inciampando e ritrovandosi
a Terra. Varnae incombe su di lui e Simon tira fuori un crocefisso da sotto il
maglione allungandolo verso il vampiro.
Sorprendentemente
Varnae scoppia a ridere.
-Patetico mortale.- dice -Posso sentire che in realtà non credi nel
potere del simbolo che stringi e per me non significa nulla.-
Stroud vede la mano
artigliata avvicinarsi pericolosamente al suo volto.
Anche se in molti
dicono che New York è una jungla, si può proprio dire che la Quinta Avenue non
ha molto a che spartire con lo Yucatan.
È un luogo comune che
le donne adorino fare shopping ma Katherine Fraser, scozzese purosangue,
Ispettore Detective del Servizio di Polizia Metropolitana della Grande Londra,
meglio noto come Scotland Yard, non ha mai avuto grandi occasioni di praticarlo,
presa com’era dal lavoro. Deve però, ammettere che questa vacanza le ci voleva
proprio.
-Mi stai davvero viziando.- dice al suo compagno e futuro padre del
figlio che sta aspettando, Frank Drake.
-Te lo meriti dopo quello che hai passato.-[2]
replica lui.-
-Non riesco a credere che siamo davvero liberi dall’ombra di Dracula.-
-Altre volte ci siamo illusi ma stavolta dovrebbe essere vero. Adesso,
però, non parliamo più di vampiri ed altri mostri e pensiamo solo a noi due ed
al nostro figlio in arrivo.-
-Figlia.- precisa Kate.
-Davvero? E da quanto lo sai?-
-Da prima di partire ma non trovavo mai il momento giusto.-
Frank scuote la testa
e replica:
-Voi donne siete impareggiabili.-
Mentre si avviano
alla limousine che li aspetta, non si accorgono che qualcuno si è fermato ad
osservarli.
Kate Fraser qui?
Pensa la persona in questione. Non può essere una coincidenza. Scotland Yard sa
dunque che sono a New York? Tanto peggio, mi occuperò di lei molto presto.
Poco fuori Londra
l’Ispettore Detective Constance Johanssen sta ispezionando una dimora
vittoriana. È sicura che lui è stato qui: ha preso un vestito, non aveva
bisogno di altro dopotutto. Curioso che un vampiro conservi ancora del pudore,
in fondo che dovrebbe importargli di essere nudo?
-Mi auguro per lei che abbia un mandato di perquisizione.-
A parlare è stata una
giovane donna dai lunghi capelli rossi che indossa un abito senza maniche
scandalosamente corto e con un’ampia scollatura.
-Non serve per i vampiri.- replica Constance -I morti non hanno
diritti, non lo sa, Miss Seward?-
-Ma questa è anche casa mia, sono io l’erede di mio fratello, lo ha
scordato?- ribatte Danielle Seward.-
-Non l’ho scordato e infatti mi
sono procurata il mandato, vede?- Constance porge a Danielle un foglio -Quel
che mi sorprende è vederla libera. Pensavo fosse in ospedale in stato
catatonico o in galera per aver fatto sacrifici umani come sacerdotessa di un
culto demoniaco.-
-Ho un buon avvocato che ha convinto il giudice a lasciarmi libera in
attesa di valutazione psichiatrica. Sostiene che quando ho fatto quelle cose
orribili non ero veramente me stessa ed in fondo sappiamo bene entrambe che è
così, non è vero Connie?-
-Non capisco cosa vuol dire.-
-Io, invece, credo che tu lo sappia benissimo.- ribatte Danielle afferrandola
improvvisamente per le spalle e baciandola.
-Ma cosa…?- esclama la poliziotta-
-Sento su di te il marchio di Thulsa Doom. Hai stretto anche tu un
patto con lui, ma perché? Ah, è ovvio: per salvare la tua preziosa vita. È così
non è vero? Ora sei libera dal suo influsso ma sei caduta in quello di un
altro, forse più umano ma non meno spietato. Sei viva, ma non sei più padrona
della tua vita, non è ironico?-
-Tu… sei una strega!- quella di Constance non è una domanda ma una
constatazione.
-Complimenti, Connie. Una vera detective dell’occulto.-
-Non tanto brava, ti ho riconosciuto per quel che sei solo adesso.-
-Fino a non molto tempo fa era solo un passatempo, mi sono unita ad
una setta di satanisti perché ero annoiata e perlopiù mi divertivo a fare l’altare
nelle messe nere e cose del genere, poi arrivò la notizia di mio fratello. Ero
in vacanza nella Polinesia Francese allora e decisi di partire immediatamente
per Londra. Avevo appena finito di fare le valige quando sulla soglia del mio
bungalow fui fermata da un uomo vestito con un impeccabile completo nero… e
nano.-
-Oh Mio Dio! Quel nano!-
-Vedo che lo conosci anche tu. Mi sorrise e mi porse quella che
sembrava la pagina di un antico libro e disse: “Ne faccia buon uso, Miss
Seward.”.-
-Una pagina del Darkhold. Tu hai accettato una pagina del Darkhold, il
più maledetto dei libri maledetti.-
-Sì, è esattamente quello che ho fatto. Presi in mano la pagina quasi
senza pensarci e le detti una rapida occhiata. Il mio ricordo successivo è che
mi trovavo su un aereo diretto a Londra con un’idea precisa di come salvare la
vita di mio fratello ed impedire che diventasse un vampiro, un’idea che
contemplava l’offrirmi come schiava ad uno stregone dalla faccia di teschio che
sarebbe dovuto essere morto da parecchi millenni.-
-Ma Thulsa Doom ti ha ingannato ed alla fine tuo fratello è comunque
diventato un vampiro.-
Danielle sorride
ammiccante e replica:
-A volte si vince, a volte si perde ma non tutto il male viene per
nuocere.-
-Cosa intendi dire?- chiede Constance.
-Lo saprai presto.-
Non è una frase molto rassicurante, pensa la
detective.
2.
Se fosse ancora viva,
della vita che conosciamo tutti e non della sua pallida imitazione che è tipica
dei vampiri, Lilith Dracula avrebbe superato i 550 anni, ma è tanto tempo ormai
che l’età ed i compleanni hanno perso significato per lei. Tuttavia, per quanto
sia lontano il tempo in cui la sua carne era calda ed il suo cuore batteva, non
ha dimenticato le emozioni umane e forse è per questo che improvvisamente urla:
-Fermati, Varnae, quest’uomo è sotto la mia protezione!-
Varnae, che stava per
afferrare Simon Stroud, si blocca poi scoppia in un’oscena risata.
-Sei divertente, donna!- esclama -Dimmi: perché io che cammino sulla
Terra da ventimila anni, dovrei aver paura di una piccola creatura come te?-
-Perché sono Lilith Dracula e tutti i vampiri mi debbono obbedienza.-
-Sempre più patetica, io non sono vincolato alle leggi, io ho fatto le
leggi.-
-E a che serve fare una legge se non si applica a te? Segui le tue
regole Varnae ed accetta la sfida per il manto di Signore dei Vampiri!-
-Hai coraggio, donna ed in onore al tuo coraggio, ti ucciderò
rapidamente, senza farti soffrire troppo.-
-Allora fa del tuo peggio, mostro, perché io non cadrò facilmente.-
Nel dire queste
parole, Lilith si tramuta in un lupo nero e balza al collo di Varnae.
Se sei un vampiro che
ha giurato di non fare del male a nessuno e di non usare i suoi poteri se non
in casi di assoluta emergenza, la tua esistenza di non-morto può essere
decisamente complicata.
Hannibal King si sente come un drogato in
crisi d’astinenza. Non è solo la sete di sangue a tormentarlo ma anche
l’impulso a procurarselo con la caccia. Quando ritorna in sé non è ben certo di
come ha fatto a penetrare nell’ospedale in cui si trova senza essere visto ma
può solo sperare che le poche fiale di plasma sanguigno che ha usato per
placare la sua sete non si rivelino necessarie per la vita di qualcuno.
Si avvia lungo un corridoio deserto sperando
di trovare l’uscita senza essere scoperto quando, passando davanti ad una sala
operatoria sente provenire da dietro la porta chiusa una voce nota:
-… tu non l’avrai mai… Satannish.-
Satannish? E il
Dottor Strange? Hannibal King sa che non può andarsene.
Nessuno si muove e
tutti trattengono il fiato, quelli che respirano perlomeno, mentre Lilith
spinge a terra Varnae e lo azzanna alla gola facendone uscire del sangue
verdastro, poi il vampiro ultra millenario la afferra per la collottola e la
stacca da sé tenendola con una sola mano mentre si rialza in piedi.
-Credevi davvero che fosse così facile, bambina?- dice sarcastico
-Impara dal tuo errore.-
E senza alcuno sforzo apparente la scaglia
lontano con forza.
3.
Safron Caulder è ferma davanti al portone
della villa vittoriana della famiglia Seward e si chiede per l’ennesima volta
perché abbia accettato l’invito di una donna che prima è riuscita in qualche
modo a plagiarla e poi l’ha coinvolta suo malgrado in una storia di sacrifici
umani. Safron ricorda poco di quella sua esperienza e quel poco è come se
fossero ricordi di un’altra persona.
La bella lap dancer
di colore si avvicina al portone e lo sente aprirsi senza che lei abbia
suonato. Guardinga entra mentre da lontano sente una voce di donna che sta
recitando una specie di cantilena.
Il buon senso le dice
di andarsene ma la curiosità ha il sopravvento e Safron segue la cantilena sino
ad una sala dove, volgendole le spalle, una donna dai lunghi capelli rossi
completamente nuda siede a gambe incrociate sul pavimento su cui è stato
disegnato un cerchio con una stella a cinque punte, un pentacolo, con una
candela nera accesa posata su ogni punta.
La donna è ovviamente
Danielle Seward e senza nemmeno voltarsi dice:
-Benvenuta, Safron, sei arrivata giusto in tempo.-
Scagliato con forza
incredibile un lupo nero sta letteralmente volando sopra la fitta jungla dello
Yucatan. Un lupo non è esattamente una bestia comune nella zona mesoamericana
ma del resto, questo non è un lupo comune: in realtà è Lilith, Signora dei
Vampiri, che ora, usando i suoi poteri mutaforma, si muta in nebbia e poi in
pipistrello arrestando la sua caduta.
Quell’arrogante di
Varnae pensava forse di potersi sbarazzare di lei così facilmente? Sarà molto
deluso allora.
Sempre in forma di
pipistrello, Lilith torna in volo dello scontro. È quasi arrivata quando ode
una voce di donna che grida:
-Aiuto,aiuto!-
Lilith non è
esattamente un tipo altruista, ma è indubbiamente una donna curiosa ed è
appunto la curiosità a spingerla a scendere.
A gridare è stata una
giovane donna dai capelli castani scarmigliati che indossa una maglietta ed un
paio di pantaloncini corti. Gli abiti sono strappati in più punti e su braccia
e gambe si notano diversi graffi è a terra e su di lei incombe un giaguaro.
Che m’importa di
quella donna? Pensa la figlia di Dracula. Che viva o muoia oggi non ha alcun
interesse per me. Eppure… mi aspetta una dura battaglia ed alla fine avrò
bisogno di sangue caldo. Sì, dopotutto questa donna può essermi utile.
Presa la sua decisione
Lilith scende ed assume forma umana frapponendosi tra la belva e la sua preda
umana
Per un lungo istante
nessuno si muove o emette un suono. Gli occhi di Lilith fissano quelli del
giaguaro che alla fine si volta e si allontana. Lilith si volge verso la donna
e chiede:
-Stai bene? Puoi alzarti in piedi?-
-S… sì.- risponde la ragazza facendo seguire alle parole l’azione
-Quello che ho visto è stato straordinario, come hai fatto?-
-Tutti coloro che camminano a quattro zampe, strisciano sulla terra o volano
nei cieli mi debbono obbedienza, è molto semplice.-
-Sei una specie di supereroina?-
Lilith ride divertita
e replica:
-Sono ben lontana dall’esserlo, ragazza. Nel tuo paese alcuni mi
chiamerebbero probabilmente supercriminale ma sono ben più anche di quello.
Sono Lilith Dracula, Signora di tutti i vampiri e la tua vita adesso mi
appartiene. Ora dimmi chi sei e non mentire.-
Sentendo su di sé lo
sguardo bruciante di Lilith, la ragazza parla:
-Mi chiamo Annabelle Riggs e sono un’archeologa.-
-Un’archeologa? Dunque sei stata tu a scoperchiare il sepolcro di
Varnae?-
-È stata lei a farmelo fare.-
-Lei?-
-Akivasha.-
Al suono di quel nome
Lilith serra le labbra quasi mordendosele, poi dice:
-Akivasha? Cos’hai a che fare con lei?-
Annabelle lo spiega:
racconta di come la spedizione in Egitto di cui faceva parte avesse
accidentalmente liberato Akivasha dalla sua prigione millenaria, di come la
vampira l’avesse lasciata in vita per farne la sua schiava e portarla negli
Stati Uniti ed infine di come le avesse fatto organizzare la spedizione nello
Yucatan alla ricerca del sepolcro di Varnae.[3]
-Dov’è adesso Akivasha?- chiede, brusca, Lilith.
-L’ultima volta che l’ho vista stava entrando nel sepolcro di Varnae.-
risponde Annabelle -Lui deve averla uccisa perché improvvisamente non l’ho più
sentita nella mia mente e sono scappata. Il resto lo sai.-
Lilith riflette per
qualche istante poi dice semplicemente:
-Seguimi!-
Ed Annabelle Riggs
non può far altro che obbedirle.
Daimon Hellstrom
serra gli occhi fissando l’oscena caricatura di essere umano che ha di fronte.
Le punte del suo tridente brillano mentre lui vi incanala l’energia del fuoco
infernale che il suo retaggio di nascita. Le fiamme che non bruciano
avviluppano la figura di Varnae.
Il vampiro cade in ginocchio
urlando, poi, lentamente, alza la testa.
-Era cosi tanto tempo che non provavo dolore da aver dimenticato come
fosse.- dice con voce affaticata -Tu sei riuscito a ricordarmelo, piccolo mezzo
demone, per questo ti ucciderò lentamente -
-Tu non ucciderai più nessuno, vampiro!-
Varnae volge la testa
verso chi ha parlato e vede un uomo alto, di età matura, dai capelli
brizzolati, una benda sull’occhio destro. Sul suo volto scavato c’è
un’espressione di assoluta determinazione.
-Tu cosa pensi di fare?- lo apostrofa Varnae.
-Ucciderti.- replica Gabriel Rosetti e non c’è alcun dubbio che creda
in quello che dice.
4.
Hannibal King spinge la porta della sala
operatoria ma senza successo. Non è semplicemente chiusa, lo sente: il Dottor
Strange deve averci posto un incantesimo per impedire a chiunque di entrare… o
di uscire. Poco importa, non è stata fatto per lui e forse può superarlo.
Riluttante King muta in nebbia e scivola sotto
la porta per poi tornare subito in forma umana una volta all’interno della sala
operatoria.
Si guarda intorno e vede un dottore
afroamericano sovrappeso ed un’infermiera dai capelli rossi che si stringono
l’uno all’altra spaventati. Sul tavolo operatorio una giovane donna bionda che
si accorge di conoscere: che ci fa qui Jennifer Kale? Si chiede, poi vede il
Dottor Strange in piedi davanti ad una forma indistinta che si sta consolidando
dal nulla.
-Satannish!-
L’entità si volge a guardarlo e dice:
-Benvenuto, Hannibal King. È da
molto che l’Inferno ti aspetta!-
Varnae scoppia in una
grassa risata e dice:
-Tu uccidermi? Patetico ometto, sarò io a prendere la tua vita,
invece.-
-Provaci.- è la calma risposta di Gabriel Rosetti.
Per un tempo che
sembra interminabile tutti i presenti restano fermi aspettando che Varnae
faccia la sua mossa e finalmente l’antico vampiro la fa: i suoi artigli fendono
l’aria lacerando la camicia di Gabriel e provocandogli ferite superficiali da
cui sgorga comunque del sangue. Solo la rapidità con cui Gabriel è saltato
indietro ha impedito che le ferite fossero più serie.
-Hai solo rimandato il tuo fato, sciocco.- proclama il vampiro mentre
si alza.
-No.-
A parlare è stato l’essere noto come Carrion librato a pochi
centimetri dal suolo che ora appoggia la sua mano cadaverica sulla schiena di
Varnae. Ancora una volta Varnae ricade a terra ed ancora una volta comincia a
rialzarsi.
-Non puoi uccidere chi è già morto.- Vale anche per te?-
Varnae compie quello
che nessuno ha mai fatto prima: afferra il polso di Carrion e lo spezza.
Carrion cade a terra ed il suolo con cui viene a contatto marcisce, la
vegetazione avvizzisce perché nulla di organico può resistere al contatto con
lui.
Dreadknight e
Verminus Rex si tengono a prudente distanza, poi la Baronessa Sangue balza su
Varnae ed affonda i suoi canini sul suo collo.
Il vampiro originario
dell’antica Atlantide la strappa da sé e tenendola per il collo la solleva. La
sua bocca si spalanca mostrando enormi canini che potrebbero staccare
facilmente una testa con un solo morso.
Per la prima volta da
quando è divenuta una vampira, Lily Cromwell teme di morire ancora.
La donna riflette. Se davvero Scotland Yard ha
scoperto che è ancora viva ed è a New York, non ha molta scelta: Kate Fraser
deve morire.
Non le ci è voluto molto per scoprire dove
alloggia. Non si aspettava un hotel così di lusso per una detective di Scotland
Yard. Deve essere il suo compagno, Frank Drake, a pagare i conti. Poco importa,
è un nemico anche lui e morirà come la Fraser.
Si rivolge alle persone davanti a lei e dice:
-Sapete cosa dovete fare, andate e non fallite.-
5.
Danielle Seward si
alza in piedi e spegne una ad una le candele nere poi prende una corta
vestaglia rossa e la indossa mentre si rivolge a Safron Caulder.
-Immagino già cosa vuoi dirmi.-
-Tu sei una satanista?- esclama l’altra donna.
-Non vedo cosa ci sia di male. È una pratica religiosa come un’altra
dopotutto.-
-E pratichi la magia nera.-
-Mi hanno definito una strega oggi, immagino ci sia del vero. Ora,
però, parliamo del perché ti ho chiesto di venire qui.-
Danielle si avvicina ad un mobile e da un
cassetto estrae un foglio , poi torna a rivolgersi a Safron:
-Ti ho fatto molto male ed anche se non ero me stessa questo non mi fa
sentire meno colpevole, forse con questo posso in parte rimediare.-
-Cos?- chiede, perplessa, Safron.
-L’atto di cessione a tuo nome del 50% della proprietà del club in cui
lavoravi e che io avevo comprato. Ora è anche tuo, accettalo.-
-Io… non so cosa dire.-
-Io spero che prima o poi riuscirai a perdonarmi e che potremo
diventare buone amiche.-
Danielle le porge la
mano e dopo un attimo di esitazione Safron la stringe.
Si muovono come
fantasmi, saltando con disinvoltura da un tetto all’altro finché non
raggiungono il loro obiettivo. Aggrappati fuori da una finestra scrutano
all’interno e vedono le loro prede. A quanto sembra, stanno per andare a letto.
Avranno un sonno senza ritorno.
All’’interno della
suite Kate Fraser, con indosso la giacca di un pigiama maschile, guarda verso
la finestra.
-Cosa c’è?- le chiede Frank Drake, che indossa solo i pantaloni dello
stesso pigiama.
-Non so.- risponde lei -Forse sono paranoica ma ho avuto la sensazione
di essere osservata.-
Frank serra le
labbra.
-Forse sei paranoica…- dice infine -… o forse c’è davvero qualcosa la
fuori. Val la pena controllare.
Improvvisamente la
finestra si infrange ed entrano degli uomini intabarrati in ampi mantelli,
turbanti scuri coprono i loro volti lasciando scoperti solo gli occhi
-Ma cosa…?- esclama Frank
Avanzano verso Frank
e Kate ed il discendente di Dracula nota due cose: tengono la schiena piegata
in avanti ed i loro occhi sono rossi. Sono vampiri… o qualcosa di peggio.
Un fulmine colpisce
improvvisamente Varnae seguito da un forte vento e da una pioggia battente. Il
vampiro molla la presa sulla sua preda e cade ancora in ginocchio.
Nel mezzo della
tempesta da lei stessa scatenata, Lilith avanza ed Annabelle Riggs, aggrappata
ad una stele, pensa che sembra una terribile divinità ed anche terribilmente
bella.
La tempesta cessa di
colpo e la figlia di Dracula si ferma davanti a colui che afferma di essere il
progenitore di tutti i vampiri quindi dice con voce ferma:
-È ora di finirla.-
Varnae sogghigna e
replica:
-E come pensi di fare? I tuoi ridicoli poteri non sono nulla per me.-
-Sei un vampiro.- replica Lilith -Hai le debolezze di un vampiro e
puoi morire come un vampiro, è molto semplice.-
Lilith si scosta e Gabriel avanza. Nella sua
mano destra stringe un paletto di legno appuntito. È a petto nudo e la
cicatrice a forma di croce sul suo petto pulsa e risplende.
-Ancora la croce?- esclama Varnae -Ho già detto che con me è inutile.-
-Hai anche detto che un simbolo è efficace solo se ci credi tu o chi
lo porta ed io… io ci credo moltissimo.-
Gabriel stringe
Varnae prima che lui possa reagire e dove si posa la croce la sua carne brucia.
Il paletto di legno affonda nella sua carne e lui urla. Subito dopo ne sente un
altro e vede Simon Stroud in piedi accanto a lui.
-Avete mancato il cuore e vi costerà caro.- afferma il vampiro.
-Sei tu che pagherai.- ribatte Lilith -Hai dimenticato una cosa:
guarda!-
Dall’alto filtrano i
primi raggi del sole.
-Io e la Baronessa Sangue ne siamo immuni grazie alla magia ma tu…
come ho detto prima, per quanto antico, sei un vampiro come tutti gli altri.
Varnae urla un’ultima
volta mentre la sua carne si scioglie, le sue ossa diventano polvere e la
polvere viene dispersa dal vento
Le sue urla risuonano
nelle orecchie dei presenti per diverso tempo.
EPILOGO
Annabelle Riggs viene accompagnata
all’aeroporto di Merida, la capitale dello Yucatan. I poteri di Lilith le
permettono di evitare domande scomode su quel che è successo ai membri della
sua spedizione archeologica e di imbarcarsi senza problemi.
Lilith, che ha assunto la forma di una donna
dai capelli annodati a coda di cavallo come lei, la lascia davanti al cancello
d’imbarco.
-Torna pure alla tua vita, Annabelle. Forse un giorno avrò bisogno di
te ed allora ci rivedremo.
-Lo spero.- replica la giovane archeologa.
Senza alcun preavviso afferra il viso di
Lilith e la bacia sulle labbra. Di fronte allo sguardo sconcertato della
Signora dei Vampiri, sorride e dice:
-Volevo sapere che effetto fa baciare una vampira.-
Prima che Lilith
possa replicare, Annabelle oltrepassa il cancello e corre verso l’aereo. Mentre
l’aereo decolla guarda fuori dal finestrino e le sembra di vedere un
pipistrello allontanarsi volando ma forse è solo un’illusione.
Annabelle dorme per
quasi tutto il viaggio di ritorno sino a New York dove prende il primo volo per
New Haven, Connecticut.
È quasi il tramonto quando entra finalmente
nel suo appartamento. Si chiude la porta alle spalle e dopo essersi spogliata
si concede una lunga e corroborante doccia, poi, senza preoccuparsi di
rivestirsi compie a piedi nudi il tragitto dal bagno al soggiorno. Scosta una tendina
da una finestra ed osserva il sole tramontare all’orizzonte.
Il suo corpo trema e muta divenendo quello di
una donna dalla pelle d’avorio e lunghi capelli neri. Dalle sue labbra spuntano
canini appuntiti.
Akivasha sorride e dice:
-Perfetto!-
FINE SETTANTANOVESIMO EPISODIO
NOTE DELL’AUTORE
Praticamente nulla da
dire o quasi.
1) Si conclude la saga di Varnae e Akivasha ma la
vampira dell’antica Stygia è ancora viva e libera e forse la rivedremo ancora.
-_^
2) Una semplice annotazione sul termine “strega”,
che ho usato nel suo senso più classico e sì, le mie streghe saranno serve di
Satana e praticanti della magia nera della tradizione occidentale. So benissimo
che le cose non sono così semplici e che la mia rappresentazione della
stregoneria e del satanismo sembrano stereotipate, ma concedetemi il beneficio
del dubbio. ._^
Nel prossimo episodio: chi è la misteriosa
donna che vuole la morte di Kate Fraser? Chi o cosa sono realmente i suoi
sicari?Cosa può fare un vampiro contro un Signore degli Inferi? Scopritelo qui.
Carlo