Vive al di
fuori della grazia di Dio, vaga nelle tenebre più profonde, è un vampiro,
"Nosferatu"
#78
IL MALE NASCOSTO
1.
L’essere deforme che
forse una volta era un uomo, ma lui stesso ha dimenticato da quanto tempo non
lo è più, emette un suono che potrebbe essere interpretato come una risata
divertita, poi parla usando una lingua così antica che nessun suo testo è
sopravvissuto sino a noi… forse:
-E così, tu, piccola patetica creatura, vorresti uccidermi? E cosa ti
spinge ad una così evidente follia?-
La donna dai lunghi
capelli neri, nuda a parte una fascia attorno alla vita ed i gioielli che ne
adornano il collo, risponde senza esitazione usando la stessa lingua ma con
accento diverso:
-Questo mondo è troppo piccolo perché due come noi possano continuare
a conviverci. Tra noi io, Akivasha di Stygia sono più adatta di te, Varnae,
della perduta Atlantide, a dominare sugli umani.-
L’essere chiamato
Varnae, un osceno ibrido tra uomo e pipistrello alto più di tre metri, ride
ancora una volta ergendosi sulla donna.
-Molti hanno provato ad uccidermi nel corso dei millenni ma ora sono
polvere mentre io sono ancora qui. Cosa ti fa credere, piccola vampira, di
poter riuscire, dove altri hanno fallito?-
Stavolta è Akivasha a
sorridere, scoprendo i lunghi ed appuntiti canini mentre risponde:
-Non sono sola.-
Non è certo insolito
trovare dei cadaveri nella sede del Coroner[1]
di South Inner London, ma quel che è insolito è che quel cadavere giaccia
scompostamente sul pavimento di una sala autopsie invece di essere disteso su
uno degli appositi lettini e che sia quello di uno degli inservienti notturni.
La donna bionda che
indossa un tailleur marrone ed un impermeabile dello stesso colore ha un’espressione
decisamente impaziente e lo stesso può dirsi del tono della sua voce mentre si
rivolge all’uomo dai capelli neri chino sul suddetto cadavere:
-Allora, Dottor Watson?-
Il Medico Legale
risponde ostentando calma:
-È stata indubbiamente opera di un vampiro, se è quello che vuol
sapere, Ispettore Johanssen. La perdita di sangue è stata fatale Povero
ragazzo, lo conoscevo, ma immagino che a lei di questo non importi nulla.-
-Mi importa scovare e neutralizzare il suo assassino, Dottore…-
replica l’Ispettore Constance Johanssen del Servizio di Polizia Metropolitana
della Grande Londra, meglio noto con il soprannome di Scotland Yard -… ed
entrambi abbiamo un’idea di chi potrebbe essere, non è vero?-
-In effetti...- ammette John Watson -… manca un cadavere ma non era un
vampiro da quanto ne so.-
-L’uomo di cui parliamo è stato ucciso da un vampiro, resuscitato con
mezzi magici e poi è morto di nuovo. Io non escluderei nulla. La sola fortuna
che abbiamo è che se è lui il responsabile, so dove cominciare a cercarlo.-
Il posto è la stanza
privata di un ospedale di Londra, poche ore prima del sorgere dell’alba. Un
uomo alto e biondo vestito di nero è in piedi accanto al letto dove giace, in
apparente stato catatonico, una giovane donna attraente dai lunghi capelli
rossi e gli occhi verdi fissi nel vuoto.
-Mi dispiace, sorellina.- dice l’uomo con voce triste -So che hai
tentato di salvarmi, ma alla fine l’unico risultato che hai ottenuto è stato perdere
anche la tua anima.-
Le accarezza il volto
con tenerezza poi scompare e se qualcuno fosse presente, potrebbe vedere,
attraverso la finestra, la sagoma di un pipistrello stagliarsi contro la luna.
La ragazza sul letto
sbatte improvvisamente le ciglia e dalle sue labbra esce, con voce fievole, un
nome:
-Charles?-
2.
Un silenzio
innaturale è sceso sulla sala operatoria dell’Howard A. Stark Memorial Hospital
dove da pochi minuti è finita l’operazione che potrebbe aver salvato la vita
all’apprendista strega Jennifer Kale, attuale ospite umano dello Spirito della
Vendetta noto come Ghost Rider.
Il Dottor Strange,
attuale Mago Supremo della Terra, si sfila prima i guanti da chirurgo e poi il
camice, quindi, schioccando le dita, richiama a sé la sua cappa della
levitazione, poi dice ai presenti:
-Per il vostro bene vi prego di lasciare questa stanza: ciò che
potrebbe accadere tra poco non è fatto per le vostre menti ed i vostri occhi.-
Il Dottor Lionel
Jeffries, un afroamericano calvo, coi baffi ed un po’ sovrappeso, ribatte:
-Col cavolo! Ho lottato duramente per salvare la vita di questa donna
e non la lascerò solo perché me lo dice un ciarlatano.-
-Ed io non lascio da solo il Dottor Jeffries.- aggiunge l’infermiera
Christine Palmer, un’attraente ragazza dai capelli rossi.
Strange sospira e poi replica:
-Molto bene, ma vi avverto ancora: ciò a cui assistete potrebbe mettere
a dura prova la vostra sanità mentale.- fa una breve pausa e poi aggiunge
-Credete nel Diavolo?-
Jeffries sbuffa e
ribatte:
-Che razza di domanda è questa?-
-Si dice che il più grande successo del Diavolo sia stato far credere
al Mondo che non esiste. Ci pensi, Jeffries.-
-Sta dicendo che tra poco arriverà qui Satana, Lucifero, Mefistofele o
comunque si chiami?- chiede perplessa, Christine -È davvero difficile da
credere.-
-Forse non lui, forse qualche demone inferiore o qualche creatura di
un altro dei mille inferni che esistono oltre il fragile velo che separa questa
realtà da orrori inimmaginabili. Stiamo per scoprirlo direi.-
Sul soffitto della
sala operatoria si è aperto una sorta di buco nero, un gorgo attraverso cui
qualcosa di indistinto si sta muovendo.
Nella jungla dello
Yucatan avanzano delle figure piuttosto insolite per un posto come questo. Davanti
a tutti sta Lilith, figlia di Dracula e Signora dei Vampiri, dai lunghi capelli
neri su cui poggia una tiara dorata ed inguainata in una calzamaglia nera
dall’ampia scollatura che arriva sino all’inguine, sulle spalle un lungo
mantello rosso. Alle sue spalle segue l’eterogeneo gruppo noto come
Supernaturals.
-Fa dannatamente
caldo qui.- dice la
licantropa dal pelo bianco di nome Nightshade.
-E la pelliccia non aiuta, vero?- commenta, ironico, il mostruoso Demogoblin -Uno dei vantaggi
di noi creature demoniache rispetto a chi, come te, è una creatura della
scienza, è che non sentiamo né il caldo né il freddo, vero Baronessa?-
La bionda ed algida
Baronessa Sangue, l’altra vampira del gruppo replica freddamente:
-Non meriti nemmeno una risposta, Macendale.-
Degli altri membri del
gruppo Carrion si libra da terra sempre silenzioso e Verminus Rex, ratto antropomorfo
che in realtà è un demone esiliato, annusa l’aria come se avesse percepito
qualcosa di insolito. È Dreadknight, vestito con un’armatura medievale e
maschera bianca a forma di teschio sul viso con al fianco un cavallo nero con
ali di pipistrello a parlare:
-Scusate se m’intrometto tra voi aristocratici ma il mio cavallo è
nervoso. Qualcosa decisamente non va.-
-Se non ci fossero pericoli, noi non saremmo qua.- ribatte la Baronessa.
-Vai a fare un giro d’ispezione dall’alto.- ordina Lilith.
-Ai suoi ordini mia signora.-
-Non sarai solo, io verrò con te.-
-Un vero cavaliere non teme pericoli, damigella.-
Dreadknight balza in
groppa al suo destriero e si leva in volo. Subito dopo Lilith lo segue
mutandosi in pipistrello.
-Che idiota.- borbotta la Baronessa Sangue.
-Forse è il più sano di tutti noi.- replica Demogoblin.
Pochi istanti dopo la
Baronessa Sangue esclama:
-Lilith ci chiama, seguitemi!-
Senza aspettare
risposta, si leva in volo allargando le braccia e spiegando il mantello a forma
di ali di pipistrello attaccato alle sue ascelle.
-Fottuta esibizionista.- commenta Demogoblin facendo schioccare la sua
lingua biforcuta, poi si rivolge ai suoi compagni -Su, muoviamoci:
non vorrete lasciare agli altri tutto il divertimento, vero?-
Basta poco per raggiungere una raduna dove
sorge un tempio Maya diroccato e semicoperto dalla vegetazione. Ci sono solo
poche persone e stanno ferme con sguardo assente. L’atmosfera è surreale
perfino per i Supernaturals.
-Zento l’otore tel male.- afferma Verminus Rex.
Nessuno ride al suo buffo accento tedesco,
anzi sono mortalmente seri. La natura soprannaturale di alcuni di loro gli fa
provare la stessa sensazione: c'è qualcosa di indubbiamente malvagio qui,
qualcosa che inquieta anche loro.
-Quella gente… sembrano zombie.- dice Demogoblin.
-O asserviti al volere di un vampiro molto potente.- puntualizza la
Baronessa Sangue poi si rivolge a Lilith, in piedi accanto a Dreadknight:
-È ora che tu ci dica tutto di chi dobbiamo affrontare.-
La Figlia di Dracula
sostiene il suo sguardo e replica:
-Mi sembra una giusta richiesta. Ascoltatemi tutti perché vi parlerò
di un male antico e potente.-
Molto lontano da lì, sulle coste
settentrionali della Scozia. Una giovane donna dai lunghi capelli neri che
indossa una tunica azzurra
scollata davanti e sulla schiena e con spacchi laterali, con una corta
mantellina sulle spalle ed ai piedi dei sandali dello stesso colore entra in un’ampia
sala di pietra ricavata nei sotterranei di castello antico.
-Benvenuta alla tua lezione di oggi, mia cara Victoria.-
A parlare è stato un
uomo alto, atletico, dai i capelli neri e lunghi su una carnagione forgiata dal
mare, che indossa un severo abito nero, azzurro e verde, i colori della sua casata,
coronato da una corta mantellina che arriva appena sotto le spalle. Il suo nome
è Sir Victor
Salisgrave, Cavaliere dell’Ordine della Giarrettiera e dell’Ordine del Cardo.
Signore del Castello di Salisgrave, 25° Lord di Cape Cliff, 19° Conte di
Salisgrave, per citarlo con quasi tutti i suoi titoli completi ed è molto più
anziano di quanto la sua apparenza faccia pensare. La sua apparente giovinezza
è frutto di una magia la cui origine si perde nella notte dei tempi.
Victoria
Bentley pensa che si sta sentendo sempre più a suo agio nell’abito che indossa
e nel ruolo che Salisgrave ha ritagliato per lei. A dirla tutta, è ansiosa di
imparare. Stephen Strange dovrà pentirsi di non averla voluta come allieva.
-Sei pronta ad approfondire la tua conoscenza
dell’antica sapienza dei Druidi?- le chiede il Conte.
-Non chiedo di meglio, Victor.- risponde,
decisa, Victoria.
3.
Simon Stroud si
rivolge alla bellissima donna bionda vestita di nero seduta accanto a lui su
una Jeep.
-Credo sia ora che tu mi dica qualcosa di più su chi dobbiamo
affrontare. Tu sarai anche un’inviata di Satana in persona ma io sono un comune
mortale e se devo rischiare la vita, merito di sapere perché.-
-Finora mi hai seguito senza fare troppe domande, Simon.- replica la
donna di nome Claire Voyant con un sorrisetto ammiccante.
-E che io sia dannato se capisco perché. Uhm, pessima scelta di parole
immagino. Voglio dire: suppongo che ci sia un’alta probabilità che io sia
effettivamente dannato al termine di questa storia, sbaglio?-
-Potresti anche trovarla una prospettiva interessante alla fine.-
-Mia nonna non sarebbe stata d’accordo. Ma veniamo ai fatti: dimmi
tutto sui nostri avversari.-
-Non è ancora il momento, Simon.-
-E quando lo sarà mai?-
-Prima di quanto pensi: guarda!-
Claire Voyant indica
un punto nel cielo che si fa sempre più vicino e perfino uno come Simon Stroud,
che ha avuto le esperienze più disparate, rimane sorpreso quando vede che si
tratta di un cocchio volante con a bordo due persone e trainato da due cavalli
dagli occhi fiammeggianti.
È impossibile vivere
a New York e non avere avuto almeno una volta un’esperienza fuori
dall’ordinario ed il Dottor Lionel Jeffries non fa eccezione, eppure anche lui
spalanca la bocca dallo stupore quando un vortice si apre sul soffitto della
sala operatoria in cui si trova e ne esce un gigantesco braccio scuro che si
allunga verso Jennifer Kale, distesa, ancora sotto anestesia, sul tavolo
operatorio.
Il braccio sembra
ormai sfiorare Jennifer, potrebbe afferrarla facilmente, sollevarla e portarla
con sé nel suo oscuro reame ovunque sia. Potrebbe ma improvvisamente si ferma:
una sorta di barriera lo blocca.
-Chi osa opporsi a me?- esclama una voce ultraterrena in tono
rabbioso.
-Io!- replica Stephen Strange mettendosi in piedi accanto alla
ragazza.
-Ti conosco, piccolo umano?-
-Io sono il Dottor Strange, Mago Supremo di questo pianeta. Jennifer
Kale è sotto la mia protezione e tu non l’avrai mai.-
Simon Stroud è
abbastanza sicuro che i due uomini scesi dal cocchio gli siano familiari ma non
riesce a ricordare perché.
L’uomo dai capelli
rossi indossa solo degli attillati pantaloni scarlatti. Sul petto nudo è inciso
un pentacolo rovesciato, Stroud ne ha viste le immagini quando si è documentato
sull’occulto ai tempi in cui dava la caccia a Morbius credendolo un vero
vampiro.[2]
Non sembra un tatuaggio ma un marchio impresso a fuoco o, meglio ancora, una
voglia, ma chi può nascere con una voglia sul petto a forma di pentacolo? Simon
ha la sensazione che la risposta non gli piacerebbe. L’altro uomo è vestito di
nero, ed è visibilmente più anziano, alto, magro ma muscoloso, capelli neri
ampiamente striati di bianco, faccia scavata a cui manca l’occhio destro la cui
cavità è coperta da una benda nera, espressione di chi ha visto troppo ed è
ormai disilluso. Dalla camicia sbottonata si intravede una cicatrice di forma
quadrata, forse da ustione.
-Io sono Daimon Hellstrom e lui è Gabriel Rosetti.- si presenta quello
dai capelli rossi.
-Piacere di conoscervi.- ribatte Stroud in tono sarcastico -La mia
amica è una killer che uccide i cattivi per conto dell’Inferno. La vostra
specialità qual è?-
-Il Demonio.- risponde, cupo, Gabriel.
-E cosa avrebbe a che fare il Demonio con la jungla dello Yucatan, a
parte che ci fa un caldo infernale? Scusate la battuta.
Improvvisamente si
ode, proveniente da poco distante, un urlo che sembra avere poco di umano.
-Forse lo scoprirà tra poco, Mr. Stroud.- risponde, sogghignando,
Daimon Hellstrom.
4.
Il suo vero nome è
Matilda Johnson ma ormai tutti la conoscono solamente come la letale Nightshade,
una giovane scienziata afroamericana ossessionata dai licantropi, ossessione
che l’ha portata a sviluppare un siero che tramuta gli esseri umani in lupi
antropomorfi, licantropi scientifici potremmo dire.
Dopo varie
vicissitudini che l’hanno portata a scontrarsi varie volte con supereroi del
calibro di Capitan America,[3]
ha deciso di usare su se stessa il suo preparato e diventare permanentemente
una lupa antropomorfa dal pelo bianco, il che l’ha portata a non indossare più
nemmeno i ridottissimi bikini che erano il suo marchio di fabbrica, ma questa,
come suol dirsi, è un’altra storia.
Quando si è unita ai
Supernaturals sapeva che avrebbe spesso visto la morte in faccia ma ha anche imparato
che non è la cosa peggiore che avrebbe potuto capitarle e da quello che sta
dicendo Lilith, sembra che sia proprio questo il caso.
-Varnae è considerato da molti il primo vampiro, anche se ci sono miti
sul vampirismo che risalirebbero a prima della sua nascita ma questo non ha
importanza adesso.- spiega la Signora dei Vampiri -Secondo le leggende Varnae
fu mutato in vampiro da stregoni dell’antica Atlantide ma quando si risvegliò li
uccise tutti.-
-Un po’ come la creatura del Dottor
Frankenstein col suo creatore.- commenta Demogoblin.
-Più o meno. Varnae vagò a lungo sulla Terra anche dopo l’affondamento
di Atlantide imparando quali fossero i suoi poteri e le sue debolezze mentre
perdeva sempre più ogni apparenza umana. Alla fine si stancò e decise di
entrare in catalessi rimanendo in quello stato per secoli. Per noi vampiri
divenne una creatura semileggendaria ed i suoi risvegli dei veri e propri
eventi.-
-E noi siamo qui
per impedire che accada uno di questi risvegli?- chiede Nightshade.
-Forse è già troppo tardi.- replica Lilith -Forse lei l’ha già fatto,
forse non sa che forze rischia di scatenare… o forse lo sa ed è proprio quello
che vuole.-
-Lei chi?- chiede Demogoblin.
-Akivasha, Colei che non Muore Mai.-
-Ma noi dovremo trovare un modo per farla
morire, giusto?-
-E farlo anche con Varnae, se sarà possibile. C’è posto per un solo
Signore dei Vampiri alla volta.-
-E quella vuoi essere tu, lo capisco.-
Nightshade è stanca di tutte quelle
chiacchiere e si allontana guardandosi intorno. Solo adesso si accorge dell’apertura
nel suolo accanto alla quale stanno due uomini immobili come statue. Si
avvicina per vedere meglio ed è allora che qualcosa le trafigge la schiena
passandola da parte a parte ed emergendo dal petto.
Istintivamente Tilda
Johnson urla.
Nell’oscurità della
sua cripta Varnae fa un sinistro sogghigno e dice:
-Queste urla sono forse dei tuoi alleati, Akivasha? Forse non sono
all’altezza del loro compito.-
-Alcune pedine devono essere sacrificate se si vuole ottenere la
vittoria.- ribatte Akivasha sorridendo a sua volta. Ho progettato questo
momento per millenni attendendo che arrivasse. Questa sarà la tua ultima tomba,
Varnae.-
Una forma indistinta
appare davanti allo Stregone supremo e dice con voce grave:
-Stephen Strange… hai scelto di opporti a
me. Lo credi saggio?-
-Che sia saggio o meno, ha poca importanza.- ribatte il Dottor Strange
-Io sono qui per proteggere Jennifer Kale ed è quello che farò a qualsiasi
costo.-
-Lei è mia, mi è stata promessa.-
-Ma tu non l’avrai mai… Satannish.-
5.
Demoni,
un termine che può essere usato per descrivere molti tipi di creature diversissime
tra loro ma accomunate da una cosa: la malvagità, sia che agiscano per conto
proprio che al servizio di entità superiori. Quelli che sono appena emersi dal
nulla appartengono alla razza denominata N’Garai ed uno di loro ha appena
trapassato da parte a parte Nightshade che si accascia a terra.
Demogoblin
non ha molto affetto per la licantropa dal pelo bianco ma ne ha ancor meno per
coloro che l’hanno aggredita. Non sa chi siano ma ne riconosce la natura
demoniaca affine alla sua. Le sue bombe zucca ne inceneriscono due.
Il
bizzarro essere chiamato Verminus Rex li affronta col suo bastone da passeggio
ed ottiene lo stesso risultato.
-Stazera banketterò
kon le fostre karni.- dice
col suo bizzarro accento.-
Dreadknight
usa la sua lancia. Per fortuna questi esseri possono essere uccisi, pensa, o i
comuni mortali come lui sarebbero già spacciati.
Ha
appena finito di formulare quel pensiero che gli N’Garai inceneriti si
riformano e quelli caduti semplicemente si rialzano.
-Amici…- dice -… temo che siamo in guai
grossi.-
Lord
Salisgrave fa un cenno di approvazione verso Victoria Bentley e dice:
-Perfetto, mia cara, presto non avrò nulla da
insegnarti.-
La
giovane inglese sorride compiaciuta e replica :
-Se lo dici tu, Victor, deve essere vero.-
-Ti aspetta un compito serio, Victoria, e devi
essere preparata per quando verrà quel momento.-
-Non so se sarò all’altezza.-
-Lo sarai. Devi avere fiducia in te stessa e
sarai la più grande maga delle Isole Britanniche, te lo prometto.-
Victoria
sorride ancora: quella è una promessa a cui vuole davvero credere.
Lilith
si rende ben conto che la battaglia è difficile: i suoi poteri di vampira sono
del tutto inutili contro gli N’Garai. L’unica consolazione è che forse loro non
possono uccidere lei e gli altri non umani. Che altro resta da fare se non
ritirarsi? Sempre ammesso che quei demoni glielo permettano.
-Abbassate la testa!-
L’avvertimento
arriva da una voce maschile e Lilith obbedisce istintivamente come pure i suoi
compagni. Una misteriosa fiamma che non brucia attraversa la raduna e si ferma
solo sugli N’Garai. Il risultato è che uno ad uno i demoni scompaiono.
Lilith
si volge verso la fonte di quella fiamma: un tridente metallico impugnato da un
uomo che lei riconosce immediatamente.
-Hellstrom!- esclama -Ti piace fare la parte
del salvatore dell’ultimo minuto a quanto vedo.-
-Sono solo arrivato al momento giusto.-
replica Daimon Hellstrom -Direi che tu ed i tuoi amichetti siete qui per la mia
stessa ragione o sbaglio?-
-Se intendi Varnae, sì: il suo sepolcro è qui,
da qualche parte e presto potrebbe svegliarsi.-
-Sono già sveglio.-
Tutti
si volgono in direzione della voce e vedono un essere mostruoso, una sorta di ibrido
tra uomo e pipistrello alto tre metri e dalla pelle verdastra.
-Io sono Varnae!-
FINE
SETTANTOTTESIMO EPISODIO
NOTE
DELL’AUTORE
In realtà, nulla da dire. Nel prossimo episodio: che ne è di Akivasha?
Che intenzioni ha Varnae? Il confronto finale e nuove, inaspettate, sorprese vi
aspettano, non mancate.
Carlo