Il bene richiede un atto di fede, il male richiede solo l’attesa.

 (Le notti di Salem, Stephen King)

 

 

  

 

#77

 

IL SEPOLCRO DI VARNAE

 

 

1.

 

 

            Un tempio Maya nascosto nella jungla dello Yucatan, uno scenario che riporta alla mente i film d’avventura in stile Indiana Jones. Annabelle Riggs non lo ammetterebbe mai, ma sono state proprio le imprese del leggendario Dottor Jones ad ispirare la sua scelta di diventare archeologa ed ora che le sue fantasie si stanno avverando, quello che prova non è felicità ma paura.

-Dottoressa Riggs, tutto bene?- le chiede uno degli uomini che l’accompagnano.

            Annabelle si costringe a sorridere e risponde:

-Tutto bene. Questa potrebbe essere la scoperta archeologica del secolo.-

-Come faceva a sapere che qui ci sarebbe stato un tempio sotterraneo risalente a prima dei Maya?- le chiede un altro.

-Ho i miei metodi.-è la criptica risposta.

-Beh… quali che siano, hanno fatto centro: questa scoperta ci renderà tutti famosi.-

-Quelli che saranno vivi all’alba di domani forse si.-

-Cosa?-

            L’uomo si volta di scatto e si trova di fronte una donna bellissima, dai lunghi capelli corvini che le ricadono sui seni, è nuda, a parte una fascia che le cinge la vita. La sua pelle ha il colore dell’avorio, i suoi occhi dalle iridi rosse sembrano brillare alla luce della luna come i suoi canini candidi ed appuntiti. Quando parla, la sua voce ha un accento strano come se non fosse ancora abituata a parlare la lingua che sta usando. Coloro che stanno davanti a lei ascoltano, ipnotizzati, le sue parole:

-Io sono Akivasha, colei che non muore mai, e le vostre vite ora mi appartengono.-

 

            Thomas Gibson non era esattamente un bravo ragazzo. Molte giovani studentesse di Yale, la prestigiosa università del Connecticut, si sono lamentate delle sue avances troppo pesanti ed insistenti.

Thomas non si limitava solo a questo, però: grazie al flunitrazepam, meglio noto come roipnol, la più famosa droga da stupro, ha abusato di molte ragazze che non l’hanno mai potuto denunciare perché al risveglio non ricordavano nulla. È stato anche interrogato in relazione alla morte per overdose di una ragazza ma non si sono trovate prove per incriminarlo,

Tutto questo non importa più adesso perché Thomas Gibson è morto. La prima ad accorgersene è una studentessa del primo anno che mentre va a lezione al mattino quasi urta contro qualcosa che giace al centro del viale. Quando capisce cos’è, ovvero la testa di Thomas, la ragazza urla.

La Polizia del Campus e quella di New Haven trovano braccia e gambe della vittima sparsi in vari posti del campus. Il torso viene ritrovato nel suo piccolo appartamento chiuso dall’interno. Non ci sono segni di violenza sul corpo, come se la testa e gli arti si fossero semplicemente staccati dal corpo da soli e senza perdite di sangue.

Nessuno riesce a capire cos’è successo. Secondo le analisi Thomas Gibson è apparentemente morto per cause naturali ma in quel che gli è accaduto non c’è nulla di naturale e poi ci sono due altri elementi: sul volto di Gibson un’espressione di assoluto terrore ed un marchio impresso a fuoco sulla sua fronte. Il marchio raffigura un ragno nero con una clessidra rossa sull’addome: una vedova nera.

C’è una donna che potrebbe fornire una spiegazione ma è lontana ormai. Ha compiuto il suo lavoro ed ora e è desiderata altrove.

 

In una sala operatoria dell’Howard A. Stark Memorial Hospital, nel Lower East Side di New York, il Dottor Lionel Jeffries fissa l’uomo appena entrato con indosso camice, mascherina e guanti da chirurgo e dice:

-Il Dottor Strange, eh? Ho sentito parlare di lei.-

-E non sempre in termini lusinghieri, ci scommetto.- replica Stephen Strange -Ciò nonostante le chiedo di fidarsi di me.-

-Se lei è quel Dottor Strange, allora ha gettato al vento una promettente carriera medica per fare il ciarlatano nel Greenwich Village.- ribatte il medico afroamericano -Mi perdonerà se sono un po’ dubbioso .-

-Non ho tempo per le schermaglie- ribatte Strange avvicinandosi al tavolo operatorio dove giace una giovane donna bionda - Se le sta a cuore la sopravvivenza di Jennifer Kale, allora lasci che l’aiuti.-

-Lei conosce questa donna?-

-Solo superficialmente. Si può dire che lavoriamo nello stesso campo, anche se lei è ancora poco più di una novizia. Avevo giurato di aiutarla[1] ma ne avevo perso le tracce fino a stasera.-

            Il tono di Jeffries si ammorbidisce mentre chiede:

-Sa chi l’ha ridotta così… in fin di vita e come?

-Ho un sospetto ma non conta adesso. Bisogna salvare la vita di Jennifer, è la sola cosa importante. Mettiamoci al lavoro.-

            Jeffries non può che assentire.

 

 

2.

 

 

            Il giovanotto è sveglio. Si rende conto di essere nudo e sdraiato su un lettino di metallo, un tavolo per le autopsie per la precisione, ne è assolutamente sicuro, anche se non sa perché e non ricorda nemmeno chi è.

            Si mette a sedere e si contempla il petto dove è chiaro il segno della tradizionale incisione a Y. Gli hanno fatto l’autopsia, quindi, e poi lo hanno ricucito. La deduzione è ovvia: è morto, ma allora perché non lo è più? È un novello Lazzaro oppure un superumano con incredibili poteri rigeneranti? Si tocca e trova la sua carne fredda al tatto, non c’è polso nemmeno carotideo e non sta nemmeno respirando. Conclusione: è ancora morto. Non è uno zombie perché gli zombie sono incapaci di pensare per cui…

            Si alza in piedi e si ferma davanti ad uno specchio e non vede nulla. Bene, se aveva dei dubbi, ora sa con assoluta certezza cos’è. Adesso deve…

            La porta della sala si apre ed entra un inserviente che esclama:

-Ma cosa…?-

            L’uomo biondo gli è addosso prima che possa dire altro e lo morde sul collo. In breve, grazie ai suoi canini appuntiti, gli succhia tutto il sangue che gli è necessario. Mentre la sua vittima scivola a terra lui lo guarda. Spera di non averlo ucciso ma non può permettersi il rimorso.

            In un attimo si trasforma in nebbia e scivola fuori da una finestra, poi diventa un pipistrello e svanisce nella notte.

 

            Il nome dell’uomo è Gabriel Rosetti ed è stato molte cose nella sua vita: un prete cattolico che ha rinunciato ai suoi voti, un cacciatore di demoni, un esorcista. Sul suo petto un marchio impresso a fuoco: quello di una croce che lui usò per scacciare da sé un demone che tentava di possederlo e che già l’aveva convinto a strapparsi da solo l’occhio sinistro la cui orbita vuota è oggi coperta da una benda nera.

            Mentre si abbottona una camicia immacolata, un altro uomo lo osserva con un sogghigno sul volto e commenta:

-Soddisfacente. Ora che ti sei sbarbato ed hai indossato un vestito decente, sembri di nuovo un essere umano, Gabriel.-

-Tu sì che sai come far crescere l’autostima a qualcuno, Hellstrom.- ribatte l’altro.

            Daimon Hellstrom si limita ad un’alzata di spalle, poi dice:

-Dobbiamo muoverci. Mentre tu ti rimettevi a nuovo, un’amica che avevo mandato in avanscoperta mi ha detto che la nostra preda non è più a Yale. Dovremo fare un lungo viaggio per scovarla.-

-Un'amica eh? Che tipo di amica? Di solito te la fai con assassine psicopatiche o timide professoresse soggiogate dal tuo fascino, questa a che categoria appartiene?-

-A quella pericolosa.- è la secca risposta.

 

            In un hotel di Città del Messico la donna in questione è in piedi, completamente nuda, davanti a una finestra con lo sguardo apparentemente rivolto verso la luna.

-Ti sento, Mio Signore…- mormora -… e sono pronta a fare il tuo volere.-

Rimane silenziosa con lo sguardo assorto come se stesse ascoltando una voce che solo lei può udire ed infine dice:

-Sia come tu desideri.

            Pochi attimi dopo la stanza è vuota.

 

 

3.

 

 

            Lionel Jeffries non sa più dire da quanto tempo sta lavorando sulle ferite della ragazza che il Dottor Strange gli ha detto chiamarsi Jennifer Kale. Ogni tanto l’infermiera Christine Palmer si avvicina per detergergli il sudore dalla fronte e questo è l’unico segno tangibile che il tempo è passato.

-È incredibile che questa ragazza sia sopravvissuta tanto a lungo con ferite simili.- commenta Jeffries -Non sarebbe dovuta nemmeno arrivare viva sul tavolo operatorio. Chi è davvero questa Jennifer Kale?-

-Sarebbe sorpreso, Dottor Jeffries, se le dicessi che è un’apprendista strega?- ribatte il Dottor Strange.

-Con tutte le cose che ho visto in questi anni, specie da quando lavoro in questo ospedale, poche cose mi sorprendono davvero ormai. Di sopra, nel reparto detenuti, abbiamo un licantropo…[2] o così mi hanno detto quindi perché non dovrei accettare che questa giovane donna sia una strega? Del resto, non si dice che lei un mago?-

-Stregone Supremo.- precisa Strange -Ma è una storia troppo lunga. Ora pensiamo a salvare la vita di Jennifer.-

-Continuo a chiedermi chi… o cosa possa averle inflitto ferite del genere.-

-Un demone… un demone molto crudele e vendicativo.-

 

            La donna dalla pelle candida avanza tra i corpi a terra come se non esistessero poi, indicando i cadaveri, si rivolge agli altri uomini presenti, immobili come statue e con lo sguardo inebetito:

-Portateli all’interno del tempio. Riposeranno in attesa di risvegliarsi tra tre giorni come parte delle mie schiere, un onore che un giorno forse toccherà anche a voi se ve ne troverò degni.

-Sia fatta la tua volontà, grande Akivasha!- rispondono all’unisono i presenti.

            La vampira proveniente da tempi dimenticati sorride mentre i suoi ordini sono eseguiti e poi dice :

-Gli schiavi che mi hai trovato sono davvero efficienti, Annabelle.-

-Ho solo fatto ciò che mi hai chiesto, mia signora. Io vivo per servirti.- replica Annabelle Riggs.

-Esatto! È per questo che, diversamente dai tuoi compagni, tu sei ancora viva. Ora rimani ad attendermi. Solo a me è concesso violare impunemente il sepolcro dell’Oscuro Signore.-

            Akivasha si avvicina ad un pesante portone di pietra e senza sforzo apparente lo apre per poi sparire inghiottita dall’oscurità.

 

            Ci sono zone a Città del Messico dove anche la Polizia ha paura di andare, zone in cui la sola legge è quella imposta dai cartelli dei narcotraficantes. A meno che non sia una prostituta, o un'incauta turista in cerca di emozioni forti, non è facile vedere una donna bionda da queste parti e meno che mai una che indossa un’aderente calzamaglia nera sgambata con il disegno di un ragno bianco le cui zampe anteriori posano sui seni e quelle posteriori sull’inguine ed una corta mantellina anch’essa nera.

            Non sarebbe strano che alcuni dei residenti stabili la fermassero e le rivolgessero apprezzamenti volgari, quello che è strano è che si ritraggano sentendo una stretta nei loro cuori superstiziosi, una sensazione che non ammetterebbero mai di provare: paura.

            La donna si ferma davanti ad una palazzina fortificata dove stazionano guardie armate.

-Oye, chica,dónde vas? El Día de los Muertos es pasado.-

            La voce dell’uomo di guardia, seguita dalle risate degli altri, non sembra scalfire l'imperturbabilità della donna che fa un paio di passi verso l’ingresso.

-Di qua non si passa, bambola yanqui.- ribadisce l’uomo in inglese agitandole una pistola davanti al naso -Qui si entra solo se si ha un invito e tu non ce l’hai, anche se è un peccato: al jefe piaceresti mucho ma temo che dovrai accontentarti di soddisfare noi.-

-Non sono venuta per voi.- replica la donna con calma raggelante-Scostatevi e vedrete l’alba di domani.-

            Le guardie scoppiano a ridere.

-Avete sentito? La chica yanqui ci minaccia, minaccia noi.-

-Non era una minaccia ma un avvertimento.- ribatte lei mentre nei suoi occhi le pupille sono sostituite da due teschi.

            Dal soggiorno il capo sente urla e spari seguiti dal silenzio. Rimane indeciso su cosa fare poi sulla porta del soggiorno appare la donna

-Tu!- esclama l’uomo -Chi sei?-

            La donna accenna un breve sorriso mentre risponde:

-Puoi chiamarmi Vedova Nera e sono qui per te, Guillermo Ortega.-

            E avanza verso di lui.

 

 

4.

 

 

            Simon Stroud ha il sonno leggero, un’attitudine che gli ha salvato più volte la vita quando era in missione per la C.I.A. in luoghi molto pericolosi, è per questo che ora è seduto sul letto con in mano una pistola in attesa della donna che ha visto andar via in un modo decisamente particolare anche se non esattamente sorprendente per un newyorkese.

             Lei appare d’improvviso nella stanza nel suo costumino attillato e la mantellina che svolazza per un attimo. Gli rivolge uno sguardo enigmatico corredato da un sorrisetto e chiede:

-Non riusciva a prendere sonno, Mr. Stroud?-

-Nemmeno tu a quanto pare, Claire Voyant o qualunque sia il tuo vero nome.- ribatte Stroud -A proposito: bel costumino, molto sexy.-

-Ti ringrazio, Simon.-

-Chi sei veramente? È ovvio che non ti sei vestita così solo per fare una passeggiata al chiaro di luna ed è altrettanto ovvio che hai dei superpoteri. Sei una specie di giustiziera?-

-Sono un'agente di Satana venuta dall’Inferno per punire i malvagi ed inviare le loro anime al mio Signore.-

-Stai scherzando, vero?-

Le basta guardarla negli occhi e Stroud capisce che è seria.

-Dunque saresti una diavolessa? Vi immaginavo un po’ diverse.-

-Un tempo ero una donna normale… o forse no visto che possedevo la capacità di mettermi in contatto con le anime dei defunti e usavo quel potere per guadagnarmi da vivere come medium. Un uomo mi accusò di aver provocato la morte della sua famiglia e mi sparò uccidendomi. Era il 1940.-[3]

-Sei piuttosto in forma per essere morta da più di settantacinque anni.-

-Satana mi ha rimandato sulla Terra con questo costume ed i poteri necessari per adempiere al mio compito. Mi ribattezzò Vedova Nera.-

-Un nome oggi usato da donne altrettanto letali anche se per motivi diversi. Ne conosco bene una.[4] Dimmi: parli proprio di quel Satana? Con tanto di corna, pizzo e piedi caprini?-

Lei fa una risata argentina e replica:

-In effetti, è proprio così che mi appare anche se dicono che ha anche altri aspetti e nomi.-

-E ti avrebbe mandato ad uccidere i malvagi? Non è un po’ un controsenso? Voglio dire: non è il Signore del Male?-

-Il suo compito non è forse la punizione dei malvagi? Non è forse per questo che esiste l’Inferno?-

-Le discussioni teologiche non sono il mio forte. In ogni caso, ti credo. Hai mandato all’Inferno l’anima di qualche peccatore stanotte?-

-Di molti peccatori. Anche loro mi hanno puntato contro le loro armi ed hanno scoperto che erano inutili: non si può uccidere chi è già morta. Non credo che anche tu voglia fare la prova, vero Simon?-

-Non è necessario, come ho detto, ti credo.-

-Ne sono felice. Ora scusami…- Claire Voyant schiocca le dita e davanti ad un sorpreso Simon Stroud i suoi vestiti scompaiono -… anche quelle come me amano riposare ogni tanto. Torna nella tua stanza adesso… a meno che tu non preferisca rimanere… e direi di sì a meno che tu non abbia un’altra pistola nascosta nel cavallo dei pantaloni.-

            La donna ride mentre Simon Stroud rimane senza parole.

 

            In una sala operatoria dello Stark Hospital la complessa operazione per salvare la vita di Jennifer Kale è finalmente giunta al termine.

-È fatta!- esclama il Dottor Lionel Jeffries -Se non sopravvengono complicazioni, la paziente vivrà.-

-Non esistono solo le complicazioni mediche o fisiche.- replica Stephen Strange levandosi la mascherina da chirurgo -Ci sono forze all’opera che vogliono Jennifer Kale morta e ci riproveranno ora che è di nuovo alla loro portata.-

-Credo che adesso lei mi debba una spiegazione Dottor Strange.- replica il corpulento medico afroamericano.

Strange riflette per qualche istante poi dice:

-Apra la sua mente, Dottor Jeffries, perché quello che sta per udire è veramente incredibile per chi non è preparato.-

 

            Quella sul volto di Victor Conte di Salisgrave è autentica preoccupazione mentre dice:

-Varnae? Ne sei proprio sicura?-

-Non mi sbaglio su queste cose.- ribatte Lilith, figlia di Dracula e Signora dei Vampiri -C’è una sorta di legame empatico tra noi signori dei vampiri ed io ho percepito che Varnae sta per risvegliarsi o lo ha già fatto.-

-Varnae è rimasto tranquillo per millenni.- borbotta il Conte -Perché dovrebbe risvegliarsi proprio adesso?-

-So quel che dico.-

-Ti credo, Milady, ma Varnae è rimasto quieto durante tutta la crisi di Thulsa Doom, perciò quel che lo ha disturbato deve essere per forza grave.-

            Salisgrave si avvicina alla sua sfera di cristallo e recita delle formule nell’antica lingua dei Druidi. Passa qualche istante e nella sfera si forma l’immagine di una donna dalla pelle lattea nuda a parte una fascia attorno alla vita.

-Si è risvegliata anche lei dunque.- borbotta il Conte.

-Lei chi?- chiede Lilith.

-Akivasha, principessa dell’antica Stygia, una delle vampire più antiche che si conoscano. Era imprigionata in una piramide ma dopo 15.000 anni è evidentemente riuscita a fuggire. Vedo che l’Inferno stesso è sulle sue tracce, ma potrebbe arrivare troppo tardi.-

-Poco importa: li fermerò io a qualunque costo.- proclama Lilith -Nessuno minaccia il mio regno e sopravvive.-

 

 

5.

 

 

            Nella notte londinese un pipistrello atterra davanti ad una villa apparentemente disabitata e si trasforma in un uomo nudo dai capelli biondi. Dopo un attimo di esitazione spinge il portone d’ingresso che resiste. Esita un attimo poi spinge ancora più forte e stavolta il portone cede. In seguito ripenserà che avrebbe potuto semplicemente mutarsi in nebbia ed infilarsi tra le fessure ma è ancora nuovo a questa esistenza altrimenti ricorderebbe anche che se può entrare in questa casa è perché ci è stato da vivo, in effetti è casa sua.

            Si aggira per le stanze ed i corridoi un po’ spaesato poi entra nella sua camera ed apre l’armadio. Ha bisogno di abiti se vuol muoversi liberamente tra i vivi.

Si veste rapidamente. Peccato non potersi vedere allo specchio. Ora si sente pronto. Ha ancora una visita da fare prima che la notte finisca.

 

            Un comune incantesimo di teletrasporto ed ecco che Lilith, fiancheggiata dai Supernaturals, appare nel bel mezzo della jungla dello Yucatan.

-Qual è il piano?- chiede Demogoblin.

-Impedire che Varnae esca dal suo sepolcro ed uccidere chiunque cerchi di impedircelo.- risponde Lilith.

-Semplice ed efficace. Mi piace.-

-Anche a me.- aggiunge Nightshade.-Che aspettiamo?-

 

In un sepolcro nascosto nelle giungle dello Yucatan una vampira pressoché nuda avanza senza timore nell’oscurità più completa. Come potrebbe essere intimorita quando l’oscurità è stata sua amica negli ultimi 15.000 anni?

            Improvvisamente nel buio ecco brillare due puntini rossi ed una voce cavernosa risuona:

-Chi osa disturbare il riposo di Varnae?-

-Io oso!- ribatte l’altra -Io, Akivasha, Colei che non Muore Mai!-

-Akivasha, da quanti millenni non udivo questo nome. Ti sei liberata dalla tua gabbia dorata e sei venuta sin qui per rendermi omaggio, orgogliosa Principessa di Stygia?-

            I canini appuntiti della vampira brillano nel buio mentre lei risponde:

-No, abominio di natura, sono venuta per ucciderti una volta per tutte.-

 

 

FINE SETTANTASETTESIMO EPISODIO

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Nulla di rilevante da dire che non sia già spiegato nella storia quindi non mi resta che darvi appuntamento al prossimo episodio dove ne vedrete delle belle.

 

 

Carlo



[1] Su Midnight Sons #11.

[2] Miguel Lobo, come visto su Occhio di Falco #25 e nei recenti episodi di Devil.

[3] Come narrato su Mystic Comics Vol. 1° #6 datato agosto 1940.

[4] Parla di Natasha Romanoff ovviamente.