Non permetterai che una strega viva

(Esodo 22 18)

 

 

 

 

#2

 

LA STAGIONE DELLA STREGA

 

1.

 

 

            Quando i primi uomini e donne comparvero sulla Terra, non erano soli. Parallelamente a loro altre specie intelligenti si svilupparono, tra cui: una razza antropomorfa sorella dei lupi come gli umani lo erano delle scimmie ed una che appariva umana dal collo in giù ma con testa di serpente. Sebbene questi ultimi esistessero dall’alba dei tempi o quasi, il nome con cui sono entrati nella leggenda è di Uomini Serpente dell’Antica Valusia, progenie dell’antico demone chiamato Set, il dio serpente dalle sette teste.

            In tempi in cui re barbari governavano imperi col filo della spada, gli Uomini Serpente furono quasi sterminati e se ne perse praticamente il ricordo. Ad affiancarli Set aveva posto un’altra specie: i Serpenti Uomini, esseri dal corpo di serpente e testa umana, l’orrore che striscia. Si dice che il loro sguardo ipnotizzasse istantaneamente le loro prede che poi finivano orribilmente stritolate nelle loro spire.

            Oggi uno o più di questi Serpenti Uomini sono penetrati a New Scotland Yard[1] e il loro obiettivo è la squadra di detective che si occupa di crimini legati all’Occulto ed in particolare una certa consulente, una che qualcuno definirebbe maga ed altri strega.

            Dopo un attimo di smarrimento Victoria Bentley grida
-Kaa nama, kaa lajerama.-

            Nemmeno lei sa cosa significhino esattamente quelle parole in una lingua che era già morta quando la leggendaria Valusia era ancora giovane, ma sa che tutta la stirpe di Set le teme e ne prova repulsione. Accade anche al Serpente Uomo la cui testa dorata, i cui capelli sembrano formati da serpenti vivi, è appena apparsa da dietro una porta.

-Non guardatelo negli occhi e sparategli!- urla Victoria.

            E tutti quelli che nella stanza hanno un‘arma le danno retta.

 

            Al Tipitina Club di New Orleans la danzatrice esotica col pitone si ferma e sussurra all’animale:

-Vai!-

            Il pitone scivola giù dal palco e mentre si muove verso il tavolo dove sono seduti Fratello Voodoo ed i suoi ospiti subisce una trasformazione: il suo corpo diventa sempre più grande e la sua testa assume forma umana con il volto dorato ed un groviglio di serpenti per capelli.

            Contemporaneamente la danzatrice balza anche lei giù dal palco e nel contempo anche la sua testa cambia diventando quella di un serpente. Nelle sue mani degli affilati coltelli.

            È difficile cogliere di sorpresa Fratello Voodoo sul suo terreno. La sua reazione è decisamente rapida: allontana con una spinta Loralee Tate e si frappone tra lei ed il Serpente Uomo.

-Indietro, immonda creatura.- gli dice con voce ferma -Questo non è il tuo posto.-

            Con rapidità il Serpente Uomo gli si avvolge intorno e lo solleva. Jericho Drumm non ne sembra per nulla preoccupato.

 

            La Donna Serpente si scaglia contro Lilith e cerca di colpirla al cuore ma la Signora dei Vampiri è abbastanza veloce da bloccarle entrambi i polsi.

-Coltelli di legno, molto appropriato.- commenta -Servono a poco, però, se non raggiungono il bersaglio, non credi?-

            La risposta della Donna Serpente è un sibilo mentre la sua lingua biforcuta frusta l’aria.

-Ti ucciderò.- ribatte infine.

-Ci hanno provato in tanti ed io sono sempre qui. Credimi: non farai di meglio.-

            E mentre dice questo, Lilith comincia a torcere i polsi della sua avversaria finché si ode uno schiocco.

 

 

2.

 

 

            Il sole sta per sorgere su Lycopolis, la città che è la dimora del Popolo Lupo ed è aperta ai licantropi di ogni origine e provenienza.

            I tre ambasciatori vampiri inviati da Lilith per stringere un’alleanza tra vampiri e licantropi contro Thulsa Doom [2] hanno fatto ritorno ai loro rispettivi luoghi di riposo aiutati dalla magia del Consiglio del Popolo, ma c’è qualcun altro su cui i raggi del nascente sole hanno un effetto particolare.

            Nina Price si piega su se stessa con gemito mentre la sua pelle perde il colore bianco latte che aveva finora per tornare ad un colorito roseo, le zanne si ritraggono, gli occhi ridiventano azzurri come il mare. L’ibrido tra vampira e licantropa ha lasciato il posto ad una normale ragazza di 18 anni.

-Come stai?- le chiede suo cugino Jack Russell ancora in forma di licantropo.

-Bene.- risponde la ragazza -Ogni trasformazione è sempre più facile e sempre meno dolorosa. Mi abituerò presto, credo.-

-Come è capitato a noi tutti con la nostra.- commenta Phillip Russell, il padre di Nina -Suggerisco di andare a riposare. Se ho capito bene, presto avremo molto da fare.-

-Vi accompagno ai vostri alloggi.- dice Karshe lo Sciamano Lupo della tribù indiana perduta dei Cheemuzwa.

            Mentre si allontanano qualcuno li segue con lo sguardo: è Karnivore noto anche come Uomo Bestia. In un tempo che gli sembra ormai remoto era solo un semplice lupo poi i macchinari dell’Alto Evoluzionario lo mutarono nella summa evolutiva del lupo e dell’uomo combinati insieme dotandolo di straordinari poteri.[3]

            Cosa passi adesso nella sua mente nessuno può dirlo.

 

            In un castello che sorge a strapiombo su una scogliera nell’estremo nord della Scozia, la forma astrale del Dottor Strange, Stregone Supremo della Terra, si rivolge al padrone di casa, Sir Victor Salisgrave, Conte di Salisgrave, Lord Cape Cliff, Cavaliere della Giarrettiera e del Cardo, Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico e molto altro:

-Tu stai giocando con la vita di Victoria Bentley.-

-Faccio quello che devo per la nostra sopravvivenza.- ribatte Salisgrave, un uomo alto, atletico dai lunghi capelli neri che indossa un severo abito nero, azzurro e verde e una corta mantellina -Victoria farà la sua parte a tempo debito col nostro aiuto.-

-Sembri molto sicuro di te.-

-Ho studiato le congiunzioni astrali e so che presto sarà di nuovo il momento favorevole per il ritorno di Set sulla Terra. Apparentemente è ciò per cui Thulsa Doom sta tessendo intrighi da quando è tornato in vita.-

-Apparentemente?-

            Salisgrave sorride e replica:

-Ricordi cosa dice Lucifero nel finale di “Paradiso perduto” di Milton? “Meglio essere Re all’Inferno che servo in Paradiso”. Uno come Thulsa Doom non può accontentarsi di essere il servo di qualcun altro, sia pure di uno come Set. Ha sicuramente un piano tutto suo e noi ne approfitteremo.-

-Se dovessi sbagliare…-

-Allora, mio caro Strange, nessuno di noi vivrà abbastanza da pentirsene.-

 

            In una sala agenti del palazzo noto come New Scotland Yard a Londra, qualcuno ha già scoperto quanto possano essere mortali gli intrighi di Thulsa Doom.

            L’eco degli spari si è appena spenta che i presenti si sono tristemente resi conto che i loro sforzi sono stati inutili: il Serpente Uomo è incolume e continua ad avanzare verso di loro ed altri due si sono uniti a lui. Meglio sarebbe dire: unite, perché i lineamenti sui loro volti dorati sono indubitabilmente femminili.

-Sono invulnerabili!- esclama l’Ispettore Capo Chelm.

-No!- ribatte Victoria Bentley -Possono essere uccisi, lo so. Mirate alla testa e non guardateli negli occhi, mi raccomando.-

            Il Serpente Uomo che è entrato per primo scatta e stringe Victoria tra le sue spire. La ragazza urla.

-Victoria!- urla Simon Stroud.

            Senza esitare il detective americano si lancia sulla mostruosa creatura che se lo scrolla di dosso senza troppa fatica scagliandolo contro una vicina parete.

            Una delle Serpenti Donne gli si avvicina minacciosa mentre l’altra si rivolge verso Chelm ed i suoi amici.

            A quanto sembra, stavolta il loro destino potrebbe essere segnato.

 

 

3.

 

 

            L’urlo della Donna Serpente echeggia nel Tipitina Club mentre Lilith la solleva tenendola per il collo. La figlia di Dracula sorride sinistramente mentre dice:

-Quando nel vostro inferno vedrai il tuo padrone Thulsa Doom, rammentagli che non è salutare sfidare la Signora dei Vampiri.-

            Lo schiocco secco di un collo serpentino che si spezza risuona nel grande salone mentre Lilith si volge verso le altre occupanti del suo tavolo:

-State bene?-

-S… sì.- balbetta Loralee Tate -Non avevo mai visto nulla di simile.-

-Sul serio? Pensavo che, dal momento che in passato è stata rapita dagli zombie e perfino offerta in sacrificio ad un demone, fosse meno impressionabile, Miss Tate.-

-Lei … come sa…?-

-Io so tutto ciò che è importante che sappia ma non è di questo che dobbiamo curarci adesso.-

            Lilith indica Fratello Voodoo e Blade impegnati a lottare contro il Serpente.

-Dobbiamo aiutarli .- dice Donna Garth.

-A dire il vero…- ribatte la figlia di Dracula con un sogghigno -Io mi preoccuperei più per il Serpente.-

 

            Nel momento stesso in cui Fratello Voodoo è stato avvolto dalle spire del Serpente Uomo, Blade è balzato su quest’ultimo brandendo i coltelli che gli hanno dato il nome.

            Li affonda entrambi nella carne della creatura che si agita e se lo scrolla di dosso facendolo volare verso uno dei tavoli.

            Blade si rimette in piedi e si precipita di nuovo verso l’avversario. Se quel mostro può essere ferito, allora può anche essere ucciso, pensa, e non importa quanto ci vorrà, lui ci riuscirà.

            Fratello Voodoo recita un ‘invocazione a Damballah[4] e con un grido il Serpente Uomo lo lascia andare.

-Dovevi restare negli oscuri recessi in cui ti eri rifugiata, orrenda creatura…- dice ancora Jericho Drumm -… ora subirai la giusta collera dei Loa[5] che hai offeso.-

            Ogni altro suono cessa di colpo all’interno del Tipitina Club… a parte l’ossessivo rullare dei tamburi.

 

            Altrove, a New Scotland Yard, sta accadendo qualcosa di simile. Victoria Bentley si è resa conto di essere il vero bersaglio dell’attacco. Il Serpente Uomo si appresta a stritolare la giovane donna mentre le due Serpenti  Donne tengono a bada gli altri presenti.

            Improvvisamente, sotto gli occhi stupiti del mostro, la figura di Victoria si dissolve nel nulla mentre alle sue spalle una voce dice:

-Sorpresa!-

            Victoria Bentley è in piedi in un angolo mentre le sue dita si muovono secondo un preciso disegno e le sue labbra sussurrano parole in lingue troppo antiche perché qualcuno ne possa comprendere il significato.

            Il sudore imperla la sua fronte. Tessere un incantesimo che desse al Serpente Uomo l’illusione di averla presa tra le sue spire mentre lei si rendeva invisibile agli occhi suoi e delle sue compagne non è stato facilissimo. Possono anche ripeterle che in lei c’è il potenziale per farne la più grande maga della sua generazione ma la verità è che ha ancora un lungo cammino da fare prima di essere davvero capace di padroneggiare le forze che sta evocando. Se solo Stephen fosse lì con lei, o anche Dane,[6] si sentirebbe decisamente più sicura, ma deve smettere di pensare ad entrambi: ormai, che le piaccia o meno, non fanno più parte della sua vita. Adesso deve cavarsela da sola.

            Le tre creature si muovono all’unisono verso di lei.-

-Morirai, strega. Dice una delle due Serpenti Donne.-

-Un giorno accadrà certamente…- replica Victoria -… ma non per colpa vostra… spero.-

            Le sue mani si muovono rapide mentre compie un’evocazione:

-Che i Sette Anelli di Raggador imprigionino tutti voi.-

             Anelli azzurrini si condensano attorno ai tre mostri.

-Non ci fermerai.- proclama la Serpente Donna che aveva parlato poco prima.

            Gli anelli vengono infranti mentre le tre creature si allungano verso la giovane maga.

-Morirai.-

-Lo vedremo.- ribatte Victoria.

            Il diadema sulla sua fronte brilla mentre da nulla, sospesa nell’aria, appare una massiccia ascia bipenne dall’aria molto antica.

            I Serpenti Uomini si ritraggono di colpo.

-Chi ha paura adesso?- chiede Victoria.

 

 

4.

 

 

            Il ritmo dei tamburi Voodoo cresce sempre più ossessivo fino a diventare l’unico suono udibile all’interno del Tipitina Club. Sul volto di Jericho Drumm una maschera di assoluta impassibilità.

            Tutti i presenti sono completamente immobili come se per loro il tempo si fosse congelato. Tutti, tranne il Serpente Uomo che si agita scompostamente con i segni di un’acuta sofferenza sul volto. Se sta gridando è impossibile sentirlo.

             Improvvisamente la sua testa scoppia e sangue verdastro schizza dappertutto. Il corpo serpentino continua ad agitarsi per un po’ poi si abbatte sul pavimento.

            Il suono dei tamburi cessa di colpo ed il tempo torna a scorrere normalmente. Fratello Voodoo si avvicina al tavolo a cui era seduto poco prima.

-Tutto a posto?- chiede.

            Lilith Dracula sogghigna mentre indica la Donna Serpente ai suoi piedi e risponde:

-Non ho mai avuto problemi.-

            Che arrogante sbruffona, pensa Donna Garth ma si tiene questa riflessione per sé.

-A quanto pare, Thulsa Doom ha abbastanza considerazione di noi da volerci morti.- commenta Jericho.

-Motivo in più per allearci contro di lui.- insiste Lilith.

-Non hai bisogno di convincermi, Signora dei Vampiri, ma tu, Blade, cosa dici?-

             Il volto di Blade è cupo e lui tace. Donna gli stringe un braccio dicendo:

-Non essere ostinato, Eric, il pericolo è evidente.-

-Sì, Eric caro…- interviene Lilith -… non fare il testone come tuo solito, dà retta alla tua donna.-

            Donna Garth scocca alla vampira un’occhiata di fuoco ma lei si limita a ridere. Infine Blade parla:

-Sono con voi, ma alla fine di tutto questo ucciderò Lilith.-

-Ci proverai, vuoi dire.- ribatte l’interessata.

            Non sarà un’alleanza facile, pensa Fratello Voodoo.

 

            L’ascia bipenne che è appartenuta a Kull il Conquistatore fluttua nell’aria come guidata da una mano invisibile dirigendosi implacabile verso i suoi bersagli: tre Serpenti Uomini che per la prima volta sembrano spaventati.

            Il sudore imperla la fronte di Victoria Bentley mentre dirige l’ascia verso il suo primo obiettivo. Improvvisamente l’arma scatta e si abbatte sul collo di una delle tre creature, che emette un grido spaventoso mentre la sua testa spiccata dal resto del corpo fluttua per un attimo in aria per poi svanire come accade anche agli altri mostri.

            In un attimo la sala agenti della Squadra Antivampiro di Scotland Yard è tornata ad una parvenza di normalità. Nessun segno del passaggio degli aggressori rimane a parte quelli dei proiettili sulle pareti.

-Che fine hanno fatto quelle creature?- chiede Chelm.

-Erano proiezioni molto potenti, dotate di reale fisicità. Erano in grado di ucciderci e l’avrebbero fatto se non avessi interrotto il contatto con chi li ha evocati.- spiega Victoria.

-Questo vuol dire che ci riproveranno?- chiede Simon Stroud.

-Non oggi. Incantesimi simili richiedono molta energia. In questo momento chiunque abbia evocato i Serpenti Uomini deve essere troppo spossato per tentare qualsiasi cosa.-

            E se potesse vedere in un luogo non troppo lontano, dove due donne ed un uomo giacciono svenuti su un freddo pavimento, Victoria saprebbe di aver ragione.

 

            Nella sua fortezza in Antartide, lo scheletrico stregone noto come Thulsa Doom schiuma di rabbia. I suoi attacchi sono falliti, i suoi servi morti o comunque sconfitti.

-Tutto ciò è intollerabile!- grida ad alta voce ma nella sala del trono nessuno può sentilo.

            Se mai è stato davvero umano, ora il malvagio stregone proveniente da ere dimenticate non lo è più di certo, tuttavia quelle che si agitano in lui adesso sono emozioni del tutto umane, come la collera che sale dentro di lui come un’onda di marea.

            I lupi, i vampiri, quella patetica strega, tutti devono pagare per aver osato opporsi a lui e pagheranno un prezzo altissimo.

            La decisione è presa. Thulsa Doom si solleva dal suo trono e la sua voce di nuovo risuona stentorea ma stavolta tutti gli abitanti della Città del Male possono udirlo:

 

            La guerra sta per cominciare.

 

 

5.

 

 

            Phillip Russell si sveglia in tarda mattinata. Non è più abituato a restare sveglio sino all’alba, pensa con una punta di rammarico. È nella sua forma umana. Diversamente dalla maggioranza degli abitanti di questa città, lui non è abituato a stare troppo a lungo nella forma licantropica e scommetterebbe che è lo stesso per i suoi nipoti Jack e Lissa.

            Entra nel bagno. Deve ammettere che chiunque abbia ricostruito questa città le avrà anche dato un aspetto antico ma l’ha dotata di tutti i comfort moderni, il che gli va benissimo. Non è abituato alla vita spartana dopotutto.

            Si rade e si fa una doccia corroborante poi, appena finito si guarda allo specchio e sorride compiaciuto: per la sua età è decisamente in forma.

            Esce dal bagno e si dirige verso l’armadio. Il Popolo ha un codice di vestiario tutto suo ma le tuniche non fanno per lui e non è abituato a girare nudo se non in forma di licantropo e non ha nessuna intenzione di assumerla adesso.

            Sorprendentemente, ma neanche tanto ripensandoci, nell’armadio ci sono camicie, pantaloni e perfino qualche giacca. Il Consiglio del Popolo è molto previdente sembra. Niente cravatte però. Se ne farà una ragione.

            Pochi minuti dopo Phillip scende diretto alla mensa. Com’era prevedibile esiste un locale per consumare i pasti in comune. Non sia mai che qualcosa come nutrirsi non sia condiviso col resto del branco.

            Al momento, però, nella sala c’è solo un altro commensale: un ragazzo, piuttosto giovane, forse neanche diciottenne, non molto alto, di corporatura media,capelli neri lunghi oltre le spalle e mossi, occhi castani dall’aria vivace. Indossa dei jeans neri, una maglietta egualmente nera e scarpe da ginnastica bianche e blu.

-Hello.- lo saluta in Inglese quest’ultimo.

            Dall’accento Phillip lo riconosce istantaneamente nonostante ora sia in forma umana.

-Salve.- lo saluta nella sua lingua -Tu sei Romeo, giusto? Io sono Phillip Russell, il licantropo americano dal pelo grigio che hai conosciuto ieri sera.-

-Tu… lei parla Italiano?- esclama il ragazzo sorpreso.

-Anche se vivo negli Stati Uniti da più di trent’anni, sono europeo.- replica Phillip sedendosi davanti al ragazzo -Sono nato in Transilvania e parlo fluentemente il Rumeno, l’Ungherese e il Tedesco, oltre all’Inglese naturalmente. Me la cavo bene anche col Russo. Ho viaggiato molto quando ero… diciamo più giovane. Ho imparato l’Italiano molti anni fa, durante un soggiorno nel tuo paese, ma temo di essere arrugginito.-

-Non direi proprio. Ha appena un’ombra di accento americano. Non si direbbe che è Rumeno.-

-Non sono Rumeno, sono Transilvano. Possiamo anche far parte politicamente della Romania ma ci teniamo alla nostra identità culturale.-

-Mi scusi, non volevo offenderla.-

-E non mi hai offeso, tranquillo. Ma non parliamo di me adesso, bensì di te. Vedo che neanche tu sei in forma lupina.-

-Mi hanno detto che dovrei essere orgoglioso di ciò che sono ed è così, ma io non mi sento tanto a mio agio ad essere sempre lupo.- ammette Romeo con un certo imbarazzo.

-Ascolta, ragazzo: nessuno può dirti come vivere la tua vita.- ribatte Phillip -Ti racconterò una storia: mio nonno entrò in possesso, come non ha importanza, di un libro maledetto chiamato Darkhold. Il solo fatto di averlo letto risvegliò un’antica maledizione trasformandolo in licantropo e trasmettendo la maledizione a tutti i suoi discendenti. Nessuno nella mia famiglia ne fu contento, credimi. Col tempo abbiamo imparato a padroneggiare la maledizione e perfino ad usarla a nostro vantaggio ma siamo sempre umani non apparteniamo a questo cosiddetto Popolo. Lo stesso vale per te, giusto? Sei un mutante, se ho capito bene.-

-Loro mi hanno detto…-

-Non importa cosa ti hanno detto, importa cosa senti tu: se pensi che questo sia il tuo posto, allora rimani, ma se non è così che ti senti, allora vattene da qui e torna a casa il prima possibile.-

            Phillip finisce la sua colazione e si alza lasciando Romeo Doria a riflettere.

 

            Victoria Bentley torna nella sua stanza in un prestigioso hotel di Londra. Per evitare troppe domande ha usato un semplice incantesimo di camuffamento per far sembrare che indossasse un comune abito da cocktail.

-Bentornata Miss Bentley.- la saluta l’impiegato al bancone della portineria -Non l’ho vista negli ultimi due giorni. Era in viaggio?-

-Ho dovuto sbrigare degli affari.- risponde sbrigativamente Victoria prendendo la chiave della sua stanza.

            Può immaginare cosa pensa l’uomo davanti a lei: la solita ricca annoiata che sperpera il patrimonio di famiglia in feste e simili. Che lo pensi pure, alla verità non crederebbe mai.

            Chiusasi la porta della stanza alle spalle, Victoria lascia cadere l’illusione sui suoi abiti e si stende sul letto. È stanca, ma prima di riposare c’è una cosa che deve fare.

            Il suo respiro si fa più regolare, il battito cardiaco rallenta ed una sorta di fantasma bianco identico a lei si stacca dal suo corpo e fluttua verso l’alto. Supera le barriere e vola invisibile ed intangibile.

            Si spinge sempre più a nord sino ad uno degli estremi limiti della Scozia. Punta risolutamente verso un antico castello che sorge praticamente a strapiombo sulla scogliera che dà il nome al luogo in cui si trova: Cape Cliff.

            Raggiunge una stanza dove l’attendono due uomini uno dei quali è lì in forma astrale proprio come lei.

-Benvenuta Victoria.- le dice quest’ultimo.

-Stephen?- esclama Victoria riconoscendo lo Stregone Supremo -Sono felice che tu sia qui perché ci serve tutto l’aiuto possibile.-

            Stephen Strange e Victor Salisgrave annuiscono gravemente.

 

            Il Mare di Somov, nell’Antartide Orientale è uno dei posti più desolati della Terra. In un’isola non segnata in nessuna mappa, un’isola che non dovrebbe esistere, sorge una città sede di un Male vecchio di eoni. Il suo nome: Set Atra-no, la Città di Set in una lingua da tempo dimenticata da tutti tranne che dai suoi abitanti.

            Da un balcone Thulsa Doom osserva sotto di lui le nove armate dell’esercito di Set composte da Uomini Serpente in pieno assetto di guerra.

-Il momento è venuto!- urla -Oggi sferreremo il nostro attacco e nessuno ci fermerà. I nostri nemici si piegheranno sotto il nostro tallone.-

            Dalla folla di sotto prorompe un unico grido:

-DOOM!-

 

 

FINE SETTANTADUESIMO EPISODIO

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Che dire di quest’episodio? Se abbiamo già spiegato in passato chi sono gli Uomini (e Donne) Serpente, restano due paroline da dire sui Serpenti Uomini (e Donne). Come i precedenti, sono stati creati da Robert E. Howard e precisamente nel racconto “Il dio nell’urna” adattato da Roy Thomas & Barry Windsor-Smith su Conan the Barbarian #7 (prima edizione italiana: Albi dei Super Eroi, Corno, #22) datato luglio 1971. Cosa siano e cosa sanno fare lo avete visto nella storia .

            Nel prossimo episodio: licantropi, vampiri, Uomini Serpente, Serpenti Uomini, teschi ghignanti, potenti stregoni e l’inizio della fine.

            Non mancate.

 

 

Carlo



[1] Vedi ultimo episodio.

[2] Ancora nell’ultimo episodio.

[3] Accadde su Thor Vol. 1° #134 (Prima edizione italiana Thor, Corno, #33).

[4] Il dio serpente della religione Voodoo.

[5] Gli spiriti della religione Voodoo.

[6] Dane Whitman, il Cavaliere Nero