Non
permetterai che una strega viva
(Esodo
22 18)
#2
LA STAGIONE DELLA STREGA
1.
Quando i
primi uomini e donne comparvero sulla Terra, non erano soli. Parallelamente a
loro altre specie intelligenti si svilupparono, tra cui: una razza antropomorfa
sorella dei lupi come gli umani lo erano delle scimmie ed una che appariva
umana dal collo in giù ma con testa di serpente. Sebbene questi ultimi esistessero
dall’alba dei tempi o quasi, il nome con cui sono entrati nella leggenda è di
Uomini Serpente dell’Antica Valusia, progenie dell’antico demone chiamato Set,
il dio serpente dalle sette teste.
In tempi
in cui re barbari governavano imperi col filo della spada, gli Uomini Serpente
furono quasi sterminati e se ne perse praticamente il ricordo. Ad affiancarli
Set aveva posto un’altra specie: i Serpenti Uomini, esseri dal corpo di
serpente e testa umana, l’orrore che striscia. Si dice che il loro sguardo
ipnotizzasse istantaneamente le loro prede che poi finivano orribilmente
stritolate nelle loro spire.
Oggi uno
o più di questi Serpenti Uomini sono penetrati a New Scotland Yard[1] e
il loro obiettivo è la squadra di detective che si occupa di crimini legati
all’Occulto ed in particolare una certa consulente, una che qualcuno
definirebbe maga ed altri strega.
Dopo un
attimo di smarrimento Victoria Bentley grida
-Kaa nama, kaa lajerama.-
Nemmeno
lei sa cosa significhino esattamente quelle parole in una lingua che era già
morta quando la leggendaria Valusia era ancora giovane, ma sa che tutta la
stirpe di Set le teme e ne prova repulsione. Accade anche al Serpente Uomo la
cui testa dorata, i cui capelli sembrano formati da serpenti vivi, è appena
apparsa da dietro una porta.
-Non guardatelo negli occhi e sparategli!- urla Victoria.
E tutti
quelli che nella stanza hanno un‘arma le danno retta.
Al
Tipitina Club di New Orleans la danzatrice esotica col pitone si ferma e
sussurra all’animale:
-Vai!-
Il pitone
scivola giù dal palco e mentre si muove verso il tavolo dove sono seduti
Fratello Voodoo ed i suoi ospiti subisce una trasformazione: il suo corpo
diventa sempre più grande e la sua testa assume forma umana con il volto dorato
ed un groviglio di serpenti per capelli.
Contemporaneamente
la danzatrice balza anche lei giù dal palco e nel contempo anche la sua testa
cambia diventando quella di un serpente. Nelle sue mani degli affilati
coltelli.
È
difficile cogliere di sorpresa Fratello Voodoo sul suo terreno. La sua reazione
è decisamente rapida: allontana con una spinta Loralee Tate e si frappone tra
lei ed il Serpente Uomo.
-Indietro, immonda creatura.- gli dice con voce ferma
-Questo non è il tuo posto.-
Con
rapidità il Serpente Uomo gli si avvolge intorno e lo solleva. Jericho Drumm
non ne sembra per nulla preoccupato.
La Donna
Serpente si scaglia contro Lilith e cerca di colpirla al cuore ma la Signora
dei Vampiri è abbastanza veloce da bloccarle entrambi i polsi.
-Coltelli di legno, molto appropriato.- commenta -Servono
a poco, però, se non raggiungono il bersaglio, non credi?-
La
risposta della Donna Serpente è un sibilo mentre la sua lingua biforcuta frusta
l’aria.
-Ti ucciderò.- ribatte infine.
-Ci hanno provato in tanti ed io sono sempre qui.
Credimi: non farai di meglio.-
E mentre
dice questo, Lilith comincia a torcere i polsi della sua avversaria finché si
ode uno schiocco.
2.
Il sole
sta per sorgere su Lycopolis, la città che è la dimora del Popolo Lupo ed è
aperta ai licantropi di ogni origine e provenienza.
I tre
ambasciatori vampiri inviati da Lilith per stringere un’alleanza tra vampiri e
licantropi contro Thulsa Doom [2] hanno
fatto ritorno ai loro rispettivi luoghi di riposo aiutati dalla magia del
Consiglio del Popolo, ma c’è qualcun altro su cui i raggi del nascente sole
hanno un effetto particolare.
Nina
Price si piega su se stessa con gemito mentre la sua pelle perde il colore
bianco latte che aveva finora per tornare ad un colorito roseo, le zanne si
ritraggono, gli occhi ridiventano azzurri come il mare. L’ibrido tra vampira e
licantropa ha lasciato il posto ad una normale ragazza di 18 anni.
-Come stai?- le chiede suo cugino Jack Russell ancora in forma di
licantropo.
-Bene.- risponde la ragazza -Ogni trasformazione è sempre
più facile e sempre meno dolorosa. Mi abituerò presto, credo.-
-Come è capitato a noi tutti
con la nostra.- commenta Phillip Russell, il padre di Nina -Suggerisco di andare a
riposare. Se ho capito bene, presto avremo molto da fare.-
-Vi accompagno ai vostri alloggi.- dice Karshe lo
Sciamano Lupo della tribù indiana perduta dei
Cheemuzwa.
Mentre si allontanano qualcuno li segue con lo sguardo: è
Karnivore noto anche come Uomo Bestia. In un tempo che gli sembra ormai remoto
era solo un semplice lupo poi i macchinari dell’Alto Evoluzionario lo mutarono
nella summa evolutiva del lupo e dell’uomo combinati insieme dotandolo di
straordinari poteri.[3]
Cosa passi adesso nella sua mente nessuno può dirlo.
In un castello che sorge a strapiombo
su una scogliera nell’estremo nord della Scozia, la forma astrale del Dottor Strange, Stregone Supremo della Terra, si
rivolge al padrone di casa, Sir Victor
Salisgrave, Conte di Salisgrave, Lord Cape Cliff, Cavaliere della Giarrettiera
e del Cardo, Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico e molto altro:
-Tu stai giocando con la vita di Victoria Bentley.-
-Faccio quello che devo
per la nostra sopravvivenza.- ribatte Salisgrave, un
uomo alto, atletico dai lunghi capelli neri che indossa un severo abito nero,
azzurro e verde e una corta mantellina -Victoria farà la
sua parte a tempo debito col nostro aiuto.-
-Sembri molto sicuro di te.-
-Ho studiato le
congiunzioni astrali e so che presto sarà di nuovo il momento favorevole per il
ritorno di Set sulla Terra. Apparentemente è ciò per cui Thulsa Doom sta
tessendo intrighi da quando è tornato in vita.-
-Apparentemente?-
Salisgrave sorride e replica:
-Ricordi cosa dice
Lucifero nel finale di “Paradiso perduto” di Milton? “Meglio essere Re
all’Inferno che servo in Paradiso”. Uno come Thulsa Doom non può accontentarsi
di essere il servo di qualcun altro, sia pure di uno come Set. Ha sicuramente
un piano tutto suo e noi ne approfitteremo.-
-Se dovessi sbagliare…-
-Allora, mio caro
Strange, nessuno di noi vivrà abbastanza da pentirsene.-
In una sala agenti del palazzo noto come New Scotland
Yard a Londra, qualcuno ha già scoperto quanto possano essere mortali gli
intrighi di Thulsa Doom.
L’eco degli spari si è appena spenta che i presenti si
sono tristemente resi conto che i loro sforzi sono stati inutili: il Serpente
Uomo è incolume e continua ad avanzare verso di loro ed altri due si sono uniti
a lui. Meglio sarebbe dire: unite, perché i lineamenti sui loro volti dorati
sono indubitabilmente femminili.
-Sono invulnerabili!-
esclama l’Ispettore Capo Chelm.
-No!- ribatte Victoria
Bentley -Possono essere uccisi, lo so. Mirate alla testa e non guardateli negli
occhi, mi raccomando.-
Il Serpente Uomo che è entrato per primo scatta e stringe
Victoria tra le sue spire. La ragazza urla.
-Victoria!- urla Simon
Stroud.
Senza esitare il detective americano si lancia sulla
mostruosa creatura che se lo scrolla di dosso senza troppa fatica scagliandolo
contro una vicina parete.
Una delle Serpenti Donne gli si avvicina minacciosa
mentre l’altra si rivolge verso Chelm ed i suoi amici.
A quanto sembra, stavolta il loro destino potrebbe essere
segnato.
3.
L’urlo della Donna Serpente echeggia nel Tipitina Club
mentre Lilith la solleva tenendola per il collo. La figlia di Dracula sorride
sinistramente mentre dice:
-Quando nel vostro
inferno vedrai il tuo padrone Thulsa Doom, rammentagli che non è salutare
sfidare la Signora dei Vampiri.-
Lo schiocco secco di un collo serpentino che si spezza
risuona nel grande salone mentre Lilith si volge verso le altre occupanti del
suo tavolo:
-State bene?-
-S… sì.- balbetta
Loralee Tate -Non avevo mai visto nulla di simile.-
-Sul serio? Pensavo che,
dal momento che in passato è stata rapita dagli zombie e perfino offerta in
sacrificio ad un demone, fosse meno impressionabile, Miss Tate.-
-Lei … come sa…?-
-Io so tutto ciò che è importante che sappia ma non è di
questo che dobbiamo curarci adesso.-
Lilith
indica Fratello Voodoo e Blade impegnati a lottare contro il Serpente.
-Dobbiamo aiutarli .- dice Donna Garth.
-A dire il vero…- ribatte la figlia di Dracula con un
sogghigno -Io mi preoccuperei più per il Serpente.-
Nel momento stesso in cui Fratello Voodoo è stato avvolto dalle spire del
Serpente Uomo, Blade è balzato su quest’ultimo brandendo i coltelli che gli
hanno dato il nome.
Li
affonda entrambi nella carne della creatura che si agita e se lo scrolla di
dosso facendolo volare verso uno dei tavoli.
Blade si
rimette in piedi e si precipita di nuovo verso l’avversario. Se quel mostro può
essere ferito, allora può anche essere ucciso, pensa, e non importa quanto ci
vorrà, lui ci riuscirà.
Fratello
Voodoo recita un ‘invocazione a Damballah[4] e
con un grido il Serpente Uomo lo lascia andare.
-Dovevi restare negli oscuri recessi in cui ti eri
rifugiata, orrenda creatura…- dice ancora Jericho Drumm -… ora subirai la
giusta collera dei Loa[5]
che hai offeso.-
Ogni
altro suono cessa di colpo all’interno del Tipitina Club… a parte l’ossessivo
rullare dei tamburi.
Altrove,
a New Scotland Yard, sta accadendo qualcosa di simile. Victoria Bentley si è
resa conto di essere il vero bersaglio dell’attacco. Il Serpente Uomo si
appresta a stritolare la giovane donna mentre le due Serpenti Donne tengono a bada gli altri presenti.
Improvvisamente,
sotto gli occhi stupiti del mostro, la figura di Victoria si dissolve nel nulla
mentre alle sue spalle una voce dice:
-Sorpresa!-
Victoria
Bentley è in piedi in un angolo mentre le sue dita si muovono secondo un
preciso disegno e le sue labbra sussurrano parole in lingue troppo antiche
perché qualcuno ne possa comprendere il significato.
Il
sudore imperla la sua fronte. Tessere un incantesimo che desse al Serpente Uomo
l’illusione di averla presa tra le sue spire mentre lei si rendeva invisibile
agli occhi suoi e delle sue compagne non è stato facilissimo. Possono anche
ripeterle che in lei c’è il potenziale per farne la più grande maga della sua
generazione ma la verità è che ha ancora un lungo cammino da fare prima di
essere davvero capace di padroneggiare le forze che sta evocando. Se solo
Stephen fosse lì con lei, o anche Dane,[6] si
sentirebbe decisamente più sicura, ma deve smettere di pensare ad entrambi: ormai,
che le piaccia o meno, non fanno più parte della sua vita. Adesso deve
cavarsela da sola.
Le tre
creature si muovono all’unisono verso di lei.-
-Morirai, strega. Dice una delle due Serpenti Donne.-
-Un giorno accadrà certamente…- replica Victoria -… ma
non per colpa vostra… spero.-
Le sue
mani si muovono rapide mentre compie un’evocazione:
-Che i Sette Anelli di Raggador imprigionino tutti voi.-
Anelli azzurrini si condensano attorno ai tre
mostri.
-Non ci fermerai.- proclama la Serpente Donna che aveva
parlato poco prima.
Gli
anelli vengono infranti mentre le tre creature si allungano verso la giovane
maga.
-Morirai.-
-Lo vedremo.- ribatte Victoria.
Il
diadema sulla sua fronte brilla mentre da nulla, sospesa nell’aria, appare una massiccia
ascia bipenne dall’aria molto antica.
I
Serpenti Uomini si ritraggono di colpo.
-Chi ha paura adesso?- chiede Victoria.
4.
Il ritmo
dei tamburi Voodoo cresce sempre più ossessivo fino a diventare l’unico suono
udibile all’interno del Tipitina Club. Sul volto di Jericho Drumm una maschera
di assoluta impassibilità.
Tutti i
presenti sono completamente immobili come se per loro il tempo si fosse
congelato. Tutti, tranne il Serpente Uomo che si agita scompostamente con i
segni di un’acuta sofferenza sul volto. Se sta gridando è impossibile sentirlo.
Improvvisamente la sua testa scoppia e sangue
verdastro schizza dappertutto. Il corpo serpentino continua ad agitarsi per un
po’ poi si abbatte sul pavimento.
Il suono
dei tamburi cessa di colpo ed il tempo torna a scorrere normalmente. Fratello
Voodoo si avvicina al tavolo a cui era seduto poco prima.
-Tutto a posto?- chiede.
Lilith
Dracula sogghigna mentre indica la Donna Serpente ai suoi piedi e risponde:
-Non ho mai avuto problemi.-
Che
arrogante sbruffona, pensa Donna Garth ma si tiene questa riflessione per sé.
-A quanto pare, Thulsa Doom ha abbastanza considerazione
di noi da volerci morti.- commenta Jericho.
-Motivo in più per allearci contro di lui.- insiste
Lilith.
-Non hai bisogno di convincermi, Signora dei Vampiri, ma
tu, Blade, cosa dici?-
Il volto di Blade è cupo e lui tace. Donna gli
stringe un braccio dicendo:
-Non essere ostinato, Eric, il pericolo è evidente.-
-Sì, Eric caro…- interviene Lilith -… non fare il testone
come tuo solito, dà retta alla tua donna.-
Donna
Garth scocca alla vampira un’occhiata di fuoco ma lei si limita a ridere.
Infine Blade parla:
-Sono con voi, ma alla fine di tutto questo ucciderò
Lilith.-
-Ci proverai, vuoi dire.- ribatte l’interessata.
Non sarà
un’alleanza facile, pensa Fratello Voodoo.
L’ascia
bipenne che è appartenuta a Kull il Conquistatore fluttua nell’aria come guidata
da una mano invisibile dirigendosi implacabile verso i suoi bersagli: tre
Serpenti Uomini che per la prima volta sembrano spaventati.
Il
sudore imperla la fronte di Victoria Bentley mentre dirige l’ascia verso il suo
primo obiettivo. Improvvisamente l’arma scatta e si abbatte sul collo di una
delle tre creature, che emette un grido spaventoso mentre la sua testa spiccata
dal resto del corpo fluttua per un attimo in aria per poi svanire come accade
anche agli altri mostri.
In un
attimo la sala agenti della Squadra Antivampiro di Scotland Yard è tornata ad
una parvenza di normalità. Nessun segno del passaggio degli aggressori rimane a
parte quelli dei proiettili sulle pareti.
-Che fine hanno fatto quelle creature?- chiede Chelm.
-Erano proiezioni molto potenti, dotate di reale
fisicità. Erano in grado di ucciderci e l’avrebbero fatto se non avessi
interrotto il contatto con chi li ha evocati.- spiega Victoria.
-Questo vuol dire che ci riproveranno?- chiede Simon
Stroud.
-Non oggi. Incantesimi simili richiedono molta energia.
In questo momento chiunque abbia evocato i Serpenti Uomini deve essere troppo
spossato per tentare qualsiasi cosa.-
E se
potesse vedere in un luogo non troppo lontano, dove due donne ed un uomo
giacciono svenuti su un freddo pavimento, Victoria saprebbe di aver ragione.
Nella
sua fortezza in Antartide, lo scheletrico stregone noto come Thulsa Doom
schiuma di rabbia. I suoi attacchi sono falliti, i suoi servi morti o comunque
sconfitti.
-Tutto ciò è intollerabile!- grida ad alta voce ma nella sala del trono nessuno può
sentilo.
Se mai è
stato davvero umano, ora il malvagio stregone proveniente da ere dimenticate
non lo è più di certo, tuttavia quelle che si agitano in lui adesso sono
emozioni del tutto umane, come la collera che sale dentro di lui come un’onda
di marea.
I lupi,
i vampiri, quella patetica strega, tutti devono pagare per aver osato opporsi a
lui e pagheranno un prezzo altissimo.
La
decisione è presa. Thulsa Doom si solleva dal suo trono e la sua voce di nuovo
risuona stentorea ma stavolta tutti gli abitanti della Città del Male possono
udirlo:
La
guerra sta per cominciare.
5.
Phillip
Russell si sveglia in tarda mattinata. Non è più abituato a restare sveglio
sino all’alba, pensa con una punta di rammarico. È nella sua forma umana.
Diversamente dalla maggioranza degli abitanti di questa città, lui non è
abituato a stare troppo a lungo nella forma licantropica e scommetterebbe che è
lo stesso per i suoi nipoti Jack e Lissa.
Entra
nel bagno. Deve ammettere che chiunque abbia ricostruito questa città le avrà
anche dato un aspetto antico ma l’ha dotata di tutti i comfort moderni, il che
gli va benissimo. Non è abituato alla vita spartana dopotutto.
Si rade
e si fa una doccia corroborante poi, appena finito si guarda allo specchio e
sorride compiaciuto: per la sua età è decisamente in forma.
Esce dal
bagno e si dirige verso l’armadio. Il Popolo ha un codice di vestiario tutto
suo ma le tuniche non fanno per lui e non è abituato a girare nudo se non in
forma di licantropo e non ha nessuna intenzione di assumerla adesso.
Sorprendentemente,
ma neanche tanto ripensandoci, nell’armadio ci sono camicie, pantaloni e
perfino qualche giacca. Il Consiglio del Popolo è molto previdente sembra.
Niente cravatte però. Se ne farà una ragione.
Pochi
minuti dopo Phillip scende diretto alla mensa. Com’era prevedibile esiste un
locale per consumare i pasti in comune. Non sia mai che qualcosa come nutrirsi
non sia condiviso col resto del branco.
Al
momento, però, nella sala c’è solo un altro commensale: un ragazzo, piuttosto giovane, forse neanche
diciottenne, non molto alto, di corporatura media,capelli neri lunghi
oltre le spalle e mossi,
occhi castani dall’aria vivace. Indossa dei jeans neri, una maglietta egualmente nera e scarpe da ginnastica bianche e blu.
-Hello.- lo saluta in Inglese quest’ultimo.
Dall’accento Phillip lo
riconosce istantaneamente nonostante ora sia in forma umana.
-Salve.- lo saluta nella sua lingua -Tu sei Romeo, giusto? Io sono Phillip
Russell, il licantropo americano dal pelo grigio che hai conosciuto ieri sera.-
-Tu… lei parla Italiano?- esclama il ragazzo sorpreso.
-Anche se vivo negli Stati Uniti da più di trent’anni, sono europeo.-
replica Phillip sedendosi davanti al ragazzo -Sono nato in Transilvania e parlo
fluentemente il Rumeno, l’Ungherese e il Tedesco, oltre all’Inglese
naturalmente. Me la cavo bene anche col Russo. Ho viaggiato molto quando ero…
diciamo più giovane. Ho imparato l’Italiano molti anni fa, durante un soggiorno
nel tuo paese, ma temo di essere arrugginito.-
-Non direi proprio. Ha appena un’ombra di accento americano. Non si direbbe
che è Rumeno.-
-Non sono Rumeno, sono Transilvano. Possiamo anche far parte politicamente
della Romania ma ci teniamo alla nostra identità culturale.-
-Mi scusi, non volevo offenderla.-
-E non mi hai offeso, tranquillo. Ma non parliamo di me adesso, bensì di
te. Vedo che neanche tu sei in forma lupina.-
-Mi hanno detto che dovrei essere orgoglioso di ciò che
sono ed è così, ma io non mi sento tanto a mio agio ad essere sempre lupo.-
ammette Romeo con un certo imbarazzo.
-Ascolta, ragazzo: nessuno può dirti come vivere la tua
vita.- ribatte Phillip -Ti racconterò una storia: mio nonno entrò in possesso,
come non ha importanza, di un libro maledetto chiamato Darkhold. Il solo fatto
di averlo letto risvegliò un’antica maledizione trasformandolo in licantropo e
trasmettendo la maledizione a tutti i suoi discendenti. Nessuno nella mia
famiglia ne fu contento, credimi. Col tempo abbiamo imparato a padroneggiare la
maledizione e perfino ad usarla a nostro vantaggio ma siamo sempre umani non
apparteniamo a questo cosiddetto Popolo. Lo stesso vale per te, giusto? Sei un
mutante, se ho capito bene.-
-Loro mi hanno detto…-
-Non importa cosa ti hanno detto, importa cosa senti tu:
se pensi che questo sia il tuo posto, allora rimani, ma se non è così che ti
senti, allora vattene da qui e torna a casa il prima possibile.-
Phillip
finisce la sua colazione e si alza lasciando Romeo Doria a riflettere.
Victoria
Bentley torna nella sua stanza in un prestigioso hotel di Londra. Per evitare
troppe domande ha usato un semplice incantesimo di camuffamento per far
sembrare che indossasse un comune abito da cocktail.
-Bentornata Miss Bentley.- la saluta l’impiegato al
bancone della portineria -Non l’ho vista negli ultimi due giorni. Era in
viaggio?-
-Ho dovuto sbrigare degli affari.- risponde
sbrigativamente Victoria prendendo la chiave della sua stanza.
Può
immaginare cosa pensa l’uomo davanti a lei: la solita ricca annoiata che
sperpera il patrimonio di famiglia in feste e simili. Che lo pensi pure, alla
verità non crederebbe mai.
Chiusasi
la porta della stanza alle spalle, Victoria lascia cadere l’illusione sui suoi
abiti e si stende sul letto. È stanca, ma prima di riposare c’è una cosa che
deve fare.
Il suo
respiro si fa più regolare, il battito cardiaco rallenta ed una sorta di
fantasma bianco identico a lei si stacca dal suo corpo e fluttua verso l’alto.
Supera le barriere e vola invisibile ed intangibile.
Si
spinge sempre più a nord sino ad uno degli estremi limiti della Scozia. Punta
risolutamente verso un antico castello che sorge praticamente a strapiombo
sulla scogliera che dà il nome al luogo in cui si trova: Cape Cliff.
Raggiunge
una stanza dove l’attendono due uomini uno dei quali è lì in forma astrale
proprio come lei.
-Benvenuta Victoria.- le dice quest’ultimo.
-Stephen?- esclama Victoria riconoscendo lo Stregone Supremo -Sono felice che tu sia qui perché ci serve
tutto l’aiuto possibile.-
Stephen
Strange e Victor Salisgrave annuiscono gravemente.
Il Mare di Somov, nell’Antartide
Orientale è uno dei posti più desolati della Terra. In un’isola non segnata in
nessuna mappa, un’isola che non dovrebbe esistere, sorge una città sede di un
Male vecchio di eoni. Il suo nome: Set
Atra-no, la Città di Set in una lingua da tempo dimenticata da tutti
tranne che dai suoi abitanti.
Da un balcone Thulsa Doom osserva
sotto di lui le nove armate dell’esercito di Set composte da Uomini Serpente in
pieno assetto di guerra.
-Il momento è venuto!- urla -Oggi sferreremo il nostro attacco e nessuno ci fermerà. I nostri nemici si
piegheranno sotto il nostro tallone.-
Dalla
folla di sotto prorompe un unico grido:
-DOOM!-
FINE SETTANTADUESIMO EPISODIO
NOTE DELL’AUTORE
Che dire di quest’episodio? Se abbiamo già spiegato in passato chi sono gli
Uomini (e Donne) Serpente, restano due paroline da dire sui Serpenti Uomini (e
Donne). Come i precedenti, sono stati creati da Robert E. Howard e precisamente
nel racconto “Il dio nell’urna” adattato da Roy Thomas & Barry Windsor-Smith
su Conan the Barbarian #7 (prima edizione italiana: Albi dei Super Eroi, Corno,
#22) datato luglio 1971. Cosa siano e cosa sanno fare lo avete visto nella
storia .
Nel
prossimo episodio: licantropi, vampiri, Uomini Serpente, Serpenti Uomini,
teschi ghignanti, potenti stregoni e l’inizio della fine.
Non
mancate.
Carlo