Lascia che i morti seppelliscano i loro morti

 (Luca 9:60)

 

 

 

#66

 

E I MORTI SEPPELLIRANNO I VIVI

 

 

1.

 

 

            I due pipistrelli volano in cerchi concentrici nei cieli di Londra finché vedono una scena purtroppo non nuova per una qualunque grande metropoli: una coppia di ragazzi aggrediti da un branco di balordi. Vogliono i loro soldi ma quasi certamente non si accontenteranno solo di quelli. Se qualcuno ode le loro grida, sceglie di far finta di nulla.

            Uno dei pipistrelli punta decisamente verso il basso e il suo compagno lo segue.

            Non appena è vicino al suolo, il pipistrello diventa una donna dai capelli biondi vestita con un giubbotto di pelle, maglione rosso e jeans, che afferra uno degli aggressori per il collo strappandolo dalla sua preda.

-Ehi, chi vi credete di fare?- dice uno dei teppisti -Chiunque voi siate, avreste fatto meglio ad impicciarvi dei fatti vostri.-

            Sferra alla donna una coltellata all’addome ma lei non si muove.

-Volevi farmi male?- chiede lei con calma.

-Tu… non sei umana!-

-Forse è vero, o forse lo sono più di te.-

            I canini della donna, il cui volto è solcato da una cicatrice, si allungano e lei li pianta rapidamente nel collo dell’uomo che lancia un urlo.

            Nello stesso momento anche l’altro pipistrello muta in una donna bionda, molto più giovane dalla pelle quasi pallida e occhi rossi, inguainata in una calzamaglia color porpora. Le sparano e lei barcolla. È quasi stupita quando si accorge che i proiettili non le hanno fatto nulla. Una rabbia sorda monta dentro di lei e la spinge a gettarsi sull’assalitore più vicino. I suoi canini si allungano sino a diventare vere e proprie zanne che squarciano letteralmente il collo dell’uomo affondandovi mentre lei beve avidamente il sangue che zampilla dalle ferite e poi salta su un altro sottoponendolo allo stesso destino.

            Tutto si svolge in un modo rapidissimo e dopo che tutti i teppisti sono a terra in pessime condizioni, la donna più anziana si volge verso i ragazzi aggrediti e chiede loro:

-State bene?-

-S… sì.- risponde il ragazzo -Credo.-

-Non… non hanno avuto il tempo di fare niente.- aggiunge la ragazza -Voi… li avete… li avete?-

-Uccisi? Non tutti ma quelli vivi staranno male per un bel po’. Non che senta rimorsi per questo. Se lo meritavano.-

-Siete… siete superumane?- chiede il ragazzo.

            La donna sorride mentre usa il dorso della mano destra per pulire i canini e poi leccarlo rapidamente con la lingua.

-In un certo senso sì.- risponde.

-I denti… voi siete delle vampire!- esclama la ragazza.

-Ahimè sì. Purtroppo per voi avete visto troppo. Io e la mia compagnia non possiamo permettere che diate in giro la nostra descrizione.-

-Noi non diremo nulla, lo giuro.- piagnucola la ragazza.

-Mi dispiace ma non posso permettermi di fidarmi. Non temete, però: sarà breve e non farà troppo male.-

            I due ragazzi scoprono di non potersi muovere né gridare mentre i canini della vampira affondano prima nel collo di lui e poi in quello di lei.

-Li hai uccisi?- esclama la vampira più giovane -Perché? Che senso ha avuto salvarli?-

-Non sono morti. Ho bevuto il loro sangue solo quel tanto che bastava per renderli miei succubi. Quando si sveglieranno scopriranno di non ricordare nulla di questa notte e di chi li ha salvati ma io sarò padrona della loro mente. D’ora innanzi non avranno altra scelta che obbedirmi e se dovessi continuare a nutrirmi del loro sangue, quando moriranno rinasceranno dopo tre giorni come vampiri. È così che funziona mia piccola Nina.-

            La ragazza di nome Nina Price indica gli uomini a terra con la gola squarciata.

-Non volevo ucciderli, ma l’ho fatto, non sono riuscita a fermarmi.- afferma.

-Hai seguito la tua natura, il tuo istinto, e comunque non meritano la tua pietà.- replica la vampira di nome Rachel van Helsing.

-Diventeranno vampiri anche loro?-

-E chi può saperlo. Tu sei una vampira molto speciale, Nina, diversa da tutti noi.-

-E per questo è una risorsa inestimabile per la nostra specie.-

            A parlare è stato un uomo che indossa una tuta nera e un cappuccio che ricorda il muso di un pipistrello. È apparso improvvisamente dalla nebbia.

-Il Barone Sangue!- esclama Nina.

            Rachel lo osserva: i suoi occhi, la piega delle labbra e la voce… la sua voce. Un’esclamazione le sfugge dalle labbra:

-Tu!-

 

            Con voce ferma Fratello Voodoo ripete:

-Se ora ti uccidessi, Dottoressa Covington, i tuoi rianimati rimarrebbero senza guida.-

-Non oseresti.- ribatte June Covington.

-Pensi che avrei scrupoli in una situazione simile? Lei che ne pensa Capo Tate?-

-Lo faresti per salvare le nostre vite: omicidio giustificabile per legittima difesa. Io testimonierei in tuo favore.- risponde il Vice Sovrintendente della Polizia di New Orleans Samuel Tate.

-E io pure.- aggiunge sua figlia Loralee.

-Voi… non lo farete. Questo ospedale è ormai invaso dai miei rianimati e voi non potrete mai fermarli tutti.-

            Un rumore sordo si ode a poca distanza.

-Io non ne sarei così convinto, dottoressa.- ribatte Jericho Drumm.

 

            Una volta quest’edificio ospitava un manicomio Nella vicina cittadina di Whitby si raccontano ancora storie sui suoi “ospiti”, come quella dell’uomo che mangiava gli insetti e poi passò a divorare animali sempre più grandi, vivi, strappando loro la carne a morsi.

È una storia vera o una leggenda? Nessuno ne è più sicuro ormai, come non c’è certezza che quello che si ode in certe notti sia solo il fischio del vento e non le urla dei fantasmi degli antichi reclusi del vecchio manicomio.

Gli orrori umani che ha visto questo posto impallidiscono, però, davanti a quello che sta accadendo oggi nei sotterranei.

In un ampio salone c’è un altare di pietra dietro al quale c’è la statua di un serpente dalle molte teste che si protendono sull’altare a cui è incatenata una ragazza nuda e imbavagliata i cui occhi sono sbarrati dal terrore.

Sopra la statua è montato uno specchio circolare istoriato da teschi dalle cui orbite vuote escono serpenti. Lo specchio non riflette la sala ma sulla sua superficie si agita una nebbia che sembra assumere forme evanescenti.

Nel salone, illuminato solo dalla luce di alcune torce, avanza una giovane donna dai lunghi capelli rossi completamente nuda se si eccettua una cintura istoriata con quelli che sembrano piccoli teschi di avorio e una collana da cui pende un teschio di diamante che va a cadere proprio nell’incavo tra i seni.

-Sono pronta ad eseguire il rito, mio signore.- dice con voce ferma.

            Una voce sepolcrale echeggia dallo specchio dove si è appena formata una figura assisa su una specie di trono, quella di uno scheletro che indossa una lunga tunica azzurra e oro e un mantello scarlatto, bordato di bianco:

-Come sempre mi hai ben servito, mia fedele sacerdotessa.-

-Io sono tua, anima e corpo, potente Thulsa Doom.- ribatte la donna -E lo sono ancor di più da quando mi hai restituito mio fratello strappandolo al regno della morte e alla maledizione del vampiro.-

            La ragazza indica un uomo dai capelli biondi vestito di una tunica verde che sta in piedi, silenzioso, alle sue spalle.

-Un’impresa non troppo difficile per chi è egli stesso risalito dagli abissi di Arallu[1]  fino a rivedere le stelle. Il Padre Set mi ha garantito potere sulla vita e sulla morte.-

-Sia gloria a Set e al suo araldo Thulsa Doom!- esclamano la ragazza e l’uomo al suo fianco.

-Così sia, serva fedele. Ed ora esegui il primo sacrificio che aumenterà il mio potere e ci avvicinerà all’avvento di Set.-

                Il biondo porge alla ragazza un lungo coltello dalla lama ricurva che la ragazza impugna con entrambe le mani sollevandolo sopra la sua testa per poi esclamare:

-Per l’eterna gloria di Set e Thulsa Doom!-

            Con un gesto deciso cala il coltello fin nel cuore della vittima sacrificale che emette solo un mugolio indistinto mentre la sacerdotessa scava nel suo petto e ne estrae il cuore ancora pulsante.

 

 

2.

 

 

Il cimitero di St. Louis a New Orleans è molto famoso ed è meta perfino di gite turistiche. In uno dei suoi mausolei si dice sia sepolta Marie Laveau, la leggendaria Regina Voodoo di New Orleans, ma altri dicono che sia ancora viva, mantenuta eternamente giovane dalla sua magia e che sia ancora possibile incontrarla nel vecchio Quartiere Francese.

Questo non ci interessa oggi, quel che deve attirare la nostra attenzione in questo momento è il picchiare sempre più forte contro il cancello del piccolo mausoleo che contiene la sua tomba, un rumore che viene dall’interno e si ripete uguale nelle tombe vicine.

I morti non vogliono riposare stanotte, sono decisi ad uscire.

 

Rachel van Helsing avanza verso la figura in costume e dice:

-La tua mascherata non m’inganna. So chi sei, Vlad. Da Conte a Barone, non è da te declassarti.-

            Il vampiro che si fa chiamare Barone Sangue si concede un sorriso e replica:

-Non ho mai preteso di ingannarti, mia cara Rachel, ma in nome della nostra passata alleanza, ti prego di mantenere il segreto sulla mia vera identità anche con la tua giovane amica. Questa sciarada ha i suoi motivi e nessuno, assolutamente nessuno, deve sapere che sono tornato in azione.-

-Non ho difficoltà a promettertelo se tu mi garantisci che non hai alcuna intenzione di fare del male a Nina.-

-Hai la mia parola che finché lei non tenterà un atto ostile contro di me, io non ne farò contro di lei. Per il resto, sono molto interessato a quello che le è successo: è il primo ibrido tra un vampiro ed un licantropo che io abbia mai visto. Sarà curioso vedere cosa accadrà alla prossima notte di luna piena.-

-Ehi, volete smetterla di parlare di me come se non ci fossi?- interviene Nina Price.

-Hai ragione, Nina, devi scusarmi.- risponde Rachel.

-Le scuse sono un segno di debolezza.- ribatte il Barone Sangue -Tuttavia la ragazza non ha torto: si è guadagnata il diritto di decidere lei stessa del proprio destino. Ti avverto, però, bambina, si addensano nere nubi e verrà presto il tempo in cui tutte noi creature soprannaturali dovremo scegliere da che parte stare. Non sarà più possibile essere neutrali.-

-Questo lo vedremo, Vlad, per ora le dispute per il trono dei vampiri e coi licantropi non mi riguardano.-

-Questo lo dici ora, ma…-

            Improvvisamente il Barone Sangue si interrompe ed alza la testa come se sentisse voci udibili solo a lui o forse una specie di segnale d’allarme.

-Devo andare adesso.- dice -Ma continueremo questa conversazione, stanne certa, Rachel.-

            Si muta in nebbia e scompare.

-Tu lo conosci?- chiede Nina -Chi è?-

-Un incubo dal passato.- risponde Rachel cupa. -Su una cosa ha ragione, però: presto o tardi dovrò fare i conti con lui. Ma non stanotte. Vieni, Nina, la tua educazione non è ancora finita.-

            Rachel van Helsing si tramuta in pipistrello e prende il volo. Nina esista solo un istante guardando i corpi a terra, poi la imita.

 

            La licantropa dal pelo argenteo che si fa chiamare Nightshade lacera con le proprie zanne il petto dell’Ispettrice di Polizia Constance Johanssen e si prepara a mantenere la sua promessa di mangiarle il cuore, quando improvvisamente si ferma.

-No!- esclama -Non adesso, no!-

            La sua figura trema e poi scompare, richiamata da una forza a cui non può opporsi.

            Non più trattenuta contro la parete del suo ufficio dalla stretta della licantropa, Constance Johanssen si accascia al suolo mentre l’ultimo barlume di coscienza la abbandona.

            Nightshade non le mangerà il cuore ma poco importa, con le ferite che si ritrova, ha poche speranze di sopravvivere comunque.

 

 

3.

 

 

            Camminano dapprima con passo incerto e sgraziato, poi sempre più sicuro e deciso per quanto lento. I passanti si scostano nel vederli arrivare. La loro mente razionale può anche rifiutare l’idea, ma istintivamente sanno cosa sono e ne hanno paura e ribrezzo.

            Gli zombie li ignorano e proseguono il loro cammino. Seguono un sordo rumore di tamburi che li guida infallibilmente verso la loro meta: il vicino ospedale.

            La ragazza dalla pelle ambrata vestita solo di succinta tunica verde continua a battere sui tamburi mentre intona una cantilena in una lingua che mescola il Francese Creolo a idiomi africani e altri ormai dimenticati.

            È stanca ma non intende cedere, non adesso che stanno arrivando coloro che ha richiamato dalla tomba.

 

            L’Ispettore Capo Chelm guarda la donna davanti a lui che dice:

-Non esiti, Ispettore, mi uccida… o meglio uccida Lilith il cui corpo ora occupo.-

-Non posso farlo.- replica l’anziano poliziotto -E se piantando un paletto di frassino nel suo cuore uccidessi lei ed intrappolassi l’anima di Lilith per sempre nel suo corpo?-

-Un rischio che dovrò correre pur di sbarazzarci per sempre della figlia di Dracula. Dia qua.-

            La donna afferra la mano destra di Chelm e spinge il paletto che lui impugna contro il suo cuore, ma prima che possa affondarlo è scossa da un brivido e si accascia al suolo con un gemito… lo stesso gemito che viene dalla donna dai capelli rossi e gli occhi verdi sdraiata sul divano alle sue spalle.

-Che succede?- mormora la ragazza disorientata, poi comprende cosa è avvenuto ed esclama -No, non adesso che ce l’avevo quasi fatta!-

            La vampira distesa sul pavimento comincia a muoversi.

 

            I cinque occupanti della limousine che percorre le vie di Londra sembrano comuni esseri umani, a parte uno che indossa un lungo impermeabile e nasconde il suo volto sotto una sciarpa ed un cappello di feltro, ma se li si osserva con attenzione si percepirà qualcosa di diverso in loro: una forza ed un’energia represse a fatica.

-Era da tempo che non mi travestivo da umano.- dice uno dei cinque, che sfoggia un fisico massiccio, folti capelli rossi e una barba dello stesso colore -È… divertente.-

            Jack Russell trova quel commento inquietante. Suo zio, invece, non se cura e mostra segni di impazienza.

-Dobbiamo trovare mia figlia e presto!- esclama.

-La troveremo, Philip Russell, questo è certo.- replica il Barbarossa -E quando l’avremo trovata e te l’avremo restituita, stara è te ad a tuo nipote tener fede al patto che abbiamo stipulato.-

            Jack scuote la testa. Forse ha fatto un errore a chiedere aiuto a questa gente ma non aveva scelta e può solo sperare che il prezzo non sia davvero troppo alto.

 

 

4.

 

 

            Quando arriva a Villa Drake il vampiro che si fa chiamare Barone Sangue nota i segni di una lotta. Vampiri hanno cercato di assalire la villa ma le sue difese hanno retto. Una delle debolezze dei vampiri è che non possono entrare in una casa dove non siano già stati in vita se non sono stati invitati. Possono aver provato a convincere gli occupanti a farli entrare ma il loro potere era nulla in confronto a quello di Dracula e non poteva spezzare l’incantesimo di obbedienza che vincolava il massiccio Taj Nital, sua moglie e Kate Fraser.

            Il Barone entra nella villa e la sua figura muta in quella del finanziere e cacciatore di vampiri, nonché discendente di Dracula, Frank Drake.

-Ben fatto, Taj.- dice al barbuto indiano davanti a lui -Hai protetto la mia famiglia. Dov’è Katherine?-

            Non potendo più parlare da quando un vampiro gli ha reciso le corde vocali anni prima, Taj indica col dito una vicina stanza. Frank sorride e vi entra.

-Sono tornato Katherine.- dice.

            Kate Fraser gli rivolge uno sguardo strano ma si lascia abbracciare senza discutere.

-Mia figlia pagherà caro il suo tentativo di far del male a te ed al mio erede che porti in grembo, te lo assicuro mia cara.- afferma Frank.

            In quel momento il cellulare di Kate squilla e lei risponde:

-Sì, sono io. Cos’è successo? Arrivo subito.-

-Cattive notizie.- chiede Frank.

-Pessime.- risponde Kate.

 

            Collette Drumm li vede arrivare. Decine di zombie da lei evocati, uomini e donne, alcuni morti da molto tempo, altri da poco, risvegliati dal suo potere e con un unico scopo: proteggere i suoi amici e distruggere chi li minaccia. Li vede fronteggiare un gruppetto di demoralizzati vampiri e spazzarli via dal loro cammino per poi entrare nell’ospedale. Pochi istanti e sente il rumore di qualcosa che viene rotto seguito da urla di terrore.

            Con un certo sforzo si alza in piedi. Donna Garth si precipita ad aiutarla.

-Devo andare su, da mio zio.- dice.

-Sei troppo debole, non ce la farai.- replica Donna.

-E allora aiutami perché io devo essere lì o sarà stato tutto inutile.-

 

L’alba è ormai vicina quando le due vampire in forma di pipistrello raggiungono in volo il loro rifugio.

Riassumendo forma umana Rachel van Helsing si rivolge a Nina Price:

-È stata una caccia fruttuosa quella di stanotte, specie per te. Stai imparando a padroneggiare i tuoi poteri.-

-Ho assaggiato il sangue, ho ucciso. Tu questo lo trovi positivo?- ribatte la ragazza.

-Stai solo assecondando la tua natura.- risponde Rachel -La tua doppia natura oserei dire. Ora scusami, ma la luce del giorno si avvicina ed io devo tornare in fretta alla mia bara.-

-Non hai paura che una volta fatto giorno e tornata normale, io ti abbandoni e ti tradisca?-

-Puoi tornare a casa quando vuoi, quanto a tradirmi, io scommetto la mia vita che non lo farai.-

            Nina non ha nulla da ribattere.

 

 

5.

 

 

            L’Ispettore Capo Chelm sta per calare il paletto di frassino che impugna contro la figura di Lilith ancora a terra, ma prima che il suo braccio possa completare l’arco mortale la stretta ferrea della Regina dei Vampiri gli blocca il polso.

-Hai avuto la tua occasione, Chelm, e l’hai sprecata.- dice la vampira alzandosi in piedi -Non capisco cosa è successo, ma poco importa, perché hai fallito nella cosa più importante.-

-Ferma!-

            Al suono della voce Angel O’Hara Lilith volge lo sguardo verso di lei. La donna e la vampira si fissano negli occhi senza parlare ed in quelli della vampira passa un lampo di comprensione.

-È così, dunque?- dice infine. Ben fatto Angel. Hai colto un’opportunità e l’hai sfruttata.-

-Non sapevo di poterlo fare finora.- replica la ragazza irlandese -Ma ora lo so.-

-Stai provando a minacciarmi? Attenta, sciocca ragazza, perché potrei cambiare idea su di te ed ucciderti adesso.-

-Solo se io te lo permetto. Chi ti dice che non sia io ad impadronirmi del tuo corpo ancora una volta e magari spingerti al suicidio? Vuoi correre questo rischio?-

            Lilith rimane silenziosa per un tempo che sembra interminabile e poi scoppia a ridere e dice:

-E così siamo in stallo. Chiudiamo la partita qui per stanotte, ma ci saranno altre notti. Guardati le spalle Angel O’Hara, perché d’ora innanzi sarò tua nemica.-

            Lo sei sempre stata, pensa Angel vedendola mutarsi in pipistrello e allontanarsi.

 

            Li chiamano zombie, morti rianimati dalla magia Voodoo e costretti a servire chi li ha richiamati dalla tomba. Per gli altri non c’è un termine specifico. Potremmo ugualmente chiamarli zombie o anche rianimati. Morti riportati ad una parvenza di vita da un siero, ma senza intelligenza e animati da un istinto omicida che li spinge ad attaccare tutto ciò che vive. La loro creatrice, la Dottoressa June Covington ha scoperto che il loro morso uccide in breve tempo e trasforma la vittima in zombie a sua volta. Il misterioso Consorzio Ombra l’aveva incaricata di creare un esercito imbattibile e lei è andata oltre ogni aspettativa: potrebbe aver creato l’arma che estinguerà la vita umana sulla terra.

            Sbucato dal nulla un vero esercito di zombie vecchio stile sta affrontando i suoi e lei non sa chi augurarsi che vinca a questo punto.

            I suoi rianimati combattono spinti dal loro istinto ma gli zombie sono immuni al loro morso. Quello che accade tra le sale dell’ospedale è il caos totale.

            June Covington ne approfitta per sgusciare fuori dalla stanza di Loralee Tate. Fratello Voodoo e Samuel Tate non badano a lei ma se riesce a fuggire può trovare il modo di controllare i rianimati e magari un antidoto al virus zombie e se ci riesce…

            Nel corridoio si parano davanti a lei due rianimati.

-Fatevi da parte!- ordina loro.

            Ma loro non la ascoltano e avanzano implacabili verso di lei.

 

                        Il luogo è un’isola che si pensava non esistesse ma che ora è lì, nel Mare di Somov, nell’Antartide Orientale.

La superficie di quasi tutta l’isola è occupata da una città quale non si è mai vista se non negli incubi di un architetto: colonne composte da ghignanti, allucinanti, gargoyles, torri di marmo e cristallo, di un disegno perso negli eoni, edifici di una maestosità degna di riflettere il potere che li ha creati, solide muraglie di metallo e roccia, tali da fare impallidire quella Cinese. Il suo nome, in una lingua da tempo dimenticata, è Set Atra-no, la Città di Set, le cui monolitiche architetture si perdono nella notte dei tempi, prima ancora della fine della favolosa Atlantide ed il cui nome è menzionato in tomi leggendari come il Darkhold, il Necronomicon, il De Vermis Mysteriis o l’Unaussprechlichen Kulten.

            Nel più alto tempio di questa città del Male sta il suo attuale signore, un essere che veste un’elegante tunica azzurra e oro dal mantello scarlatto e i bordi di bianca pelliccia. Un essere che ha relegato la Morte fuori dalla propria esistenza e che a provarlo ha come testa un nudo teschio dalle orbite scintillanti. Il suo nome era sinonimo di terrore da prima che gli abitanti dell’antica Atlantide uscissero dalla barbarie per diventare dominatori di almeno metà del pianeta. In quei tempi bastava pronunciare il nome di Thulsa Doom per rendere inquieto il più coraggioso degli uomini. Sulla sua strada verso il potere ed il terrore aveva, però, incontrato due uomini che non avevano avuto paura di lui ed avevano più volte rovinato i suoi schemi ma ora Kull di Valusia e Conan di Cimmeria sono polvere da tempo e i loro nomi leggenda mentre lui è ancora qui, resuscitato di recente[2] e pronto a portare a termini i suoi piani.

            I maledetti lupi cercano ancora di ostacolarlo ma stavolta non lo fermeranno, nessuno ci riuscirà. Contempla il gioiello incastonato nella minacciosa statua davanti a lui, raffigurante un serpente a sette teste circondato da un mare di fiamme e ride, una risata così terribile che può appartenere solo a un demonio.

 

 

FINE SESSANTASEIESIMO EPISODIO

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

Praticamente nulla da dire, se non poche note su...

1)    Thulsa Doom, lo stregone dalla faccia di teschio. Creato da Robert E. Howard nella storia “Il gatto di Delcardes” del 1928, con protagonista Kull, è stato adattato per la Marvel da Roy Thomas & Marie Severin su Monsters on the Prowl #16 datato aprile 1972. Da allora è stato spesso la nemesi di Kull e successivamente anche di Conan il Barbaro. È stato riesumato, e mai termine fu più azzeccato da Valerio Pastore, nella sua serie Power Pack, come araldo di Set, il terribile dio serpente primigenio

2)    A Valerio Pastore va anche il giusto ringraziamento e tributo per aver creato o rielaborato concetti, personaggi e trame che vedremo su questa serie. Grazie Valerio.

Nel prossimo episodio: l’avvento del Grande Serpente è vicino, chi potrà fermarlo ed impedire a Thulsa Doom di diventare invincibile? In più, vampiri, zombie, licantropi e altri orrori assortiti come al solito.

 

 

Carlo



[1] L’oltretomba assiro-babilonese e dei popoli precedenti.

[2] Per la precisione su Power Pack MIT #3.