“…Attendo che
la bestia respiri dentro di me, sento la luna squarciarmi il cuore, la mia
pelle freme e sta per rivoltarsi lasciando che il pelo venga fuori.”
Stephen Laws: “I Figli della Notte” Keltia 1995.
#58
L’ULTIMA LUNA
1.
Se pensate alla Florida cosa vi viene in mente? Clima
subtropicale, estati calde e umide, pensionati che siedono al sole e serie televisive
su audaci poliziotti, giusto? Ma c’è un lato della Florida che pochi conoscono,
un lato decisamente oscuro e misterioso e, no: non ha a che fare, non del tutto
almeno, col fatto che è considerato il quinto Stato più pericoloso degli Stati Uniti,
bensì con forze oltre l’immaginazione umana, forze che abitano le grandi ed in
gran parte ancora incontaminati paludi note come Everglades.
L’uomo di colore chiamato Blade è capace di sentire la
presenza del soprannaturale, è uno dei molti talenti che gli derivano dalla sua
natura ibrida. Poco prima di partorire sua madre fu morsa ed uccisa
dall’arcivampiro di nome Deacon Frost. Per qualche oscuro motivo, questo fece
sì che Blade nascesse assolutamente immune al morso dei vampiri ed avesse anche
altre peculiari abilità, come la rapida rigenerazione del sangue eventualmente
perduto. Col tempo ha sviluppato anche un’accentuata sensibilità alla luce che
lo costringe ad indossare occhiali scuri.
La sua compagna è una giovane donna bionda, un fatto che
in anni passati non sarebbe stato visto di buon occhio in questo Stato del
Vecchio Sud ma quei tempi sono passati… o così piace credere quasi a tutti.
Oltre ad essere il tipo di donna che catalizza l’attenzione del 96% circa della
popolazione maschile e del 4% di quella femminile, Donna Garth non ha nulla di
speciale… se non consideriamo tale il fatto che suo padre, Simon Garth, è stato
ucciso durante una cerimonia Voodoo e resuscitato come Zombie. Non del tipo che
si muove a scatti e mangia cervelli ;) ma di
quello silenzioso usato come schiavo da sacerdoti versati nelle arti della
magia nera Voodoo.
Il che ci porta al terzo membro del gruppo:
un’affascinante donna dalla pelle color ambra
succintamente vestita. Il suo nome è Marie Laveau e decisamente non è una donna
comune. Dicono sia nata nel 1793 o forse nel 1801, ma se la data della sua
nascita non è certa, che dire del fatto che le fonti ufficiali sostengono che è
morta nel 1881? Una cosa è certa: la donna che è nota come la Regina Voodoo di
New Orleans è ben viva e non dimostra di certo 220 anni… e molti
rabbrividirebbero nel sapere come sia riuscita a vivere sino ad oggi dimostrando
meno di trent’anni.
-La palude.- dice
improvvisamente,
-Cos’hai detto?- le chiede
Donna
-C’è qualcosa nelle
Everglades che mi chiama, lo sento.- spiega Marie -… e scommetto che anche
Blade lo sente, anche se non ha molta voglia di ammetterlo.-
Lo sguardo di Blade è truce mentre risponde:
-Odio quando hai ragione,
strega.-
-E tu Donna Garth, il
legame col soprannaturale che hai sviluppato non ti fa sentire il richiamo che
parla al tuo io ancestrale?-
Donna preferisce non rispondere.
Terza Notte. A Londra, capitale del Regno Unito, l’alba non è lontana. Tilda Johnson,
meglio nota come Nightshade, si ritrova di colpo trasformata da licantropa
albina a giovane donna di colore ed è troppo frastornata per reagire
adeguatamente contro i poliziotti che la bloccano e la ammanettano.
-Che ne facciamo, Ispettore?- chiede il Sergente Henderson.
-Portatela in Centrale.- risponde l’Ispettore Capo George Chelm -E per amor
del cielo mettetele qualcosa addosso.-
-Come desidera, Ispettore.-
Così dicendo, Henderson si
sfila l’impermeabile e lo avvolge attorno alla donna nuda che gli rimanda uno
sguardo ostile.
-E con lei che facciamo, invece?- chiede ancora indicando te.
Ti stavi giusto chiedendo
quando si sarebbero ricordati di te. Ti chiami Lissa Russell e sei una
licantropa. In questa terza e ultima notte del mese in cui la tua
trasformazione è spontanea ti sei battuta contro Lilith, la Signora dei
Vampiri,[1] e non
hai affatto voglia di scontrarti con la Polizia adesso.
-Non mi sembra ostile.- commenta Chelm -Dev’essere quella Lissa Russell di
cui parlava Frank Drake. È lei Miss Russell? Mi capisce?-
La tua sola risposta è un
ringhio seguito da cenni d’assenso con la testa.
-Benissimo. Drake dice che lei non ha alcun desiderio di far del male agli
esseri umani e io gli credo. Si fida di me?-
È un po’ spaventato ma non
mente, ne sei sicura. Ancora una volta fai sì con la testa.
-Bene. Ora io ed i miei uomini saliremo a vedere cos’è successo nella sua
suite. Posso contare che non cercherà di divorare la prigioniera?-
Il suono che emetti vorrebbe
essere una risata. Una parte di te strapperebbe volentieri il cuore a Tilda
Johnson per aver cercato di ucciderti ma sai tenerla sotto controllo.
Osservi Chelm entrare
nell’hotel e prendi una decisione.
Il suo vero nome è Lily Cromwell ma l’ha abbandonato da
tempo e preferisce farsi chiamare Baronessa Sangue. Non è una vampira comune,
possiede capacità che altri non hanno. Questo non ha impedito che Lilith la
catturasse quando era debole per le ferite infertele da Union Jack[2] e la cedesse al Conte di Salisgrave che l’ha
posta sotto un incantesimo di obbedienza.
Finora si è tenuta in disparte studiando la situazione ma adesso ha deciso
di attaccare: le due poliziotte, Katherine Fraser e Constance Johanssen, è
l’uomo di nome Simon Stroud non sono un problema, ma Victoria Bentley, la maga
è un altro discorso. Deve sbarazzarsi di lei adesso che le volta le spalle.
-No!-
La voce stentorea è accompagnata da una presa ferrea al
suo polso destro. La Baronessa si volta per vedere un uomo biondo, quello
chiamato Frank Drake, con un’espressione decisa sul volto.
È solo un umano può sbarazzarsi facilmente di lui…
eppure… i suoi occhi… i suoi occhi.
-La partita è persa.- le
dice, con voce calma, Drake -I tuoi compagni sono stati sconfitti. Vattene finché
sei in tempo e torna dal tuo padrone.-
La presa si allenta e contemporaneamente da fuori il
terrazzo si ode un cupo ringhio: la licantropa sta tornano. Dopo un attimo di
esitazione la Baronessa Sangue spicca il volo e si allontana nella notte.
-Drake!- esclama Victoria
-Ti credevo morto. Pensavo che ti fossi sfracellato al suolo dopo esserti
gettato contro quel…-
-Carrion.- precisa Frank -Abbiamo
levitato sino a terra e quel che è successo dopo non lo so: sono svenuto e
quando mi sono ripreso sono subito corso qui. Ora scusami… tutto bene
Katherine? Non ti hanno fatto del male?-
-No.- risponde la
poliziotta scozzese -Sto… bene.
Drake la stringe a sé mentre Constance Johanssen
commenta:
-Anch’io sto bene… sempre
che interessi a qualcuno.-
In quel momento l’Ispettore Capo Chelm ed i suoi uomini
irrompono nella stanza.
-Tempismo perfetto.-
commenta, sarcastico, Simon Stroud.
2.
A cinque fusi orari più a ovest, a Miami in Florida, la
notte è ancora lontana ma ciò non impedisce a Blade di sentirsi inquieto. La
percezione di un pericolo imminente è ben viva e lo fa reagire di scatto anche
all’arrivo di Donna Garth sul terrazzo della loro stanza dell’hotel a 5 stelle
dove sono scesi su insistenza di lei. Non lo confesserebbe mai, ma stare con
una ragazza ricca che non ha paura di ostentare la propria ricchezza gli dà decisamene
un po’ di fastidio.
-Sei preoccupato.- gli
dice lei. Non è una domanda ma una constatazione.
-Non so dirti perché. È
solo una sensazione.- risponde, cupo, lui.
-Le tue sensazioni
raramente sbagliano. Penseremo alla cosa se e quando sarà il momento. Ora
dobbiamo raggiungere Marie Laveau. Ci aspetta nell’atrio.-
-Se seguissi il mio
istinto le spaccherei il cuore con una delle mie lame. Non mi fido di quella
strega.-
-Nemmeno io ma sostiene
che può liberarmi dalla maledizione che può trasformarmi in un ragno gigante e
non ho molta altra scelta che crederle.-
-Ha qualcosa in mente, ne
sono certo, ma nel momento stesso in cui proverà a fare qualcosa di storto, io
la ucciderò.-
-A volte, Eric, penso che
dovresti imparare a rilassarti. Speravo che stare con me ti avesse insegnato un
po’ a farlo, ma a quanto pare mi sbagliavo.-
Blade la guarda e sembra che stia per dirle qualcosa poi
ci ripensa.
-Andiamo.- dice alla fine
-Meglio non far aspettare troppo una strega.-
Donna sospira.
In un obitorio di Londra ha appena avuto luogo una strana
operazione chirurgica. Strana perché la paziente è una vampira ed in fondo è al
tempo stesso ironico ed appropriato che ad operarla sia un patologo e che il
tutto avvenga su un tavolo per le autopsie.
-Fatto.- annuncia il
Dottor John Watson -Il proiettile d’argento che la tormentava è stato rimosso
Miss Van Helsing. Se lei fosse una paziente normale ora le prescriverei degli
antidolorifici, ma immagino che sarebbero inutili.-
-Mi riprenderò presto.-
replica Rachel Van Helsing - Ha fatto davvero un buon lavoro dottore e per
questo avrà un premio: conserverà la sua vita.-
-Uh… immagino che dovrei
esserle grato.-
La vampira ride
-Più di quanto immagina
dottore, più di quanto immagina.- replica -Forse non avrebbe apprezzato
un’eternità da non-morto.-
Rachel e le due vampire che sono con lei si mutano in
nebbia e scompaiono nelle ombre.
Hai seguito i poliziotti nell’hotel e se sei consapevole dello sconcerto che
crea l’ingresso di una licantropa tra i presenti nell’atrio non lo dai a
vedere. Ti volti solo un attimo verso la portineria ed emetti un ringhio
sommesso e una parte di te è compiaciuta di vedere la reazione che provochi.
-Non la innervosisce averla vicino, Sir?- chiede il Sergente Henderson
entrando nell’ascensore.
-No finché non tenta di mordermi.- è la flemmatica risposta dell’Ispettore
Capo Chelm.
Una rapida salita e siete
nella suite che occupi come Lissa Russell. All’interno ci sono i segni
dell’irruzione dei cosiddetti Supernaturals.
L’uomo che conosci come Simon
Stroud commenta:
-Tempismo perfetto.-
-Mi risparmi il suo sarcasmo da quatto soldi, Stroud.- ribatte Chelm -State
tutti bene?-
-Sorprendentemente sì… a parte la sua collega Johanssen che è stata quasi
fritta da una versione demoniaca di Hobgoblin.-
-Ma a parte un po’ di ammaccature e un vestito strappato sto bene.- precisa
la bionda poliziotta.
Frank Drake si stacca da Kate
Fraser e ti si avvicina.
-E tu Lissa?- ti chiede -Va tutto bene?-.
Tu ti ritrai con una specie
di uggiolio. Sembra avere buone intenzioni ma c’è qualcosa in lui… qualcosa che
non ti piace.
Sei combattuta: una parte di
te vorrebbe azzannarlo alla gola ed un’altra ti trattiene, poi ogni decisione
ti viene sottratta. La luce dell’alba si fa strada nella stanza e il tuo corpo
subisce una metamorfosi. In pochi istanti sei di nuovo l’umana Lissa Russell,
nuda e imbarazzata, e questo sancisce irrevocabilmente la fine della terza notte.
3.
Lo sguardo di Blade non promette nulla di buono per Marie
Laveau ma la Regina Voodoo di New Orleans non sembra preoccuparsene.
-Credevo che la nostra
meta fosse Haiti non le Everglades.- dice il cacciatore di vampiri.
-Questo era prima…-
ribatte Marie -…prima che avvertissi il richiamo.-
-Il richiamo?- interviene
Donna Garth.
-Lo sai: c’è qualcosa nel
cuore della palude… ed io sento che se vogliamo risolvere il tuo problema,
Donna Garth, dobbiamo trovarlo.-
-Io… non so come o perché…
ma lo sento anch’io: dobbiamo andare nella palude.-
Blade fa una smorfia: quello che lo aspetta non possono
essere altro che guai ma che scelta ha?
-Andremo…- dice infine
rivolgendosi a Marie Laveau-… ma non ti toglierò gli occhi di dosso, strega, ed
al primo segno di tradimento da parte tua, ti ucciderò senza esitare.-
La Regina Voodoo ride e replica:
-So che lo farai, Blade…
ci conto.-
Blade la guarda perplesso chiedendosi cos’ha voluto dire
ma non sa trovare una risposta accettabile.
Il gruppetto raggiunge un vicino molo dove tre uomini,
uno con barba e capelli bianchi, uno alto coi lunghi capelli e baffi castani ed
uno un po’ sovrappeso vagamente somigliante a Jerry Lewis stanno affittando
un’imbarcazione a motore per navigare nella palude.
Quello coi baffoni squadra Blade e altrettanto fa il
cacciatore di vampiri con lui. Due uomini d’azione si riconoscono l’uno con l’altro come tali e si valutano. Un attimo che
finisce con la partenza dei tre. Nel frattempo Donna Garth ha concluso la
transazione per un’altra imbarcazione. Il viaggio può cominciare.
Lissa Russell non è nuova alle stazioni di polizia: ne ha
vista qualcuna all’epoca in cui nella Contea di Los Angeles cominciarono a
diffondersi le voci della presenza di un licantropo. Molti non presero sul
serio quelle voci e lei tra loro, almeno finché non scoprì che il licantropo
non solo esisteva, ma era suo fratello Jack e che sulla sua famiglia gravava
un’antica maledizione, la stessa maledizione che alla fine ha colpito anche lei
e che è il motivo che l’ha portata nell’edificio noto col nome di New Scotland
Yard.
-Sono in arresto?- chiede.
-Non per il momento.-
risponde l’Ispettore Constance Johanssen -Stiamo aspettando l’esito delle
analisi che dovrebbero chiarire chi tra lei e Nightshade è la licantropa
assassina che stiamo cercando.-
-Non sono io…- ribatte
Lissa -… o almeno non credo.-
-Ti consiglio di non
parlare, Lissa… non senza la presenza di un avvocato.
A parlare è stato un uomo dall’aspetto distinto, alto e
coi capelli bianchi, il suo accento è americano ma con una sfumatura
particolare. Lissa lo guarda sorpresa.
-Zio Philip, cosa ci fai
tu qui?- chiede.
L’uomo sta per rispondere quando Constance gli chiede:
-Lei sarebbe…-
-Philip Russell, lo zio di
Lissa.- risponde l’uomo -Ero da queste parti quando ho sentito che mia nipote
era stata arrestata.-
-Non è stata arrestata .-
precisa la Johanssen -La stiamo solo trattenendo per accertamenti.-
-Beh… se non avete accuse
formali contro di lei, allora io e lei ce ne andremo immediatamente.-
-È forse un avvocato?-
-No ma sono in grado di
pagarne di ottimi.-
-Non ne dubito, ma sua
nipote rimane qui finché non sarà chiarita la sua posizione riguardo certi
omicidi.-
Philip Russell scrolla le spalle e replica:
-Non credo proprio. Mia
nipote non ha ucciso nessuno, ne sono certo, e verrà via con me o potrei
arrabbiarmi… e mi creda, detective, non le piacerei quando sono arrabbiato.-
Il nuovo venuto ha attratto l’attenzione degli altri
presenti. Frank Drake sta in disparte e tiene un braccio sulle spalle di Kate
Fraser con atteggiamento protettivo mentre rivolge a Russell uno sguardo torvo.
È però Simon Stroud a dire qualcosa:
-Non ci dirà adesso che
anche lei può diventare un licantropo come il resto della sua famiglia?-
Russell esplode in un’improvvisa risata e poi replica:
-Lei sa molte cose mister.
Anche lei è americano… New York, giusto?-
-Giusto.- ribatte l’altro
con freddezza -Mi chiamo Stroud… Simon Stroud.-
-Ho sentito parlare di
lei: ex agente della C.I.A. divenuto investigatore privato, consulente della
Polizia di New York, cacciatore di mostri… beh non ci sono mostri qui. Per
rispondere alla sua domanda… no: la maledizione di famiglia che si è scatenata
su mio fratello e i suoi figli ha risparmiato me… non mi chieda perché ma certo
ne sono felice.-
-Zio… interviene Lissa -…
non ci hai ancora detto perché sei a Londra e cosa ci fai qui alla Polizia-
Il volto di Philip Russell si rabbuia. Esita come se
cercasse le parole giuste e alla fine dice:
-Cercavo notizie di Nina…
è sparita tre giorni fa.-
Il medico anziano controlla i segni vitali della giovane
donna bionda sul lettino davanti a lui: bassi ma stabili.
-I risultati delle
analisi?- chiede.
Il medico più giovane è chiaramente perplesso quando
risponde:
-Quando è arrivata qui
aveva un tasso di globuli rossi bassissimo ma ora è tornato a livelli normali
in maniera incredibilmente rapida.-
-Una superumana quindi?-
-Il resto delle analisi
non sembra confermarlo… anche se…-
-Anche se…? Non si faccia
cavare le parole di bocca con le pinze.-
-Nel suo sangue c’erano
deboli tracce di argento.-
-Argento? Curioso-
-E non è tutto quando
l’hanno ripescata dal Tamigi stamattina avrebbero giurato che fosse morta ed
aveva una grave mancanza di sangue ma non aveva ferite che giustificassero una
simile emorragia solo due piccoli fori alla base del collo.-
-Due… e me lo dice solo
adesso? Non ha letto il memorandum che impone di informare la Polizia su ferite
simili? Devo avvertire subito l’Ispettore Capo Chelm di questa paziente. Come
ha detto che si chiama?-
-Dai suoi documenti il suo
nome risulta Nina Price e… oh!-
-Cosa?-
-Ha compiuto 18 anni
giusto tre giorni fa.-
4.
Constance Johanssen alza gli occhi dallo schermo del computer e dice:
-Non riesco a trovare
nessuna denuncia per una Nina Russell tra le persone scomparse.-
-Forse avrei dovuto dirle
che non usa il mio cognome.- precisa Philip Russell -Il mio divorzio da sua
madre non è stato dei migliori e quando lei è tornata nella sua natia Londra ha
ripreso ad usare il suo cognome da nubile e lo ha imposto anche a Nina.-
Constance gli rivolge uno sguardo del tipo: “E cosa
aspettavi a dirmelo visto che ti stavo anche facendo un favore?”
-Provi con Nina Price.-
aggiunge Philip.
-Nina Price? Come la
famosa modella?- ribatte, sorpresa, la poliziotta.
-È proprio lei.-
Constance si rivolge ai presenti che la guardano con aria
confusa:
-Beh… che c’è? Sorpresi
che oltre che di occulto sappia qualcosa anche di gossip?-
-Un po’… lo ammetto.-
replica Simon Stroud.
-Avete detto Nina Price?-
chiede il Sergente Henderson.
-Sì…- risponde Constance
perplessa -Perché?-
-Abbiamo appena ricevuto
una segnalazione da un ospedale del West End: hanno tra i loro ricoverati una
ragazza con quel nome e sembra vittima di un aggressione vampirica.-
-No!- esclama Russell
–Devo vederla… subito.-
In quel momento il telefono di Constance squilla e lei
risponde ascoltando attentamente quello che le dice il suo interlocutore, poi
annuncia:
-Abbiamo i risultati delle
analisi sulle nostre licantrope.-
Tilda Johnson non è affatto contenta della situazione: di
nuovo in forma umana ed in prigione, le cose si mettono male per lei e di
sicuro quella poliziotta bionda dall’aria arrogante non viene a darle buone
notizie.
-Ciao Tilda.- le dice Constance
Johanssen -Ti spiace se ti chiamo Tilda? Io non amo molo le formalità. Sono
venuta a dirti che i nostri laboratori forensi hanno confermato che sei tu la licantropa
cannibale che cercavamo. Ti aspetta un lungo soggiorno nelle galere di Sua Maestà.-
-Questo lo credi tu.-
replica, sprezzante, Tilda -Fuggirò dalle prigioni inglesi come sono evasa da
quelle americane in passato e quando sarò di nuovo una licantropa verrò a
cercarti e prima ti squarcerò il collo poi mangerò il tuo cuore ancora
pulsante.-
E fissandola negli occhi Constance sa che non sta
scherzando.
La ragazza dai capelli biondi distesa su letto apre gli occhi
quando nella sua stanza d’ospedale entrano i visitatori.
-Nina… stai bene?- esclama
Philip Russell nel vederla e riconoscerla.
La ragazza a una smorfia e replica:
-Toh, chi si vede: il mio
cosiddetto padre. Che ci fai qui?-
-Ero preoccupato per te.-
-Ma davvero? Sarebbe la
prima volta.-
-Non dire così, sono
sempre tuo padre.-
-E te ne ricordi solo ora?
Sei stato assente per tutta la mia vita… troppo impegnato ad accumulare
quattrini e a cercare di sposare la vedova di tuo fratello.-
-Tu… tu sei ingiusta io…
io…-
Philip non riesce a proseguire colpito nel vivo da quelle
accuse abbastanza fondate e poi l’Ispettore Chelm prende l’iniziativa:
-Sono l’Ispettore Capo
George Chelm e sono a capo di una squadra speciale della Polizia Metropolitana.
Devo farle qualche domanda, Miss Price. Pare che lei sia stata aggredita da un
vampiro.-
-Un vampiro?- Nina si tocca istintivamente i due forellini
sul collo -Sì… per quanto possa sembrare assurdo, deve essere vero. Lei ci
crede, Ispettore?-
-Sarebbe sorpresa delle
cose a cui credo, Miss Price. Cosa può dirci del suo aggressore?-
-Io… non so… è tutto così
confuso. Ricordo che avevo appena finito un servizio fotografico ed avevo
deciso di fare una passeggiata prima di tornare a casa e poi… poi… c’era una
donna… credo… vestiva di nero e anche i capelli erano neri… ma non sono sicura.
Ricordo degli occhi rossi come il fuoco e poi niente.-
-Ne è sicura? Si sforzi.-
-La lasci in pace, Ispettore.-
interviene Russell -Non vede che è ancora debole?-
-Sto bene, invece.-
replica, piccata, Nina -C’è un’altra cosa che ricordo di quella donna: nei suoi
capelli c’era qualcosa… qualcosa di dorato… un fermaglio… no…un diadema.-
-Lilith!- esclama Chelm.
5.
La leggera imbarcazione scivola sicura sulle acque morte
di una delle più grandi paludi del mondo in un silenzio quasi irreale.
Marie Laveau guarda Donna Garth stringersi a Blade. Anche
lei sente in modo istintivo il Male verso cui si stanno dirigendo, un Male
antico a cui non sa dare un nome. Marie lo conosce bene, invece, e a differenza
di Donna non lo teme anzi ne è affascinata.
Presto, molto presto, pensa ed il suo sorriso si allarga.
Nina Price, in piedi, ha lo sguardo perso oltre la finestra della sua
stanza ed è immersa nelle sue personali riflessioni, poi si volge verso la
ragazza di pochi anni più vecchia di lei appena rientrata nella stanza:
-Se n’è andato?-
-Sì.- risponde Lissa
Russell -Ha capito che sarebbe stato inutile insistere… almeno per oggi… ma lo
conosco: tornerà.-
-Non m’interessa: è mio
padre solo di nome. Mi fa piacere che tu sia rimasta, invece: vorrei conoscerti
meglio. E così tu saresti mia cugina e per giunta sei anche vittima di
un’antica maledizione che fa dei membri della nostra famiglia dei licantropi.-
-È così. Nostro nonno, mio
padre, mio fratello ed ora io. Non zio Philip, pare, ma non so perché.-
-È sempre stato un
bastardo fortunato. Mi dicevi che eri sospettata di alcuni omicidi attribuiti
ad un licantropo.-
-Già… ma sono stata
scagionata: le prove inchiodano una certa Nightshade.-
-Licantropi… vampiri… non
credevo esistessero ed ora scopro di appartenere ad una famiglia di licantropi
e come se non bastasse un vampiro mi ha quasi ucciso. Bel modo di passare il
compleanno.-
-Vuoi dire che oggi…?-
-Compio 18 anni, sì. Se
fossi come te, diventerei un licantropo alla prossima luna piena ed invece…
invece… oh cielo perché ora mi fanno male queste stupide ferite?-
Il sole è appena tramontato e la pallida luna sta
sorgendo. Nina si porta le mani al collo e sente le gambe che le cedono.
Cade e Lissa urla:
-Nina!-
Si china su di lei.
-Stai bene?-
-Io… non… non lo so.-
mormora la ragazza volgendo lo sguardo verso Lissa che rimane sconcertata: la
pelle di Nina ora è quasi bianca, gli occhi sono bianchi senza pupille visibili
e dalle sue labbra spuntano canini appuntiti.
-Cosa mi sta succedendo?-
urla la ragazza spaventata
Ma Lissa non sa cosa rispondere.
Philip Russell rientra nella sua stanza d’albergo si allenta la cravatta e
si toglie la giacca, quindi si avvicina al mobile bar e si versa un bicchiere
di whisky per poi sedersi in una comoda poltrona.
Mentre la luna ormai in fase calante sorge alle sue
spalle, impugna il cellulare e compone rapidamente un numero.
-Sono io.- dice -Hanno
ritrovato mia figlia. L’hanno quasi uccisa… pare sia stato un vampiro… una
vampira per la precisione. Trovala ed eliminala. È un lavoro adatto a te e mi
aspetto che tu lo porti a termine in modo efficiente. II tempo ed il prezzo non
sono un problema. Nessuno può permettersi di far del male alla mia famiglia
senza pagarne il prezzo. Nessuno.-
E nel buio gli occhi di Philip Russell sembrano brillare
FINE
CINQUANTOTTESIMO EPISODIO
NOTE DELL’AUTORE
Molto poco da dire su quest’episodio:
1)
Philip Russell,
fratello minore del padre di Jack e Lissa e secondo marito della loro madre, è
apparso per la prima volta su Marvel Spotlight #2 del febbraio 1972 ad opera di
Roy Thomas, Gerry Conway e Mike Ploog. Personaggio ambiguo, inizialmente
sembrava coinvolto nella morte della moglie poi saltò fuori che stava cercando
di proteggere la famiglia dal misterioso Comitato. Non si è più visto dopo la
cancellazione dell’originale serie Werewolf by Night.
2)
Nina Price,
protagonista di un breve serial su Amazing Fantasy Vol. 2° #10/12 del 2009, realizzato
da Jeff Parker & Federica Manfredi. Nella versione originale era la figlia
di Lissa Russell, peccato che Lissa non potrebbe avere più di otto anni più di
lei. Nella mia versione è, invece, la figlia “perduta “di Philip Russell. Di
lei riparleremo nel prossimo episodio, a proposito del quale…
… cosa sta accadendo a
Nina Price? Cosa attende Blade al centro delle Everglades? Quali sono i piani
di Dracula e quali quelli di sua figlia?
Scopritelo insieme a me.
Carlo