“Anche l'uomo che ha puro il suo cuore, ed ogni giorno si raccoglie in
preghiera, può diventar lupo se fiorisce l'aconito, e la luna piena splende la
sera”
#55
UNA LUPA MANNARA AMERICANA A LONDRA
1.
Lissa Russell raggiunge la sua
camera in uno dei più famosi hotel di Londra. Dà una buona mancia al ragazzo
che le ha portato i bagagli e dopo che è uscito appende il classico cartello
“non disturbare” all’esterno, quindi si accerta che la porta delle suite sia
ben chiusa e si allontana dirigendosi verso la porta finestra che dà sulla
terrazza.
Si sofferma a guardare il crepuscolo
in lontananza, poi comincia a spogliarsi sino a restare completamente nuda. A
questo punto spalanca la porta finestra e attende.
Il disco della luna piena sale alto
nel cielo illuminando con i suoi raggi la stanza e bagnando la ragazza. Un
ululato echeggia nel buio.
La prima notte è cominciata.
Dodici ore prima. Kate Fraser non ha
bisogno di suonare, possiede da tempo la chiave di questa villa vittoriana dove
spesso si è fermata a dormire.
Il primo a vederla dopo che è
entrata, seguita da Victoria Bentley, è un massiccio indiano con tanto di barba
e turbante che reagisce alla sua presenza agitando le mani.
-Sì, Taj, sto bene
adesso.- risponde la giovane detective che ha decifrato correttamente ciò che
il suo muto amico le ha detto col linguaggio dei segni –Lui dov’è?-
Taj le indica lo studio e lei vi si
dirige a passo svelto aprendo la porta senza bussare.
-Frank!- esclama.
L’uomo biondo all’interno dello
studio si volta e nel vederla un’espressione stupita si disegna sul suo volto
mentre dice:
-Kate… sei davvero
tu?-
Si abbracciano e si baciano con
trasporto fermandosi solo quando odono il discreto tossicchiare di Victoria.
Frank Drake sorride imbarazzato.
-Devi scusarci
Victoria.- le dice -… ma…-
-Non importa.-
replica lei –Capisco benissimo.-
I suoi pensieri si soffermano sul
Dottor Strange e soprattutto su Dane Whitman, il Cavaliere Nero, due uomini che
ha amato e perso per sempre. Forse è il suo destino rimanere sola.
È la voce di Frank a scuoterla dalle
sue amare riflessioni.
-Immagino di sapere
perché siete qui: volete sapere se lui… Dracula… è tornato.-
-E lo è?- chiede
bruscamente Kate.
Frank esita prima di rispondere.
Danielle Seward scende nell’obitorio
dell’ospedale dove è tenuto il corpo di suo fratello Charles. Non è
particolarmente sorpresa di trovarci il vecchio poliziotto con cui ha discusso
alla Centrale di Polizia e tutto sommato nemmeno il dottore che ben conosce.
-Ciao John.- lo
saluta –Buonasera Ispettore Capo. Vedo che non si è ancora rassegnato.-
-Lei non capisce Miss
Seward.- replica George Chelm –So che non riesce a crederlo, ma la prossima
notte suo fratello rinascerà come vampiro. È una sorte che lui per primo non
avrebbe voluto.-
-Ne abbiamo già
parlato, Ispettore: non le permetterò di mutilare il cadavere di mio fratello
per le sue assurde teorie ed il Giudice è d’accordo con me.-
-Temo che finirà per
pentirsene Miss Seward… ma allora potrebbe essere troppo tardi. Beh… ora devo
andare. Spero che penserà alla mia proposta dottore.-
-Ci rifletterò.-
risponde il giovane medico.
-Che proposta?-
chiede Danielle quando l’Ispettore Capo è uscito.
-Di diventare il
nuovo Coroner del Dipartimento Casi Insoliti al posto di Charles.-
-Dovresti accettare.
Sarebbe un bel balzo per la tua carriera.-
-E me lo dici proprio
tu che non credi ai vampiri e alle altre creature soprannaturali?-
-Non ho mai detto
questo.-
-E allora perché…?-
-Ho i miei motivi
John ti basti sapere questo almeno per ora.-
Il tono insolitamente serio della
ragazza dissuade il giovane medico dal chiedere altro.
2.
Prima notte. Corri
sotto la luce della luna piena, libera come non sei mai stata, libera dalle
convenzioni e dalle restrizioni dei normali esseri umani. I tuoi occhi vedono
come nessun umano comune potrebbe, il tuo olfatto percepisce odori che per loro
non esistono ed il tuo udito sente cose che loro non possono udire. Accade solo
tre notti al mese ma quelle notti sei tu a comandare non lei, non la debole
umana.
Salti di tetto in tetto
fino a raggiungere un grande parco, il polmone verde della città di Londra noto
come Hyde Park. Lanci un ululato di soddisfazione alla luna e corri selvaggia e
felice.
Non senti l’oscura
presenza che si materializza alle tue spalle e non odi la voce di donna che
sibila:
-Intrusa.-
Circa
otto ore prima. L’Ispettore Capo George Chelm alza gli
occhi verso i nuovi venuti. Il giovane Arthur Holmwood lo conosce bene ma la
giovane donna dai capelli rossi e gli occhi verdi lo lascia perplesso: non ha
già visto la sua foto da qualche parte?
-Mi dispiace
disturbarla Ispettore…- dice il ragazzo -… ma credo che le interesserà quel che
abbiamo da dirle -Conosce Miss Angel O’Hara?-
Angel O’Hara, certo, come ha potuto
dimenticarsene? Deve essere l’età che avanza, pensa amaramente l’anziano
poliziotto mentre si alza a stringerle la mano. Come dimenticare la donna che è
stata l’ospite umana di Lilith Dracula anni prima?
-So chi è Miss
O’Hara,- dice infine dopo i convenevoli di rito –E so dei legami che ha… o ha
avuto con Lilith.-
-Ed è proprio questo
il punto.- precisa Arthur Holmwood –Angel… Miss O’Hara… pensa di essere in
grado di portarci al rifugio segreto di Lilith.-
Troppo bello per essere vero, pensa,
scettico, Chelm.
Circa un’ora prima. Victoria Bentley
si contempla allo specchio. Non male, pensa con una punta di soddisfazione, non
male davvero. Il vestito che ha scelto per la cena non è troppo corto e non ha
una scollatura esagerata. Andrà benissimo.
Victoria si sistema al collo una
collana di perle e poi, dopo un’ultima occhiata allo specchio, lascia la
stanza. È un po’ in ritardo ma è una cosa a cui gli uomini sono abituati:
dopotutto, per una donna arrivare in ritardo è nelle regole del gioco.
È il suo primo appuntamento da molto
tempo e non è neanche un vero appuntamento in fondo, si dice: semplicemente due
persone sole che si fanno compagnia a cena, nulla di più. Il suo pensiero torna
a Dane Whitman e all’amara verità che le manca e che l’ha perso per sempre.
Quando esce dall’ascensore ci sono
due cose che la sorprendono: la prima è che Simon Stroud indossa un completo
scuro con tanto di camicia bianca e cravatta e la seconda è che ha in mano un
mazzo di rose.
-Sono per me?-
esclama Victoria –Grazie.-
Prende il mazzo e lo porge al concierge.
-Lo faccia mettere in
un vaso e portare in camera mia per favore.- chiede.
-Subito Madam.-
risponde questi.
Victoria porge il braccio a Stroud
che sembra un po’ impacciato e lei ride.
-Sembri più confuso
di uno studente al primo appuntamento.- gli dice.
-Ero molto meno
imbranato allora.- ribatte lui -È solo che… è la prima volta che esco con
un’aristocratica. Non conosco bene le regole di voi Inglesi.-
-Siamo come tutte le
altre donne e per le regole… io sono molto flessibile al riguardo… su, andiamo.-
Poco tempo dopo sono seduti al
tavolo di uno dei migliori ristoranti di Londra e chiacchierano delle loro
vecchie avventure.
-E così…- sta dicendo
Victoria -…Lord Nekron fini nelle grinfie di Satannish a cui voleva vendere le
nostre anime.-[1]
-Beh… non si può dire
che da quando hai conosciuto il Dottor Strange la tua vita sia stata molto
tranquilla.- commenta Stroud.
-Beh… anche tu non
scherzi visto che sei diventato un cacciatore di mostri.-
-L’Uomo Lupo non era
un vero licantropo e Morbius non è un vampiro classico ma mi ci sono trovato in
mezzo e poi…-
Prima che Simon possa proseguire si
ode un urlo di terrore proveniente dall’esterno.
I guai non ci lasciano mai in pace
pensa Stroud alzandosi dal tavolo seguito da Victoria. La giovane maga ha
un’oscura sensazione: c’è qualcosa di soprannaturale all’opera.
3.
Scena del crimine
transennata col nastro giallo, poliziotti in uniforme a tenere lontani i
curiosi, tecnici della scientifica nelle loro tute asettiche che raccolgono
elementi di prova, un medico legale chino su un cadavere: uno spettacolo ormai
reso familiare da decine di telefilm polizieschi, ma stavolta c’è qualcosa di
diverso qui a Hyde Park... e di più sinistro.
Tanto per cominciare, non capita
tutti i giorni che ad accorrere sia una squadra specializzata in delitti
soprannaturali e nemmeno che sia permesso a due civili di partecipare alle
indagini in veste di consulenti. Poi c’è il cadavere… il giovane medico ha
dovuto reprimere un conato di vomito nel vederne le condizioni ma si è fatto
forza ed ha cominciato ad esaminarlo.
-Sembra sia stato
sbranato.- conclude –Pare proprio che la carne sia stata asportata a morsi.-
-Intende dire che è
stato divorato dottore?- chiede l’Ispettore Detective Constance Johanssen
ostentando indifferenza.
-Sì… potrebbe essere…
i segni sul corpo sono quasi certamente di morsi. Non me ne intendo molto, ma
potrebbero essere stati prodotti dalle zanne di un grosso cane o di un lupo.-
-Un lupo a due zampe
a giudicare dalle tracce che lascia.- interviene Simon Stroud indicando le orme
sul terreno.
-Un licantropo,
quindi.- dice la Johanssen –Complimenti Miss Bentley. Ci ha visto giusto a
chiamare noi.-
-Ho un certo senso
per l’occulto ormai.- replica la ragazza –Questo è il mio primo licantropo,
però.-
-Uno che ha anche
marcato il suo territorio se non sbaglio.- aggiunge Stroud arricciando il naso.
-Vuoi dire…?- esclama
Victoria con un’espressione di disgusto.
Simon allarga le braccia e Constance
Johanssen commenta.
-Ci sta sfidando e io
sono pronta a raccogliere la sfida.-
Lissa Russell si sveglia
ritrovandosi nuda ed in posizione fetale sul pavimento della sua camera
d’albergo.
È accaduto ancora, pensa alzandosi
in piedi: come sempre per tre giorni al mese da quando la sua maledizione
familiare è stata attivata,[2]
la lupa che è in lei reclama la più assoluta libertà e lei non riesce a
negargliela.
Ma cos’è questa cosa appiccicosa che
ha sulle mani? Sembra… sì… è sangue… sangue.
Un urlo d’angoscia ’le sfugge dalle
labbra.
Il luogo è una fortezza nell’estremo
nord della Scozia più antica di ogni altra costruzione dell’isola chiamata Gran
Bretagna. Nel grande salone ci sono il padrone di casa, il Conte di Salisgrave,
un uomo alto, atletico dai lunghi capelli neri che indossa un severo abito
nero, azzurro e verde e una corta mantellina. Al suo fianco un gruppo di
personaggi molto particolari: un uomo orrendamente
sfigurato, un mostro dalla pelle a squame e la bocca dai lunghi denti aguzzi
priva di labbra, gli occhi grandi e rossi dalle pupille a fessura. Il suo costume
ricorda quello del supercriminale Hobgoblin e quel ruolo aveva ricoperto prima
di essere ucciso dal primo Hobgoblin ed essere poi resuscitato dalle arti
negromantiche del Conte in questa grottesca forma. Nella sua precedente vita il
suo nome era Jason Philip Macendale Jr. ma ora merita in pieno il nome di
Demogoblin. Al suo fianco quella che può essere definita solo una licantropa il
cui corpo dalle curve sinuose, inequivocabilmente femminili, è ricoperto da una
folta pelliccia bianca, il suo occhio destro è avvolto da un tatuaggio
lineiforme azzurro e rosso. Non indossa abiti e sembra che non le importi
affatto. Ha sacrificato la sua umanità sull’altare del Potere e non ne è
pentita. Il nome con cui è nata è Tilda Johnson, il nome che ha scelto per sé è
Nightshade. Subito alla sua destra c’è un uomo in un’armatura nera e costume
rosso sangue nello stile dei cavalieri medievali e caratterizzato dal simbolo
di teschio e tibie incrociate all’altezza del petto; sul volto una maschera
simile ad un teschio umano alato e minaccioso. Quella maschera è stata fissata
indelebilmente al suo volto dal Dottor Destino come punizione per aver osato
sfidarlo, condannandolo ad una prigionia da cui non potrà mai scappare.
L’orrore con cui vive non ha fermato la sua ambizione, Il suo nome era Bram
Velsing ma ora è solo Dreadknight. L’ultimo del gruppo è, forse, il più
ripugnante di tutti e non perché sostanzialmente è un ratto antropomorfo
avvolto in un elegante impermeabile nero e con un bastone d’ebano nella mano
artigliata sinistra. No, il fatto puro e semplice è che quest’essere dal buffo
accento tedesco trasuda malvagità da tutti i pori e questo è probabilmente il
solo motivo per cui nessuno nella stanza lo trova ridicolo. Se ha mai avuto un
altro nome nessuno lo conosce ormai. Per tutti è solo Verminus Rex.
Lilith, primogenita
di Dracula, Signora dei Vampiri, li osserva senza far trapelare i suoi
pensieri. Così, questi sono gli alleati che il conte le ha messo a
disposizione. Dovrà farseli bastare. Ora, però, è il momento di pagare il
prezzo concordato.
Una cassa viene
posata dai servi di Lilith davanti al Conte di Salisgrave ed i Supernaturals e
con gesto teatrale Lilith la scoperchia, mostrando una donna dai capelli biondi
e la pelle quasi bluastra vestita di una calzamaglia color porpora. Giace in
posizione fetale emettendo ogni tanto deboli lamenti.
-Vi presento Lily Cromwell ma lei preferisce farsi chiamare Baronessa
Sangue. Tempo fa ha bevuto da una coppa che credeva essere il mitico Graal.-
-il Graal…- commenta il Conte –Molti anni fa ho conosciuto un
archeologo americano che sosteneva di averlo trovato in una caverna in Medio
Oriente… e di averlo lasciato lì. Da parte mia ho sempre pensato che fosse una
delle sette coppe ricavate dal calderone di Dagda. Forse lei ha trovato una di
quelle e l’ha scambiata per il vero Graal. Ma non divaghiamo, stavi dicendo…-
-La nostra amica ha guadagnato la capacità di camminare alla luce del
sole, sia pure senza i tipici poteri di un vampiro ed una relativa immunità ai
tradizionali mezzi che possono uccidere un vampiro comune. Relativa, perché è
stata ridotta in questo modo da diverse pallottole d’argento sparatele dal suo
vecchio nemico Union Jack.[3]
L’argento è letale per quelli della mia specie come per i licantropi e quello
che le scorre nelle vene ora è come veleno per lei. Potrebbe guarire, forse, se
assumesse abbastanza sangue, ma naturalmente io gliel’ho impedito. Avrei potuto
ucciderla ma ho pensato che farla vivere come tua schiava sarebbe stata una
punizione più adatta per essersi ribellata al mio volere. Tu puoi curare la sua
infezione e al tempo stesso sottometterla alla tua volontà?-
-Si tratta di un compito abbastanza semplice tutto sommato.- risponde
Salisgrave –E lo svolgerò volentieri. Dopotutto mi manca una vampira nella mia
collezione da quando tu hai chiesto ed ottenuto di essere svincolata dai tuoi
obblighi nei miei confronti.-
-I miei doveri come Regina dei Vampiri erano più importanti.-
-Comprendo bene. Ma ora dimmi: per cosa ti servono i servigi dei miei
Supernaturals?-
Le labbra di Lilith
si stirano in un sorriso maligno mentre risponde:
-Per quello che riesce loro meglio: seminare morte e distruzione ed
annientare i miei nemici.-
4.
L’Ispettore Constance Johanssen batte il piede in segno di impazienza
mentre il giovane medico del Coroner entra nella stanza.
-Ho qui i risultati delle analisi che stavamo aspettando.- annuncia.
-Davvero?- esclama Victoria Bentley -Credevo ci volesse molto più
tempo per avere i risultati di un test del DNA.-
-Normalmente è così.- replica il medico -Ma mi è stata fatta presente
l’urgenza della cosa e così ho eseguito immediatamente delle analisi
preliminari coi mezzi a mia disposizione. Non saranno attendibili quanto quelle
ordinarie, però.-
-Non c’era altra scelta.- replica Johanssen -Se abbiamo di fronte un
licantropo tradizionale, la sua maledizione si manifesterà solo nelle notti di
luna piena e ce ne sono rimaste solo due. Se non lo identifichiamo e lo
prendiamo in questo poco tempo chissà dove potrebbe essere tra un mese.-
-Licantropi tradizionali?- il medico è perplesso -Ne esistono anche di
non tradizionali?-
-Esistono varie specie di licantropi.- precisa Constance –Stregoni
capaci di mutarsi in lupo a volontà, poveri disgraziati che diventano
licantropi a causa di una maledizione e a volte mantengono la loro intelligenza
e personalità umana e a volte no. Poi c’è una razza parallela a quella umana
capace di passare indifferentemente dalla forma umana a quella di lupo passando
per stadi intermedi e la cui forma standard è quella di lupi umanoidi. Questo
per tacere dei mutanti.-
-E dei licantropi creati dalla scienza.- si intromette Simon Stroud
–Ho avuto a che fare con uno di loro anni fa.-[4]
-So anche questo. È tutto nel nostro database sui licantropi
conosciuti.-
-Avete un database sui licantropi noti?- ribatte Stroud con un filo di
ironia nella voce –E chi è il primo nome sulla lista? Larry Talbot?-
Constance a una
smorfia.
-A dire il vero…- risponde -… non abbiamo più notizie di Talbot dal
1948... anche se ci sono dei rapporti di suoi avvistamenti qualche anno fa ma
non gli abbiamo mai dato troppo credito. Pensiamo che abbia trovato una cura
per la sua maledizione e si sia ritirato a vivere in pace da qualche parte
sotto falso nome.-
-Mi stai prendendo in giro, vero?-
Constance fa un
sogghigno divertito, poi si rivolge al medico:
-Allora, dottore… cosa può dirci del nostro licantropo?-
Il giovane si
schiarisce la gola e risponde:
-Ho… ehm… analizzato la… ehm… sostanza che si è lasciato dietro e ho
raggiunto delle sconcertanti conclusioni.
-Ci dica tutto, dottore.- incalza Constance. Questa non è: “L’Ora del
Mistero”, ma un’indagine criminale e vorrei delle risposte prima del tramonto.-
-Ehm… sì. Per farla breve, la creatura ha un DNA unico. Non so come
spiegarlo: è umano e lupino al tempo stesso, il che ha complicato le analisi…
non abbastanza, tuttavia da non permettermi di stabilire che il nostro uomo
lupo è in realtà una donna lupo…una femmina, se posso esprimermi in questi
termini.-
-Una licantropa.- borbotta Stroud questa è nuova per me.-
-Credevi che ce ne fossero solo maschi, bello?-ribatte sarcastica
Constance –C’è l’eguaglianza di genere anche nella licantropia, ora lo sai.-
-E non è tutto.- aggiunge il medico.
-Che altro c’è dottore?- Johanssen fa un gesto di esasperazione.
-Ehm… dal livello ormonale nel campione credo di poter affermare con
una certa sicurezza che la nostra licantropa… beh… potremmo dire che è… è in
calore.-
-Vuol dire che…?- esclama Victoria.
-Che sta cercando un compagno.- conclude Constance –E questo
spiegherebbe certi squilibri nel suo comportamento e se lo trova… beh tra
qualche mese potremmo avere in giro un po’ di bei licantropini. Prospettiva
interessante, non trovate?-
Nessuno le risponde.
Blade scaglia uno dei
suoi coltelli contro la creatura serpentina davanti a lui cogliendolo in pieno
petto. L’essere barcolla poi afferra il manico del coltello e se lo strappa di
dosso.
-Interessante.- commenta l’essere che si fa chiamare Sligguth -Questa cosa avrebbe dovuto farmi male?-
Sì, pensa Blade, è
esattamente quel che doveva fare ed il fatto che non ci sia riuscito, significa
che a meno di un miracolo loro sono tutti spacciati.
In quel momento tra
loro e Sligguth spunta dal terreno il Golem.
Seconda notte. Ti chiami Lissa Russell ed anche stanotte
i raggi della luna hanno liberato il tuo altro io. Adesso i timori che avevi
durante il giorno sembrano scomparsi e tu salti oltre la terrazza della tua
stanza verso la libertà. Passi di tetto in tetto poi scendi a terra e ti muovi
tra i vicoli oscuri.
Ti
stanno cercando, lo senti, ma non ti troveranno, non devono. Ancora una volta
raggiungi il parco. Qui sei veramente al sicuro e non permetterai a nessuno di
farti del male.
Cos’era
quel rumore? Sta arrivando qualcuno?
5.
Poco più di ventiquattr’ore prima. Frank Drake e Kate Fraser giacciono a letto insieme. La testa di lei
è appoggiata sul petto di lui che le accarezza i capelli.
-Sono così felice che sei tornato.- mormora lei.
-Ma non definitivamente, purtroppo.- replica lui –Dracula è ancora dentro
di me e… Oh Mio Dio!-
-Che c’è?-
Frank guarda verso la
finestra e vede i riflessi del sole al tramonto.
-Come ho potuto essere così stupido?- esclama con voce terrorizzata e
poi urla a Kate –Esci di qui, subito, prima che sia…-
Ma è già troppo tardi.
Kate è appena saltata fuori dal letto che già al posto di Frank Drake c’è
Dracula che tiene saldamente la poliziotta scozzese per il braccio destro.
-Non andartene Katherine.- le dice con un sorriso soddisfatto -Tu mi
farai uscire da questa prigione.-
-Mai. Non te lo permetterò.-
-Non hai scelta, Katherine. Tu mi appartieni. Tra noi c’è un legame
speciale da quella notte in cui ti feci assaggiare il mio sangue ed in virtù di
quel legame… ora… tu… mi… obbedirai!-
Kate tace di colpo.
Seconda notte. Stavolta
le vittime sono due: un ragazzo e una ragazza: non è difficile immaginare
perché si fossero appartati nel parco. Con lei la licantropa è stata
misericordiosa, per così dire: l’ha azzannata alla gola squarciandola con un
solo morso, è morta quasi subito. Si è invece accanita sul ragazzo sbranandolo
un po’ alla volta. Sono state le sue grida ad attirare l’attenzione di alcuni
curiosi che hanno chiamato la Polizia.
-Verrebbe da pensare che ce l’abbia particolarmente coi maschi.-
commenta Constance Johanssen in tono sarcastico –Non sarà anche una lesbica
femminista la sua licantropa, dottore?-
Il giovane medico che
ha sostituito Charles Seward come coroner dei “casi insoliti” si rialza
dall’angolo di prato dove ha vomitato anche l’anima e torna verso la scena del
crimine.
-Se voleva essere una battuta, Ispettore non la trovo per nulla
divertente.- ribatte.
-Si sente bene, dottore?- gli chiede una preoccupata Victoria Bentley
–La vedo ancora molto pallido.-
-Passerà.- è la risposta del medico –Dovrei essere io a chiederlo a
lei piuttosto. Ha reagito meglio di me. Bel medico, sono.-
Victoria abbozza un
sorriso e replica:
-Mi sono assuefatta agli orrori temo… anche se uno spettacolo
simile... capisco la sua reazione dottor… mi viene in mente ora che non le ho mai
chiesto il suo nome.-
-Watson… John Watson.-
Vedendo l’espressione di Victoria il giovane
medico si sente in dovere di aggiungere:
-Non dica niente: quello che lei sta sicuramente pensando l’ho sentito
dire molte volte.-
-Bah…- commenta Simon Stroud -… non vedo cosa ci sia di così strano in
un cognome come Watson, dottore… a meno che… oh!-
-Ci sei arrivato tardi, ma ci sei arrivato, bello.- gli dice
ridacchiando Constance, poi si rivolge al medico –Su dottore ci dica tutto.
Scommetto che il suo trisnonno non ha mai avuto un caso come questo.-
-Non ci scommetterei.- replica quietamente l’altro -Uhm…in effetti,
mentre la donna l’ha uccisa subito, questo l’ha praticamente divorato vivo.-
-Un mostro cannibale.- commenta Stroud.
-Non dal suo punto di vista.- ribatte Watson –Per lei gli umani non
sono la sua specie. Mi chiedo perché tanto accanimento proprio sul maschio.
Forse sta cercando di combattere l’istinto che la spinge all’accoppiamento e
alla riproduzione.-
-Bella teoria.- replica Constance –Ma non ci porta più vicini di prima
alla nostra licantropa.-
Un cupo ringhio si
ode alle loro spalle.
-Forse siamo più vicini di quello che pensi.- si lascia sfuggire Simon
Stroud.
Sono lì davanti a te. Potresti saltar loro
addosso e ucciderli tutti prima che possano reagire e lo meriterebbero. Se
potessero loro ti ucciderebbero senza tanti complimenti.
Combatti
l’istinto che ti spinge a fuggire ed esci allo scoperto. Dalla tua gola esce un
ringhio di sfida e loro si voltano.
-Che mi venga…- esclama l’uomo biondo.
Dall’accento capisci che è americano come te.
Lo vedi estrarre la
pistola esattamente come la bionda accanto a lui.
-È lei!- esclama la donna –La nostra
licantropa.-
-Beh… che sia una lei, non c’è alcun
dubbio.- commenta il biondo –L’ultimo licantropo che ho incontrato non aveva
due tette come quelle.-
Avanzi
verso di loro. Vorresti parlare ma dalla gola ti esce solo un altro ringhio.
Senza
esitare di più i due biondi ti sparano. I proiettili dell’uomo non ti fanno
niente ma uno di quelli della donna ti colpisce alla spalla strappandoti un
ululato di dolore: è di maledetto argento. Non lascerai che ti colpisca
un'altra volta. Vogliono la violenza e l’avranno.
Con
un ululato di rabbia ti scagli contro di loro e li getti a terra. Strappi la
pistola alla bionda e l’afferri alla gola. I tuoi artigli aprono tagli da cui
escono rivoli di sangue.
-Fermati.-
A
parlare è stata la donna bruna. Finora è stata ferma da parte. Non sembra
spaventata da te. Dovrebbe.
-Tu non vuoi farci del male.- dice con voce
tranquilla.
Ti
blocchi e lasci andare la bionda poi ti rivolgi verso la bruna. Sta forse
cercando di confonderti? Non ci riuscirà. Ti scagli contro di lei ululando e la
scagli a terra. Le tue zanne calano sulla sua gola. Presto berranno il suo
sangue e assaggeranno la sua carne.
FINE CINQUANTACINQUESIMO EPISODIO
NOTE DELL’AUTORE
Cosa dire su
quest’episodio? Non molto a dire il vero.
1)
I Supernaturals un gruppo di “cattivi” più o
meno mostruosi e di origine soprannaturali creato dal nostro Valerio Pastore a
cui si deve anche l’ambiguo Conte di Salisgrave. Un sentito ringraziamento a
lui per il loro uso come alleati di Lilith.
2)
Larry Talbot altri non è che il classico Uomo
Lupo interpretato da Lon Chaney Jr. nell’omonimo film del 1941 ed in altri tre
film, per tacere del film comico “Il cervello di Frankenstein” dove i suoi
antagonisti sono Bud Abbott e Lou Costello meglio noti in Italia come Gianni e
Pinotto. Nel 2010 è uscito un remake de l’Uomo Lupo intitolato anche in Italia
“Wolfman” in cui Talbot era interpretato da Benicio del Toro.
3)
La poesia citata a inizio racconto è da molti
ritenuta un proverbio popolare, in realtà è stata scritta dallo sceneggiatore
Curt Siodmak proprio per il film “L’Uomo Lupo” del 1941 ed ha avuto così
successo da entrare nel mito popolare dei licantropi.
Nel prossimo episodio: che ne dite di una
vampira contro una licantropa? Se non vi basta, allora vi offro anche i
Supernaturals scatenati e… Dracula in persona.
A presto.
Carlo
Carlo