Chi lotta con i mostri deve guardarsi di non diventare,
così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l'abisso
scruterà dentro di te.
Friedrich
Wilhelm Nietzsche (1844 – 1900)
#49
DISSE IL RAGNO ALLA MOSCA
1.
L’Ispettore
della Polizia Metropolitana Constance Johanssen si risveglia con un gran mal di
testa. L’ultima cosa che ricorda sono due occhi rossi come braci in un androne
buio. Un sogno, deve essere stato un sogno perché questo è il suo appartamento,
lei è nel suo letto nuda e quella che spunta dal lenzuolo è la testa
dell’agente David Landers che si era portata a casa dopo averlo visto sconvolto
dalla vista dell’ultima vittima di quello che lei ritiene essere un serial
killer demoniaco.
Il suo
risveglio assieme a lui, la visita alla casa di Henry Walton e quell’essere
demoniaco con gli occhi di brace e la voce da oltretomba che diceva:
-Non
capita spesso che il cibo si presenti spontaneamente in tempo per la cena.-[1]
Tutto un
sogno, un incubo così vivido da sembrare vero. Si rivolge a Landers con parole
che le sembra di aver già pronunciato:
-Sveglia dormiglione, il lavoro ci aspetta.-
Gli tocca
la testa e questa rotola via finendo oltre il letto.
Per la prima volta da innumerevoli anni
Constance Johanssen grida.
È solo la
sua prontezza di riflessi che permette a Blade di aggrapparsi ad una tendina ed
evitare di finire al suolo dopo che Lilith, la Regina dei Vampiri, l’ha
proiettato fuori da una delle finestre dell’appartamento della sua ex ragazza
Safron Caulder.
Mentre sente il tessuto lacerarsi sotto
il suo peso si proietta contro la più vicina finestra e quindi dentro un appartamento.
Non perde tempo a scusarsi con gli inquilini e corre fuori: Safron è sola alle
prese con Lilith e potrebbe essere già troppo tardi.
Sale i
gradini di corsa e raggiunge l’appartamento di Safron in tempo per sentire la
voce della vampira:
-Il crocefisso è del tutto inutile contro di me, lurida
sgualdrina. Rassegnati: rimpiazzerai la non morta che hai ucciso.-
-Niente affatto.- urla Blade saltando addosso a Lilith e
colpendola ripetutamente con il suo coltello di legno.
-Ancora tu?-esclama la figlia di Dracula –Credevo di averti
già sistemato.-
-Ti sbagliavi.-
Lilith si
sbarazza facilmente di Blade ma è stata chiaramente ferita dai suoi assalti
anche se si sta già riprendendo. Blade si frappone tra lei e Safron.
-Vuoi davvero combattere per questa donna, Blade?- chiede la
vampira -Pensi davvero che ne valga la pena?-
-Contro di te? Sempre.- ribatte Blade.
-Molto bene e allora…-
Lilith non
termina la frase. Da sotto si sente il suono sempre più forte delle sirene
della Polizia.
-Sta arrivando troppa gente. Sei fortunato Blade che non
voglia attrarre troppa attenzione su di me in questo momento ma il confronto è
solo rimandato.-
Così
dicendo Lilith si trasforma in pipistrello e vola via mentre un’ancor
spaventata Safron si rifugia tra le braccia di Blade.
Il Rabbino
Elias Eshcol riflette sul fatto che solo pochi giorni fa difficilmente avrebbe
creduto che si sarebbe trovato in compagnia di una strega Voodoo, di uno zombie
e di un golem.
Sta
ascoltando dalle labbra del giovane Jason Adamson il resoconto delle sue
avventure con il Golem.
-Sono stato in corrispondenza con vostro zio.- dice poi a
Jason e sua sorella Rebecca –Abbiamo scambiato qualche idea su dove potesse
essere finito il Golem. Mai e poi mai avrei immaginato che la sua essenza vitale
l’avrebbe rianimato.-
-Crede davvero che il Golem sia in grado di sconfiggere quel
demone di cui ci ha parlato?- chiede Rebecca.
-Così dicono i testi che ho consultato e finora non hanno
mai sbagliato.-
Marie
Laveau smette di colpo di chiacchierare con Wayne Logan e si rivolge agli
altri:
-Dobbiamo andare: lui ha colpito ancora, l’ho sentito
chiaramente.-
-Sai dov’è?- chiede Wayne apparentemente incurante della
reazione di Rebecca alla familiarità che dimostra di avere con Marie.
-Il Golem può trovarlo.- afferma quest’ultima con sicurezza
–Lui ci guiderà.-
Eshcol
annuisce ma non può non chiedersi se una volta che l’avranno trovato non sarà
il demone a prevalere dopotutto.
2.
Se avesse una
mente in grado di andare oltre gli stimoli più elementari si chiederebbe cosa
fa qui e perché ma tutto quel che sente, tutto quel che la guida è la fame, una
fame a cui non riesce a resistere e che deve essere soddisfatta.
Finalmente
ha trovato una preda. Esce dall’oscurità che finora l’ha protetta. Gli
innocenti passanti urlano a vederla apparire e cominciano a scappare.
Ancora una
volta se possedesse una mente in grado di ragionare si chiederebbe perché
scappano al solo vederla, perché hanno paura di lei, ma non le importa di
questo, si cura solo della sua preda. Filamenti di ragnatela partono dal suo
corpo ed imprigionano la preda attirandola a sé. Nonostante la preda si dibatta
furiosamente, non riesce a spezzare i fili che la legano ed è attratta
inesorabilmente verso le sue fauci. Presto si nutrirà… presto.
Ode appena
il suono della voce e forse non comprende il significato di ciò ce dice:
-Ferma!-
Tuttavia si
ferma.
Per il
Sovrintendente Albert Eccles è la prima volta che gli capita di vedere
Constance Johanssen sconvolta o almeno qualcosa di molto simile. Se ne sta in
un angolo con indosso una vestaglia e senza neanche fumare o dire freddure
mentre gli uomini della Scientifica terminano i rilievi nella camera da letto e
nel resto della casa.
Eccles le si avvicina e le chiede:
-Allora l’ultima cosa che ricorda è…-
-Gli occhi di quell’essere e la sua voce, poi mi sono
svegliata qui, nel mio letto senza vestiti e con la testa di Landers sul
cuscino accanto al mio. Quel… quel mostro ha un macabro senso dell’umorismo.-
-Idee sul perché l’ha lasciata in vita?-
-E che ne so? Magari aveva mangiato troppo e voleva tenersi
da parte uno spuntino.-
-Ora inizio a riconoscerla, Johanssen.- commenta Eccles
–Abbiamo fatto irruzione nella casa di quel Walton e l’abbiamo trovata vuota…
beh non proprio vuota: nel seminterrato abbiamo trovato i cadaveri degli agenti
che erano con lei, mummificati e disposti a raggiera.-
-Anche… anche Landers?-
-No… del suo cadavere senza testa non c’era traccia. L’ha
portato con sé… oppure…-
-Salterà fuori prima o poi. Magari quando ritorna in ufficio
lo troverà seduto alla sua scrivania.-
-Non ne sarei affatto sorpreso.- conclude Eccles.
-Voglio vedere il luogo dove hanno trovato gli agenti
morti.-
-Ne è sicura?-
-Sicurissima.-
-Allora andiamo.-
La donna si
concede un sorriso per la prima volta.
-Beh… non uscirò di certo così, quindi se non avete voglia
di gustarvi lo spettacolo della mia vestizione, vi suggerirei di uscire di
qui.-
Uno dei
tecnici della Scientifica replica:
-Va bene, tanto qui abbiamo finito.-
Constance
sorride e aggiunge:
-Sicuro di non voler restare? Potrebbe essere uno spettacolo
indimenticabile ma ti avverto: tutti quelli che mi hanno vista nuda poi sono
morti atrocemente.-
Il
detective rimane perplesso chiedendosi se la donna sia seria o scherzi, poi
scuote la testa ed esce.
Mezz’ora
dopo Constance è pronta ed ha indosso anche il suo abituale impermeabile. Si
affianca ad Eccles e dice:
-Andiamo, abbiamo già perso fin troppo tempo.-
Quante
volte nella vostra vita vi è capitato di vedere un rabbino, una mulatta
semisvestita, un archeologo, una giornalista, uno studente ed un morto
rianimato seguire un gigante fatto d’argilla? Mai? La cosa non è affatto
sorprendente.
Elias
Eshcol sta appunto riflettendo sulla bizzarria della situazione quando si odono
delle grida. Possibile che abbiano già trovato il loro nemico?
Seguendo
l’eco delle grida il bizzarro gruppetto giunge sino ad una piccola piazza dove
quel che vedono strappa al Rabbino un’esclamazione:
-Non… non è possibile!-
3.
Questo è un
mondo strano, bisogna ammetterlo. Come è possibile stupirsi ancora dopo aver
visto uomini e donne con le ali o che si arrampicano sui muri, divinità
mitologiche ed entità spaziali? Eppure la vista di un ragno di proporzioni
umane lascia i presenti senza fiato.
Il rabbino
Eshcol non sa chi siano il giovanotto dai capelli biondi ed il gigantesco
indiano con tanto di barba e turbante che fronteggiano la bestia e non ha tempo
di pensarci su perché c’è un uomo che sta per essere divorato vivo da quel
ragno gigante.
-Bisogna fermarlo.- urla Rebecca Adamson.
Al suono
della sua voce il Golem si muove verso il ragno ma di colpo lo Zombie gli si
para davanti sbarrandogli la strada.
Non è opera di Marie Laveau: lo Zombie
agisce in maniera indipendente ed ha scelto lui di opporsi al Golem con cui sta
ingaggiando uno scontro. Non dovrebbe essere possibile ma è così, ma perché sta
accadendo? A meno che…
La Regina Voodoo di New Orleans si sta
ponendo la stessa domanda. Uno Zombie deve sempre obbedire al suo padrone e da
quel che lei ricorda, c’è sempre stato uno ed un solo motivo che in passato ha
spinto Simon Garth a ribellarsi a chi lo controllava.
-Sua figlia.- esclama –Non so come ma il ragno è la figlia
di Garth.-
La rivelazione
sembra bloccare il tempo. Nessuno si muove o parla poi il ragno abbandona la
sua preda e lentamente si avvicina a Simon Garth.
Lo avvolge
nella sua tela e lo strattona a terra per poi montargli sopra. Lo Zombie non
prova nemmeno a difendersi.
-Fate qualcosa.- urla Rebecca.
Fare
qualcosa per salvare un uomo che è già morto? Sembra ironico e comunque che
potrebbero fare contro quel mostro? È il Golem ad agire strappando il ragno
dalla sua preda e lo scaglia lontano. Simon Garth si rialza e lo afferra per il
collo.
Marie
Laveau non parla. Le sue labbra sono serrate, gli occhi socchiusi, poi ecco che
mormora qualcosa di incomprensibile e lo ripete più volte alzando il tono della
voce. Il ragno si blocca e lentamente comincia a cambiare mutando in una giovane
donna bionda che con un gemito crolla svenuta al suolo.
L’uomo
biondo e l’Indiano, ovvero Frank Drake e Taj Nital le corrono vicino e Drake si
sfila la giacca e la usa per coprire la ragazza. Alza gli occhi e vede lo
Zombie fermo davanti a lui e la donna al suo fianco.
-Marie Laveau.- esclama –Dimmi che non è opera tua questo
pasticcio.-
-Au contraire, mon ami.- replica la bella creola –Io vi ho
posto rimedio… almeno per ora. Suggerisco di andar via di qui e continuare il
discorso in un posto più appropriato.-
Mentre loro
parlano Simon Garth ha già sollevato la figlia tra le sue braccia.
Constance
Johanssen scuote la testa e si rialza dopo aver finito l’esame del pavimento
del sotterraneo della casa di Henry Walton.
-Qui c’era un pentacolo.- dice -Ma non è bastato a fermare
la creatura che vi è stata evocata. Bisogna stare attenti con gli Antichi. Temo
che il vero Henry Walton non esista più, consumato dal demone che ha
richiamato.-
-Ma perché quella creatura se n’è andata da questo rifugio?-
-Forse perché pensava fosse ormai bruciato o forse…-
-Forse?-
-Forse non ne ha più bisogno perché è finalmente pronto per
qualunque cosa voglia fare. Temo che avremo bisogno di uno specialista in
demoni ed esorcismi.-
-Chiamo Romany Wisdom.-
-Ho paura che non basterà. Forse è troppo tardi anche per
Daimon Hellstrom.-
In quel
momento entra un agente in uniforme:
-Abbiamo notizie sul corpo dell’agente Landers.-
-E dove sarebbe?- chiede subito Constance –Dove?-
E quando
l’agente glielo dice sul volto della donna si disegna un’espressione perplessa.
Il sole
cala all’orizzonte e le creature della notte si risvegliano. Rachel Van Helsing
contempla il panorama intorno a lei. Regina del Cimitero, pensa con ironia, non
era così che pensava che sarebbe finita. Maledetto Dracula, maledetto per
avermi resa una non-morta, pensa, e maledetta me perché ci provo gusto ad
essere quello che sono. Né Wolverine[2] né
Frank Drake sono riusciti ad ucciderla definitivamente e il suo istinto la spinge
a continuare questa parodia di vita e le impedisce di uccidersi con le sue
stesse mani. In fondo sarebbe facile: basterebbe non rientrare nella sua tomba
all’alba e lasciare che il sole la bagni coi suoi raggi riducendola in cenere
finissima, polvere che si disperderebbe al vento.
No…
respinge con forza il pensiero: lei è Rachel Van Helsing e seguirà il suo
destino fino in fondo, dovunque la porti il sentiero su cui si è trovata.
Si rivolge
al suo branco, i vampiri che le debbono obbedienza:
-È l’ora della caccia, andiamo.-
4.
La riunione a Villa Harker ha
indubbiamente qualcosa di bizzarro perché non accade tutti i giorni di vedere
insieme: un vampiro, uno zombie e un golem, per tacere degli altri.
Donna Garth
si è rivestita e siede accanto a Blade con le mani strette sulle gambe e la
testa china. Poco discosta Safron Caulder li osserva senza manifestare emozioni
particolari.
-… e così seguendo la scia lasciata dove avevamo trovato i
vestiti stracciati di Donna siamo arrivati dove ci siamo incontrati.- sta
spiegando Frank Drake –Il resto lo sapete.-
-Sarai contento Blade.- commenta con voce amara Donna
–Niente bambini per noi: quello che aspettava di uscire era solo un grosso
ragno affamato. Magari se ritorna puoi divertirti a farlo a pezzi con le tue
lame.-
-Non dire sciocchezze.- replica il cacciatore di vampiri
–Non avverrà mai.-
Il telefono
del dottor Charles Seward squilla ed il giovane patologo risponde prontamente.
Dopo una breve conversazione si rivolge agli altri:
-Era il laboratorio. A quanto sembra hanno trovato nel
sangue di Miss Garth tracce di un composto chimico con DNA di ragno.-
-Cosa?- esclama la ragazza –Ma com’è possibile?-
-Da quel che ho capito, era il residuo di un composto che le
era stato iniettato diverso tempo fa. Ricorda niente del genere?-
-Io… ora ricordo: anni fa ad Haiti mi risvegliai per strada
con i vestiti stracciati. Avevo sognato di essere un ragno e che avevo lottato
con mio padre. Era tutto vero, tutto vero!-[3] le
ultime parole sono gridate in tono isterico.
-Cosa può aver provocato questa mutazione?- chiede,
perplesso, Frank.
-Magia.- sentenzia con sicurezza Marie Laveau –La colpa è
del nostro nemico: la sua aura sostiene il male che è nel cuore degli uomini.-
-Credo che abbia ragione.- interviene Hannibal King –Sono
alcuni giorni che la mia sete di sangue è aumentata e devo farmi sempre più
forza per evitare di cedere e attaccare qualcuno.-
-Non puoi fare qualcosa?- chiede Blade a Marie Laveau.
La Regina
Voodoo di New Orleans scuote la testa.
-Riesco a tenere sotto controllo il ragno che è in Miss
Garth solo perché in qualche modo la sua mutazione è legata ad Haiti e lei è
sensibile alle forze del Voodoo, ma non so quanto durerà. Il nostro nemico
diventa sempre più forte e così la sua influenza.-
-Per questo ho chiesto un aiuto... diciamo così…
specialistico- dice Frank –Spero che non tardi ad arrivare.-
Il suono
del campanello sottolinea le sue parole. È Taj Nital ad aprire la pesante porta
di quercia e far entrare due donne. Una è l’Ispettore Katherine Fraser e
l’altra…
-Spero che ricordiate Victoria Bentley.- conclude Frank
presentando una giovane elegante dai fluenti capelli neri –La migliore maga che
ho potuto rintracciare sul suolo inglese.-
Nella sua
stanza di uno dei migliori hotel di Londra Victoria Bentley stava preparando i
bagagli e si apprestava a tornare nel suo castello in Cornovaglia. Sicuramente
Stephen Strange avrebbe avuto da obiettare al suo indulgere nel lusso e nel
godersi le cose belle della vita, ma lei doveva ammettere di non essere portata
per l’ascetismo. In questo la pensava quasi come Alistair Crowley e
probabilmente Stephen ne sarebbe rimasto scandalizzato. Pensare a Strange le
fece calare un velo di tristezza sugli occhi. Era stata innamorata senza
speranza di lui fino a che Dane Whitman era entrato nella sua vita ma anche con
lui le cose non erano andate bene. Forse il destino le aveva riservato una vita
di solitudine?
Le sue
riflessioni furono interrotte da una telefonata. Ancora prima di rispondere
sapeva che il suo viaggio di ritorno sarebbe stato rimandato e che avrebbe
affrontato nuovi pericoli. Strano a dirsi ne fu quasi sollevata.
-Mi dica Mr. Drake.- furono le prime parole che disse al suo
interlocutore dall’altra parte e sorrise di fronte alla sua reazione –No,
nessuna magia, ho solo memorizzato il suo numero nella rubrica e l’ho
riconosciuto. Che posso fare per lei?-
E quando le
venne raccontato cosa stava succedendo, la reazione di Victoria fu:
-Arrivo immediatamente.
La
Cornovaglia avrebbe aspettato ancora un po’.
Victoria
Bentley squadra i presenti e non si mostra particolarmente sorpresa.
-Ho sentito parlare di te.- commenta Marie Laveau –Eri
discepola del Dottor Strange.-
-Ed io ho sentito parlare di te da Stephen.- ribatte Victoria
–Una volta l’hai ingannato facendolo diventare un licantropo[4] e
poi hai reso tuo schiavo suo fratello.-[5]
-Sai com’è: una ragazza deve pur sopravvivere.-
Victoria la
ignora e si ferma davanti a Donna Garth.
-Sì, c’è della magia all’opera, una magia molto forte ma
forse posso…-
Prima che
possa dire altro, il campanello suona ancora. Stavolta sulla soglia ci sono
l’Ispettore Capo Chelm, il Sovrintendente Eccles e l’Ispettore Constance
Johanssen.
-Che sta succedendo?- chiede, sorpreso, Frank Drake.
-Da quanto tempo non scende nei sotterranei?- chiede
bruscamente Constance.
-Io…. Da ieri pomeriggio.- risponde Frank –Ma lei chi…-
Senza
aspettare risposta la poliziotta imbocca le scale con decisione.
-Ehi ma…-
-Lasciala fare Frank.- gli dice Kate –Sa quel che fa… almeno
credo.-
-Ho la sensazione che faremmo meglio a seguirli.- interviene
Victoria.
-Ho la stessa sensazione anch’io.- aggiunge Marie Laveau.
In breve
tutti seguono Constance Johanssen nel sotterraneo dove solitamente i cacciatori
di vampiri si allenano e qui tutti rimangono bloccati dallo spettacolo che si
presenta loro: nel centro del salone è appeso ad un gancio un cadavere senza
testa con l’uniforme da poliziotto.
-David.- si lascia sfuggire Constance ed avanza verso il
corpo.
-Ciao
Connie, è un piacere rivederti.-
La voce è
arrivata dal punto in cui ci sarebbe stata la bocca se il cadavere avesse
ancora la testa. La poliziotta di blocca di colpo e davanti ai suoi occhi ed a
quelli degli altri il cadavere si muove, si stacca dal gancio e salta a terra
mentre al posto della testa si condensa una specie di nebbia rossa da cui esce
ancora la stessa voce:
-È
un piacere vedere qui alcune facce note ed altre sconosciute. So che mi
cercavate ed ho pensato che sarebbe stato gentile da parte mia farmi trovare.-
Il cadavere
rianimato viene avvolto da altissime fiamme che lo consumano i meno di un
secondo mentre al suo posto si forma una figura dalle sembianze maschili, nuda,
dalla pelle rossa, la testa sovrastata da lunghe corna ricurve e le zampe caprine,
-Io
sono Y’Garon, signore della Triade.-
5.
Dicono che
i vampiri non sognano ma se fosse vero, allora perché Lilith, figlia di Dracula
e Signora dei Vampiri si sveglierebbe urlando dalla sua catalessi con la
sensazione di un pericolo imminente?
Come sempre
accade coi sogni, i dettagli si fanno via via più confusi man mano che il
risveglio diventa pieno ed ora tutto quello che Lilith ricorda della sua
visione è il Diavolo che rideva di lei e diceva:
-Il
tuo regno è solo illusione e presto sarà solo polvere, il mio durerà per
l’eternità.-
Lilith
abbandona il suo giaciglio con la precisa sensazione di aver avuto una
premonizione o peggio.
Si
precipita nella stanza dove tiene prigioniera la ragazzina di nome Ariann
Wright e la trova sveglia.
-Cosa sta succedendo?- urla scuotendola –Tu lo sai, lo so
che lo sai.-
Per la
prima volta da quando Lilith ha ucciso il suo bisnonno Ariann sorride.
-Quello che so…- dice -… è che dovresti aver paura.
L’Inferno sta per farti un brutto scherzo: se tutti noi sopravvivremo a questa
notte, la tua paura peggiore diventerà realtà.-
-NO!- urla Lilith –Devo impedirlo… devo!-
Non è vero
che i vampiri non sognano, alcuni hanno anche gli incubi.
Angel
O’Hara stringe a sé il figlio Ted. Un brivido le è passato lungo la schiena e
non sa spiegarsi il perché. Se fosse cosciente del legame che la lega a Lilith
forse la giovane irlandese capirebbe, ma è inconsapevole di essere la schiava e
talvolta corpo ospite della figlia di Dracula. Non che se lo sapesse le cose le
apparirebbe migliori e forse l’ignoranza è davvero una benedizione
Dovrebbe
essere ridicolo… chi ormai ha più paura della tradizionale immagine del Diavolo
di colore rosso, con le corna sulla testa ed i pedi caprini? Perché aver paura
di qualcosa che è buono giusto per mascherarsi a Halloween?
Dovrebbe
essere ridicolo… ma non lo è.
-Siete
in tanti, mi compiaccio.- dice
il demone chiamato Y’Garon –Streghe, maghe,
esseri soprannaturali, un miscuglio davvero interessante. Vedo anche tra voi
alcuni che ho incontrato in passato come la deliziosa Kate Fraser e l’ignaro
Ispettore Chelm, per tacere della ruvida Constance Johanssen, la cui forza
vitale ho di recente assaggiato con piacere. Altri, come Blade, hanno
interferito coi miei fratelli. Nessuno di voi è alla mia altezza.-
-Io… ora mi ricordo di te.- esclama Kate Fraser -Volevi
sacrificarmi per richiamare i tuoi fratelli ma… ma Dracula mi ha salvato.-[6]
-Un
semplice colpo di fortuna, se non fosse stato per quello, anche il Signore dei
Vampiri non avrebbe prevalso.-
-Eppure… ti ha sconfitto.- interviene Elias Eshcol –E anche
altri l’hanno fatto in passato non è forse vero? Non sei così invincibile come
vuoi far credere.-
-Rabbino…
mi stai annoiando.-
Solo la
formidabile velocità di Hannibal King porta Eshcol fuori tiro da una scarica
proveniente dall’indice di Y’Garon, che l’avrebbe sicuramente ridotto in
cenere.
Il demone
non se ne cura. Fa un gesto con le dita e sul pavimento del salone appare una
pozza circolare piena di liquido ribollente in cui si agitano mostruosi
tentacoli.
-I
miei fratelli stanno per tornare ed il vostro sangue sarà la chiave che aprirà
l’ultima porta.-
I quattro
poliziotti gli sparano all’unisono ma il demone ride divertito.
-Tutto
qui? Mi dispiace per voi ma piombo e teflon sono inutili contro di me.-
-Il ferro.- urla Eshcol –Il ferro è la sua debolezza.-
Frank Drake
balza verso una parete e da una panoplia estrae un’antica e pesante spada con
cui si avventa sul demone.
-Ho acquistato questo spadone ad un’asta di cimeli celtici.-
dice –Ma non immaginavo certo di servirmene.-
Affonda la
lama nel fianco di Y’Garon, che per la prima volta da secoli urla di dolore, ma
prima che Frank possa vibrare un altro fendente, il demone approfitta del fatto
che è impacciato dalla pesante arma per colpirlo al polso costringendolo a
mollarla, per poi afferrarlo al collo.
Quali che
siano le sue intenzioni non ha modo di portarle a termine: Hannibal King gli
balza addosso ma Y’Garon è rapido nell’afferrare anche lui per il collo.
-Cos’è
che abbiamo qui?- dice
tenendoli sollevati dal suolo –Vediamo un po’: tu,
Frank Drake, porti con te i simboli del tuo casato ma ne rifiuti il retaggio e
tu, Hannibal King, sei un vampiro che si rifiuta di seguire la sua vera natura.
Forse posso fare qualcosa per rimediare a queste anomalie.-
Una vampata
di fuoco avvolge Frank e King fino a nasconderli completamente agli occhi dei
presenti mentre le loro urla sono sepolte dalla sinistra risata di Y’Garon che echeggia
nel salone, poi il fuoco cessa e il discendente di Dracula ed il vampiro
riluttante non ci sono più. Al loro posto c’è la figura di un uomo alto vestito
di scuro, dai capelli neri, il volto affilato ed il naso aquilino sotto cui
spuntano due folti baffi.
Una figura
che i presenti riconoscono con raccapriccio. Passa qualche istante prima che
Kate Fraser pronunci il nome che tutti temono:
-Dracula!-
FINE QUARANTANOVESIMO EPISODIO
NOTE DELL’AUTORE
Che dire?
Forse il colpo di scena finale non appare poi tanto sorprendente ma non è detto
che le cose siano così semplici come potrebbe sembrare. Restate sintonizzati e
ne saprete di più
Nel
prossimo episodio: è ancora possibile fermare Y’Garon ed impedire il ritorno
dei suoi fratelli? E quale sarà il ruolo del rinato Dracula? Scoprite la
risposta nel nostro scoppiettante cinquantesimo episodio.
Carlo
Carlo
[1] Ultimo episodio.
[2] Nell’ormai leggendario X-Men Annual #5 (In Italia su Star Magazine Oro #6).
[3] E in effetti accadde in Tales of the Zombie #2 (In Italia su Corriere della Paura #7).
[4] Su Marvel Team Up Vol. 1° #81/81 (In Italia su Settimanale dell’Uomo Ragno #13/14).
[5] Su Doctor Strange Sorcerer Supreme #14/18 inediti in Italia.
[6] Su Giant Size Dracula #2 (In Italia su Dracula, Corno, #12).