Il male ha molte forme. Si può credere di conoscerlo, ma non è mai vero fino in fondo.

A volte il Male è più vicino di quanto sembra e quando lo riconosciamo è spesso troppo tardi.

 

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#44

 

SANGUE DI VAMPIRO

 

 

1.

 

 

                        Mi chiamo Hannibal King e sono un investigatore privato. Sì, proprio quel tipo di personaggio romantico dei romanzi di Raymond Chandler e Dashiell Hammett che sotto una scorza cinica mantiene intatta la sua integrità morale in un mondo duro e corrotto. A dire il vero più che di complicati intrighi con tanto di morti ammazzati a tutto spiano o caccia a leggendarie statue che sono la chiave di favolose ricchezze, mi occupavo della solita routine di tradimenti coniugali e spionaggio industriale, poi un giorno incontrai un uomo dai capelli bianchi e la mia vita cambiò.

            A dire il vero, sarebbe più corretto dire che la mia vita finì e ne cominciò una nuova e non sto parlando in senso metaforico L’uomo chiamato Deacon Frost altro non era che un vampiro… sì proprio quei succhiasangue che sono diventati tanto popolari negli ultimi anni. Esistono ma non sono così patinati come nei film, sono creature spietate e pericolose per i quali gli esseri umani non sono altro che bestiame buono per il loro nutrimento. Credetemi, io lo so… perché sono uno di loro adesso ed ogni notte in cui mi sveglio dal sonno della morte e riprendo la mia parodia di vita lotto contro la sete di sangue temendo il giorno in cui cederò al mio lato oscuro.

            Mi ero allontanato da Scotland Yard mentre l’Ispettore Capo Chelm interrogava Michael Morbius. Non mi interessava quel che il vampiro vivente aveva da dire e mi sono confuso tra la folla della sera londinese illudendomi di essere come gli altri, ma ora che sono di ritorno mi accorgo che qualcosa è successo durante la mia assenza. Sembra che si sia combattuta una piccola guerra… ma la cosa più sorprendente è che assieme ai mie amici c’è Lilith, la Signora dei Vampiri. Che ci fa qui la nostra principale nemica? Non avranno fatto un altro patto con lei come in quella faccenda della Madre dei Demoni?[1]

-Che è successo?- chiedo.

-Siamo stati assaliti da una nuova specie di vampiri creata da Deacon Frost.- mi risponde Frank Drake e mi fa un rapido riassunto dell’assalto dei vampiri di Frost guidati da un doppelganger di Rachel Van Helsing e di come li hanno sconfitti.[2]

-A quanto pare sono invulnerabili a tutto tranne che a un fattore presente nel sangue di Morbius.- conclude Frank -Ora lui e Seward sono nei laboratori della Polizia che tentano di sintetizzare quel fattore per usarlo come arma per quando li andremo a stanare. Cosa che Lilith insiste che facciamo alla svelta.-

-Ti fidi di lei?-

-No, naturalmente. Ha bisogno di noi e sarà leale finché le converrà, ma dopo… in ogni caso anche noi abbiamo bisogno di lei perché sa dove si trova Frost e noi no.-

-La terrò d’occhio.-

-E non perdere di vista neanche Simon Stroud è caduto sotto la malia di Lilith e potrebbe schierarsi con lei-

-Sta tranquillo.-

 

            Il Dottor Charles Seward, patologo forense specializzato in vampiri, osserva il dottor Michael Morbius, forse il miglior ematologo vivente, districarsi rapidamente tra le provette. Cerca di non pensare alla sua pelle color latte, agli occhi rossi ed ai canini, di dimenticare che mentre cercava di curarsi da una rara malattia del sangue Morbius è stato trasformato in un vampiro vivente e che da un momento all’altro la maledizione della sete di sangue potrebbe prendere il sopravvento e lui sarebbe il primo ad essere in pericolo.

-Ce l’ho fatta.- proclama Morbius soddisfatto –Credo di aver isolato il fattore nel mio sangue che ci permetterà di distruggere i vampiri di Frost.-

-Crede?- replica Seward con aria scettica.

-Questo è il massimo che potevo fare nel poco tempo che avevamo a disposizione. Non c’è tempo nemmeno per testarlo. Dovremo provarne l’efficacia sul campo.-

            Ed è questo che mi preoccupa, pensa Seward.

 

            Frankenstein contro Dracula… potrebbe essere il titolo di un vecchio film horror della Universal o di uno meno vecchio della Hammer. Solo che qui non ci sono Boris Karloff e Bela Lugosi truccati per la parte. No: qui è tutto vero.

            La creatura che avanza verso le due vampire non è il tragico antieroe senza cervello e parola dei film ma una creatura intelligente anche se non meno tragica e quella contro cui si appresta a combattere non è nemmeno la vera Lilith Dracula ma un suo doppelganger creato da Deacon Frost.

-Fatti da parte, patetica creatura.- proclama la presunta Lilith –Non sei alla mia altezza.-

-Questo è da vedersi.- replica la creatura che ama farsi chiamare Adam Dippel –Di solito non colpisco le signore, ma come dice la battuta: tu non sei una signora-

            Così dicendo, assesta al doppelganger un colpo che avrebbe staccato la testa di un normale essere umano. La presunta Lilith viene solo sbalzata indietro di qualche metro poi si rialza apparentemente incolume.

-Così, forse sei una sfida alla mia altezza.- dice sogghignando –Molto bene… molto bene davvero.-

 

 

2.

 

 

            I presenti potrebbero giurare che c’è della preoccupazione nel volto di Deacon Frost mentre osserva il corpo davanti a sé. Solo pochi minuti fa Lilith Dracula lo stava minacciando, poi si è irrigidita di colpo ed è caduta riversa sulla schiena.

            Lo scienziato che c’è ancora nel vampiro dai capelli bianchi è incuriosito da quanto è accaduto. L’assenza di segni vitali non significa niente per una vampira: sono più di 500 anni che il suo cuore ha smesso di battere ed i suoi polmoni di pompare aria. Tuttavia sembra caduta in una catalessi simile a quella in cui i vampiri cadono durante le ore di luce, un inconveniente a cui la figlia di Dracula non sembrava sottoposta.

-Lilith… mi senti?- prova a chiamarla senza ricevere risposta.

            Eppure i suoi occhi sembrano fissarlo irridenti.

 

            Da un’altra parte, un’altra Lilith si porta le mani alle tempie come se fosse in preda ad un forte mal di testa.

            Istintivamente Katherine Fraser, che le è accanto, allunga una mano a sfiorarle una spalla.

-Stai bene?- le chiede.

            La vampira allontana la mano come se scottasse.

-Non… mi… toccare!- urla.

            Kate rimane ferma. Il contatto è durato meno di un secondo ma il suo maledetto potere psicometrico è entrato comunque in azione. La sua mente è affollata di immagini confuse e contradditorie. Lilith mutata in vampira da una zingara, una ragazza incinta dai capelli rossi che urla il suo odio ad un uomo più anziano, ancora Lilith che affonda i suoi canini nel collo di quello stesso uomo, di nuovo la ragazza dai capelli rossi che stringe al petto un bambino appena nato.

            Le gambe di Kate tremano, la vista le si appanna e lei deve appoggiarsi alla vicina Rolls Royce di Frank Drake.

-Che succede?- chiede quest’ultimo arrivando di corsa -Stai bene Kate?- poi si rivolge a Lilith –Che cosa lei hai fatto?-

            Lilith sogghigna divertita.

-Io? Nulla “nipote”. Ha fatto tutto da sola.-

-Dice la verità, Frank.- interviene Kate -È passata adesso.-

-Sei sicura di voler venire?- le chiede Frank abbracciandola –Forse dovresti…-

-Sono perfettamente in grado di cavarmela.- ribatte lei sciogliendosi dall’abbraccio.

-Questa tenerezza verso i deboli esseri umani è una debolezza che ti sarà fatale un giorno, nipote.- commenta Lilith rivolta a Frank.

-Nel caso non l’avessi notato, mia cara zia…- ribatte, sferzante -…anch’io sono un debole essere umano.-

-A questo potrebbe esser posto rimedio facilmente, Frank. Anche tu sei un Dracula e dovresti accettare la tua eredità, non combatterla.-

-Tu dici questo? Tu che hai combattuto tuo padre per tutta la tua non vita di vampira? Volevi davvero la sua morte o che ti accettasse come figlia? Beh, stai tranquilla, nessuno può più dubitare che tu sia una Dracula. Sei proprio come lui.-

            Lilith tace, come se stesse riflettendo sulle parole del discendente del suo fratellastro, poi si rivolge al gruppo di cacciatori di vampiri davanti a lei:

-Salite sulle vostre auto e seguitemi. Vi guiderò al rifugio di Deacon Frost e lì mi aiuterete a sconfiggerlo. Dopo… dopo sarà quel che deve essere-

            Si trasforma in pipistrello e comincia a volare.

 

            Nell’appartamento che hanno affittato da quando lei, sua sorella e il loro bizzarro accompagnatore sono arrivati in Inghilterra, Viktoria Von Frankenstein non riesce a dormire e quale che sia la ragione della sua inquietudine, l’ha trasmessa alla solitamente più compassata sorella Veronika.

-Che ti prende?- le chiede infine.

-Lui è là fuori.- risponde Viktoria –E non è ancora tornato.-

-Parli di Adam? Non dirmi che sei preoccupata per lui… per una creatura che ha attraversato indenne più di due secoli ed tornata dalla morte, seppur apparente, almeno tre volte?-

-Non è una creatura, è un uomo… e non gliel’ho detto abbastanza spesso.-

-Mio Dio… non sarai mica innamorata di lui, vero? Sarebbe divertente: un po’ come la bella e la bestia. Solo che stavolta non basterà l’amore a dare sembianze umane al mostro.-

-Taci!-

            Furiosa, Viktoria vibra un manrovescio alla sorella, che in silenzio si massaggia la guancia. Infine Veronika parla:

-Va bene, lo ammetto, ho esagerato, scusa. Comunque sbagli a preoccuparti per lui. Uno grande e grosso come Adam può uscire indenne da ogni pericolo.-

-Anche se avesse incontrato Deacon Frost?- ribatte Viktoria –O un’intera legione di vampiri?-

            Veronika non sa cosa rispondere.

 

 

3.

 

 

            L’uomo o creatura, chiamatelo come volete, oggetto delle preoccupazioni di Viktoria Von Frankenstein in questo momento effettivamente sta combattendo contro i vampiri di Deacon Frost… anche se non sono esattamente il solito tipo di vampiri.

            Colui che si fa chiamare Adam Dippel non può saperlo ma quella che ha contro non è la vera Lilith bensì un suo doppelganger creato dal vampiro dai capelli bianchi. Poco importa, perché di Lilith ha i poteri, i ricordi e la coscienza… o meglio la sua mancanza.

            Il Doppelganger riesce a morderlo sul collo e quando si ritrae…

-Il tuo sangue sa di acido.- dice -È amaro come la morte.-

-Che brutta cosa da dire ad un uomo.- replica il Mostro di Frankenstein e la colpisce con un pugno che la fa volare dall’altra parte del viale.

            Non la terrà occupata a lungo, pensa, devo trovare un modo di risolvere questa situazione una volta per tutte, ma come? Si volge a guardare i suoi involontari alleati: i vampiri Lord Ruthven e Sir Francis Varney impegnati contro il doppelganger di Carmilla Von Karnstein.

            Neanche loro se la passano bene, pare. Questa specie di vampiri sembra invincibile, ma lui non è abituato ad arrendersi e non comincerà certo adesso.

 

            Donna Garth si mostra irremovibile:

-Verrò con voi, è deciso e non cambierò idea.-

-Sarà una cosa molto pericolosa.- ribatte Blade –Sei stata fortunata a non essere stata a Scotland Yard quando c’è stato l’attacco dei vampiri di Frost. Qui si tratta di andare ad infilarci nella tana del lupo ed il tuo solo talento…-

-Attento a quel che stai per dire… Eric.-

            Alle loro spalle si odono dei risolini e Blade si trattiene a stento dall’esplodere

-… il tuo solo talento…- conclude -… consiste nel comandare tuo padre tramutato in zombie, ma lui è in una tomba a migliaia di chilometri da qui e non può aiutarti.-

-Questo è da vedersi. In ogni caso non resterò indietro. Datemi qualcuna delle vostre armi speciali e farò la mia parte come tutti.-

            Frank Drake avanza porgendo a Donna l’armamentario da cacciatrice di vampiri e Blade lo guarda torvo ma non obietta più.

            Sopra di loro Lilith, in forma di pipistrello, vola in cerchio, sempre più impaziente.

 

            La Rolls Royce guidata da Taj Nital ospita Frank Drake, Kate Fraser, Blade e Donna Garth. Nelle auto che li seguono ci sono l’Ispettore Chelm, Hannibal King, Arthur Holmwood, Morbius, Simon Stroud e diversi poliziotti.

-Questa è una Phantom Black.- esclama, ammirata, Donna –Ho sentito dire che ne esistono solo 25 esemplari. Come hai fatto ad averne una?-

-Diciamo che ho venduto le azioni giuste al momento giusto.- taglia corto Frank.

            I suoi occhi non perdono di vista la sagoma del pipistrello in cui si è trasformata Lilith e così fa anche Taj svolta dopo svolta.

-Siamo nei pressi del Parlamento.- commenta Frank –Possibile che…-

            Si interrompe di colpo perché al chiarore dei lampioni gli si è parata una scena: due vampire in lotta contro altri tre soggetti e lui li conosce tutti.

            Sono arrivati alla loro meta.

 

 

4.

 

 

            Perfino dei vampiri possono rimanere sorpresi vedendo arrivare una Rolls Royce Phantom Black e l’attimo in cui si fermano basta a Frank Drake ed ai suoi amici per scendere dall’auto ed agire.

            Frank Drake è il primo a sparare dalla sua balestra un dardo che coglie al cuore il doppelganger di Carmilla Von Karnstein che urla riducendosi in polvere sotto gli occhi sorpresi dei presenti.

            Il doppelganger di Lilith fa per lanciarsi su di loro ma Adam Dippel la afferra per le braccia con una stretta ferrea.

-Fatela fuori.- dice rivolto ai nuovi arrivati.

            Blade non se lo fa ripetere due volte. Uno dei suoi coltelli vola nell’aria e si conficca nel petto della pseudo vampira proprio mentre stava per trasformarsi in nebbia… forse è per questo che non viene uccisa immediatamente.

            Cade al suolo e Blade è svelto a raggiungerla e sollevarle la testa afferrandola per i capelli.

-Guardami.- le dice –Il mio sarà l’ultimo volto che vedrai prima di morire una volta per tutte.-

-Ti aspetti che supplichi?- ribatte la pseudo Lilith –Illuso.-

-Mi aspetto che tu muoia.-

            Con gesto rapido le taglia la gola con un’altra lama. Con una vampira normale sarebbe stato un gesto inutile ma con questo tipo di vampiri la lama trattata con l’enzima presente nel sangue di Morbius basta a far dissolvere l’essere mentre lancia un urlo atroce.

            Nel frattempo sono arrivati tutti gli altri. La reazione di Morbius alla vista di Adam Dippel è quantomeno curiosa:

-Credevo che il Mostro di Frankenstein fosse una creatura letteraria.-

-Come il Conte Dracula e i suoi vampiri?- ribatte Adam.

-Toccato.- ammette Morbius –Ormai non dovrei stupirmi più di niente.-

-Se avete finito di fare conversazione… li apostrofa Frank -… abbiamo ancora un lavoro da fare.

- E di loro che ne facciamo?- interviene Blade indicando Ruthven e Varney –Io li farei fuori subito.-

-Possono esserci utili come alleati.- Replica Frank -Dopotutto sono al servizio di Lilith… a proposito… che fine ha fatto?-

            In un vicolo vicino un corpo cade a terra. Ma se a cadere è stata Lilith, Signora dei Vampiri, a rialzarsi è una stordita e confusa Angel O’Hara,

 

            All’interno della villa di Frost Lilith Dracula apre gli occhi di colpo. Ha funzionato, pensa, il suo legame psichico con Angel O’Hara ha permesso al suo spirito di prendere possesso del corpo dell’inconsapevole ragazza e rimodellarlo ad immagine del suo. Ora Angel sta seguendo un comando postipnotico e si sta dirigendo a casa dove si metterà a letto e l’indomani si sveglierà senza ricordare nulla.

            Lilith si mette a sedere e si rivolge a Frost.

-Sei finito, Frost, i tuoi sogni stanno per diventare polvere adesso.-

            Come a sottolineare le sue parole, si odono dei tonfi contro la porta d’ingresso.

 

            All’esterno, senza perdere altro tempo Adam Dippel percorre il breve vialetto d’ingresso e si avvicina al portone.

-Beh… che aspettate?- chiede ai vampiri dietro a lui.

-Noi…- inizia Varney.

-Non possiamo entrare in case dove non siamo stati invitati.- conclude Ruthven –fa parte delle nostre limitazioni.-

-Temo che abbiano ragione.- aggiunge, sconsolato, Hannibal King.

-Ma è assurdo.- commenta Adam, poi sferra un calcio contro il portone che esce dai cardini con uno schianto.

            Con un balzo la Creatura di Frankenstein è dentro la villa si rivolge ancora ai vampiri:

-Vi invito io: entrate, che state aspettando?-

            Non resta ad attendere e si inoltra per il corridoio. Deacon Frost ormai deve sapere che sono lì e certamente ha preso delle contromisure. Non serviranno a nulla: niente e nessuno gli impedirà di staccargli la testa dal collo questa volta.

 

 

5.

 

 

            La voce cavernosa rimbomba nella villa.

-Frost… dove sei? Sto venendo a prenderti, sporco bastardo di un vampiro!-

            Quella voce… Deacon Frost la riconosce: il Mostro di Frankenstein. Anche lui è qui con i suoi nemici. Se ne sbarazzerà mai?

            Lilith ride.

-Hai paura, Frost?- chiede al suo avversario –Dovresti: i tuoi nemici, quegli stessi che credevi di aver eliminato hanno sconfitto i tuoi schiavi e ora sono qui a presentarti il conto.-

-Tu, maledetta!- urla il vampiro dai capelli bianchi –Questa è opera tua, non è vero? Come hai fatto? Come li hai portati qui?-

-Non lo saprai mai. Il tuo regno è finito prima ancora di cominciare.-

            Furente, Frost si rivolge ai suoi schiavi:

-Fermateli… uccideteli tutti!-

            Sul volto della figlia di Dracula un ghigno beffardo.

 

            È proprio Adam Dippel a vederli apparire: gli uomini pipistrello, folli ibridi creati da Frost basandosi sulle ricerche dello stesso uomo che gli ha dato la vita, il Barone Viktor Von Frankenstein. Non si ferma e li travolge come birilli continuando la sua marcia. Gli si attaccano a braccia e gambe ma lui non si ferma e se li scrolla di dosso come insetti fastidiosi.

            Alle sue spalle Frank Drake, l’Ispettore Chelm e tutto il resto del gruppo di cacciatori di vampiri arrivano falciando i mostri di Frost uno dopo l’altro.

-Frost è nel sotterraneo.- dice Frank –Ne sono certo.-

-Allora andiamo.- replica Blade -È da tanto che aspetto di chiudere i conti con lui.-

-E non sei il solo.- aggiunge Hannibal King.

            Blade osserva Donna Garth e non può non essere ammirato dal modo in cui affronta i vampiri umanoidi di Frost senza mostrare timore e li colpisce uno dopo l’altro. Dopo tutto questo tempo ha davvero trovato una donna adatta ad essere la sua compagna?

            Michael Morbius si guarda intorno. Dentro di sé è ancora uno scienziato razionale. Sa che il soprannaturale esiste ma fatica ad accettarlo. In ogni modo quelle creature ibride sono un affronto sia alla scienza che conosce che alle leggi ultraterrene. Non prova rimorso a distruggerle… o almeno è quanto si ripete.

            Lord Ruthven e Sir Francis Varney seguono le emanazioni mentali della loro Signora, consapevoli che l’insolita alleanza con i cacciatori di vampiri è destinata a non durare.

            Davanti a tutti loro un pesante portone di quercia che resiste solo pochi secondi davanti alla furia del Mostro di Frankenstein.

            E finalmente ecco il laboratorio segreto del loro avversario. Dalle labbra della Creatura esce un ringhio che si solidifica in un nome:

-Frost!-

 

            L’assalto del Mostro era atteso ma la sua violenza prende comunque di sorpresa Deacon Frost che si ritrova spinto contro uno scaffale i cui almbicchi e provette gli cadono addosso.

            Entrando nell’antro di Frost la prima cosa che Frank vede è il cadavere incatenato al muro, un cadavere che per quanto decomposto riconosce immediatamente.

-Rachel!- esclama.

            Tutto il resto gli passa dalla mente mentre si avvicina alla donna che aveva amato finché Dracula non l’aveva tramutata in una spietata vampira. È proprio lei: riconosce l’abito che aveva l’ultima volta che l’ha incontrata. È sempre stata qui, prigioniera di Frost. A quali abissi di depravazione è capace di arrivare quel vampiro?

            Istintivamente Frank tocca il paletto conficcato all’altezza del cuore di Rachel che muove la testa e apre gli occhi.

-Frank?- la voce è debole.

-Rachel.-

-Frank… ti prego… liberami o uccidimi, non ne posso più.-

            C’è un tono supplichevole nella vice di Rachel e Frank esita… non sa cosa fare, ma la decisione gli è sottratta quando un’altra mano si sostituisce alla sua e spinge a fondo il paletto.

-Lei avrebbe voluto così, Drake.- Blade non ha dubbi. Kate Fraser gli si avvicina e lo tocca su una spalla. Non ha bisogno di parlare perché lui la capisca.

            Lilith guarda verso Simon Stroud e gli ordina:

-Liberami.-

            Il detective americano non esita e catene che un misto di magia e scienza impediva a Lilith di spezzare sono facilmente aperte.

            Lilith si rimette in piedi ed esclama:

-Finalmente!-

            Apre le braccia e mormora qualcosa di incomprensibile. Il locale dove si trovano, la casa stessa, tremano.

            Fuori la tempesta peggiore che abbia mai colpito le Isole Britanniche sta impazzando e la villa di Westminster sembra esserne il fulcro. Venti e pioggia la colpiscono con una violenza mai vista. Mattoni di solida pietra sono intaccati, la stessa struttura della casa comincia a vacillare.

            Nessuno sa come accade ma una scintilla si accende e si propaga tra gli elementi chimici del laboratorio e diventa rapidamente un incendio di proporzioni colossali.

            Deacon Frost si libera della stretta del Mostro di Frankenstein ma prima che possa fare un passo qualcosa lo colpisce: un paletto di frassino gli trapassa il cuore spaccandoglielo. Frost si agita come un manichino a cui abbiano tagliato i fili, fa due passi e poi cade in una pozza di prodotti chimici che è subito raggiunta da una fiammata.

            Blade si sente afferrare da dietro: è il dottor Seward.

-Andiamo via. Qui sta bruciando tutto.-

            Rapidamente ripercorrono il cammino già fatto ed in breve sono fuori dalla villa. Appena in tempo, perché un boato la scuote e quando si guardano indietro della villa non rimangono che poche macerie annerite su cui, a dispetto della tempesta, danzano ancora le fiamme.

-Mio Dio.- mormora Frank -È stata distrutta sino alle fondamenta.-

-Temo che Dio non c’entri niente con tutto questo.- commenta Kate Fraser.

            Solo in seguito si rendono conto che Lilith ed i suoi vampiri sono scomparsi. Decidono di non cercarli per ora. È stata una lunga notte ed hanno solo bisogno di riposare.

 

 

EPILOGO UNO

 

 

            Quando Adam Dippel rientra nella villa che condivide con le sorelle Von Frankenstein Viktoria, ancora alzata, gli corre incontro buttandogli le braccia al collo e abbracciandolo.

            Varrebbe la pena di rischiare la vita ogni giorno per un bentornato di questo genere, pensa il Mostro di Frankenstein godendosi quell’insolito momento di tenerezza.

 

            Nelle rispettive camere da letto le coppie formate da Frank Drake e Kate Fraser e da Blade e Donna Garth celebrano il loro essere vivi nel modo migliore in cui possono farlo un uomo ed una donna.

 

            In una cameretta d’albergo il dottor Michel Morbius giace rannicchiato in posizione fetale. La crisi vampirica sta arrivando e lui non può far nulla per evitarla.

 

 

EPILOGO DUE

 

 

Lilith, Signora dei Vampiri, in forma di pipistrello, contempla il suo regno, la sua riserva di caccia, e con un sorriso di maligna soddisfazione comincia a calare in cerchi concentrici verso la sua prossima preda.

 

C’è una nuova leggenda nel cimitero monumentale di Highgate: quella di uno spettro dai capelli e barba bianchi, che indossa un malconcio pastrano ottocentesco e sul cui petto è conficcato un paletto di frassino, uno spettro che vaga tra le tombe gridando un nome di donna. “Lilith”.

 

 

EPILOGO TRE

 

 

            Il luogo è un piccolo obitorio appena fuori Londra.

-Che abbiamo oggi?- chiede il capo patologo.

-Donna, sui venticinque/trent’anni. bionda, in avanzato stato di decomposizione. Morta da mesi.- risponde il suo assistente

-Accidenti e dove l’hanno trovata?-

È questo il punto. L’hanno ripescata stanotte dal Tamigi, ma è impossibile che fosse lì da tanto tempo… a meno che la piena non l’abbia liberata da qualche anfratto.-

-Capisco… hai avvisato Scotland Yard? Questo sembra un caso per loro.-

-Dovrebbe arrivare un loro detective infatti,-

-Beh… mentre lo aspettiamo, possiamo procedere con l’autopsia. Il sole è appena tramontato ed io vorrei essere a casa per un’ora decente.-

            L’assistente scopre il cadavere.

-Uhm…- commenta il patologo -… doveva essere bella quando era viva. Dai resti dei vestiti, direi che indossava un abito da sera. Una donna di classe. Quanto alla causa della morte… direi che abbiamo poche possibilità di sbagliarci. Questo paletto di legno che spunta dalle sue costole è penetrato in profondità e le ha quasi certamente spaccato in due il cuore.-

-Un paletto di frassino, come nei film di vampiri?-

-Già… ce n’è di gente strana in giro eh? Su, Willie, dammi una mano a toglierlo.-

-Aspetti dottore… mi pare di aver letto qualcosa sui vampiri nell’ultima circolare del Ministero della Giustizia…-

            Ma il patologo ha già estratto il paletto.

 

 

FINE QUARANTAQUATTRESIMO EPISODIO

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Non c’è molto da dire su quest’episodio, se non appena un’annotazione: ad un certo punto della storia Donna Garth chiama Blade col nome di Eric. Eric Brooks, infatti, potrebbe essere il vero nome di Blade. Perlomeno è il nome con cui firma i documenti in cui il nome Blade non sarebbe facilmente accettato. -_^

            Nel prossimo episodio: le conseguenze degli eventi di questa storia, un libro maledetto e nuove (o vecchie?) inquietanti presenze.

 

 

Carlo



[1] In questa stessa serie negli episodi #32/33

[2] Nell’ultimo episodio.