Ha attraversato i secoli, visto molte guerre, generazioni di uomini e donne della sua famiglia nascere e morire. L’hanno maledetta e l’hanno tollerata, l’hanno cacciata e l’hanno servita.

Carmilla Von Karnstein è il suo nome o almeno l’unico che ricordi ed ha dimenticato da tempo cosa sia la pietà perché la pietà non si addice ai vampiri.

 

 

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#41

 

GUERRA DI VAMPIRI

 

 

1.

 

 

La luce rossastra del tramonto dà un tocco particolare al Tamigi mentre una gatta nera percorre fiera uno dei ponti che attraversano il fiume. Chi la vede si scansa istintivamente e non solo per superstizione. I cani abbaiano furiosi al suo passaggio, ma quando la gatta li fissa co i suoi grandi occhi, che da verdi diventano rapidamente rossi, ammutoliscono di colpo o si rannicchiano in un angolo o contro le gambe dei loro padroni uggiolando spaventati.

La gatta passa indifferente, puntando la lontana sagoma del Big Ben. Se qualcuno la stesse davvero osservando, noterebbe che al posto della gatta ora è comparsa una giovane donna dai lunghi capelli neri a cui la luna dona strani riflessi dorati. Indossa una camicetta di pizzo aperta sino all’incavo del seno e pantaloni da cavallerizza con stivali dal tacco alto, sul suo viso un sorrisetto insolente.

Ha una missione da compiere, ma questo non vuol dire che non possa unire l’utile al dilettevole. La ragazza proprio davanti a lei per esempio, forse una studentessa universitaria, sembra davvero una preda perfetta.

Carmilla Von Karnstein allarga il suo sorriso scoprendo una fila di denti bianchissimi tra cui spiccano i lunghi canini appuntiti.

 

Simon Stroud esce dalla metropolitana non lontano dal Victoria Hospital dove sa che troverà l’Ispettore Capo Chelm e gli dirà… gli dirà… strano, non si sente ben sicuro di cosa gli dirà… a parte che quella di Angel O’Hara era una falsa pista. A questo punto dovrebbe partire per New York, qualcosa, però, gli dice che deve rimanere a Londra. Ma cos’ha al collo? Prima gli prudeva ed ora gli sembra che scotti.

Stroud si ferma come se ascoltasse qualcosa, poi riprende a camminare verso l’ospedale.

            C’è qualcosa che non va in lui, pensa il suo inseguitore, un uomo dal volto insolitamente pallido, ma cosa posso farci io?

 

            All’interno di una certa stanza di quello stesso ospedale l’ispettore Capo Chelm, dirigente della specialissima Squadra Antivampiro di Scotland Yard non riesce a nascondere la sua perplessità.

            Davanti a lui, seduta all’interno di un pentacolo, immobile nella posizione del loto, sta Victoria Bentley, esperta di arti mistiche ingaggiata per riportare indietro gli spiriti di Frank Drake e Katherine Fraser che hanno lasciato da tempo i loro corpi.

-Quattro delle cinque candele che ha messo ai lati del pentacolo si sono spente.- commenta il dottor Charles Seward –Che accadrà se si spegne anche la quinta prima che si svegli?-

-Non ne ho la più pallida idea.- risponde Chelm –Ma ho la sensazione che se Miss Bentley non riuscirà a tornare da dovunque sia andata prima che quella candela si spenga per lei saranno guai molto brutti.-

            Quasi a sottolineare le parole di Chelm la fiamma sull’ultima candela ondeggia e trema.

 

 

2.

 

 

            È come se un vento gelido le avesse sfiorato il volto. Victoria Bentley si ferma di colpo e si volta verso Incubo.

-Non guardare me.- le dice l’essere, ora in forma umanoide ed a cavallo di un unicorno nero, mentre sorride sinistramente -Non ho fatto nulla.-

            In quel momento, oltre il fragile velo dei sogni una candela si spegne ed il sentiero sotto i piedi di Victoria svanisce.

“-Hai finito il tuo tempo, donna.- esclama Incubo trionfante -Ora sei mia per l’eternità.-

-NO!- con un urlo Solomon Kane si getta dal sentiero -Finché io vivo, nessuna donna sarà mai preda di un essere demoniaco come te.-

            La spada di Kane si configge nel petto di Incubo che urla e cade dalla sua cavalcatura.

 

            Il destino gioca spesso strani scherzi e l’uomo chiamato Blade ne è pienamente consapevole, forse è per questo che non si stupisce più di tanto quando, proprio subito dopo che lui e la sua bionda accompagnatrice sono usciti dal terminal dell’aeroporto di Heathrow, ode una voce alle sue spalle.

-Blade, che ci fai qui?-

            A parlare è stato un uomo alto dai capelli neri e spettinati che indossa un impermeabile dal bavero rialzato.

-Hannibal King…- esclama Blade -… potrei farti la stessa domanda.-

-Sono appena tornato da Boston.- risponde King, poi si volge verso l’accompagnatrice di Blade -È un piacere rivederla miss Garth… Donna… ma vi pensavo entrambi a New Orleans.-

-Abbiamo avuto una… una notte movimentata ed abbiamo deciso di andarcene per un po’.-

            Notte movimentata? Donna Garth sorride quasi involontariamente: non credeva che Blade avesse un dono per l’understatement.

-E siete venuti proprio qui a Londra? La chiamerei una curiosa coincidenza… se credessi nelle coincidenze.- replica King.

Che vuoi dire?- nella voce di Blade l’ombra del sospetto.

-Appena arrivato ho chiamato il nostro comune amico Frank Drake… e mi hanno risposto che Frank è al Victoria Hospital… è caduto in catalessi come Kate Fraser e non è stata una cosa normale.-

-Maledizione.-

-Stavo giusto andando all’ospedale, vieni con me?-

            Blade scambia uno sguardo con Donna, che fa un cenno d’assenso.

-Per me va bene.- dice.

            King non perde tempo, chiama un taxi e dà l’indirizzo dell’ospedale.

-Un taxi?- Donna sembra stupita mentre si rivolge a King –Tu prendi un taxi?-

            Hannibal King fa un sorriso scoprendo i suoi canini appuntiti.

-Certo.- risponde –Ti aspettavi, forse, che mi trasformassi in pipistrello e volassi fin lì?-

 

            Nel seminterrato di una vecchia villa vittoriana a Westminster è stato allestito quello che sembra proprio il classico laboratorio da scienziato pazzo. L’atmosfera da horror gotico è rinforzata dalla presenza di un cadavere incatenato ad una parete.

            Osservandolo da vicino si capirebbe che è il corpo di una giovane donna bionda che indossa un abito da sera stracciato in più punti. È in avanzato stato di decomposizione ed in certi punti è possibile vedere le ossa sotto la carne. Dal suo petto spunta un paletto di legno di frassino, apparentemente l’arma usata per ucciderla, un paletto a cui mancano solo pochi millimetri, forse di meno per spaccare il cuore a metà.

            Un visitatore che fosse giunto fin qui, si chiederebbe perché non seppellire la ragazza, perché incatenarla alla parete?

            Quel visitatore certamente sobbalzerebbe nel rendersi conto che il presunto cadavere sta alzando la testa e che due occhi grigi, sorprendentemente ancora intatti, fissano un punto lontano e sicuramente urlerebbe nel sentire uscire dalle sue labbra una parola… o, più esattamente, un nome:

-Frost.-

            La vampira di nome Rachel Van Helsing sorride mentre sembra ascoltare voci che solo lei può udire.

            Stanno arrivando, Frost, pensa, i due tuoi più implacabili nemici si sono appena riuniti e ti troveranno.

            Da una gola che non dovrebbe nemmeno possedere corde vocali, esce un gorgoglio che vorrebbe essere una risata, poi la donna reclina la testa come se lo sforzo avesse esaurito le sue poche forze.

 

 

3.

 

 

            L’istinto ha sempre avuto una grande importanza nella vita di quest’uomo sin da quando ha mosso i primi passi in questo mondo, che da quando può ricordare lo ha sempre odiato e temuto, ed è l’istinto che lo fa muovere e decidere di lasciare la casa in cui abita da diverso tempo con le due donne che dormono nella stanza attigua alla sua.

            Meglio che Viktoria e Veronika continuino a dormire, pensa, non c’è ragione che siano coinvolte anche loro sia che la sua sia una caccia alle lucciole sia che, peggio ancora, davvero lo attenda uno scontro col suo nemico.

            Si infila un impermeabile per celare meglio che può il suo fisico massiccio e si mette un cappello ed una sciarpa per nascondere la sua testa sgraziata con le sue strane cicatrici e la pelle grigiastra.

            Esce tra la gente che ignora di trovarsi a fianco di una creatura da leggenda. Si fa chiamare Adam Dippel, ma altri lo chiamerebbero: “la Creatura” oppure Il Mostro di Frankenstein.

 

            Il suo nome è Lilith, Signora dei Vampiri, figlia di Dracula. Cammina per le strade ignorando gli sguardi che accompagnano il suo passaggio, sguardi dovuti al suo abbigliamento, una calzamaglia nera con scollatura inguinale, un corto mantello una tiara a fermare i lunghi capelli corvini, ma anche ad una sorta di magnetismo istintivo che ha effetto su quasi tutti gli uomini e sicuramente anche su qualche donna e non deriva dal suo essere comunque una bella donna, ma dai poteri che le sono stati dati quando è stata trasformata in vampira oltre cinque secoli fa.[1]

Si sta preparando allo scontro, che spera definitivo, contro l’unico nemico che teme veramente. Il suo richiamo ha raggiunto tutti i vampiri delle Isole Britanniche ed è stato percepito anche da altri… sensibili per vari motivi al soprannaturale. Al momento opportuno gli saranno utili.

Prima di affrontare la battaglia ha altre incombenze a cui pensare: deve essere nel pieno delle forze quando sarà il momento, è ora di nutrirsi.

Il suo sguardo si posa su un giovanotto abbastanza aitante, adatto allo scopo. Buon sangue, pensa Lilith ridacchiando mentre i suoi occhi agganciano quelli della sua preda.

 

Victoria Bentley è caduta riversa sul pavimento, la testa e le gambe oltre il perimetro del pentacolo da lei stessa tracciato.

Il dottor Charles Seward si precipita verso di lei, ma l’Ispettore Chelm lo ferma prendendolo per un braccio.

-Non la tocchi dottore.- gli dice –Ricorda cosa ci ha detto? Non dobbiamo toccarla a nessun costo.-

-E cosa propone?- ribatte Seward –Di lasciarla così finché non si sveglia o finché non arriva quel tipo che ci ha detto di chiamare in caso di emergenza… il Dottor Strange?-

            Chelm è perplesso. Seward non ha torto.

-Aspettiamo ancora un po’.- è la sua risposta.

 

 

4.

 

 

            Victoria Bentley cade. Le sembra che la caduta duri da un’eternità e non debba finire mai. Intorno a lei tutto cambia in continuazione. Assurde geometrie che fanno impallidire qualsiasi fantasia di Kandinskij o Dalì sfilano davanti ai suoi occhi in un assurdo caleidoscopio. La sua mente è sul punto di cedere quando qualcosa arresta la sua caduta e Victoria pensa di essere già impazzita perché quella che le sta tenendo il polso è la mano di una donna.

-Tenga duro.- le dice Katherine Fraser.

 

            C’è qualcosa nell’aria di Londra stasera, qualcosa di maligno, i bravi cittadini di della capitale del Regno Unito non possono saperlo ma lo avvertono istintivamente e senza sapere perché si tengono lontani da certi luoghi.

            I cancelli del Cimitero Monumentale di Highgate sono chiusi ma se questo basta ad impedire l’’ingresso a chi sta fuori, può davvero bastare ad impedire che chi è già dentro ne esca se è questo che vuole? Le vampire Penelope Clayborne e Alice Hastings si sono svegliate come dopo ogni tramonto, ma questa è una notte diversa: odono il richiamo della loro Signora e rispondono.

            In una casa abbandonata a Chelsea una giovane donna bionda giace sul duro pavimento, morta. Indossa un abito da sera lacerato all’altezza dei seni ora esposti nella loro nudità, le sue carni sono fredde ma guardandola più da vicino si noterebbe che il processo di decomposizione non è ancora cominciato. Quanto alla causa della sua morte, le sole ferite visibili sono due forellini sul collo ed altri due quasi uguali sul seno destro, due segni rossi con qualche goccia di sangue raggrumato ai bordi. Guardando ancora meglio si vedrebbe che qualcuno ha sparso sul suo corpo qualche manciata di terra.

            Improvvisamente una porta si apre e nella stanza entra una donna che ne trascina un’altra, una ragazza dell’apparente età di vent’anni, con la stessa facilità con cui una bambina si tirerebbe dietro una bambola e poi la lascia cadere sul pavimento. La ragazza ha il pallore della morte, la sua camicetta è aperta, un reggiseno squarciato pende in modo quasi grottesco e sul seno c’è una ferita simile a quella dell’altra ma qui il sangue è più fresco, non ancora coagulato.

-Ti ho portato compagnia mia dolce Clarice.- dice Carmilla passandosi la lingua sulle labbra a ripulirle dal poco sangue rimasto –Riposate bene, mie care.-

            Ridacchiando esce dalla stanza in cui ora regna il silenzio.

 

            Deacon Frost è uscito a caccia. Ormai non ha più bisogno di procurarsi nuove cavie, gli basta trovare solo prede per nutrirsi. Gli appunti di Viktor Von Frankenstein[2] gli sono stati utili per raggiungere i suoi scopi ed ora è finalmente pronto a dare il via al suo piano.

            Improvvisamente si ferma. Ode anche lui il richiamo di Lilith e sa cosa c’è dietro: la Figlia di Dracula si prepara a scatenare la guerra contro di lui. Quella sgualdrina mezza Rumena e mezza Ungherese è anche più arrogante di suo padre e non è una cosa facile.

            Con una smorfia Frost comincia a trasformarsi e pochi attimi dopo un pipistrello è visto volare verso Westminster.

 

 

5.

 

 

            Victoria è decisamente sorpresa mentre si rimette in piedi… sul nulla.

-Ma cosa ci fa qui?- chiede a Kate Fraser.

-Non potevo lasciarla andare e salvami a costo della sua vita… o della sua anima.- spiega la poliziotta scozzese –Ho riflettuto: questo è il mio incubo, io l’ho creato ed esiste solo perché mi rifiutavo di svegliarmi.-

.Beh… forse è una spiegazione un po’ semplicistica ma…-

-Nessun ma… io adesso voglio svegliarmi e non voglio che né lei né Frank o chiunque altro soffra per causa mia. Ce ne andremo tutti di qui e lei mi aiuterà.-

-Ma come?-

-Mi tocchi.-

            Victoria fa come le è stato detto e nel momento in cui le sue mani stringono di nuovo a quelle di Kate una sorta di corrente passa tra le due donne. Come se il talento psicometrico di Kate funzionasse al contrario per una volta, Victoria è inondata da immagini :vede la giovane poliziotta urlare dal terrore mentre si rende conta che il vampiro Deacon Frost l’ha sepolta viva in una bara già occupata.[3] Di fronte all’orrore la sua mente si è ritirata in se stessa creandosi un mondo privato in cui le sue più nascoste fantasie erano realtà, ma quel mondo aveva un pizzico di oscurità che si è allargata sempre di più fino a trasformare il suo sogno in un incubo.

-Posso farlo.- mormora Victoria -.Posso…. FARLO!-

            Il vuoto si riempie di uomini a cavallo….no: non solo uomini, ma anche creature non umane in sella a cavalcature demoniache. Il folklore celtico e germanico la chiama la Caccia Selvaggia ed alla sua guida, qui e adesso, c’è un uomo fiero dai lunghi capelli neri, baffi alla mongola e la spada in pugno.

.Abominevole creatura.- urla raggiungendo Incubo impegnato a combattere Solomon Kane –Hai osato minacciare la sposa designata di Dracula e per questo pagherai!-

            Una lama saetta nell’aria e la testa di Incubo è spiccata dal collo.-

-Questo… non è possibile!- urla la testa mentre il suo corpo è assalito da tutti i lati dalla Caccia Selvaggia e smembrato in pezzi sempre più piccoli.

-Non potete uccidermi.- urla la testa di Incubo –Io sono immortale, esisterò finché gli esseri viventi sogneranno.-

-Ah ma questi non sono esseri viventi…- spiega Victoria divertita -... ma sogni essi stessi e continueranno a tormentarti finché la loro sognatrice sarà intrappolata qui… a meno che…-

-Ho capito.- la interrompe, stizzito, Incubo o quel che ne resta –Rinuncio al mio potere su di te, Katherine Fraser, ed anche su di te Victoria Bentley… potente andarvene liberi tutti quanti.-

.-Molto bene. Ricorda, Incubo, la tua parola è il tuo vincolo.- dice Victoria.

-E tu ricorda, Bentley, che la prossima volta che entrerai di tua volontà nel mio regno, io non sarò vincolato da alcuna parola.-

            Victoria sospira: sa bene che Incubo non minaccia invano. D’ora innanzi, dovrà stare molto più attenta quando si addormenterà.

            Dracula si avvicina a Kate.

-Mia signora...- le dice -… è dunque giunta l’ora di separarsi, sappi che rimarrai sempre nel cuore e nella mente di Dracula.-

-Tu non sei il vero Dracula.- ribatte Kate, non sa bene perché –Sei solo una sua versione idealistica partorita dalla mia immaginazione.-

-E se vivo nella tua immaginazione, nei tuoi sogni, chi può davvero dire che non esisto?-

Prima che Kate possa trovare una risposta adeguata, una lama trapassa il torace di questa versione di Dracula, la lama di Solomon Kane.

-Presto non esisterai più demone.- proclama il puritano.

            Sia pure a fatica Dracula si sfila la lama dalla schiena.

.Non oggi, cavaliere.- risponde con un sogghigno –E non nei sogni.-

            Le due figure tremano e svaniscono nel nulla e con esse il resto della Caccia Selvaggia e lo stesso Incubo.

            Due mani robuste stringono le braccia di Kate che si volta per trovarsi di fronte Frank Drake.

-Andiamo via di qui , Kate.- le dice.

            Lei si abbandona al suo abbraccio e sussurra:

-Sì, andiamo a casa.-

 

            Davanti agli occhi dell’Ispettore Capo Chelm e del Dottor Charles Seward, decisamente perplessi, Katherine Fraser apre gli occhi e mormora:

-Sì... andiamo a casa.-

            Anche Victoria Bentley e Frank Drake si svegliano.

-Ce l’abbiamo fatta.- dice la maga.

-Solo grazie a te, che mi hai mostrato come fare.- replica Kate cercando di mettersi in piedi, solo per accorgersi che le sue gambe sono ancora troppo deboli. Cadrebbe se Frank Drake non fosse pronto a sostenerla.

.-Non sforzarti troppo.- le dice.

-Ma insomma…- sbotta Seward –Cosa vi è successo?-

            Drake abbozza un sorriso.

-Non so se ci credereste tu e l’Ispettore.- replica.

-Beh… io sono curioso.- la voce è ben nota ai presenti che si voltano verso la porta della stanza sul cui vano si trovano Blade, che ha appena parlato, Hannibal King e Donna Garth.

-Già…- aggiunge il vampiro detective –Perché non ci racconti tutta la storia?-

-Ma guarda…- esclama Frank –I Nightstalkers sono di nuovo riuniti. Perché ho la brutta sensazione che questo significhi guai all’orizzonte?-

 

            Carmilla è giunta davanti alla villa vittoriana. Il posto deve essere questo, ma… non può entrarvi. Una delle limitazioni dei vampiri è che non possono entrare in una casa in cui non siano stati in precedenza da vivi, oppure siano invitati da uno dei suoi occupanti. Quel piccolo cancello è per lei una barriera invalicabile.

            Improvvisamente il cancello comincia ad aprirsi e dal citofono arriva una voce d’uomo:

<<Entra pure nella mia casa, Carmilla Von Karnstein… entra liberamente e di tua volontà.>>

            Troppo facile, pensa la vampira austriaca, ma come può rifiutare quell’opportunità? Un passo dopo l’altro giunge al pesante portone che si spalanca silenziosamente per poi richiudersi altrettanto silenziosamente dopo che lei è entrata.

 

 

FINE QUARANTUNESIMO EPISODIO

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Non perdiamo tempo e passiamo subito alle note:

1)    Termina qui il nostro excursus nel mondo di Incubo. Per i pochi che non lo conoscessero, ricordo che questo personaggio è stato creato da Stan Lee & Steve Ditko ed è stato il primissimo nemico affrontato dal Dottor Strange.

2)    Chi è il misterioso individuo che sta seguendo Simon Stroud? Via, sono certo che lo avete già capito. -_^

3)    Torna su questi lidi dopo una lunga assenza, il Mostro di Frankenstein e ci terrà compagnia per un po’.

Nel prossimo episodio: vampiro contro vampiro e Frank Drake ed i suoi amici presi nel mezzo. Perché dirvi di più?

 

 

Carlo



[1] Non credeteci sulla parola, leggete, sempre che riusciate a trovarne una copia. Giant Size Chillers #1 (In Italia su La Tomba di Dracula #11).

[2] Da lui rubati nell’episodio #7 di questa serie.

[3] Nell’episodio #31.