Quando Martin Gold apre la porta di casa sua il suo cuore fa
un balzo. Dopo tanti anni
Angel O’Hara gli fa ancora quest’effetto e lui si sente un po’ sciocco perché
non è un adolescente innamorato; a dire il vero non lo era nemmeno quando l’ha conosciuta
e si è innamorato di lei.
-Mi fai entrare?- chiede lei.
-Eh… ma certo, vieni.-
-Sono contenta che sei sopravvissuto allo scontro con quella
Lilith ed i suoi demoni.-[1]
-Non so nemmeno come ce l’ho fatta, credo di essere stato
fortunato.-
-Non pensiamoci più. Domani dovrò tornare a Londra, ma
adesso… voglio stare con te.-
Angel lo
bacia e si stringe a lui, poi lo trascina nel letto e comincia a spogliarlo
mentre si spoglia a sua volta.
Martin si
abbandona senza pensare a nulla, proprio com’era accaduto la prima volta che
l’aveva incontrata. L’alba è ancora lontana quando lui giace stanco sul letto,
profondamente addormentato e la sua compagna lo osserva mentre sul suo volto si
disegna lentamente un’espressione crudele.
-Povero Martin…- dice -... potrei anche provare dispiacere
per te…- Il corpo di Angel muta ed in molto meno tempo di quanto ci voglia per
descriverlo, la dolce ragazza irlandese è sostituita da Lilith la figlia di
Dracula, che stira le labbra in un sorriso maligno, scoprendo i canini affilati
-… se avessi un cuore e una coscienza. Svegliati Martin!-
Martin Gold
si sveglia di colpo, riconoscendo
la donna, se così vogliamo chiamarla, che si china su di lui.
Grida una
volta sola.
#34
NOTTI DI SANGUE
1.
Frank Drake entra
nella stanza del Victoria Hospital dove è ricoverata Katherine Fraser e non può
fare a meno di sentire un assurdo senso di colpa. Assurdo perché non è certo
colpa sua se Kate si trova in quelle condizioni, non è colpa sua se il vampiro Deacon
Frost l’ha traumatizzata fino a farle perdere la ragione, ma irrazionalmente si
colpevolizza per non essere stato al suo fianco anche se ben difficilmente
questo avrebbe cambiato le cose. E poi prova una sorda rabbia nei confronti del
vampiro che ha fatto questo. Deacon Frost deve pagare per gli orrori che ha
portato in questo mondo e la vita delle persone che gli sono care. La maggior
parte dei vampiri non lo sono diventati per loro colpa e sono vittime di
un’atroce maledizione, ma Frost è molto diverso: lui ha scelto volontariamente
di diventare un vampiro, di provocare morte e disperazione per puro
divertimento travestito da curiosità scientifica. Ora la sua crudeltà ha
colpito Katherine. La tragedia colpisce sempre le donne che ha provato ad amare:
Jeannie, Rachel, Marlene e d ora Katherine. Tutti questo non può essere giusto.
La rabbia monta dentro Frank e diventa una furia che deve trovare sfogo e che
riesce a stento a dominare.
Se lui fosse il suo
terribile antenato, Dracula, e questa fosse la Valacchia del XV Secolo ora un
bel po’ di gente urlerebbe appesa ad un palo acuminato per calmare la sua sete
di vendetta. Il solo fatto di aver avuto un pensiero simile lo terrorizza ed
ora riporta la sua attenzione a Kate Fraser sempre in stato catatonico. Le
sfiora dolcemente la mano ed ecco accadere qualcosa di straordinario: è chiuso
in un’umida tomba, intorno a lui l’odore della putrefazione, qualcosa si muove
nell’oscurità, qualcosa che lo tocca ed a quel punto lui urla.
-Frank! Frank, che sta succedendo?-
La
voce dell’Ispettore Capo George Chelm lo riporta alla realtà. Frank si accorge
di stare tremando, un tremito che cessa gradatamente.
-Mi sono davvero spaventato.- gli sta dicendo
Chelm mentre il dottor Charles Seward gli si avvicina e verifica le sue
pulsazioni –Le ripeto: che le è accaduto?-
-Non... non lo so.- risponde Frank –Per un
attimo io…-
Frank
descrive la sua esperienza ed il Dottor Seward commenta:
-Miss Fraser è una mutante dotata del dono
della psicometria. Sembra che stavolta il suo potere abbia funzionato al
contrario: quando l’ha toccata Frank ha rivissuto l’esperienza che lei ha
subito quando Deacon Frost l’ha sepolta viva.-
-Ma… né a me, né agli altri che l’hanno
toccata fin da quando l’abbiamo ritrovata è accaduto qualcosa di simile.-
commenta, perplesso, Chelm –Perché è accaduto a lui?-
-Forse è perché lui ha una sorta di legame
psichico con lei, magari a causa della loro… ehm... relazione.-
-Non m’importa un accidente del perché è
accaduto.- sbotta Drake –I tuoi colleghi dovrebbero darsi da fare per curarla
piuttosto. Nel frattempo io intendo trovare Frost e fargliela pagare una volta
per tutte.-
Il
detective di colore scuote la testa. Da quando è entrato nei migliori di New
York ne ha viste di cose, ma qui c’è qualcosa che lo lascia davvero perplesso
-Immagino che ora tu capisca perché ho
chiesto la tua consulenza Stroud.- dice rivolgendosi all’uomo biondo che
indossa un vestito blu ed un rosso maglione girocollo.
-Non è a causa della mia scintillante
personalità, Boyd?- replica Simon Stroud, ex agente della C.I.A. e detective
dell’occulto a tempo perso -Immagino allora che sia per la mia esperienza con
lupi mannari e vampiri.-
-Sono trasparente a quanto pare. Che ne dici
allora? C’è di mezzo il tuo vecchio amico Morbius o uno come lui?—
Stroud
scuote la testa.
-Non sono molto convinto. Negli ultimi tempi
era guarito dalla sua maledizione, ma gli era già successo in passato ed ha
ricominciato, purtroppo. Tuttavia negli ultimi tempi evitava di uccidere oppure
attaccava criminali colti sul fatto, non certo innocui vecchietti proprietari
di un curio shop.-
-Un vampiro moralista? Non mi dire.-
-Non era esattamente un vampiro come quelli
che si vedono nei film: la sua trasformazione era di natura scientifica e se
l’era procurata nel tentativo di guarire da una rara malattia ematica. Qui c’è
qualcosa di diverso: una crudeltà inconsueta. Il nostro assassino non ha
soltanto dissanguato il vecchio, l’ha letteralmente smembrato-
-Una sorta di omicidio rituale, quindi? Che
ci sia di mezzo una setta satanica? . Mi chiedo se c’è un legame con la morte
di quel giornalista del Village, Martin Gold. Qualcuno gli ha spezzato il
collo, ma prima pare che gli abbia succhiato il sangue.-
-Martin Gold? Il nome non mi suona nuovo.
Devo averlo sentito da qualche parte.-
-Era una specie di giornalista per un
fogliaccio del Village che si occupava di paranormale, magari hai letto qualche
suo pezzo. Ora occupiamoci della nostra vittima di oggi. Mi chiedo perché
qualcuno volesse la morte di un tipo innocuo come Caspar Wright e mi chiedo
anche un’altra cosa.-
-E sarebbe...?- chiede Stroud.
-Dov'è finita sua nipote?-
Ariann
Wright riapre lentamente gli occhi. L’ultima cosa che ricorda è la donna che è
entrata nel negozio del suo bisnonno ed ora… dove si trova.
-Benvenuta nella mia dimora Ariann.-
La voce è quella di
una donna ed ora Ariann riesce a mettere a fuoco una silhouette femminile
inguainata in una calzamaglia scura.
-Spero che ti piaccia il tuo nuovo alloggio.
Dovrai restarci molto a lungo, gradita ospite di Lilith, Signora dei vampiri.-
2.
Il mio nome è Hannibal King e sono un
investigatore privato. Per il resto c’è poco da dire di me. Sono sulle tracce
di un particolare tipo di assassino seriale: uno che strappa i cuori alle sue
giovani vittime e poi le inchioda nella posizione del crocefisso. Ho seguito le
sue tracce per mezzo mondo. Da Londra, teatro del primo omicidio, sino ad un
posto che conosco fin troppo bene: Los Angeles, una città dove è Fin troppo
facile perdersi. L’ultima vittima è solo di ieri, la pista è ancora fresca.
Mentre mi aggiro tra la fauna della notte posso quasi
percepire la sua presenza. In qualche modo sono certo che questo particolare
assassino è collegato al mondo del soprannaturale e mi ha lanciato una
silenziosa sfida. Come faccio ad esserne certo? Restate con me e lo scoprirete.
Non garantisco che vi piacerà la risposta, però.
Il suo nome è, o
meglio: era, Chan Liuchow, profugo cinese, professore di storia naturale,
esperto dell’occulto. Fu il primo uomo ad aver incontrato il mitico dragone Fin
Fang Foom nell’era moderna.[2] Da
qualche tempo è, in segreto, membro della confraternita di cacciatori di demoni
chiamata la Legione della Notte.
I suoi vicini lo
hanno trovato impalato in una cancellata. Il medico legale dirà che ci ha messo
molto a morire.
Blade non saprebbe
dire perché si è fermato a New Orleans: un debito non del tutto ripagato verso
Donna Garth ed il suo padre Zombie? Il fascino ambiguo di Marie Laveau? Non lo
sa dire per certo. In ogni caso, New Orleans è il luogo adatto per mettere su
un ufficio di investigatore dell’occulto. Nel crogiuolo di razze e culture che
è questa città le cose più strane hanno diritto di cittadinanza e Blade sente
un curioso formicolio. Il male sta per colpire ancora una volta. Ne è sicuro.
3.
Apre gli occhi a fatica ed in un primo momento non riesce a
capire dove si trova, poi osserva il volto del Turco stravolto dal terrore
mentre muore. Tutto intorno a lui è morte e desolazione. È morta anche la donna
bionda che giace a terra. Si china su di lei e le accarezza il volto con una
dolcezza che mai ha manifestato verso qualunque essere vivente. Le sue labbra
formano un nome:
-Maria.-
Una
parte di lui vorrebbe piangere, ma ormai non ne è più capace. Dentro di lui è
rimasto un solo sentimento: un inarrestabile odio. Non gli basta la morte
dell’assassino di sua moglie per placare la sua sete di vendetta. Prima che la
notte finisca tutti gli abitanti di questa fortezza dovranno morire. Tutti,
comprese le donne e perfino i bambini. Nessuno sfuggirà all’ira di Dracula
Frank Drake apre gli
occhi di scatto sudato e tremante. È stato un sogno particolarmente vivido, era
come se lui stesso fosse Dracula e vedesse con i suoi occhi quanto era accaduto
la notte in cui per la prima volta si era risvegliato come vampiro.
Suggestione, nulla più che suggestione, conclude Frank. Tutta colpa del fatto
che Katherine Fraser, accanto al cui capezzale ha dormito, è praticamente
identica alla sua antenata Maria, la moglie di Dracula, l’unica donna che quel
mostro abbia veramente amato.
E
lui? Lui cosa prova veramente per Kate? Si avvicina al letto e quasi
automaticamente le sfiora la mano, per poi ritrarla quando si ricorda cos’è
avvenuto l’ultima volta. Al diavolo, si dice, se davvero abbiamo un legame, Kate,
allora vale la pena di correre qualche rischio. Frank stringe la mano della
giovane poliziotta ed attende.
A
New York piove e Charles Blackwater osserva la pioggia attraverso i vetri delle
finestre del suo ufficio. Sa che questa pioggia non è naturale sa anche che non
è opera di un dio del tuono o di una mutante Regina dei Venti. No: qui sono
all’opera forze molto più sinistre, sinistre e pericolose. Tre persone che
conosceva, che si fidavano di lui sono morte e la morte non ha ancora finito di
colpire: stanotte è ancora a caccia.
-Voltati.-
Blackwater
non è sorpreso nell’udire quella voce di donna, né lo è, quando si volta, di
trovarsi di fronte la scura figura dalla pelle di alabastro della Signora dei
Vampiri.
-Cosa vuoi Lilith?- chiede ostentando calma
-Hai ucciso tre miei alleati nella Legione della Notte. So che sei stata tu e
che vuoi eliminarci tutti. Non ti sarà facile farlo con me, lo sai.-
-Lo so.- replica la vampira –Sono venuta solo
a darti un avvertimento: non interferire con i miei affari, demone rinnegato, o
se c’è un modo per ucciderti io lo troverò.-
-Che ne hai fatto di Ariann Wright?- chiede
Blackwater ostentando calma. –Hai ucciso anche lei?-
-L’ho presa con me. La terrò finché mi
aggrada o forse la ucciderò, devo ancora decidere.-
-È solo una bambina.-
-È un ostacolo e basta. Non credere che abbia
i tuoi stupidi sentimenti.-
-Attenta Lilith.-
-No, sei tu che devi stare attento, io non do
più di un avvertimento, ricorda.-
Senza
preavviso Lilith afferra la camicia di Blackwater e, con forza insospettabile
in una dalle sue forme aggraziate, lo solleva e lo sbatte contro una finestra
facendogliela sfondare.
I
pezzi di vetro si spandono ovunque. Blackwater non li sente tagliargli la pelle
mentre precipita da venti piani di altezza mentre una risata femminile ne
accompagna la caduta.
Ha
appena il tempo di concentrarsi per rallentare la caduta mentre la sua forma
muta in quella del demone rinnegato Omen. Con il suo contorto senso
dell’umorismo la Signora dei Vampiri gli sta facendo rivivere l’evento che ha
fuso l’essenza di Blackwater e di Omen, demone votatosi al bene.[3]
Se
è Omen a toccare il suolo, è Charles Blackwater a rialzarsi davanti ai pochi
passant,i appena un po’ stupiti di vedere un uomo in maniche di camicia con un
tempo simile e la camicia strappata per giunta. Blackwater alza gli occhi verso
il cielo e tra i lampi osserva un pipistrello volare via. Scuote la testa e
rientra nel palazzo.
Blade
si alza nel cuore della notte e spinto da un impulso che nemmeno lui sa
spiegare si avvicina alla grande finestra della camera e punta lo sguardo verso
la palude poco distante, il leggendario Bayou dai molti segreti. È solo
un’impressione o c’è davvero qualcosa che si muove indistinto tra le nebbie
della palude, per poi dissolversi quando lui cerca di metterlo a fuoco?
Si
accorge a malapena della presenza di Donna Garth al suo fianco ed è a malapena
consapevole della nudità di entrambi.
-Cosa c’è Blade?- chiede lei ostentando sarcasmo
–Ti senti in colpa per essere venuto qui stanotte? È perché sono ancora sposata
o perché sono bianca? Magari preferiresti essere con quella strega immortale di
Marie Laveau.-
-Non è questo.- replica Blade cupo –C’è il
male la fuori, Lo sento: un Male oscuro che attende il suo momento.-
-Allora può aspettare ancora fino a domani.
Non puoi essere un cacciatore di mostri 24 ore su 24, Blade. Almeno una volta
nella tua vita, prova a rilassarti.-
Blade si lascia
condurre di nuovo a letto, ma la sensazione di un male incombente in agguato ci
mette molto tempo ad abbandonarlo.
4.
Avete
mai sentito parlare di dejà vu, quella particolare sensazione di aver già
vissuto o visto una particolare scena? A Saint Louis, Missouri, un uomo si
sveglia di colpo spinto da un misterioso istinto e si alza dal letto senza
svegliare la donna bionda che dorme accanto a lui.
Questa
volta però non è un uomo di colore, ma un uomo bianco dai capelli rosso fuoco
con due riccioli che si innalzano sulla testa quasi fossero due piccole corna,
sul suo petto è inciso un pentacolo rovesciato, sul suo volto un’espressione
dura. Raggiunge la porta finestra ed esce sulla terrazza guardandosi intorno,
come se sapesse esattamente cosa sta cercando e fosse sorpreso di non trovarlo,
poi ecco condensarsi davanti a lui la figura di una donna in calzamaglia nera,
con una scollatura che arriva sin quasi all’inguine ed i lunghi capelli corvini
tenuti fermi da una tiara.
-Ti presenti sempre nudo alle tue ospiti?-
chiede con tono divertito.
Senza
dire una parola l’uomo alza le mani piegando le dita di entrambe a formare le
corna. Immediatamente una sorta di fiamma lo avvolge e quando scompare ecco che
lui indossa degli attillati pantaloni e stivali rossi; sulle sue spalle un
corto mantello e nella sua mano destra stringe un tridente dorato. Il suo
sguardo ora è ancora più duro ed i suoi occhi ora sembrano due braci rossastre.
Quando parla, la luce della luna illumina due coppie di canini appuntiti.
-So perché sei qui, Figlia di Dracula.- dice
–Ti avverto: è meglio che lasci perdere. In altri momenti non me ne sarebbe
importato, ma stanotte Katherine Reynolds gode della mia protezione.-
-Sei forse diventato sentimentale con l’età,
Figlio di Satana?- ribatte Lilith in tono derisorio, mentre anche i suoi canini
brillano sotto la luce lunare -Non riesco a credere che tu possa provare
qualcosa per una patetica umana.-
-Pensala come vuoi.- replica Daimon Hellstrom
–Non mi interessano i tuoi intrighi. Va dove vuoi, uccidi chi vuoi, ma lascia
in pace,questa donna: ella appartiene a me e nessuno le farà del male finché io
deciderò altrimenti. Non è saggio sfidare la mia collera, figlia di Dracula,
non dimenticare che il mio tridente di netheranium può scacciarti dal corpo che
ora occupi o anche ucciderti.-
-Tu sai? Molto interessante. Quanto alle tue
vanterie, in altri momenti ti avrei messo alla prova molto volentieri, ma non
adesso. Tempo fa ho fatto un patto di non interferenza con tua sorella.[4] Lo
rispetterò anche con te, se è quello che vuoi.-
-Vattene da qui, non-morta, non te lo
ordinerò una seconda volta.-
-Me ne vado, ma per mia scelta, sia chiaro.
Un giorno o l’altro, però, vedremo se le tue sono solo vanterie o no. Lascio la
dottoressa Reynolds alle tue cure allora, ma tienila lontana dalla mia strada
d’ora in avanti o non sarò più così pietosa.-
In
un attimo Lilith si trasforma in nebbia e poi in pipistrello. Daimon Hellstrom
resta per qualche istante ad osservarne il volo, poi rientra nella stanza.
Katherine Reynolds, docente di parapsicologia alla Gateway University e
cacciatrice dell’occulto a tempo perso, continua a riposare ignara del
confronto che si è svolto a pochi passi da lei.
Il
volto del Figlio di Satana si rilassa a poco a poco, i suoi occhi riprendono un
normale colore blu cobalto. Katherine può ringraziare il capriccio che l’ha
spinto a seguirla a St. Louis per realizzare le patetiche fantasie che lei
aveva su di lui fin da quando si erano conosciuti.[5] Si:
Katherine Reynolds è viva per il capriccio di uomo che domani la lascerà senza
rimorsi. Stanotte altri uomini e donne moriranno per soddisfare la sete di
sangue di Lilith, ma questo a Daimon non importa, non sono affari suoi
dopotutto.
Con
lo stesso gesto di prima fa sparire i suoi abiti e si reinfila sotto le
lenzuola. Deve riposare, perché domani lo aspetta qualcosa di molto impegnativo
e vuole essere pronto.[6]
Quattro
uomini sono riuniti nel salotto di una villa vittoriana: un medico. l’erede di
un antico casato nobiliare, un gigantesco indiano privo della parola e
l’’ultimo discendente di un essere incommensurabilmente malvagio. Ciò che li
lega è la profonda avversione per la malvagità dalle origini soprannaturali, i
vampiri in particolar modo, la cui esistenza ha portato lutti e dolore nelle
vite di tutti loro.
-… e questo è tutto.- sta finendo di dire
Frank Drake –La mia intenzione è semplice: scoverò Deacon Frost e lo ucciderò.
Non posso imporvi di venire con me, però.-
-Da parte mia, non ho difficoltà a venire.-
dice Charles Seward –Non mi è piaciuto quello che Frost ha fatto a Miss
Fraser.-
-Frost può non aver ucciso mia madre, ma è
sempre uno schifoso vampiro.- aggiunge Arthur Holmwood –In Medio Oriente non
sono stato molto utile, ma intendo fare comunque la mia parte.-
Taj
Nital si limita ad annuire vigorosamente.
-Molto bene.- commenta Frank -Ora statemi a
sentire.-
A
New York la notte è quasi alla fine, ma Simon Stroud non ha dormito molto e
l’alba sta per coglierlo ancora chino a leggere i rapporti che il suo amico poliziotto
gli ha passato. Bell’idea che è stata accettare di fare da consulente. Non è
poi così esperto sull’occulto quanto vorrebbe far credere. Di due cose si sta
convincendo dopo aver letto i rapporti: se un vampiro è coinvolto non è uno
come Morbius, ammesso che ce ne siano altri del suo tipo, e c’è davvero un
legame tra quelle morti. Martin Gold è stato spesso coinvolto in casi
misteriosi, Caspar Wright commerciava in oggetti legati all’occulto e Chan
Liuchow sosteneva di aver risvegliato un antico dragone. Farneticazioni avrebbe
detto Stroud se non avesse potuto leggere certi rapporti su recenti apparizioni
di questo dragone in Cina ed a Seattle con il coinvolgimento del supereroe Iron
Man,
Non
c’è dubbio che i tre delitti siano legati, ma sul come e perché Stroud è ancora
in alto mare. Frugando in giro, come ogni detective degno di questo nome
dovrebbe fare, ha però scoperto, per pura fortuna, qualcosa di interessante:
pochi giorni prima dei delitti, tutte e tre le vittime sono state in Medio
Oriente. Hanno viaggiato su un aereo privato noleggiato da un certo Charles
Blackwater, un avvocato. Oltre a loro c’erano una professoressa di
parapsicologia nientemeno, dell’Università di St. Louis ed una donna di nome
Angel O’Hara. Una donna con lo stesso nome aveva vissuto con Martin Gold per
qualche tempo anni prima. Al ritorno dal medio Oriente si è trattenuta a New
York giusto nei giorni dei delitti, poi, ha lasciato la città il giorno dopo la
morte di Chan Liuchow ed ha preso un aereo per St. Louis, dove si è trattenuta
per una notte, per poi prendere un aereo per Londra. Questo è successo una
settimana fa. Katherine Reynolds non è morta, ma nella notte in cui Angel
O’Hara è stata a St. Louis sono scomparsi tre ragazzi. Coincidenza sinistra. La
questione merita un approfondimento. Chissà se la Città di New York sarebbe
disposta a pagargli un soggiorno a Londra?
5.
Alla
luce del giorno le cose sembrano diverse, pensa Blade. Eppure gli rimane una sottile
sensazione d’inquietudine Mentre a bordo di un’imbarcazione a motore percorre
il Bayou che comincia appena fuori da
New Orleans. Per certi versi è sorprendente che ancora oggi queste zone
conservino un alone di mister. Sono un luogo dove la realtà, le leggende e la
fantasia si fondono in un groviglio inestricabile. Racconti di vecchi pirati
che hanno venduto l’anima al diavolo, di tesori nascosti sorvegliati da
guardiani ultraterreni, di mostruosità che dormono in attesa di chissà cosa. Fu
in queste paludi che l’industriale del caffè Simon Garth fu ucciso e
trasformato in uno zombie.
Forse avrebbe dovuto
chiedere l’aiuto di Fratello Voodoo, ma Blade è abituato a lavorare da solo e
non è solito chiedere aiuto a nessuno se non vi è proprio costretto.
Alla
luce del sole il bayou ha un aspetto decisamente meno inquietante, Forse la
notte scorsa ha solo sognato, eppure la sensazione che prova non lo lascia
tranquillo: in qualche modo Blade è convinto che qualcosa di maligno si
nasconda tra queste acque e le terre che con esse si confondono.
Deacon
Frost osserva la reazione che si forma nella provetta che tiene in mano ed
esclama:
-Finalmente!-
Si
volta verso una donna bionda incatenata ad una parete, il cui abito da sera è
ormai rovinato in più punti. È magra, quasi scheletrica, il volto emaciato,
segnato dalla sofferenza. Nulla di strano, se si pensa che nel suo petto, quasi
all’altezza del suo cuore, è conficcato un paletto di frassino, una delle poche
cose che possono fare del male ad un vampiro, cosa che la donna in questione è.
-Sarai contenta di sapere, mia cara Van
Helsing…- le dice Frost -… che le mie sperimentazioni sulle formule del dottor
Frankenstein hanno finalmente dato i
loro frutti.-
-Complimenti, Herr doktor Frost, ora potrai
costruire i tuoi mostri personali…- ribatte Rachel Van Helsing con un tono che
vorrebbe essere sarcastico, ma la sofferenza che prova smorza l’effetto –Che te
ne farai, poi?-
-Oh questo lo vedrai molto presto, Van
Helsing, puoi starne certa. Non ti ho tenuta in vita solo per divertimento
personale.-
-Già… perché non mi hai ancora ucciso o non
hai lasciato che lo facesse Scotland Yard? Che interesse hai a tenere in vita
una tua nemica? Sempre che questa si possa chiamare vita?-
-Forse mi diverte vederti impotente, preda
delle crisi da astinenza da sangue, tu che una volta eri una cacciatrice di
vampire e poi la consorte di Dracula. Ora scusami, ma devo uscire a procurarmi
materiale umano. Perdonarmi, ma voglio evitare il rischio che tu riesca a
liberarti durante la mia assenza.-
Frost
si avvicina alla prigioniera e con un colpo deciso conficca il paletto più in
fondo fino a spaccarle il cuore.
Rachel
Van Helsing emette un grido strozzato e reclina la testa.
-A più tardi, mia cara.-
In
pochi attimi Frost è fuori dal suo rifugio ed un pipistrello solca i cieli di
Londra.
L’uomo
è un vero gigante. Cammina per le strade di Westminster avvolto in un pesante
cappotto, un cappello calato sulla fronte ed una sciarpa a coprirgli il volto.
I passanti che incrociano la sua strada si scansano istintivamente e molti lo
osservano con curiosità.
Che la Cosa sia in
visita a Londra? Si chiede qualcuno. Non sarebbe poi tanto lontano dal vero, in
un certo senso, perché, anche se non è il famoso membro dei Fantastici Quattro,
l’uomo, se così vogliamo chiamarlo, non è un normale essere umano nato
dall’unione di uomo e di una donna. Se coloro che lo osservano potessero vedere
sotto la sciarpa che ne cela i lineamenti, vedrebbero un volto dal colorito
grigiastro solcato da cicatrici sottili e da punti di sutura e capirebbero di
trovarsi di fronte ad un essere che credono appartenere al mondo della
fantasia: il leggendario Mostro di Frankenstein. Naturalmente Adam Dippel,
questo è il nome che si è scelto, non amerebbe sentirsi definire mostro, ma
abbozzerebbe, perché, se si escludono alcuni periodi turbolenti della sua vita,
è di indole sostanzialmente pacifica.
Improvvisamente alza
gli occhi al cielo, dove appare brevemente la sagoma di un pipistrello.
Finalmente, pensa,
l’ho trovato.
6.
La notte è la mia dimora. Il sole è appena
calato che mi alzo dal mio giaciglio e ricomincio la mia caccia ad un assassino
senza volto. Mi sta sfidando a trovarlo, lo so, ho avuto questa sensazione sin da
quando ho scoperto il suo primo delitto a Londra. Ha lasciato alle sue spalle
una scia di sangue. Il cuore che ha asportato alle sue vittime non è stato
ritrovato nei luoghi in cui le vittime stesse sono state lasciate. Perché? E
perché ho la precisa sensazione che non sia un assassino normale? È davvero
destino che il mio cammino si intrecci con quello delle creature dell’occulto,
a quanto pare.
Mi aggiro per i vicoli di zone in
cui anche i poliziotti temono di andare. Faccio domande a gente che non ha
molta voglia di rispondermi, ma che so come costringere a cambiare idea. Non
ottengo molto, il che conferma la mia ipotesi che l’assassino che sto cercando
non sia di questo mondo.
Frustrato, ritorno a quella che
chiamo pretenziosamente casa. Il solo luogo, comunque, in cui posso nutrirmi
nel solo modo adatto a quelli come me.
È buio, ma non ha molta importanza,
non ho bisogno di luce per vederci e noto subito la silhouette contro la
finestra. Per quanto mi sforzi non riesco a vederlo in viso.
-Buonasera
Hannibal King.- una voce indefinibile. Uomo o donna, vecchio o giovane? Non so
dirlo con certezza –Si può sempre trovare un vampiro se si consoce il suo luogo
di riposo.-
Sa cosa sono: una creatura della
notte che convive da molto tempo con una maledizione che ha giurato di tenere a
freno. Non ho mai ucciso per procurarmi il sangue, ma questo importa al mio
interlocutore?
-Chi
sei?- esclamo –Come sei entrato qui?-
-Quello
che cerchi lo troverai a Boston. Cerca la ragazza senza ombra.-
-Non ho
pazienza per gli indovinelli, amico.-
Balzo in avanti, ma mi ritrovo ad
afferrare il nulla. Chiunque fosse è semplicemente scomparso. Chi era e che
voleva dire accennando ad una ragazza senza ombra? Mi ricorda qualcosa che ho
sentito tempo fa, ma non riesco a focalizzare il ricordo. Improvvisamente mi
accorgo di qualcosa che non avevo notato prima. Un rumore che forse solo chi ha
sensi sensibili come i miei può sentire: un battito costante. Ne cerco
l’origine e la vedo, scoprendo che anche una creatura come me può ancora
provare orrore: un cuore bagnato nel sangue, posato sul mio tavolo.
Per un lungo istante quello che mi
domina è solo l’istinto del vampiro che sono diventato, l’attrazione del
sangue, poi ritorno lucido abbastanza da rendermi conto di una cosa che
chiunque altro troverebbe assurdo: il cuore continua a pulsare come se fosse
ancora nel petto di una persona viva.
Nella
palude non distante dalla villa di Donna Garth qualcosa si agita, qualcosa che
ha atteso molto tempo per essere libero. Si: ha atteso molto a lungo perché gli
antichi legami si spezzassero, ma ora sente che sta per avvenire. Presto, molto
presto.
.Angel O’Angel O’Hara entra nella cripta e scende le
scale. Sul suo viso un’espressione insolita per lei. Alcuni la troverebbero
maligna. .
Sorride soddisfatta
mentre si ferma davanti ad una bara aperta dentro cui giace una giovane donna
dai capelli corvini, vestita con una calzamaglia nera ed ecco che qualcosa
accade: una specie di figura evanescente sembra staccarsi da Angel per raggiungere
il corpo nella bara che subito apre gli occhi e sorride soddisfatta, scoprendo
i candidi canini.
-Finalmente.- dice alzandosi dal suo
giaciglio.
Angel
scuote la testa.
-Cosa…cosa mi è successo?- mormora confusa.
-È successo che mi hai servito molto bene,
Angel e per questo sarai ricompensata. Mantengo la mia parola: puoi tornare da
tuo figlio.-
-Lilith! Cosa mi hai fatto?-
-Nulla che è necessario che tu sappia, mia
cara.- risponde la Regina dei Vampiri toccandole, leggermente la fronte –Torna
a casa da tuo figlio, adesso. Dimenticherai tutto quanto è accaduto in questi
ultimi giorni e non saprai che ho usato il nostro antico legame per usare il
tuo corpo come ospite per la mia essenza in modo da poter colpire i miei nemici
con le difese abbassate. Un giorno, forse avrò ancora bisogno di te, ma fino ad
allora vivi la tua vita, libera quanto io ti concedo di esserlo Talvolta nei
tuoi sogni ricorderai ed anche quando i sogni svaniranno al sole del mattino,
saprai che appartieni a Lilith Dracula, Signora dei Vampiri.-
L’eco
della lieve risata della figlia di Dracula accompagna Angel O’Hara mentre
giunge all’aperto e s’incammina per raggiungere la sua casa e suo figlio.
FINE
TRENTAQUATTRESIMO EPISODIO
NOTE
DELL’AUTORE
Fine anche di questo episodio su cui
non c’è molto da dire. Vale, però, la pena di spendere due parole su Simon
Stroud. Ex agente della C.I.A. fu assunto dalla Polizia di New York per dare la
caccia ad una preda insolita: un uomo lupo. In seguito scoprì che si trattava
del Colonnello dell’Aviazione John Jameson, figlio dell’editore del Daily
Bugle. Dopo la misteriosa scomparsa di Jameson (Misteriosa per chi non abbia
letto le sue avventure su Creatures on the Loose, intendo) Stroud fu incaricato
di dare la caccia a Michael Morbius, il vampiro vivente, di cui finì col
diventare riluttante alleato contro una setta di vampiri. Lo rivedremo? Credo
proprio di si.
Nel prossimo episodio. La caccia a
Deacon Frost, Hannibal King a Boston incontra un’enigmatica ragazze nel Bayou
qualcosa si sveglia ed è affamato. Fatti apparentemente slegati oppure no?
Solo
il tempo darà la risposta. Non mancate.
Carlo
[1] Nell’ultimo episodio.
[2] È accaduto in Strange Tales #89, inedito in Italia.
[3] In Legion of the Night #1 (Play Extra #36).
[4] In La Tomba di Dracula MIT #24
[5] Molto tempo fa, in Marvel Spotlight #14 (In Italia su Thor, Corno #142).
[6] Cosa? Scopritelo leggendo Thor, scritto dal nostro ineguagliabile supervisore. -_^