Alcuni pensano che il Male non esista, che non ci sia alcun concetto metafisico di Male assoluto, ma solo uomini e donne che commettono azioni definite malvage secondo certi standard morali. Non possono neanche ammettere che esistano esseri che sono la personificazione del Male, ma sbagliano.
Uno di questi esseri ora cammina per i sabbiosi deserti della terra un tempo nota come Mesopotamia, una terra, dove fin dall’alba dell’Umanità il suo nome veniva sussurrato con terrore. Molti sono i racconti sulla sua origine e nessuno sa quale sia quello vero. Forse tutti, forse nessuno. Poco importa a quest’essere in forma femminile, ciò che conta è che è tornata a casa e nulla e nessuno fermerà il suo regno di terrore.
L’inferno sta per abbattersi sulla terra e Lilith, la Madre dei Demoni ride selvaggiamente.
#33
IN UNA VALLE OSCURA
1.
Un’altra Lilith, la Figlia di Dracula, Signora dei Vampiri, si porta le mani alle tempie e grida. Subito dopo si gira verso i suoi accompagnatori e dice:
-Lei è qui, l’avete sentita anche voi?-
-Io si.- risponde il demone pentito chiamato Omen –La Madre dei Demoni è vicina ormai ed il suo richiamo riempie le mie vene e le fa ribollire.-
-Ma tu resisterai a quel richiamo, non è vero Omen?- interviene la giovane sensitiva Ariann Wright –Tu puoi farlo.-
-Io… credo di si.-
-Sarà meglio per tutti.- taglia corto Lilith Dracula –Piuttosto… quando arriveremo? Per quanto non mi piaccia ammetterlo, non gradisco muovermi sotto il sole del deserto.-
-Il mio incantesimo di teletrasporto ci ha portato più vicini che poteva.- spiega Omen –Ci sono forze oscure al lavoro, che ostacolano i miei poteri. Per fortuna sono stati sufficiente a portarci fin qui: coloro che cerchiamo sono proprio dietro quella duna.-
-E Allora muoviamoci. Non vedo l’ora di vedere la faccia del mio pronipote quando ci vedrà arrivare.- commenta sogghignando la Figlia di Dracula.
L’alba non è ancora sorta su Londra mentre un preoccupato Ispettore Chelm si fa aprire i cancelli del Cimitero Monumentale di Highgate. Ciò che l’ha portato qui è decisamente un azzardo: ha scommesso che la storia narratagli dal doppelganger vampirico di Kate Fraser fosse vera e che davvero Deacon Frost abbia portato qui la giovane donna che ha rapito per seppellirla viva in una delle tante tombe.[1] Ora che è qui, però, Chelm deve ammettere di sentirsi sconsolato: nemmeno se avesse a disposizione tutti gli uomini della Polizia Metropolitana riuscirebbe a frugare l’enorme area del cimitero ed aprire tutte le tombe in tempo per salvare Kate, ma non può abbandonarla senza averci almeno provato. Il solo pensiero della sua giovane collega sepolta viva e condannata a morire in modo atroce gli è insopportabile.
Improvvisamente una figura si para davanti a lui. Istintivamente Chelm punta la sua pistola contro il nuovo arrivato e così fanno i suoi uomini, poi lo stesso Chelm dà loro ordine di non sparare.
Un altro uomo sarebbe rimasto sconcertato nel vedere uno scheletro con indosso un impermeabile ed un cappello, ma non Chelm, non dopo le esperienze che ha avuto… e poi conosce quel particolare scheletro: non sono passati molti anni da che lo aiutò, per così dire, a ritrovare la sua corretta sepoltura sottrattagli da un altro uomo.[2]
Chelm era abbastanza sicuro che fosse tra i cadaveri rianimati con cui aveva avuto a che fare tempo addietro e che lo avesse aiutato contro di essi.[3]
Adesso lo scheletro dell’uomo di nome Duncan Corley sembra fargli segno mentre si volta. Vuole che lo segua? Chelm ha un pensiero assurdo… e se…?
Non perde tempo a pensare e lo segue.
Quando vede apparire i nuovi arrivati Frank Drake ha, per un attimo, un moto di preoccupazione: quella che cammina al fianco del gigante bruno è la Figlia di Dracula, Non ci voleva proprio un altro nemico, poi capisce e si rilassa.
La reazione di Blade è diversa, anche se prevedibile: balza addosso alla Regina dei Vampiri brandendo i suoi coltelli di legno.
Con velocità incredibile Lilith Dracula lo afferra per i polsi e lo sbatte a terra.
-Richiama il tuo lacchè, nipote. Non sono venuta qui come nemica.-
-Non è il mio lacchè.- replica Frank Drake –Non sono neanche più sicuro che qualcuno usi ancora la parola lacchè a dire il vero, Blade fa quello che vuole, temo, ma ammetto che forse non è ancora venuto il momento di ucciderti, perché sei qui per aiutarci, giusto “zia”?-
-Il sarcasmo nelle tue parole si addice ad un Dracula, non c’è dubbio, Frank.- ribatte Lilith –Io e i miei compagni di viaggio siamo venuti a combattere al vostro fianco contro la mia omonima Madre dei Demoni. Permettimi di presentare a te ed ai tuoi alleati la Legione della Notte: Omen un demone schieratosi contro i suoi simili, Martin Gold, esperto in fenomeni occulti, il dottor Chan Liuchow, che per primo combatté con il dragone Fin Fang Foom, in quest’era moderna, la dottoressa Katherine Reynolds, esperta parapsicologa e docente all’Università di Saint Louis, Ariann Wright impertinente bambina…-
-Non sono una bambina, ho quasi 14 anni.- replica Ariann
-E non arriverai a 15, se non impari alla svelta quando stare zitta.- ribatte Lilith Dracula –Come dicevo, quest’impertinente bambina è dotata di interessanti poteri paranormali e potrebbe esserci utile. Quanto al suo bisnonno...-
-Caspar Wright… lieto di esservi utile, se mi sarà possibile.- si presenta un arzillo vecchietto con in testa un incongruo berretto da baseball.
-Oh davvero degli alleati utilissimi contro un’orda di demoni potentissimi.- commenta sprezzante Daimon Hellstrom.
Una giovane donna bionda si stacca dal gruppo della Legione della Notte e si avvicina al Figlio di Satana.
-Daimon! Sei proprio tu?- esclama –Non pensavo che ti avrei mai rivisto.- istintivamente Katherine Reynolds sfiora con le dita il pentacolo rovesciato che è inciso sul petto di Daimon Hellstrom.
-Si, Katherine, sono proprio io.-
-Io… non sono mai riuscita a dimenticarti del tutto.-
-Io invece ci sono riuscito con facilità.- replica Daimon e le volta le spalle.
-Una delle tue conquiste, fratello?- gli si rivolge Satan –Almeno lei non è morta o è una psicopatica assassina .-
-Sta zitta.-
All’improvviso Ariann Wright esclama:
-Sta arrivando.-
Il male si avvicina.
2.
Non sai per quanto tempo hai marciato. Del resto tu non senti la fatica, non senti i morsi della fame e della sete, Non senti niente da molto tempo. I morti non provano nulla e tu sei morto Simon Garth, sei uno zombie senz’anima e la tua unica urgenza è riunirti a colei che possiede l’Amuleto di Damballah. Che costei sia anche tua figlia è una cosa senza importanza per chi è morto da tanto tempo, non è vero Simon Garth?
L’Ispettore Capo Chelm non perde tempo ad interrogarsi su quanto potrebbe apparire bizzarra quella situazione: un gruppo di poliziotti che segue diligentemente uno scheletro che cammina. Negli anni che sono trascorsi dal suo primo incontro con il Conte Dracula ha avuto a che fare con vari fenomeni soprannaturali ed ha imparato a non sorprendersi più di tanto. Si stanno addentrando sempre più nella parte più antica del cimitero, tra viali alberati e folte macchie d’erba. Lo scheletro che fu Duncan Corley procede spedito e Chelm è sempre più convinto che li stia portando da Katherine Fraser, anche se non saprebbe razionalmente dire perché, ma del resto, cosa c’è di razionale in tutta questa faccenda?
-Ispettore Chelm… perché invadi il luogo del nostro riposo?-
La voce appartiene ad una giovane donna che si è appena materializzata dinanzi a lui, una donna bella ma molto pallida il cui volto è sfigurato da un’ampia cicatrice a forma di croce. Chelm la conosce bene: Alice Hastings era la rampolla di una delle più antiche casate nobiliari d’Inghilterra prima di diventare vampira e serva prima di Dracula ed ora di sua figlia. Conosce anche l’altra vampira, Penelope Clayborne, un tempo uno dei cacciatori di Vampiri di Frank Drake adesso passata dall’altra parte.
-State indietro.- dice loro –Non sono qui per voi stanotte, ma se mi costringete, non mi tirerò indietro. Abbiamo abbastanza proiettili d’argento per voi due o altri come voi.-
-Credi di spaventarci Chelm?- replica Alice Hastings –Prima che una sola delle tue pallottole possa colpirmi io e Penelope avremo ucciso te ed i tuoi uomini o forse potremmo semplicemente portarvi nelle nostre tombe ed usarvi come riserva personale.-
Chelm rabbrividisce all’idea e percepisce distintamente il nervosismo dei suoi uomini. Cerca di dimostrarsi fermo.
-Vi ripeto che non ce l’ho con voi... non stanotte almeno. La mia collaboratrice, l’Ispettrice Fraser è stata sepolta viva da Deacon Frost ed io voglio ritrovarla a tutti costi.-
-Perché dovrei curarmi del destino di quell’impicciona scozzese? E neanche a te importerà molto dopo che sarai morto.-
Chelm si rassegna allo scontro imminente e l’indice della sua mano sinistra si stringe sul grilletto, ma prima che possa premerlo, ecco che una mano ossuta, ma dalla stretta potente, si posa sulla spalla sinistra della Hastings, che si volta per trovarsi di fronte la figura dello spettro di Duncan Corley.
-Tu! Di cosa ti impicci?-
Lo scheletro non risponde e del resto senza corde vocali come potrebbe farlo? Tuttavia le sue orbite vuote sembrano fissare gli occhi di Alice Hastings, che pare rabbrividire e fa un passo indietro.
-Per questa volta potete passare indenni, Chelm.- sibila, mentre lentamente muta in pipistrello –Ma tra noi non è finita. Presto assaggerò il tuo sangue, te lo prometto.-
E così dicendo si leva in volo seguita dalla sua compagna.
-Cosa è successo, signore?- chiede il sergente Henderson –Perché se la sono filata con la coda tra le gambe?-
-Non sono certo di averlo capito… o di volerlo capire, se è per questo.- risponde Chelm. Davanti a lui lo scheletro gli fa cenno di seguirlo e Chelm non esita a farlo.
La città di Westminster è da tempo parte della Grande Londra, una parte molto importante: è qui che hanno sede: il Parlamento, il cuore delle istituzioni di quest’orgogliosa nazione, la grande abbazia, sede di incoronazioni e matrimoni reali e la più grande cattedrale cattolica delle Isole Britanniche.
Quasi all’ombra di queste venerate istituzioni c’è una villa solitaria di epoca georgiana. Poco si sa del suo attuale proprietario, un uomo riservato che pochi hanno incontrato e solo dopo il tramonto, Pochi immaginano quanto siano stati fortunati a non aver incrociato il loro cammino con quello di uno dei più pericolosi e potenti arcivampiri del mondo. A differenza degli altri suoi simili Deacon Frost non si è creato un proprio branco: preferisce rimanere un solitario e mantenere un basso profilo, anche se ogni tanto si concede il divertimento di un gesto eclatante.
Prima di diventare un vampiro Frost era uno scienziato ossessionato dalla ricerca dell’immortalità ed ora che si è impadronito degli appunti del dottor Viktor von Frankenstein, il famigerato creatore del Mostro, sente di essere molto vicino a grandi scoperte, ma il suo tempo sta scadendo, è quasi ora di tornare a riposare nella bara contenente un po’ della sua natia terra tedesca. Ricomincerà domani notte. Prima però si concederà un momento per tormentare la sua prigioniera favorita.
Si avvicina al cadavere decomposto di una giovane donna legata da robuste catene ad una parete e dal cui petto spunta un paletto di frassino e con un gesto rapido lo toglie.
In pochi brevi attimi la decomposizione svanisce e dalla gola di quello che fino a poco prima era un cadavere esce un grido. Frost conficca ancora una volta il paletto nel petto della ragazza, stando bene attendo a non centrare perfettamente il cuore.
-Che tu sia maledetto Frost.- inveisce la vampira –Perché non mi uccidi una volta per tutte e non la facciamo finita?-
-Sarebbe troppo facile mia cara Van Helsing – replica Frost –Ti piacerebbe suppongo. Una parte di te soffre ancora per i crimini di cui ti sei macchiata da quando sei diventata una vampira ed un’alleata di Dracula ed anelerebbe all’oblio. Non ho alcuna intenzione di concedertelo… non tanto presto almeno. Sarò io a decidere quando morirai davvero, ma prima di allora mi supplicherai mille volte di porre fine alle tue sofferenze ed io dirò di no.-
-Che tu possa essere mille volte dannato Frost.- insiste ancora Rachel Van Helsing, ultima discendente di una famiglia che si è spesso opposta a Dracula pagandone il prezzo più alto.
-Lo sono già, Van Helsing… esattamente come te.-
Frost spinge il paletto dritto nel cuore della sua prigioniera e dopo aver ascoltato il suo grido d’agonia ed averle visto reclinare la testa, esce dalla stanza dicendo:
-A domani, Fräulein Van Helsing.-
3.
Prima ancora di vederli apparire ne sentono la presenza, qualcosa di palpabile come se avesse consistenza fisica. Un orrore così antico da aver posto nella memoria ancestrale di ogni essere umano. Lilith e la sua progenie sono fin troppo vicini, lo sanno.
Frank Drake emette un gemito strozzato. Quale assurda arroganza lo ha non solo portato fin lì, ma lo ha spinto a mettere in pericolo la vita, se non peggio, di persone che contavano su di lui? Gente come Fratello Voodoo o Marie Laveau è abituata ad avere a che fare con le potenze dell’Occulto. Loro conoscono i rischi che corrono. Ma come ha potuto arrogarsi il diritto di coinvolgere un ragazzo come Arthur Holmwood o il dottor Seward in un gioco così mortale? È questa l’eredità del sangue che gli scorre nelle vene?
Daimon Hellstrom stringe con forza il suo tridente incantato, i suoi occhi sono così rossi da dare l’impressione di emettere fiamme, le sue labbra si stirano in un sogghigno mostrando dei canini appuntiti. Al suo fianco sua sorella Satan è rilassata. Fin da quando era bambina ha abbracciato il suo retaggio infernale. Gli scrupoli morali dei comuni mortali non le appartengono non è forse vero?
Jericho Drumm, Fratello Voodoo, stringe i pugni e mormora in vocazioni ai Loa del Voodoo pregando che gli concedano la forza di cui ha bisogno e non lo abbandonino nel momento del bisogno.
Marie Laveau è impassibile. Molto tempo è passato da quando è cominciato il suo cammino per le vie oscure e se ora questo cammino è giunto al termine, lei è pronta.
Se stringesse di più i coltelli che tiene in pugno l’uomo chiamato Blade si scarnificherebbe, ma la cosa non sembra importargli. Distruggerà tutte le creature soprannaturali che ha di fronte o morirà provandoci. Deve solo riuscire a tenere a bada la sua furia fino al momento giusto, ma diventa sempre più difficile mantenere un sia pur fragile controllo.
Sin da quando è diventato un vampiro, Hannibal King non ha mai sentito una tale urgenza di affondare i suoi canini nei colli di coloro che gli stanno intorno, di sentire il sapore del sangue caldo che scorre nelle loro vene. Deve fare uno sforzo immane di volontà per non farlo. Non si è mai arreso alla sua maledizione prima, non lo farà adesso.
Il nome che si è scelto è Adam Dippel, ma per quasi tutti coloro che gli stanno accanto è solo il Mostro di Frankenstein. Questa notte si vedrà se a dispetto della sua nascita possiede un’anima umana.
Un tempo era un sovrano, il fiero condottiero di una tribù africana che fu schiavizzata dagli Egizi. Il castigo che un malvagio stregone gli inflisse per la sua ribellione fu una vita eterna come mummia vivente. Dopo 3000 anni N’Kantu degli Swarili non ha perso la sua fierezza: combatterà per la parte giusta e se verrà la morte, l’accoglierà in pace con se stesso.
Lissa Russell ha paura. Non ha mai voluto tutto questo. Tutto quel che voleva era solo una vita tranquilla e magari, al momento giusto, un marito e dei figli, ma la sua non è mai stata una famiglia normale, deve ammetterlo. Il suo ultimo pensiero è per il fratello lontano, poi, sente su di se la luce della luna piena e sa che è arrivata la terza ed ultima notte.
Lo scheletro di Duncan Corley si ferma davanti ad un piccolo mausoleo quasi del tutto dimenticato, la tomba di famiglia di qualcuno il cui nome è ormai di ventato illeggibile. C’è ancora qualcuno che se ne cura, si chiede l’Ispettore capo Chelm, oppure gli occupanti sono ormai stati dimenticati da tutti? E perché mai dovrebbe importare a lui.
Lo scheletro svelle il cancello del mausoleo in rovina ed entra seguito dai poliziotti. Si ferma davanti ad una particolare tomba e la indica.
-Kate Fraser è lì?- chiede Chelm con la voce rotta dall’emozione si avvicina alla tomba chiusa da un pesante lastrone di pietra –Non state lì impalati!- urla ai suoi uomini –Voglio subito qualcosa per spostare questo dannato affare.-
Ancora una volta lo scheletro di Duncan Corley interviene sollevando con facilità il pesante coperchio di pietra.
-Gra…- comincia a dire Chelm ma l’enigmatico spettro è scomparso nel nulla
L’ispettore si china verso la tomba quando da dentro sente provenire un suono che lo raggela. Un suono dapprima basso, che si trasforma in un lungo e penetrante urlo.
Il tramonto è arrivato quasi improvviso, come se dalla luce del sole si fosse passati di colpo alle tenebre illuminate dalla luce di una splendente luna piena.
Frank registra appena il sordo ringhio che è indice della trasformazione di Lissa Russell in licantropa. L’aria notturna si è fatta di colpo più calda ed opprimente, eppure egli sente le sue ossa invase da un gelo innaturale, poi all’orizzonte ecco che vede apparire qualcosa.
All’inizio è solo una figura di donna, nuda, a quanto pare. I suoi lineamenti sono indistinti, a parte gli occhi rossi e il brillio di candidi denti aguzzi, i lunghi capelli neri le ricadono sui seni a cui è aggrappata una piccola ed indistinta figura, al suo fianco, quasi accucciato, uno strano essere completamente bianco.
-Un Wendigo!- esclama sconcertato Fratello Voodoo.
-Cosa?- chiede Frank
-Uno spirito cannibale delle leggende degli Indiani del Nord America.- è la secca risposta.
-Non m’importa cos’è. Se è vulnerabile alle mie lame, lo farò a pezzi.- interviene Blade.
-Quella è Lilith?- chiede Hannibal King –La ricordavo diversa. Dov’è finita la pelle bianca ed anche il costume pacchiano?-
-Tornando a casa ha ripreso l’aspetto con cui era nota nei tempi andati.- spiega Marie Laveau –In un certo senso ci sta dando un messaggio: questa è la mia casa ed il mio potere è al massimo.-
Alle spalle della figura ecco comparire a poco a poco altri esseri più familiari: i Lilin, almeno quelli che sono sopravvissuti al loro precedente incontro e non solo… se ne sono aggiunti di nuovi.
Che Dio mi perdoni, pensa Frank, forse una volta erano esseri umani ma ora non lo sono più, sono solo belve assetate di sangue, il nostro sangue… e la nostra carne, temo. Impugna il fucile speciale che con una punta d’ironia un tempo aveva chiamato Linda e fa un passo avanti seguito da Blade e Hannibal King. Se devo morire, pensa, lo far a modo mio.
-Ci incontriamo ancora una volta, umano.- gli si rivolge la Madre dei Demoni –Voglio essere generosa con te ed i tuoi alleati: se vi sottometterete a me, FORSE risparmierò le vostre vite e vi consentirò di unirvi alle mie schiere, altrimenti la mia progenie banchetterà con le vostre carni e le vostre anime.-
-vorrei saper rispondere con un bel discorso…- replica Frank -… ma credo che mi limiterò a rispondere così:-
Dal fucile esoterico di Frank esce una scarica che colpisce in pieno petto la Madre de Demoni facendola cadere e perdere la presa sul suo figlioletto.
-Per quest’inulto ti farò a pezzi personalmente Frank Drake.- grida Lilith rialzandosi –Figli miei, attaccate!-
La battaglia è cominciata.
4.
In una caverna dell’Himalaya un vecchio mistico si desta dal suo torpore e grida.
In tutto il mondo, mistici di vario livello sentono l’onda del male crescente avvolgere la Terra e tremano dal terrore.
Alcuni di loro ricordano la crisi che diversi anni prima portò alla liberazione del sinistro Zom e che ebbe quasi come conseguenza l’annientamento della Terra per mano dell’entità chiamata Tribunale Vivente.[4]
L’entità che ha attualmente usurpato il posto del Tribunale Vivente[5] osserva quanto sta accadendo e ne è compiaciuto. Se l’odio ed il terrore si diffonderanno su quel piccolo pianeta, non sarà certo lui a dolersene.
In una casa di Westminster, in Inghilterra, due esseri non vivi aprono improvvisamente gli occhi, Se esseri come loro possono sognare, allora è proprio quello che stanno facendo perché non vedono ciò che realmente c’è intorno a loro, ma una scena avvenuta in un tempo prima dell’avvento dell’Uomo o forse proprio all’alba dell’Uomo.
Vedono quella che sembra una giovane donna abbandonare il suo uomo e respingere i tre angeli venuti a riportarla indietro, la vedono congiungersi con il demone Asmodeo e generare molti figli con lui e con altri del suo genere, non ha importanza quanti gliene uccidono perché lei continua generarne accoppandosi anche con Satana in persona. Questa è la sua vendetta verso il Cielo, perché lei è la Madre dei Demoni, la progenitrice dei mostri, dei vampiri e di tutti coloro che dimorano nelle tenebre e negli incubi.
Per millenni è stata una predatrice e gli esseri umani la sua preda. Perfino le Potenze Celesti la temevano. Hanno provato ad ucciderla, hanno provato ad imprigionarla ma lei è sempre tornata ed ora è pronta a riprendersi ciò che è suo di diritto: il dominio su tutto ciò che cammina, vola, nuota o striscia, che appartengano al mondo materiale od a quei mondi che esistono oltre il velo della razionalità. Ed è agli abitanti di questi ultimi mondi che ora lancia il suo richiamo, richiedendo, no: pretendendo la loro obbedienza.
Verità, sogno o leggenda? Ha qualche importanza per loro? Deacon Frost e Rachel Van Helsing tremano mentre ogni fibra del loro essere vorrebbe rispondere ad un richiamo che non possono ignorare.
Victoria Hospital di Londra. L’Ispettore Capo George Chelm della Polizia Metropolitana assapora per quanto può una tazza di thè presa da uno dei distributori automatici, ma il suo pensiero continua ad andare a Katherine Fraser: ha ancora negli occhi il suo viso stravolto, continua a risentire il suo grido, un grido che lei ha continuato ad emettere ossessivamente per tutto il tragitto fino all’ospedale.
Ecco finalmente il medico che l’ha presa in cura avvicinarsi a lui.
-Come sta Ka… l’Ispettore Fraser?- chiede.
-Fisicamente sta bene, tutto sommato…- risponde il medico –Ma psichicamente… dopo aver smesso di gridare è diventata catatonica. Non risponde agli stimoli esterni ed i suoi occhi sono fissi, come se stessero vedendo chissà cosa.-
-Migliorerà dottore?- chiede con una punta d’ansia Chelm.
-Onestamente non so dirlo.-
Un’altra vittima della maledizione di Dracula, pensa amaramente Chelm.
5.
Come puoi affrontare un essere soprannaturale con mezzi fisici? Pensa Frank Drake, Certo, non tutti i loro avversari sono dei veri demoni. Alcuni di loro sono degli esseri umani, o almeno lo erano prima che il richiamo della Madre dei Demoni risvegliasse il loro sangue Lilin, sia pure diluito da innumerevoli generazioni. Non tutti coloro che hanno nelle vene il sangue demoniaco di Lilith ha risposto al richiamo: alcuni sono stati in grado di resistere alla sua oscura seduzione, altri non lo hanno riconosciuto per quello che era, ma hanno comunque dato sfogo al loro lato oscuro. In ogni parte del mondo un’orgia di sangue e violenza scuote città e campagne in un modo mai visto prima.
In una pianura dell’Iraq la battaglia decisiva è al culmine ed i buoni potrebbero perderla.
Le due Lilith si fronteggiano: l’una il riflesso distorto dell’altra.
-Perché ti opponi a me?- chiede la Madre dei Demoni –Porti il mio stesso nome e nutri il mio stesso disprezzo per i miseri umani. Tu ed io dovremmo essere alleate, non nemiche-
-Spiacente…- replica la Figlia di Dracula -…ma non sono d’accordo. “Meglio re all’Inferno che servo in Paradiso”, scrisse un saggio poeta inglese[6] molti secoli fa. Per me è vero anche il contrario: non sarò mai una serva nel tuo piccolo inferno.-
-Allora dovrai pagare il prezzo per la tua ribellione e sarà un prezzo molto salato.-
-Parlando di Inferno e del suo sovrano...- interviene una voce maschile –Noi avremmo molto da dire.
La Madre dei Demoni si volge verso chi ha parlato, per trovarsi di fronte Daimon Hellstrom.
-Voi!- sibila –Io vi conosco, so chi siete. Anche voi vi opponete a me? Neanche vostro padre avrebbe osato tanto.-
-Io non sono mio padre.- proclama Daimon scaricando il suo fuoco infernale contro la sua avversaria attraverso il suo tridente.
Lilith grida, cade e si rialza una, due, tre volte e proclama:
-Satana, la tua stirpe non mi fermerà, io vincerò. Mi sentite Cielo ed Inferno? IO VINCERÒ!-
Non lontano altre battaglie sono combattute ed alcune coinvolgono normali esseri umani.
Donna Garth ignora che colui che le si para davanti è chiamato Blackout. Ignora che un tempo era un sadico killer, i cui poteri erano un mistero anche per lui finché non ha scoperto di essere discendente della Madre dei Demoni. Tutto questo non importa a Donna Garth mentre quest’uomo (ma è ancora un uomo?) le afferra le braccia e si appresta a morderle la giugulare con quei suoi canini aguzzi come quelli dei vampiri, lei grida convinta che ormai la sua ora sia giunta, quando… una forte mano si stringe al collo di Blackout, lo solleva e lo sbatte lontano come se fosse una bambola di pezza.
-Papà!- esclama Donna visibilmente sollevata –Sei venuto per me. Sei arrivato appena in tempo per salvarmi.-
Si, Simon Garth, sei arrivato appena in tempo per salvare tua figlia, ma è stato solo un caso, giusto? La sola forza che ti anima è il richiamo dell’Amuleto di Damballah che Donna porta al collo. È solo per questo che hai aiutato lei per prima, non è così? Uno zombie non ha sentimenti nemmeno per una figlia da tempo perduta e che ha scoperto troppo tardi quanto foste simili e quanto ti volesse bene.
-Ora sto bene, papà.- ti sta dicendo –Ora va, aiuta i miei amici.-
Non hai altra scelta che obbedirle, almeno finché porta l’amuleto ed allora perché esiti, perché sei così riluttante a lasciarla e ti volti verso di lei un attimo prima di tuffarti nella battaglia? Non hai risposte e non ne cerchi, sei solo uno zombie dopotutto.
Il giovane Arthur Holmwood, erede del titolo di Lord Godalming, combatte meglio che può, ma purtroppo per lui ci sono esseri che non si fanno fermare da pallottole d’argento o paletti di frassino, esseri contro cui il suo addestramento da cacciatore di vampiri non serve a niente, come i due giganteschi mostri che ormai gli sono addosso. Il giovane inglese prega e rivolge il suo pensiero a suo padre, poi qualcosa accade: i due giganti cadono, abbattuti da un misterioso raggio di energia, misterioso almeno finché non vede la ragazza dai capelli rossi inguainata in un’aderentissima calzamaglia violetta, una ragazza i cui occhi sembrano emanare un bagliore rossastro.
-Non stare lì impalato come un imbecille, ragazzino.- lo apostrofa –Vuoi continuare a far da bersaglio. Solo l’Inferno sa perché ho perso tempo a venire a salvarti. Forse non volevo che altri ti scegliessero come preda, ti avevo fatto una promessa, ricordi? Ora datti una mossa, perché io devo tornare ad aiutare io fratello.-
Arthur la vede allontanarsi e segue il suo consiglio, chiedendosi se potrà mai davvero trovare un posto sicuro.
6.
Lissa Russell si è fatta strada a suon di artigli e morsi fino a giungere di fronte al suo avversario naturale: il Wendigo. Lissa sente un’affinità con questo figlio dei miti del Grande Nord: entrambi sono il frutto di una maledizione ed entrambi possono farci ben poco. Ha appreso la leggenda del Wendigo, il suo patrigno Philip Russell ci teneva che lei e suo fratello Jack imparassero fin da piccoli le leggende sugli esseri umani che si trasformano in animali. Che stesse cercando di prepararli al loro ineluttabile destino? Probabile: ha conosciuto davvero troppo poco quell’uomo e molto del tempo passato con lui l’ha odiato, anche se non con la stessa intensità del fratello. Ma non ha importanza adesso, solo l’essere che le sta davanti. Colui che preso dalla tempesta cede alla tentazione e si ciba del suo simile è destinato a diventare il Wendigo ed a vagare in cerca di carne umana di cui cibarsi.
È questo che è accaduto anche a te, non è vero? Pensa Lissa. Tu eri disperato, volevi solo sopravvivere ed hai fatto ciò che gli dei capricciosi del Nord non potevano tollerare. Ed ora eccoti qui: un cagnolino al servizio di un Male senza tempo, schiavo di una fame bestiale.
Il tempo delle riflessioni finisce quando il Wendigo la attacca e lei reagisce. Zanne affondano nella carne lacerandola, artigli affilatissimi strappano brandelli di muscoli, ma è tutto inutile: le ferite di entrambi si rimarginano quasi istantaneamente e tutto ricomincia, in una lotta che finirà solo quando uno dei due si stancherà e Lissa teme che sarà lei. Non importa: continuerà a combattere, è la sola cosa che può fare.
Adam Dippel, il Mostro di Frankenstein, continua a combattere. Non importa quanti di quegli esseri respinga, continuano ad arrivarne. Perché lo fanno? Si chiede. Perché li combattono quando avrebbe avuto più senso ignorarli e proseguire la loro marcia per quale che fosse? Poi, come in un lampo, capisce la risposta. Adam ha passato molto tempo nella biblioteca del castello avito dei Frankenstein (uno come lui in una biblioteca a leggere? Impensabile per molti di coloro che l’hanno conosciuto e vedono in lui solo un mostro guidato dalla furia, ma non conoscono la tenacia di Viktoria Von Frankenstein, la sola di quella famiglia che non abbia cercato di sfruttarlo ma di aiutarlo) ed ha letto molte storie con protagonisti un manipolo di coraggiosi che combatterono contro forze soverchiarti. I 300 spartani delle Termopili, i Texani di Alamo, i Russi di Stalingrado e molti altri. In molti di quei casi i nemici avrebbero semplicemente aggirarli, proseguire la loro invasione e poi tornare a sistemarli con calma. Non lo fecero perché non potevano permettere che si pensasse che non erano stati capaci di combattere così pochi oppositori, così si fermarono, impegnarono battaglia e spesso la vinsero... per poi perdere la guerra.
Anche la Madre dei Demoni ed i suoi figli non possono permettere che si dica di loro che hanno evitato un confronto, una vanità fin troppo umana, pensa colui che chiamano mostro concedendosi un sogghigno.
Non che la cosa gli sia di molto conforto: gli eroi a cui pensava sono tutti morti alla fine e teme che sarà il loro destino. Sia come sia, nessuno farà del male a Viktoria e Veronika Von Frankenstein finché lui sarà vivo.
Una nuova figura si unisce alla sua battaglia: è un uomo alto quanto lui, dai lunghi capelli neri e gli abiti sbrindellati. Uomo? Si, un tempo lo è stato, ma ora è qualcosa di diverso. Adam sa cos’è: il morto vivente che i seguaci della Religione Voodoo chiamano Zombie. Ironico che proprio lui ora combatta al suo fianco: il cadavere rianimato da un’antica magia e l’uomo formato da pezzi di cadavere rianimati da una scienza quasi indistinguibile dalla magia. Ironico e tragico al tempo stesso, se ci si pensa bene.
-Benvenuto, fratello.-
Se odi le parole di Adam Dippel non ne dai segno, Simon Garth e dalle tue corde vocali atrofizzate non esce alcun suono. Continui a combattere, però, ed è una risposta sufficiente.
Poco distanti, un gruppo di comuni esseri umani osserva con sgomento quanto sta accadendo: le sorelle Viktoria e Veronika Von Frankenstein non si sono amate molto nella loro vita, ma ora si stringono l’una all’altra, consapevoli che forse oggi moriranno insieme. Il dottor Charles Seward stringe in pugno la sua inutile pistola ed aspetta, Katherine Reynolds trema mentre stringe a se Ariann Wright che pensa che i suoi poteri precognitivi non l’aiuteranno a vedere l’alba del suo quattordicesimo compleanno… ma dov’è finito il suo bisnonno? Il suo cappellino da baseball giace nella sabbia, ma lui dov’è?
7.
L’ultimo figlio di Lilith si erge dinanzi a Fratello Voodoo e Marie Laveau. Solo pochi istanti fa per gli standard umani lui era solo poco più di un neonato… ma lui non è un essere umano: suo padre è il demone Zarathos, di cui perfino lo stesso Mefisto ha paura, sua madre è la leggendaria Madre dei Demoni, che alcune storie vogliono essere stata la prima moglie di Adamo, il Primo Uomo. La sua gestazione è stata lunghissima, ma in poco tempo ha raggiunto l’età adulta. La reale estensione dei suoi poteri è ignota anche a lui stesso, se può essere fermato è adesso. Peccato che non ci stiano riuscendo.
Il volto di Jericho Drumm è imperlato di sudore, l’aria è riempita dal ritmo ossessivo di invisibili tamburi; poco discosta la Regina Voodoo di New Orleans tiene serrate le palpebre e mormora qualcosa in una lingua sa tempo dimenticata.
Il demone dal volto infuocato pare esitare, anche solo per un attimo, un attimo di cui approfitta Blade pe conficcargli nella schiena due affilati coltelli... senza alcun esito.
Il demone parla per la prima volta.
-Stupido mortale, cosa credevi di farmi?—
Con un colpo della sua mano destra colpisce Blade e lo sbatte lontano a giacere nella sabbia.
-Di te mi occuperò più tardi, ora devo pensare a voi due.-
Fratello Voodoo è il primo a cedere, le forze lo abbandonano e mentre scivola nella sabbia ha la consapevolezza di aver fallito. Marie Laveau apre gli occhi, prova a fuggire, ma inciampa cade e sente il demone afferrarle le caviglie. Che fine ignominiosa Per la Regina Strega del Voodoo, pensa la bella mulatta, vivere per due secoli per poi finire nelle fauci di un demone tenuta per le gambe come un pollo od un capretto.
Improvvisamente qualcosa accade: una spada affilata spicca la testa del demone dal suo collo. La testa rotola nella sabbia mentre il corpo continua a muoversi in maniera scomposta.
Caduta malamente a terra, Marie osserva il nuovo arrivato, un gigante dalla testa rasata, incorniciata da una barba rada e dal petto nudo ed osserva la testa del demone, caduta poco lontano, muovere la bocca e parlargli:
-Tu… chi sei?-
-La tua morte.- è la semplice risposta.
Un nuovo fendente spacca la testa in due come se fosse un melone e solo allora il corpo decapitato del demone si decide a cadere nella sabbia rovente.
Il nuovo arrivato pulisce rapidamente la lama nella sabbia e poi dice semplicemente:
-Ed ora occupiamoci di LEI.-
Lilith, la Madre dei Demoni è furiosa: i suoi nemici osano ancora resisterle, anche se non per molto. La sua omonima vampira è appena caduta, l’umano di nome Frank Drake ed il vampiro Hannibal King l’avevano già preceduta poco prima, come pure il demone ribelle chiamato Omen ed il massiccio e muto indiano di nome Taj Nital. Rimangono solo Daimon Hellstrom e La sua impertinente sorella.
-In virtù del legame che ho con vostro padre, vi offro ancora una volta di unirvi a me.- dice loro –Non ripeterò la mia offerta.-
-La mia risposta è no.- replica Daimon.
-Mi tenti, “matrigna”.- risponde Satan –Mi tenti davvero molto. In fondo non devo nulla alla stirpe di mia madre… ma devo lealtà a mio fratello, quindi rifiuto la tua offerta.-
-Allora morirete.-
-Sono già stato all’inferno, vi ho perfino regnato. Non è poi questa gran cosa. Forse a te piacerà di più.
Con un gesto risoluto il Figlio di Satana conficca il suo tridente, forgiato di un metallo esoterico nei fuochi stessi dell’Inferno, nel ventre della sua avversaria.
La Madre dei Demoni urla piegandosi in due… poi afferra il manico del tridente... quindi tira con tutte le sue forze strappandoselo dal ventre.
-Hai fallito, stirpe dell’Inferno.-
Gli occhi di Lilith brillano ed una corrente di arcana energia percorre il tridente scaricandosi su Hellstrom, che crolla a terra.
-Ed ora a te, figlia degenere: ti strapperò il tuo cuore ancora palpitante dal petto.-
Il braccio di Lilith si protende verso Satan, ma prima che possa toccarla, una figura si frappone tra loro due e la mano della Madre dei Demoni lo attraversa squarciandogli il petto.
-NO!- urla Lilith riconoscendolo all’ultimo momento.
Il nuovo arrivato cade a terra. È chiaramente un demone, dei demoni ha il classico aspetto: piedi e barbetta caprina, sulla testa calva un paio di piccole corna. Satan lo riconosce e si china su di lui, incurante della presenza di Lilith.
-Zannarth, sei proprio tu? Perché lo hai fatto?-
-Non potevo permettere che qualcuno ti uccidesse.- risponde Zannarth –Nemmeno a mia madre.-
Il demone chiamato Zannarth muore una seconda volta, dimostrando che anche i demoni sanno amare. Satan alza gli occhi verso Lilith ed il suo volto esprime odio puro.
Prima che possa dire qualcosa, prima che entrambe possano fare qualsiasi cosa, si ode una voce:
-Madre.-
Lilith si volge verso colui che l’ha chiamata ed al suo fianco vede un’altra figura silenziosa.
E per la prima volta da eoni Lilith, la Madre dei Demoni sente la morsa della paura.
Per quello che sembra un tempo lungo come l’eternità eppure non più breve di un battito di ciglia la scena sembra congelata, la battaglia si ferma e gli occhi di tutti si fissano sui nuovi venuti, specie sull’uomo il cui volto è celato da un cappuccio e che nella mano destra stringe un lungo e nodoso bastone.
--Per tutti i sette inferni… è lui!- esclama Daimon Hellstrom.
-Lui chi?- chiede Frank Drake appena risvegliatosi.
-K’ad-Mon.- è la risposta appena sussurrata.
Poi Lilith parla:
-Tu! Cosa fai qui? Perché ti intrometti nei miei affari?-
-Sono venuto a prenderti. Questo non è il tuo posto… non più.- risponde il nuovo venuto.
-Non mi far imprigionare di nuovo.-
-Non sta a te scegliere, lo sai, arrenditi senza discutere.-
Lilith si rivolge all’altro uomo.
-Mi hai tradito ancora una volta, Skinner, come quando nella tundra artica cercasti di uccidere il mio ultimogenito ed il suo potere ti incenerì davanti ai miei occhi.-[7]
-Ma sono tornato, madre.- replica Skinner –Per colpa tua ho abbandonato una pacifica esistenza ed ho dovuto sterminare la ia stessa famiglia. Stavolta ho scelto di oppormi a te e questa è la mia vendetta. Ecco il tuo ultimo figlio.-
Qualcosa rotola ai piedi della Madre dei Demoni: la testa mozzata e spaccata del figlio suo e di Zarathos.
Lilith urla e si lancia contro le due figure. L’uomo alto che Daimon Hellstrom ha chiamato K’ad-Mon la blocca con la mano sinistra.
-Non ti opporre più.- le dice –Non ti è concesso. Verrai con me.-
Lilith scalcia ma non è in grado di spezzare la forte stretta ai suoi polsi. Dalle sue labbra esce un sibilo serpentino.
K’ad-Mon solleva il suo bastone: i Lilin ed il Wendigo scompaiono nel nulla mentre i loro oppositori si alzano uno dopo l’altro per scoprire che le loro ferite sono guarite misteriosamente.
-Allora è così che finisce?- chiede Daimon Hellstrom –Arrivi tu e tutto va a posto?-
-Hai delle obiezioni, Figlio di Satana?-
Daimon sorride.
-No, di certo.- replica –poi guarda verso Lilith –Sta attento a non fartela sfuggire, è molto infida.-
-Lo so molto bene ma non temere per questo, hai la mia parola.-
Sia lui che Lilith scompaiono nel nulla Frank Drake si rivolge a Daimon.
-Tu conoscevi quel… come l’hai chiamato: K’ad-Mon?-
-Quando l’ho conosciuto lo chiamavano Spyros ed era il guardiano di qualcosa chiamata Matrice Primaria.[8] In seguito è stato l’Uomo Cosa al posto di Ted Sallis almeno per un po’, ma la cosa importante è chi pare che egli sia.-
-K’ad-Mon. Interviene Lilith Dracula –Ovvero l’Uomo Primigenio.-
-Aspetta!- esclama Frank –Non vorrai dire che è…? No, non è possibile.-
-Non più impossibile dei vampiri, degli dei del tuono, delle Madri dei Demoni e dei Figli di Satana, non è vero?- ribatte ancora Lilith ridacchiando. Nessuno risponde e Lilith prosegue –Bene, immagino che questo ponga fine alla nostra alleanza. Osserverò la tregua fino al ritorno a casa, ma quando ci rivedremo sarà ancora da nemici, ricordatelo, nipote.-
Si allontana avvolgendosi nel proprio mantello e ridacchiando sommessamente.
In quel momento Frank sente la voce di una ragazzina.
-Nonno!-
Ariann Wright della Legione della Notte si precipita ad abbracciare il bisnonno. Caspar Wright sorride stringendola a se, poi si china a raccogliere da terra il suo berretto da baseball.
-Devo essere rimasto svenuto tutto il tempo.- dice –Pare che mi sia perso un sacco di cose.-
Il che è il minimo da dire su questa notte, pensa Frank.
EPILOGO UNO
Nell’aereo che lo riporta verso casa Frank Drake s’interroga su quanto è accaduto. Davvero lui ed i suoi alleati sono stati solo pedine di un gioco più grande di loro? Il loro compito nel grande gioco a cui hanno partecipato era solo di guadagnare tempo per garantire l’arrivo di colui che avrebbe risolto tutto? L’esito della sfida era già stato scritto da forze oltre la sua comprensione? Domande destinate a rimanere senza risposta, teme. Ora deve pensare alle sfide che l’attendono al suo ritorno a Londra.
C’è ancora una Lilith in libertà e se oggi sono stati alleati, la prossima volta che si vedranno, uno dei due potrebbe morire.
Non è un pensiero confortante.
EPILOGO DUE
Da un’altra parte Lilith Dracula sorride. Anche stavolta è sopravvissuta. Ora può dedicarsi agli altri suoi piani
Nella forma di pipistrello giunge ad una casa, ma non è Lilith ad entrarvi e raggiungere la porta di un certo appartamento, bensì la giovane donna dai capelli rossi di nome Angel O’Hara. Bussa con delicatezza e la porta si apre per mostrare un sorpreso Martin Gold.
-Ciao Martin.- lo saluta Angel sorridendo –Non mi inviti ad entrare?-
EPILOGO TRE
In un luogo oscuro Lilith, la Madre dei Demoni giace ed attende. Un giorno verrà ancora il suo momento. Lei è paziente, ha l’eternità a disposizione dopotutto.
FINE TRENTATREESIMO EPISODIO
NOTE DELL’AUTORE
Eccoci dunque giunti alla fine della trama che ha visto su fronti contrapposti due personaggi femminili entrambe di nome Lilith.
1) Della figlia di Dracula dovreste ormai sapere tutto quello che è necessario, per la Madre dei Demoni vi rimando alle note del #28.
2) Zannarth è un demone del genere “Incubo”, vale a dire predatore delle energie vitali femminili. Fu assegnato come compagno e schiavo di Satan Hellstrom mentre quest’ultima si trovava all’Inferno durante un periodo di addestramento. In seguito i due si ritrovarono uniti nel cercare una via d’accesso all’Inferno da cui entrambi erano stati banditi e Zannarth fu ucciso dal demoniaco Ellin. Tutto questo avvenne su Haunt of Horror # 2 e 4 (datati luglio e settembre 1974) ad opera di Gerry Conway & Enrique Romero. Ma può un demone morire veramente? Per quanto ci riguarda, Zannarth è tornato per morire un’altra volta salvando Satan dalla morte. Diciamolo pure: in fondo era un buon diavolo. ^
3) Chi è K’ad-Mon, il deus ex machina di quest’episodio? Tanto tempo fa Daimon Hellstrom si batté contro l’antico demone Kometes, che minacciava di distruggere la Terra, Per trovare i mezzi per sconfiggerlo dovette confrontarsi con Spyros il guardiano della Matrice Primaria, una sorta di nesso spaziotemporale. Come rivelato alla fine di quella vicenda, Sotto il cappuccio di Spyros si celava nientemeno che Adamo, il Primo Uomo, ora orrendamente sfigurato. Secondo gli intendimenti dell’autore della storia, Steve Gerber, si trattava proprio dell’Adamo biblico. Molti anni dopo, con il nome di K’ad-Mon, l’Uomo Primordiale della Cabala Ebraica, ritorno in un breve ma intenso ciclo dell’Uomo Cosa, munito di un antico bastone chiamato Verga del Creatore (Ebbene si: parliamo proprio di quel Creatore, almeno secondo gli autori. -_^) e per un breve periodo si assunse il ruolo di Uomo Cosa (Man Thing Vol. III #1/8, e Strange Tales Vol. IV #1/2, parzialmente inediti in Italia). Chi meglio di lui poteva essere inviato a fermare Lilith?
Nel prossimo episodio: Frank Drake torna a Londra per trovare alcune spiacevoli sorprese. Lilith Dracula si prende qualche soddisfazione, il sangue scorre e molto altro ancora.
Carlo
[1] È accaduto davvero negli ultimi episodi.
[2] Accadde in Tomb of Dracula #16 (In Italia su Tomba di Dracula, Corno, #3).
[3] Nell’episodio #28.
[4] Come mostrato in Strange Tales #157/163 (In Italia su Uomo Ragno, Corno, #69/75).
[5] Leggete gli ultimi numeri di Quasar per maggiori dettagli.
[6] John Milton: “Paradiso perduto”
[7] Visto nell’episodio #28.
[8] Su Marvel Spotlight #17 (su Thor, Corno, #144).