Il
male ha molte facce e non tutte sono orribili, anzi spesso sono molto
seducenti.
Prendete
la giovane donna che in un mattino di sole scende da un Boeing 747 proveniente
da Londra arrivando in una New York in cui la primavera tarda a farsi sentire.
Chi immaginerebbe mai che dietro un così bel volto che sembra cesellato nella
porcellana, lunghi capelli rossi e con occhi verdi che ricordano i brillanti il
cui sguardo potrebbe essere definito solo angelico possa celarsi un male molto
antico?
Eppure
questa donna, il cui nome, guarda caso, è proprio Angel… Angel O’Hara… è
l’araldo della distruzione e solo disgrazia attende coloro che la sua signora e
padrona ha marchiato… la disgrazia, la morte e forse qualcosa di ancora
peggiore.
#29
IL RICHIAMO DEL MALE
1.
Non importa chi ne sia il proprietario attuale, per molti di coloro che sono presenti nel salotto questa è e sarà sempre Villa Harker, il luogo dove un uomo ha dedicato la sua vita all’incessante lotta contro il male rappresentato dal vampiro chiamato Dracula. L’eredità di Quincy Harker sopravvive ben salda dopo la sua morte per mano di quello stesso Conte Dracula anni fa e Frank Drake, che ironicamente di Dracula è il discendente diretto, è ben deciso ad accollarsene il peso.
I presenti nell’ampia sala, chi seduto in una delle comode poltrone o sul divano, chi in piedi, sono, oltre a Frank stesso: Hannibal King, detective privato e riluttante vampiro; Blade, cupo cacciatore di vampiri; il gigantesco Taj Nital e sua moglie Kanti, la cui vita nella natia India fu sconvolta proprio dai vampiri; il Dottor Charles Seward, Arthur Holmwood, Lord Godalming ed il suo figlio ed erede Arthur, uomini le cui famiglie hanno pagato il prezzo più alto per essersi opposte a Dracula; l’Ispettore Capo Chelm di Scotland Yard, capo di una squadra speciale anti vampiri e creature soprannaturali che le bizzarrie del caso hanno messo a confronto con realtà che riteneva miti, ed infine la sua assistente, l’Ispettore Katherine Fraser, giovane mutante scozzese col talento della psicometria ed un legame personale sia con Dracula che con il suo discendente. Quando Chelm lo ha chiamato Frank ha voluto che tutti coloro che sono coinvolti nella sua piccola crociata ascoltassero ciò che aveva da dire ed ora si rivolge direttamente all’Ispettore Capo:
-Quindi Lilith ha detto proprio: “Forse ci ritroveremo alleati contro colei
che porta il mio stesso nome, ma è nemica del genere umano e molto più malvagia
di quanto io potrei mai sperare di essere”. Sono state proprio queste le esatte parole?-
-Una per una.- risponde Chelm –Abbiamo già fatto questo discorso io,
lei e Blade l’altro giorno[1]
e adesso sappiamo anche a chi alludesse Lilith, ovvero alla Madre dei Demoni
della tradizione ebraica, un essere che mi dite essere reale e che avete già
incontrato.-
-Può scommetterci il distintivo che è reale, Ispettore.- interviene
Hannibal King -Questa Lilith esiste ed ha al suo servizio la sua corte
personale di demoni che sono tutti suoi figli o comunque discendenti, Non la
chiamano Madre dei Demoni per niente. Io ed un bel po’ d’altri siamo
sopravvissuti a stento contro di lei ed anche se non speravo potesse veramente
morire, mi auguravo almeno che non ne avremmo più sentito parlare.-
-Ma chi è, infine?- chiede Kate Fraser -È possibile che sia davvero la
creatura del mito?-
-In un mondo in cui camminano vampiri, lupi mannari e dei del tuono, la
cosa ti sorprenderebbe Kate?- replica Frank –Comunque sia, ha poca importanza
se è davvero la prima moglie di Adamo, ribelle a Dio, sposa di Asmodeo o di
Satana stesso, se è un demone dell’antica Babilonia che preda i viventi sin
dall’avvento dell’uomo o se è qualcos’altro ancora. Ciò che so è che esiste, è
il Male assoluto e va fermata ad ogni costo.-
-E dovremmo farlo noi?- chiede il giovane Arthur Holmwood –E come
potremmo mai riuscirci contro una creatura simile?-
-Se devo essere onesto, non lo so, ma so che se non abbiamo scelta o
perlomeno non l’abbiamo io, King e Blade, non biasimerò nessuno di voi se si
tirerà indietro perché in quest’impresa abbiamo da perdere la vita e la nostra
anima.-
-Nulla di più o di meno di quanto rischio abitualmente opponendomi ai
vampiri.- commenta Charles Seward -Puoi contare su di me, Drake.-
Taj Nital, muto da
quando Dracula gli recise le corde vocali, si avvicina a Frank ponendogli una
mano sulla spalla.
Frank sorride, è bello
avere degli alleati.
La pattuglia di
militari iracheni avanza a bordo di una camionetta in una notte senza luna con
tutti i sensi all’erta. Visti i più recenti avvenimenti, solo un pazzo non
avrebbe paura di quanto può accadere, ma questi cinque uomini non possono
nemmeno immaginare che il pericolo peggiore stanotte non viene dai terroristi.
-Sergente, ho visto qualcosa!- urla uno dei soldati.
-Cosa? Dove?-
-Non lo so. Qualcosa si è mosso da quella parte.-
-Forse un animale. Cerchiamo di non essere troppo nervosi.-
-Là!- urla un altro soldato –Mi pare di vedere qualcosa adesso.-
I fari illuminano la
sagoma di una jeep rovesciata su un fianco. I militari si avvicinano solo per
scoprire i corpi di due uomini, ma la cosa più spaventosa è che sembrano esser
stati divorati, di uno rimane poco più che uno scheletro. A terra ci sono
mitragliatori e quello che sembra essere un rudimentale ordigno esplosivo.
-Sono… erano terroristi.- esclama un caporale -… stavano andando a
compiere un attentato ci scommetto…-
-Si… penso di si.- risponde il sergente -… ma chi o cosa può averli
ridotti così?-
-Sono stato io.-
Al suono di quella voce cavernosa i soldati
si voltano per trovarsi di fronte ad una gigantesca creatura dall’aspetto
umanoide… se si eccettua il colore rossastro della pelle e le zanne che
spuntano dalle sue fauci spalancate.
Sparano, ma senza risultati e nei
minuti che seguono oltre agli spari si ode l’oscena risata della creatura,
mista alle urla strazianti delle sue prede, poi cala di nuovo il silenzio.
Occhi rossi splendono nella notte londinese, gli occhi di un predatore. Si muove nei vicoli della grande metropoli europea come se fossero il suo regno e chi potrebbe dire altrimenti? I rari passanti che a quest’ora della notte lo vedono in lontananza si affrettano a scappare in preda ad un oscuro terrore, un atavico ricordo di qualcosa che le genti del Nord chiamavano la Caccia Selvaggia e di un mastino infernale dagli occhi di brace. La cui vista è segno di morte sicura e di dannazione eterna per la preda predestinata.
Fuggono mentre il gigantesco cane nero con una striscia di pelo bianco tra le orecchie avanza a grandi falcate e fanno bene a fuggire, perché questo davvero non è un cane comune, ma una delle forme che può assumere Deacon Frost, arcivampiro in cerca di nutrimento. A lungo ha cercato una preda e l’ha trovata in una giovane donna che ha cercato rifugio in una stazione della metropolitana purtroppo deserta a quest’ora. No… non deserta, pensa la ragazza, c’è quell’anziano signore con un cappotto ed un cappello un po’ fuori moda. Strano, però, avrebbe giurato che la stazione fosse vuota quando è entrata, ma deve essersi sbagliata. Ora, se solo il treno si sbrigasse ad arrivare... Il vecchio la sta guardando, perché la fissa così? Ed ora si sta muovendo verso di lei, la ragazza sente un formicolio lungo la schiena, il suo impulso istintivo è scappare, anche se non sa dire perché, ma le sue gambe si rifiutano di obbedirle, poi i suoi occhi incontrano quelli dello sconosciuto, iridi rosso sangue, ed è troppo tardi.
2.
Per molti non è altro che un mito, il protagonista di un libro che pochi hanno davvero letto e di innumerevoli film che forse in troppi hanno visto. Per coloro che lo conoscono egli è una povera anima torturata che cerca un posto in un mondo che non pare molto disposto ad offrirglielo. Quando è nato nessuno ha pensato a dargli un nome e così se ne è scelto uno da solo: si fa chiamare Adam Dippel, ma per molti lui rimane solo la Creatura, il Mostro di Frankenstein. Lui e le sue accompagnatrici Viktoria e Veronika Von Frankenstein, le ultime discendenti del suo creatore, sono reduci da uno scontro con un uomo di nome Bram Velsing, altrimenti noto come Dreadknight, uno scontro dall’esito imprevisto.[2] Ora Adam deve la sua vita a Dreadknight e la cosa lo turba. Odia quell’uomo per ciò che ha fatto ai suoi amici imprigionandoli nel Castello Frankenstein e per aver spezzato il cuore di Viktoria tradendo la sua fiducia dopo che lei gli aveva salvato la vita curandolo amorevolmente,[3] ma ora ha un debito con lui e non è tipo da dimenticare una cosa simile… e teme che un giorno o l’altro il Dreadknight vorrà riscuotere quel debito. Se almeno la loro piccola avventura scozzese fosse servita a placare le inquietudini di Viktoria, ne sarebbe valsa la pena: la vita è stata fin troppo ingiusta con lei.
Il suono del campanello lo riporta alla realtà. Chi può essere? Chi può cercare proprio loro? La risposta arriva quando Veronika apre la porta e sulla soglia trova Katherine Fraser accompagnata da Frank Drake e Blade.
-Mi dispiace disturbarvi...- dice Kate -… ma il mio amico Frank Drake ha una cosa da dire a… a Mr. Dippel.-
-A me?- esclama il Mostro –Non mi capita spesso che qualcuno mi cerchi… almeno per parlarmi e non per uccidermi.-
-Sono qui in cerca d’aiuto.- inizia Frank.
-Da me? Tu cerchi il mio aiuto? Questa sì che è bella. E per cosa ti servirebbe?-
-Per combattere un male antico che minaccia la stessa esistenza di tutta l’umanità. È una risposta sufficiente?-
-Dimmi di più, uomo, dimmi di più.-
E Frank comincia la sua spiegazione.
Per tutti è solo Charles Blackwater, avvocato di successo, ma solo pochi iniziati sanno che da alcuni anni è l’ospite di un demone ribelle chiamato Omen, cioè: Presagio ed in onore al suo nome egli ora sente la presenza del male, un male diverso da ogni altro, uno che ogni demone riconosce come qualcosa di familiare.
-Lilith cammina ancora sulla Terra.- mormora tra se.
-Cosa ha detto, avvocato?- chiede la sua segretaria.
-Nulla Josie, nulla d’importante. Può andare adesso, riprenderemo più tardi.-
Uscita la segretaria Blackwater assume la forma del demone Omen.
-Quali che siano
i suoi scopi, Lilith deve essere fermata.- dice –Devo richiamare la Legione della Notte.-
La luce della luna
illumina il tetro scenario del Cimitero Monumentale di Highgate mentre io mi
muovo tra le tombe dell’ala più antica, ormai semisepolte dalla vegetazione. Il
buio non mi preoccupa, è la mia casa, sono abituato al suo nero abbraccio. Non
ricordo come sono arrivato qui, ma so perché ci sono, so cosa sto cercando… e
finalmente la trovo: una giovane donna completamente nuda, inchiodata ad una
grande croce di marmo, il petto squarciato all’altezza del cuore, la vita
strappata via in modo crudele. Quasi affascinato la osservo: i suoi occhi
spalancati mostrano tutto il terrore vissuto nei suoi ultimi istanti.
Improvvisamente alza la testa e quegli occhi si posano su di me, mentre dalla
sua gola esce una parola:
-Vendicami, Hannibal King… VENDICAMI!-
I
mie occhi si spalancano di colpo ed io sono di nuovo… sveglio? La mia catalessi
diurna è finita, il sole è tramontato ed io sono di nuovo richiamato alla mia
crudele esistenza di vampiro. Un sogno? Chi poteva pensare che un non morto
potesse sognare? Ricordo quella ragazza: io stesso mi ero imbattuto nel suo
cadavere mutilato durante uno dei miei vagabondaggi notturni[4]
e guidato le autorità al suo ritrovamento. Un omicidio rituale aveva detto
l’Ispettore Chelm, ma quale rituale? Perché le avevano strappato il cuore? Mi
ero ripromesso di scoprire la verità, ma è stato prima che apprendessi del
ritorno di Lilith. Ho promesso a Frank Drake di aiutarlo nella battaglia contro
quel male antico, ma che ne è della mia promessa alla ragazza? Non l’ho
dimenticata: troverò il suo assassino e lo farò pagare per il suo delitto, non
importa quanto tempo ci vorrà: io ho l’eternità dalla mia parte.
3.
Un taxi passa veloce diretto dall’aeroporto J.F.K. al Greenwich Village portando Angel O’Hara verso un incontro fatale. Nel suo cammino passa vicino ad un ospedale in cui si trova in questo momento un altro degli attori del nostro inconsapevole dramma.
Da diverse settimane quest’uomo giace in un letto in bilico tra la vita e la morte, piantonato notte e giorno da una squadra di poliziotti. La prima cosa che si nota di lui è che è albino, privo di qualsiasi pigmento su ogni parte del suo corpo, ma questa è la cosa meno strana in lui, molto meno delle iridi rosse e dei canini allungati come quelli di un vampiro, cosa che in fondo è veramente.
Il suo vero nome è sconosciuto, il solo nome con cui è temuto ed odiato da tanti è semplicemente Blackout Molto spesso la parola mostro è usata a sproposito, ma non per Blackout. È un assassino per mestiere e per vocazione: uccide per denaro, ma anche per il gusto di farlo ed è anche membro di una stirpe demoniaca, discendente di colei che è giustamente chiamata la Madre dei Demoni e che perseguita l’Uomo sin dall’alba della Creazione.
Quando lo hanno trovato di Blackout rimaneva solo il tronco: la parte inferiore del corpo tranciata e scomparsa in fondo al fiume, la testa era spaccata in due e la materia cerebrale era attraversata da un solco profondo. A prima vista era morto, eppure, incomprensibilmente, una scintilla vitale era rimasta in quell’ammasso che una volta era stato un essere umano. I medici hanno fatto veri miracoli per rimetterlo insieme e da allora lui giace immoto. Chiunque altro nelle sue condizioni potrebbe al massimo aspirare ad un’esistenza da vegetale, ma tutto si può dire di Blackout, tranne che sia una persona comune. Nelle sue vene scorre il sangue dei Lilin, un potere che non lo lascerà morire facilmente. I medici hanno assistito con stupore al rigenerarsi di tessuti morti, alla ricrescita di arti scomparsi, al ritorno di attività cerebrale. Sapevano che Blackout era un paraumano, ma non immaginavano che avesse un tale potere. Il processo di guarigione ha richiesto molto tempo, troppo per uno impaziente come lui, ma ora, finalmente si è compiuto e stasera, per la prima volta da tanto tempo una parola, un semplice sussurro, esce dalle sue labbra:
-Madre.-
L’infermiera che lo stava vegliando salta sulla sedia e gli si avvicina mentre lui ripete, con voce più forte:
-Madre… ho udito la tua chiamata….-
Un braccio si protende ed afferra la malcapitata infermiera per la gola. Impedendole di gridare, poi Blackout si alza dal letto e le è addosso affondando le zanne nel suo collo. Il sangue zampilla copioso mentre Blackout si nutre come non faceva da troppo tempo e soffoca un grido d’agonia della ragazza, poi il killer albino si guarda intorno.
-Sto arrivando.- dice.
La porta della sua camera cede con uno schianto e mentre l’intero ospedale piomba nella più assoluta oscurità. Blackout balza nel corridoio. I poliziotti di guardia non reagiscono abbastanza in fretta e la loro fine è tanto rapida quanto dolorosa.
Quando Blackout ha ormai lasciato l’ospedale e torna la luce, il sentiero della sua fuga è segnato dai cadaveri e dai feriti, una scia di sangue che segna il suo cammino verso una meta che lui solo conosce.
Il jet è un piccolo gioiello della tecnica. Faceva parte della flotta privata della V.T. Drake Inc. e Frank Drake pensa che c’è una sorta di giustizia poetica nell’usarlo per combattere un male peggiore di quello rappresentato da Dracula stesso. In poche ore ha percorso la distanza che separa le Isole Britanniche dal continente nordamericano e precisamente dal Golfo del Messico in Louisiana. Qui, pensa Frank, lo attende un altro di quei bizzarri appuntamenti col destino che sono diventati così normali per lui da quando ha ricevuto in eredità il diario di famiglia.
. La sua vita è cambiata parecchio da allora… da quando ha saputo di essere l’ultimo discendente diretto di un uomo che quando era vivo era noto come Vlad III, Voivoda di Valacchia, un governante spietato ed un guerriero feroce per alcuni; un combattente per la libertà della sua terra per altri. Protagonista di ballate e leggende talvolta poetiche e spesso sanguinarie; colui che da non morto fu chiamato con un solo nome che bastava a terrorizzare chiunque: Dracula.
Ora Dracula è morto, anche se Frank si concede il beneficio del dubbio: troppe volte ha creduto la stessa cosa per poi rimanere deluso.
Quante volte Dracula gli ha sconvolto la vita? Troppe. Il loro primo incontro costò la vita a Jeannie, la sua fidanzata di allora, che divenne una vampira per mano di Dracula e che fu poi costretto ad uccidere. Solo la prima di una lunga lista che comprende anche la giovane Edith Harker e suo padre Quincy, Rachel Van Helsing, Marlene, la donna che Frank aveva sposato e con cui sperava di poter vivere una vita normale. Che illusione: il marchio di Dracula lo ha segnato e lo costringe a camminare sui sentieri battuti dalle creature dell’occulto, un destino, a quanto pare, a cui non riesce a sfuggire. Ma è davvero così? Nessuno gli ha imposto di combattere contro la Madre dei demoni, è stata una sua scelta… o no?
Le sue riflessioni sono interrotte dalla voce di Blade:
-Allora, Drake, si può sapere che stiamo facendo qui? Ci hai radunati per dare la caccia a Lilith e mi sta bene; hai portato con te nientemeno che il Mostro di Frankenstein e mi sta bene anche quello, poi ci hai caricato su un aereo e ci hai portato fin qui, dovunque sia, ed a questo punto mi chiedo: che diavolo stiamo facendo e come ci aiuterà a trovare e sconfiggere quella… demonessa?-
-Come al solito, la pazienza non è il tuo forte Blade.- ribatte Drake fissando sia Blade sia il resto dei suoi alleati seduti in comodi sedili addossati alle pareti del jet –Purtroppo non ho tutte le risposte che vorrei anch’io, ma una cosa la so: ci servono alleati nella nostra lotta e siamo qui negli Stati Uniti per trovarli. Ho cercato di contattare il Dr. Strange e gli altri Figli della Mezzanotte, ma non ho avuto fortuna, in compenso ho trovato altri alleati altrettanto validi, o almeno spero. Per questo la nostra prima tappa è qui, in Louisiana dove incontreremo alcuni di loro.-
Ha appena finito di parlare che nell’aria, proveniente apparentemente dal nulla, si ode il cupo rullare di tamburi, un suono che diviene sempre più forte, mentre una nebbia si condensa nel centro del velivolo. Infine il suono cessa e la nebbia si disperde rivelando la figura di un uomo di colore avvolto in un mantello verde, la figura sempre inquietante di colui che è chiamato Fratello Voodoo.
Quasi tutti i presenti hanno avuto la loro dose di avvenimenti strani e la sorpresa non dura molto, ma Blade non può fare a meno di esclamare:
-Drumm, non perderai mai il vizio delle entrate ad effetto?-
Prima che Fratello Voodoo possa rispondere, si ode una voce alle spalle di Blade, una voce femminile:
-Che male c’è nell’impressionare un po’ il pubblico, Blade?-
Dal fondo dell’aereo, appena comparsa come dal nulla, ecco avanzare la flessuosa figura di Marie Laveau, la Regina Voodoo di New Orleans.
-Nessuno usa le porte da queste parti?- borbotta Hannibal King scoprendo i canini in un sogghigno.
Blade si para davanti a Marie Laveau e sfodera le sue lame puntandogliele al collo.
-Cosa ci fai qui, strega?- chiede con tono rabbioso –Non ho dimenticato che l’ultima volta che ci siamo visti volevi usare la mia forza vitale per il tuo rito di eterna giovinezza e che mi hai abbandonato senza rimorsi alle zanne di Rachel Van Helsing.-[5]
-Ma ti ho risparmiato la vita, non è forse vero?- ribatte la bellissima mulatta –Van Helsing non ti ha ucciso perché io le ho chiesto di non farlo, una cortesia che tu non le avresti di certo usato, dico bene?-
-Adesso basta!- interviene Frank Drake –Fratello Voodoo e Madame Laveau hanno acconsentito a mettere da parte le loro divergenze per aiutarci contro la minaccia di Lilith. I loro poteri possono aiutarci a rintracciare la Madre dei Demoni ed i suoi alleati ed io mi aspetto che tutti noi mettiamo da parte le nostre ostilità per collaborare allo scopo comune.-
Dopo un lungo attimo di silenzio Blade abbassa i coltelli e borbotta:
-Sta bene, ma attento a non pentirtene Drake e fra me e te il discorso non è finito, strega.-
Il sorriso di Marie Laveau si fa più sfrontato mentre risponde:
-Sono sempre a tua disposizione, Blade.-
Arthur Holmwood interviene:
-Erano questi, allora, gli alleati che aspettava, Mr. Drake?-
-Manca ancora qualcuno e poi…oh eccola. Signori, vi presento Donna Garth… o dovrei dire: Mrs. Donna Mason?-
-Donna Garth va benissimo.- replica freddamente la giovane donna bionda –
-Ora ci siamo tutti… o quasi...- dice Frank –Adesso possiamo dirigerci alla nostra prossima meta, dal nostro prossimo alleato.
-E chi sarebbe?-
-Oh, lo saprete presto… quando saremo arrivati in Egitto.-
Il tempo non ha significato per te, dopotutto perché dovrebbe averne visto che sei morto da tanto tempo? Quello che rimane di te è solo un freddo cadavere. Il tuo nome è Simon Garth e devi aver commesso molti peccati in vita, dal momento che nemmeno dopo morto riesci ad aver pace. Subito dopo essere stato ucciso in un rito sacrificale di magia nera Voodoo, sei stato trasformato in uno zombie[6], e come tale, sei stato il burattino di molte persone… alcune malvagie, altre forse benintenzionate, ma non è questo il punto. Comunque vada la pace della tomba ti è negata, Simon Garth, e a quanto pare tu non puoi farci niente. Quando ormai sembrava che le tue peripezie fossero finalmente finite e che tu potessi infine riposare in pace,[7] sei stato nuovamente “risvegliato” da un misterioso richiamo, un richiamo troppo forte perché tu potessi ignorarlo,[8] un richiamo che nessuna creatura legata alla magia ed all’occulto può ignorare. Così adesso lo seguì verso la sua fonte, guidato da un incomprensibile, quanto infallibile istinto. Non importa quanto potrà volerci a piedi, il tempo e la fatica non hanno importanza per i morti e tu sei morto Simon Garth ed è questa l’unica vera certezza che ti rimane.
4.
Martin Gold non è cambiato molto negli ultimi anni: ha sempre i capelli lunghi fino alle spalle, i baffi alla mongola, ostenta un look da controcultura anni ’70 irrimediabilmente fuori moda e vive sempre in un appartamentino nel Greenwich Village di New York decisamente troppo piccolo. Non ha scritto il Grande Romanzo Americano (Non ancora almeno, o così continua a dire a se stesso) e neanche è diventato un giornalista famoso. Lavora, invece, più o meno, come reporter investigativo per una rivista che si occupa di occulto sulla cui tiratura non è il caso di indugiare e quando gli capita collabora con un gruppo di improbabili investigatori dell’occulto guidato da un demone redento che occupa il corpo di un avvocato morto e chiamato la Legione della Notte. Il bello è che con tutte le sue esperienze passate Martin mantiene una certa ingenuità di fondo che potrebbe essere la sua rovina. Per esempio: quando va ad aprire la porta del suo appartamento a cui hanno suonato e rimane letteralmente senza parole nel vedere chi c’è davanti a lui. Quando finalmente riesce ad emettere dei suoni intelligibili, tutto quello che sa dire è:
-Angel… sei davvero tu?-
-Si, Martin, sono proprio io. Posso entrare adesso?- risponde la giovane donna.
È proprio lei: Angel O’Hara, i capelli rosso fuoco, gli occhi verdi, la pelle d’avorio e lo sguardo da pecorella smarrita. Tutto come allora… quando è stato? Cinque anni o più? Ripensandoci gli sembrano almeno trenta.
-Oh… certo… scusa il… il disordine… ma sai…-
Lei sorride, lo stesso sorriso da ragazzina indurita precocemente dalla vita che l’aveva incantato fin la prima volta che l’aveva vista. Martin non sa come giudicare il fatto che ancora oggi gli faccia lo stesso effetto di allora.
-Lo so com’è …- dice tranquilla Angel -… abbiamo vissuto insieme ricordi?-
Come dimenticarselo quando ci sono notti solitarie in cui non può fare a meno di sentire la sua mancanza nel suo letto e gli pare di sentire il suo profumo, lo stesso che sente oggi, ma non nei sogni, bensì nella realtà? Calmati Martin, s’impone, concentrati su quanto lei sta dicendo:
-Ho bisogno d’aiuto, Martin… del tuo aiuto e di quello della Legione della Notte.-
Ieri era solo una tipica casalinga islandese che viveva la tranquilla vita di una madre di famiglia, poi ha udito il richiamo e qualcosa si è risvegliato in lei,qualcosa che non sapeva nemmeno che esistesse, qualcosa di oscuro, qualcosa di malvagio.
Oggi il primo poliziotto che è entrato nella casa ha resistito meno di trenta secondi prima di correre fuori e vomitare nell’erba. Le pareti sono letteralmente imbrattate di sangue e tutti gli abitanti della casa, compresi tre bambini dagli otto ai tre anni, sono stati uccisi in un modo che è poco definire barbaro. I cadaveri sono in condizioni devastanti, non è nemmeno facile capire come sono stati uccisi: se è stata usata un’ascia o se le mutilazioni sono state fatte dopo la morte. Quel che è certo è che sono stati letteralmente macellati e scarnificati, forse con un affilato coltello da macellaio, ed il Medico Legale avanzerà l’ipotesi che in certi punti la carne sia stata strappata addirittura a morsi, come se a commettere quell’atto non fosse stato un essere umano, ma una qualche sorta di belva feroce.
Due cose saltano agli occhi dei poliziotti: uno strano simbolo tracciato col sangue sulle pareti e l’assenza di un membro della famiglia, la moglie dell’uomo e madre dei tre bambini. È semplicemente scomparsa lasciando dietro di se un mucchietto di vestiti ed una scia di sangue che si perde nel nulla.
Il vampiro dai capelli bianchi rientra nella sua casa di Westminster. C’è ancora tempo prima dell’alba, pensa, tempo per continuare qualche altro esperimento prima di tornare a dormire. Se solo riuscisse a scacciare quella sensazione che ha da ieri… quel… richiamo. Istintivamente sa cos’era: il nome Lilith gli è venuto in mente quasi naturalmente e sa che non si riferisce alla sua rivale, l’attuale Regina dei Vampiri. No: riguarda un essere molto più antico di qualsiasi vampiro, più antico di qualsiasi uomo o quasi. Socchiudendo gli occhi è come se ne vedesse la silhouette ingannevolmente femminile dai lunghi capelli corvini che ricadono sui seni, con gli occhi rossi che brillano nel buio e le zanne bianchissime che scintillano alla luce della luna.
Deacon Frost è un vampiro, ma è anche uno scienziato, nonostante ciò che è diventato in lui c’è una parte razionale che rifiuta la stessa idea di quell’essere, eppure deve arrendersi all’evidenza: un essere dalla malvagità incommensurabile è di nuovo libero per il mondo e perfino lui ne è terrorizzato anche se non l’ammetterà mai nemmeno con se stesso.
5.
Ci sono uomini più sensibili altri a certi segni, per esempio quest’uomo dai capelli color rosso fuoco e dagli occhi che passano rapidamente dall’azzurro al rosso fiammeggiante delle braci. Il suo nome è Daimon Hellstrom, ma in certi ambienti lo chiamano il Figlio di Satana. Non è l’unico a reclamare la sua eredità e molti metterebbero in dubbio che suo padre sia il Satana biblico, l’Angelo Caduto. In molti si rifiutano di credere alle implicazioni religiose, teologiche, filosofiche o semplicemente soprannaturali dell’esistenza di un tale essere. Si aggrappano all’idea che sia solo un essere che viene da un’altra dimensione, un alieno dotato di poteri fuori dal comune come quelli di molti supereroi terrestri e non. Daimon ha sentito molte storie sulla vera origine di suo padre: per alcuni è solo un essere extradimensionale che si è appropriato del nome dell’Avversario di Dio ed ha modellato il suo regno personale di conseguenza; per altri è solo un alias di Marduk, un antico dio babilonese attualmente decaduto; un racconto più fantasioso ancora vuole che non sia altro che la progenie di una sorta di demone creato a sua volta da un potentissimo essere magico che vive in un’altra dimensione. Daimon non se ne cura perché sa che se c’è una cosa in cui suo padre è un artista, questa è la menzogna.
No, ciò che gli interessa adesso è ciò che ha percepito: qualcosa che per uno col suo retaggio è come la luce di un faro. Qualcosa è accaduto. Non sa bene cosa sia, ma ora LEI è libera, la Madre dei Demoni non è più limitata come lo è stata finora, qualcosa di nuovo è accaduto, ma cosa? E cos’è quella presenza che adesso sente? Non c’è dubbio: qualcosa è nato, qualcosa di indiscutibilmente malvagio, ma cosa…o chi?
Un piccolo campo d’atterraggio in Egitto. Frank Drake scruta l’orizzonte cercando di superare le tenebre.
-Si può sapere chi stiamo aspettando, Drake?-gli si rivolge Blade –Non mi piace non sapere cosa mi aspetta. Chi è questo misterioso alleato?-
-Come ho avuto già modo di dirti, la mancanza di pazienza è sempre stato uno dei tuoi peggiori difetti Blade.- replica Drake –Non credo che manchi molto oramai, il nostro amico non ama molto farsi vedere alla luce del sole.-
-Uhm, nemmeno io se è per quello.- interviene Adam Dippel, il cosiddetto Mostro di Frankenstein –Ammetto, però, di essere anch’io curioso. Allora, Drake, perché non dirci chi stiamo aspettando?-
-Credo di essere io.-
La voce cupa e cavernosa fa sussultare quasi tutti i presenti mentre si ritrovano davanti un essere alto circa un paio di metri, un uomo, a quanto sembra, avvolto completamente, a parte una fessura per gli occhi ed una per la bocca, da un fitto bendaggio scolorito dal tempo. Sembra la tipica rappresentazione una mummia egizia e tutti i presenti sanno istintivamente che è esattamente quello che è, non si tratta di un macabro travestimento.
-Signori, vi presento un altro membro del nostro piccolo gruppo.- dice Frank -Si chiama N’Kantu, ma qualcuno preferisce chiamarlo la Mummia Vivente.-
-E si capisce bene il perché.- commenta Blade –Non capisco il tuo gioco, Drake, ora basta che tiri fuori un uomo lupo ed avremo la nostra versione dei famosi mostri della Universal.-
-Complimenti per la tua cultura cinematografica Blade… chi ti dice che non abbia pensato anche a quello?-
Blade sta per replicare qualcosa, poi preferisce tacere.
Aeroporto Internazionale di Los Angeles. Prendendo posto nel comodo posto in Business Class che le è stato riservato, la giovane donna dai capelli biondi dai riflessi ramati si chiede ancora una volta se non stia facendo una pazzia, poi scaccia il pensiero e si concentra su ciò che l’aspetta tra non molto. Sta andando in una terra devastata dalla guerra, ma non è questo il pericolo più serio che potrebbe affrontare e di ciò Lissa Russell è decisamente molto ben consapevole.
6.
Stanno obbedendo ad un oscuro richiamo, qualcosa che è insito nel loro stesso essere, qualcosa che è il loro innaturale retaggio. Non importa di dove sono, non importa cosa stessero facendo, hanno udito ed hanno obbedito al richiamo del sangue. Hanno lasciato dietro di se la loro vecchia vita e con essa una scia di sangue e morte. Ora stanno convergendo tutti nello stesso posto e cosa accadrà quando vi arriveranno nemmeno loro lo sanno.
A New York nello studio di Charles Blackwater il demone pentito chiamato Omen ha appena finito di ascoltare il racconto di Angel O’Hara.
-Sapevo già del
risveglio di Lilith, la madre dei Demoni e della nascita della sua nuova
creatura.- commenta quasi parlando fra se e se, poi si rivolge
direttamente ad Angel –Perché è venuta
da noi Miss O’Hara? Perché cerca l’aiuto della Legione della Notte?-
-Lilith… la figlia di Dracula… lei è la nuova regina dei vampiri… un tempo condividevamo lo stesso corpo, Martin lo sa… ed anche lei… mister Omen, non glielo ho già detto prima? È venuta da me e mi ha imposto di lavorare per lei. Sa dell’altra Lilith e pensa che le servano alleati per combatterla e vuole che siate voi. Non potevo ribellarmi per paura che facesse del male a mio figlio. Sono tornata a New York dopo aver giurato che non l’avrei fatto mai più e tutto per colpa sua.-
-Le ha detto come
sapeva dell’esistenza della Legione e perché pensava che l’avremmo aiutata?-
Un sorriso amaro appare sul volto di Angel mentre risponde:
-Lilith non spiega niente. Ordina e si aspetta di essere obbedita. In questo è una vera Dracula, suo padre sarebbe fiero di lei.-
Le sue parole hanno l’accento della sincerità, pensa Omen, eppure la sua storia non ha molto senso, che sia tutta un’elaborata trappola?
Gli occhi scuri del demone in cerca di redenzione si puntano in quelli verdi e limpidi di Angel O’Hara, cercano di specchiarsi nella sua anima e vi trovano solo innocenza.
-Molto bene.-
dice infine –Domani arriveranno gli
altri membri della Legione e decideremo che azioni intraprendere. Fino ad
allora miss O’Hara…-
-Mi occuperò io di lei.- interviene Martin Gold –Sarà mia ospite nel mio appartamento finché non sarà tutto finito.-
Al fianco di Omen la giovane Ariann Wright storce la bocca incrociando le braccia e segue con uno sguardo di disapprovazione Martin e Angel che escono dallo studio mentre Omen riassume l’aspetto di Charles Blackwater.
-Non ne verrà nulla di buono.- dice la ragazzina.
Appena in strada Angel alza lo sguardo in direzione del sole che tramonta, ma ne vede solo i pallidi riflessi tra i grattacieli.
Martin si fruga in tasca
-Uh, a quanto pare ho solo gli spiccioli per la Metro, se a te va bene...-
Angel gli sorride.
-Lascia stare Martin. Penso che farò una passeggiata… da sola se non ti spiace.-
-Ma io… va bene.-
Si allontanano in direzioni diverse e Angel non si volta a guardarlo mentre s’incammina senza fretta e mentre cammina qualcosa in lei cambia, un cambiamento reso evidente per chi la conosce da una nuova postura nel camminare, da un nuovo ritmo nei suoi passi e dal nuovo sguardo nei suoi occhi, uno sguardo dove non c’è più traccia né dell’innocenza della ragazza che fu, né dell’amaro disincanto della donna che ha finito per diventare. No, quello è lo sguardo di una donna sicura di se, una donna forte, non una preda, ma una predatrice. Un sorriso maligno affiora sul suo bel viso ed i suoi canini si allungano, diventano sempre più appuntiti e mentre lei scompare alla vista dentro un vicolo buio, il suo corpo inizia a deformarsi. Pochi istanti dopo i pochi passanti che alzassero gli occhi vedrebbero lo spettacolo insolito di un pipistrello volare tra i canyon di vetro e cemento della città.
Angel O’Hara ha cessato di esistere, ameno per il momento, ma Lilith la figlia di Dracula ha un nuovo terreno di caccia stanotte.
Il territorio canadese dello Yukon è tanto vasto quanto praticamente disabitato. Gerald Carter è il proprietario di quello che un tempo si sarebbe chiamato un trading post, l’ultimo negozio prima del nulla artico. Stanotte prova una sensazione indefinibile. Il vento là fuori sembra l’ululato di una belva feroce.
Gerald si ritrova a pensare alle leggende indiane su un mostro cannibale chiamato Wendigo. Ha sentito delle storie al riguardo, sul fatto che sarebbe apparso più a sud ed avrebbe combattuto alcuni supereroi come Alpha Flight o l’Uomo Ragno e perfino Hulk, ma lui non gli ha mai dato gran peso. Probabilmente si trattava solo di qualche poveraccio con qualche assurda mutazione, nulla di soprannaturale.
Un momento: cos’era quello? Ha davvero visto qualcosa che si muoveva nel vento? No, deve sbagliarsi. Nulla potrebbe essere in giro con questo tempo…nulla di umano perlomeno. Basta! Non può permettersi certi pensieri, deve... la porta d’ingresso si spalanca ed il vento freddo entra nel negozio.
Gerald non sa perché, ma istintivamente afferra il fucile nascosto sotto il bancone, poi si avvicina alla porta. È nervoso senza sapere perché, poi ecco sul vano della porta apparire una figura indistinta, come se fosse fatta d’ombra, ma grande e minacciosa. Gerald spara, è qualcosa di più forte di lui che lo costringe a farlo, ma non serve a niente: la figura rimane ferma, poi improvvisamente qualcosa lo afferra e lo proietta fuori nella neve.
Gerald tenta di rialzarsi col vento che gli sferza il volto, ha perso il fucile, ma ora non gli importa: deve rientrare prima di congelare, prima di… La vede: una figura di donna, nuda, per quanto impossibile sembri con questo tempo, dai lunghi capelli svolazzanti accucciata come un felino che stia per spiccare un balzo sulla sua preda, gli occhi grandi ed innaturalmente rossi.
-Umano…- la voce sembra come mille stalattiti di ghiaccio che colpiscono insieme -… ho fame.-
FINE VENTINOVESIMO EPISODIO
NOTE DELL’AUTORE
Eccoci alla conclusione anche di questo episodio, un classico racconto di passaggio e preparazione a quanto sta per avvenire. In quest’episodio sono stati praticamente assenti alcuni personaggi classici della serie, come Lilith, la figlia di Dracula. Qualcuno la troverà una scelta discutibile, ma voglio chiarire ancora una volta che nei miei intenti questa è una serie corale in cui il protagonista non è solo qualcuno di nome Dracula, il quale, peraltro, è ufficialmente morto dall’episodio #22.
Venendo a quest’episodio, poche note:
1) La
Legione della Notte è un gruppo creato dalla fantasia di Steve Gerber e dai disegni di Whilce Portacio (e non
dimentichiamo le chine di Scott Willliams) sull’omonima miniserie di due numeri
uscita nel 1991 e pubblicata in Italia su Play Extra #36. 37. Ne fanno parte: Omen, un demone pentito che
possiede il corpo dell’avvocato Charles Blackwater, “ucciso” dai membri di una
setta adoratrice di un demone infernale e salvato da Omen stesso; Martin Gold,
giornalista “alternativo”, che fu a lungo compagno di Angel O’Hara; Chan
Luchow, il giovane cinese anticomunista che, molto tempo fa, risveglio dal suo
sonno il dragone Fin Fang Foom; la misteriosa Ariann Wright, una ragazzina
capace di percepire le aure delle persone e prevederne il futuro a breve
termine e Katherine Reynolds, insegnante di parapsicologia che è stata per
breve tempo, compagna di Daimon Hellstrom. Ne faceva parte anche Jennifer Kale,
strega e membro della famiglia dei Ghost Rider, ma il suo destino è al momento
avvolto in un mistero che sta appena cominciando a diradarsi.
2) Marie Laveau è un personaggio storico e leggendario al tempo stesso ed è vissuta nella New Orleans della prima metà del XIX secolo. Nella versione Marvel si mantiene giovane e bella eseguendo periodicamente un rituale magico che comprende il sangue di un vampiro e l’essenza vitale di un giovane uomo. Definirla malvagia è decisamente riduttivo. Diciamo che si muove su un sottilissimo confine che attraversa a piacimento.
3) La Mummia Vivente è un personaggio creato sempre da Steve Gerber, stavolta col disegnatore Rich Buckler in Supernatural Thrillers #5 dell’agosto del 1973. Si tratta di N’Kantu, capo della tribù Swarili che oltre 3000 anni fa fu conquistata dagli Egizi e deportata in massa in Egitto. Qui, per punirlo di aver guidato una ribellione, il Gran Sacerdote e stregone Nephrus gli iniettò un misterioso fluido che lo mummificò da vivo rendendolo nel contempo praticamente immortale. Per millenni N’Kantu è rimasto prigioniero in una tomba egizia per essere liberato solo in tempi moderni. All’inizio la sua sconvolgente esperienza lo aveva reso pazzo, ma in seguito ha riguadagnato la sanità mentale ed ha fatto del suo meglio per trovare un posto in un mondo non più suo, trovandosi spesso (e come poteva essere altrimenti? -_^) a combattere minacce soprannaturali e non. Si tratta, ovviamente di un omaggio ad un classico del genere horror portato con successo al cinema in un ottimo film della Universal con Boris Karloff ed in un più che discreto remake Hammer con Christopher Lee.
4) Lissa Russell è la sorella minore di Jack Russell, ovvero il “Licantropo di Notte” per eccellenza della Marvel, conosciuto in Italia anche come Licantropus. Di lei e forse anche di suo fratello torneremo a parlare nel prossimo episodio, a proposito del quale…
Dalle terre tra il Tigri e l’Eufrate, un tempo culla di una delle più antiche civiltà, conosciute ed oggi sconvolta dalla Guerra, fino alle distese del Grande Nord canadese l’orrore si muove verso un fatale appuntamento, mentre la più bizzarra delle alleanze si prepara a combatterlo. Tutto questo nel prossimo episodio.
Carlo
[1] Vale a dire nell’ultimo episodio.
[2] Come si è visto in Marvelit Team Up #5.
[3] Eventi di tanto tempo fa narrati in Iron Man Vol 1° #101/102 (Uomo Ragno, Corno, #238/241).
[4] Nell’episodio #27.
[5] Nell’episodio #19
[6] Come descritto in Tales of the Zombie #1 (Corriere della Paura, Corno, #4).
[7] Come visto sempre nell’episodio #19.
[8] Lo si è visto in Midnight Sons #9