La
notte nasconde molti segreti: è al calare delle tenebre che il tenue velo tra
il mondo naturale e quello soprannaturale s’incrina e creature che preferiamo
credere confinate al mondo della superstizione hanno la loro occasione di
camminare tra i viventi in cerca di preda. Il folklore di ogni nazione parla di
creature che predano il fluido vitale degli esseri viventi. Le leggende d’ogni
tempo e d’ogni luogo parlano di loro sin dall’alba della storia dell’Uomo. In
Europa li conoscono con diversi nomi. In Russia li chiamano Wurdalak; in
Ucraina Upyr; in Polonia Upier; nelle Nazioni Baltiche Viesczy; in Romania
Nosferatu; in Grecia Vrykolaka; nei paesi di lingua tedesca Nachzehrer; in
Ungheria Farkalskoldoi; in Slovenia Volkodlak; in Serbia Wampyr. Sono i non
morti, i succhiasangue, i Vampiri e guai al vivente che capita nelle loro
grinfie, perché il suo destino è segnato
Solo in un’occasione queste creature si radunano tutte
insieme in una sorta di macabro parlamento ed è quando debbono scegliere il
loro capo: il Signore assoluto di tutti i Vampiri, colui o colei a cui essi
dovranno obbedienza e rispetto.
Negli ultimi 544 anni questo ruolo è stato appannaggio
perlopiù dell’arcivampiro chiamato Dracula, ma adesso Dracula è apparentemente
morto ed è giunto il momento di un nuovo raduno per scegliere il suo
successore, un silenzioso richiamo ha superato le barriere dello spazio e le
creature delle Tenebre si stanno muovendo verso le isole britanniche. Il guanto
della sfida è stato gettato.
#25
LA REGINA DEI DANNATI
1.
Estratto da: “Appunti sul Vampirismo”
Del Dr. Abraham Van Helsing
Amsterdam, Paesi Bassi, ottobre 1885
“Tra i vampiri esiste una ristretta cerchia i cui membri potrebbero
essere definiti supervampiri od arcivampiri, i cui poteri sono superiori a
quelli degli altri vampiri, che debbono loro sottomissione ed obbedienza. Si
dice che abbiano la possibilità di camminare anche di giorno in particolari
ore, ma questo non è mai stato provato.”
Il suo nome è Lilith ed ha sempre trovato ironico che suo padre abbia voluto imporle questo nome, lo stesso della mitica prima moglie di Adamo nei miti ebraici e semiti in genere, colei che si ribellò al ruolo di sottomissione al maschio che le era stato assegnato e fu bandita dall’Eden per diventare la prima dei vampiri e la madre dei demoni, un mito che ha attraversato i millenni, un mito che per alcuni è la verità. E perché no? Del resto, in quest’epoca gli dei camminano di nuovo sulla terra, perché non la Madre dei Demoni? Ma a Lilith Dracula non importa tutto questo, la sua attenzione è ora rivolta ad altre cose, come il raduno di tutti i vampiri, il momento in cui porrà la sua candidatura al trono vacante di Signore dei Vampiri, una signoria che le spetta di diritto, perché lei non è solo un’Arcivampira, ma è anche l’erede naturale del più famoso o famigerato dei Vampiri, perché, anche se l’ha rinnegata Vlad Tepes era suo padre e dominare è suo diritto di nascita.
L’ultima volta che ha incontrato suo padre, questi l’ha nominata custode dell’eredità dei Dracula e per quanto odiasse suo padre, Lilith è ben decisa a reclamare quanto era suo. Dracula non avrebbe mai voluto che fosse una femmina a succedergli, ma il destino beffardo ha voluto altrimenti.
Non ho avuto la soddisfazione di ucciderti padre, pensa Lilith, alla fine siamo andati oltre 500 anni d’odio, anche se non c’è mai stato tra noi l’amore che un padre ed una figlia dovrebbero avere, io, e non Frank Drake od il suo inerme figlio neonato, sono la vera erede del nome e della potenza dei Dracula e loro lo sanno. Li sento: si alzano dalle loro tombe, in qualunque luogo esse siano, sanno che il momento è giunto e vengono qui per assistere alla sfida per il potere, una sfida che vincerò perché sono la Figlia di Dracula.
Londra, oggi. Se glielo avessero detto solo qualche anno fa, Katherine Fraser non avrebbe mai creduto possibile di potersi trovare seduta nel salotto di casa sua a fare conversazione quello che appare essere nientemeno che il famoso Mostro di Frankenstein, ma dai tempi in cui in cui era una fresca detective ha incontrato vampiri, lupi mannari, demoni, zombi e, quindi, perché dovrebbe trovare strano un essere fatto di parti di cadaveri e portato in vita da un esperimento che al tempo in cui fu effettuato sembrava accomunabile alla stregoneria? Certo quello che è inaspettato non è che un altro dei cosiddetti “mostri classici” si riveli realmente esistente, questo no, ma il fatto che l’incontro si svolga a base di the e pasticcini, questo si.
-Mi faccia capire… ehm… com’è che posso chiamarla? Sa: “Mostro” non mi pare molto educato.- dice Katherine un po’ imbarazzata.
-Mi faccio chiamare Adam Dippel, in effetti, è meglio di “Mostro” o “Creatura”. Od anche di “Ehi tu!”, se è per quello.-
Un Mostro col senso dell’umorismo, questo non c’era nei film con Boris Karloff. Certo, quello non parlava molto e questo ha una voce strana, come se le sue corde vocali non si fossero ancora abituate ad essere usate. Katherine cerca di non farci caso.
-Bene… Mr. Dippel. Se ho capito bene, lei è venuto dalla Svizzera per dare la caccia ad un vampiro di nome Deacon Frost e vorrebbe il mio aiuto per trovarlo.-
-Tutto esatto, Ispettore.- replica “Adam” –So che la sua squadra si occupa di soprannaturale e cose simili e mi creda: quell’essere è pericoloso. È sadico e crudele ed uccide per il puro gusto di farlo. Mi spaventa l’idea di cosa potrebbe fare ora che ha in suo possesso gli appunti di Viktor Frankenstein.-
-Lo immagino.- è il commento di Katherine –A Scotland Yard sappiamo già di Frost, ma non sappiamo dove sia, né come trovarlo, ameno per il momento.-
-Usatemi come esca.-
-Cosa?-
-Se saprà che sono a Londra per dargli la caccia, cercherà di distruggermi, ne sono convinto.-
-Può essere, ma il problema, Mr. Dippel è come farglielo sapere.- Kate sorride improvvisamente.
-Che c’è?- chiede Adam.
-Nulla.- risponde Kate –Pensavo solo che Frankenstein contro il Vampiro, sembra un titolo da B Movie.-
Adam sorride a sua volta.
-Sempre meglio di Frankenstein contro Billy the Kid, in fondo. – ribatte divertito e Kate per un attimo si chiede se stia davvero scherzando.
2.
Estratto da: “Appunti sul Vampirismo”
Del Dr. Abraham Van Helsing
Amsterdam, Paesi Bassi, ottobre 1885
Cosa faccia di un
Vampiro un Arcivampiro non è ben chiaro, forse è una questione di volontà o del
modo in cui è “nato” alla sua non vita, fatto sta che, in maniera
apparentemente casuale, ogni tanto si manifesta un Vampiro con caratteriste
peculiari: è più forte degli altri, la sua forza di volontà è maggiore e non è
sottomesso a nessuno, guida una sua schiera o legione o branco di vampiri,
formato da coloro che ha vampirizzato egli stesso o dai seguaci di un altro
Arcivampiro da lui sconfitto e questi sono dominati dalla sua volontà e gli
devono totale obbedienza.
Atene, Grecia. L’uomo è alto, capelli castani, lineamenti delicati e signorili, occhi penetranti, aria annoiata, indossa abiti eleganti, adatti a chi è appena uscito da uno dei tanti locali notturni. Chiunque incrociasse il suo cammino lo prenderebbe solo per uno dei tanti ricchi annoiati e sfaccendati che fanno parte del cosiddetto jet set internazionale, di quelli che possono perdere 20.000 euro al tavolo da gioco con la stesa indifferenza con cui ordinano un whisky con ghiaccio, Avrebbero ragione, in un certo senso, ma anche mortalmente torto. Tanto per cominciare: l’essere in questione non è un uomo, non più almeno. Da almeno 200 anni gira per l’Europa, muovendosi con una certa discrezione, anche se, a differenza di molti suoi simili, ama frequentare i ritrovi dell’alta società. In tutti i suoi viaggi, la Grecia è sempre stata una delle sue mete preferite, ma lui stesso non saprebbe dire con certezza il perché di questa speciale considerazione e se i Greci sapessero chi è non ne sarebbero certo soddisfatti. Ha usato molti nomi nella sua lunga esistenza, ma quello che preferisce è Lord Ruthven e solo lui potrebbe dirvi con certezza se c’è un legame con l’antica famiglia scozzese dallo stesso nome, peccato per voi che non potreste mai riferirlo, perché dopo un incontro con lui sareste probabilmente morti o peggio. Perché, vedete: l’uomo chiamato Lord Ruthven è un vampiro e non un vampiro comune, questo è certo
Con un mezzo sorriso osserva il corpo della sua ultima vittima, una bella ragazza sdraiata sul letto della sua camera d’albergo. Il suo sangue aveva un sapore delizioso, pensa. Dovrà farla sparire, naturalmente; non ha intenzione di attirare troppa attenzione su di se e le sue imprese. Peccato doversene andare dalla Grecia, ma, purtroppo, ha affari urgenti che lo attendono in Inghilterra: è giunta l’ora del Grande Raduno e lui non intende mancare.
È un giorno come tanti per Angel O’Hara. La giovane ha appena terminato di cenare ed osserva suo figlio che sta giocando. Il piccolo Ted è la sua gioia, la cosa più bella della sua vita, specie ora che il passato è tornato a tormentarla.
Inutile negarlo, il recente incontro con Lilith l’ha turbata più di quanto sarebbe disposta ad ammettere. La Vampira si è dichiarata sua protettrice e la cosa la spaventa. Angel sa bene che la benevolenza della Figlia di Dracula non è senza prezzo e quando verrà, perché lo farà, ad esigere quel prezzo come potrà lei, una comune mortale, rifiutarsi di pagarlo? Angel ha anche pensato di chiamare Martin Gold, il suo vecchio compagno dei tempi in cui viveva a New York, ma cosa potrebbe mai fare lui? Niente e forse lo metterebbe solo in pericolo. Angel abbraccia il figlio e spera che la notte finisca senza danno e che il nuovo giorno porti una soluzione, ma ne dubita.
3.
Estratto da: “Appunti sul Vampirismo”
Del Dr. Abraham Van Helsing
Amsterdam, Paesi Bassi, ottobre 1885
“Il numero esatto degli Arcivampiri non è noto, ma si può ritenere che siano pochissimi rispetto ai normali vampiri. È tra essi che viene scelto il Signore dei vampiri, il Re di quella razza maledetta
Germania. Da qualche parte nel Land della Bassa Sassonia si trova un castello diroccato, abbandonato forse da secoli.
Questa non è un’era di superstizioni, ma ancora oggi, se può, la gente evita di passare accanto al castello. Si parla di incauti viaggiatori scomparsi, di strane malattie che colpiscono chi vi si avvicina troppo, di uomini e donne che si consumano, diventando sempre più magri e stanchi, ma sono tutte superstizioni, giusto? Cose del genere non avvengono nella Germania moderna e se il male alberga davvero nel castello, è da molto tempo che non si fa sentire, ma stanotte accade qualcosa di diverso. Stanotte il male che alberga negli umidi e bui sotterranei del castello si è risvegliato.
Con un sinistro cigolio il coperchio di una bara si solleva e ne esce una creatura che a malapena ricorda un essere umano. È magro, quasi scheletrico, ed ingobbito; la sua pelle è così pallida da essere quasi bianca, è calvo ed il suo volto assomiglia al muso di un topo, le sue orecchie sono appuntite, gli occhi incavati e rossi, i canini superiori innaturalmente lunghi, le unghie delle dita delle mani così lunghe da essere dei veri e propri artigli. Il Conte Orlok dice una sola parola:
-Finalmente!-
E comincia a salire le scale della cripta.
L’Ispettore Capo Chelm sbatte gli occhi quando vede l’ospite di Kate Fraser e capisce perché lei ha preferito non portarlo a Scotland Yard.
Kate sorride impercettibilmente mentre dice:
-Ispettore Capo mi permetta di presentarle Mr. Adam Dippel, altrimenti noto anche come…-
-Non me lo dica…- interrompe Chelm -… se non è Boris Karloff reincarnato, temo proprio di sapere chi sia.- mentre dice così, stringe la mano che l’altro gli sta offrendo.
-Vedo che non si scompone facilmente, Ispettore Chelm.- gli dice quest’ultimo.
-Con quello che ho visto negli ultimi anni, credo di essermi abituato a cose peggiori del Mostro di Frankenstein che sorseggia il the comodamente seduto in poltrona. A che dobbiamo la sua visita nel Regno Unito Mr. Dippel?-
-Mr. Dippel sta dando la caccia ad una nostra vecchia conoscenza: il vampiro dai capelli bianchi noto come Deacon Frost.- risponde per lui Kate.
-E perché cerca quel…ehm… gentiluomo?- chiede Chelm tirando fuori di tasca una pipa, poi guarda verso Katherine, che fa un cenno d’assenso con la testa, e l’accende.
-L’ho conosciuto qualche settimana fa in Svizzera al Castello Frankenstein.- risponde Adam –Ha rubato gli appunti del mio, vogliamo chiamarlo così? Creatore. E se vuol farne quel che temo…-
-Sembra la trama di un film horror di serie B degli anni 50, ma ne ho viste di peggio e quel Frost è tanto pazzo da pensarci davvero, a quanto né so.- Chelm si rilassa contro lo schienale della poltrona, da un paio di tirate con la sua pipa e poi… -Abbiamo tentato di scovare il nascondiglio di Frost, ma non ci siamo riusciti. Purtroppo non si possono perquisire i cimiteri e le case Londinesi sperando di trovarci un vampiro… potremmo provare a portarlo allo scoperto, ma come?-
-Io e Mr. Dippel ne abbiamo discusso prima del suo arrivo ed abbiamo avuto un’idea.- interviene Kate.
-Parliamone.- è la replica di Chelm.
4.
Estratto da: “Appunti sul Vampirismo”
Del Dr. Abraham Van Helsing
Amsterdam, Paesi Bassi, ottobre 1885
Come ho detto in
precedenza, il numero degli arcivampiri è sempre stato molto ristretto. I miei
studi mi hanno permesso di individuarne finora soltanto sei: il primo e più
importante è Dracula, che in vita è stato Voivoda di Valacchia ed oggi si fa
chiamare Conte, è da secoli il Signore dei Vampiri, titolo che si è guadagnato
uccidendo il precedente. Seguono: sua figlia Lilith, di cui si dice che la
magia l’abbia resa immune alle normali debolezze dei vampiri; un presunto
nobile scozzese che si fa chiamare Lord Ruthven; un tedesco, il Conte Orlok,
ben diverso da Dracula anche nell’aspetto decisamente mostruoso, ma fu ucciso
nel 1838 e le sue ceneri disperse; infine c’è un altro inglese, Sir Francis
Varney, di cui si dice che si uccise volontariamente gettandosi nel cratere del
vulcano Vesuvio, nella città di Napoli, in Italia, circa 150 anni fa.
Napoli, Campania, Italia..Impossibile dire con certezza da quanto tempo quel particolare blocco di lava si trovasse lì, forse dai tempi dell’ultima eruzione o magari da molto prima, forse addirittura dai tempi della famosa eruzione che distrusse Pompei ed Ercolano. Gli scavi che l’hanno riportato alla luce, come spesso succede, avevano tutt’altro scopo, ma quel che ha destato sensazione è stato il fatto che ci fosse una figura umana, all’interno, una cosa che non capitava da tempo. Questo spiega perché questa equipe si stia dando da fare per rompere il blocco e liberare il cadavere. Quando alla fine accade, i tre uomini e le due donne dell’equipe archeologica rimangono sorpresi nel constatare che si tratta del corpo ottimamente conservato di un uomo più o meno tra i trenta ed i quarant’anni, volto arcigno, naso aquilino, lunghi capelli neri e quel che rimane dei suoi abiti è di foggia di almeno tre o quattro secoli prima.
-Sembra che stia dormendo.- dice una delle donne.
-Che sciocchezze.- dice uno degli uomini, chiaramente per età e modi il capo del gruppo.- Guardate i suoi abiti, quest’uomo è morto almeno tre secoli fa.-
-Eppure…- commenta un altro uomo. .-… C’è qualcosa di strano in lui, non è come gli altri corpi ritrovati nella lava e…al tocco è’ freddo come il ghiaccio.-
Un’altra ragazza si fa avanti:
-Fammi vede… ah!-
-Che succede?-
-Un dannato chiodo su questo tavolaccio di m…-
-Moderi il suo linguaggio signorina Alberti.- intima il capogruppo.
-Mi scusi professore.-
Ma mentre il gruppo discute nessuno si accorge che alcune gocce di sangue sono cadute sullo strano cadavere bagnandogli il volto e non notano che le sue dita cominciano a muoversi, non lo notano, cioè, finché non è troppo tardi.
Improvvisamente il cadavere si alza a sedere e parla:
-Io… sono vivo!-
-Non è possibile!- urla qualcuno.
L’uomo parla ancora:
-Sono vivo… e… ho sete!-
La sue labbra si schiudono maggiormente, mostrando i lunghi canini appuntiti, poi fissa i cinque ricercatori con lo stesso sguardo con cui un animale da preda fisserebbe il suo prossimo pasto e salta
I quattro non possono nulla contro quell’essere di forza sovrumana. La prima a cadere è la ragazza che si era ferita col chiodo, poi tocca a due degli uomini. A onor del vero, tentano di difendersi, ma è tutto inutile, l’essere li abbatte come birilli e poi si china sui loro colli, affondandovi le zanne. Il terzo uomo tenta la fuga, ma prima di raggiungere la porta, l’assalitore ordina con voce stentorea:
-Fermati!-
E l’uomo si ferma, incapace di muovere un solo passo. Se gli spiegassero che il suo solo errore è stato di fissare negli occhi la creatura prima di cominciare a fuggire, gli sarebbe di poco conforto. Sente, senza potersi voltare, le urla dei suoi compagni, prede del mostro, poi sente i passi alle sue spalle e l’alito fetido dall’odore di marcio e cose decomposte sulla sua gola, poi sente il dolore dei canini che mordono il collo, poi non sente più niente.
Ora la creatura, che ha ripreso completamente le sembianze di un uomo innaturalmente pallido, si volge verso l’unico superstite del gruppo, una ragazza, che sta rannicchiata in un angolo, tremante ed incapace di muoversi o di parlare.
-Alzati e vieni da me!- le ordina la creatura delle tenebre e la ragazza, dopo un attimo di esitazione, si alza e percorre a passi lenti la breve distanza che la separa dall’altro, i loro occhi si incontrano e la ragazza sa che non può aspettarsi pietà da lui.
-Chi sei? Cosa sei?- riesce a chiedere.
-Chi sono? Un tempo mi chiamavo Richard Mortimer, ma questo era nell’anno 1649, quando fui ucciso dopo aver a mia volta ucciso il mio stesso figlio. Per il mio peccato fui condannato a rinascere come vampiro e da allora mi sono fatto chiamare Sir. Francis Varney. Per quasi cento anni ho camminato tra i mortali nutrendomi del loro sangue. Avevo sperato di porre fine alla mia sciagurata esistenza gettandomi nel cuore fiammeggiante del Vesuvio, ma vedo che è stato inutile. Che anno è questo, donna?-
-Du… duemilaquattro.-
-Più di centosettant’anni e sono ancora qui grazie a te ed ai tuoi amici. Non credere di avere la mia gratitudine per questo, ma mi servirai comunque. Dopo tutto questo tempo senza nutrirmi devo ristorarmi in modo appropriato, voglio il tuo sangue, donna, e me lo prenderò.-
L’urlo della ragazza è breve come la sua agonia. E quando qualcuno giungerà nella sala, la troverà vuota, a parte cinque cadaveri, di cui uno nudo, dissanguati e nessuno saprà dire cos’è successo.
Altrove, il Vampiro chiamato Varney vola verso una meta suggeritagli da un oscuro istinto.
New York. L’avvocato Charles Blackwater, corpo ospite del demone pentito Omen, sente una perturbazione nell’etere. Qualcosa di soprannaturale è al lavoro. Blackwater chiude gli occhi e si concentra, i suoi sensi, ipersensibili alle manifestazioni paranormali, avvertono che da tutto il mondo decine, forse centinaia di vampiri stanno accorrendo verso le Isole Britanniche. Può esserci un solo motivo: sono convocati per scegliere il successore di Dracula alla guida dei non morti. Forse è una precauzione inutile, ma è meglio avvertire la Legione della Notte.
Contemporaneamente: la Dottoressa Katherine Reynolds, professoressa di Parapsicologia alla Gateway University di Saint Louis, Missouri; il Dottor Chan Luchow, professore di Storia Cinese all’Università di Berkeley, California; Arianne Wright, Studentessa a New York City; Martin Gold, giornalista nel Greenwich Village, New York City, avvertono il messaggio di Omen e si preparano ad affrontare una possibile crisi.
5.
Estratto da: “Appunti sul Vampirismo”
Del Dr. Abraham Van Helsing
Amsterdam, Paesi Bassi, ottobre 1885
Ultima tra gli
Arcivampiri da me individuati è una delle rare donne ad aver avuto questo
dubbio onore: la contessa Mircalla Von Kanstein, una nobile austriaca, meglio
nota dopo la sua trasformazione in vampira, col nome di Carmilla. Il suo caso
mi è stato segnalato dal mio collega Professor Hesselius, che ama definirsi “Investigatore
dell’Occulto”. Secondo quanto narra Hesselius, la Contessa è stata
definitivamente uccisa più o meno vent’anni fa nel solo modo in cui si possa
uccidere definitivamente un vampiro: piantandole un paletto di frassino nel
cuore e poi tagliandole la testa e bruciandola. Da allora ha cessato di essere
un pericolo.
Graz, Stiria, Austria. La donna è pallida, come se non avesse mai conosciuto la luce del sole, il suo corpo snello e ben fatto, i lineamenti finemente cesellati, i suoi capelli sono di un castano molto scuro con strani riflessi dorati, gli occhi grandi, neri ed in un certo modo abbaglianti. Renate Rohmer non riesce a toglierle gli occhi di dosso, decisamente affascinata, il che, a pensarci bene, è davvero strano perché lei non si è mai sentita attratta dalle donne prima d’ora, eppure… eppure, Renate non può negare di provare una forte attrazione per lei. Non l’ha mai vista prima, ma, nonostante ciò, prova un’inquietante sensazione di familiarità. Cerca di scacciare il pensiero e si accorge a malapena di aver perso quasi tutta la conversazione delle amiche al tavolo con lei.
La donna che ha attirato la sua attenzione volge ancora lo sguardo su di lei e sorride, un sorriso diretto proprio a lei. Renate si sente improvvisamente soffocare, come se l’atmosfera all’interno del locale fosse diventata all’improvviso troppo oppressiva. Borbotta qualcosa in fretta e salutando le amiche si precipita all’aperto.
Ora la sensazione di oppressione si è allentata, il respiro è tornato normale. Renate si sente meglio e forse anche un po’ stupida, specialmente perché, nonostante tutto, non riesce a liberarsi dal ricordo di quegli occhi e di quel volto. Calmati, si dice, hai 21 anni, ormai e non sei mai stata il tipo da farsi impressionare troppo, i tuoi amici dicono che sei anche troppo razionale ed ecco che, tutto d’un tratto incroci lo sguardo con una donna mai vista prima ed improvvisamente ti senti come una ragazzina alle prese con un colpo di fulmine. E per una donna, poi. Non che tu abbia qualcosa contro le lesbiche, questo no, ma non lo sei… o almeno lo credevi sino ad oggi.
-Posso accompagnarti?-
Renate sussulta nel ritrovarsi accanto la donna oggetto dei suoi pensieri, ma come…? L’ha seguita appena uscita dal locale? E come ha fatto a raggiungerla senza farsi sentire? Renate potrebbe giurare che non c’era nessuno accanto a lei meno di un secondo prima. Apre la bocca per protestare, poi incontra gli occhi dell’altra donna e riesce solo a dire:
-Si… certo… mi farebbe molto piacere.-
Senza protestare lascia che l’altra la prenda a braccetto e con sgomento si rende conto che vorrebbe poter appoggiare la testa sulla sua spalla.
Infine arrivano all’appartamento di Renate e la donna, a cui la ragazza si rende improvvisamente conto di non aver chiesto nemmeno come si chiama, chiede:
-Posso salire da te?-
Sembra solo una domanda innocente, fatta con un sorriso pieno di sottintesi, ma per Renate sembra quasi un ordine.
-Certo.- risponde rapida-Ne sarò felice.-
Ha detto davvero così? Si chiede mentre fa strada alla donna sino al suo piccolo bilocale da studentessa. Non capisce cosa le stia succedendo. Come farà a spiegarlo a Monika se dovesse tornare all’improvviso? Stranamente non le importa quanto dovrebbe. La donna misteriosa si guarda intorno con aria curiosa, come se buona parte di ciò che vede fosse per lei quasi del tutto nuovo. Si avvicina a Renate e le sfiora il volto con dita che sembrano gelide.
-Chi sei?- riesce a chiedere Renate.
-Mi chiamo Carmilla.- risponde l’altra.
Carmilla, che strano nome, ha un suono evocativo e familiare al tempo stesso, ma dove potrebbe averlo sentito prima? E dovrebbe importarle? Renate non si oppone, mentre la donna di nome Carmilla continua ad accarezzarle il volto e poi comincia a baciarla sulle guance ed infine a sbottonarle la camicetta sino a liberale i seni.
-Sei molto bella.- mormora passando la mano su di essi –Davvero molto bella.-
Poi avviene una rapida metamorfosi: i canini di Carmilla si allungano oltre il normale e con gesto repentino la donna li affonda nel petto di Renate.
Mentre Carmilla succhia il suo sangue dalle piccole ferite aperte dai canini, Renate non si muove, il dolore iniziale sostituito da una sensazione di languore e, sì, perfino di piacere. Quasi non si accorge del velo di buio che cala sui suoi occhi, né che le sue gambe hanno smesso di sorreggerla. L’oblio l’accoglie, mentre la vampira mormora:
-Mi spiace mia cara, di solito non sono così diretta, ma è passato così tanto tempo dall’ultima volta che mi sono nutrita ed ho bisogno di tutte le mie forze. Vedi: ho un lungo viaggio da fare. Non preoccuparti, però, fra tre giorni ti rialzerai e farai parte della mia schiera per l’eternità.-
In quel momento una chiave gira nella toppa della porta d’ingresso e poi si ode una voce di donna:
-Renate sei a casa? Sono tornata prima del previsto.-
La giovane donna avanza, lasciando che la porta si richiuda alle sue spalle ed in quel momento la vampira le appare davanti.
-Chi… chi è lei?- esclama, sorpresa, la ragazza –Dov’è Renate?-
L’altra si limita a fissarla e sorridere e nel momento in cui i suoi occhi incontrano quelli neri e magnetici della vampira, il destino di Monika Wexler è irrimediabilmente segnato. Rimane incantata mentre quella risponde con voce bassa:
-Io sono Carmilla.-
La casa è isolata, circondata da quello che una volta doveva essere un bel parco, ma che ora appare abbandonato. È qui che ritroviamo tre nostre vecchie conoscenze: Frank Drake, ultimo discendente del famigerato Dracula; Blade, l’implacabile cacciatore di vampire e Hannibal King, il solo vampiro conosciuto che abbia resistito con successo alla maledizione della sete di sangue.
-Dunque dovremmo starcene qui?- chiede Blade –La vecchia casa di Quincy Harker?-
-E perché no?- ribatte Drake -È spaziosa, lontana dal caos della metropoli ed è anche il posto perfetto in cui il nostro King potrà starsene tranquillo senza sollevare domande scomode.-
King fa un’alzata di spalle, mentre Blade ribatte:
-E intanto tu te ne stai nel tuo bell’appartamentino di Kensington.-
-Non per molto.- è la risposta di Frank –I lavori di restauro della villa sono ormai finiti e penso di trasferirmi qui con mio figlio ed un minimo di personale di servizio entro la settimana. Su, venite! Vi mostro le vostre stanze. Non ti preoccupare, King, per te ho di meglio che un loculo nella cripta di famiglia.-
-Oh, io mi accontento di poco, un po’ di terra della sepoltura e poco più.- replica King sorridendo.
-Bah io mi chiedo che ci faccio qui, piuttosto.- aggiunge Blade –Ultimamente non ho fatto altro che fare la spola tra qui e gli Stati Uniti.Mi chiedo perché mi sono fatto convincere a seguirvi sin qui, quando avrei fatto meglio a riposarmi dopo quel pasticcio del Demogorge.-[1]
-Lo sai anche tu, il perché.- replica Drake –King aveva una strana sensazione, qualcosa che lo ha spinto a tornare qui anche se non è stato capace di dirci di più, a parte che c’è di mezzo il vostro vecchio amico Deacon Frost, il vampiro responsabile per quello che siete entrambi.-
-Non dirmi le cose che già so, Drake, veniamo piuttosto di scovare quell’infernale vampiro dai capelli bianchi prima che…-
Il suo discorso è interrotto da un improvviso irrigidimento di Hannibal King, il vampiro detective si blocca come in trance ed ecco che parla:
-Il momento è arrivato.-
-Che momento? Di che stai parlando, King?- chiede Drake.
-Il momento dello scontro… lo scontro per decidere chi sarà il nuovo Signore di tutti i Vampiri.-
6.
Estratto da: “Appunti sul Vampirismo”
Del Dr. Abraham Van Helsing
Amsterdam, Paesi Bassi, ottobre 1885
Quando debbono scegliere
il loro nuovo Signore, i vampiri si radunano tutti, o almeno molti di essi,
nello stesso luogo per assistere allo scontro tra i pretendenti e proclamare il
vincitore. Come vengano avvertiti e sappiano dove recarsi non è dato saperlo.
Si può ipotizzare l’esistenza di un misterioso ed innato istinto che li avverte
del momento e del luogo del grande raduno.
Le tenebre sono calate su Londra e nella nebbiosa notte solo pochi potrebbero essere testimoni di uno spettacolo davvero insolito che si svolge nei pressi del Cimitero Monumentale di Highgate. La maggior parte di loro arriva in forma di pipistrello, alcuni in forma di lupo, pochi come una nebbia appena più densa di quella comune. Tutti puntano verso l’ingresso occidentale di Highgate e tutti lo oltrepassano. Sanno dove debbono andare anche se non ci sono mai stati prima.
Alle loro spalle un terzetto di uomini di cui uno solo può realmente definirsi completamente umano. Per Hannibal King non è difficile superare il cancello: diventa nebbia quel tanto che basta per superare le sbarre e poi riprende forma umana. I suoi due amici debbono scalare il cancello ed è Frank Drake ad avere le maggiori difficoltà.
-Uff. Non sono più abituato a performance simili.- si lamenta.
-Già, immagino che comprare e vendere azioni sia decisamente meno faticoso e più redditizio.- ribatte Blade.
-Ora non sfottermi, Blade, non sarebbe da te. Seguiamo King. Più passa il tempo e più sembra in trance.-
-Vero. Qualcosa sembra aver risvegliato la sua natura vampirica. Spero di non dover essere costretto ad ucciderlo alla fine di questa storia, in fondo quel succhiasangue pentito mi sta simpatico.-
-Attento Blade, se qualcun altro ti sentisse, potrebbe pensare che stai cominciando ad assomigliare ad un essere umano.-
Blade non replica e continua a seguire King, poi, improvvisamente si ferma, mentre qualcosa gli passa accanto.
-Ehi, cos’è?- esclama.
-Calma Blade.- interviene Frank -È solo un gatto nero non vedi? Un comunissimo gatto nero come tanti, Non sarai mica superstizioso eh Blade?-
-In questo genere di lavoro non sempre tutto è quello che sembra, dovresti averlo capito, ormai, Drake.- è la secca risposta di Blade –E comunque quel gatto va nella nostra stessa direzione, pare.-
Non parlano più. La strana processione prosegue: in cima Hannibal King, seguito dal gatto nero, che ogni tanto si ferma a guardarsi indietro, verso Drake e Blade, che chiudono il corteo. Entrano in un’antica cripta monumentale e passano oltre una porta seminascosta e s’inoltrano lungo una scalinata, sempre più in basso, mentre l’aria si fa più oppressiva.
-Quest’odore…- borbotta Frank.
-È odore di morte.- replica Blade –Di cose morte da tempo e di cose che avrebbero dovuto restare morte.-
In fondo alla scala c’è un corridoio che si fa sempre più stretto, poi ecco che sbuca in una vasta caverna, una specie di emiciclo, quasi un anfiteatro naturale, ma quale che sia lo spettacolo di stanotte, gli spettatori sono decisamente molto insoliti. Vestiti nelle fogge più diverse; alcuni hanno apparenza del tutto umana, altri molto meno, ma tutti sono…
-Vampiri.- si lascia sfuggire Drake –Non ho mai visto così tanti vampiri in un solo posto saranno decine, centinaia.-
-Fa silenzio o sarà la nostra fine. Guarda chi c'è la in mezzo, la riconosci?-
Non sarebbe possibile sbagliarsi. Inguainata nella sua calzamaglia scura, la tiara fieramente posata sulla fronte, gli occhi scintillanti nel buio, guarda verso il suo uditorio.
-Dovreste conoscermi tutti.- dice- Io sono Lilith, Lilith Dracula, la figlia di colui che per oltre 500 anni è stato il vostro signore. Ora egli è morto ed io reclamo il suo trono. Chi oserà sfidarmi?-
Nessuno parla, i visi dei presenti sono impenetrabili. Ci sono coloro che sanno di non essere all’altezza ed il loro sguardo si volge istintivamente verso alcuni di loro: i capobranco, gli Arcivampiri, i soli che abbiano potere a sufficienza per contendersi il comando. Tra essi c’è, abbastanza sorprendentemente per Frank e Blade, anche Hannibal King, che resta cupo e silenzioso, poi una voce rompe il silenzio:
-Io oso!-
La voce risuona tonante nell’anfiteatro ed ecco avanzare un gigantesco lupo nero dalla criniera bianca, un lupo che man mano che avanza assume forma umana, quella di un anziano signore in abiti tardo ottocenteschi dalla barba e capelli bianchi.
Ancora una volta, parla e rinnova la sua sfida:
-Io ti sfido Figlia di Dracula, io: Deacon Frost!-
Due donne, entrambe belle. Una, più anziana e con i lunghi capelli neri, gli occhi azzurri, il volto velato di tristezza, indossa il suo abito elegante con naturale eleganza; l’altra, più giovane, i capelli rossi e gli occhi verdi, o sguardo duro e disincantato, indossa una pratica tuta aderente, del tipo che negli anni sessanta veniva chiamato “emmapeeler” in omaggio alla protagonista di una popolarissima serie televisiva britannica. Sono le sorelle Von Frankenstein, le ultime rimaste di una stirpe che ha prodotto scienziati di sapienza più avanzata del proprio tempo, una scienza che ha prodotto tragedie per quella famiglia e per il mondo.
Viktoria, la maggiore, ha dedicato la sua vita a rimediare ai danni provocati da suo padre; Veronika, la minore, è un medico, una scienziata e per gli esperimenti dei suoi antenati prova un interesse misto a preoccupazione, sensazione che, almeno finora, ha impedito in lei l’insorgere dell’ossessione che ha distrutto la vita di suo padre e di altri prima di lui. Non si sono mai amate troppo, le due sorelle. Troppo idealista Viktoria, troppo pragmatica Veronika, ma di recente una terribile esperienza le ha unite ed ora hanno un obiettivo comune: fermare Deacon Frost.
Un tempo, l’ispettore Capo Chelm avrebbe riso nel sentire i loro nomi, ma questo era prima di Dracula, prima che l’orrore diventasse parte del quotidiano per lui; come potrebbe farsi intimorire dal nome Frankenstein adesso?
-Non sarà facile trovare Frost, signorine…- sta dicendo Chelm -… e nonostante ciò che dice il vostro… ehm… amico, sono riluttante ad usare lui o voi come esche umane, anche perché non c’è garanzia che funzioni.-
-Eppure dobbiamo trovarlo.- replica Veronika –Gli appunti del mio prozio sono troppo pericolosi in mano sua, tremo all’idea di cosa potrebbe farne.-
-Già, ma cosa potrebbe farne?- chiede Chelm –Di che utilità potrebbero essere quelle vecchie formule per un vampiro?-
-Molta.- è la secca replica della giovane scienziata –Immagini una stirpe di guerrieri non morti, immuni a tutte le debolezze dei vampiri. Mio padre era riuscito a creare un doppio dell’essere chiamato Silver Surfer, una volta.[2] È un potere immenso da controllare.-
-Ho capito il concetto Baronessa, ma resta il fatto che ancora non so come rintracciare Frost prima che metta in atto i suoi folli propositi.- ribatte Chelm.
Il discorso sembra finito, poi Viktoria si rivolge all’Ispettore.
-Avrei un altro favore da chiederle, Ispettore, se non è troppo disturbo..-
-Mi dica.-
-Vorrei sapere se ci sono notizie di quest’uomo.-
Viktoria porge a Chelm una foto che ritrae un uomo che indossa un costume rosso, blu e nero, che nella foggia ricorda gli abiti dei cavalieri del XII secolo, il volto è ricoperto da un elmo bianco che ricorda un teschio e che ha due ali ai lati, simili a quelle dell’elmo di Thor, sul petto è impresso il classico disegno del teschio e delle tibie incrociate, un mantello gli ricade sulle spalle, nella mano destra impugna una specie di lancia e, cosa che dovrebbe apparire strana, monta uno stallone nero con ali da pipistrello, in groppa al quale sta, ovviamente, volando.
-Oh Viki!- esclama sua sorella –Ancora la tua ossessione con quel tipo.-
-Piantala Ronni!- ribatte Viktoria –Quest’uomo è stato… diciamo cosi… ospite nel mio castello, poi è… scomparso. Vorrei sapere che ne è stato di lui. Il suo nome è Bram Velsing, ma si fa chiamare Dreadknight.-
7.
Estratto da: “Appunti sul Vampirismo”
Del Dr. Abraham Van Helsing
Amsterdam, Paesi Bassi, ottobre 1885
Il vampiro può, dunque
trasformarsi in nebbia, pipistrello e lupo. Un caso particolare è quello dei
vampiri ungheresi chiamati farkaskoldoi, i quali sembrano avere solo il potere
di mutare la loro forma in quella di un lupo antropomorfo ed è in quella forma
e solo in quella che cacciano le loro prede.
Un altro caso anomalo, forse unico nella letteratura vampiresca, è
quello di una vampira che ama spostarsi nella forma di un grande gatto nero.
Alla vista di Frost, Lilith sogghigna scoprendo i suoi candidi canini.
-Ti aspettavo Frost e sono pronta a raccogliere la sfida secondo il costume della nostra gente, tu sei pronto a combattere sino alla morte per la supremazia secondo gli antichi costumi?-
-Lo sono, Lilith Dracula.- è la sua sola replica.
-E sia! Procediamo, dunque secondo gli antichi riti.
Sotto gli occhi ancora meravigliati di Frank e Blade, Lilith e Frost raggiungono una specie d’altare di pietra su cui sono sistemati dei bastoni di legno appuntiti. Ne scelgono uno ciascuno.
-Ora occorre scegliere un arbitro dello scontro.- dice Lilith. Volge lo sguardo verso i suoi simili, coloro che appartengono alla ristretta cerchia degli Arcivampiri e ne riconosce due:
-Hannibal King. Ti sei degnato di mescolarti alla nostra gente, vedo.-
-Non per mia scelta, sono stato attirato qui da una forza irresistibile.- replica King.
-Nessun vampiro può rifiutarsi di comparire quando viene convocato il Grande Raduno.. a meno che non sia morto… e, purtroppo, non è questo il tuo caso, Barone D’Arby.-
Sergej D’Arby si limita a sogghignare scoprendo i canini. Lilith continua:
-Le regole del Gran Raduno impongono una tregua tra coloro che hanno ostilità in corso, Barone, e così la nostra faida[3] dovrà aspettare. Sono sorpresa che con la tua sete di potere tu non abbia lanciato il guanto di sfida.-
-Tutto a suo tempo, mia Principessa.- replica D’Arby –Per ora sono soddisfatto del mio territorio di caccia, in seguito… sì vedrà.-
Lilith fa una smorfia disgustata. Non crede nemmeno per un attimo a D’Arby e sa che dovrà guardarsi da lui in futuro, ma per il momento passa oltre e si ferma di fronte ad un altro vampiro.
-Lord Ruthven, a te il compito di arbitrare lo scontro, se il mio avversario concorda.-
-Nessuna obiezione.- è la risposta di Frost
-Sarà molto divertente.- commenta Ruthven. -Ora signori, come in ogni duello che si rispetti, immagino dobbiate scegliervi dei secondi di vostra fiducia.-
Lilith rimane perplessa un attimo, poi accade qualcosa: il gatto nero che fino ad allora aveva gironzolato indisturbato per l’anfiteatro si trasforma e diventa una bellissima donna.
-Se tu lo desideri, Lilith Dracula, io Carmilla Von Karnstein, mi offro per stare al tuo fianco.-
Lilith sorride e risponde:
-Sarà un onore per me Contessa… Ora tocca a te Frost…-
-Molto bene, io scelgo… il mio compatriota, il Conte Orlok!-
Alla vista del ributtante essere che si avanza per prendere posto alle spalle di Frost, Frank Drake si lascia sfuggire un’esclamazione di stupore
-Santo Cielo! È brutto come il peccato, sembra davvero un cadavere vivente.-
-Fa silenzio Drake!- gli intima sottovoce Blade –O ci farai scoprire.-
-Troppo tardi, temo.- risponde Drake ed ha ragione, perché, un gruppo di vampiri si sta dirigendo verso di loro.
Blade estrae i suoi coltelli di legno, uno per mano, e si getta contro il primo gruppo di vampiri che si stanno avvicinando, colpendo nel mucchio. Drake sospira. Quando si tratta di battersi coi vampiri Blade è sempre il primo a buttare al vento la prudenza. Beh al diavolo, se quei vampiri vogliono anche il suo sangue, dovranno sudarselo. Dracula l’ha spesso preso in giro per una presunta mancanza di qualità guerriere, lamentandosi che il sangue dei Dracula si era ormai annacquato. Naturalmente, se essere degno del nome dei Dracula significa essere spietati, sadici e senza scrupoli, Frank ne può benissimo fare a meno; se invece si parla della capacità di battersi, allora la questione è diversa e non sono pochi i vampiri a capirlo.
Ovviamente, i due cacciatori di vampiri non hanno speranze ed anche se Hannibal King intervenisse in loro favore non avrebbero scampo, ma ecco che risuona stentorea la voce di Lilith:
-Basta! Non uccideteli e portateli qui!-
Nessuno osa ribellarsi al suo comando, anche se non è ancora la loro Signora riconosciuta ed i due cacciatori di vampiri sono trascinati verso l’arena al cospetto di Lilith.
-Non mi ero sbagliata, vedo.- commenta sorridendo Lilith –Sei proprio tu, Frank Drake, il discendente del mio fratellastro Vlad.-
Frank, nonostante la situazione, abbozza un sorriso e ribatte:
-Già. Ti trovo in gran forma per la tua età, “zia”.-
-Vedo che ti sono rimaste la tipica arroganza ed insolenza dei Dracula, pronipote. Se pensi che il fatto di essere dello stesso sangue ti preservi da un’orribile morte, t’illudi. Ho odiato mio fratello perché aveva tutti i privilegi a me negati e l’amore di mio padre. Perfino i figli illegittimi di mio padre erano trattati meglio, in quanto maschi, di me che ero la sua primogenita, abbandonata agli zingari.-
-La storia della tua infanzia infelice è interessante, Lilith, ma non siamo qui per sentirla.- ribatte Blade.
-Silenzio Blade, tu non sei del sangue dei Dracula e nulla mi può trattenere dall’ucciderti qui e adesso. Nulla a parte il fatto che mi diverte l’idea di voi due che assistete al mio trionfo.-
-Io lo ritengo un errore.- interviene Frost –I nemici vanno uccisi subito, senza lasciare loro un'opportunità di sopravvivere.-
-Silenzio Frost. Il mio pronipote e Blade sono miei prigionieri e decido io del loro destino. Tu potrai farlo se sarai il vincitore del duello, un duello che è ora di cominciare.- Lilith si rivolge verso Drake. –Goditi lo spettacolo, Frank, perché vedrai qualcosa che nessun essere umano ha mai visto prima... nessun essere umano vivo, voglio dire.-
Ed ancora una volta, la vampira sorride scoprendo i suoi candidi canini affilati.
8.
Estratto da: “Appunti sul Vampirismo”
Del Dr. Abraham Van Helsing
Amsterdam, Paesi Bassi, ottobre 1885
Il vampiro è qualcosa di
più di una creatura da leggenda, egli è una sinistra realtà a cui noi che
viviamo nel XIX secolo, ormai a ridosso del ventesimo, fatichiamo a credere.
Eppure io stesso, che sono un medico ed uno scienziato so che aldilà del velo
sottile della razionalità e le certezze del mondo fisico c’è una realtà del
tutto diversa ed è lì che abitano le creature del male, perché esse esistono e
non dobbiamo mai dimenticarlo.
Il silenzio cala sull’anfiteatro, mentre Lilith si sbarazza sia del mantello, che della tiara. Ugualmente, Deacon Frost si spoglia sino a rimanere a petto nudo, poi entrambi si fronteggiano, impugnando un solido paletto di frassino nella mano destra.
È Lord Ruthven a parlare:
-Conoscete entrambi le regole: potete usare i vostri poteri, la vostra sola arma sarà il paletto di frassino che impugnate, se verrete aiutati lo scontro sarà nullo e colui che avrà barato sarà ucciso assieme ai suoi complici; il solo risultato possibile è la morte di uno dei due contendenti. Ed ora, cominciate!-
Ha appena finito di parlare, che Frost si lancia in avanti, sferrando un micidiale colpo contro Lilith… che lo evita, lanciandosi di lato e rotolando sulla sabbia.
-Hai fallito, Frost, ora tocca a me.- dice e si rimette in piedi, saltando agilmente contro il suo nemico, che diventa nebbia e, prima che Lilith possa fare una sola mossa, le è alle spalle e ritorna in forma umana, stringendole il collo col braccio sinistro, mentre col destro affonda il paletto verso il cuore della figlia di Dracula… ma non è facile ucciderla, Lilith ripete il trucco di Frost, poi si trasforma in pipistrello e piomba contro il suo avversario, disarmandolo.
Un urlo prorompe dagli spettatori.
-Però… non male, la tua zietta.- commenta Blade.
-Spera che vinca, Blade.- replica Frank Drake. -È la nostra sola speranza di sopravvivere a questa nottata. Se Frost sarà il vincitore, dubito che ci sarà un futuro per noi, forse nemmeno come vampiri.-
-Temo che tu abbia ragione, Frank – commenta Hannibal King –Nessuno di noi ce la potrebbe fare contro tutti questi vampiri.-
Intanto Lilith è tornata umana e si rivolge a Frost.
-Sei disarmato ora, Frost… ma non temere, la figlia di Dracula non si prende vantaggi indebiti.- con gesto teatrale Lilith getta il suo paletto accanto a quello di Frost. –Ora siamo pari, vediamo chi riesce per primo ad impadronirsi del suo.-
Senza rispondere, Frost si tuffa verso il paletto, imitato da Lilith ed è proprio mentre la vampira sta per afferrarlo, che il suo avversario le afferra il braccio e la catapulta lontano, per poi saltarle addosso.
-Stupida donna.- sibila -Dovevi uccidermi quando ne avevi la possibilità, ora sarò io a distruggerti, io sono più forte di te, più forte di chiunque, io solo tra questi imbecilli merito il comando.-
-Sei solo il più arrogante, non il più forte, Frost, è molto diverso.- replica con un sogghigno Lilith, poi diventa impalpabile nebbia e scompare, materializzandosi, quindi dietro a Frost, il paletto nella mano, e senza esitare sferra un colpo alla schiena del suo nemico, che urla di dolore.
-Non mi hai colpito al cuore, strega ed hai commesso un errore!- esclama, furioso, Frost –Perché sarò io ad ucciderti, io!-
Così dicendo, balza verso la vampira ed a metà del balzo è diventato un gigantesco lupo nero, dal pelo bianco tra le orecchie, la sua voce mutata in un ringhio spaventoso. Lilith non ha modo di evitare di cadere sotto l’impeto del suo nemico, ma subito afferra la sua gola e si rimette in piedi tenendolo come se fosse senza peso e poi, senza apparente sforzo, lo scaglia lontano.
-Sei uno sciocco Frost, tu sei un vampiro da quanto? Cento, centoventi anni? E ti credi di essere chissà chi. Io cammino su questa terra da oltre 500 anni e la mia famiglia dominava sulla Valacchia e sulla Transilvania quando i tuoi antenati erano solo miseri servi in qualche oscuro borgo tedesco. Tra noi due, io sono quella nata per comandare.-
Si getta addosso a Frost, appena ridiventato umano e mentre gli serra la gola con una morsa d’acciaio, la sua mano destra solleva il paletto e vibra un colpo contro il petto del suo nemico.
-La sfida è finita, Frost…- dice -… e tu hai perso.-
Mentre il paletto spacca il suo cuore, il vampiro dai capelli bianchi lancia un urlo acuto, la sua forma si agita, poi giace immobile nel centro dell’arena.
Lilith si solleva dal corpo del suo avversario ed alza le braccia al cielo.
-Ho vinto!- proclama –Io, Lilith Dracula sono la nuova Signora dei Vampiri, c’è qualcuno che osa negarlo adesso?-
Un attimo di silenzio, poi la risposta è un boato di evviva.
Mentre i vampiri gridano il suo nome ripetutamente, Lilith lascia che Carmilla le drappeggi il mantello sulle spalle, poi qualcun altro le porge la tiara e lei solennemente se la poggia sulla fronte.
-Io sono la Regina dai Vampiri.- ripete ancora, poi alza il pugno verso l’alto –Mi senti padre? Io, la tua unica figlia, colei che ripudiasti, sono la tua vera erede.-
La sola risposta è il rombo di un tuono lontano.
Ora Lilith volge lo sguardo verso il cadavere di Frost.
-Sbarazzatevi di quello.- ordina –Sapete cosa farne, non voglio mai più rivederlo.- poi ordina ancora –Portate qui i prigionieri.-
In breve Frank Drake e Blade sono spinti in ginocchio davanti a Lilith.
-Dunque cosa dovrei fare di voi?- chiede la Signora dei Vampiri –Il buon senso mi suggerirebbe di darvi in pasto alle orde dei miei nuovi fedeli… tuttavia, stanotte mi sento generosa e vi faccio dono delle vostre vite, ma attenti, perché al nostro prossimo incontro non accadrà altrettanto, per cui, non incrociate di nuovo il mio cammino.-
-Se ci rincontreremo, allora sarà per ucciderti, succhiasangue.- ribatte Blade.
Lilith ride:
-Mi diverti, Blade.- replica –Davvero non capisco se il tuo è coraggio o pura e semplice follia, ma fintanto che mi diverti hai un’opportunità di restare in vita.- Lilith si volge verso l’alleato dei due cacciatori di vampiri, Hannibal King –E tu King, che farai? Seguirai la loro pista o rimarrai qui tra la tua vera gente? Può esserci un posto per te nel nuovo ordine… in fondo ad una regina può far comodo un degno consorte e tu sei forse il migliore tra loro.-
King allontana con gentile fermezza la mano di Lilith dal suo volto.
-Mi dispiace, “mia sovrana”.- replica –Ma io non sono come te e questi altri mostri, non voglio essere né tuo suddito, né tuo consorte, me ne vado con i miei amici.-
-Sia come vuoi. Ed ora andate, prima che cambi idea e decida di vedere il colore del vostro sangue.- e mentre i tre si allontanano, Lilith si volge verso un altro vampiro. –Quanto a te, Barone D’Arby, la resa dei conti tra di noi è solo rimandata, sei ancora protetto dalla tregua, ma ti concedo sino a domani notte per abbandonare le Isole Britanniche, dopodiché, ogni vampiro che t’incontrerà avrà l’ordine di ucciderti.-
D’Arby sogghigna, per nulla intimorito.
-Ogni tuo desiderio è un ordine, mia Signora.- replica con tono ironico, poi si muta in nebbia e sparisce.
In breve l’anfiteatro si svuota e Lilith rimane sola a meditare sugli ultimi eventi. Ora è la Signora dei Vampiri. Per oltre 500 anni i suoi soli scopi nella vita sono stati: uccidere suo padre, prendere il suo posto e guadagnare il suo affetto. Il primo le è stato sottratto, il secondo l’ha raggiunto, il terzo sarà per sempre fuori dalla sua portata. Ma non le importa, giusto? È una vampira i sentimenti umani se li è lasciati alle spalle da tempo. Le torna alla mente un verso del Paradiso Perduto di John Milton: “Meglio regnare all’Inferno, che servire in paradiso”. Ed è questo che lei è adesso: regina del suo stesso Inferno, regina di un regno di dannati. Ora e per sempre… sola!
EPILOGO
Uno dopo l’altro hanno lasciato l’anfiteatro: Lord Ruthven, Sir Francis Varney, Carmilla, ognuno diretto verso i propri territori di caccia e nessuno di loro sa quando s’incontreranno di nuovo.
Il cadavere di Deacon Frost giace abbandonato in un campo, il petto ancora trafitto dal paletto; la testa, tagliata, giace a pochi passi da lui e lì accanto giacciono anche i corpi di due vampiri, uccisi da un terzo, più forte di loro: il sinistro e repellente Conte Orlok.
-Sono arrivato appena in tempo.- dice nella sua natia lingua tedesca -Tu non devi ancora morire Herr Frost, non finché io ho bisogno dei tuoi talenti.-
Orlok afferra la testa e la rimette sul collo di Frost, poi toglie il paletto ed eco che accade qualcosa d’incredibile: gli occhi di Frost si aprono e quando si rialza, la testa è di nuovo attaccata al collo.
-Sono vivo… di nuovo.- esclama, anche lui in tedesco –Ti sono debitore Conte Orlok.-
-Ti assicuro che ti sdebiterai Herr Doktor, ma ora andiamo l’alba è vicina e non possiamo farci sorprendere dalla luce.-
E nei primi bagliori di un’aurora appena abbozzata due pipistrelli volano verso una meta di sangue.
Non una fine, ma un inizio.
FINE VENTICINQUESIMO EPISODIO
NOTE DELL’AUTORE
E così termina anche il venticinquesimo episodio di questa serie in cui Dracula è sempre morto, ma il suo spirito è fin troppo vivo. Consolatevi, perché il personaggio principale si chiama sempre Dracula, ed a parte che non è un maschio, è altrettanto temibile del precedente.
Sono molte le cose da dire su quest’episodio e soprattutto sui personaggi che vi compaiono, anche se il loro ruolo è di quello di comparse di lusso o, come si usa dire, di guest star. Cominciamo, quindi:
1) Lord Ruthven è il protagonista del racconto “Il vampiro”, scritto dal giovane medico inglese di origine italiana John William Polidori e pubblicato nel 1819 nella rivista popolare “New Monthly Magazine”. Polidori era stato il medico personale di George Gordon Byron, meglio noto semplicemente come Lord Byron e si dice che la figura di Ruthven fosse ispirata proprio a lui. Sia come sia, Ruthven divenne il prototipo da allora in poi del classico vampiro letterario che avrebbe visto la sua definitiva consacrazione nel “Dracula” di Bram Stoker. Del racconto esiste anche un adattamento Marvel apparso su “Vampire Tales” #1 dell’agosto 1973 ad opera di Roy Thomas e Ron Goulart per i testi e Win Mortimer per i disegni.
2) Varney il Vampiro è stato il protagonista di una saga in ben 109 capitoli, uscita a puntate in Gran Bretagna su uno dei cosiddetti “Penny dreadful”, dispense di storie del terrore, stampate su carta povera al costo di un penny, strette parenti dei “Dime novel” americani e dei loro successori, i “pulps”. “Varney the Vampire or The Feast of blood” (non so dire se ne esista una versione italiana, ma ho motivo di dubitarne) fu, infine, raccolto in volume nel 1847. L’autore non è noto con certezza e la paternità è disputata tra tali Thomas Preskett Prest e James Malcolm Rymer. La storia era quella di un tale Mortimer che, all’epoca in cui Oliver Cromwell prese il potere in Inghilterra (1649), uccide accidentalmente il figlio e pi viene ucciso da una guardia. Qualche tempo dopo si risveglia e scopre che, come punizione per il suo delitto, è stato trasformato in vampiro. Assume così il nome di Sir Francis Varney e vive varie avventure. Alla fine, all’incirca nel 1730, disgustato per ciò che è diventato, decide di suicidarsi gettandosi nella bocca del Vesuvio. Varney non è mai stato adattato dalla Marvel, ma è menzionato in Doctor Strange Sorcerer Supreme #15, inedito in Italia.
3) Carmilla, alias Contessa Mircalla Von Karnstein è non solo la prima vampira della letteratura, ma anche la prima vampira lesbica in assoluto e non è poco. È stata creata dallo scrittore irlandese Joseph Sheridan Le Fanu nel racconto o romanzo breve, per essere più esatti, “Carmilla”, appunto, pubblicato nel 1872 nell’antologia “In a glass darkly”, dove sono narrati i casi studiati dal Dottor Hesselius, investigatore dell’occulto. Carmilla seduce e tenta di vampirizzare una sua lontana discendente, Laura, ma viene uccisa col classico paletto nel petto e la sua testa viene poi tagliata e bruciata. Da notare che, rispetto ai vampiri tradizionali, Carmilla ha due caratteristiche che la diversificano: preferisce mordere le sue vittime, tutte giovani donne, nel petto anziché sul collo ed ama trasformarsi in un gatto nero, invece che nei soliti pipistrello e lupo. Non è mai stata adattata dalla Marvel, ma in base alla regola che i personaggi della narrativa popolare possono essere integrati nell’Universo Marvel, se non incompatibili per qualsiasi ragione, ho deciso di introdurla io.
4) Il deforme Conte Orlok è, come tutti avrete capito il protagonista del film capolavoro dell’espressionismo tedesco “Nosferatu”, uscito nel 1922 per la regia di Friedrich Wilhelm Murnau; un adattamento non autorizzato del “Dracula” di Bram Stoker in cui l’azione si svolge nella Germania del 1838, invece che nella Transilvania e nell’Inghilterra del 1888. La sua presenza in queste pagine si giustifica come quella della Contessa Carmilla.
5) Ma come possono tutti questi vampiri essere ancora vivi? La mia teoria è che quando l’incantesimo della Formula Montesi, che aveva cancellato i vampiri dall’esistenza, è stato disfatto sono rinati tutti quei vampiri che non erano stati in precedenza uccisi nell’unico modo che si dice sia definitivo, ovvero spaccando loro il cuore con un paletto di legno o una pallottola d’argento, tagliando loro la testa, riempiendo la bocca d’aglio, cucendola e poi bruciando la testa stessa. Cosa fosse accaduto di Ruthven dopo il 1819 non è dato sapere; Varney è morto gettandosi in un vulcano, a Carmilla hanno tagliato la testa e l’hanno bruciata, ma si sono dimenticati dell’aglio, Orlok è stato solo incenerito dai raggi del sole. Ecco quindi che hanno avuto tutti la loro chance di ritornare alla loro pseudovita. Li rivedremo? Io credo proprio di si.
6) Sergej Barone D’Arby è una creazione di Valerio Pastore ed è un vampiro particolare, molto legato alla tradizione ungherese, comanda un branco di vampiri-lupi mannari chiamati in lingua magiara Farkasklodoi. Grazie alla magia nera è in grado di camminare alla luce del giorno. Attualmente ha stabilito la sua sede, il suo territorio di caccia, se vogliamo chiamalo così, negli Stati Uniti. Rivedremo anche lui? Non dovete chiederlo a me, ma se volete il mio parere… è una scommessa sicura. -_^
7) Se credete che la menzione di Dreadknight, attuale membro del gruppo dei Supernaturals, sia casuale, allora vuol dire che non mi conoscete bene. C’è un legame speciale tra la Baronessa Viktoria Von Frankenstein e l’uomo di nome Bram Velsing. Fu lei a prendersi cura di lui e curarlo dopo averlo ritrovato, più morto che vivo, dopo che il Dottor destino gli aveva fuso in volto la macabra maschera del Dreadknight. Si può dire anche che Viktoria si stesse prendendo una cotta per il giovane, ma lui la tradì vigliaccamente impadronendosi del suo castello e tenendocela prigioniera assieme alle altre creature che l’abitavano. A quanto pare Viktoria non l’ha dimenticato e chi può dire cosa avverrà quando si rivedranno? E la possibilità che si rivedano è molto alta ora che entrambi si trovano in Gran Bretagna, ma solo il tempo potrà rispondere a questa domanda.
8) Nota finale di continuity. Le apparizioni di Lilith negli episodi #21/23 di questa serie si svolgono prima di quelle in Supernaturals #[16/19 e non dopo come erroneamente indicato in precedenza.
Nel prossimo episodio: Lilith ha preso il posto di suo padre, ma il suo lavoro è appena all’inizio, i suoi nemici sono tanti, tra i vivi ed i non morti. Frost e Orlok tramano nell’ombra ed i cacciatori di vampiri si preparano al contrattacco. E qual’è il ruolo di Angel O’Hara in tutto questo e del Mostro di Frankenstein? A partire dal prossimo episodio, una nuova tappa nel nostro incessante viaggio nell’orrore. Vi aspetto
Carlo