La ragazza indossa un corto soprabito ed un foulard che le copre la testa e da cui spuntano ciuffi di capelli rossi; cammina con passo cadenzato, alla luce dei lampioni che illuminano debolmente la notte nebbiosa. Il silenzio è rotto solo dal rumore ritmico dei suoi tacchi sul marciapiede.

Poi, all’improvviso, ecco un nuovo rumore, quello di altri passi, più pesanti alle sue spalle. La ragazza li sente e si ferma. Si gira, ma non c’è nessuno, solo l’impalpabile nebbia.. La giovane donna esita un istante, poi riprende il cammino. Ancora il rumore dei suoi tacchi risuona sul selciato… ed ecco ancora il rumore di passi alle sue spalle. Ancora una volta si gira e non c'è nessuno. Si arresta e si guarda intorno, poi, dalla nebbia ecco emergere un’ombra, la sagoma inequivocabile di un uomo che si avvicina, i suoi occhi rossi brillano nel buio. La ragazza spalanca gli occhi ed indietreggia sino a trovarsi con la schiena contro un muro di mattoni. Ora vede bene colui che gli si avvicina, nota il pallore innaturale della pelle, le labbra stirate in un maligno sorriso ed i canini… i canini lunghi come zanne che sporgono dalle labbra esangui. La parola “vampiro” le passa per la mente, mentre le sue labbra sembrano muoversi a vuoto, sembra incapace di articolare parola. Il vampiro, invece, parla:

-Salve, piccola… e non preoccuparti, non ti farò del male… almeno non molto.-

            La ragazza abbozza un movimento e, con gesto rapido, il vampiro l’afferra per le braccia, spingendola sempre più contro il muro, e le strappa il soprabito, rivelando così che lei indossa un’aderentissima calzamaglia color rosso sangue, chiusa sul collo, ma con un'ampia scollatura sino a sotto l’ombelico e spacchi laterali, che lasciano ben poco spazio all’immaginazione.

-Molto interessante.- mormora il vampiro, mentre si stringe sempre di più alla ragazza, -Non è certo un abitino da suora questo eh? Cosa sei, una professionista del sesso o solo un eccentrica ricca annoiata?- la ragazza rimane muta, mentre sente il fetido alito del vampiro sul suo collo – Non parli eh? Poco importa, il tuo sangue deve essere buono e sarà mio. Non lottare, pochi attimi e sarà tutto finito.-

            Sorprendentemente la ragazza sorride e per la prima volta parla:

-In questo hai perfettamente ragione… purtroppo…per te.-

            E con gesto improvviso, incolla le sue labbra a quelle del suo assalitore e man mano che il bacio dura, il vampiro sente le forze venirgli meno, il suo corpo diventa fragile, nel giro di pochi istanti, le sue ossa si sbriciolano, la pelle rinsecchisce ed in breve nulla rimane, se non un mucchietto di abiti consumati e polvere…e la ragazza nel body rosso sangue.

-Hai scelto la vittima sbagliata, vampiro….- dice quest’ultima, mentre le sue labbra si stirano in un sorriso maligno -… ci sono esseri più pericolosi dei vampiri in giro per le strade ed una di loro è… Satan… la figlia del Diavolo!-

            E senza guardarsi indietro si allontana ed ancora una volta, l’unico rumore che si ode nella notte è quello, ritmico, dei suoi tacchi sul selciato.

 

 



 

#24

 

IL DIAVOLO È FEMMINA

 

 

1.

 

 

            Emerge lentamente dalla nebbia. Dapprima indistintamente, poi sempre più definita. È una figura umana, vestita di scuro ed avvolta in un ampio mantello; nell’oscurità spiccano le sue pupille, rosse come due carboni ardenti. Parla con voce cavernosa, una voce che da i brividi e man mano che parla il suo volto si fa sempre più distinguibile

“Tu pensi di avermi ucciso, Frank Drake, ma non puoi liberarti di me così facilmente o sfuggire al tuo retaggio, mio discendente.- il volto dell’essere si fa sempre più vicino.  “Come ho preso tua moglie, mi prenderò il tuo sangue, tuo figlio, la tua vita….” La sua bocca si spalanca, mostrando gli enormi canini affilati “… perché io sono… DRACULA|”

           

            Frank Drake si sveglia sudato, rizzandosi a sedere sul letto. Era solo un sogno, ma così vivido, così reale, gli sembra ancora di udire la voce di Dracula, di sentirne la presenza, accanto a se…. C’è qualcuno nella stanza, ora lo vede… una figura nell’ombra e le sue pupille sono rosse come il sangue. Frank reprime a stento un urlo, mentre la figura si avvicina e parla:

-Tutto bene Frank? Mi sembri nervoso, hai avuto forse un incubo?-

            Ora Frank lo vede bene: è Hannibal King, il detective vampiro, nonché suo amico.Insieme hanno condiviso una brutta avventura per salvare l’anima del loro comune amico Blade[1] ed ora sono entrambi ospiti nell’abitazione di quest’ultimo a New Orleans.

-Torni dalla… caccia King?- chiede Drake.

-Sai che non caccio gli esseri umani per procurarmi il sangue Drake.- ribatte King. La sua voce ha un timbro grave, mentre parla –Non mi piace essere un vampiro e non sono come gli altri -

-Lo so, scusami, è che ho avuto davvero un incubo molto vivido. C’era Dracula ed era così reale che sentivo il suo fiato sul collo.-

.-Dracula è morto, mi hai detto.- commenta King.

-Così pare, ma quante volte l’abbiamo, creduto e lui ha sempre trovato il modo di tornare? Vorrei sperare di aver visto la sua fine, ma… eppure stavolta ho buoni motivi per esserne sicuro.- Così dicendo, Drake afferra un oggetto sul comodino e lo contempla per un istante. -È un cammeo con un ritratto di Maria, la seconda moglie di Dracula, la madre del suo unico figlio maschio legittimo, il mio antenato diretto. Dracula non l’avrebbe mai abbandonato, nemmeno per far credere di essere morto.  È la prova migliore che stavolta è spacciato sul serio.-

-Era una donna molto bella la tua antenata.- commenta il detective non morto.

-Lo so.-

            Frank contempla il volto della sua antenata  e non può fare a meno di  esserne affascinato. È così simile a quello di Katherine Fraser. Capisce bene come mai Dracula non abbia mai avuto il coraggio di uccidere l’indomita poliziotta scozzese. Maria e Katherine: la Principessa di Valacchia e la poliziotta moderna, due donne così lontane nel tempo ed unite dall’aver conosciuto lo stesso uomo… o demone  ed ora lui, discendente della prima, è legato alla seconda. Il destino sa essere davvero bizzarro, a volte.

 

            Ad un oceano e cinque fusi orari ad est di distanza, la Corrente del Golfo giunta da New Orleans si confonde con le acque più fredde del Canale della Manica. A Londra sono le nove del mattino e la donna a cui Frank Drake sta pensando è alla scrivania del suo ufficio di Scotland Yard.

Anche dopo la morte di Dracula, la cosiddetta Squadra Antivampiro non è rimasta senza lavoro. Anni di attività del diabolico Conte hanno provocato nefasti effetti e non mancano i vampiri da cacciare. Quelli veramente pericolosi sono Deacon Frost e Rachel Van Helsing, due non morti decisamente fuori dal comune. Il primo combina il cliché dello scienziato pazzo con quello del vampiro tradizionale. Se è ricomparso ora, dopo tanto tempo, scegliendo Londra come terreno di caccia è perché deve avere un qualche sinistro piano, ma quale? E perché ha rapito il cadavere di Rachel Van Helsing, uccidendo i poliziotti che lo trasportavano? Non certo per riviverla, o almeno non solo per quello: altrimenti, sul luogo del crimine avrebbero trovato il paletto che era stato infilato nel suo petto.

Kate deve ammettere che Frost la inquieta come Dracula non ha mai fatto. Dracula era spietato, crudele, malvagio, ma in qualche modo perverso c’era della nobiltà in lui e, si, anche del fascino, deve ammetterlo. In Frost sente solo la presenza del male nella sua forma più pura. Una malvagità che si è spinta allo sterminio deliberato di tutti i passeggeri e dell’intero equipaggio di un aereo di linea non soltanto per la necessità di procurarsi il sangue necessario al suo sostentamento, ma per il puro gusto di farlo e per qualche folle esperimento.[2]

            Come se non bastasse Frost, i bollettini degli ultimi giorni segnalano una recrudescenza di morti sospette in varie zone della città, specie nelle zone più malfamate. Le vittime sono tutte giovani uomini dal fisico atletico. E Kate sta esaminandone gli effetti personali.

Kate ha un talento speciale, potremmo chiamarlo un dono oppure un superpotere: il dono della psicometria, la capacità, toccando un oggetto, di rivivere eventi ed emozioni del possessore. Ecco perché ora sta toccando indumenti ed altri oggetti delle vittime. Il suo volto s’imperla di sudore mentre lo fa e direttamente nel suo cervello passano visioni degli ultimi istanti di vita uomini che non solo hanno dovuto morire una volta, ma hanno dovuto anche subire l’oltraggio di morire una seconda volta, stesi sul tavolo delle autopsie, il cuore trafitto da un paletto di frassino, la bocca riempita d’aglio e cucita, la testa tagliata e poi bruciata. Un rituale macabro, il solo che provochi la morte definitiva di un vampiro.

Kate si sente invadere da un’improvvisa pietà. Forse in vita non erano tutte brave persone ed alcuni di loro erano pessimi esempi di umanità, ma meritavano questo? Kate osserva le immagini di una donna alta, snella, flessuosa, inguainata in una calzamaglia ed avvolta in un mantello, il riflesso della luna su una tiara tra i capelli lunghi e corvini. Sente il desiderio dei defunti per quel corpo, un desiderio morboso e malsano, vede gli occhi rossi scintillare nel buio, sente il morso dei canini affilati. Urla.

            Il suo superiore, l’Ispettore capo Chelm, la raggiunge preoccupato.

-Tutto bene Katherine?-

-Si, credo di si, adesso.- risponde Kate –Sono stati assaliti da una vampira.-

-Chi? Rachel Van Helsing? Penelope Clayborne?-

-Non credo. Loro sono bionde e questa aveva I capelli neri come la notte.-

            Kate descrive l’immagine che ha visto e Chelm commenta:

-Non l’ho mai incontrata, ma Quincy Harker sì e dopo il loro ultimo incontro[3] me ne parlo e me la descrisse: è Lilith, la figlia di Dracula.-

-Oh Mio Dio, no!- è il solo commento di Kate Fraser. Se la bella poliziotta Scozzese ha altro da aggiungere, non ne ha il tempo, perché in quel momento entra il Sergente Henderson, che dice:

-Ispettore Chelm, Ispettore Fraser, richiedono la vostra presenza all’obitorio.-

-Come mai?- chiede Chelm.

-Non me l’hanno detto.- ribatte Henderson –Dall’ufficio del Coroner dicono solo che è urgente.-

-Ci conviene andare allora.- replica Chelm –Chissà che altro guaio ci aspetta.-

            Come se la figlia di Dracula a Londra non fosse più che abbastanza, pensa Katherine Fraser.

 

 

2.

 

 

            Il vampiro dai capelli bianchi si concede il lusso di un sorriso, mentre l’urlo della sua ultima vittima si spegne sul suo tavolo operatorio.

-Niente male davvero.- commenta voltandosi –Ha resistito più degli altri, davvero un ottimo soggetto, forse la migliore delle mie cavie finora. Tu che ne pensi, mia cara?-

            Contro la parete verso cui è rivolto c’è una donna bionda, le sue mani ed i piedi sono letteralmente inchiodati alla parete con chiodi di legno di frassino, l’abito da sera che indossa è stracciato ed impolverato. Coloro che la conoscono, faticherebbero a riconoscere nei suoi lineamenti stravolti dall’odio e dalla sofferenza quelli di Rachel Van Helsing, colei che, da accanita cacciatrice di vampiri, era diventata vampira ella stessa e nientemeno che compagna di Dracula e signora dei non morti. Ora è imprigionata oltre ogni possibilità di fuga, trattenuta da legami indistruttibili per quelli della sua specie e tormentata da un paletto di legno acuminato che le spunta dal petto, piantato non abbastanza in fondo da ucciderla, ma quel tanto da procurarle un enorme dolore.

-Sei… un… sadico animale… Frost…- replica sprezzante, ma con un filo di voce Rachel –Spero di… vivere abbastanza… per vedere… il tuo cuore… dato in pasto ai cani… e la tua anima… bruciare… all’Inferno.-

            Deacon Frost le si avvicina e le solleva il mento con la mano puntandole gli occhi addosso.

-Mi deludi, mia cara Van Helsing.- replica in tono divertito.- Dopotutto sei stata la compagna di Dracula, un uomo che, prima ancora di diventare un vampiro, si era reso responsabile della morte di migliaia d’innocenti e che si divertiva a praticare le più raffinate torture dei suoi tempi. Cosa c’è? L’essere morta ancora una volta ti ha risvegliato la coscienza? Difficile crederlo. Lo sai, la coscienza non è per quelli come noi. Dracula mi capirebbe, noi siamo il potere e dovremmo dominare su questi pecoroni degni di solo essere il nostro cibo. E io ci riuscirò. Prima mi prenderò il trono dei Vampiri, che Dracula ha lasciato vacante, e poi, grazie alle mie creature, avrò il potere prima su questa piccola nazione e poi sul resto del mondo.-

-Un Hitler vampiro… saresti… ridicolo… se… non… fossi patetico…Frost.-

-Cerca pure di fare la sprezzante, se ti soddisfa, Van Helsing, ma io e te sappiamo bene che dico sul serio e non sono patetico, ma pericoloso. Ora scusami, ma devo uscire e penso che tu debba riposare un po’.-

            Con un gesto secco, Frost conficca il paletto di frassino in profondità nel petto di Rachel che urla, poi reclina il capo nel sonno della morte.

-Riposa bene mia cara.- le dice Frost sorridendo, mentre indossa il suo cappotto ed il cappello –Riprenderemo il discorso al mio ritorno.-

            Il vampiro si trasforma in nebbia e scivola fuori dalla finestra, per poi assumere la forma di un pipistrello dal ciuffo bianco che vola in cerca di preda.

 

            Sala Autopsie. Il Dottor Charles Seward si rivolge a Chelm e Kate Fraser:

-Ho qui qualcosa che penso potrebbe interessarvi.-

-Un altro omicidio vampirico?- chiede l’Ispettore Capo.

-Non esattamente… o forse si.- risponde il Medico legale –Giudicate voi stessi.-

            Così dicendo, toglie il lenzuolo ed ecco sul tavolo di metallo apparire un cadavere, ma non un cadavere normale, bensì quello di un uomo molto vecchio, avvizzito, coperto da rughe.

-Quanti anni credete che abbia?- chiede Seward.

-Beh… direi non meno di 90, probabilmente oltre il centinaio e a vederlo, sembra morto da anni, mummificato, eppure…è strano..- è la risposta di Chelm.

-Infatti.- commenta Seward –Dai documenti e dalle testimonianze raccolte, risulta che si chiama.. si chiamava… Philip Caldwell ed aveva 23 anni, è morto ieri notte..-

-Cosa?- esclama Kate –Ma non è possibile.-

-E invece è così.- ribatte il medico. –Non ci sono dubbi al riguardo. Philip Caldwell era in un pub di Piccadilly quando è stato agganciato, se vogliamo dire così, da una misteriosa ed ovviamente non identificata donna dai capelli rossi con cui poi è stato visto uscire. Una donna molto bella e sexy, a sentire i testimoni, con indosso un body scarlatto molto scollato. Il cadavere è stato trovato al mattino nel vicolo dietro il locale. Dagli abiti, documenti e dai riscontri medici è risultato che era lui, sebbene sembrasse il suo bisnonno mummificato. A questo punto ho chiesto che chiamassero voi.-

-Ma cosa l’ha ucciso?- chiede Kate.

-Per dirla in parole semplici: è morto di vecchiaia. I suoi organi hanno semplicemente cessato di funzionare e stop.-

-Di vecchiaia a 23 anni.- commenta a mezza voce Chelm.

-Se volete un mio parere non del tutto professionale, quella ragazza gli ha succhiato via la vita… se non peggio. Se è un vampiro, è di un tipo assolutamente nuovo. E se non lo è… non oso pensare a cosa può essere.-

 

            La donna oggetto dei discorsi del medico e dei due poliziotti sta, in questo momento, terminando una doccia corroborante, dopodiché si veste con studiata lentezza. Si è sempre sentita a suo agio con la calzamaglia rossa che le fu donata da suo padre al termine di un corso di studi molto particolare. Getta appena uno sguardo al corpo sul letto, un cadavere rinsecchito che sembra vecchio di secoli. È servito al suo scopo, pensa, un amante all’altezza ed una forza vitale ricca. Ha preso tutto quel che lui poteva darle, compresa la sua vita. Forse poteva farne a meno, ma le è piaciuto farlo e questo le basta. Poche cose sono più divertenti che sedurre un tranquillo padre di famiglia e portare la sua anima alla dannazione. È più divertente quando l’anima è innocente, ma bisogna sapersi accontentare,

Satan Hellstrom è una donna davvero speciale. Suo padre dichiara di essere Satana, il signore dell’Inferno, il Diavolo della Bibbia insomma. Alcuni sostengono che mente, che non è altro che un misero demone interdimensionale, altri lo identificano con un antico dio babilonese, ma nessuno può dire quale sia la verità. La madre di Satan è morta in manicomio, inguaribilmente impazzita dopo aver scoperto la vera natura di colui che aveva sposato e quanto a suo fratello Daimon… hanno scelto vite diverse almeno in apparenza, ma non dubita che le loro strade s’incroceranno ancora.

Satan esce nelle vie di Londra e s’immerge nella nebbia. È una bella città Londra, viva e vitale. Un terreno perfetto per le creature delle tenebre, per coloro che frequentano un mondo di cui l’uomo comune ignora perfino l’esistenza, per gente come lei.

 

 

3.

 

 

            Le prime ombre della sera si allungano su Londra e con le tenebre si risvegliano creature maledette a cui l’uomo comune preferisce non credere per non perdere l’illusione d’essere sicuro nel suo piccolo mondo e, con essa la sua sanità mentale.. ma il Male esiste e cerca il proprio nutrimento.

            Il Cimitero Monumentale di Highgate nella zona nord di Londra è uno dei più famosi del mondo. Qui sono sepolti personaggi famosi tra cui il fisico Michael Faraday, la scrittrice George Eliot e Karl Marx, il fondatore del Comunismo. La parte occidentale del cimitero è inutilizzata da decenni, ormai, aperta al pubblico nei weekend per visite turistiche. Negli altri giorni è trascurata e di notte… Di notte nessuno osa avventurarsi nell’ala occidentale. Si dice che i morti si alzIno dalle tombe e cerchino esseri viventi di cui cibarsi, si narra di creature infernali e riti innominabili, ma i più pensano che si tratti di ridicole superstizioni. Hanno ragione, naturalmente… o forse no, perché se aveste abbastanza coraggio da inoltrarvi nel cuore del cimitero occidentale e se osaste entrare in una delle cripte e spingervi sino alla parte più bassa, scendendo gradini scivolosi per l’umidità, lungo pareti incrostate di muffa, potreste scoprire che non tutte le leggende urbane sono prive di fondamento e che a West Highgate i morti vivono davvero, ma a quel punto questa scoperta non avrebbe più molta importanza, perché anche voi apparterreste ai morti.

            Quando la ragazza si risveglia, scopre di non essere per niente disturbata dal tanfo di stantio, un odore di marcio che è penetrato sin nelle pietre della cripta. Non si chiede nemmeno perché è lì o come faccia a vedere così bene nell’oscurità, tutto le sembra così naturale, come l’udire la voce che la saluta:

-Bentornata tra noi, Penelope.-

            Penelope Clayborne vede dinanzi a se Alice Hastings, un tempo una vecchia amica, poi una vampira, la stessa che l’ha uccisa. Si, perché lei è morta. Penelope ricorda bene la sensazione che ha provato quando i canini appuntiti di Alice sono affondati per l’ultima volta nel suo collo senza che lei opponesse resistenza; ricorda un attimo di paura, seguito da un intenso piacere, poi solo il nulla, l’oblio… sino ad ora.

Penelope sa di essere morta e rinata come vampira, ma non prova paura, le sue vecchie resistenze al suo destino sembrano appartenere ad un'altra persona, ormai ed in un certo senso è così. Ora c’è solo una specie di esaltazione.. e la sete. Senza esitare, accoglie tra le sue le mani di Alice ed ascolta la sua voce suadente:

-Per tre notti ho atteso questo momento, ora possiamo cacciare insieme.-

            Seguendo le indicazioni di Alice, Penelope muta la sua forma e presto due pipistrelli volano appaiati nella notte.

 

            La giornata è finita per Kate Fraser. È il momento del ritorno a casa, alla sua vita da single che non trova più così attraente.  Se ci pensa, deve concludere di sentire la mancanza di Frank Drake. Non sa dire che natura abbia esattamente il loro rapporto, una parte di lei spererebbe che non sia limitato solo al sesso, al breve incontro di due anime solitarie, ma è davvero pronta ad impegnarsi col discendente di Dracula, lei i cui sogni sono stati spesso visitati dall’immagine del Conte? È felice che quell’essere demoniaco sia morto, si sente come se le avessero tolto un peso dall’anima, eppure una parte di lei sente.. cosa? Attrazione? Rimpianto? Non è certa di saperlo dire. È troppo immersa nei suoi pensieri per accorgersi della massiccia figura che sbuca fuori dall’ombra mentre lei prende dalla borsetta le chiavi di casa.

-Ispettore Fraser?-

            È una voce profonda, cavernosa. Chi ha parlato è un uomo molto alto e massiccio, la sua posa ha un che di innaturale ed indossa un pesante impermeabile col bavero rialzato ed un cappello calato sugli occhi, è praticamente impossibile vedergli il volto. Kate prova un improvviso brivido di paura e la sua mano corre istintivamente verso la pistola. La mano dell’uomo si stringe al suo polso, una stretta ferma.

-Si calmi Miss Fraser, non ho intenzioni ostili.- le dice –Anzi sono venuto in cerca d’aiuto.-

-Aiuto?- esclama Kate –Che genere d’aiuto può volere da me uno come lei? Perché tiene nascosta la sua faccia? E perché cercarmi a casa mia e non a Scotland Yard? E a proposito, come ha trovato il mio indirizzo?-

 -Non dovrebbe comparire nell’elenco telefonico. Quanto alle altre sue domande: ho preferito un approccio discreto, perché la sua Squadra si occupa di dare la caccia ai mostri e… beh secondo qualcuno io… sono un mostro.-

            L’uomo si toglie il cappello ed abbassa il bavero dell’impermeabile, rivelando una testa grossa ed un volto grigiastro, percorso da cicatrici, due in particolare, sulla fronte, il segno di cuciture. Kate non l’ha mai incontrato, ma somiglia proprio a…

-Lei… è… è…-

-Oh si, Ispettore Fraser.- dice lui con quello che vorrebbe essere un sorriso –Sono proprio il Mostro di Frankenstein.-

 

            L’obitorio non è certo uno dei posti più allegri della città, specie dopo il calar delle tenebre, ma dopotutto il Dr. Charles Seward, Patologo Forense al servizio della Comunità e cacciatore di vampiri dilettante, c’è abituato. Ha appena terminato il resoconto registrato della sua ultima autopsia, un caso veramente strano, ma avere a che fare con casi strani sta diventando la regola da quando le bizzarrie del destino lo hanno messo nella posizione di collaboratore esterno di della Squadra Speciale di Scotland Yard che si occupa di Vampiri ed altre creature soprannaturali.

L’esperienza gli permette di sentire il tocco del soprannaturale anche nell’ultimo caso che ha esaminato. Charles ripensa al cadavere mummificato che giace nella sala accanto. Chiunque l’abbia ucciso è una creatura forse più pericolosa di ogni vampiro che possa infestare le vie di Londra, ne è sempre più sicuro, ma chi o cos’è? E colpirà ancora?

            Il giovane medico viene distratto da queste riflessioni quando ode un rumore nel corridoio. Esce chiedendo:

-Chi è?-

            Quella che vede, malamente illuminata dalla luce che esce dal suo ufficio, è la silhouette di una donna, che indossa una calzamaglia scura ed un corto mantello. Quello che Charles distingue del suo volto sono gli occhi, due pupille rosse come il fuoco dell’Inferno. La donna, se questo è, avanza verso di lui e, nel frattempo parla:

-Il dottor Seward, suppongo.- C’è una nota d’ironia nella voce.

-Chi… sei?- chiede Charles.

-Non mi conosci Charles Seward?- chiede la ragazza. Nel frattempo il suo volto è illuminato dalla luce, è pallido, eppure bello; tutto in lei manda un messaggio di profonda sensualità, quasi una malia, che sembra ottenebrare i sensi stessi di Charles Seward. Le labbra della ragazza, non sembra avere più di 20 anni, si schiudono in un maligno sorriso, mostrando due canini perfetti, lunghi ed appuntiti. È una vampira. –Ho conosciuto un altro Charles Seward, un uomo in gamba. Avrebbe fatto di tutto per me, anche dare la sua vita.-

            In un lampo, Charles capisce chi ha di fronte:

-Tu… sei Lilith, la figlia di Dracula. Ho sentito parlare di te: tu hai portato mio cugino alla morte.-[4]

-Uno scienziato di valore, utile nei miei piani per distruggere mio padre. Purtroppo per lui, fallì e mio padre non concedeva seconde occasioni ai suoi nemici, se poteva evitarlo.-

-Cosa vuoi da me maledetta assassina?- chiede Charles tirando fuori il suo crocefisso ed ostentandolo davanti a se.

            Lilith si muove velocissima, afferrandogli il polso e strappandogli il crocefisso di mano.

-Questa stupida croce è inutile contro di me.- esclama –Io non ho le limitazioni e le debolezze degli altri vampiri.- afferra Seward per il bavero e ne avvicina il volto al suo. –Potrei ucciderti adesso o ridurti ad uno schiavo ansioso solo di compiacermi, ma non lo farò, non per ora. Sono venuta a consegnare un avvertimento per te e per i tuoi amici, come il mio sciocco pronipote o quel patetico Ispettore Chelm. Avete ucciso mio padre. Per secoli ho desiderato farlo io stessa ed è solo per questo che le vostre teste non sono già appese alle guglie della Cattedrale di San Paolo, come monito per chiunque osi versare il sangue dei Dracula. Io sono la vera erede di mio padre e ciò che era suo ora è mio. Se oserete attraversare la mia strada, non sarò più così misericordiosa.- Detto questo, Lilith lo attira a se e lo bacia. Charles sente il suo alito dolciastro nella sua bocca, vorrebbe respingerla, ma non ci riesce e sente, con proprio terrore, il desiderio che lei continui. Quando Lilith si stacca, appoggia i canini contro il suo collo e gli dà un piccolo morso, poi lo lascia andare, mentre assapora le poche gocce di sangue che cadono dal collo del medico. –Ricordatene Charles.- gli dice –Stanotte continui a vivere perché la Figlia di Dracula ha voluto così e lo stesso vale per gli altri. La vostra vita dipende da me, attenti a non sfidarmi.-

            Ride mentre diventa nebbia e scompare, mentre Charles rimane in ginocchio, palpandosi la ferita sul collo e sentendo ancora il sapore delle labbra della vampira. Non finirà mai, pensa e si sente impotente.

 

 

4.

 

 

 

            Mentre Charles Seward si rialza a fatica, ancora scosso per l’incontro con Lilith, un’altra donna pericolosa si muove per le strade di Londra, indifferente all’effetto che la sua stessa presenza ha sugli uomini e donne accanto a cui passa. Alcuni ne sono affascinati, altri reprimono un brivido d’inquietudine e non sanno spiegarsene il perché.

Improvvisamente l’attenzione della Figlia del Diavolo è attratta da una donna. Sembra una comunissima ragazza. Come tante: capelli scuri raccolti in una coda di cavallo, occhiali da miope, eppure….c’è qualcosa in lei che la induce seguirla, a scoprire chi è. Se non si fosse distratta, forse Satan avrebbe subito notato il poliziotto di ronda che le rivolge un’occhiata perplessa, poi, decide di andarle dietro.

 

            Il guaio del far parte di una Squadra Antivampiro è che devi lavorare spessissimo dopo il tramonto del sole, pensa l’Ispettore Capo Chelm. Perfino quando ti capita di aver fatto il turno del mattino, non sai se avrai il privilegio di cenare in pace.

Il luogo è una mansarda di Notting Hill ed il problema è l’uomo nudo sdraiato sul letto matrimoniale. È una mummia rinsecchita ormai, a prima vista sembra essere ultracentenario e sembra morto da anni. Naturalmente non è così e Chelm lo sa bene. Il cadavere appartiene all’inquilino dell’appartamento, ne è certo, e poteva rimanere lì senza essere scoperto per un bel po’, se una sua parente, che ora è in un’altra stanza in preda allo shock, non avesse deciso di passare a trovarlo.

È il secondo caso del genere in meno di 24 ore e la stessa mano è evidente. È ovvio che non si tratta di vampiri, ma è pur sempre qualcosa collegato al soprannaturale. La sua vita era più semplice prima di incontrare Dracula e la sua gente.

-Signore?- è uno dei suoi uomini, il Sergente Jordan –Uno degli agenti di ronda a Barnet, nella zona di Highgate, ha appena segnalato di aver visto una donna molto simile alle descrizioni della sospetta nel primo omicidio. La sta seguendo.-

-Maledizione!- esclama Chelm. -È qui vicino. Andiamo, se è la donna giusta, è mortalmente pericolosa e non voglio ritrovarmi con un agente ridotto ad una mummia.-

 

            Satan svolta nel vicolo dove ha appena visto scomparire la ragazza che ha attirato la sua attenzione. C’è qualcosa di strano in lei, pensa, una specie d’affinità, che ha stimolato la sua curiosità, una curiosità che ora deve soddisfare.

            All’improvviso, una mano con una stretta d’acciaio le afferra la gola e la sbatte con facilità contro un vicino muro.

-Chi sei?- le si rivolge con voce venata d’ira Lilith –Perché mi stavi seguendo? Hai capito chi sono? Parla prima che perda la pazienza e ti uccida.-

            Satan sogghigna:

-Pensi davvero di poterci riuscire vampira?- replica senza mostrare alcun timore–Non sapevo chi fossi, ma avevo percepito la tua natura di creatura delle tenebre, la mia stessa natura.-

            Le due donne si fissano negli occhi, occhi in cui sembrano brillare le fiamme stesse dell’Inferno e la reciproca comprensione si fa strada in entrambe. Lilith allenta la stretta.

-Mi chiamano Satan, la Figlia del Diavolo.- dice l’altra.

-Ed io sono Lilith, la figlia di Dracula.- è la risposta.

-Ferme dove siete, tutte e due, in nome della Legge!-

            È la voce del poliziotto di ronda. Entrambe le donne si voltano verso di lui e lo guardano con lo stesso sguardo con cui un lupo affamato guarderebbe un tenero agnellino e per la prima volta da quando riesce a ricordare l’agente George Haynes prova autentico terrore.

 

 

5.

 

 

            Quando le forze di Scotland Yard giungono sul luogo, non c’è più nessuno ormai, a parte il cadavere di George Haynes, ridotto come gli altri che Chelm ha già visto quel giorno.

-Troppo tardi.- sospira il detective –Sempre troppo tardi.-

-Che facciamo Ispettore?’- gli chiede il Sergente Jordan.

-Il nostro dovere, ragazzo.- risponde Chelm –Per mia fortuna, sono troppo vecchio ormai perché mi venga da vomitare a queste scene.-

           

            Alle porte del cimitero occidentale di Highgate, dove a quest’ora di notte non è consigliabile avventurarsi, le due donne, se così vogliamo chiamarle, responsabili per la morte dell’agente, si stanno salutando.

-Avevo sentito parlare di te...- sta dicendo Lilith -… ma credevo che fossi morta.-

-Com’era quella battuta?- replica Satan con un sogghigno –Lo ero, ora sto meglio. La morte può solo essere un ostacolo momentaneo per quelle come noi Lilith Dracula.-

            È il turno di Lilith di sorridere adesso.

-Sono morta molte volte in oltre 500 anni e sono ancora qui, pronta ad assicurarmi il Trono dei Vampiri. E tu Satan Hellstrom?-

-Io? Mi sono divertita qui a Londra, ma ho affari in sospeso negli Stati Uniti e domani sarò già in volo per Los Angeles e poi… chissà?-

-Meglio che tu te ne vada.- sibila Lilith –Sei un’intrusa qui. Hai sollevato sin troppo scalpore e questo non è bene per la mia gente.-

            Satan ride.

-La tua gente? Ti vedi già Regina dei Vampiri? Beh, ti auguro di diventarlo, se è questo che vuoi.-

-Ed io ti auguro buon viaggio di ritorno a casa…e se mai decidessi di tornare a Londra… pensaci attentamente.-

            Satan non le risponde ed attraversa il cancello del cimitero, sparendo rapidamente nelle tenebre.

Lilith attende solo qualche attimo, poi muta la sua forma in quella di un pipistrello e vola via descrivendo cerchi concentrici sempre più ampi contro la luna.

 

Coloro che lo vedono possono pensare che sia solo un amabile vecchio signore un po’ eccentrico con quel suo cappotto in stile ottocentesco e, vedendo la sua borsa, potrebbero pensare che si tratta di un medico, magari in pensione. Cambierebbero rapidamente idea, se si trovassero a fissare lo sguardo sui suoi occhi dalle pupille rosse o sul suo sorriso crudele dai lunghi canini.

È stata una notte fruttuosa per Deacon Frost: ha cacciato e si è nutrito ed ora deve riposare. Rientra nel suo rifugio a Westminster e da un’occhiata apparentemente distratta a Rachel Van Helsing, sempre inchiodata alla parete e che mostra chiari segni di decomposizione.

-Ah mia cara Rachel, non ti vedo bene.- commenta ridendo –Sai, il momento della Convocazione è arrivato, l’ora in cui io e la figlia di Dracula ci batteremo per decidere chi sarà il prossimo Signore dei Vampiri. Solo uno uscirà vincitore dallo scontro, solo uno… e sapremo presto chi… molto presto.-

            Fuori il rumore di un tuono annuncia l’arrivo della tempesta.

 

 

FINE VENTIQUATTRESIMO EPISODIO

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Alla fine di quest’episodio, solo poche annotazioni:

1)       A quanto pare, Dracula ha deciso di restare morto e Lilith si appresta a prenderne il posto come Regina di tutti i Vampiri, degna figlia di tanto padre, La stirpe dei Dracula continua a tormentarci per la gioia di tutti. -_^

2)       L’ospite d’onore di quest’episodio è Satan Hellstrom, figlia del Diavolo e sorella del più famoso Daimon Hellstrom o Hellstorm che dir si voglia. Per coloro che non conoscono la sua storia basta dire che la sua prima apparizione risale all’ottobre 1973 sulle pagine di Vampire Tales #2, con una memorabile storia di quattro pagine scritta da Roy Thomas e disegnata da John Romita Sr., storia che ho abbondantemente copiat… ehm omaggiato nel prologo. Dopo quest’apparizione tornerà ancora a farsi viva nelle storie Marvelit, dove? State sintonizzati e lo saprete.

3)       Piccola curiosità. Il nome originale di Satan è Satana, inteso come femminilizzazione del nome Satan, ovvero il nome di suo padre, il Diavolo. Ora, poiché quel nome in italiano è proprio Satana, i traduttori della Corno, per evitare confusione, tolsero la “a” finale dal nome della figlia, che, quindi, con una curiosa inversione di nomi, è diventata Satan e tale è rimasta per i lettori italiani. Tra l’altro tutte le fonti danno Satana (per usare l’originale) come il suo vero nome di battesimo, mi permetto d’essere scettico al riguardo, ma per il momento non discuto.

4)       Ma di quale Satana è figlia Satan a proposito? Nei primi anni settanta, quando fu creata, tutto ciò che aveva a che fare con l’occulto ed il Diavolo era diventato molto popolare, grazie a film di culto come “Rosemary’s baby” e “L’esorcista”. All’epoca non c’erano dubbi tra autori, supervisore e lettori che il Satana che aveva trasformato Johnny Blaze in Ghost fosse lo stesso che era il padre di Daimon e Satana Hellstrom, basta leggere le storie per averne la prova. In seguito, durante la ventata di razionalismo che investì la Marvel negli anni ottanta, fu spiegato che il Satana che aveva dato i poteri a Ghost era, in realtà, Mefisto, lo storico avversario di Silver Surfer, e che il Satana padre dei fratelli Hellstrom era, invece, un demone minore che ne aveva assunto il nome. Si trattava di un chiaro tentativo di distaccarsi dal contesto religioso e di eludere ogni legame con il Satana biblico, il cui nome significa semplicemente l’Avversario, il Nemico (Al Shaytan, se non vado errato).Negli anni novanta Warren Ellis, lo scrittore inglese della serie “Hellstorm” attribuì la paternità di Daimon e Satan al dio babilonese Marduk Kurios, allontanandosi così ancor di più dal solco originale. Una recente miniserie dedicata a Hellcat, inedita in Italia e scritta da Steve Englehart ribalta ancora una volta le carte rivelando che vero padre dei due è il demone Satannish, a sua volta una creazione di Dormammu, che si ritroverebbe, così, ad esserne il nonno (!?). Questa mini è fuori dalla nostra continuity e (giustamente) possiamo non tenerne conto. Per ciò che mi riguarda, e non è necessariamente il parere di Marvelit, il padre di Daimon e Satan Hellstrom è nessun altro che Satana, intendo proprio quello vero: l’Angelo ribelle, Heylel o, per dirla alla latina, Lucifero, Mefistofele, il Serpente dell’Eden ecc. ecc. È sempre mio personale parere che nella cosmologia Marvel Mefisto, Satana e Satannish non siano altro che diverse manifestazioni del medesimo essere, che altri non è che il citato Lucifero. Questo è il mio parere e non ho difficoltà ad ammettere che è influenzato dalle mie convinzioni religiose; sta di fatto che considero decisamente più affascinante pensare a Mefisto come la biblica incarnazione del Male e che, comunque, se Daimon e Satan non fossero veramente figli del Diavolo (quello con la D maiuscola) perderebbero molto del loro fascino… ma come ho detto è un parere personale.

5)       Cosa vuole il Mostro di Frankenstein da Kate Fraser? Lo saprete sin dal prossimo episodio.

6)       Piccola nota di continuity: nella miniserie, inedita in Italia, "Dracula, Lord of the Undead” Lilith seduceva lo scienziato Charles Seward e lo coinvolgeva in un complesso piano per uccidere Dracula, al termine della storia il dottor Seward. Ancora una volta si chiarisce che quel Charles Seward non era il protagonista di questa serie, ma un suo cugino omonimo, come lui discendente di quel Dr. John Seward che fu tra gli avversari di Dracula nel romanzo omonimo di Bram Stoker, proprio come il giovane Arthur Holmwood e suo padre Lord Godalming lo sono di un altro.

7)       Ulteriore nota di continuity: le apparizioni di Lilith in questa collana sono successive a quelle dell’attuale storyline di Supernaturals iniziata nel #15 di quella serie.

Nel prossimo episodio: i vampiri si radunano per partecipare allo scontro che designerà il successore di Dracula come Signore dei vampiri. Preparatevi per l’epico scontro tra Lilith e Deacon Frost sino alla morte ed anche ad una sfilata di vampiri come mai ne avete visti prima.

 

 

Carlo

 



[1] Nel crossover “La caccia di Mezzanotte”

[2] Nell’episodio #8

[3] Giant Size Chillers #1 (Dracula, Corno, #11)

[4] In Dracula Lord of the Undead, miniserie inedita.