Il
torrione si erge nella brughiera, solo, come un dito puntato verso il cielo. Un
tempo era una fortificazione romana a ridosso di quello che era il Vallo di
Adriano. Una fortificazione non contro i selvaggi ed indomabili Pitti della
Caledonia, ma contro qualcosa di più sinistro, qualcosa che spaventava gli
stessi Pitti. Un orrore oscuro e famelico che abitava da qualche parte là
fuori, pronto a ghermire chi, per ignoranza od eccesso di temerarietà, si
avventurasse troppo addentro il suo territorio. Il tempo passò, i Romani
lasciarono la Britannia ed arrivarono altre popolazioni. Sul luogo della
fortificazione romana, fu eretto un castello e, col tempo quel castello fu
abbandonato e finì in rovina, ma le cose non cambiarono, l’orrore rimase,
attendendo, sempre attendendo. Oggi la sua attesa è finita.
#
11 - RE ALL’INFERNO
1.
Irlanda del Nord, nota anche come
Ulster, una zona dell’isola che ha conosciuto molti dolori nel corso degli
ultimi decenni. Gli echi del conflitto che ha opposto, ed in parte ancora
oppone, i cattolici ed i protestanti, non si sono sentiti molto nel paesino di
Ballintoy, sulla costa nord. Oggi, gli echi di un diverso tipo di conflitto li
toccheranno molto da vicino.
Nella sua casa, Angel O’Hara osserva
il corpo di sua zia Rose Shaughnessy riverso sul pavimento, con la testa
macchiata di sangue, ai suoi lati i cocci di una bottiglia rotta; da una stanza
vicina, i singhiozzi di suo figlio Ted. Angel è sgomenta, ma è abituata
riprendersi in fretta, deve pensare a suo figlio, adesso. La voce alle sue
spalle è inquietantemente familiare, eppure, al tempo stesso, aliena.
-Angel, cara, piccola Angel…-
Angel
si volta di scatto ed i suoi peggiori timori sono confermati: quello che vede
davanti a se, con ancora in mano quel che rimane della bottiglia i cui cocci
sono a terra, è proprio il Parroco del paese. Avanza e sorride con
un’espressione di lubrica lussuria e con voce cantilenante le dice:
-Ora ci divertiremo insieme, mia piccola Angel!-
-Padre Dowling!- esclama Angel
–Qualunque cosa sia le stia succedendo, torni in se!-
-Oh, ma io sono in me, mia cara
Angel.- replica il prete cattolico –Non sono mai stato così in me, anzi., Cosi
lucido e con le idee chiare. Basta con le ipocrisie ed i moralismi, ora mi
prendo tutto quello che voglio ed a cui ho stupidamente rinunciato in tutti
questi anni. Ora fai la brava, Angel, e non fare resistenza come quella stupida
di Rose Shaughnessy.-
È
impazzito, pensa Angel, ha perso ogni ritegno. Farà quel che ha minacciato, lei
ne è certa e deve trovare il modo di uscirne, anche per il bene del suo
bambino. Arretra sino ad arrivare alla porta della cucina, vi entra
-Rifletta, Padre…- gli dice -…lei
non può volerlo fare, non è da lei.-
-Al contrario, Angel, al
contrario. Oggi, mentre mi preparavo per la messa, ho improvvisamente capito
quanto fosse ipocrita la mia vita. Ministro di un Dio che chiede senza mai
dare, che ha preteso da me rinunce pesanti e per cosa? Per un mucchio di
stupidi pecoroni che, se non disertano la Chiesa, vi portano solo pura e
semplice ipocrisia. Ho semplicemente detto basta ed ho deciso di prendermi quel
che mi spetta di diritto e tu non me lo negherai, Angel cara, non lo farai,
no!-
Si avvicina sempre di più ed intanto Angel tende la mano ad
afferrare uno dei coltelli posti su una rastrelliera ed è a quel punto, che il
prete le afferra il polso.
Haiti.
Blade guarda l’uomo chiamato Fratello Voodoo e con voce irritata dice:
-Insomma. Qualcuno vuol decidersi
a dirmi cosa sta succedendo qui?-
-È molto semplice, Blade.- gli
risponde Fratello Voodoo –I cancelli di tutti gli inferni sono stati spalancati
ed i demoni si stanno riversando sulla Terra, guarda!-
Fratello
Voodoo punta il dito in direzione nord ovest e Blade lo segue con lo sguardo,
vedendo all’orizzonte una nube nera, che sembra diventare sempre più grande e
minacciosa. Blade non ha bisogno di essere convinto ulteriormente; ha già avuto
le sue esperienze coi demoni e sa riconoscere i segni.
-D’accordo, ti credo.- dice,
infine –La faccenda dev’essere bella grossa per spingerti a lavorare con Marie
Laveau, che, a quanto ne so, è stata tua avversaria in più di un’occasione.-[1]
Così dicendo, Blade si guarda intorno. La donna da lui citata, la bellissima e
sensuale Regina Voodoo di New Orleans, sorride ammiccante, ma nei suoi profondi
occhi neri può esser visto un velo di preoccupazione, una preoccupazione
sicuramente più evidente negli occhi di Donna Garth, la donna per merito o
colpa della quale, Blade è venuto ad Haiti.
-La necessità è madre delle più
strane alleanze Blade.- gli risponde, serio,
Jericho Drumm -Cosa sia successo
in passato tra noi, non ha alcuna importanza. Adesso io e Marie Laveau abbiamo
un obiettivo comune ed è per il ben comune che abbiamo accantonato le nostre
divergenze. In futuro, se ne avremo, forse ci ritroveremo ancora nemici, ma non
oggi.-
–Ok, questo lo capisco. Anch’io,
anni fa, ho fatto un patto con Dracula in persona contro un comune nemico. Quel
che m’interessa sapere adesso è: cosa sta succedendo esattamente e come ho
fatto a tornare qui? L’ultima cosa che ricordo era la lama di Calypso che stava
calando verso il mio cuore,[2]
poi più nulla. Che è accaduto dopo? Come ci siamo salvati? Perché non lo
ricordo?-
Marie Laveau
sorride ancora, mostrando candidi
denti,
-Hai il tempo di spiegarglielo,
Jericho. Tanto vale che tu lo faccia.-
Fratello
Voodoo fa una smorfia, poi…
Molto bene, Blade, ascoltami attentamente,
perché non avrò il tempo di ripetermi. Ti dirò quello che vuoi sapere.-
Katherine
Fraser rientra in ufficio. I suoi occhi brillano di una nuova consapevolezza,
ora. Nulla è stato per lei così chiaro come ora, mai come oggi ha saputo chi è
e cosa vuole. Mentre era nel bagno, cercando di riprendere il controllo di se
stessa, dopo una discussione con il suo superiore, l’Ispettore Capo Chelm, ha
guardato in se stessa, ha visto il suo lato oscuro e, guardando un lato di se
stessa di cui ha sempre negato l’esistenza, ha capito quanto sia stata stupida
a farlo, che quella era la vera sé stessa e che era giusto così. Quando ha staccato gli occhi dal volto
riflesso nello specchio era, finalmente, padrona del suo destino. Il primo atto
della sua ritrovata indipendenza è stato prendere il piccolo crocefisso che
portava al collo sin dall’ultima visita di Dracula,[3]
gettarlo nel water e, dopo, aver azionato lo sciacquone, osservarlo scomparire
nel piccolo gorgo. Non mi servirà più, ha pensato, mai più. Ora sente lo sguardo di Chelm su di lei.
-Va tutto bene Kate?- le chiede
l’uomo
-Si, certo, perché non dovrebbe
andar bene?- risponde lei, brusca e si dirige al suo tavolo. Quel patetico
imbecille, pensa, è davvero insopportabile.
2.
Scozia,
un paese a volte grigio e freddo, come la nebbia che ti penetra nelle ossa. Se
il castello aveva un nome, quel nome è ormai dimenticato da tempo, per il suo
padrone attuale, il vampiro di nome Dracula, è solo una base temporanea da cui
sorvegliare i suoi affari nella regione. Un oscuro presentimento lo ha portato
in Scozia, con la convinzione che un pericolo tremendo perfino per quelli come
lui si stia risvegliando in queste lande. Per questo, nella sua forma di
pipistrello, sta volando in cerchi sempre più ampi sulla regione, esplorando e
sperando di potere, alfine, capire le ragioni della sua inquietudine.
Dracula
non può sapere che a New York due donne dotate di grande potere, chiamate
Darklady e Grace Cross, hanno richiamato i demoni di ogni inferno conosciuto
sulla Terra perché la devastino e, contemporaneamente, liberino il lato oscuro,
che giace nell’animo di ogni essere umano. La maledizione non tocca Dracula: i
vampiri sono essi stessi, creature delle tenebre ed il conte e la sua compagna,
Rachel Van Helsing, hanno, da tempo, ormai, abbracciato la loro anima oscura,
non esiste nulla in loro che possa essere ulteriormente corrotto. Certo,
Dracula sarebbe sorpreso dal sapere che Darklady è, in realtà, la ragazza di
nome Topaz, la stessa che anni prima è stata sua avversaria al fianco del
licantropo Jack Russell[4]
ed in seguito bersaglio, insieme a lui, delle attenzioni di Satana in persona.[5]
In questo momento, però, il Signore dei Vampiri è preso da altri pensieri. La
presenza della cappa delle ombre, il cui effetto è, ormai esteso alle Isole
Britanniche, è da lui percepito con chiarezza, un’oscurità innaturale di cui
lui è pienamente conscio, qualcosa che alimenta i poteri del male. Dracula
atterra su uno dei torrioni del castello, dove l’attende Rachel Van Helsing
-Ti sei goduto la caccia, mio
signore?- lo accoglie, con parole ironiche Rachel Van Helsing
-Certo mia cara Rachel.- risponde
lui –Anche se non eccitante come la tua. Il sangue dei mortali è sempre
corroborante, ma ammetto che è gustato più a fondo, se la preda cade nelle tue
mani dopo aver giocato con lei.- Giungono nell’ampio salone, e qui Dracula si
libera della cappa e si siede su una poltrona dall’aria molto antica
-Somiglia al mio seggio di quando
ero il Voivoda di Valacchia e Transilvania.- commenta –Questo castello è stato
un ottimo investimento.-
-Direi che sei affascinato da
questi edifici.
-È la mia natura, Rachel. Io ero
un reggitore di genti, proprio come ora sono il Signore dei Vampiri, posizione
che ti ho permesso di condividere con me.-
-Ogni re deve avere la sua
regina, giusto? E la posizione, devo ammetterlo, non mi dispiace. Fu il Satana
di John Milton a dire: “Meglio essere re all’Inferno che servo in Paradiso”,
una frase che ti si addice, mio caro Vlad.-
-Indubbiamente vero, Rachel, come
si addice a te.- Dracula guarda la sua compagna vampira, contempla gli abiti di
lei, un semplice maglione a collo alto e dei jeans con stivali e fa una smorfia
dicendole: .-A questo proposito, devo dirti che, come consorte di Dracula e
Regina dei Vampiri, dovresti vestirti in maniera più consono al tuo rango e non
come una comune plebea.-
-Ho sempre preferito la praticità
all’apparenza, anche quando ero viva.- risponde, sorridendo, Rachel –Non
cambierò idea ora, preferiresti un abito da sera, magari scollato?-
Dracula
risponde con una risata
-Ho sempre apprezzato il tuo
carattere Rachel, per questo ti ho voluto al mio fianco e non come semplice
schiava. La stessa determinazione che avevi nel dare al caccia a me ed agli
altri della nostra specie sarà, certamente, utile ai piani che ho in mente e…-
Dracula s’interrompe bruscamente, portandosi le meni alle tempie e lanciando un
urlo di dolore. Scatta dalla poltrona, piegandosi sulle ginocchia. La sua mente
è invasa da visioni di fuoco e fiamme, di esseri umani urlanti , di un carro
composto di ossa umane e trainato da bestie demoniache e sul carro una figura
rossa e nuda, il cui aspetto, dapprima indistinto, si fa sempre più nitido,
mentre la figura si avvicina sempre più, come se un’invisibile camera stringesse
su un primo piano sempre più ravvicinato, finché le uniche cose che si vedono
sono gli occhi di fuoco della creatura. Il flash dura poco, poi tutto intorno
ai due vampiri, la stanza pare tornare alla normalità, ma a Dracula basta
un’occhiata per capire che anche Rachel Van Helsing ha provato le sue stesse
sensazioni.
-Sta venendo qui.- dice
semplicemente
-Si.- risponde Rachel –Ma chi o
cos’è?-
-Non ne sono ancora sicuro, ma
una cosa la so, viene da inferni così profondi da essere stati quasi
dimenticati e so, non chiedermi come, che siamo predestinati a scontrarci ed
allora saremo o noi o lui, senza possibilità di tregua.-
Frank
Drake guarda la vampira di nome Alice Hastings agitarsi, colpita in faccia dal
contenuto di una boccetta tenuta in mano dal giovane. L’acqua benedetta
contenuta nell’ampolla ha avuto sulla non morta lo stesso effetto del vetriolo
su un comune essere umano: la sua pelle brucia, vi si formano piaghe e quella
che era stata una giovane e bella donna, urla in preda ad un atroce dolore. Ed
è proprio questo il momento che il suo compagno, William Jeffries, sceglie per
irrompere nel salone. Tempismo
perfetto, pensa Frank, mentre si volge ad affrontarlo, sfilando dalla tasca un
crocefisso
-Cosa le avete fatto, maledetti?-
urla il vampiro gettandosi verso di loro. Frank reagisce colpendolo al volto
con un crocefisso. Il vampiro arretra, gridando e portandosi le mani alla
faccia, come se fosse stato colpito da ferro rovente. Drake si volge verso i
suoi compagni.
-Che state aspettando?- urla –Fate
la vostra parte maledizione!-
I
cacciatori di vampiri sembrano scuotersi dall’apatia che li aveva presi e
scattano tutti in avanti, tutti, meno il dottor Charles Seward. Il medico
esita, rimanendo indietro.
Intanto,
Alice Hastings ha rialzato la testa. Quello che, un tempo, era il volto di una
bella e giovane donna, ora è coperto di piaghe orribili a vedersi.
-Vi ucciderò tutti per questo!-
urla –Mi nutrirò del vostro sangue e poi vi farò a pezzi.-
Il
suo tentativo d’assalto è bloccato da una barriera di croci, che arrestano il
suo cammino. In capace di superare l’ostacolo, la vampira digrigna i denti e
lancia sguardi carichi d’odio ai presenti.
Alpi
svizzere. Il luogo è un castello isolato, in cima ad una collina e gli abitanti
del villaggio più a valle evitano, se possono, di avvicinarvisi. Da oltre 200
anni, il castello è dimora di una famiglia il cui solo nome evoca immagini
sinistre: Von Frankenstein. Molte generazioni si sono succedute da quando, sul
finire del settecento, Viktor Von Frankenstein dette vita al famoso Mostro che,
temuto e cacciato da un mondo incapace di comprenderlo, portò morte e disgrazia
a lui, sua moglie ed al resto della sua famiglia[6]
da allora, altri Frankenstein si sono cimentati in esperimenti proibiti;
l’ultimo, Ludwig, che tentò di rubare il potere stesso di Silver Surfer e pagò
la propria arroganza con la vita.[7]
Ora il Castello è abitato, oltre che dal famigerato Mostro, dalle figlie di
Ludwig: Viktoria e Veronika. Due donne che sembrano essere lontane dalle
tentazioni che hanno distrutto la loro stirpe, almeno sinora.
In
quello che fu il laboratorio di Viktor e dei suoi discendenti, Veronika sta
studiando una serie di appunti.
-Cosa stai facendo Veronika?-
La
voce della sorella maggiore, sorprende la giovane scienziata che si volta di
scatto.
-Viktoria!- esclama –Come mai sei
qui?-
-Adam mi ha detto di averti
scendere qui ed ho pensato di raggiungerti.-
-Adam? Ah si, è così che chiami
quella creatura.-
-Non chiamarlo così Veronika.
Quali siano le circostanze della sua nascita, dietro il suo aspetto deforme si
nasconde un animo buono e gentile. Meritava un nome come tutti noi e poiché,
come Adamo, è il primo della sua specie, è il nome che ho trovato più giusto
per lui –
-Sei sempre stata
compassionevole, forse troppo. Specie per un essere che ha portato con le sue
stesse mani la morte a ben quattro membri della nostra famiglia.-
-Quali che fossero i suoi
peccati, ha pagato un duro prezzo per essi. Non è giusto negargli un’occasione
di riscatto.-
Veronika
ride, una risata con un che di maligno, che sorprende la sua stessa sorella.
Riscatto?- dice la giovane
Frankenstein –Sei patetica Viktoria. Quel…quel mostro è rimasto qui per un solo
motivo e, se non l’hai capito, sei davvero stupida. Comunque, non preoccuparti,
siete davvero una coppia perfetta: la Bella e la Bestia. A pensarci bene, chissà… uno come lui deve
avere certe doti che…-
Viktoria
la colpisce con un forte manrovescio
-Piccola bastarda!- sibila
Negli
occhi di Veronika, un lampo di odio
-Ti ho colpito nel vivo eh?-
replica –Ti sei sempre atteggiata a santarellina, con i tuoi piccoli mostri da
aiutare, ma io sono sempre stata migliore di te e lo dimostrerò. Riprenderò gli
esperimenti di nostro padre e del nonno
e raggiungerò vette che loro non hanno neanche sognato.
-Non te lo permetterò!- grida
Viktoria.
Le
due donne sono troppo impegnate a litigare, per accorgersi che dai muri
cominciano a passare creature che diventano sempre meno eteree. Sono i demoni
liberati da Darklady, creature che si nutrono delle emozioni negative e della
stessa carne degli esseri viventi. L’ostilità a lungo repressa tra le due
sorelle è per loro come un faro che li guida infallibilmente verso le loro
ignare prede e quando queste si accorgono di loro potrebbe essere troppo tardi
per la loro salvezza. Potrebbe, ma non lo è, non quando due potenti mani
afferrano due dei demoni sbattendoli tra loro, per vederli dissolversi in
polvere.
-Non pensavo che fossero tanto
fragili.- commenta il Mostro –Meglio così, dopotutto.-
La
sua furia si scatena sui demoni. Per la prima volta da tanto tempo, non deve
preoccuparsi della sua forza. Tutta la rabbia, la frustrazione, l’amarezza
accumulate in oltre due secoli di tormentata esistenza trovano finalmente
sfogo, proprio come la prima volta, quando per placare la sua sete di vendetta
verso un mondo incapace di accettarlo ed un “padre” che l’aveva rinnegato,
uccise con deliberata freddezza il giovane fratello e la moglie di
quest’ultimo, atti che peseranno sulla sua coscienza come un macigno pesantissimo.
A questo pensa la creatura, mentre abbatte i demoni come fossero birilli, poi,
si volge verso le due donne e nei suoi occhi brilla ancora la furia omicida e,
con essa, altre forti sensazioni, che lo spingono verso di loro con intenzioni
tutt’altro che benevole.
3.
Lo
scenario è New York. Nella sede della rivista dove lavora, Martin Gold ha
appena respinto gli assalti sessuali della sua assistente/segretaria/tuttofare
Shannon Rourke, trasformatasi, improvvisamente, in una ninfomane assatanata e,
per liberarsi di lei, era stato costretto, infine a stenderla. Vatti a fidare
delle punk con i capelli a porcospino, pensa, piuttosto incongruamente Martin.
In altre circostanze, un po’ di sano divertimento con Shannon non gli sarebbe
dispiaciuto; dopotutto, non erano del tutto nuovi a cose di questo genere, ma
restava il fatto che Shannon, nonostante fosse in molti sensi strana (almeno
per i criteri che vigevano fuori dal Greenwich Village) non si era mai
comportata così. In tutto questo c’era di certo qualcosa di strano. Ancora un
pensiero incongruo; gli viene da pensare che sua nonna avrebbe forse detto:
“Che ti aspettavi da una ragazza di sangue irlandese?” Avrebbe detto la stessa
cosa anche di Angel O’Hara, se l’avesse conosciuta. Martin spalanca la finestra
e si stupisce con se stesso del sorriso che ha fatto. Non gli capita spesso di
pensare ad Angel ed è curioso che quelli che la riguardano siano tutti ricordi
piacevoli. Come abbiano finito col separarsi, Martin non lo ricorda, ma sa che
una parte di lei vorrebbe che non fosse accaduto. Questi pensieri sono
scacciati dalla vista che gli si presenta: una cappa di oscurità grava sulla
città, demoni di ogni razza scorazzano per le strade e la gente sembra aver
perso il lume della ragione. Sono impazzito io o lo è il mondo? Si chiede il
giornalista, poi la sua attenzione è distratta da qualcosa che non vedeva da
tempo. È lei, ne è sicuro. Non conosce gli altri che sono con lei, ma su lei
non può sbagliare: è Lilith, la vampira che condivideva il corpo di Angel, il
suo costante demone custode. Curioso che lui pensi ad Angel e compaia lei…ma
che ci fa qui a New York, e chi sono quei tizi in costume che l’accompagnano?[8]
Queste
domande sono destinate a rimanere senza risposta per Martin, perché, in quel
momento, si materializza alle sue spalle la figura del suo alleato Omen, la
guida del gruppo noto come la Legione della Notte
-Martin Gold, il tuo
aiuto è necessario.- dice l’essere con
voce sepolcrale
Martin si gira di scatto ed esclama:
-Omen,
mi hai spaventato. Tu sai che cosa sta succedendo qui?
-È molto semplice:
l’Inferno si è scatenato sulla Terra, ma, mentre qui ed altrove, altre forze
sono impegnate a risolvere il problema, i nostri talenti sono richiesti
altrove. Non c’è tempo da perdere, vieni Martin!-
-Oh,
no, cielo, io odio il teletra…-
Non fa in tempo a finire la frase,
che entrambi sono scomparsi dall’ufficio e dalla città.
Angel O’Hara
sente la stretta di padre Dowling sul suo polso proprio mentre era vicina ad
afferrare un coltello ed il suo polso si piega.
-Cosa credevi di fare, piccola
stupida?- le urla il prete –Ora ti farò vedere io, come si trattano le bambine
cattive.-
È
in quel momento che accade. A miglia di distanza, a New York, la vampira di
nome Lilith, figlia di Dracula, cade, dolorosamente colpita dal potere del
demone N’Astirh,[9] nello stesso
momento, in Irlanda, Angel O’ Hara, il cui corpo era stato abitato e posseduto
da Lilith al tempo della sua precedente resurrezione,[10]
si agita, come percorso da un invincibile corrente e lei urla in perfetta
sintonia con la vampira. Il fenomeno dura un decimo di secondo, forse, ma
quando cessa, gli occhi di Angel si fissano sul prete e la sua voce grida:
TOGLIMI LE MANI DI DOSSO!-
Con
una forza che non dovrebbe possedere, scaglia il sacerdote contro la vicina
parete, liberandosi facilmente dalla sua stretta. Padre Dowling la osserva
sbalordito e quello che vede fa vacillare ogni sua certezza. Angel si sta
avvicinando a lui, il volto deformato dalla rabbia e da un ghigno maligno. Nei
suoi occhi azzurri brilla una luce malvagia e dalle sue labbra spuntano canini
affilati,
-Stupido vecchio.- dice la
giovane donna con un tono di voce insolitamente duro per lei –Ti pentirai di
aver minacciato la mia famiglia!-
Con
un gesto rapido, gli salta addosso ed affonda i denti nel collo dell’uomo. Il
prete ha solo la possibilità di urlare, poi reclina il capo e giace, senza più
muoversi. Angel si rialza, si passa rapidamente la lingua tra i denti per
ripulirli dal sangue, la sua espressione rabbiosa è sostituita da una di
soddisfazione adesso. Quel vecchio idiota ha avuto quel che si meritava, pensa,
e adesso che faccio? Potrei uscire e cercare delle prede o… Sono le urla di suo
figlio a scuoterla, l’istinto materno prende il sopravvento e la ragazza si precipita nella camera del
piccolo Ted. Il bambino è rannicchiato sul letto in preda alla paura, mentre un
gruppo di demoni lo sovrasta. Se fosse la normale se stessa, Angel sarebbe,
forse, rimasta atterrita dallo spettacolo, ma in queste circostanze non è così.
Se fosse al corrente delle circostanze, Angel, forse, capirebbe che l’effetto
combinato della cappa delle ombre e di quello che si potrebbe chiamare un
residuo del suo vecchio legame simbiotico con Lilith, ha fatto emergere il suo
lato oscuro come pseudovampira, imprimendole i tratti caratteriali della vera
Lilith. Sia come sia, questa Angel O’Hara, spinta anche da quel potente
sentimento che è l’amore materno, si batte come una furia contro i demoni,
sconfiggendoli tutti, per poi chinarsi verso il figlio, che la guarda con aria
stupita ed impaurita.
-Mamma…. Sei tu… davvero?-
-Si, Teddy sono proprio io, non
aver paura e vieni tra le mie braccia.- lo stringe a se e gli accarezza i
capelli, dicendo: -Non aver paura, è tutto finito adesso, tutto finito.-
Si
sbaglia, naturalmente, perché nel mondo il peggio deve ancora arrivare.
Gateway University, Saint Louis, Missouri. La dottoressa Katherine Reynolds, nonostante l’ancor giovane
età, è una psicologa di fama nazionale, insegnante del contestato Corso di Parapsicologia.
Ritornata in forma dopo un grave esaurimento nervoso, ha ripreso le sue normali
attività con entusiasmo è non è il tipo da farsi spaventare da un attacco di
demoni. Ha visto cose peggiori nel breve periodo passato al fianco di Daimon
Hellstrom, che diceva (e lei è sicura che fosse vero) di essere il Figlio di
Satana,[11]
per non parlare delle avventure vissute con la Legione della Notte.[12]
Per questo motivo, la giovane donna si batte con coraggio e determinazione,
quando, all’improvviso, due figure appaiono al suo fianco: Omen e Martin Gold
-…sporto.-
finisce di dire Martin.
Katherine si volta verso di loro,
senza mostrare troppo stupore
-Che
ci fate voi, qui?- chiede
-Non c’è tempo per
spiegare.- risponde Omen –la
nostra opera è necessaria e noi dobbiamo andare.-
Un gesto della misteriosa creatura e
tutti e tre scompaiono ed i demoni rimangono padroni dell’Università
4.
Nella villa di Anton Cartier,
Fratello Voodoo comincia a parlare
-Torna
indietro con la mente Blade. Tu, Donna Garth Mason ed Anton Cartier siete
legati a dei pali. Dinanzi a voi, Calypso, la perfida Mambo,[13]
decisa a sacrificarvi ai suoi dei oscuri e malvagi, abbassa il suo coltello
sacrificale verso il tuo petto….-
La voce di Fratello Voodoo sembra
diventare più distante, incorporea, mentre, nella mente di Blade si formano
delle immagini e vede…
…Nell’esatto istante in cui il
coltello di Calypso si abbassa verso il suo cuore, una forza sovrumana si
impadronisce di Blade, mentre nell’aria eccheggia il rumore, sempre più forte,
di tamburi. Calypso si ferma, cedendo, per un istante, alla sorpresa ed è
quanto basta a Blade per spezzare le funi che lo legano e scattare, afferrando
il polso di Calypso, costringendola a lasciare il coltello, per poi sbatterla a
terra.
-Ma
come…- esclama la donna, ma Blade non è in grado di risponderle. Basta uno
sguardo per capire che l’uccisore di vampiri è posseduto da una qualche entità
e che quest’entità non è benevola nei confronti di Calypso e dei suoi seguaci
-Uccideteli
tutti! Uccideteli!- ordina la strega ed i suoi zombie scattano in avanti,
tutti, tranne uno. Blade combatte gli zombie a mani nude con una furia che non
è sua. La sua coscienza registra quanto sta avvenendo…ma come se non stesse
accadendo a lui, come se la vedesse dall’esterno, ed in un certo senso è così.
Un'altra volontà controlla il suo corpo ed in qualche modo lo ha potenziato.
Intanto i tamburi continuano a
rullare, sempre più forti, più vicini.
Uno dei seguaci di Calypso si
avvento verso i pali, pronto a spaccare il cuore dei prigionieri, ma prima che
possa affondare la sua lama nel petto di Donna Garth, una ferrea stretta gli
serra il polso sin quasi a spezzarlo. L’uomo si volta per vedere Simon Garth,
lo Zombie, riscossosi dall’apatia per difendere la figlia, Il suo disgraziato
ha solo il tempo di gridare, mentre le ossa del suo collo si spezzano nella
presa dello Zombie sotto gli occhi stupefatti della figlia di quest’ultimo.
Il rullo dei tamburi è incessante e
dal suolo si leva un muro di fumo e dal quel fumo avanza una figura, la figura
di Jericho Drumm, Fratello Voodoo.. Gli zombie si precipitano contro di lui, ma
Fratello Voodoo li respinge con facilità.
-Fermatelo,
fermatelo!- ordina frenetica Calypso e gli zombie si raggruppano per un nuovo
assalto, fronteggiati da Fratello Voodoo e da un Blade ancora posseduto. In
quel momento. Un canto sommesso si leva dai margini della radura e, subito
dopo, ecco comparire quella che sembra una giovane donna di eccezionale
bellezza, vestita in modo che non sembra adatto alla zona: un abito lungo con
ampia scollatura sia sul davanti, che sulla schiena ed ampi spacchi laterali,
che lasciano uscire gambe perfette. Pochi possono dire di averla incontrata, ma
tutti gli astanti riconoscono immediatamente Marie Laveau, la Regina Voodoo di
New Orleans. La donna avanza nella radura, continuando il suo canto e, uno dopo
l’altro, gli zombie cadono, ritornando al loro stato di semplici morti. Tutti
meno uno. Calypso ha visto il suo piano andare in fumo, ma non sembra disposta
a cedere.
-Attaccali!-
ordina a Simon Garth, ma questi non si muove.
-Hai
sottovalutato un potere più grande del tuo, donna.- le si rivolge Fratello
Voodoo –Anche nel suo stato di zombie, Simon Garth non potrebbe mai far del
male alla sua unica figlia. A quanto pare.Certi sentimenti durano anche oltre
la morte.- con un gesto brusco le strappa dal collo l’amuleto di Damballah –Ora
non hai più alcun potere su di lui, Calypso. Hai perso.-
-No!-
urla lei -Non è finita, non mi farò vincere da voi!-
Si rialza e corre, sino a giungere
sull’orlo della scogliera e, quindi, senza esitare, si tuffa nell’oceano
sottostante, sparendo tra gli scogli.
-È
morta?- chiede Donna Garth
-Non
giurarci ragazza.- risponde Marie Laveau –Quelle come lei… e come me… tornano
sempre.-
Fratello Voodoo annuisce e si dirige
verso Blade, fissandolo. Agli occhi dei
presenti sembra che una forma eterea,
quella di una ragazza, esca dal corpo di Blade, per riunirsi alla forma fisica
di Fratello Voodoo. Blade cade in avanti, come svuotato delle sue forze e
Jericho Drumm lo sostiene, impedendogli di cadere in terra…
… ed il racconto termina e la stanza
intorno a Blade riprende consistenza fisica.
-Dunque
è così che è andata.- commenta l’uccisore di vampiri –Sono stato posseduto dal
tuo spirito guida, quello di tuo fratello, se non ricordo male ed è stato
tramite lui che ho avuto la forza di liberarmi e sconfiggere gli zombie. Questo
spiega perché ho dormito tanto a lungo
e perché Garth sia qui con noi. I miei complimenti Fratello Voodoo, anche se
non ho capito come sapessi dei nostri guai e cosa c’entri Marie Laveau.
-Hai
compreso tutto, Blade, a parte il fatto che il mio spirito guida è ora mia
nipote Colette e di questo debbo ringraziare proprio Marie Laveau, ma questa è
un’altra storia e dev’essere messa da parte per ora.- La Regina Voodoo sorride
annuendo, mentre Fratello Voodoo continua –Quanto a come ho appreso del vostro
problema… sarei di ben poco aiuto, se non sapessi tutto quanto d’importante
avviene nell’ambito del Voodoo e devo dire che, stavolta il pericolo è così
serio, che non potevo rifiutare l’aiuto di chi mi è stata molto spesso mortale
nemica.-
-Vuoi
dire i demoni di cui mi parlavi?- chiede Blade
-Certo.
Solo le arti magiche di Marie caveau tengono lontani gli influssi negativi da
questa casa, impedendo ai suoi abitanti di cadere sotto il nefasto influsso
della Cappa delle Ombre, ma non potranno impedire l’arrivo in forma fisiche di
quelle creature demoniache Quando il potere delle tenebre è stato rilasciato,
l’Inferno è arrivato sulla Terra e sta agli uomini di buona volontà respingere
i demoni da dove sono venuti.-
-Comprendo.
Sono stato addestrato a cacciare le
creature delle tenebre fin da quando posso ricordare, non mi tirerò indietro.-
-Detto
da vero eroe Blade.- commenta Marie Laveau –Avrai l’opportunità di mostrare
quanto vali…. Adesso!-
La vetrata della veranda s’infrange
ed i demoni entrano.
5.
L’inferno non ha la stessa furia di una donna ferita.
Shakespeare l’ha scritto, più o meno, e Alice Hastings confermerebbe che è vero
anche per una vampira dal volto devastato da piaghe orribili...Ma è altrettanto
vero per il suo compagno, William Jeffries, il cui volto è solcato dal marchio
di una croce impressa a fuoco. I due vampiri studiano gli avversari che hanno
formato una barriera di croci contro di loro.
-Siate
maledetti!- grida la donna –Vi ucciderò tutti, uno per uno. Non sarò
soddisfatta, finché non vi avrò visto tutti morti!-
-L’hai
già detto!- replica Frank. Dentro di lui si agitano numerose sensazioni. È
quasi ironico che sia proprio lui a guidare questo piccolo gruppo, lui che un
tempo si considerava l’anello debole della catena dei cacciatori dei
vampiri. Invidiava la sicurezza di
Quincy Harker, che non vacillava mai, nonostante l’età o la sua infermità od
anche la strafottenza di Blade. Lui non si era mai ritenuto all’altezza di loro
due. Non che mancasse di qualità, anzi, col tempo aveva sviluppato una maggiore
consapevolezza e portato alla luce alcune delle caratteristiche tipiche del suo
antenato e di tutta la famiglia dei Dracula. Forse era questo, ala fine, che
l’aveva allontanato da Rachel Van Helsing? Se fosse stato meno orgoglioso, se
anche lei lo fosse stata, sarebbero rimasti insieme e lei non sarebbe stata
sola contro Dracula. No, si dice, lascia perdere i dubbi; concentrati sulla tua
missione, sui due vampiri dinanzi a te e sui loro simili che attendono fuori
della proprietà. Frank non sa della cappa delle ombre e dei suoi nefasti
effetti, se lo sapesse, si chiederebbe se i dubbi che gli sono venuti prima o
la fredda determinazione che sente ora, non siano dovuti ad essa. Pensa al suo
antenato, Dracula, al male che gli ha fatto. In confronto ad esso, ciò che
soffrono i due vampiri è una giusta retribuzione e lui li vedrà soffrire ancora
di più, loro e tutta la loro specie.
Charles Seward non si è mosso.
Dentro di lui, il suo animo è in tumulto. Qualche tempo fa è stato morso dalla
vampira Rachel Van Helsing e lei non si è limitata a dissanguarlo sin quasi ad
ucciderlo. No, ha stabilito un legame tra loro, forgiando il suo destino:
quando morirà, Charles diverrà un vampiro, a meno che la vampira che l’ha
contagiato non muoia prima di lui. In questo momento Seward sente le sue
certezze vacillare, il desiderio del sangue si fa strada in lui, il desiderio
di colpire coloro che sono nemici della sua padrona. Fissa con odio Frank
Drake; sa che era amato dalla padrona e vorrebbe vederlo morto per
questo...Sarebbe così facile ucciderlo ora, basterebbe poco, solo un istante.
Un istante che non ha, in quel
momento Frank ordina ai suoi alleati di farsi avanti e, sia pure con una certa
esitazione, essi lo fanno, impugnando ciascuno una balestra e puntandola sui
vampiri. La prima salva di frecce manca il bersaglio, perché i vampiri sono
diventati nebbia. Frank ordina di armare un’altra volta, intanto sia lui che
Lord Godalming tengono puntate le croci.
I due vampiri divengono pipistrelli
e puntano verso le finestre
-Torneremo!-
urla Alice –Non ci sfuggirete nessuno di voi!-
Se non sarete voi a farlo, pensa
Frank, dovremo cercarvi noi e la prossima volta nessuno fuggirà.
Dietro di lui, Charles Seward si
accascia su una poltrona. Per questa volta ha mantenuto il controllo, ma per
quanto ci riuscirà. Si morde la labbra e stringe i braccioli. Deve farcela, non
può permettere alla vampira di vincere.
La stessa vampira, Rachel Van Helsing, che è oggetto dei
pensieri sia di Frank Drake, che di Charles Seward osserva il panorama delle
brughiere scozzesi. La lunga notte dell’Inferno continua. L’orologio può dire
che è mezzogiorno, ma quel che lei vede è un innaturale tenebra, che avvolge,
ormai, il mondo intero. Qualunque cosa fosse il pericolo che Dracula attendeva,
non è ancora giunto o sì? Cos'è quel bagliore all’orizzonte, come se un
incendio si stesse avvicinando?
-Dracula!-
chiama, sentendo un’improvvisa sensazione d’angoscia –Vieni!-
Il Signore dei vampiri si affretta e
quando giunge sul torrione quel che si sta avvicinando assume contorni più
chiari. Dracula vede arrivare una spettacolo da incubo. Un‘intera schiera di
demoni ributtanti, che avanzano lasciandosi alle spalle una scia di fuoco.
Molti di loro reggono dei pali a cui sono impalate le teste di uomini e donne,
mentre altri sono trascinati come bestie da soma.In prima fila due esseri più
grandi degli altri, la cui forma è solo vagamente umanoide con strani
tentacoli, simili a viticci di un’oscena vite.Al centro di tutto c’è un carro,
interamente composto da ossa umane e trascinato da destrieri scheletrici. Ai
lati del carro quattro pennoni appuntiti su ciascuno dei quali, sono infilzati
i corpi di uomini, donne e, perfino, bambini, come fossero una sorta di orrendo
spiedo.In piedi sul carro una figura umanoide rossa e nuda le cui corna, il
pizzetto ed i piedi caprini rimandano all’immagine tradizionale del diavolo.
Dracula sente, per al prima volta da
secoli, un brivido di paura. La crudeltà di quelle creature inumane inorridisce
perfino lui, che da vivo aveva ordinato torture e punizioni di un’efferatezza
senza pari. In qualche modo sa che quell’orda devasterà la terra...Ma sa anche
che, per qualche oscuro motivo, il demone capo, quello che imita, ma non è il
Diavolo, Dracula ne è certo, è venuto sin lì per lui ed il Signore dei Vampiri
vuol sapere perché.
6.
Li ha raccolti da ogni luogo in cui
si trovavano, tutti loro: Martin Gold e la ragazzina di nome Ariann, da New
York, Katherine Reynolds da Saint Louis, Chan Luchow dalla Cina, tutta la
Legione della Notte, a parte Jennifer Kale, che è impossibile raggiungere.[14]
Ora Omen sa che bisogna agire prima che sia troppo tardi, prima che il potere
della Triade raggiunga il culmine. Ha bisogno di tempo. È ironico, pensa, che
il tempo di cui ha bisogno gli verrà dato dal Conte Dracula. Il destino del
mondo nelle mani di un vampiro
Nella sua forma di pipistrello,
Dracula raggiunge l’orda di demoni e, dinanzi ad essi, riprende la sua forma
umana. Il capo dei demoni, quello sopra il carro di ossa ride sinistramente
-Ah Dracula!- esclama Sono felice di
rincontrarti, tu che fosti la causa della mia ultima sconfitta!-
Dracula lo osserva perplesso. Sa che
non si sono mai incontrati prima, eppure vi è in quel demone qualcosa di
sinistramente familiare
-Chi
sei?- gli chiede –Dici di conoscermi, eppure io non ti ricordo.-
-Quando c’incontrammo io possedevo la
forma di un vecchio di nome Amos e tu riuscisti a sopraffarla insieme al mio
patetico seguace Lord D’Ayre. Io sono Y’Garon, della potente Triade e questi
sono i miei fratelli!-
Y’Garon, certo, ora Dracula ricorda bene l’orrendo demone
che sfidò con l’involontario aiuto di Katherine Fraser, da lui conosciuta
proprio in quella circostanza.[15]
Allora riuscì a sconfiggerlo, deve ammetterlo, perché Y’Garon non era all’apice
della forma, ma può riuscire a prevalere su di lui e le sue orde ora? In
qualche modo oscuro, Dracula comprende che non è un caso se Y’Garon è giunto
sin qua, come non è un caso che lui stesso vi sia giunto. Qualche oscuro potere
ha decretato che questi tre demoni, relitti di un passato oscuro, debbano
essere fermati da lui. Dracula inconsciamente sorride. Lui, proprio lui deve
battersi per la salvezza dell’umanità da orrori inimmaginabili. Ebbene, perché
no? Non fu forse grazie a lui, che 550 anni fa l’avanzata dei Turchi verso
Occidente fu arrestata? Non fu, forse, lui il salvatore dell’umanità allora?
Ebbene, se il fato ha così decretato, lo sarà ancora. Sorride, mentre Rachel
Van Helsing atterrà al suo fianco. Comunque vada a finire, pensa, sarà una
battaglia da ricordare.
Non sarà una battaglia che ricorderò
volentieri, pensa Blade, ripulendosi dal sangue. È stata una notte che non
dimenticherà facilmente, passata a respingere assalto su assalto di demoni
apparentemente senza fine. Quasi quasi, pensa, invidio Simon Garth. In una
situazione simile, essere un morto rianimato aveva non pochi vantaggi.
Naturalmente, aldilà delle esagerazioni, Blade era ben contento d’essere ancora
vivo, anche se era abbastanza convinto che, senza l’aiuto delle arti magiche di
Marie Laveau e Fratello Voodoo non avrebbero passato la notte. Il cacciatore di
Vampiri ignora che i loro sforzi hanno rallentato l’avanzata generale dei
demoni, dando tempo ai Difensori di questo povero pianeta di prepararsi
all’assalto finale.
Finito di lavarsi, Blade scende le
scale per incontrare i suoi alleati. Fratello Voodoo è in piedi sulla veranda,
come di vedetta, in attesa del prossimo pericolo. Balde non invidia il ruolo
che ha, un ruolo che, forse, non ha scelto, ma che lo ha scelto, o almeno così
raccontano. Il cacciatore di vampiri scuote la testa e si dirige verso la
cucina. Se deve morire, pensa, tanto vale prepararsi a farlo a stomaco pieno.
Donna Garth ha avuto la sua stessa idea. I due si salutano. Quella donna è una
specie di enigma, pensa Blade. Se ha delle fragilità, riesce a nasconderle
molto bene; tutto quello che traspaiono sono la sua ferma determinazione ed un
carattere più duro dell’acciaio. Si può essere molte cose per molte persone.
Per il vecchio Anton Cartier sarà la sempre la dolce ed affettuosa figlia del
suo miglior amico, per coloro con cui lavora, una manager spietata ed efficiente,
per gli uomini della sua vita, beh quello è un altro discorso. Blade ha
sperimentato di persona come Donna non consideri più il suo matrimonio come un
impedimento a fare quel che vuole e quando vuole con un uomo. Blade non si
considera un moralista, non in quel senso almeno, ma confessa che gli
piacerebbe capire un po’ di più la sua datrice di lavoro e non può nemmeno fare
a meno di chiedersi come la prenda il marito, quel Bruce Mason di cui sa molto
poco e di cui, a quanto pare, lei non si sta nemmeno preoccupando
-Vuoi
una tazza di caffe?- gli chiede lei
-Grazie.-
risponde lui, prendendo la tazzina. Ecco un altro tratto di questa donna, pensa
lui, la capacità di restare distaccata come se tra noi non fosse successo mai
niente. C’è da chiedersi se non l’abbia ereditato dal padre.
-Pensi
che quegli esseri torneranno?- gli chiede lei
-Stando
a quel che dicono Fratello Voodoo e Marie Laveau, hanno invaso tutto il mondo,
ma ormai sono parecchie ore che non tornano, forse l’invasione è finita e non
torneranno più.-
-Lo
spero, ho appena ritrovato mio padre e morire adesso sarebbe così… così…
ingiusto
Sarebbe ingiusto per tutti, pensa
Blade, no?
Non sono pensieri di ingiustizia a
guidare Dracula, ma pensieri di pura sopravvivenza. In un mondo dominato da
questo demone e dai suoi simili, creature come i vampiri sarebbero solo schiave
e questo, Dracula non può tollerarlo. Non si arrenderà senza combattere e, se
perderà, sarà da soldato. La Triade è dotata, lo sa, di poteri immensi, ma,
esiste la possibilità concreta che in forma fisica abbiano un certo grado di
vulnerabilità che lui può sfruttare ed ora è il momento
.Sei silenzioso Dracula.- gli si rivolge Y’Garon –Contempli,
forse, il tuo destino?-
-Contemplo
il tuo, demone, solo il tuo.- risponde freddo, il Signore dei vampiri, poi alza
le mani verso il cielo e la sua compagna fa altrettanto
In pochi attimi, una tremenda
tempesta si scatena I venti squassano l’esercito demoniaco, la pioggia infuria
su di esso senza tregua i fulmini cadono a colpire i demoni e, nel mezzo della
furia degli elementi, Dracula grida
-A
me, mie legioni! Colpite, colpite adesso!-
E da ogni anfratto della terra, ecco
arrivare decine, forse centinaia di pipistrelli, che mutano poi forma,
diventando umani. I servi non-morti di Dracula. Alcuni demoni cadono sotto
l’assalto dei vampiri, mentre, al contrario, parte dei vampiri soccombono al
potere dei demoni, poi si ode la voce, potente di Y’Garon
-Adesso basta con questa farsa!-
Una scarica di energia parte dai
suoi occhi e da quelli dei suoi fratelli ed istantaneamente tutti i vampiri, a
parte Darcela e Rachel sono inceneriti
-Credevi davvero di poterci fermare,
vampiro? Il potere della Triade è senza limiti. Non so come tu e la tua donna
abbiate potuto sopravvivere, ma rimedieremo subito.-
-Io
non ne sarei così sicuro.- replica Dracula. La sua mano destra stringe ora una
sorta di medaglione su cui sono incisi caratteri in un alfabeto non usato da
millenni ormai.
-Tornate
a me mie legioni!- urla –Il vostro signore vi chiama, obbedite!-
Ed ecco comparire, di nuovo, i
vampiri distrutti e, contemporaneamente, il cielo si anima di un nugolo di
pipistrelli, mentre la terra stessa sembra sollevarsi di nuovo.
Dracula sorride.
Lontano da lì, nell’Europa continentale,
in Svizzera, colui che il mondo conosce solo col nome di Mostro di Frankenstein
medita sugli eventi della sera precedente. Stava per cedere alla parte peggiore
di se, ne è certo. Avrebbe ucciso le sorelle Von Frankenstein, se Viktoria non
avesse fatto appello a quella che lei chiama la sua anima gentile. Forse lui
non ha un’anima gentile, però, forse è una creatura di pura furia e dovrebbe
andarsene prima che sia troppo tardi. Eppure, ha delle responsabilità qui, non
solo verso Viktoria, ma anche verso i ragazzi, i mostri deformi creati da
Ludwig Von Frankenstein, creature, che hanno diritto a dignità e rispetto e che
non possono essere abbandonate a se stesse. Vorrebbe davvero sapere qual è la
cosa giusta da fare ed intanto monta la guardia. I suoi pensieri sono per un
altro giorno, per ora, pensa ai demoni, se torneranno, lo troveranno pronto.
Altrove,
in Scozia, la battaglia infuria. Con l’abilità tattica che lo rese famoso in
vita contro i Turchi, Dracula guida le sue legioni di vampiri contro l’esercito
demoniaco della Triade. Ogni volta che i suoi cadono, risorgono, grazie al
potere dell’amuleto impugnato da Dracula e, sempre, il potere della Triade
annienta i suoi nemici e la battaglia ricomincia.
Ai bordi del lago, compaiono le
figure dei membri della Legione della Notte.
-Siamo giunti al
momento giusto, amici.- dice Omen
-Non
capisco cosa dovremmo fare.- commenta Martin Gold –Quegli esseri sono qualcosa
di spaventoso, e senza Jennifer noi non abbiamo il potere di…-
-Il
futuro mostra solo devastazione.- dice Ariann -Se la Triade vincerà, ma non è
ancora stato scritto e, se il Re dei vampiri vincerà, allora il mondo sarà
salvo.-
-Ma
come?- insiste lo scrittore
-Molte forze sono
all’opera in questo momento.- spiega Omen
-Occorreva attendere solo l’attimo esatto in cui colpire, l’unico in cui c’era
la probabilità di vittoria. Loro stessi non lo sanno, ma è per questo che
Dracula è venuto in Scozia ed ha incontrato il Conte di Salisgrave per questo
ha ricevuto un talismano di grande potere, per questo, contro ogni logica, Y’Garon
ha portato il suo esercito a Nord, perché potessimo essere tutti qui in questo
esatto momento. Stringiamo le nostre mani l’un con l’altro, amici ed incanalate
le vostre energie verso la mia persona. Che la vostra volontà di annientare il
male della Triade divenga tutt’uno con la mia, che sia alimentata dai talenti
di Katherine Reynolds e d Ariani. Che sia focalizzata in un unico colpo e che
questo colpo sia vibrato…ORA!-
Una scarica d’energia prorompe dal
corpo di colui che è chiamato Omen e, contestualmente, il medaglione di Dracula
si illumina e diventa così caldo che lo stesso vampiro non riesce a tenerlo in
mano. Ma, invece di cadere, il medaglione rimane sospeso in aria. Le rune in
esso incise sembrano diventare incandescenti ed una luce intensa promana da
esso ed avvolge l’esercito di Y’Garon, che diventa sempre più etereo-
-No!- urla il terribile demone –Non
può essere, io potevo vincere, dovevo vincere, dovevo!-
Con un urlo terribile, la Triade ed il suo esercito
scompaiono nella luce e, poi, un attimo dopo, questa cessa e nulla rimane sul
teatro della battaglia, nulla tranne un medaglione che ha cessato di
risplendere ed ora ricade sull’erba per essere raccolto da Dracula, che
sorride.
-Devo
proprio ringraziare il vecchio Salisgrave.- commenta –Il suo medaglione runico
mi ha servito proprio bene. È quasi un peccato doverglielo restituire, ma un
patto è un patto e non è mia intenzione mettermi contro quello scaltro
stregone...non per adesso.-
-Guarda,
Dracula!- esclama Rachel, indicando la Legione della Notte, ferma ai bordi del
lago.
-È
stato il vostro intervento a scatenare la potenza del medaglione.- dice il
Signore dei Vampiri –Chi siete? Non siete i soliti scagnozzi di Salisgrave, per
quanto…- indica Martin Gold –Mi ricordo di te, anche se all’epoca avevi un
aspetto un po’ diverso. Tu eri l’uomo di Angel O’Hara, quando lei era posseduta
da mia figlia. Non certo l’uomo che avrei scelto come compagno di mia figlia.
Non sei all’altezza dei Dracula -–
Martin fa una smorfia significativa:
neanche lui apprezza molto l’idea di essere il compagno di una vampira, un
onore quantomeno dubbio.
-Ora
so chi siete. Vi fate chiamare la Legione della Notte, uno stupido gruppo di
stupidi indagatori dell’occulto, guidati da un demone pentito.-
-Come…
come sai di noi?- chiede Katherine Reynolds.
-Io
sono Dracula, donna.- risponde altero il Signore dei vampiri -Ho sempre saputo
tutto quel che era necessario sapere su coloro che possono essere potenziali
nemici o potenziali alleati.-
-Per oggi siamo stati
alleati, Dracula…- interviene Omen -…ma
sta attento, un giorno o l’altro noi potremmo essere avversari ed in quel caso,
saremo pronti a combatterti.-
-Ho
ricevuto molte minacce nel corso dei secoli, Omen. I miei nemici sono diventati
polvere ed io sono sempre qui. Sarò
lieto di concedervi l’occasione di tentare.-
-Vedremo.- replica Omen, quindi fa un gesto e lui ed il suo gruppo
scompaiono
-Pensi
che lo sapesse, Vlad?-
-Di
chi parli, cara Rachel?-
-Del
tuo amico Conte. Sapeva di Y’Garon e della Triade, della Legione della Notte,
di quello che sarebbe successo? Oppure noi lui, la Legione, lo stesso Y’Garon
siamo stati tutti manipolati da una forza superiore?-
Dracula scuote la testa
-Chi
può saperlo, Rachel? Forse siamo stati tutti pedine di un complesso gioco
cosmico. Non credo che lo sapremo mai. Una cosa la so: abbiamo vinto una
battaglia fondamentale, il nemico è battuto e questa è la sola cosa importante
per oggi. Vieni, ora, è tempo di riposare prima di una nuova notte.
Così dicendo, i due diventano
pipistrelli e spiccano il volo verso il castello
A loro insaputa, da una vicina
collina, un altro pipistrello si alza in volo. Deacon Frost ha osservato la
battaglia ed è stato soddisfatto del risultato. Un giorno dovrà confrontarsi
con Dracula, ma, quando avverrà, sarà alle sue condizioni.
7.
A New York sorge un’alba livida, le
forze di opposizione all’invasione demoniaca si preparano alla battaglia
finale. Il destino finale si deciderà oggi.
A Londra, quella stessa alba è sorta
da cinque ore e Frank Drake guarda fuori da una finestra e sa che altre
battaglie verranno e lui dovrà combatterle.
Nella stessa casa, il Dottor Charles
Seward medita: ha visto il suo futuro ed ha quasi ceduto alla tentazione del
suo io più oscuro. Ora sa che esiste, che è lì in attesa. Un giorno, forse
potrebbe tradire i suoi amici e portare alla loro disfatta. Un pensiero che lo
riempie d’angoscia e non osa confidare a nessuno.
Kate Fraser ha molto su cui
riflettere. Anche lei ha guardato in se stessa e, che Dio la perdoni, quel che
ha visto le è piaciuto.
A Ballintoy, County Antrim, Irlanda
del Nord, Angel O’Hara vede sorgere l’alba, il suo lato vampiresco si è
ritirato in un angolo da cui non uscirà mai più, ma in lei c’è una nuova
consapevolezza adesso. Non lo sa ancora, ma il suo destino s’intreccerà ancora
con quello di Martin Gold, Dracula e la figlia di quest’ultimo: Lilith, ma
questo avverrà un altro giorno, per oggi c’è solo la pace per lei e suo figlio.
Scozia, Loch Ness. Dal centro del
lago emerge una forma vagamente umanoide. Il demone è soddisfatto di se: le
acque del lago lo hanno protetto dalla distruzione dei suoi simile ed ora potrà
agire a suo piacimento, magari potrà riportare indietro i suoi signori e
devastare questa palla di fango.
Improvvisamente ode uno sciacquio
alle sua spalle. Si volge appena in tempo per vedere un’enorme testa avventarsi
su di lui, poi scompare inghiottito dalle sue fauci. Un enorme figura scivola
tra le acque del lago, poi scompare sotto di esse ed il lago ritorna calmo.
FINE UNDICESIMO
EPISODIO
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