di Giuseppe Felici rossointoccabile
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Noi e loro
Monito terrorista, che la retta è per chi ha fretta
Bolorma, CSI
Terra. New York. CNN. Redazione del notiziario serale.
I giornalisti sono affollati
attorno ad un piccolo schermo, sul quale viene proiettato per la quarta volta
un nastro appena arrivato.
Sullo schermo compare un uomo
mascherato, preso a mezzobusto. Una maschera nera, con grosse lenti rosse,
sovrasta una maglia bianca.
L'uomo inizia a parlare nel
silenzio più assoluto. Qualcuno trattiene anche il fiato.
- Salve a tutti. Non so l'ora in
cui state guardando questa cassetta, quindi non so se darvi il buon giorno o la
buonasera. - la voce è calma, per nulla alterata. - Ho mandato una copia a ogni
organo di stampa che sono riuscito a raggiungere. Mi scuserete se non sono
riuscito ad usare la vostra lingua. Ne conosco molte, ma, con mio sommo
rammarico, non tutte. Idealmente, però, sto usando la vostra.
La ragione di questo grosso
impegno organizzativo e finanziario è semplice. Devo fare una dichiarazione
pubblica e voglio essere sicuro che non venga bloccata. Per la stessa ragione
esistono centinaia di copie scaricabili di questo stesso filmato su internet.
A lungo ho pensato che il mio
messaggio, l'abbattimento di ogni frontiera, potesse essere propagandata solo
con la violenza, l'unico linguaggio che la razza umana sia in grado di capire.
I risultati non sono stati del
tutto deludenti. Molta gente è stata sensibilizzata e il nazionalismo sta
perdendo terreno, seppur lentamente. Ma le controindicazioni sono
eccessivamente pesanti.
L'organizzazione che ho fondato,
ULTIMATUM, e io stesso siamo stati troppe volte usati per obiettivi diversi da
quelli che ci eravamo imposti. Usati dal criminale nazista Teschio Rosso, i cui
obiettivi sono evidentemente diversi dai nostri. Indiscutibilmente anche se
anche lui vuole unire il mondo, ma sotto il suo tallone.
Usati dalla multinazionale Brand
Corporation, la cui intenzione di minare il potere degli stati non è certo
nobile. L'unico loro scopo è eliminare un potere concorrente per imporre
un'altra egemonia, fondata sulla preminenza dei mercati. Un'altra divisione fra
i popoli, profonda quanto il nazionalismo e forse anche più insidiosa, meno
manifesta.
ULTIMATUM non è uscita bene da
queste traversie, sempre più assomiglia a una banda di mercenari, pronti a
vendersi al miglior offerente, piuttosto che un'organizzazione
anti-nazionalista.
Si è rivelato uno strumento
inadatto. Ne decreto quindi lo scioglimento. Chiunque usi, da ora in poi,
quella sigla, lo farà senza il mio coinvolgimento e senza il mio avallo. E sarà
punito, non fate l'errore di dubitarne.
Per coloro che sono ancora
convinti che la nostra battaglia sia giusta, sapete come contattarmi. La
porteremo avanti con altri metodi e con un altro nome.
Grazie a tutti. -
Dopo alcuni momenti di silenzio un
giornalista sbotta. - Questa si che è una bomba, voglio proprio vedere come mi
impediranno di seguire questa storia. -
Luna. Base della Guardia.
K'lrt alza gli occhi dallo schermo
del computer. Si rivolge a Warlock li accanto.
- Abbiamo il modello matematico di
irradiazione del meme religioso su di te. Come previsto c'è un punto d'origine
unico. -
- Interessante. Dov'è? -
- Nord di Oklaoma City. Non ridere.
È un magazzino abbandonato. -
- Beh, se così deve essere, che
sia. Ma poi non si dica che il nostro non è un lavoro ingrato. Demeityr,
Heather, andiamo. -
I tre attraversano la Porta.
Terra. Titusville
- In piedi, la Corte -
Desmond Pitt è nervoso e ha paura.
Molta più paura di quanta non ne avesse nel fronteggiare il Dottor Destino,
mentre questi si portava via la sua umanità. Molta più paura che nel Limbo di
Belasco, molta più che nel perderne il trono appena conquistato e passare
un'eternità soggettiva nelle prigioni del demone.
- La Corte della Florida ha emesso
la sentenza. Il postulante Desmond Pitt era stato dichiarato morto e accusato
di tradimento contro gli Stati Uniti d'America. Con il contributo decisivo
della testimonianza di Benjamin Grimm, meglio conosciuto come La Cosa dei
Fantastici Quattro, l'accusa di tradimento è caduta. È anzi stata conferita al
Maggiore una decorazione per il suo tentativo di fermare il sabotaggio del
progetto Shuttle solare. In seguito il maggiore è tornato fra di noi,
dimostrando di non essere morto, ma di aver passato un lungo periodo come
prigioniero ed agente involontario di varie forze, che il Governo ha
classificato e che, quindi, non compariranno nell'articolato della sentenza.
Infine, Desmond Pitt figura come addetto alla sicurezza e dirigente della
multinazionale benefica denominata Fondazione Scientifica, la quale gli
corrisponde uno stipendio ben più che apprezzabile.
In virtù di queste considerazioni,
cioè l'accertamento dell'identità del postulante, della sua dignità morale e
della sua capacità di mantenersi e di mantenere altri la Corte non ha
opposizioni a che Desmond Pitt riassuma a pieno titolo la custodia del figlio.
Complimenti maggiore.
Ora che abbiamo finito mi tolga
una curiosità, che mi è sorta dalla prima volta che ho sentito il nome della
vostra organizzazione. Al crollo di quale impero vi state preparando?[i]
-
Terra. Oklaoma City.
I tre guardiani sbucano dal muro
interno del magazzino.
Un enorme pugno grigiastro
colpisce Demeityr in peno volto, scagliandolo attraverso un gruppo di casse.
Dragoluna guarda il loro
avversario. - Credo sia quello che chiamano il Terribile Androide[ii].
-
Intanto deflette un pugno che
stava per raggiungerla.
Warlock sorride. - Tremo di paura.
- Ma viene colpito e scagliato anche lui attraverso il magazzino.
- Sono in quattro[iii].
- Dragoluna si concentra in modo da deflettere automaticamente ogni colpo ma
l'androide che la fronteggia spalanca la sua enorme bocca ed un vento impetuoso
la investe, scagliandole contro ogni cosa che incontra sulla sua traiettoria.
Demeityr si rialza e vola contro
l'androide che si ancora al terreno. L'impatto è così violento da mandare in
frantumi gran parte dei vetri ma l'androide si limita ad arretrare. Intanto un
altro colpisce l'eterno alla schiena, sbattendolo a terra.
Warlock si rialza. L'androide gli
è sopra, lui schiva un paio di colpi, salta sopra una cassa scagliata dal vento
che investe Dragoluna, affonda un colpo allo sterno dell'androide, che arretra
di un passo e lo colpisce, grazie al suo maggiore allungo, facendogli sfondare
il tetto e finire al piano superiore.
Dragoluna spinge uno degli
androidi contro il muro, mentre un altro continua a incalzarla.
Demeityr si volta verso un altro
degli androidi, due raggi partono dai suoi occhi, ma mancano il bersaglio,
disintegrando un grosso pezzo di muro.
Campagna.
Appena fuori da Montecarlo. Sede della Fondazione Scientifica.
Nathaniel
Byrd spia nervoso attraverso le pesanti tende, tirate.
Fuori, sotto i gazebo approntati
in fretta, nel tiepido fine inverno monegasco, torme di giornalisti ingannano
l'attesa sbranando il colossale buffet con appetito da far invidia ad un'orda
di asgardiani affamati.
Con un sospiro rilascia il lembo
della tenda e si avvia.
Lungo il tragitto si ferma davanti
ad una porta.
*Non credo mi paghino abbastanza
per questo.* pensa lisciandosi il costoso abito di Armani.
Allunga la mano sulla maniglia e
la gira.
Due colossali labbra rosse e
zannute si avventano su di lui.
Una volta che lo hanno superato
Blackbird si trova in uno spazio caotico, dove strade di bava violacea
incrociano mucillagini dagli occhi di ghiaccio.
Dove quasi totale assenza di un
terreno su cui poggiare è compensata dal fatto che a quattro giù corrispondono
quindicimila su.
Un mondo in cui i fiori emettono
stridii metallici e la luce proviene da un cubo nero, proiettando doppie ombre
verde petrolio che sghignazzano.
La in mezzo, sospeso nella posizione
del loto, ad un angolo di 45 gradi rispetto alla posizione di Byrd, Modred apre
gli occhi. - È ora? -
Nathaniel Byrd termina una lunga
conversazione col suo pranzo, che insiste per andare a fare una passeggiata e
risponde. - Si, l'orda ci attende. -
Pochi minuti dopo si siedono ad un
lungo tavolo nella sala conferenza.
Modred scosta il pesante cappuccio
verde e giallo dalla testa, liberando una criniera di capelli bianchi.
Allunga la mano a prendere il
microfono, mentre attende che i giornalisti, ancora intenti a masticare i
colossali bocconi appena ingurgitati prendano posto.
Poi, con studiata lentezza, batte
due volte l'indice sul microfono.
- Buongiorno a tutti. Noto con
piacere che siete intervenuti numerosi. Passo la parola a Nathaniel Byrd, che potrà,
rapidamente illustrarvi il tema della nostra conferenza stampa. -
Blackbird guarda con astio, per un
attimo la platea, poi il suo sguardo tenta di addolcirsi.
- Sarò breve. Abbiamo recentemente
brevettato alcune componenti elettroniche che ci permetteranno di sviluppare,
di qui a breve, protesi bioniche di nuova generazione.
Non aspettatevi uomini da sei
milioni di dollari, ma da qui a poche settimane, per chi vorrà e potrà, saranno
a disposizione arti artificiali che garantiranno una maggiore mobilità e
qualche accenno di sensibilità. I nostri scienziati sono, inoltre, a buon punto
nel perfezionare un polmone artificiale portatile. La ricerca per altre protesi
è leggermente più arretrata, ma contiamo di giungere presto a dei risultati.
Imponiamo, però, un limite
all'impianto.
Esso deve essere eseguito, se
possibile, in strutture pubbliche e gratuito.
Siamo chiaramente disponibili a
discutere le clausole di fornitura in modo da realizzare le condizioni di
queste due condizioni.
Credo che, a questo punto, posso
soddisfare di più la vostra fame di notizie rispondendo alle vostre
domande. Non accanitevi sulle questioni tecniche, non sono sicuro di essere in
grado di rispondervi su quel fronte. -
Un palazzo mistico. In un luogo,
per così dire.
Il signore delle schiere afferra
con due dita la piccola ascia cerimoniale ai suoi piedi e la muove in un
cerchio davanti ai suoi occhi.
Il disco nero così formatosi
mostra nere immagini.
Un colossale essere nero, dalla nera
testa ipertrofica sta creando nere ombre che invia ai quattro lati del
multiverso.
*Fai la tua mossa, sono pronto.*
pensa il protettore dei deboli, sorridendo.
Titano. Casa di Mentore
Arthur Douglas, l'essere
conosciuto come Drax il distruttore, nemesi di Thanos, si muove nervoso su e
giù per la stanza.
- Non capisco proprio la tua
calma, caro amico. Già un'altra volta, e con l'aiuto di tuo padre, Kronos, il
cui grado di potere e di sapienza è di gran lunga superiore al nostro, la mia
coscienza era stata ristabilita[iv]. Quel processo non si
rivelò affatto stabile.
Anzi, degenerò nel giro di pochi
mesi.
Com'è, quindi, che sia tu che Adam
siete così fiduciosi, rispetto alla stabilità di questo nuovo processo? -
Mentore sorride, anche se il suo è
un sorriso amaro.
Prende un sorso dal bicchiere
fluttuante posto accanto alla sua poltrona poi risponde.
- Vedi, caro amico. Tu, come quasi
chiunque altro in questo universo, tendi a malcomprendere la sapienza. Mio
padre non è onnisciente, anche se la portata del suo sapere è, probabilmente,
oltre la nostra più ardita immaginazione.
E in ogni caso il possesso di uno
dei tipi di onniscienza non garantisce un sicuro modo di accesso a questa mole
di sapere. La prole di Eon ne è una prova evidente.
Noi riteniamo che la soluzione
messa in atto da mio padre non tenesse conto di due fattori.
Intanto il tuo, pur essendo un
magnifico esempio delle capacità della mente e della tecnologia degli eterni di
Titano, per di più supportati dalla sconfinata conoscenza di mio padre, è un
corpo fisico ed ha, quindi, dei limiti connessi al modo della materia.
Inoltre è evidente, soprattutto
dalla sua capacità di conservarsi come essenza discorporata, che il limite del
potere di tua figlia, anche senza la gemma, è ben più elevato, ma soprattutto
ampio, di quanto pensassimo a quel tempo.
So per certo che mio padre non
prese neppure in considerazione la necessità di accertare la presenza di danni
occulti sul piano mistico, considerando, evidentemente, i mortali incapaci di
operare su quel piano in maniera più che grossolana.
Noi abbiamo, invece, operato per
lo più su quel piano, coinvolgendo tua figlia nel processo e ristabilendo una
sorta di equilibrio nel suo karma.
Inoltre il processo è replicabile
e modificabile, visto che lo abbiamo progettato e sviluppato con le nostre sole
forze.
Sono sostanzialmente queste le
ragioni della nostra calma, caro amico. -
- Si, oltre al fatto che,
comunque, non siete voi a dover riprecipitare nella semi-demenza. -
Terra. Oklaoma City. Perché no, un
magazzino abbandonato.
Warlock colpisce con forza
l'androide, che sfonda una parete e viene proiettato nella stanza attigua.
Due androidi convergono su
Demeityr che vola fuori portata. Dragoluna è sotto sforzo per contrastare il
vento impetuoso scagliatogli contro dal quarto androide.
Il primo sbuca dalla breccia nel
muro. Ha assunto un colorito dorato. Scaglia via, con una manata, delle casse
che gli ostruiscono il passaggio e si avventa su Warlock che lo scansa per un
pelo.
Il secondo cerca di colpirlo,
inutilmente, mentre il terzo insegue Demeityr lungo tutta la stanza.
Dragoluna, intanto, espande
lentamente il campo che controlla telecineticamente.
L'androide semina distruzione
sulla sua scia mentre cerca di centrare Adam Warlock con un pugno, ma il capo
della Guardia non sembra impressionato dall'accresciuta forza e agilità
dell'avversario, anzi lo scansa un'altra volta e l'androide dorato si
sbilancia.
Via
Lattea. Pianeta degli Zen-Whoberis. Un villaggio tra molti.
Gamora guarda la sua compagna con calma,
sotto l'ombra del cappuccio.
- Respira con regolarità. Ignora
il calore del sole che colpisce la tua pelle. Non c'è altro che te nel cosmo.
Nient'altro che il tuo pensiero.
Non esiste altro che il tuo essere pensante. Ora smetti di pensare. -
Gamora apre gli occhi e fissa la
sua maestra, il volto sotto il cappuccio del mantello. La sensazione di
guardarsi in uno specchio è quasi svanita. Col tempo ha notato che la sua
alternativa su quel mondo non potrebbe essere più diversa.
Non ha sofferto gli stessi dolori,
non ha subito gli stessi allenamenti ne gli stessi impianti.
Non potrebbe essere diversa.
Eppure, seppur smorzata, la sensazione di guardarsi in uno specchio rimane.
Terra. Un tavolo all'aperto fuori dal bar Moonbucks.
Pip e Sundragon sono una coppia
malassortita. Vederli poi seduti al tavolino di un bar, in pieno centro di New
York è una cosa ancora più insolita.
Ciononostante questo è il modo in
cui è più facile per il grande pubblico vedere i componenti della Guardia, che
non sono soliti combattere tra la folla.
Il Daiquiri e le tre bottiglie di
Jack Daniels (di cui due vuote e una quasi) sul loro tavolo non bastano a
dargli una parvenza di normalità, così come non bastano i due completi di
stilisti famosi cuciti su misura che indossano.
Questo è il loro bar preferito sul
pianeta, poiché qui, per lo più, ci si può sedere anche senza una identità
segreta, visto che non è insolito vederci dei super-esseri.
Certo, ogni tanto arriva qualcuno
che ti chiede di raccontarti le tue avventure, ma visto che neppure questo è un
evento insolito, per lo più se ne vanno dopo un garbato rifiuto.
C'è poi una parte della clientela
che frequenta il bar non chiedendo di meglio che di essere coinvolti in uno
scontro fra super-esseri, o per lo meno di osservarlo da vicino.
Questa particolare razza di
masochisti trova particolare soddisfazione nel momento in cui un enorme braccio
grigio colpisce il punto in cui Pip si trovava fino a un istante prima. Un
enorme androide umanoide, proprietario del braccio, sbuca dal muro, seguito da
un suo gemello.
La seggiola infranta si ricompone
immediatamente, mentre un potente schermo mentale circonda immediatamente i
quattro contendenti. Schermo chiaramente percepibile a causa del tremolio
dell'immagine dei quattro, come attraverso una intensa caligine.
- Odio combattere con quest'abito
di Valentino. -
- Non preoccuparti, Pip, puoi
permettertene quanti vuoi. -
- Non è per quello – il troll
scansa l'ennesimo colpo, teleportandosi fuori tiro – è che tira sul cavallo dei
pantaloni. -
Nairobi. Kenia.
Qualche giorno fa, alcuni
funzionari governativi hanno intimato ai residenti di questa bidonville di
sgombrare le proprie case, costruite sull'area destinata al passaggio di una
strada.
Ora queste stesse case stanno
bruciando, mentre una dozzina di uomini mascherati fuggono.
Dal cielo scende una figura
vestita di un'aderente tuta nera. Sul volto una serie di cerchi concentrici
bianchi, ruotanti in direzioni diverse.
Le fiamme si estinguono
prontamente a suo passaggio mentre i piromani cadono a terra in frammenti
d'oro.
Una nave nello spazio tra le
galassie.
Taneleer Tivan non ha più da tempo
una casa e una famiglia. Da un tempo infinito, eterno.
Quando anche la figlia, unica sopravvissuta
della sua razza è morta, in uno scontro coi Vendicatori, assieme al compagno
Michael, ha messo in discussione, non per l'ultima volta, anche la sua
missione. Proteggere, rinchiudendoli in uno zoo intergalattico, esemplari rari
in giro per il cosmo.
Da quando la sua ultima collezione
ha, in gran parte, scelto la distruzione da parte di Galactus, piuttosto che la
prigionia sta qui, a riflettere.
Cercando di capire come qualcuno
possa pensare che esistono valori di fronte ai quali anche la sopravvivenza
stessa può essere messa in discussione, la vita rischiata.
In questo luogo perso nel nulla
dove nessuno può trovarlo.
Quando percepisce una fluttuazione
cosmica capace di aprire un varco spaziotemporale sul ponte, quindi, la sua
sorpresa è immediata.
Quando poi vede chi è venuto a
fargli visita la sua esitazione è comprensibile.
- Perdonami, padre. Ho bisogno del
tuo aiuto. -
Sirius
X. Cabaret di Mamma Alpha.
Il cabaret di mamma Alpha è noto
come uno dei locali più malfamati del cosmo.
Questa fama è per lo più usurpata,
il che farebbe pensare che in fondo il pregiudizio è fondato.
Se voi poteste ascoltare le
conversazioni che si svolgono attorno ai tavoli, posto che foste in grado di
aggirare i complessi sistemi anti-spia di cui è dotata ogni postazione, che è
una delle ragioni che lo rendono un locale tanto frequentato, rimarreste
assolutamente sconvolti dalla degenerazione che riescono a raggiungere certe
culture interstellari.
Noi ci concentreremo su una sola
di queste conversazioni, un po' perché è significativa delle trame che qui si
consumano, un po' perché la stessa Mamma Alpha è seduta a questo tavolo.
Assieme a lei due kree blu.
Uno è vestito con abiti civili,
quindi, quasi per definizione, non kree. Ma i suoi capelli lunghi lo rendono
forse ancora più alino dalla sua cultura, così come è banalizzata e
schematizzata dai più. L'altro è, se possibile, ancora più enigmatico.
Indossa infatti una classica
maglia della divisa kree, da capitano, bianca e verde, con un pianeta
inanellato sul petto. E, cosa tipica dei militari, il suo volto sfoggia una
cicatrice non rigenerata, probabilmente dovuta a un qualche tipo di ustione e
un occhio rimpiazzato con una protesi bionica.
Sopra alla divisa, chiaramente
usurata, indossa un pesante mantello nero, con il colletto alto.
I capelli scarmigliati
contribuiscono a dare al personaggio un aspetto temibile.
L'espressione di Mamma Alpha sembra contraddire la sua fama di vanesia interessata al solo godimento dell'attimo.
È grave mentre parla con Falzon, Segretario Generale del Partito Comunista Kree (titolo che, preso alla lettera dai terrestri, è per lo meno fuorviante).
- È rischioso. -
- Eppure non c'è alternativa. K'lrt non poteva essere lasciato libero di scorrazzare nello spazio skrull. I nostri dati confermano che da solo è in grado di ridefinire gli equilibri fra i vari principati. Averlo dalla propria parte contribuirebbe a determinare il nuovo imperatore. È vero che la fine della guerra civile è per lo meno augurabile, per l'alto costo di vite e la distruzione che comporta, ma un imperatore guerrafondaio sarebbe anche più deleterio. -
- Ciò non toglie – Arr-Lo sorride, mentre parla, e sul suo volto il sorriso è inquietante. - che Warlock non può pensare di trattenere il super skrull in eterno. I blocchi mentali possono essere aggirati, per quanto ben eseguiti e la sua presenza sulla Terra è ormai di dominio pubblico in gran parte del cosmo.
È pur vero che nessuno attaccherebbe a cuor leggero la Guardia, ma per quanto può durare? -
Falzon scuote la testa – Ma non c'è posto più sicuro che sotto la loro tutela, sorvegliato costantemente e protetto da una delle forze maggiori dell'universo conosciuto. Forza limitata numericamente, lo ammetto, ma fino a quando resta per lo più nella base fra gli asteroidi, è quasi impossibile che riescano a trovarlo. -
La discussione continua a lungo. Fin quando uno Sssth in fondo alla sala non si alza ed esce.
Mentre passa il suo volto, per l'emozione tremola leggermente. Poi riassume pienamente la sua forma.
Terra. Oklaoma City. Il solito
magazzino.
Warlock schiva ancora e sgambetta
l'androide, che cadendo a terra lo colpisce con una manata.
Demeityr lancia una cassa contro
il secondo, che stava per attaccare Dragoluna alle spalle.
L'intenso spostamento d'aria
emesso dal terzo colpisce su un'area sempre più limitata. Malgrado ciò il
controllo di Dragoluna, seppur lentamente, si estende ad uno spazio sempre più
vasto.
Il quarto androide arriva alle
spalle di Demeityr, che però scarta all'ultimo momento.
Il colpo fa barcollare Warlock,
che reagisce con un calcio che fa nuovamente cadere l'androide che stava
cercando di rialzarsi.
Dragoluna sembra perdere terreno
per un attimo, ma poi la sua area di influenza si estende ancora più
velocemente.
Demeityr colpisce da dietro un
androide, abbattendo così un altro tratto di parete. Il magazzino si è fatto
pericolosamente instabile.
Terra. Vicino al Moonbucks.
Pamela riconfrigura i loro abiti
in modelli da combattimento. Poi si concentra sull'androide, che viene sbalzato
via di svariati metri.
Il costrutto si rialza
prontamente, per nulla provato dal volo.
Pip fugge a gambe levate dal suo
avversario, ma non è rimasto nessuno ad ammirare l'effetto comico della scena.
Come spesso succede, quando la
tanto attesa battaglia fra super esseri scoppia, il panico prende il
sopravvento sulla necessità di provare la videocamera nuova.
Galassia di Andromeda. Pianeta
degli eterni skrull.
L'albero cresce a vista d'occhio.
Nel farlo compie evoluzioni insolite, assume forme e le abbandona.
Prima è un tavolo, basso, di rami
intrecciati, poi diviene un magazzino, con cavità ben distribuite su tutto il
tronco. Poi una casa, quando le cavità sono diventate abbastanza grandi da
ospitare comodamente degli individui.
Il colossale rettile (almeno all'apparenza)
che la affianca, mostra evidente apprezzamento per l'opera di Mantis.
*Eccellente, mia cara, non ho
percepito alcuna sofferenza nel soggetto della tua azione ed ora hai una casa
tutta per te. Che ne dici, i Cotati saranno soddisfatti dei suoi progressi?*
L'arboscello che si stagliava ad
un margine della radura svelle i suoi perdi dal terreno, abbandonando le radici
transitorie che usa per nutrirsi.
*Si, siamo piacevolmente impressionati.
Crediamo che sia ora, però, di sperimentare qualcosa di più radicale.*
Così pensando muove un passo verso
la superficie lignea che è, su quel mondo, il principale terminale della Porta.
Sistema solare. Base della
Guardia.
Quando il sistema della Porta si
attiva, K'lrt alza gli occhi.
Questo gli permette di scansare
l'attacco della colossale creatura grigia che si scaglia contro di lui.
Si rende invisibile ma
l'espediente non sortisce alcun effetto contro i sensi cibernetici
dell'androide.
Solo la sua elasticità naturale
gli impedisce di essere centrato da un colpo potente al volto.
Conosce quel tipo di androide e sa
che ha una moderata capacità di mimare le capacità dell'avversario, sta bene
attento, quindi, a non colpirlo direttamente.
Le lame invisibili, però,
scalfiscono superficialmente la pelle invulnerabile della creatura.
Mentre K'lrt è impegnato nella
battaglia un'alta figura attraversa la Porta.
La figura tozza lo fa sembrare più
basso di quanto non sia, così come la tuta verde scuro, apparentemente sformata
dal lungo uso.
Si dirige rapidamente ai
terminali.
Bypassa la tastiera, adattata per
l'uso skrull ed inizia a scorrere le pagine che si susseguono, veloci, sulla
schermo, apparentemente non impossibilitato dal fatto che anche esse sono in
lingua skrull.
Ad un certo punto si ferma su una
pagina. Tradotta vi apparirebbe questa scritta “Progetto Jake e Elwood.
Inserire password.”
Il Pensatore si mette alacremente
al lavoro.
New York. Casa di Madame Web.
Collane di teschi, dolci di sesamo
Una colossale oscurità e gli occhi di una tigre. L'arcobaleno si infrange, la
città cade. La disperazione si estende sulla Terra. Città in fiamme
fronteggiate dagli dei della pioggia. Proboscidi e nasi ricurvi. Il serpente di
fuoco sghignazza mentre affonda i suoi denti velenosi nel cranio
dell'avversario. Buio.
Cassandra Web si sveglia urlando,
come le accade da fin tropo tempo.
Il sogno non è mai uguale, muta di
infinite possibilità. Ma è lo stesso sogno, su questo non ha dubbi.
Lo sguardo le corre allo schermo
del computer sempre acceso.
C'è posta.
La apre, velocemente.
- Lo sappiamo, cara amica.
Teniamoci in contatto. -
Il volto di Madame Web tende a
rilassarsi, seppur di poco, dopo giorni.
Almeno non è più sola.
Terra. Oklaoma City. Ancora nel magazzino.
L'androide colpisce in pieno
Demeityr che reagisce con una scarica ottica.
Il costrutto brilla per un istante
di luce giallastra, prima di svanire lentamente.
Warlock colpisce il suo avversario
- Bene, chiudiamola qui, prima di fare altri danni. -
Dragoluna si concentra e i sistemi
dei tre androidi restanti si spengono contemporaneamente.
Terra. Vicino al Moonbucks.
Pip sfugge per un pelo
all'ennesimo colpo.
I due androidi cercano di togliere
le carcasse delle auto che sono state annodate da Sundragon attorno alle loro
colossali bocche.
Poi uno dei due svanisce per
materializzarsi all'interno dell'altro. I loro sistemi smettono di funzionare.
Sistema solare. Base della
Guardia.
Quando sullo schermo appare una
scritta che tradotta significherebbe più o meno “password corretta, inserire la
password numero due” nella mente del Pensatore si accende la lampadina del
sospetto.
Nello stesso istante dalla Porta
sbucano Warlock, Dragoluna, Demeityr, Sundragon e Pip.
K'lrt allunga un braccio fino
all'interruttore di spegnimento del terribile androide.
Il volto del Pensatore non
tradisce alcuna sorpresa. - C'erano solo l'1,003% di probabilità che un fine
stratega come Adam Warlock ricorresse ad uno stratagemma cosi banale e
scontato. Un rischio accettabile. -
Warlock sorride. - Vero, la
trappola perfetta per un uomo che si muove in base alle probabilità
statistiche. Sistema sigillato e proiettori olografici spenti. -
Il remoto che conteneva la
coscienza del Pensatore cade a terra, mentre Adam Warlock disattiva mentalmente
il complesso sistema di autodistruzione.
Terra. Supercarcere per metaumani
“La Volta.”
Fin da quando si manifestarono i
primi metaumani la società si pose il problema del loro controllo.
In una società come la nostra,
fondata sul modello dell'irregimentamento dei corpi proprio del carcere, la
detenzione è la risposta primaria a questo problema.
La Volta è, fino ad ora, la
soluzione migliore che è stata trovata negli Stati Uniti. Una colossale e
ipertecnologica struttura in grado di tener dentro i prigionieri senza negare,
più di altre prigioni, i loro diritti civili.
Ma contenere poteri disparati è
un'impresa tutt'altro che semplice.
Inevitabilmente una delle
vulnerabilità maggiori della Volta è nei confronti della magia.
Soprattutto se usata per entrare.
Si avverte un leggero venticello
nella cella e Modred appare alle spalle del Pensatore, che sta uscendo in quel
momento dal trance. Le telecamere non registrano nulla per pochi secondi.
Quando i guardiani arrivano a
controllare il mago è già sparito, portandosi dietro il piccolo congegno che il
Pensatore usa per trasmettere la sua coscienza nei remoti, per apparire qua è
la per il pianeta mentre tutti pensano che stia al sicuro in prigione.
Terra. New York. Un ristorantino
non lontano dalla sede della Stark-Fujikawa
Quando entra, zoppicando, durante
la pausa pranzo, Curtis Carr individua subito l'uomo con cui ha un
appuntamento.
Il vestito un po' troppo elegante
per il tenore del locale e lo sguardo duro con cui scruta il menù, quasi si
aspettasse di essere attaccato, da un momento all'altro, da un grappolo di
tentacoli che sbucano dalla carta.
Si avvicina. - Nathaniel Byrd? -
Il colossale afroamericano alza
gli occhi e la sua espressione viene addolcita ad un accenno di sorriso.
- Si segga, Carr. Dobbiamo parlare
di affari e il tempo non è infinito. -
New York. Un appartamento.
Falzon è uno scienziato.
Pacifista.
La causa che ha abbracciato gli è costata
quasi tutto. Predicare la necessità di una società più pacifica sotto il
dominio dell'Intelligenza Suprema a fatto si che lui e sua moglie fossero
imprigionati. Suo figlio maggiore costretto all'esilio e alla clandestinità. Il
minore gli fu strappato e usato come cavia dei suoi stessi esperimenti. La fuga
costò la vita della moglie e una vita ritirata, nell'anonimato, protetto solo
dalla prudenza, dalla paura e da un proiettore olografico.
Falzon riflette ora su qualcosa di
determinante, cosa deve fare per mantenere la pace. Il suo popolo è sotto
occupazione, un'occupazione brutale e spietata che logora gli occupanti, oltre
che gli occupati.
Le componenti “democratiche”
dell'opposizione hanno ripreso forza, ma i militaristi hanno il vantaggio
dell'organizzazione e la maggior parte degli scienziati che non collaborano
esclusivamente con gli occupanti è ancora nelle loro mani.
Falzon si alza, stanco di lottare,
come ha fatto per tutta la vita.
Si dirige ad un baule, in cui sono
contenute quasi tutte le sue povere cose.
Estrae una bacchetta, non molto
lunga, violacea.
La osserva a lungo, mentre allunga
la mano ad un comunicatore.
*È stata una bella vacanza, ma è
ora di tornare.*
Luna. Base della Guardia.
- Bene. Il software è installato.
Ora non ti resta che provarlo. -
- Ok, Reed, ora chiudo, ti farò
sapere i risultati. - Warlock sorride.
Muove le mani velocemente sulla
console, mentre piccoli schermi olografici si aprono in ogni luogo disponibile,
lungo le pareti della stanza.
Sugli schermi, man mano appaiono
dei volti.
Un Warlock accigliato guarda da
sopra il colletto della cappa di levitazione, fermata al collo dall'Occhio di
Agamotto. Su un altro schermo un volto dorato, con due grosse orecchie da
pipistrello, il naso schiacciato e due grosse zanne alla bocca. Dietro la
maschera azzurra, con una grossa A bianca, il volto dorato sorride. L'elmetto
alato sui biondi capelli dell'essere dorato contribuisce ad addolcire
l'espressione grave. Sulla fronte di un altro tre gemme formano un triangolo.
Un volto a metà bianco e a metà nero, come i capelli, del resto.
Un'enorme quantità di varianti
dello stesso volto, per lo più dorate o purpuree, fissano Warlock dagli
schermi.
- Buongiorno, signori, ho un
accordo da proporvi. -
Terra. Titusville. Per strada.
- E questo è tutto, figliolo. -
- Fammi capire, mi stai dicendo
che mio padre è un cyborg tecnorganico. Uno dei componenti della Guardia
dell'Infinito? -
- Si, figliolo, proprio così.
Spero che questo non sia un problema per te. -
La risposta inizia quasi con un
sibilo strozzato. - Figo. Frequenti Dragoluna? Me la fai incontrare? [...] -
Il fiume di domande sommerge
Desmond Pitt come un torrente in piena.
Mentre cerca di rispondere, una
gioia immensa risale in tutto il suo spirito. Una gioia mai provata da chissà
quanti anni. Da prima del progetto shuttle solare, sicuramente.
I due arrivano davanti a una porta
di un complesso abitativo molto modesto.
Darkoth tramuta il dito in
qualcosa di lontanamente simile ad una chiave, poi lo inserisce nella toppa.
La porta si apre in un monolocale
squallido. Su un lato un letto che è poco più di un pagliericcio. Sull'altro
una cucina sgangherata. In fondo una porta scassata lascia intravvedere un
bagno lurido.
- Ma... ma... non abiteremo mica qui?
Tutto quello che mi hai raccontato, allora? -
- Figlio di poca fede – Desmond
ride – Chiudi la porta e trattieni il fiato. - Le sue mani si trasformano in un
viticcio di interfacce computerizzate che affondano nel muro. - Seguimi. - fa
un passo avanti e sparisce nella parete.
Luna. Base della Guardia.
Demeityr e K'lrt alzano gli occhi
dagli strumenti.
Il titano sorride, parla eccitato.
- Le nanosonde reagiscono. -
Gira un interruttore e sullo
schermo principale inizia a scorrere l'immagine di piccoli robot monofilamento
che circondano delle molecole di poco più complesse, le aggrediscono e
disassemblano, riconfigurandole in disassemblatori. -
- Progetto Armageddon, addio. -
Warlock guarda accigliato. - È
stabile? -
- Come il piombo. -
- Be', in mancanza di meglio. -
Adam allunga la mano verso la provetta che Demeityr gli tende. Poi svanisce
nella parete.
Dall'altra parte si ritrova in un
villaggetto dell'Africa centrale. *Che una nuova speranza dell'umanità inizi
dove tutto è iniziato.* Guarda un'ultima volta il lago Vittoria, poi rompe la
provetta nell'atmosfera. Fa dietro front e rientra nella parete.
Luna. Base della Guardia.
- Pronto? Il C.A. Box? Signorina
ho un problema. Si, sono basso, ma è utile a nascondersi. Ho i piedi che sembro
Alf, ma mi danno maggior stabilità all'atterraggio.
Cosa? Il mio odore? No, lo
considero un profumo, virile.
Quale problema ho? Una terribile
erezione, vuol pensarci lei, signorina? -
Pip attacca la cornetta
prodigandosi in una lunga e sonora risata, che lo lascia senza fiato per
qualche minuto. Poi riprende il telefono. - Pronto? La Casa Bianca? ... -
Spazio dei Colonizzatori.
A volte basta poco per dare un
segno.
La colossale nave Yamato, dello
stesso modello che ha messo in difficoltà, potremmo dire sbaragliato, le difese
del pianeta imperiale skrull è stata completamente smantellata e riassemblata
in una nuova forma migliorata, nei cantieri spaziali dei Colonizzatori.
A volte basta poco per dare un
segno.
Parigi. Saint Denis.
Il sobborgo di Saint Denis vive
tutte le contraddizioni della globalizzazione liberista, ma cerca di
affrontarla con modalità nuove.
Forse non è un caso, quindi, che
qui è stato aperto il primo di una serie di locali a metà tra il pub e il
centro sociale, luogo di ritrovo e di aggregazione, con sale prove e altre
modalità di incontro. Il primo di una serie che la Fondazione Scientifica è
decisa ad aprire in tutto il mondo.
Mentre Warlock scende dal cielo,
vestito in maniera di gran lunga meno formale del solito, un writer sta
completando di spruzzare la vernice sopra la porta d'ingresso.
Il nome del locale, di tutti i
locali che verranno aperti nel mondo. L'unica condizione posta dalla
Fondazione, per il resto aperta, nello strutturarli, ai suggerimenti del
territorio.
Kaos.
Principato di Monaco. Poco fuori
Montecarlo.
La festa è ormai nel pieno del suo
svolgimento. La villa che costituisce la sede principale della Fondazione
Scientifica è stata appena ristrutturata, gli stucchi sono freschi e i palchi
sono ancora al loro posto.
Quindi tutti guardano con
curiosità i due tir che risalgono lentamente il viale di accesso e si
dispongono ai due lati della scala d'ingresso ed osservano con curiosità
Warlock che raccoglie un telecomando e si dirige giù per la scalinata.
Pigia un paio di volte il pulsante
e le paratie dei camion si ritirano rivelando colossali espositori pieni di
bombolette di vernice dei colori più improbabili.
- Signori, buon lavoro, c'è una
facciata da terminare. -
Seguimos en combate
realizzato con OOo 1.1.0
i
[i]Ma di che sta parlando?
[ii]Avete presente quell'enorme coso grigio usato più volte dal Pensatore? Proprio quello.
[iii]Non avrete creduto che un solo robottone, per quanto potente, avrebbe tenuto sotto scacco tre della Guardia, vero?
[iv]Come visto nella mini WARLOCK Vol. II, pubblicata dal
novembre 1998 al febbraio 1999