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#3 – Marte

di Fabio Furlanetto

 

90 milioni di chilometri lontano dalla Terra

Il sole è alto sull’orizzonte, illuminando una tempesta di sabbia in lontananza. Normalmente solo qualche isolata sonda terrestre osserverebbe questo spettacolo, ma oggi Marte non è deserto.

Silver Surfer non dice nulla, resistendo stoicamente al vento marziano. Una giovane ragazza che crede di chiamarsi Joy Traveler è seduta sulla sua tavola da surf, dondolando le gambe per calciare la sabbia marziana con i piedi scalzi.

-Che stai facendo? – lei chiede.

-Contemplo la meravigliosa desolazione di un mondo alieno.

-Che palle – commenta la ragazza, alzando lo sguardo verso il sole.

-Sto anche analizzando lo spettro energetico del pianeta per comprendere il suo collegamento con i tuoi poteri. Un’idea che sembravi apprezzare, Joy Traveler.

-Sì, ma tre ore fa!!! – protesta lei, saltando giù dalla tavola e togliendosi la T-shirt; sotto ha ancora il costume da bagno che indossava prima di lasciare la Terra.

-La nudità non è necessaria per il procedimento – dice Silver Surfer senza voltarsi.

-Non farti strane idee, eh, voglio solo approfittarne per abbronzarmi un po’.

-La quantità di luce ultravioletta è di molto superiore a quella della Terra a causa della mancanza di un campo magnetico.

-Cioè non posso abbronzarmi?

-Al contrario. Le condizioni atmosferiche sono letali per gli esseri umani.

-Fortuna che non sono umana allora – risponde stizzita Joy, lanciando in faccia a Silver Surfer i pantaloncini ed allontanandosi con passo nervoso.

Silver Surfer si toglie l’indumento di dosso, osservandola allontanarsi camminando sulla sabbia.

-Terrestri – sospira.

 

Beta Lyrae, 882 anni-luce dalla Terra

Situata nel settore industriale dei Colonizzatori di Rigel, quella che i terrestri chiamano Beta Lyrae è una stella doppia: due soli che orbitano a breve distanza l’uno dall’altro, scambiandosi l’atmosfera in una lenta danza che con il tempo si proverà fatale per entrambe.

La quantità di plasma stellare recuperato dalle navi dei rigelliani è insignificante su scala astronomica, ma il suo valore commerciale è immenso. Pur trovandosi in un settore altrimenti insignificante, Beta Lyrae è quindi incredibilmente ricca.

Le strade sono piene di turisti e commercianti. Nella gran folla di rigelliani, mediamente alti poco più di un metro, la maggior parte degli alieni spicca visibilmente.

Uno di essi è un umanoide dalla pelle di pietra, il cui peso fa tremare il terreno. Al suo fianco cammina una donna bellissima, dai lunghi capelli corvini ora nascosti sotto un cappuccio rosa.

-Eh, devo ammettere che tutto sommato non hai cattivi gusti in fatto di pianeti, bellezza. La sicurezza di questo posto fa davvero schifo; non mi hanno neanche sequestrato l’ascia.

-Non siamo qui per rubare, Terrax. Segui le mie istruzioni ed il tesoro che ti ho promesso sarà tuo.

-Com’è che sei venuta a cercare proprio me, bellezza? Se avevi bisogno di un Araldo potevi cercare il tuo damerino d’argento, o persino convincere smidollati come Firelord o Gabriel.

-Ho le mie ragioni. Da questa parte – indica la donna, dirigendosi verso uno dei molti vicoli.

Terrax scosta la tenda per entrare in una stanza carica di fumo. Una donna rigelliana si stringe a lui, arrivandogli a malapena alla cinta.

-Hey, bel fusto. Cinquanta crediti per divertirsi un po’.

-Spiacente, piccola, ma le nane non sono nei miei gusti.

-Ah. Qualcosa di più esotico? Una Badoon, una Z’Nox? No, tu sei più il tipo da vecchia maniera – risponde la rigelliana, il cui corpo muta rapidamente per assumere la forma di una Kree blu estremamente formosa e molto poco vestita.

-Forse questo pianeta è anche meglio di quanto pensassi – commenta Terrax, il cui sguardo lascivo lascia capire che subisce il fascino della mutaforma mentre gli accarezza il petto.

-Non siamo qui per questo – lo redarguisce l’incappucciata.

-Oh, bastava dirlo – risponde la Kree blu, prendendo la forma di un aitante Shiar maschio.

Terrax non è per nulla contento del cambiamento, ed afferra lo Shiar per le piume della testa sollevandolo da terra.

-Hey! Così mi fai male! C’è un extra per queste cose! - lo Shiar protesta con voce femminile.

-Sto cercando S’ra, figlia di D’kkr - rivela l’incappucciata.

Lo Shiar smette di dimenarsi. Il suo corpo torna in forma femminile, le piume lasciano spazio ai capelli, e sul suo mento crescono delle inconfondibili increspature.

-Puttana Skrull – la insulta Terrax, lanciandola contro il muro. La donna allunga un braccio per afferrare una pistola a raggi dall’altro lato della stanza, ma si ferma quando si trova un’ascia carica di energia cosmica ad un millimetro dal seno.

-Muovi un muscolo e vediamo se sei davvero una donna.

-D’accordo, non mi muovo. Sono S’ra. Cosa volete da me?

-Sono Shalla-Bal di Zenn-La. Ho bisogno di te per salvare il mio mondo – svela l’incappucciata.

Trascorrono pochi istanti di secondi. Sul volto di S’ra illuminato dal Potere Cosmico cadono gocce di sudore, fino a quando non decide:

-D’accordo, ma ti costerà un extra.

 

Cratere Endurance, Marte

Se i telescopi terrestri fossero abbastanza potenti non crederebbero ai propri occhi nell’osservare una ragazza in bikini giallo passeggiare lungo il perimetro del cratere. L’unico suono è il vento marziano, almeno fino a quando un uomo dalla pelle d’argento si avvicina su una tavola da surf fluttuante sulla sabbia.

-Non ho trovato nulla. I residui delle radiazioni di betatrone lasciati dall’attacco dei terrestri [1] oscura qualsiasi traccia delle tue energie possa essere rimasta sul pianeta.

-Mh-mm – annuisce la ragazza, senza aver fatto molto caso alle parole di Silver Surfer.

-Qualcosa ti turba, Joy Traveler? Non temere, anche con questo ostacolo scopriremo la tua-

-Mi manca la Terra – lei rivela.

Il silenzio continua per numerosi altri passi. Così a lungo che persino l’uomo d’argento sente il bisogno di romperlo in qualche modo.

-Capisco.

-Voglio dire, lo so che non era veramente casa mia, e che non ho tutti i miei ricordi, ma ci ho vissuto per più di cento anni. Ti manca mai il tuo pianeta?

Altro silenzio. Apparentemente molto più lungo del primo, o forse è solo un’impressione.

-A volte. Non ricordi proprio niente di Marte?

-Qualcosa, ora che sono qui. Ma è come cercare di ricordare un incubo. Passeggiare sulla superficie, il vento nei capelli, la sabbia sotto i piedi...è tutto un dejà vu. Credo di aver avuto forma umana quando sono arrivata su Marte. Poi ho iniziato a sentire le voci.

-Raramente un buon segno.

-Non in quel senso! I marziani erano telepatici e vivevano sottoterra. Avevano paura di me. Ho provato a discutere con loro, ma la loro mente era così aliena...così ostile...

-Capisco la sensazione.

-Ma col tempo sono diventata...diventata...

Joy si interrompe, inginocchiandosi. Il suo respiro è fatto più rapido ed irregolare. Silver Surfer scende dalla tavola per appoggiarle una mano sulle spalle.

-Ti senti bene, Joy Traveler? Forse sarebbe meglio-

-Non dovresti essere qui – dichiara una voce orribile che proviene dal corpo di Joy, che si volta di scatto per lanciare una scarica energetica dagli occhi.

L’attacco prende Silver Surfer di sorpresa, scaraventandolo giù dal cratere. La sua tavola reagisce istantaneamente, volando al suo soccorso prima che tocchi terra.

Intanto Joy si è rialzata in piedi, e sta osservando con disgusto le proprie mani.

-Che corpo disgustoso è questo!? – dice senza aprire bocca.

Silver Surfer si avvicina lentamente; è chiaro che non ha più davanti una sperduta ragazza terrestre.

-Sei spaesata, lo capisco. Ma non vi è motivo per ricorrere alla violenza.

-Che cosa sei? Che cosa ci fai nella nostra casa?

Il corpo della ragazza inizia a fluttuare e a brillare di energia. Non è un buon segno; l’ultima volta in cui Silver Surfer lo ha visto accadere, lei ha quasi distrutto un mondo.

-Ascoltami bene, Joy Traveler, dobbiamo lasciare immediatamente Marte. Il tuo corpo deve aver assorbito le energie del pianeta, così come ha già fatto con la Terra.

-Terra? Noi...noi ricordiamo. La Terra deve morire!!!

Silver Surfer è pronto per la seconda scarica oculare, che rimbalza sull’aura di Potere Cosmico che lo avvolge. Afferra il polso di Joy e dice con voce ferma:

-Non c’è tempo per discutere, dobbiamo andare.

-Non toccarci, schifoso alieno!!! – urla la ragazza, scatenando sempre più energia dal proprio corpo.

Al centro di una improvvisa tempesta di sabbia così potente da scarnificare un uomo, Silver Surfer non si muove di un millimetro.

-C’è molto potere dentro di te, Joy Traveler, più di quanto tu comprenda. Ma non hai mai imparato ad usarlo, mentre io sono tutt’uno con il Potere Cosmico. Non so cosa ti stia succedendo e non ho desiderio di farti del male, ma farai solo del male a te stessa se proverai a combattermi.

Silver Surfer stringe ancora il polso di Joy; la ragazza cerca di usare l’altra mano per colpirlo, ma l’Araldo di Galactus blocca anche l’altra mano. Lei cerca di liberarsi, agitandosi come un animale in trappola; non c’è più un’ombra di umanità in lei. E più si agita, più diventa difficile persino per Silver Surfer tenerla sotto controllo.

“Per le stelle, quanta energia ha dentro di sé? Persino io fatico a tenerle testa!” pensa.

-Sei come gli altri sacchi di carne. Il tuo corpo è forte, ma la tua mente è primitiva.

Improvvisamente un tentacolo fuoriesce dalla bocca di Joy, cogliendo completamente di sorpresa Silver Surfer; con entrambe le mani impegnate, non riesce ad evitare che il tentacolo gli avvolga la testa. La ragazza continua a parlare, nonostante la bocca sia completamente ostruita.

-Questo pianeta è nostro. E non permetteremo a nessuno di ucciderci ancora.

Il tentacolo lascia andare Silver Surfer, che si contorce dal dolore. C’è qualcosa nella sua testa, qualcosa che striscia tra i ricordi e divora la sua mente. I suoi sensi cosmici sono in completo smarrimento, ma può ancora osservare un ultimo orrore.

La ragazza sta allargando la propria bocca con entrambe le mani, per lasciar fuoriuscire ancora altri tentacoli. La sua testa si apre a metà per lasciare ancora più spazio al mostro che sta lasciando il suo corpo; qualcosa di disgustoso, una molle massa centrale circondata da tentacoli.

-Siamo rinati! E la Terra pagherà per il nostro genocidio!!!

-Marziani – li riconosce Silver Surfer, prima di perdere i sensi.

 

Il Vuoto Gigante

A un miliardo e mezzo di anni-luce dalla Terra c’è un buco nello spazio, un vuoto largo un miliardo di anni-luce. Uno spazio sufficiente ad ospitare milioni di galassie e che invece ne include poche decine, separate dal resto dell’universo dal nulla.

Un nulla letteralmente più vuoto dello spazio stesso. Moltissime razze aliene conoscono questa misteriosa parte dell’universo, ma nessuna ha mai tentato di esplorarla...con miliardi di altre galassie a disposizione, questa è poco più di una curiosità astronomica.

Al momento c’è un solo essere senziente all’interno del Grande Vuoto. Il suo nome è Ume, membro dell’antichissima razza degli Osservatori, ed il suo compito è semplicemente quello di osservare.

E’ ancora abbastanza giovane per gli standard della sua razza; si trova nel Grande Vuoto da due miliardi di anni. Nel corso di questo tempo ha osservato nascita e morte di stelle e pianeti, ma mai la formazione della vita. Il Grande Vuoto è assolutamente deserto: non ospita nemmeno un batterio.

Per questo si sorprende quando i suoi occhi si posano su un insignificante pianeta in una delle galassie deserte, dove un essere vivente è appena atterrato su un lago di lava.

Basta poco più di un pensiero ad Ume l’Osservatore per ritrovarsi alla sua presenza: deve assolutamente osservare questa novità.

L’essere è una donna, o quantomeno ha la forma di una femmina di mammifero adulto. La sua pelle è completamente bianca e dalla sua schiena spuntano ampie ali.

La donna si volta: non ha una faccia, solo una bocca nera. Non dice nulla quando guarda l’Osservatore; l’unica reazione è leccarsi le labbra prima di un largo sorriso.

-Tu. Conosco la tua razza – dice con voce profonda.

-Sono un Osservatore.

-No. Tu sei un errore. Un errore delizioso – aggiunge, versando saliva acida.

 

Nel buio

Norrin Radd si sveglia urlando. Si mette a sedere sul letto e si asciuga il sudore freddo dalla testa calva. Deve aver avuto quello che razze più primitive chiamano incubo. Un tempo erano endemici anche su Zenn-La, ma da più di cento generazioni ogni casa include uno Stabilizzatore Onirico.

-Torna a dormire, Norrin – dice una voce femminile al suo fianco.

Come sempre, la dolce voce di Shalla-Bal calma il suo animo tormentato. Accarezza i suoi lunghi capelli corvini...che gli restano in mano, diventando rapidamente bianchi.

-Qualcosa non va, Norrin? – chiede la donna, voltandosi. Norrin Radd urla: ha di fronte a sé la donna che ama, ma il suo giovane viso è in avanzato stato di putrefazione.

-Siamo morti, amore mio, siamo tutti quanti morti – sussurra lei dolcemente. Norrin salta giù dal letto, inciampando e battendo la testa contro qualcosa.

Dietro di lui c’è una vasca da bagno con una donna incredibilmente somigliante a Shalla-Bal; la vasca è ricolma di sangue, che sgorga copiosamente dai suoi polsi.

-Madre!? – la riconosce Norrin.

-Ti ho insegnato la morte fin da bambino, figlio mio, non ricordi?

-No!!! Tutto questo è un’illusione!!! – protesta Norrin, correndo verso la porta. Quando la spalanca non si trova però nella propria casa su Zenn-La, ma in una grotta sotterranea.

Attorno a lui si agitano migliaia di marziani, che lanciano grida telepatiche assordanti. Una donna dalla pelle dorata si avvicina a lui, mettendogli una mano sulla spalla.

-Ti sei perso un’altra volta, Silverado?

Un tempo il suo bellissimo volto sarebbe stato sovrastato da una folta chioma di fuoco; ora non c’è più una sola scintilla, e la sua testa dorata è stata spaccata violentemente in due.

-Nova? Che cosa ci fai qui? Dovresti essere morta.

-Anche loro – risponde l’ex araldo terrestre di Galactus, indicando i marziani.

-La Guerra dei Mondi. I terrestri li hanno sterminati con un’arma di distruzione di massa. [1]

-Non uno dei nostri momenti migliori, lo ammetto. In nostra difesa, i marziani volevano mangiarci.

-Ma questo è successo tempo fa. Come faccio a...cosa stanno facendo?

Improvvisamente i marziani si fermano, alzando i tentacoli al cielo ed intonando quella che sembra una dolorosa litania.

-I marziani erano una specie telepatica. Prima di morire hanno lasciato un’eco psichica, che infesta questo pianeta sin da allora. La tua amica assorbe naturalmente le energie dei pianeti...

-E deve aver assorbito anche loro. Stai dicendo che Joy è posseduta da fantasmi marziani?

-Eh. Abbiamo visto entrambi cose più strane – risponde Nova con un’alzata di spalle.

-Ma c’è qualcosa che non capisco. Questa visione è causata dall’attacco psichico dei marziani, vero? Cercano di distruggere la mia mente. Perché includere un’illusione che mi aiuta?

-Ah, Silverado, così saggio e così ingenuo – risponde Nova, mettendo il dito sulle labbra di Norrin Radd per zittirlo. La sua pelle dorata si scioglie rivelando uno scheletro, lentamente ricoperto da una lunga tunica viola.

-Cosa ti fa pensare che fosse un’illusione? – chiede la Morte.

 

Cratere Endurance, Marte

Silver Surfer riprende i sensi, strappandosi di dosso il tentacolo di energia che ne avvolge la testa. Si trova al centro di una grande tempesta, la più grande mai vista su questo pianeta: un marziano gigantesco e brillante di puro potere è al centro, un cancro psichico che ha completamente rimpiazzato il corpo di Joy Traveler.

-Siamo risorti! La Terra pagherà per la nostra morte, e la nostra gloriosa razza governerà su tutta la Galassia!

Silver Surfer stringe i pugni, avvolti dal Potere Cosmico. Sente ancora il profumo di Shalla-Bal.

Il marziano non ha occhi, almeno non di tipo umanoide. Silver Surfer si avvicina alla massa centrale, dove deve trovarsi il sistema nervoso.

-Hai un nome?

-I nomi sono per le creature inferiori. Noi siamo marziani. Sappiamo chi siamo.

-Sapete anche chi sono io?

-Sei un invasore. Un alleato di coloro che ci hanno ucciso.

-Non approvo la via dei terrestri, ma nemmeno la vostra. Avete già sofferto abbastanza e non ho intenzione di farvi del male, ma se non lasciate andare Joy Traveler dovrò ricorrere alla violenza.

-Ricordiamo l’aliena. Giunse da noi più di duecento anni marziani fa, un secolo terrestre. Si finse una di noi, per poterci distruggere dall’interno.

-Una ricostruzione discutibile. Da dove proveniva? Qual è la sua origine?

-La sua mente non conteneva questa informazione. Non ha importanza ora; il suo potere è nostro.

-Ed è un grande potere. Potrei riuscire a separarvi da lei, ma non senza uccidere entrambi. Ma considera questo: se non conosci la sua origine, come fai a sapere che non ce ne siano altri?

-Noi...noi non lo sappiamo.

-E senza quella conoscenza siete vulnerabili. Joy Traveler è una mente sola, voi siete migliaia... milioni, forse. Lavorando assieme, avete la possibilità di sondare molto più a fondo di quanto non possa lei stessa. Non desiderate questa conoscenza?

-Stai cercando di ingannarci – protesta l’enorme marziano, allungando i tentacoli per stritolare Silver Surfer; anche muovendosi alla velocità del pensiero, però, i tentacoli non riescono nemmeno a sfiorare chi può cavalcare le correnti dell’iperspazio.

-Siete morti perché una specie aliena non ha mostrato pietà per voi! Perseguitate questo pianeta perché le vostre vite non hanno avuto una degna conclusione! Ora vorreste uccidere la vostra prossima vittima senza lasciare che scopra la verità su se stessa? Non siete meglio dei terrestri!

-No! Noi siamo meglio dei terrestri!!! – insiste il marziano, colpendo Silver Surfer con tutta la forza di cui dispone. Questa volta nemmeno il surfista può sfuggire all’attacco, schiantandosi sulla superficie marziana e sollevando un’immensa nube di polvere rossa.

-E te lo dimostreremo, invasore!!!

I tentacoli si piegano, concentrandosi su quella che potrebbe essere una fronte, e milioni di sguardi senza occhi puntano lo sguardo sull’anima di Joy Traveler.

 

Una stella che esplode. Cenere che scivola tra le braccia. La mano di una donna.

Il nucleo di una galassia. Una voce profonda composta da infinite vibrazioni cosmiche.

Noi siamo infiniti. Noi siamo uno solo. La vita è un errore. Nell’oscurità aspettiamo il risveglio.

Esci.                           Dalla.                         Mia.                            Mente.

ORA.

 

Il marziano grida. Un grido di terrore, da far raggelare il sangue ai morti. La pura energia psichica che lo compone si scioglie sotto il sole marziano, e qualcosa scivola via dalla sua massa molle.

Silver Surfer vola a recuperare il corpo. Si volta solo un istante per guardare l’orribile spettacolo di una specie che muore per la seconda volta.

“So per esperienza quanto sono potenti le barriere mentali di questa ragazza [2]; speravo che il tentativo di infrangerle le desse una chance di liberarsi, ma non immaginavo una reazione così violenta!” – pensa l’ex Araldo, stringendo a sé il corpo di Joy Traveler.

La ragazza tra le sue braccia è nuda e sta tremando come una foglia; si stringe a lui con tutta la forza che ha, come se tutta la sua vita dipendesse da questo.

-Shh. Andrà tutto bene. E’ finita – la rassicura, accarezzandone i capelli.

L’eco psichica si sta attenuando, anche se le urla di dolore continuano a riverberare tra la polvere. Continuando a stringere Joy, che versa lacrime sulle sue spalle argentate, Silver Surfer intravede qualcosa nella tempesta di sabbia.

Una donna con una lunga veste viola, le braccia conserte ed un cappuccio che ne copre il volto. Avanza incurante della devastazione, avvicinandosi a ciò che resta della razza marziana: un’eco mentale terrorizzata che si contorce nella sabbia.

La donna si china aggraziatamente per raccoglierla, cullandola tra le braccia come un bambino, ed il terrore si attenua. Da sotto il cappuccio si intravedono le sue labbra, nere come la notte, con un leggerissimo sorriso.

-Grazie – sussurra la Morte, allontanandosi nella polvere rossa.

-Andiamo via – implora Joy Traveler, singhiozzando – Odio questo pianeta.

-Anche io, Joy Traveler. Anche io – risponde Silver Surfer, sollevandosi nell’atmosfera.

 

Il Vuoto Gigante

Ume l’Osservatore tenta di parlare, ma la sua trachea è già stata recisa. La donna senza faccia dalle grandi ali piumate sta già divorando i suoi organi, quando Ume cerca di attirare la sua attenzione sollevando un braccio. La donna solleva la testa, ripulendosi la bocca dal sangue dell’Osservatore.

Lei lo osserva perplessa, fino a quando non capisce che il gesto non è rivolto a lei: c’è un altro Osservatore alle sue spalle. Giunto per osservare la morte di uno dei propri fratelli.

-Mio – ringhia la donna, mostrando i denti aguzzi.

-Affascinante. Il mio giuramento mi impone di non interferire, nemmeno per salvare la vita di un fratello. Ma ad un Osservatore è permesso agire per difesa personale; Ume, perché non lo hai fatto?

Ume l’Osservatore cerca ancora di parlare, ma la sua enorme testa crolla a terra. Priva di vita.

-Morto. Non ho mai visto l’omicidio di un Osservatore – nota un terzo Osservatore, appena apparso.

-Nemmeno io – aggiunge un quarto. Un’altra mezza dozzina di Osservatori si aggiunge alla scena, anche se nessuno di loro proferisce parola.

La donna si guarda attorno, nervosa. Ringhia in segno di sfida. Nessun Osservatore si avvicina.

-Che razza di creatura sei? – domanda uno di loro.

-Sono l’Angelo Negativo. Voi siete un errore.

Le sue labbra nere formano un sorriso, sempre più ampio. Dal suo mento gocciola sangue alieno.

-E siete tutti morti. Solo che non lo sapete ancora.

 

1.5 miliardi di chilometri lontano dalla Terra

Joy Traveler è seduta sulla punta della tavola da surf, rannicchiata con le ginocchia sotto il mento.

Saturno è ormai così grande da riempire quasi tutta la sua visuale, eppure nonostante la meraviglia dei suoi anelli sia sotto i suoi occhi la ragazza è molto più assorta nei propri pensieri.

Oltre ad indossare nuovamente dei vestiti, si è avvolta in una coperta recuperata dallo zaino sulle sue spalle; si era quasi dimenticata di averla riposta lì dentro, ma è facile perdere le cose all’interno di un contenitore infinito. Silver Surfer le parla per la prima volta da quando hanno lasciato Marte.

-Resteremo su Titano per qualche giorno; ho amici molto saggi laggiù che potrebbero aiutarci a scoprire qualcosa di più sulle tue-

-Okay – è la lapidaria risposta della ragazza.

Silenzio. Silver Surfer ci è abituato, ma è una cosa diversa quando non si è da soli. Sa che la ragazza ha bisogno di aiuto, ma non è certo di come dovrebbe comportarsi.

-Joy Traveler...quando i marziani hanno sondato la tua mente...hai visto qualcosa?

-Niente. Ma quello che hanno visto loro dentro di me...è stato così orribile da ucciderli.

-I Marziani erano già morti molto prima che mettessimo piede su Marte, Joy Traveler.

-Surfer...devi promettermi una cosa. Se succedesse di nuovo...

-E’ assai improbabile che le condizioni necessarie si ripresentino.

-Se dovessi trasformarmi di nuovo in una cosa del genere...uccidimi. Me lo prometti?

Silenzio. Saturno si avvicina.

-Surfer? Me lo prometti?

-Siamo quasi arrivati – cambia argomento l’uomo d’argento.

Non vuole ammetterlo, ma ciò che ha visto spaventa anche lui. E si chiede se ci siano misteri nell’universo che dovrebbero restare tali.

 

CONTINUA

 

 

 

Nel prossimo numero: Urano

 

Note

[1] Nel finale del crossover Marvel IT “La Guerra dei Mondi

 

[2] Dopo lo scorso numero

 

Note astronomiche

Marte

Cratere Endurance

Beta Lyrae

Vuoto Gigante