Riassunto: Silver Surfer ha
scoperto che Zenn-La esiste ancora, intrappolata per
anni in un’altra dimensione. Ma qualcosa è cambiato: il suo pacifico pianeta è
ora sotto dittatura militare, e la sua amata Shalla-Bal
ne è la spietata regina. Che cosa è successo dal loro ultimo incontro?
Ed ora che Frankie Raye è
stata resuscitata, Silver Surfer volerà ancora da
solo?
#10 – Central
Park
di Fabio Furlanetto
Anni fa
Gli abitanti di Zenn-La sono abituati al terrore. Dopo aver passato
millenni nella più assoluta pace, da quando Galactus
ha minacciato di divorare il loro pianeta sono stati vittime di numerosi
disastri.
Shalla-Bal ne ha vissuti molti, ed anche qualcuno di più. Mentre
il suo mondo inizia lentamente a svanire per colpa degli effetti del Dislocatore Quantico, sarebbe facile lasciarsi sopraffare
dal panico. Ma lei è la Regina di Zenn-La, adesso, ed
il suo popolo ha bisogno di lei.
-Dobbiamo fuggire, mia
regina! – protesta il suo consigliere, afferrandola per un braccio.
Shalla-Bal cerca di liberarsi, cercando di raggiungere il
sistema di comunicazione.
-Lasciami andare, Ell! Se solo potessi inviare un messaggio iperspaziale a Norrin...
-Il Dislocatore
genera troppa interferenza, e nemmeno Silver Surfer
ci raggiungerebbe in tempo: l’intero pianeta sarà inghiottito dal Metaverso in pochi minuti!
Tralasciando ogni parvenza di
protocollo, il consigliere si carica la regina sulle spalle e nonostante lei
continui a ribellarsi la porta verso una delle capsule spaziali.
Zenn-La ha abbandonato da millenni l’esplorazione spaziale,
ma non significa che abbia dimenticato la tecnologia necessaria. Shalla-Bal aveva convinto il consiglio scientifico a
cercare un modo per mettere in salvo la popolazione nell’inevitabile arrivo
dell’ennesimo disastro.
Le mura dell’edificio stanno
già diventando trasparenti: Zenn-La sta per
scomparire.
-Non ho intenzione di
abbandonare il nostro popolo, Ell Jor!
-Qualcuno deve salvare Zenn-La, mia regina – risponde l’uomo, spingendo Shalla-Bal all’interno della capsula senza tanti
convenevoli.
La scialuppa viene spinta
magneticamente a velocità straordinaria verso l’atmosfera; attraverso il suo
oblò, Shalla-Bal può vedere il mondo sotto di sé
svanire rapidamente.
-Ritornerò per salvarvi, lo
giuro.
Oggi, pianeta Terra
Silver Surfer
non ha mai trovato un luogo su questo pianeta che potesse considerare una casa,
nonostante sia rimasto esiliato nella sua atmosfera per anni.
Ma il Sanctum
Sanctorum del Mago Supremo di questa dimensione è uno dei pochi luoghi dove non
si è mai sentito escluso; nonostante la sua educazione zenn-laviana
sia stata dedicata alla scienza, c’è una stretta amicizia tra Silver Surfer ed il Dottor Strange.
-Resta ferma. Non sentirai
alcun male – dice il dottore per rassicurare la stranissima paziente: una donna
dalla pelle dorata e dai capelli di fuoco atomico, seduta sulla tavola di
Silver Surfer che fluttua a mezz’aria. Una luce
ultraterrena la avvolge, emessa dal terzo occhio volato sulla fronte del Dottor
Strange. Dopo un attento esame, può ordinare all’occhio di rientrare
nell’amuleto dorato che porta al collo.
-Ecco fatto. Sarà felice di
sapere, signorina, che l’Occhio di Agamotto non ha
trovato alcun segno di possessione demoniaca, influenza esoterica, duplicazione
o innesti d’anima.
-Quindi non sono una copia? –
chiede la ragazza.
-Lo escludo. Sei esattamente
quello che sembri essere: Frankie Raye, l’Araldo di Galactus conosciuta come Nova.
-Visto? Non sono morta – si
vanta la ragazza voltandosi verso Silver Surfer, che
è in piedi a braccia incrociate con uno sguardo severo ed impassibile.
-Non al momento. Ti ho vista
morire. [1]
-Adesso sto meglio.
-Potrebbe essere una diagnosi
più accurata di quanto sembri, Norrin. Da quanto
posso vedere, l’anima di Frankie non ha mai lasciato il suo corpo; è rimasto
semplicemente... inerte, credo sia questo il termine più adatto... fino a
quando i danni non sono stati riparati.
-Grazie per la buona notizia,
dottore. Norrin, dobbiamo tornare subito nello
spazio? – cambia rapidamente argomento Frankie saltando giù dalla tavola.
-Non ho idea di dove mi
conduca il mio destino.
-E’ un sì o un no?
-E’ un no.
-Allora c’è una cosa che
volevo fare una volta tornata sulla Terra...
Anni fa
Quando la capsula finalmente
si riapre, Shalla-Bal coglie l’occasione di poter
nuovamente respirare aria fresca. Ed immediatamente se ne pente, perché le
tracce di acido solfidrico nell’aria entrano nei suoi polmoni. Maledice
silenziosamente la genetica zenn-laviana: se fosse
umana morirebbe entro pochi minuti, mentre su di lei l’effetto è solo quello di
sentirsi bruciare ad ogni respiro.
-Bene bene, cosa abbiamo
pescato oggi? – chiede l’alieno di fronte a lei.
Non ne riconosce la specie; è
vagamente rettiliforme, ed abbastanza grande da poterla sollevare con facilità
con un braccio solo.
-Mi chiamo [kaff] Mi
chiamo Shalla-Bal, sono [kaff] sono la regina di [kaff] di Zenn-La – cerca di
spiegarsi, tra un colpo di tosse e l’altro.
-Una regina – ripete
l’alieno, annusandola. Nonostante i tentativi di liberarsi, la sua stretta è
titanica.
-Mi chiedo quanto valga una
regina nel mercato di oggi.
Oggi, pianeta Terra
Le mani dell’uomo tremano.
Dovrebbe essere abituato a cose ben più strane, abitando a New York City, ma ci
sono cose che non ti aspetti, non importa quanto provi a prepararti
mentalmente.
-Ecco a lei – dice porgendo
l’hot dog alla donna dalla pelle d’oro, che sorride caldamente quando i suoi
occhi si posano sull’alimento.
L’uomo dalla pelle d’argento,
invece, mantiene una faccia di pietra quando il venditore ambulante gli offre
lo stesso alimento.
-Non necessito di energia
chimica per il sostentamento del mio corpo – spiega.
-Ah... okay. Niente crauti,
quindi?
-Lasci perdere, non sa cosa
si perde. Quanto le devo? E’ da un po’ che non vengo a New York - chiede Nova,
cercando di mettere un po’ più a suo agio il venditore.
-Non fatemi del male –
risponde l’uomo.
-Quello è gratis. No davvero,
quanto le devo?
-Questo è ridicolo – reagisce
Silver Surfer, trasmutando l’hot dog nelle mani del
venditore in oro purissimo e risalendo sulla propria tavola, trascinandosi
dietro la donna.
-Avevo nostalgia di qualcosa
di umano! Tu non pensi mai a qualcosa di stupido del tuo pianeta di cui senti
la mancanza? – chiede Nova, trasmutando l’hot dog d’oro in una pila di monete
da un dollaro.
-Nessuno sente la mancanza di
Zenn-La – taglia corto Silver Surfer.
Anni fa
Shalla-Bal non sa su quale pianeta si trovi, né da quanto tempo.
Da quando è arrivata qui è stata trascinata fuori dalla sua gabbia solamente
per le prime visite mediche e per essere attentamente ripulita all’arrivo di
ogni nuovo potenziale cliente.
Non la lasciano interagire
neanche con le altre prigioniere. La maggior parte di loro non parla una lingua
che lei conosca, e tutti i traduttori universali sono stati confiscati assieme
alle altre proprietà.
Shalla-Bal ha lasciato il pianeta solo con il prezioso abito di
seta di Sirio, che deve aver fruttato molti crediti a chi gliel’ha strappato.
Il fatto che tutte le altre prigioniere indossino gli stessi stracci indecenti
che l’hanno costretta ad utilizzare per mettere meglio in mostra la mercanzia
non aiuta.
-Sorridi, principessa, oggi
potrebbe essere il tuo giorno fortunato – le dice il gestore di questo negozio,
un vecchio Skrull decrepito. Il suo corpo muta
rapidamente forma in quello di una splendida matrona Shi’ar dalla scollatura scandalosa quando il cliente fa il
proprio ingresso.
Un umanoide dalla pelle rossa
che ostenta chili di gioielli dal valore inestimabile, quasi come tentativo di
distrarre dalla sua obesità. Shalla-Bal non riconosce
la specie del cliente e si sentirebbe in colpa a considerarlo assolutamente
disgustoso, ma gli uomini che trascina dietro di sé legati da un guinzaglio
d’oro hanno lo stesso colore della pelle pur avendo proporzioni umanoidi.
-Benvenuto, benvenuto!
Abbiamo un’ottima selezione oggi! Quale fantasia possiamo soddisfare per lei?
Una focosa combattente Kree? Una timida odalisca
Ovoide? Una lussuriosa regina di Zenn-La?
-Regina? – ripete il cliente,
voltandosi verso Shalla-Bal e sniffando una fine
polvere gialla.
-Lei ha gusti raffinati!
Guardi che fine esempio di regalità, solo per centomila crediti!
-Nessuno vende una regina per
così poco. Dov’è il trucco?
-Non c’è trucco, signore!
Questa è la regina del favoloso mondo di Zenn-La; i
test genetici lo confermano. Forse un clone della vera regina? Forse un suo
doppio da un’altra dimensione?
-Riportami a Zenn-La e sarai ricompensato debitamente – offre Shalla-Bal.
-Non l’ascolti, signore. Zenn-La è irraggiungibile dallo scoppio della Nega-Bomba. [2]
-Non importa, ho già tutto il
denaro che si può desiderare. Ma una regina.. hmm.
Cinquantamila.
-Novantacinquemila! E’ un
affare unico!
-Per quel prezzo posso avere
una ciocca dei capelli di quella vera e clonarla io. Sessantamila.
-Impianti mnemonici completi!
Sistema immunitario zenn-laviano, a prova di
qualsiasi malattia conosciuta! Ottantacinquemila è un prezzo onesto.
-Sessantacinquemila, e non un
singolo credito di più.
-Venduta! Lei è un vero
buongustaio ed un incredibile negoziatore, signore.
Oggi, pianeta Terra
Frankie Raye
si china per tastare con mano il terreno bruciato. Molti dei bei ricordi legati
a New York riportano la sua memoria a Central Park,
ma l’immagine che ne ha è quella di un parco ricoperto di verde. Non di una
zona di guerra.
-Questo non è solo degrado
urbano. Che cosa è successo qui?
-Thanos – risponde Silver Surfer,
la cui voce normalmente inflessibile lascia trapelare un’amara animosità quando
pronuncia quel nome.
-Ne sei sicuro?
-E’ stato qui. E’ morto qui.
Ne sono certo. [3]
-Eri anche certo che fossi
morta pure io – lo punzecchia la donna.
-Sembra che la Terra fatichi
sempre di più a restare isolata dal resto dell’universo. Ironico: da quando non
sono più esiliato qui, sempre più esseri di altri mondi la visitano.
-Non ti ho mai sentito
parlare molto di quel periodo, Silverado. E dire che
non sei esattamente il tipo silenzioso.
-Non è stato un periodo
piacevole. Anche se ammetto non è privo di ricordi positivi.
-Che non includono hot dog,
apparentemente. Cosa avevi trovato di meglio?
-Ho stretto molte amicizie e
realizzato il potenziale delle razze più primitive. Ripensando a quei giorni,
però, provo maggiore nostalgia per la leggerezza dell’assenza di
responsabilità.
-Non sono sicura di capire.
-Essere isolato dagli
abitanti di questo mondo pesava sulla mia anima, certo, così come l’essere
imprigionato al di sotto delle sue nuvole. Ma non avevo alcuna responsabilità
sulle spalle; nessuno mi considerava un eroe.
-Non da quello che ho
sentito. So per certo che tutti i Fantastici Quattro ti hanno sempre ammirato,
anche se la Cosa non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura.
-Ora sono io a doverti porre
una domanda, Frankie Raye. Ora che sei di nuovo nel
mondo dei vivi, hai intenzione di restare su questo pianeta? Nessuno ti forza a
lasciarlo.
Nova sospira. Recupera una
manciata di terra bruciata e la fissa, stringendo la mano a pugno.
-Mi sono sempre sentita fuori
posto, in un modo o nell’altro. Forse per colpa dell’essere cresciuta senza
ricordare nulla dei miei genitori. [4] Diamine, ero il
quinto membro dei Fantastici Quattro, dovrebbe farti capire quanto fossi di
troppo.
-E nello spazio hai trovato
te stessa?
Frankie Raye
apre il pugno, ammirando la rosa che ora si trova tra le sue dita dorate.
-Non ancora, ma non vuol dire
che abbia smesso di cercare. Possiamo andare ora, Norrin.
-Credo ci sia ancora un luogo
che devi visitare – risponde Silver Surfer, volando
via.
Nova lo insegue, fermandosi
solo per guardare un’ultima volta dietro di sé per osservare lo splendore di Central Park, ripristinato dal Potere Cosmico.
Anni fa
Shalla-Bal non riesce a dormire. Come potrebbe? Il suo mondo è
disperso e lei vive nello squallore, stipata nell’harem assieme a dozzine di
altre prigioniere. Se solo riuscisse a mettere le mani su qualche mezzo
tecnologico, non importa quanto primitivo... basterebbe un segnale radio,
forse, e Silver Surfer arriverebbe a salvarla.
Il Sultano Rosso, come lo
chiamano le schiave, deve sapere quanto Shalla-Bal dev’essere pericolosa. Ha cercato più e più volte di
fuggire dall’harem o di istigare una rivolta, e come ricompensa è stata
ripetutamente frustata.
L’ha definita un
investimento: gli Zenn-Laviani invecchiano così
lentamente che il Sultano Rosso e tutti i suoi schiavi moriranno di vecchiaia
prima che a lei cresca un solo capello grigio. Ha intenzione di regalarla ad
uno dei suoi figli o nipoti, una reliquia tramandata di generazione in
generazione. A mettersi in mostra per loro, a soddisfare i loro impulsi
bestiali.
Shalla-Bal viene scossa dalla propria disperazione dalla
confusione generata da dozzine di schiave che corrono verso l’ingresso
dell’harem. A differenza del solito, non c’è un campo di forza.
Potrebbe essere una chance
per la fuga. Ma qual è l’utilità di provarci? Ogni altri tentativo ha portato
solo dolore ed umiliazione.
Quando due schiave la
sollevano per le braccia e la trascinano via, Shalla-Bal
è convinta di essere diretta alla propria esecuzione. Si aspetta di trovarsi
davanti il Sultano Rosso seduto sul proprio trono, attorniato dalle proprie
guardie che impugnano fiere le proprie lance.
-Shalla-Bal di Zenn-La. Vorrei ci
fossimo incontrati in circostanze migliori.
C’è un uomo seduto sul trono,
ma la sua pelle è viola. E’ circondato dalle guardie, in piedi solo perché le
loro teste sono state infilzate dalle lance. A giudicare dalla posizione delle
loro braccia, però, devono essere state le guardie stesse ad immolarsi.
-Il mio nome è Saren Lotus. Sultano Rosso, sii un gentiluomo e dalle
qualcosa con cui coprirsi.
Qualcuno appoggia un mantello
sulle spalle di Shalla-Bal. Quando lei si volta può
vedere il Sultano Rosso, ma lui non può fare altrettanto. Perché si è strappato
gli occhi con le sue stesse mani.
-Bravo. Shalla-Bal,
il Sultano Rosso ora farà qualsiasi cosa tu gli ordini. Digli cosa vuoi che
faccia, e lui eseguirà. Oh, mi raccomando: sii sincera.
Shalla-Bal non sa chi sia questo straniero dalla pelle viola. E’
l’occasione di andarsene da questo inferno e salvare il suo pianeta, e dovrebbe
coglierla.
Ma Saren
le ha chiesto di dare un ordine, e per qualche ragione non può rifiutarsi.
Potrebbe chiedergli di lasciarla andare... ma le ha anche chiesto di essere
sincera.
-Metti fine alla tua vita –
sono le sue spietate parole.
Il Sultano Rosso si muove con
una velocità inattesa dalla sua mole: afferra il coltello dal manico tempestato
di diamanti che porta sempre legato alla cintura e lo conficca nella propria
giugulare.
Shalla-Bal urla quando il sangue le macchia il volto. L’inferno
non è ancora finito.
-Non sentirti in colpa. Pensi
che se lo meritasse – le dice Saren Lotus.
I pensieri di Shalla-Bal non potrebbero essere più diversi... fino a
quando non ha sentito la sua voce.
Le urla lasciano spazio al
silenzio. Non ha motivo di sentirsi in colpa, no, lui se lo meritava.
Saren Lotus sorride.
-Perché non parliamo un po’, Shalla-Bal?
Oggi, pianeta Terra
La lapide è estremamente
semplice e diretta. Sotto la scritta “Frankie Raye”
ci sono due date: quella della sua nascita, ed un’altra che non potrà mai
dimenticare.
Il giorno in cui si offrì di
diventare l’araldo di Galactus. [5]
-Immagino sia giusto così.
Una parte della mia vita è finita quel giorno, quindi immagino sia giusto che
sia stata considerata la mia morte – commenta la ragazza.
-Non è per questo che ti ho
portata qui – sottolinea Silver Surfer, indicando
l’epitaffio inciso sulla lapide: “chi
salva una vita, salva il mondo intero”.
-Hai sacrificato la tua vita
umana per salvare il tuo pianeta natale, Frankie Raye.
Qualunque siano stati i tuoi motivi, è un sacrificio che non può essere
sminuito. Un sacrificio che io comprendo.
-E lo rifarei. Ma cosa si fa
quando si è già data la propria vita, e si riceve un’altra possibilità? Dovrei
sacrificarmi un’altra volta, o tentare la fortuna tra le stelle?
-Se c’è una cosa che ho
imparato sia durante il mio esilio che dopo di esso, Frankie Raye, è che le stelle non hanno le risposte alle domande su
noi stessi.
-Norrin, a volte non riesco a capire se quello che dici è
molto profondo o molto banale.
-Sta a te deciderlo –
conclude Silver Surfer, alzandosi in volo per
lasciare il pianeta.
Frankie Raye
osserva la propria lapide, e sulla propria tomba accende un fuoco letteralmente
eterno.
-Okay, l’ultima cosa che hai
detto so che è banale – risponde,
inseguendo un’altra volta l’ex araldo.
Mesi fa
La stanza è buia,
completamente immersa nell’ombra tranne che per un cerchio luminoso al centro
della stanza. Saren Lotus e Shalla-Bal
sono le uniche persone ad essere illuminate; la luce riesce a malapena a
scalfire chi li sta guardando.
-Saren Lotus di Telovi.
L’Ordine Oscuro ti concede udienza –
dice una delle voci dall’ombra.
-Vi ringrazio per il tempo
concesso. Se ci incontrassimo di persona, però, sarebbe tutto più...
-Il tuo potere di persuasione ci è noto, Saren.
Per questo sei stato scelto come nostro agente, ma non pensare neanche per un
istante di poter controllare l’Ordine Oscuro.
-Valeva la pena tentare. Vi
ho convocati perché intendo ricambiare la vostra generosità: così come voi mi
avete procurato risorse ed alleati, io vi consegno nuovi adepti. Tocca a te,
mia cara.
-Sarei onorata di far parte
dell’Ordine Oscuro. Sono Shalla-Bal di...
-Sappiamo chi sei. Ma tu sai solo quello che ti ha detto Saren.
-So che avete molte risorse e
che siete molto potenti.
-Sei una regina stimata. Ed il potere non manca ai tuoi alleati. Perché
ti rivolgi a noi, Shalla-Bal?
-Sono una regina senza regno.
In quanto ai miei alleati... Saren mi ha mostrato la
verità su di loro, su quanto poco affidabili possono essere. Su quanto sia
crudele e meschina la galassia.
-Lo sai che cosa pretendiamo dai nostri membri, vero?
-Fedeltà assoluta e la
volontà di non fermarsi davanti a niente e a nessuno.
-E qual è la nostra causa?
-Il caos, la rivoluzione, il
crollo dell’ordine costituito. Gli ideali non importano, le motivazioni non
importano, il prezzo da pagare non importa: se l’universo si ferma, muore.
-E la ricompensa per chi si dimostra degno della nostra fiducia?
-La realizzazione dei propri
sogni. La possibilità di cambiare la storia.
-Saren ti ha insegnato bene. Ma tu non
condividi il suo obiettivo di costringere le civiltà avanzate a consegnare la
propria tecnologia ai mondi più primitivi. Qual è la tua causa, Shalla-Bal?
-Salvare Zenn-La.
Riportare il mio pianeta alla sua antica gloria. Far sì che il mio mondo sia
rispettato e temuto. Che Zenn-La non conosca più la
debolezza e la sconfitta.
La voce non risponde. L’unico
suono è un indistinto sovrapporsi di sussurri incomprensibili.
-Cosa succede se negano il
loro appoggio? – Shalla-Bal chiede a Saren.
-Saresti uccisa da un altro
membro. Assieme a me.
-Ma tu perderesti l’occasione
di raggiungere i tuoi scopi...
-A loro non importa. Il tuo
desiderio può essere di salvare vite o distruggerle, per loro non fa alcuna
differenza. Ai loro occhi, la totale devozione al proprio obiettivo è l’unica
cosa che importa.
-Shalla-Bal di Zenn-La. Sosteniamo la tua causa; avrai a disposizione
tutte le risorse necessarie. Benvenuta nell’Ordine Oscuro.
Oggi, pianeta Zenn-La
I delegati di Rigel non sembrano particolarmente a proprio agio. I tre
ambasciatori sono seduti all’altro lato del tavolo rispetto a Shalla-Bal, che indossa una divisa nera e argento.
Ma non è questo ad
innervosirli: a farlo sono le dozzine di membri dello Scudo Argentato, che
indossano divise simili ed imbracciano fucili laser, e che circondano
completamente il tavolo delle trattative.
-Dobbiamo protestare, Regina Shalla-Bal. Esiste un trattato di alleanza tra i nostri
pianeti in atto da cinquemila anni – ricorda uno dei Rigelliani.
-Zenn-La ha molti nemici, Ambasciatore. E Rigel
non si è mai mosso per aiutarci a difenderci.
-Non è della sua scorta
armata che vogliamo discutere. Quanto di Saren Lotus.
-La nostra intelligence è
certa che si nasconda su questo pianeta – interviene il secondo Rigelliano.
-Saren è un caro amico del nostro pianeta.
-Saren è un terrorista responsabile della morte di milioni
di Rigelliani! Pretendiamo che sia...
-Pretendete? – ripete Shalla-Bal, alzandosi in piedi per far pesare il più
possibile la sua statura, elevata rispetto a quella di un Rigelliano
adulto.
-Zenn-La è il mondo più tecnologicamente avanzato dell’intera
Galassia. E se la vostra intelligence è degna di questo nome, sapete che il Dislocatore Quantico la rende ora inespugnabile.
-Quindi ammette di possedere
la stessa arma usata da Saren Lotus contro il nostro
pianeta.
-Arma che ha messo Rigel in ginocchio. La vostra economia è in caduta libera,
le vostre città in preda al caos, la vostra civiltà sull’orlo di una guerra
civile. Ditemi, che cosa accadrebbe se Zenn-La
invadesse Rigel?
-Ci sta minacciando, Regina Shalla-Bal?
-Sto avvertendo un alleato di
non giocare con il fuoco – risponde la donna, tornando a sedersi.
I ricordi della sua
umiliazione sono svaniti. I ricordi dell’idilliaca utopia sono evaporati. Tutto
è stato sostituito da un’immagine: il vessillo di Zenn-La
sostenuto dalla sua mano, sotto gli occhi benevoli di Saren
Lotus.
-La Galassia sta per
bruciare, Ambasciatore. Presto Rigel, e tutti gli
altri mondi, dovranno decidere se chiedere a Zenn-La
di spegnere l’incendio.
CONTINUA
Note
[1] Frankie Raye alias Nova è morta
su Silver Surfer vol.3 #75 (in Italia su Silver Surfer Marvel Italia #2)
[2] vedi
Operazione: Tempesta nella Galassia (in Italia, su Marvel Crossover #5)
[3] Non è
andata precisamente così, ma vedi Vendicatori MIT #100 per i dettagli
[4] L’origine
di Frankie Raye è stata rivelata su Fantastic
Four #238 (in Italia su Fantastici Quattro Star Comics #10)
[5] Frankie Raye è diventata l’Araldo
di Galactus su
Fantastic Four #244 (in
Italia su Fantastici Quattro Star Comics #16)