#1 di 3 – Una vecchia speranza

di Fabio Furlanetto & Mickey

 

Pianeta Shada

La leggenda vuole che nessuno sia mai riuscito a fuggire vivo da questo pianeta-prigione.

Peter Quill non fa eccezione: solo gli agenti locali conoscono il numero esatto di suoi tentativi di evasione falliti e, a quanto pare, quando noterà le tacche scolpite sui muri, lo conoscerà il futuro inquilino della sua cella. Cella che per il momento rimarrà vuota, visto che il detenuto terrestre la sta lasciando con largo anticipo rispetto alla pena prevista.

-... giacca in pelle di mammifero, cappotto in pelle di mammifero, elmetto cibernetico, riproduttore sonoro antico, unità di memoria sonora antica... - sta sciorinando una guardia vagamente umanoide, mentre riconsegna una serie di indumenti ed oggetti al suo proprietario.
Il carcerato indossa il cappotto, mette il walkman e le musicassette nelle tasche, l'elmetto e il resto degli effetti personali in uno zaino.
-... è tutto?

-Sì, è stato stranamente gentile ed efficiente, ora vorrei solo sapere chi diavolo ha pagato la mia cauzione.
-La risposta è alle sue spalle- risponde serafica la guardia.
-Interrogativo: Star-Lord? – chiede una voce meccanica.

Peter non avrebbe bisogno di girarsi per riconoscerla: i Registratori Rigelliani sono una vista ricorrente in tutta la Galassia, ed hanno sempre la stessa voce. Questo ha qualcosa di diverso, però: la sua carrozzeria ha subito più di un graffio e gli manca il braccio destro, di cui restano solo alcuni cavi.

-Non più, sono solo Peter Quill adesso. Grazie per avermi pagato la cauzione – risponde l’umanoide, assicurando la pistola nella fondina ed allontanandosi.

-Quesito: non sei interessato a sapere perché ho pagato per la tua libertà?

-Lascia che ti dia un consiglio, ferrovecchio: l’unico modo per cavarsela in questa galassia è farsi gli affari propri. L’ho imparato sulla mia pelle, credimi.

-Affermazione: la mia programmazione richiede che io ti consegni un messaggio.

-Ascolta ti ho detto che non mi... – risponde Peter Quill, interrompendosi quando il robot trasmette l’ologramma di una donna bella oltre ogni descrizione. La pelle verdastra ed il terzo occhio sulla fronte rendono chiaro che non appartiene alla sua stessa specie, ma gli abiti succinti e l’ampia scollatura aggiungono che non ha molta importanza.

-Aiutami, o prode eroe, sei la mia unica speranza! Il mio mondo è stato conquistato da un terribile tiranno, e solo tu puoi salvarci. Libera il mio popolo ed avrai la mia eterna riconoscenza!

-...non mi tiro mai indietro. Lei ha chiesto proprio di me, hm?

-Correzione: la Regina Adaria ha richiesto un eroe della Terra. Tu sei il più vicino.

-Non sono un eroe e sono terrestre solo per metà, ma se una regina mozzafiato ha bisogno di aiuto ed ha abbastanza soldi da pagare per la mia cauzione, può chiamarmi come vuole. Non riconosco la sua specie, di che pianeta stiamo parlando?

-Risposta: Adaria.

-Credevo avessi detto che è il nome della regina.

-Conferma: lo è.

-Hm. Poco pratico, ma con quel fisico a chi importa. Ti resta qualche credito per ottenere un passaggio? Non ho proprio idea di dove sia finita la mia nave.

-Risposta: ho già ottenuto una nave.

L'atmosfera di Shada è mefitica, il paradosso è che c'è da rimpiangere l'aria condizionata delle carceri che si estendono sotto tutta la superficie del pianeta. L'aria della libertà, ad ogni modo, ha un sapore impagabile e Peter cerca di goderne a pieni polmoni nonostante i gas di scarico delle astronavi dello spazioporto.
-Affermazione: questo è il nostro mezzo di trasporto.
-Questo? Intendi proprio questo-questo? - domanda Star-Lord, sperando in una smentita. La nave che sta indicando sembra messa male quanto il Registratore che dice di averla ottenuta.
-Affermazione: esatto.

E non aveva ancora visto l'interno. Star-Lord prende a ispezionare lo scafo per capire se, perlomeno, il rottame è in grado di reggere lo stress di un viaggio iperluce.

-Forse, e dico forse, può volare, con la giusta manutenzione - dice Peter, con le mani già sporche di oli meccanici, tutte prese a trafficare con il motore.

Un rumore non meccanico attrae la sua attenzione. Da dietro il vano motore, spunta un roditore grande come un bambino umano.
-Per tutti i Jackson 5..! - impreca a quella vista. E' un attimo perché Quill infili la mano all'interno del cappotto color vinaccia ed estragga una pistola energetica, sparando un colpo.
-Mi devi aiutare a disinfestare, Reggy! - dice al robot rigelliano, che non si scompone minimamente.

La mira diventa peggiore quando si accorge che l'intruso porta una sorta di costume, e peggiora ulteriormente quando il procione esclama:

-Hey hey hey! Piano con quel laser, vuoi farci saltare per aria!?

-Sai parlare? Credevo fossi un animale che ha fatto il nido in questa bagnarola!

-Presentazione: Rocket Raccoon, questo è il leggendario Star-Lord, il salvatore della galassia.

-Di quale galassia, precisamente? Mai sentito di te – risponde Rocket, avvicinandosi a Peter ed annusandone gli stivali.

-Puzzi di whiskey Badoon. Non è che te ne è avanzato un po’? Non mi dispiacerebbe un goccetto.

Star-Lord fa un passo indietro per allontanarsi dalla strana creatura, sbattendo contro qualcosa che prima non c’era. Quando si volta si trova davanti il petto di un alieno di legno alto due metri e mezzo.

-Io sono Groot – saluta l’albero.

-Ah, uhm, piacere, Star-Lord.

-Stava parlando con me, scimmia pelata! E no, non è mai troppo presto per un goccio!

-Io sono Groot.

-Sì, lo so cosa è successo l’ultima volta, ma quello Shi’ar se l’è cercata!!!

-Io sono Groot?

-Conferma: Groot ha ragione, dovremmo metterci in viaggio. Ogni secondo è importante.

-Va bene, va bene. Mucchio di ferraglia inutile – brontola Rocket, caricandosi sulle spalle una cassetta degli attrezzi e dirigendosi verso l’astronave. Il Registratore lo segue, lasciandosi dietro uno Star-Lord confuso. Groot appoggia una mano sulla sua spalla e dichiara:

-Io sono Groot.

-Sì, ho sentito. Non sai dire altro?

-Io sono Groot – è la risposta, accompagnata da un’alzata di spalle.

-Questo sarà un viaggio lungo – sospira Star-Lord.

-Io sono Groot – annuisce l’albero.

 

Una stazione spaziale ai confini della Galassia Kree

Come molte altre frontiere, anche quella di un impero stellare è solo una convenzione: una linea su una mappa galattica. Specialmente quella di un impero galattico, dato che ogni galassia è principalmente composta da vuoto cosmico che confina con il vuoto interstellare.

L’Avamposto LK1967 è uno dei molti punti d’accesso commerciali dell’Impero, ed uno dei pochi luoghi in questa galassia dove i Kree sono una risibile minoranza. Data l’incredibile varietà di esseri viventi che si possono incontrare qui, non c’è da sorprendersi se nessuno trovi strano vedere seduti al tavolo di una locanda due alieni dalla pelle metallica: un maschio d’argento ed una donna d’oro, dalla cui testa fuoriesce del fuoco ardente al posto dei capelli.

-Mi sfugge perché dobbiamo perdere tempo qui – si lamenta Silver Surfer.

-Andiamo, Silverado, non sei tu quello che parla sempre di esplorare l’universo? – controbatte la donna. Nella sua forma attuale nessuno la riconoscerebbe come la terrestre Frankie Raye, e per fortuna la sua carriera da Araldo di Galactus è stata abbastanza breve da non essere riconosciuta come Nova.

-Ma perché una taverna? Non abbiamo bisogno di mangiare: il Potere Cosmico ci sostiene.

-Lo so, ma... da quando sono risorta,[i] quasi tutto il tempo lo abbiamo passato da soli; non senti mai il bisogno di mischiarti un po’ con la gente?

-No. Apprezzo la compagnia dei pochi amici che ho nel cosmo, ma la solitudine dello spazio è la mia vera casa. Desideri tornare sulla Terra, Frankie Raye?

-Non lo so. Neanche quella sembra più la mia casa. Penso che---

Le sue parole sono interrotte dall’apparizione di alcune scintille sulla superficie del tavolo, scintille che rapidamente prendono la forma di un ologramma. E’ un’immagine alta pochi centimetri che mostra un uomo che entrambi conoscono molto bene.

<Mi senti, Surfer? Funziona quest’affare?> chiede l’ologramma.

-Ti sento, Starfox. Come sei riuscito a contattarmi?

<Un qualche macchinario di mio padre, non chiedermi come funziona. Non ero sicuro avrebbe funzionato, ma... uhm... quella non sarà mica Nova?>

-Ciao, Starfox. Ti trovo bene – lo saluta Nova.

<Se non fossi abituato ad avere a che fare con gente immortale sarei sorpreso dal vederti viva. Perché non fai un salto su Titano e continuiamo la conversazione qui?>

-Immagino tu non abbia chiamato solo per flirtare, Starfox – gli ricorda Silver Surfer.

<Ah, giusto. A dire la verità, avrei bisogno di un favore: ci è giunta voce che il pianeta Adaria è stato invaso. Ti andrebbe di andare a controllare?>

-Non conosco quel pianeta. E trovo strano che non sia tu stesso a cogliere l’occasione di un’avventura, Starfox: governare Titano al posto di Mentore ti ha davvero cambiato. [ii]

<Già, salta fuori che fare il sovrano non è poi questo gran divertimento. Ascolta Surfer, Titano non può intervenire direttamente senza spezzare la propria neutralità negli affari galattici, e non sono pronto a rinunciarvi. Ma tu, d’altro canto, non devi rispondere a nessuno, giusto?>

-Non mi piace interferire in situazioni che non conosco – risponde Silver Surfer, solo per ricevere una gomitata da Nova che esclama:

-Ma che ti prende!? Certo che andremo a dare un’occhiata, Starfox!

<Non sai quanto mi fa piacere sentirlo, Frankie.>

-Che interessi ha Titano su Adaria? - insiste Norrin con sospetto.

<Il nostro Demeityr, a cui piace vagare per il cosmo[iii], si trovava lì di passaggio e ci ha riferito la situazione.>
-E' un Eterno, non ha il potere di occuparsene lui? – chiede Silver Surfer, che da sotto il tavolo riceve un calcio da Nova che si sbriga ad intervenire:

-Norrin, ma ti pare il modo di... Scusalo, Starfox, ma lo sai com’è fatto.

<La domanda è legittima. Sì, Demeityr potrebbe intervenire, ma se possibile preferirei che il coinvolgimento di Titano non fosse reso pubblico. Adaria è... complicata, ed anche se voglio aiutarli non è questo il momento per invischiare Titano nei loro problemi>

-Più passa il tempo e più ti comporti come un vero leader di un pianeta, Starfox.

<Hm, non sono sicuro sia un complimento, ma lo prenderò come tale>

-Ci aggiornerà Demeityr sul luogo, suppongo?

<Mm, no, temo si sia già spostato su altri lidi. E coinvolgere lui significherebbe coinvolgere la Guardia dell'Infinito>
-Che cosa c'entra la Guardia adesso? - interviene a gamba tesa la terrestre.

<Ecco, il mio primo pensiero era stato di chiamare loro...>

-Molto lusinghiero – alza gli occhi al cielo Nova.

<Ascolta, anche se non voglio avere rapporti ufficiali con Adaria ADESSO, non significa che a Titano non serviranno MAI. E se lasciassi la cosa nelle mani di Warlock, stai sicuro che non avrei più voce in capitolo in futuro>

-Quindi, in sostanza, hai bisogno di un eroe a cui interessi aiutare gli altri, ma non troppo?

<Sempre a buttarla sul melodrammatico, Surfer! Dai, sono sicuro che ve la caverete alla grande da soli! Mi assicurerò di ricambiare il piacere personalmente durante la tua prossima visita a Titano, che spero sia molto presto> risponde Starfox, terminando in tutta fretta la comunicazione olografica.

-Sei troppo facilmente manipolabile – critica Silver Surfer.

-E tu sei un brontolone. Andiamo, quel pianeta non si salverà da solo – risponde Nova, alzandosi in volo. Le fiamme che avvolgono il suo corpo sono così calde da vaporizzare la sezione di soffitto attraverso cui passa, ed il suo controllo è così preciso da evitare che il locale prenda fuoco.

Ma non da evitare le grida di spavento ed il sospiro di Silver Surfer.

-Ed impulsiva.

 

Titano

Eros non è l'unico abitante del satellite di Saturno impegnato in una comunicazione tachionica interplanetaria. Phyla-Vell è nel suo alloggio, alle prese con una bonaria discussione con il suo fratello genetico Genis, di stanza nella base lunare dello S.W.O.R.D.[iv]

-Non capisco che cosa ci troviate tutti nella Terra.

-Tecnicamente sono sulla Luna – risponde Genis.

-Sì, hai capito, dai. E' carina per una vacanza da turista, i supereroi terresti sono folkloristici, e la battaglia contro Thanos[v] è stata divertente, ma viverci? Lavorarci? C'è tutto un universo infinito che ci aspetta là fuori. Per non parlare di un intero Impero Kree in cui potresti fare la differenza.
-Sui Kree la penso come nostro padre. Questo pianeta è pieno di sorprese, di avventure e di amici. Se vogliamo vedere il lato più pragmatico, è un punto strategico delle politiche intergalattiche, volente o nolente. Posso aiutare la Galassia molto più facilmente da qui che da qualsiasi altro avamposto Kree o Skrull o Shi'ar o vattelapesca.

-Ora inizi anche a parlare come loro?

-Prova tu ad essere legato a livello molecolare con Rick Jones per anni e non farlo.

-Mah, secondo me c'è qualche femmina di mezzo. Ora vado, ci sentiamo - tronca la conversazione, con una fretta sospetta. Ha già la mente proiettata altrove.

Si consulterà con Starfox, un'altra vittima passata del fascino della Terra che, in qualche modo, è riuscito a venirne fuori. Non dovrebbe essere facile ricevuti dal sovrano regnante di un intero corpo celeste, non è altrettanto difficile per un Eterno arrivare dove vuole arrivare.

<Che interessi ha Titano su Adaria?>

Genis non origlierebbe mai una conversazione privata, soprattutto di un leader politico, e Phyla ne è ben conscia, come di essere considerata la pecora nera della famiglia. I suoi sensi meticci riescono a cogliere il resto della conversazione con Silver Surfer. Quello che ha sentito è per lei sufficiente a darle l'abbrivio.

Di corsa si allontana dagli alloggi di Starfox e si reca presso il più vicino terminale dell'intelligenza artificiale che gestisce la città.

-isaac, forniscimi tutti i dati in tuo possesso sul pianeta Adaria e preparami una nave monoposto con le sue coordinate stellari impostate - ordina.

 

Rakk'n'Ruin II
La tanto vituperata nave di Rocket Rackoon viaggia abbastanza velocemente da coprire in breve tempo le distanze interstellari tra Shada e Adaria, abbastanza lentamente perché l'equipaggio possa fare minima conoscenza l'uno dell'altro. Certo, questo esclude tanto l'ineffabile Groot quanto il meccanico Registratore.

-Ho passato un pessimo periodo, dopo aver lasciato la Terra.[vi] - racconta il procione -Ho perso anche la mia vecchia Rakk'n'Ruin e mi devo accontentare di questa...

-Non sapevo fossi stato sul mio pianeta.

-Ed io non sapevo nemmeno cosa fosse uno Star-Lord finché Groot non mi ha parlato di te.

-Ci conosciamo? – chiede Star-Lord a Groot, ottenendo una risposta quanto mai prevedibile:

-Io sono Groot.

-Sì, ho capito! Qual è il problema del tuo amico!? – chiede Star-Lord con una certa frustrazione.

-Che non smette mai di intromettersi negli affari degli altri, ecco cosa.

-No intendevo, perché ripete sempre la stessa cosa? Ho un traduttore universale impiantato nel cervello, però gli sento sempre ripetere solo “io sono Groot”.

-Sul serio? E dire che l’inflessione è abbastanza chiara. Groot, ricordo male o anche tu sei stato sulla Terra una volta o due? Non hai un imparato un po’ di terrestrese, o quel che parlano?

-Io? Sono Groot.

-Sì certo, come no. In ogni caso, ne ho passate troppe ultimamente. Voglio solo incassare l’altissima ricompensa che mi ha promesso il ferrovecchio e ritirarmi a vita privata.

-Io sono Groot.

-A proposito della ricompensa, Registratore... non che non sia interessato alla gratitudine della regina in altri modi, ma di quanti crediti stiamo parlando? – chiede Star-Lord.

-Contrattazione: cinquanta miliardi di crediti sarebbero sufficienti?

-Io sono Groot!

-Puoi dirlo forte: io non ho intenzione di dividere la mia parte con nessuno!!! – protesta Rocket.

-Chiarimento: la regina si offre di pagare cinquanta miliardi per ogni eroe capace di sconfiggere il tiranno. Secondo le sue istruzioni solo un terrestre può riuscirci, ma nel caso sopravviviate, riceverete tutti la stessa ricompensa.

-Okay, ora sì che ragioniamo. Ma con chi dovremmo vedercela, esattamente?

Il reperto rigelliano rispolvera le sue arti olografiche per proiettare fra loro le immagini di un umanoide dalla pelle gialla, impegnato a combattere contro un intero esercito, le cui armi e i cui veicoli  sembrano ridursi a brandelli dietro semplici gesti dell'umanoide.
-Chi è, un supercriminale cinese?

-Io sono Groot?.

-Negativo ad entrambe le domande: Molyb della Galassia di Astra, noto come il Signore dei Metalli. Secondo le cronache, ha il potere di controllare tutti i metalli presenti in natura ed è stato sconfitto una sola volta sulla Terra da un eroe terrestre.
Quelle parole sono accompagnate da una nuova immagine di un gigante color giada.
-Non bazzico da molto la Terra, ma credo che quello sia l'incredibile Hulk[vii] - socchiude gli occhi Quill per scrutare meglio l'immagine.
-Penso proprio di sì - lo segue a ruota Rocket.

-Io sono Groot- commenta a vuoto l'albero.

-So che mi pentirò della domanda, Registratore, ma ho un brutto presentimento: esattamente che cosa dovremmo fare, secondo la regina? – chiede Star-Lord.

-Risposta: sconfiggere il Signore Dei Metalli con la forza illimitata posseduta da tutti gli abitanti del pianeta dell’Incredibile Hulk.

-Alla grande. Questa missione promette benissimo - dice sarcastico Star-Lord.

 

Nell'orbita di Adaria

Un lampo accecante segnala l'apertura di un microscopico buco bianco da cui fuoriescono Silver Surfer e Nova.

-Ecco a te un pianeta che non abbiamo mai visitato. Non sei eccitato?

-Ogni nuova scoperta nel vasto universo è motivo di appagamento, anche quando l'occasione arriva in tempo di crisi.

-Avverti qualcosa riguardo quest'invasione? Starfox ci ha detto poco quanto niente.
-I miei sensi cosmici sono sovraccaricati da un'altra fonte... la avverti anche tu?

-I miei non sono sviluppati quanto i tuoi, ma, sì, sento qualcosa in un sistema stellare vicino. Riesci a capire che cos'è?

Il surfista argentato si volta in direzione della sorgente del pericolo, come se potesse osservare ad anni-luce di distanza.

-Non abbastanza. Dovrò recarmi lì per accertarmene.
-Come? No, siamo qui per Adaria, abbiamo promesso e...

-C'è una crisi cosmica più pressante, non posso ignorarla. Potrebbe essere connessa all'invasione di Adaria, tra l'altro.

-Io non vengo meno agli impegni presi, né voglio volgere le spalle a un pianeta in difficoltà.

-Allora le nostre strade si dividono qui. Ci aggiorniamo non appena sarò venuto a capo di questo mistero - conclude Norrin Radd, senza chiederle un parere, e sparisce in un wormhole creato con il gesto di una mano.

-Certo, lasciami da sola su un pianeta alieno che non conosco, tanto io mica me la prendo!!! Uff, i maschi - lamenta da sola Frankie Rayye, precipitando in una striscia infuocata verso la superficie del mondo sottostante.

 

Agli antipodi dell'orbita, la Rakk'n'Ruin sta entrando nell'atmosfera del pianeta.

-La capitale Adaria con la regina Adaria dovrebbe essere questa, giusto, Reggy? - domanda Star-Lord, spiaccicato contro un oblò che mostra il panorama.
-Affermativo - conferma il Registratore.
-Ma sono normali queste turbolenze? Questa carriola non regge nemmeno l'ingresso nell'atmosfera?

-No, ragazzi, abbiamo un problema... i comandi non rispondono più... la nave va per conto suo! - annuncia Rocket.

-Negativo: la diagnostica non rileva problemi nel sistema di navigazione e nelle sue interfacce - controbatte il Registratore, con un filo interfacciato all'astronave.
-Eppure siamo sballottati via... un raggio traente, forse?!

-Ipotesi: probabile ma da verificare.

-Mi preparo psicologicamente a procurarmi una Rakk'n'Ruin III..!
-Forse dovresti prendere in considerazione l'idea di cambiare nome, chissà non porti sfiga.

-Io sono Groot!
-Sì, tenetevi forte, stiamo per schiantarci!- traduce Rocket a beneficio del terrestre.
Peter Quill non se lo fa ripetere due volte, prende posto e allaccia le cinture di sicurezza, strette poiché non concepite per un umanoide della sua taglia.

L'impatto è meno violento del previsto, anche se darebbe una significativa nausea in passeggeri meno navigati.

-Siamo vivi, siamo vivi!

-Aspetta ad esultare...

Il portellone si apre e ne fuoriescono Star-Lord, Rocket Racoon e Groot, baldanzosi come non dovrebbero essere. Di fronte a loro, trovano ad accoglierli il Signore dei Metalli, riconoscibile come nell'ologramma.
-Toh, il cinesino - commenta Peter Quill.
-Identificatevi, immigrati clandestini, e forse vi sarà risparmiata la vita! - grida Molyb, con la maggiore autorevolezza di cui riesce a disporre.

-Io giocherei sull'effetto sorpresa- dice Star-Lord.

Subito estrae dalle fondine della cintura due pistole laser e inizia a sparare all'impazzata.
Il procione senziente segue subito l'esempio con il suo mitragliatore, invisibile fino a un istante prima sulla sua schiena.

-Io sono Groot... - lamenta il vegetale, rozzamente traducibile come «Armi metalliche contro il Signore dei Metalli? Se avessimo avuto il buon senso di fare un serio briefing preparativo, o se perlomeno foste stati attenti, non avreste fatto una mossa tanto stupida».

Difatti due gesti delle mani fanno smontare in dozzine di pezzi le armi dei due assalitori, lasciandoli pressoché impotenti.

-Ok, potevamo aspettarcelo, lo ammetto -

Senza sprecare ulteriore fiato, Groot si dispiega a piena potenza, suscitando sorpresa e ammirazione in Star-Lord. Non sapeva potesse aumentare a vista d'occhio le sue dimensioni, né che i suoi rami potessero allungarsi e modellarsi a piacimento. Le appendici dell'albero senziente avviluppano il Signore dei Metalli senza che quest'ultimo possa fare niente per impedirlo, essendo trascurabili gli elementi metallici nella linfa dell'alieno. Nel giro di pochi secondi, l'aspirante despota di Adaria è immobilizzato, imprigionato in un tribolo spinoso. Qualsiasi tentativo di movimento provoca una costellazione di graffi e punture, riesce a malapena a gridare:
-Questo è un affronto! La pagherete cara!

-Sì, certo, certo. Ben lavoro, Groot.
-Bravo l'amico mio! - gli dà una pacca sul tronco Rocket Racoon - Credo stati siano i crediti più facili della storia.

-Già. Come ce li dividiamo? Andiamo a chiamare Reggy per fare un po' di conti...

La terra sotto i loro piedi inizia a tremare, quasi impercettibilmente.

-Uhm, può darsi che abbiamo parlato troppo presto...

Groot allunga il collo verso l'alto e annuisce.

Il terzetto supera il loro prigioniero e vede al di là della piccola altura uno scenario raccapricciante.

Ci sono dozzine di creature dalle fattezze simili a quelle del Signore dei Metalli, e alle loro spalle un piccolo esercito di giganteschi abitanti di Adaria. Li riconoscono solo per il colore della pelle e per il terzo occhio, anche se nessuno si aspettava fossero alti trenta metri.

-Ma voi lo sapevate che gli Adariani erano così immani?

-No, la principessa sembrava di statura normale dall'ologramma.

-Io sono Groot.

-Sì, il contesto fa molto. Mi sarei dovuto insospettire quando ho intravisto gli enormi edifici prima di entrare nell'atmosfera...

-Ok, ma ora che facciamo? - ritorna sul pezzo Star-Lord.

-Adesso morite. Uccideteli!!! - urla il Signore dei Metalli ai suoi seguaci, ormai a ridosso della Rakk'n'Ruin II.

-Anche con Groot, siamo spacciati.

Il trio non viene travolto solo perché un muro di fuoco si infiamma improvvisamente tra i due fronti. L'origine è una donna bellissima dalla pelle d’oro e dai capelli fiammeggianti che volteggia sulle loro teste.

-Non so chi siete, ma tenete d'occhio il Signore dei Metalli, io mi occupo del suo esercito! - dispone l'ex araldo di Galactus. Star-Lord annuisce con lo sguardo perso nel vuoto.

-Accipicchia, sono arrivati altri rinforzi! - lo richiama con i piedi per terra Rocket, indicando una figura oltre il fuoco. E’ un’altra femmina umanoide, che dopo essere saltata giù dalla propria navicella ha appena tagliato la testa di uno dei giganti con una spada d’energia.

-E' dalla parte nostra? Giochiamocela così in ogni caso...

Star-Lord non ha la minima idea di chi siano queste donne, ma l’effetto sul morale degli avversari è chiarissimo: sono pronti a dare battaglia.

-Ultima possibilità, Signore dei Metalli. Arrenditi o dovrai vedertela con... uhm...

-Io sono Groot!!!

-Esatto! Con i Guardiani della Galassia! – traduce Rocket Raccoon.

-Uccidete questo gruppo di idioti – sentenzia il tiranno.

 

 

 

CONTINUA

 

 



[i] Una contorta vicenda avvenuta tra i numeri 7 e 10 di Silver Surfer MIT

[ii] Mentore è ancora in coma dopo gli eventi di Vendicatori Costa Ovest MIT #28-30

[iii] Le inedite disavventure di Demeityr con Dragoluna sono narrate in Solo Avengers #18-20 del lontano 1989. (Grazie, Appendix to the Handbook of the Marvel Universe), e potete continuare a leggere di lui su La Guardia dell’Infinito Marvel IT

[iv] Come potete vedere su Capitan Marvel MIT (volume 2)

[v] A cui Phyla-Vell ha partecipato durante Vendicatori MIT #100

[vi] Evidentemente in storie mai narrate successive alla (mini)serie Rocket Rackoon di Valerio P.

[vii] Vedi lo storicoThe

 Incredible Hulk

 #6 (1963) di Stan Lee e Steve Ditko.