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Redazione Comicus

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Batman 36

Grant Morrison e Frank Quitely, dopo aver ridefinito l’immagine dell’Uomo D’Acciaio in All Star Superman, hanno il compito di rilanciare il dinamico duo, Batman e Robin, coppia supereroistica per eccellenza del secolo scorso.

E proprio dalle atmosfere anni ’60 del telefilm “Batman”, che ha impresso le imprese del duo nell’immaginario collettivo, che Morrison fissa il punto di partenza per Batman and Robin. Ma a parte qualche elemento trash e nemici grotteschi, qui si respira un'atmosfera cinica condita da complesse sfumature e caratterizzazioni psicologiche ben lontane dal celebre serial TV. Inoltre, il duo ha le stesse maschere ma volti differenti: Batman è ora Dick Grayson, il primo Robin “promosso”, mentre il nuovo ragazzo meraviglia è Damian Wayne, figlio del primo Uomo Pipistrello.
Una coppia mal assortita insieme per forza.

Le tavole di Quitely, come le sue trovate grafiche nell’utilizzo fantasioso delle onomatopee, sono spettacolari. Ottimo anche Philiph Tan che disegna il primo di tre capitoli del secondo ciclo della testata che riporta in scena Cappuccio Rosso.


Gennaro Costanzo

La Torcia 1

La Torcia 1Interessante recupero di uno dei personaggi fondamentali della Timely. “L’anima di una vecchia macchina”, titolo dello story-arc, ci presenta il ritorno in attività di Jim Hammond, l’affascinante e rovente uomo artificiale creato dal professor Horton.
In coppia con il mutante Toro, anch’egli capace di manipolare il fuoco, ha vissuto l’epopea degli Invasori (supergruppo composto tra gli altri da Capitan America e Bucky) lottando contro le angherie del Terzo Reich nell’oscuro periodo della Seconda Guerra Mondiale.

In questo agile volumetto, ben scritto ma disegnato in maniera non troppo esaltante, il nostro deve prima soggiacere al volere del Pensatore Pazzo – chiamato dall’A.I.M. a creare tramite i suoi resti un’arma invincibile servendosi anche di un’analogia chimico-biologica con i poteri di un Toro – per poi, liberatosi dalla sottomissione, combattere insieme allo stesso mutante contro la devastante minaccia batteriologica causata dal mentecatto.

Un volume fatalmente in divenire con la storia interrotta sul più bello per una lettura se non appassionante comunque piacevole.


Giovanni La Mantia

Tsubasa RESERVoir CHRoNiCLE 28

Tsubasa RESERVoir CHRoNiCLE 28Dopo un esordio interessante e una prosecuzione altalenante si conclude il lungo crossover alternativo nell’universo delle CLAMP.
Un numero oversize che contiene gli ultimi quindici capitoli della saga e che ci mostra il modo in cui Sakura e Shaoran riescono finalmente a rompere il loop magico che li condanna a ripetere le loro esistenze. Ma, come Tsubasa RESERVoir CHRoNiCLE e XXXholic insegnano, ad un prezzo.

Tra spiegazioni non sempre lineari, tavole dal buon livello grafico, che rispecchiano in tutto e per tutto lo stile e la qualità a cui lo studio ci ha abituati negli ultimi anni, e ulteriore ispessimento dei personaggi, la storia arriva alla sua conclusione.
Un finale che punta molto sull’intreccio tra battaglie magiche, talvolta graficamente troppo caotiche, ed emotività, pur non riuscendo a raggiungere il livello di opere del passato (RG Veda, X o Chobits). Un finale aperto dal quale non si può escludere, prima o poi, una prosecuzione.

Peccato per l’anticipazione di alcuni eventi non ancora verificatisi sulle pagine di XXXholic, con cui si intreccia più volte.


Alfredo Goffredi

The One 1

The One 1Lotte di classe, lotte di potere per uno sword & sorcery à la World of Warcraft interessante prodotto dall’intraprendente GG Studio di Giuliano Monni, egli stesso co-autore del testo insieme a Davide Rigamonti, recentemente approdato a Nathan Never.
Uno scenario fantasy ben rappresentato dal tratto sicuro di Pasquale Qualano, supportato da una colorazione assai appropriata dovuta ad Alessia Nocera e Andrea Errico.

La trama probabilmente non è immediata ma diventa più comprensibile durante lo sviluppo, una nomenclatura ridondante rallenta inizialmente l’orientamento del lettore.

Non male la caratterizzazione dei personaggi e l’atmosfera di conflitto – incombente ed effettivo – che permea l’intero albo, confezionato in maniera esemplare dal punto di vista editoriale: carta, stampa e grafica sono tra i punti di forza dell’etichetta campana.

In definitiva una storia (in divenire, questo è solo il primo capitolo) che per fattura non sfigurerebbe nel catalogo di editori internazionali quali Soleil o Delcourt.
Una lettura piacevole.


Giovanni La Mantia
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