Loop, recensione: La svezia sci-fi dal gusto retrò di Simon Stålenhag
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Tra i nuovi volumi pubblicati in Italia da Oscari Ink troviamo un libro illustrato d’eccezione, il Loop di Simon Stålenhag, un bellissimo artbook sci-fi di puro design finnico, caratterizzato da atmosfere fantascientifiche e al contempo retro, ambientato in una ucronica Svezia anni ’80, popolata da macchinari bizzarri, specie mutanti ed estinte e affascinanti navi volanti.
La rapida associazione con un prodotto recente come Stranger Things viene naturale, tuttavia là dove in un caso abbiamo mostri provenienti dal Sottosopra, qui la carne lascia posto a materia più fredda come l’acciaio, i circuiti stampati e mirabolanti aggeggi elettronici. Non abbiamo Demogorgoni ma ci sono navi fluttuanti grazie ai prodigi della scienza, sentinelle bipodi a là AT-ST di Star Wars e dinosauri. Stålenhag, già apprezzatissimo per il suo lavoro nel settore del fantascientifico, realizza un’opera eccellente dal punto di vista illustrativo, non lasciandola fine a se stessa, ma corredandola con storie e descrizioni testuali contestualizzanti. Difatti, lo stesso autore si rende protagonista del racconto illustrato con una finzione narrativa che sin dall’incipit mette in chiaro le cose: tutto ciò che viene descritto nel libro è frutto dei ricordi dell’autore che, aiutato dall’amico Olof, mette su carta esperienze vissute risalenti alla sua infanzia.
Il libro è ambientato nella regione circostante il lago Mälaren in Svezia, dove gli abitanti del luogo convivono con le installazioni derivanti dal più grande acceleratore circolare di particelle del mondo, il Loop, costruito dall’ente energetico nazionale nel sottosuolo, e la cui attività terminò sul finire degli anni ‘70.
Ambientato sul finire del decennio successivo, della fiorente industria di contorno che durante il periodo di funzionamento di questo prodigio scientifico popolò il territorio rimangono solo le carcasse, reperti di archeologia scientifica di grande fascino per noi tanto quanto per i giovani protagonisti della storia.
Le illustrazioni presenti nel libro sono di grande qualità sia compositiva che tecnica, intrise di una sorta di nostalgia per un fiorente passato ora in declino, di una malinconia desolante nonché di un freddo fascino e di un design minimale propri della produzione scandinava. Un’opera che risulta essere un manuale di world building, in cui la fantasia dell’autore viene focalizzata nella creazione di un universo narrativo pienamente esplorabile, di cui ci vengono dati degli assaggi, dei setting particolari, delle dettagliate spiegazioni sul funzionamento dei robot, sulla levitazione magnetica delle navicelle, schizzi particolareggiati di oggetti pensati e studiati con grande attenzione, corredati da specifiche tecniche minuziose, tant’è che da questo libro ne è derivato un manuale RPG finanziato su Kickstarter.
Loop è un artbook di alto livello stampato egregiamente da Mondadori che vi lascerà sicuramente a bocca aperta.
Quest’anno uscirà sempre per Oscar Ink anche Things from the Flood, ribattezzato solo Flood per l’edizione italiana, che conterrà una sorta di seguito di queste avventure narrate in Loop e che di certo vi consigliamo di non lasciarvi sfuggire, proprio come il volume che vi abbiamo appena recensito.