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Redazione Comicus

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GID 1-2

GID 1-2Per disturbo del genere si indica quella patologia per cui un individuo non sente di appartenere al sesso in cui è nato, spingendolo a un percorso che spesso culmina in un'operazione per il cambio di sesso. Questa saga in due volumi (il secondo esce dopo una biblica attesa) segue il lungo cammino di Akiko per diventare Akira, da bambina che piange perché vuole il pisellino come i compagni di scuola fino a donna pronta a cambiare il proprio corpo in uno che rispecchi la sua anima.

La storia ha un indubbio valore "didattico", aprendo una finestra su argomento poco conosciuto e troppo spesso trattato con superficialità. L'altra faccia della medaglia è purtroppo che oltre questo ruolo informativo il fumetto non riesce ad andare.
La storia di Akiko/Akira scorre lineare: pochi i colpi di scena che risultano abbastanza prevedibili, portando quindi ad una quasi totale assenza della tensione narrativa. Inoltre i dialoghi risultano forzati e poco spontanei, i personaggi più che parlare tra di loro, sembrano presi a comunicare nozioni a se stessi e al lettore.

Una buona occasione mancata, per un fumetto che poteva essere qualcosa di più.


Gianluca Reina

Sonata del vento

Sonata del ventoLa GP Publishing completa l'ampia offerta iniziale dei suoi titoli andando a riempire anche la categoria degli shojo classici con questo Sonata del vento.
Il manga racconta la storia di Alice, rampolla di  una ricca famiglia inglese, con la passione per il pianoforte. Passione a cui la sua anziana nonna è avversa, ma quando il suo casato cade in disgrazia ed è costretta a trasferirsi in un paesino, sarà la sua abilità nel suonare a farle trovare lavoro come insegnante in una scuola

Questo volume è un viaggio indietro nel tempo, una storia ricca di ingenuità, nel senso più piacevole del termine, dove una protagonista fatta di bontà e candore assoluti affronta i problemi della vita, rientrando a pieno merito nell'olimpo delle orfanelle sfortunate più famose della letteratura, come Georgie o Candy Candy.
Lo stile dei disegni, un po' datato, ripercorre tutti i topoi del genere, nel bene e nel male.

È un must have per i fan del genere, invece tutti quelli che trovano arduo approcciarsi allo shojo manga troveranno letture più adattate per provarci, sia tra quelli classici che tra quelli moderni.


Gianluca Reina

Atomic Robo 1

Atomic Robo 1Primo volume delle avventure di Atomic Robo, automa senziente a capo di una squadra internazionale di scienziati. La miniserie consta di 6 episodi slegati l’uno dall’altro, ma consequenziali nel raccontare la storia del protagonista tra gli anni ’40 e i giorni nostri.

Pur se di piacevole lettura, Atomic Robo non è un prodotto originalissimo, ispirandosi apertamente a personaggi come Indiana Jones, Il Gigante di Ferro e soprattutto l’Hellboy di Mike Mignola, del quale replica tanto il carattere fanciullesco ed ironico del protagonista quanto i toni fanta-archeologici delle storie e lo stile di disegno, sintetico e leggermente caricaturale.

Al di là di simpatica divagazione, però, questo fumetto non riesce ad andare, con un canovaccio ripetitivo per le storie (il protagonista affronta minacce robotiche di matrice nazista), raccontate con prosa garbata e toni leggeri, ma anche con dialoghi un po’ forzati e caratterizzazioni appena abbozzate.
Accurata la confezione editoriale, con una buona rilegatura ed ampia gallery di copertine, pin-up e sketch preliminari.


Paolo Pugliese

Jonathan Steele 53

Jonathan Steele 53Ultimo numero per uno di più interessanti e poliedrici fumetti italiani, il cui merito principale è stato proporre ai lettori un mix di fantascienza e fantasy epico, contaminato da chiare influenze giapponesi.
L’episodio, scritto dal suo creatore Federico Memola, cerca di dare un senso compiuto alla chiusura della serie concludendo la lunga trama di Atlantide, con Jonathan, Myriam e Jasmine impegnati nel salvataggio del professor Ronsac, rapito dall’Impero della Fenice e portato in una landa desolata in Nepal.

Memola imbastisce una sceneggiatura ricca di azione e con un ritmo narrativo serrato, che però risulta povera di introspezione e non aggiunge molto altro alla saga. Un episodio con uno sviluppo quasi a sé stante e dalla costruzione abbastanza convenzionale, che però contiene incipit di futuro sviluppo (nei prossimi albi speciali), alcune buone idee (l’appartamento-fortezza teletrasportato) ed un pathos drammatico che sfocia in un finale che spiazza i lettori.

Buona la performance grafica di Massimo Dall’Oglio, il cui tratto pulito ed orientaleggiante ricorda molto lo stile di Yoshihisa Tagami nel manga Grey.


Paolo Pugliese
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