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Giorgio Parma

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Una Ballata per Corto Maltese: a Lucca Comics l'adattamento teatrale del fumetto di Hugo Pratt

  • Pubblicato in News

Riceviamo e pubblichiamo:

Una Ballata per Corto Maltese

Lucca Comics & Games, in collaborazione con Rizzoli-Lizard e Cong S.A., propone l’adattamento teatrale dell’esordio del marinaio di Hugo Pratt in occasione dei 50 anni dalla pubblicazione: il 1 novembre al Teatro del Giglio.

Una ballata per Corto Maltese - locandina finale 1

Lucca, 25 ottobre 2017 - “Una ballata del mare salato”, il leggendario albo di Hugo Pratt, dedicato a Corto Maltese, pubblicato proprio 50 anni fa, andrà in scena mercoledì 1 novembre (ore 20.30) al Teatro del Giglio, in un’affascinante drammatizzazione realizzata per Lucca Comics & Games 2017.

“Una Ballata per Corto Maltese”, questo il titolo dello spettacolo realizzato in collaborazione con Rizzoli-Lizard e Cong S.A., metterà in scena attori in carne ed ossa, che faranno rivivere al pubblico il celebre episodio di Corto Maltese.

Sarà un’occasione unica per immergersi nelle atmosfere evocate da Hugo Pratt, attraverso una scenografia suggestiva e una messa in scena serrata. Regista e autore della riduzione teatrale è Nicola Zavagli, che avrà per attori Ennio Coltorti, Emiliano Coltorti, Mario Grossi, Neva Leoni, Michele Lisi, Manuel Meli. Il coordinamento del progetto è a cura di Cristina Poccardi.

L’accesso allo spettacolo è consentito mediante coupon ritirabile alla biglietteria del Teatro del Giglio a partire dalle ore 9.00 del giorno stesso, dietro presentazione del biglietto di quel giorno o dell’abbonamento e dei relativi braccialetti.
Il coupon dei primi 100 posti saranno ritirabili presso lo stand Rizzoli Lizard in Padiglione Napoleone (Nap212). All’ingresso del Teatro saranno richiesti sia il coupon sia il biglietto / abbonamento e il braccialetto.

2053: l'apocalisse secondo Manticora, intervista agli autori

Qualche giorno fa vi abbiamo mostrato un'anteprima del nuovo volume di Manticora Autoproduzioni, 2053: Le Nuove Acque, nato da un'idea di Brian Freschi che ha dato vita ad un intero universo narrativo post apocalittico creando il background per diversi personaggi e ambientazioni, lasciandoli poi declinare ad autori diversi, in questo caso David Ferracci, Albhey Longo, Ilaria Apostoli, Lonnie Bao, Ivan Lodi, Lorenza de Luca e Anna Ferrari.

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Benvenuti su Comicus!
Cominciamo dal principio: come nasce Manticora Autoproduzioni e qual è la cifra che caratterizza i volumi realizzati dal collettivo?

Ciao Comicus, grazie a voi per questa intervista!
Manticora nasce nel 2012 da un drappello di alcuni studenti dell'Accademia di Belle Arti di Bologna che, freschi delle nozioni apprese nei vari corsi di fumetto e illustrazione, decide subito di mettersi in gioco per creare storie e fare un po' di esperienza.
La cifra che caratterizza i nostri volumi potrebbe essere quella di cercare sempre e per quanto possibile di coniugare le molte anime e i diversi stili presenti nel collettivo, difatti la scelta della manticora come logo/mascotte non è casuale...come lei, anche noi siamo una chimera fatta di tante persone diverse unite da uno scopo in comune! :D

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L'anno scorso vi siete presentati a Lucca Comics con un libro/calendario molto particolare, Maison Là Là. Nel corso di quest'ultimo anno si è aggiunto al vostro catalogo anche Nessuno ci farà entrare di Brian Freschi e Anna Ferrari. Come sono stati concepiti questi due volumi e come sono stati invece accolti dal pubblico?

Per l'edizione 2016 dell'ARF di Roma abbiamo presentato Le Piccole Morti, ma volevamo uscire con qualcosa di nuovo anche a Lucca, così ci è balenata l'idea di creare qualcosa di diverso, che costituisse un ponte con il tema “Eros e Thanatos” già affrontato nel volume, ma riletto in una chiave più ammiccante e giocosa, come appunto il calendario di Maison Là Là.
Nessuno ci farà entrare, invece, è il frutto della collaborazione di Brian e Anna, che grazie a Manticora hanno scoperto di avere un'affinità di gusti (oltre che di disagio) e dunque si sono lanciati a sperimentare un progetto tutto loro.
Entrambi i volumi hanno riscosso un ottimo successo, segno che ogni tanto vale la pena uscire dal seminato per offrire qualcosa di nuovo ai lettori...cerchiamo sempre di mantenere viva l'attenzione!

Quest'anno vi presentate alle kermesse toscana con un nuovo libro, 2053 - Le nuove acque, un progetto ambizioso in salsa apocalittica che parte da un universo narrativo creato dallo sceneggiatore, se vogliamo, ex machina, Brian Freschi e che viene poi declinato con certi criteri da 7 autori che hanno sviluppato altrettante storie in altrettanti paesi differenti. Parlateci un po' più a fondo del processo creativo che ha dato origine all'opera.

Di solito tutti i nostri progetti nascono un po' per caso durante riunioni di brainstorming, ma nel caso di 2053: Le Nuove Acque l'idea ha preso forma concretamente già durante Lucca Comics 2016, dopo che Flavia ha avuto un'intuizione mentre disperatamente cercava di sopravvivere alle orde disumane che ogni anno si riversano nella cittadina toscana...si sa, molto spesso la realtà che viviamo fornisce gli spunti ideali per raccontare storie!

tav anna ferrari

Qual è stata la sfida principale nella realizzazione di 2053?

Sicuramente dal punto di vista creativo Brian ha fatto un lavoro colossale a scrivere la sceneggiatura di questo mondo post-apocalittico. In poco meno di un mese ha scritto oltre trenta pagine di storiografia per tutti e cinque i continenti, stabilendo quali fossero gli eventi cruciali che si sono succeduti dal 2022 (anno di Domino, il maelstrom che da inizio a tutto) fino al 2053, l'epoca in cui sono ambientate tutte le storie contenute nell'albo. Quando gli abbiamo chiesto che cosa abbia assunto per concepire un universo del genere, si è limitato a dire che scriveva mentre guardava Sanremo!

Tra gli autori coinvolti, David Ferracci, AlbHey Longo, Ilaria Apostoli e Lonnie Bao sono artisti ospiti, non facenti parte del collettivo in pianta stabile. Come sono stati selezionati e cosa vi ha portato a scegliere proprio loro?

In un modo o nell'altro sono tutti autori con cui eravamo in contatto già da prima e in alcuni casi avevamo già avuto modo di collaborare in precedenza (ad esempio con Ilaria Apostoli su Maison Là Là), per cui la selezione si è basata molto su un giudizio “a pelle”: il loro stile di disegno ci piaceva, il modo di porsi ci ispirava fiducia, qualche chiacchiera su Messenger per valutare se il progetto poteva essere nelle loro corde e via, abbiamo avviato i lavori!

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Cos'altro sarà possibile trovare al vostro Stand in Self Area?

Oltre a 2053 ci saranno ancora copie di Nessuno ci farà entrare, Le Piccole Morti, qualche numero di Der Krampus (sono le ultimissime copie, approfittatene!) e le nostre immancabili spillette del malessere, che ormai abbiamo capito essere il nostro cavallo di battaglia con cui diffondere disagio nel mondo! :)

Ringraziamo gli autori di Manticora per aver risposto alle nostre domande e vi invitiamo a passare al loro stand in Self Area a Lucca Comics e non lasciarvi sfuggire i loro lavori. Potete rimanere aggiornati su tutto quello che riguarda Manticora seguendo la pagina Facebook ufficiale del collettivo.

Gareth Evans in trattative per regia e sceneggiatura di Deathstroke

  • Pubblicato in Screen

TheWrap riporta la notizia che il regista Gareth Evans (The Raid) è in trattative per dirigere e scrivere la sceneggiatura del film Deathstroke per la Warner Bros. Pictures. Joe Manganiello interpreterà il protagonista Slade Wilson che avrebbe dovuto interpretare il villain principale della nuova pellicola dedicata a Batman ma di cui al momento non si ha nessuna conferma.

Attualmente non è noto altro riguardo alla pellicola che espanderà ulteriormente il DCEU.

Intervista a David Genchi: la sospensione del giudizio morale, per omaggiare la spietatezza della natura

Di David Genchi vi abbiamo parlato qualche settimana fa con un nostro articolo della rubrica IllustrART dedicato alla sua illustrazione, peculiare nel suo essere diretta e senza filtri di alcun tipo, che fa sfoggio di immagini forti, violente e macabre. Con la presentazione al TCBF della sua prima pubblicazione, un artbook a colori dal titolo La Gameti #0, preludio ad un'opera più corposa, La Gameti, in arrivo a Lucca Comics & Games 2018, ha attirato il nostro interesse, spingendoci a intavolare un'intervista relativa al suo stile, alla sua poetica, per approfondire maggiormente la conoscenza e la comprensione della sua produzione.
Trovate qui di seguito le risposte di Genchi alle nostre domande. Nel corso dell'articolo trovate anche le prime tavole di una storia a fumetti realizzata dall'autore per Atomic Rocket Comics, dal titolo Zarkon vs. Mastermind, che continua nella gallery in basso.

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Qualche settimana fa abbiamo realizzato un articolo della rubrica IllustrART sui tuoi lavori, ma ripartiamo dai fondamentali. Ti va di presentarti ai nostri lettori?

Non sono un granché pratico con le presentazioni, ma tenterò. Dacché ho memoria non sono mai stato senza disegnare, a testimonianza VHS che mi ritraggono alla tenera età di un anno e qualche mese già in procinto d’imbrattare le mura di casa con pastelli e pennarelli, e questa malattia me la trascino a tutt’oggi. Prima di avere uno scontro frontale col fumetto (all’età di sedici anni, circa) avrei voluto intraprendere un percorso accademico per finire a realizzare illustrazioni per Magic The Gathering o Dungeons And Dragons, tuttavia le circostanze hanno voluto che mi ritrovassi fra le mani Pompeo di Andrea Pazienza e Sharaz-de di Sergio Toppi, da lì fu amore, portando la stragrande maggioranza dei miei soldi a tramutarsi in fumetti. Di lì a poco decisi che di mestiere avrei fatto il fumettista, poiché mi sentivo di riuscire ad esprimermici meglio rispetto alla singola illustrazione; diplomatomi, anziché frequentare scuole specialistiche o accademie, mi sono rinchiuso in casa a fare l’eremita finché non mi sono sentito pronto (spinto prevalentemente dalla mia famiglia e dalla mia ragazza, altrimenti starei ancora nell’ombra) per muovere i primi passi (fra paranoie e insicurezze di varia natura), ed eccomi qui che ne parlo.

Di recente hai pubblicato La Gameti #0 per Hollow Press. Come è stato accolto al TCBF? Hai già avuto qualche feedback?

Si, diciamo che c’è stato un discreto interessamento, sebbene sia solamente un assaggio di un lavoro ben più articolato.

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Questo albetto altro non era che un preludio, una preview di quello che sarà invece un fumetto vero e proprio in uscita a Lucca Comics & Games 2018. Parlaci un po' meglio di quest'opera. Come è nata e come sarà strutturata?

La genesi di quest’opera è abbastanza articolata. La scintilla è scoccata durante una discussione con la mia compagna, dalla quale in seguito hanno preso a delinearsi aspetti del nostro essere. Così buttai giù una sceneggiatura che portai in concorso al Lucca Project Contest 2016, arrivando fra i 15 finalisti, ma il mio stile (come la storia) erano ancora acerbi e autocensurati rispetto allo tsunami d’emozioni che mi sentivo di dover imprimere su carta. Così riscrissi la sceneggiatura per la seconda volta, sentivo mancasse ancora qualcosa, tuttavia in quel periodo mi contattò Michele Nitri (il mio attuale editore/editor/agente) ci incontrammo e la bozza della storia gli piacque, riscrissi per la terza volta la sceneggiatura (la versione attuale e definitiva) di cui, con mio sommo stupore, rimase folgorato, decidendo di pubblicarla per il 2018 e realizzare come anteprima un artbook a colori per TCBF di quest’anno. Il fumetto sarà dello stesso formato orizzontale adottato per l’anteprima, è stato scritto per essere un volume unico da centoventi pagine e, a differenza dell’anteprima, sarà in bianco e nero; mi piacerebbe anche poter anticipare qualcosina sui contenuti, ma rischierei di anticipar troppo e mi sembra prematuro parlarne, perciò sarò il più vago e sintetico possibile: come detto in precedenza la storia nasce dal conflitto, difatti la base è esattamente questa. Una storia d’amore ambientata nel noumeno, nel quale i sentimenti vengono su come conati da dover reprimere, evitando di vomitare in faccia alla persona amata.

La tua cifra stilistica è estremamente peculiare e presenta pochi termini di paragone. Come hai maturato questo stile? Quali sono state le influenze che ti hanno maggiormente formato?

Qui c’è da fare una premessa, prima che trovare uno stile grafico, il mio obiettivo è stato trovare un modo di far fumetti. Non sono d’accordo che la nona arte possa ridursi alla definizione “arte sequenziale”, ebbene trovo che la natura del fumetto sia più assimilabile a quella fatalista. Credo che sia molto più importante la composizione della tavola rispetto alla sequenzialità delle vignette, in quanto la sequenza non è che illusoria (come se ci si riducesse a fare un film low budget privato di audio e movimento). Inoltre un altro aspetto (a mio avviso) ostico è la tendenza a equiparare il fumetto alla letteratura, mentre credo sia ora si distaccasse e iniziasse a muovere i suoi primi passi da solo acquisendo una dignità artistica propria ed autonoma; molti autori già lo fanno, questa è una riflessione rivolta più all’immagine sociale che ha assunto nel corso degli anni. Date queste riflessioni ho deciso di costruire il mio stile in modo tale che si sposasse con quel che volevo costruire sulle tavole, ovvero rendere ogni elemento importante e distinguibile in modo da creare equilibrio ed armonia compositiva. Questo permette anche di giostrarsi attraverso stili diversi, ed è qui che ho iniziato a cercare un modo di disegnare più lineare ed essenziale che mi permettesse di costruire le fondamenta su cui costruire di vignetta in vignetta, alternando momenti solenni (dal tratteggio intenso) e momenti ovattati nel quale il soggetto s’annichilisce riducendosi ad una linea di contorno. In conclusione è uno stile che ho costruito molto lentamente, per ingenuità e insicurezze varie, con cui mi trovo a mio agio nel costruire fumetti (sperando di riuscire nell’impresa, o rimarrò solamente un teorico). Per quanto riguarda le influenze sono molteplici e provengono dal panorama artistico in generis, citando Carmelo Bene: "poiché non si può fare cinema col cinema, poesia con la poesia, pittura con la pittura, bisogna sempre fare altro...". Gran merito lo devo a Miguel Ángel Martín, Suehiro Maruo, Shintaro Kago, Shigeru Mizuki, Charles Burns e Andrea Pazienza che hanno costituito punti cardine della mia ricerca fumettistica. Molto son stato influenzato da Aubrey Beardsley, Francisco Goya, M.C. Escher, Hieronymus Bosch, il miniaturismo medievale e l’arte/simbologia classica in generale. Il cinema di Jan Švankmajer, David Lynch, Andrej Tarkovskij… Vorrei soffermarmi sulla musica, in quanto, sebbene sia difficile da notare, gran parte della sintesi del mio lavoro deriva da essa. Lo sperimentalismo di John Zorn con i Naked City, il glaciale industrial degli SPK, la finezza di Fabrizio De Andrè hanno contribuito appieno nel definire il mio tratto, o perlomeno quel che volevo trasparisse da esso.

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Nelle tue illustrazioni spesso troviamo rappresentate scene di violenza, macabre mutilazioni e atmosfere gore. Tuttavia, come abbiamo già sottolineato, c'è molto di più sotto questa veste cruenta di quanto non appaia ad un semplice sguardo. Cosa cerchi di comunicare sfruttando queste immagini forti e perchè adotti proprio questo mezzo per veicolare il messaggio? Parlaci un po' della filosofia che sottostà a questo particolare comparto visivo.

La pornografia e la morte trovo siano affascinanti, legate fra loro dalla ricerca del piacere degenerato e da un macabro voyeurismo. Due aspetti umani primitivi che, tuttavia, da quando ha avuto il dono dell’espressione vanno a sedimentarsi per colpa della società che ci impone ideali etici/morali e degeneri/amorali. Ben inteso, non critico niente e nessuno, anzi, quel che vorrei è omaggiare madre natura nel suo essere nonsense e orribile, apprezzandola “spietata” così com’è. Purtroppo (o per fortuna) a causa della consapevolezza di se stessi, a differenza dell’animale che agisce per mero istinto, l’uomo teme la sua intimità ed il suo lato irrazionale; questa paura genera la scissione fra l’idea di bene e l’idea di male, confondendo così l’autoconservazione con l’opinione. Esempio: spesso l’amore viene confuso con l’esigenza latente di dover procreare, tuttavia la membrana aliena, il linguaggio, che ci permea distrugge quell’esigenza creando un conflitto fra il desiderio e l’istinto (ed è un po’ quel di cui parla per l’appunto La Gameti). Allo stesso modo dell’amore, in quanto degenerazione del sesso, non vedo perché un uomo che si eccita mangiando merda o che pratica la fornifilia (come qualsiasi altra parafilia) sia da considerarsi deviato e amorale, superando ed esasperando il valore del sesso, quindi avendo una propria estetica.
La morte: mi ha sempre affascinato e ne ho sempre avuto un terrore nero (specie per i miei cari, che non per me stesso). Per cui ho iniziato ad esorcizzare la paura attraverso l’osservazione attenta di cadaveri, attraverso i diversi processi della decomposizione e le diverse cause, a tal proposito consiglio la visione di Orozco the Embalmer un documentario sul trattamento delle salme prima della sepoltura (premetto che è per stomaci forti nel caso voleste vederlo). Una grande svolta è dovuta a Dorotea, la mia compagna, che lavorando in obitorio mi ha farcito di descrizioni dettagliate e accorgimenti anatomico-scientifici, nonché i processi interiori del dover approcciarsi costantemente ai morti, per cui l’annichilimento e l’accettazione di dover finire prima o poi dentro una bara. In conclusione penso che bisognerebbe tramutare lo schifo e l’alienazione per questi elementi in stupore e meraviglia per ciò che è inconoscibile o tabù senza dover parafrasare, bensì abbandonandosi alla bellezza del conflitto fra amore e morte.

Attualmente hai già in cantiere qualche altro progetto per il futuro? C'è qualcosa che vorresti fare in particolare?

Si, ho diversi progetti (di cui alcuni già in cantiere), tra cui alcuni non direttamente fumettistici. Ho iniziato a progettare un paio di lavori con altri sceneggiatori, ma di mio ne ho almeno tre sicuri che vorrei portare avanti: uno incentrato su internet e la superficie informatica come sinonimo di dio, nel quale vorrei analizzare appunto in maniera quasi pratica la ricerca del piacere virtuale sui siti porno e la ricerca della morte su siti come Rotten o Bestgore. Un altro fumetto che vorrei realizzare sicuramente è uno “sci-fi” incentrato su una civiltà consumistica nel quale l’uomo si è istinto ma i robot continuano a produrre perché nessuno gli ha ordinato di smettere, ed il tutto sarà osservato dagli unici robot umanoidi esistenti, ovvero delle sex-doll che continuano ad aspettar clienti. Poi ce ne sarebbe uno nel quale vorrei approfondire la sfera dell’infanzia, e sarà direttamente collegato a La Gameti. Per ora questi progetti vorrei portarli avanti sicuramente, salvo imprevisti; ne avrei ancora un bel po’ ma forse ho anche detto troppo col rischio di parlar molto e far poco. Tempo al tempo cercherò di realizzar tutto, sperando piacciano e non vengano fraintesi.

Ringraziamo l'autore per la disponibilità e vi ricordiamo che potete sempre seguire l'artista sulla sua pagina Facebook ufficiale e sul suo Tumblr.

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