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Redazione Comicus

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Devil & Hulk 131

Devil & Hulk 131 (Panini Comics, spillato, 80 pagine a colori, € 3,30) testi di Greg Pak e Ed Brubaker, disegni di Carlo Pagulayan, Takeshi Miyazawa, Gary Frank e Micheal Lark

Devil & Hulk 131Le storie di Hulk e Devil attualmente pubblicate in Italia sono tanto distanti tra loro quanto mai accaduto in passato.
Il Golia Verde è infatti impegnato a conquistare, a suon di cazzotti, il pianeta su cui inizialmente era stato fatto prigioniero per farlo diventare il Planet Hulk che dà il nome alla saga orchestrata da Greg Pak. Il Diavolo Rosso sta invece compiendo, grazie all’organizzazione made in Brubaker, una traversata del mistero in quel della Svizzera, alla ricerca dell’assassino (inesistente peraltro) di Foggy Nelson e incappando nientepopodimenoché in Vanessa Fisk.
I disegni stessi sono agli antipodi: solari e pieni di colore quelli di Carlo Pagulayan, tetri al limite del sopportabile, benché d’atmosfera, quelli di Michael Lark.

Eppure qualcosa accomuna le storie presentate in questo numero, ossia la sensazione che la Marvel, preparando storyarc “a lunga gittata”, cerchi di allungare un po’ troppo l’arc di cui sopra, magari basato su una buona idea, per farlo durare quanto più a lungo possibile.
Intendiamoci, i racconti sono onesti, ma vedere per 22 pagine Hulk tirare mazzate e per altre 22 Devil parlare con la moglie di Kingpin è un po’ troppo.

Intermezzano l’albo due storie dedicate ad Amadeus Cho, nuovo personaggio del cast di Hulk un po’ al limite della credibilità anche se probabilmente con un ruolo importante nelle future storie.

Da segnalare anche un’interessante intervista a Carmine di Giandomenico che parla ampiamente del suo Battlin’ Jack Murdock.



Andrea "Zio-P" Poli

JSA Classified 3

JSA Classified 3 (Planeta DeAgostini, brossurato, 96 pagine a colori, € 8,95) testi di Stuart Moore, disegni di Paul Gulacy, chine di Jimmy Palmiotti e Paul Gulacy

JSA Classified 3Primo volume di JSA Classified, serie ambientata Un anno dopo gli eventi di Crisi Infinita, "La caduta e l'ascesa di Vandal Savage" vede i riflettori puntati su uno dei villain più potenti e affascinanti dell'Universo DC. Lo sceneggiatore Stuart Moore, coadiuvato ai disegni da un ottimo Paul Gulacy, ce ne fornisce un ritratto inedito, un personaggio in cui con forza quasi selvaggia prevalgono sentimenti istintivi quali la violenza, la vendetta, la voglia di sopravvivere e di dominare, che contrastano con emozioni più umane come la debolezza e la paura.

In questo racconto, Moore scava nella profondità di Savage, facendolo confrontare per la prima volta con la possibilità di una morte imminente e scatenando così la natura selvaggia racchiusa nel profondo del personaggio. Un lato di Savage che lo sceneggiatore esplora, mischiandolo a una follia quasi palpabile in ogni dialogo e in ogni tavola, in quello che appare come un ultimo incontro/scontro con Alan Scott, il primo Lanterna Verde.

Tutto questo in un albo che intrattiene e affascina al tempo stesso, e che fornisce al lettore classico un tassello in più nella comprensione di Vandal Savage, e al neofita un ottimo punto d'inizio per incominciare a leggere la JSA.



Carlo Coratelli

Ultimate Fantastic Four 19

Ultimate Fantastic Four 19 (Panini Comics, spillato, 48 pagine a colori, € 2,80) testi di Mike Carey, disegni di Stuart Immonen e Frazer Irving

Finito il ciclo di Mark Millar, è tempo di accogliere il nuovo scrittore regolare di Ultimate Fantastic Four, Mike Carey, destinato a diventare l'autore più proficuo per questa testata, dopo le brevi run di Brian M. Bendis, Warren Ellis e appunto Millar.

Il suo esordio, tuttavia, non si concentra sui quattro protagonisti, focalizzandosi invece sul primo nemico del gruppo, Arthur Molekevic, l'Uomo Talpa, e su quanto è rimasto del Think Tank oramai trasferitosi dal Baxter Building. Il risultato è una storia più che gradevole, in cui l'Uomo Talpa decide di rapire i quattro ragazzi prodigio per fondare una nuova società sotterranea, senza ovviamente aver fatto i conti né con il quartetto di supereroi né con le capacità dei reclusi.

Il sense of wonder che dovrebbe permeare la testata più fantascientifica della linea Ultimate, qui è decisamente vivo, forse con un po' troppa sospensione dell'incredulità, ma niente a confronto delle trovate pazzoidi (in senso buono) di Millar.
Il tono della storia, inoltre, è molto ironico, con alcune trovate decisamente azzeccate e divertenti, soprattutto nel racconto del dottor Molkevic. Aiutano in tal senso i disegni di un ottimo Stuart Immonen e di un più che buon Frazer Irving, scanzonati quanto basta, pur senza mai esagerare e scadere nel ridicolo .

Anche se questo annual autoconclusivo non può essere il solo metro per giudicare la futura run di Carey sulla testata, decisamente più seriosa, possiamo senz'altro guardare con interesse al nuovo corso. E se non dovesse rivelarsi all'altezza, questo albo ci avrà comunque regalato una storia più che godibile.



Riccardo Galardini

Fermate L’America

Fermate L’America (Collezione Cronaca Estera 2, Becco Giallo, brossurato, 144 pagine in b/n, € 13,90) testi e disegni di Jen Sorensen
Tratto dalla raccolta Slowpoke: America Gone Bonkers

Fermate L’AmericaCultori di strip come Doonesbury o The Boondocks? Nostalgici di Odio di Peter Bagge che come il sottoscritto ancora non si sono rassegnati alla perdita?
Se vi ritrovate nella descrizione di cui sopra, allora Fermate L’America (sottotitolo 99 buoni motivi per diffidare dall’America di Bush) potrebbe essere ciò che fa per voi.

Il volume, come ben chiarito nel sottotitolo sopra citato, raccoglie infatti strip da combattimento che senza esclusione di colpi lanciano bordate principalmente contro l’amministrazione Bush e più in generale contro un certa società americana in cui l’autrice non si riconosce di certo.
Pubblicate originariamente sul sito slowpokecomics.com e quindi raccolte in volume, le strip interamente scritte e disegnate dall’americanissima Jen Sorensen non risparmiano nessuno. Perché se è vero che Bush ed il suo entourage hanno portato avanti in questi anni delle politiche molto discutibili, è anche vero che è stata la maggioranza del popolo americano a supportarli, e la Sorensen riesce a cogliere molto causticamente l’apatia, l’ignoranza e l’egoismo di una certa America in cui riconosce la base popolare su cui le politiche neo-con hanno trovato il loro sostegno.

Purtroppo, vignetta dopo vignetta, ci accorgiamo che ognuno di noi rientra in qualche frangente tra i personaggi di Slowpoke perché, come scrivevo, ce n’è per tutti!
Il tratto, il modo di disegnare i personaggi, ma più in generale l’impostazione della tavola deve molto a Peter Bagge che di lei dà il seguente giudizio: "Jen Sorensen is a terrific cartoonist!"
Un volume consigliato, quindi, che vi farà fare qualche risata amara con un unico dubbio: sarebbe stato forse meglio optare per il colore invece che per il bianco e nero?


Andrea "Zio-P" Poli
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