Jan Dix 7
- Pubblicato in Recensioni
Giro di boa per Jan Dix che giunge nel “mezzo di cammin di sua vita” che, dopo aver letto questo albo, comincia a sembrarci fin troppo breve.
Il livello e l’impianto della testata, come abbiamo più volte espresso, sono di qualità medio-alta, ma con questo numero Carlo Ambrosini si supera.
Indubbiamente grazie alle straordinarie matite di Paolo Bacilieri, che ritorna sull’atipico investigatore di Amsterdam dopo il numero tre, ma è la ricetta ad essere vincente in ogni suo ingrediente.
In questo numero abbiamo tutto quello che vorremo da una testata come Jan Dix: un pizzico di erudizione e tanta vita in tutte le sue declinazioni. L’arte protagonista dell’episodio è quello di uno straordinario, anche se meno conosciuto, pittore (ulteriore plauso per Ambrosini) come Henri Rousseau, che attraverso i suoi soggetti che prendono misteriosamente vita, sembra essere causa di una serie di incidenti/omicidi che si accaniscono su di una famiglia.
La Guerra è un albo intenso in cui traspare potente il senso della vita in tutte le sue contraddittorie sfaccettature, dalla grettezza più cieca alla passione più vivida.
Il livello e l’impianto della testata, come abbiamo più volte espresso, sono di qualità medio-alta, ma con questo numero Carlo Ambrosini si supera.
Indubbiamente grazie alle straordinarie matite di Paolo Bacilieri, che ritorna sull’atipico investigatore di Amsterdam dopo il numero tre, ma è la ricetta ad essere vincente in ogni suo ingrediente.
In questo numero abbiamo tutto quello che vorremo da una testata come Jan Dix: un pizzico di erudizione e tanta vita in tutte le sue declinazioni. L’arte protagonista dell’episodio è quello di uno straordinario, anche se meno conosciuto, pittore (ulteriore plauso per Ambrosini) come Henri Rousseau, che attraverso i suoi soggetti che prendono misteriosamente vita, sembra essere causa di una serie di incidenti/omicidi che si accaniscono su di una famiglia.
La Guerra è un albo intenso in cui traspare potente il senso della vita in tutte le sue contraddittorie sfaccettature, dalla grettezza più cieca alla passione più vivida.
Francesco Borgoglio