Freschi di Golden Globe, dove abbiamo visto trionfare il più inaspettato dei candidati, proseguiamo il nostro excursus sui cortometraggi animati nominati all'Oscar (qui l'altra puntata). Questa volta è il turno di un progetto che mostra perfettamente come l'ambizione non sia una questione di mezzi: Adam and Dog, un corto di 15 minuti in animazione tradizionale che racconta la storia del primo cane apparso sulla Terra e della sua relazione con Adamo, nel giardino dell'Eden.
La fucina è la stessa di Paperman, le modalità di lavorazione un po' meno. Completamente indipendente, il corto è stato realizzato da Minkyu Lee, dipendente Disney, che ha iniziato a lavorare sul corto nel 2009, e da un gruppo ristretto di suoi amici al prezzo di due anni di lavoro, animando di notte e nei fine settimana e di fronte a un budget di 25.000 dollari - a spese del regista, che lo ha finanziato attraverso il suo lavoro di designer sui film La principesse e il ranocchio e Ralph Spaccatutto. I punti di contatto di Adam and Dog con la Disney non si fermano al retroterra del regista: il design è vagamente disneyiano, ma non eccessivamente caricaturale (il cane non è antropomorfizzato, non parla e non ha espressioni umane e Adamo, pur avendo un viso fumettistico, è nudo per tutta la durata del corto) e tra i consulenti compare la leggenda Glen Keane (sue le animazione di Tarzan, Ariel, la Bestia e Aladdin). "Glen è il dono di vedere dentro a un'opera d'arte, a un momento, a una storia, e scoprire il cuore della stessa" ha rivelato Lee. "Quando gli ho presentato la storia, mi ha detto che gli sembrava una storia sulla grazia, la grazia data in dono all'essere umano. E quando l'ho sentito ho pensato che era proprio quello di cui avrebbe parlato il film".
Già vincitore dell'Annie Award per il miglior cortometraggio nel 2012, Adam and Dog, di cui potete ammirare il trailer in calce, è racconto toccante che mostra perché la razza canina sia così importante per il genere umano, mostrato non attraverso una trama troppo narrativa, ma con momenti di vita quotidiana tra i due, immersi nella pace dell'Eden, come ha sottolineato il regista: "Non volevo che l'Eden o la relazione tra i due personaggi venisse veicolata da una storia, quanto più dalle emozioni, dal senso di pace del paradiso, dalla purezza della vita che vi risiede. Penso che lasciare dello spazio per respirare sia importante per un personaggio. In modo che venissero percepiti per quello che sono."
Tecnicamente sopraffino e tematicamente rilevante, il corto non sfigurerebbe in un film corale alla Fantasia, a testimoniare come il talento riesca a farsi strada nonostante tutto: "Sono davvero grato di essere stato nominato! Non potevo aspettare di condividere questo onore con la mia meravigliosa troupe" ha dichiarato il regista ventisettenne. "Ho continuato a leggere la lista ancora e ancora per essere certo che il mio nome fosse lì e non me lo stessi immaginando! Mi sembrava di correre la maratona ed essere sulla linea di partenza a piedi nudi. E poi guardavo gli altri e ognuno aveva un arsenale e un team che li accudiva. Ma siamo arrivati tutti alla fine."