Pixar: Inside Out cambierà l'animazione
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Inside Out, l'atteso film Pixar diretto da Pete Docter (Monster & Co., Up) ambientato nella mente di una ragazzina, sembra diventare sempre più visionario e ambizioso con il passare del tempo. Descritta come una versione a cartoni di Inception, la pellicola sembra proporsi di analizzare nel dettaglio la psiche umana attraverso le espressioni facciali.
Matt Jones, già storyboardista su ParaNorman e al lavoro per reinventare il sistema di smiley di Facebook, ha infatti pubblicato una pagina di schizzi in cui viene scandagliata una serie di emozioni più o meno basilari, dall'amore materno all'imbarazzo: "Ho guardato agli studi di Darwin, ma le espressioni che ha studiato lui sono molto vittoriane. Oggi abbiamo uno spettro emozionale più ampio, esageriamo di più, specie noi americani".
Insieme ai disegni è emerso un nuovo dettaglio: Docter ha assunto come consulente Paul Ekman, pioniere della ricerca sui FACS (Facial Action Coding System), i codici interpretativi delle espressioni facciali, e le micro-espressioni che servirebbero agli artisti per rappresentare le infinite sottigliezze degli stati mentali. I suoi studi, ironicamente, erano stati utilizzati dal boss Pixar John Lasseter per il suo corto vincitore dell'Oscar Tin Toy negli anni ottanta.
Il lavoro che gli animatori stanno facendo sembrerebbe dunque scrupoloso e innovativo, tanto da far ipotizzare una sinergia con gli iperrealistic sistemi di rendering e illuminazione adoperati in The Blue Umbrella, che potrebbero venire adottati per creare qualcosa che sia estremamente vicino alla realtà, ma che riesca a superare l'effetto dell'Uncanny Valley.